Racconto di fantasia A volte essere costipati ...

tomm_1974

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Ero in montagna con la famiglia da qualche giorno e, come spesso mi capita il viaggio, il cambiamento di abitudini alimentari e orari mi aveva bloccato l'intestino, con una fastidiosa sensazione di peso e dolio.
Nel paese del Trentino che avevamo scelto per passare una settimana di luglio, c'è uno studio medico per i turisti a cui mi ero già rivolto in precedenti vacanze per un mal di schiena.
Chiedo in hotel per informarmi sugli orari di ricevimento e mi dicono che ogni giorno dalle 17 alle 18, l'ambulatorio è aperto.
Così, il giorno stesso, dopo la passeggiata del pomeriggio faccio una doccia veloce, lascio moglie e figlio in hotel e vado in paese per vedere di farmi dare una mano con il mio problema di costipazione.

E' una giornata particolarmente calda, indosso un t-shirt e un paio di bermuda, ai piedi un paio di sandali birkenstock.

Arrivo all'ambulatorio quando mancano solo 10 minuti alla chiusura. La sala d'attesa è vuota, che fortuna, così sarà una cosa veloce.
La porta è socchiusa, segno che non ci sono visite in corso; busso comunque e dall'altra parte una voce mi invita ad entrare.

"Buongiorno, può gentilmente chiudere anche la porta esterna dell'ambulatorio? Questa è l'ultima visita per oggi, grazie" mi invita il dottore. Un signore distinto, sui 60 anni, alto almeno 1 e ottanta, corporatura solida, capelli portati un po’ lunghi e baffi brizzolati, mi ricorda Lando Buzzanca. Molto informale, sotto il camice bianco aperto indossa un paio di pantaloncini di felpa che arrivano alle ginocchia e sopra un maglietta sgualcita della croce rossa, ai piedi le classiche crocks bianche. Comunica però autorevolezza e sicurezza.

Mi squadra rapidamente da sopra gli occhiali da vista.

"Dottore, le racconto brevemente così non le rubo tempo." inizio a raccontare ancor prima di sedermi "Sono qui a F*** da tre giorni e ho l'intestino bloccato. Mi sento pesante e a volte mi fa male."
"Vorrei risolvere rapidamente per godermi gli ultimi giorni di vacanza."

"Si stenda sul lettino e si alzi la maglietta, così posso visitarla." Intanto mette a posto il rotolo di carta che protegge il classico lettino da ambulatorio.

Mi metto sul lettino a pancia in su e alzo la maglietta fino al petto, è quasi un piacere con il caldo che fa li dentro. Il dottore mi palpa l'addome chiedendomi di respirare e chiede se mi fa male in certi punti.

"Nulla di preoccupante."
"Eviterei di prendere lassativi che possono avere fastidiosi effetti collaterali" Pausa "Un piccolo clistere a base di glicerina idrosolubile e in un paio d'ore si scaricherà senza dolori." Pausa "E' meno dirompente di un clistere classico. Si fidi."
Io, silenzio. Non credo di aver messo subito a fuoco.
Quando realizzo, mi rendo conto che la ricetta del dottore era perentoria e il suo tono non sembrava ammettere repliche.

"Ma veramente ... non saprei ..." Provo a dire qualche cosa. Tutto mi aspettavo ma proprio non un clistere "Ma lo faremmo adesso? Qui?"

"Si si certo, E' la soluzione giusta." Il dottore andava avanti senza lasciare spazio ad alternative. “Si tolga pantaloni e mutande e resti sul lettino che io intanto preparo il necessario, ci vorranno 5 minuti, è meglio se il liquido è tiepido.”

Si sposta nella stanza adiacente e sento dei rumori di barattoli e cose spostate.

Non so bene cosa fare, la situazione è un po’ surreale: sorpresa e un pizzico di eccitazione sono le sensazioni che provo. Non sono mai stato un amante dei clisteri però nel sesso, da solo o in compagnia, mi è sempre piaciuto giocare con il mio buchino, stimolandolo o penetrandolo. E poi la risolutezza del medico e il suo tono deciso mi davano un’idea di potere su di me che mi intrigava.

Intanto il dottore rientra nella stanza, chiude la porta di accesso con la chiave. “E’ ancora lì? Si spogli forza.”

Mi alzo dal lettino e mi tolgo pantaloni e mutande, appoggiandoli sulla sedia lì vicino.
Poi mi stendo di nuovo.

“Sollevi la maglietta come prima. Un massaggio tiepido all‘addome aiuta.” Il dottore nel frattempo piazza su un tavolino un contenitore grande come un pentolino che emana un piacevole profumo e un peretta che non avevo mai visto: una palla blu di gomma con un ugello bianco lungo almeno 15 centimetri e largo come un pollice di un uomo.
Si infila i guanti di lattice e si mette alla mia destra. “Bene, sollevi le ginocchia e divarichi le gambe, lasciando i piedi appoggiati al lettino.”

La sensazione di frescura che provoca l’aria in mezzo alle gambe e l’idea di quello che sta per succedere mi danno un inizio di eccitazione. Mi sento nello stesso tempo un po’ stupido, sono dal medico perché non riesco ad andare di corpo, mica in uno studio massaggi!

Nel frattempo, il dottore si è unto le mani guantate e appoggia la sinistra sulla mia pancia e la destra sul mio interno coscia; sono calde ma non fastidiose.
Inizia un massaggio rotatorio sul mio addome proseguendo per uno o due minuti.

“Per agevolare, ungo anche l’ano” E così, continuando il massaggio sulla pancia con la sinistra, il dottore prima intinge le dita della sua mano destra nella soluzione e poi la sposta fino a toccarmi con il suo dito medio il mio buchino. Il dito è tiepido, inizia a muoverlo con un movimento rotatorio sulla mia rosellina. Il suo palmo destro è in una posizione come se mi soppesasse le palle.

Con il massaggio al mio buchino sensibile e la sensazione di calore sotto i testicoli, la mia eccitazione aumenta. Malgrado l’imbarazzo sento un crescente formicolio al cazzo che si sta indurendo e allungando pur rimanendo appoggiato verso l’ombelico. Questo peggiora se possibile le cose, perchè il medico con ampi movimenti circolari sulla mia pancia sfiora ogni tanto la mia cappella.
Sento il dito medio premere sul mio buco ormai caldo e pulsante, entra lentamente prima una falange poi anche la seconda.
Non riesco a trattenere i segni della mia eccitazione, fiato corto e qualche mugolio trattenuto a stento.

”Direi che ci siamo.” Tenendo la mano sinistra ferma sulla mia pancia, nella parte bassa, quasi a sfiorare la mia cappella sempre più gonfia, il dottore prende l’attrezzo e punta l’augello sul mio buchino.

Inizia a spingere e la cannula non fa molta fatica a farsi strada. Lentamente, me la infila fino a sentire la peretta di gomma a contatto con le chiappe.
Quando il movimento si ferma, ce l’ho completamente duro e teso e con una cappella gonfia come poche altre volte.

Ho il fiato corto. “ Mi scusi dottore ma …”

”E’ normale. La zona perianale e l’ano sono zone erogene molto sensibili e poi la stimolazione della prostata fa questo effetto.” Parla in modo sempre ineccepibile e professionale, anche se la sua voce inizia a tradire una qualche emozione.
“Ora procedo a spruzzare l’olio all’interno”

Il dottore spreme lentamente la peretta e sento un tiepido spruzzo di liquido che altrettanto lentamente mi riempie.

L’eccitazione e il piacere di quegli istanti mi aveva fatto chiudere gli occhi, le braccia erano allungate ai miei fianchi e con le mie mani tenevo il lettino.
Muovo il braccio destro per prendermi il cazzo in mano, vaf*****o la vergogna e l’imbarazzo, non resisto più, devo toccarmi.
Con il gomito sento qualcosa di caldo e duro.
Apro gli occhi e vedo il dottore con i pantaloni e le mutande alle ginocchia, che si masturba un cazzo di almeno 20 centimetri e un bel diametro che riempie la sua mano.
L’eccitazione ormai è alle stelle e quella visione non può che accentuarla.

Poi succede tutto in un pochi istanti.

Il dottore estrae lentamente l’augello dal mio culo. La sensazione di vuoto un pò mi delude.
Si muove verso l’estremità del lettino tra le mie gambe.
Mi mette le mani sui fianchi e con decisione di alza e mi tira verso di sé ed io come ipnotizzato dall’eccitazione, con il cazzo in mano, non posso che agevolare questa manovra, spingo sui piedi e mi porto con i glutei appoggiati proprio al bordo del lettino.

La cappella calda del dottore si appoggia tra le mie chiappe in corrispondenza del buco ancora aperto dal trattamento precedente, pulsante e grondante di olio.
Sento prima il glande spingersi dentro fino al bordo un po’ più largo, quindi l’asta bollente scivolare nel mio culo senza nessuna resistenza, il dottore si ferma solo quando sento il suo corpo appoggiarsi alle mie cosce. “Ohhh“ non riesco a trattenere un lungo sospiro di piacere. Ho il cazzo che mi scoppia.
Dopo qualche secondo, il dottore inizia lentamente a muoversi indietro fino a sentire di nuovo la cappella uscire e poi ancora dentro, per 3 o 4 volte così.
Poi invece cambia modo, lo tiene dentro e lo muove avanti e indietro solo di pochi centimetri ma con decisione.
Sono talmente unto di olio e caldo e eccitato che il sento ogni vena e ogni arricciamento della pelle, una sensazione che mi fa godere senza ritegno.
Muovo lentamente e con cautela la mia mano sul mio cazzo al ritmo dell’inculata.
Ogni volta che spinge, la sua cappellona accarezza la mia prostata.
Ad ogni colpo un mio “Ohh” di approvazione.

Saremo arrivati ad una ventina di pompate, quando sento il suo cazzo diventare se possibile ancora più duro. “Si adesso ho quasi finito” sospira il dottore.
Inizio a segarmi con più decisione, colpi ampi e decisi, cercando di andare sempre al suo ritmo però.
Lo sento vibrare dentro di me, “Ecco si” dice il dottore, rallenta il movimento, gli ultimi colpi sono lenti e profondi, il caldo della sua sborra si confonde quasi con tutto il resto, però è come una scarica di eccitazione.
Inizio anch’io a venire come una fontana, gli schizzi mi riempiono la maglietta, la pancia. Ho il fiatone.

Il dottore invece sembra più allenato. Si ferma qualche istante con il cazzo fermamente ficcato in fondo al mio culo. Sento già che perde consistenza.
Lo tira fuori con cautela quasi, prende un pezzo di carta del lettino, si pulisce e si tira su mutande e pantaloni.

“Ecco le passo un po’ di carta per pulirsi, abbiamo finito, resti coricato qualche istante e si tiri su lentamente, potrebbe girarle la testa.”

Mi sollevo prima sui gomiti e mi metto seduto. Con la carta mi pulisco per quando possibile.

”In caso, la stanza adiacente è un bagno”

Direi proprio che ho bisogno di un water e di un bidet, guardo l'orologio, sono le 18,15.

Mentre torno in hotel, penso che adesso il mio intestino sta meglio. E anch'io e anche il dottor Lando Buzzanca che mi ha sodomizzato per bene, almeno la visita è passata dalla mutua!





Ovviamente è un racconto di fantasia.
Però se c'è qualche medico o infermiere o fisioterapista, con uno studio su Milano o zone vicine, che vuole avermi come paziente per ricreare questa situazione, mi contatti.
 

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