Esperienza reale Avventure alle superiori, istituto tecnico commerciale

Ghost141-94

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Alla fine mi stavo stufando di scrivere e ho velocizzato nel raccontare la scena della masturbazione e della conseguente pisciata. ;) :ROFLMAO:
Le due cose non sono avvenute subito una dopo l'altra ma logicamente dopo qualche istante..poi hai ragione sul fatto che sto romanzando attorno ai fatti realmente accaduti, ma è il mio modo di scrivere e di raccontare le cose. Altrimenti dovrei limitarmi a raccontare quelle due-tre cose degne di nota in modo telegrafico ma non è nel mio stile!
a me sta piacendo per come stai a raccontare bhe ovvio che sul finale dopo la sega che uno pisci e un po difficile e ho capito che hai tolto qualcosa pero non e male
 

armarettale

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a me sta piacendo per come stai a raccontare bhe ovvio che sul finale dopo la sega che uno pisci e un po difficile e ho capito che hai tolto qualcosa pero non e male
Dopo la sega pensavo che glielo piazzassi in gola alla più porcella
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A 15 anni dopo la sborrata hai il cazzo ancora più duro
 

lucarossisal

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La pizzata di fine anno.

L'anno scolastico stava giungendo al termine senza particolari eventi degni di nota.
Soltanto qualche pacca sul culo o qualche strusciamento "involontario ".
Fortunatamente il nostro gruppetto più affiatato (Elisa Pamela Alessia e Martina) uscì dagli scrutini senza alcuna materia sotto, così ci saremo potuti godere l'estate senza l'ansia di avere materie da recuperare.
Tra di noi si era creata una forma di mutuo soccorso dove ognuno cercava di aiutare gli altri a superare le difficoltà nelle varie materie.
Io ero (e lo sono ancora ) una capra in matematica, riuscivo con fatica a capire l'argomento trattato al momento e arrivavo a fatica alla sufficienza. Poi quando il prof ne spiegava uno nuovo, resettavo il cervello cancellando l'argomento vecchio per far spazio a quello nuovo. Purtroppo nella matematica le cose non vanno così e serve una mente elastica a collegare i vari argomenti.
Per fortuna in mio soccorso si presentava puntualmente Elisa, un cranio in quella materia. Non so quanti pomeriggi abbiamo passato insieme a casa sua a ripassare prima di un compito in classe o di un'interrogazione.
Fu per merito suo che a fine anno presi un bel 7 in pagella.
Lei invece era carente nelle materie letterarie e nello scritto di italiano. Io invece me la cavavo alla grande, le passavo puntualmente i miei appunti di letteratura e di storia e cercavo di insegnarle il mio modo di svolgere gli scritti di italiano. Pure le mie lezioni diedero i frutti ben sperati e lei a fine anno si portò a casa un bel 7,5.
Pamela aveva difficoltà in chimica e veniva aiutata da Alessia, Martina non digeriva l'inglese e il francese e a turno ci aiutavamo tutti a vicenda.
Durante i pomeriggi di studio, ormai eravamo a maggio, l'abbigliamento era il più risicato possibile. Tra me e le varie ragazze non c'era nessun tipo di vergogna o di pudore.
Il reggiseno era un optional e mentre si studiava stesi o seduti sul divano, complice qualche piegamento spesso e volentieri riuscivo a bearmi della vista delle tette della ragazza di turno che penzolavano verso il basso..
A volte ironicamente dicevo che se non la smettevano di muoversi esponendomi la loro mercanzia io non sarei riuscito a concentarmi.
Un pomeriggio infatti a casa di Elisa mentre ci stavamo preparando a l'ultimo compito dell'anno di economia aziendale in compagnia anche di Alessia, ad Elisa cadde a terra una penna e nel suo chinarsi il mio sguardo andò a finire sulle sue tette quasi totalmente esposte sotto una risicata canottierina dalle spalline a filo. Alessia mi sgamo' in pieno e si mise a ridere a crepapelle. Elisa una volta rialzatasi chiese all'amica il motivo di tanta ilarità e l'amica le rispose che mi aveva beccato con le mani nella marmellata.
Lei fece la finta modesta dicendo che non capiva cosa io trovassi di così interessante nel suo seno, dato che a lei non piaceva poi così tanto. Io ed Alessia quasi all'unisono le rispondemmo che aveva un seno bellissimo che suscitava invidia a parecchie nostre compagne di classe. Elisa disse all'amica che non era vero e che invece a parer suo tra le 2 era Alessia ad averlo più bello.
Io gettai l'amo e proposi alle due ragazze di uscirle e farsi giudicare da me.
Non vollero pregate, ormai tra noi ci si fidava e si scherzava su tutto. In men che non si dica mi trovai davanti agli occhi quattro tettine belle sode libere da ogni costrizione.. Alessia diceva all'amica che si lamentava a vuoto e che avrebbe voluto avere il suo seno. Elisa diceva il contrario sostenendo che le tette di Alessia erano più sode e più sporgenti verso l'alto.
Senza neppure rendermi conto le due avevano preso a palarsi a vicenda i loro seni, senza però trovare un verdetto alla loro diatriba. Fu così che già bello eccitato mi offrì di tastarle e dar loro il mio parere equo ed imparziale. Le due sorrisero e mi offrirono quel ben di dio al tocco irruento delle mie mani. Io dopo averle soppesate e pizzicato i loro capezzoli per un po dissi che la sfida era conclusa con un pareggio..Alessia le aveva più sode mentre Elisa aveva dei capezzoli fatti a posta per stringerli tra le dita..mi diedero del paraculo e io dissi di fermarci così, indicando loro il mio rigonfiamento nei pantaloni, e di continuare lo studio per il compito dell'indomani.
Cose di questo tipo capitavano con naturalezza e io mi sentivo molto fortunato ad avere delle amiche come loro.
Finito l'anno come consuetudine si andava a festeggiare la promozione in pizzeria.
Invitammo tutti i prof,ma alla fine vennero solo il prof di chimica e la prof di lettere.
Ci organizzarono una tavolata unica in modo da essere tutti assieme. Il prof di chimica seduto a capo tavola e la prof al suo fianco parlavano dei fatti loro e non ci consideravano più di tanto. Io ero finito più o meno al centro della tavolata,nel mezzo tra Elisa e Pamela mentre Alessia e Martina erano di fronte a noi. Iniziarono ad arrivare le pizze, da bere sia i prof e anche parecchi di noi ordinammo delle belle bottiglie di birra da 66 che venivano svuotate nei vari bicchieri( a fine anni 90 era normale servire la birra in pizzeria anche a dei minorenni e non c'erano tutte le pippe mentali dei giorni nostri.)
Ben presto le pizze vennero sbranate e le pizze divorate.
A fine serata, dopo aver cenato uscimmo nella piazzetta limitrofa alla pizzeria e come dei bambini iniziammo a giocare tra scivoli altalene e giochi vari. I prof verso mezzanotte ci salutarono e pure qualche nostra compagna fu recuperata dai genitori.
Io avevo ottenuto il permesso di stare fuori fino all'una e poi sarebbe venuta mia madre a prendermi. Eravamo tutti un po brilli ed euforici, le ragazze comprese.
Tra i vari sali e scendi sui giochi presenti e le risate costanti a Pamela venne una voglia imminente di fare la pipì. Disse alle amiche che ormai non resteva più e correva il rischio di farsela addosso..io per scherzo le dissi di mettersi dietro un cespuglio che tanto vista l'ora tarda e la penombra nessuno l'avrebbe notata. Si buttò letteralmente dietro il cespuglio trascinando pure elisa e pamela a scortarla. Io non la persi di vista. Fu così che vidi la sua gonna in jeans salire mettendo in mostra un perizoma nero che ben presto fu abbassato e in un attimo vidi lei accovacciarsi e un rigagnolo di urina scendere ad innaffiare l'aiuola sottostante. Io mi godevo la scena. Come ebbe finito si fece passare un fazzolettino da un'amica, si alzò in piedi asciugandosi la patatina e si ricompose. Le altre due un po per necessità, un po per gioco e un po per l'atmosfera che si era creata si abbassarono a loro volta i loro pantaloni e le loro mutande liberando così la loro vescica. Io ormai avevo gli occhi fissi su tutto quel ben di dio, e il cazzo duro che mi faceva male sotto i jeans.
Come ebbero finito, le ragazze vedendo il mio paletto spingere sul tessuto dei pantaloni mi dissero che era arrivato il mio turno e di favorire pure io del bagno all'aperto senza problemi che tanto loro non si sarebbero scandalizzate e attacarono a ridere tra di loro.
Io dissi che in quelle condizioni non sarei mai riuscito ad urinarie. Elisa disse che dovevo sbrigarmi visto quanto il cazzo spingeva sui pantaloni non avrebbe resistito a lungo dal pisciarmi addosso..
Le tre si avvicinarono e iniziarono a slacciare il cinto e ad abbassarmi i pantaloni e le mutande facendo uscire il cazzo ormai eretto. Mi dissero che ora toccava a me e che loro avrebbero osservato fino a che distanza l'avrei fatta arrivare. Io in quelle condizioni non riuscivo ad urinare se prima non avessi svuotato le palle e fatto scemare l'erezione.
Pamela più audace me lo prese in mano a mo di pistola ad acqua e lo puntò verso un muretto dicendomi di centrarlo. La mia erezione aumentò, figuriamoci riuscire a pisciare.
Anche Alessia ed elisa si unirono all'amica circondando con le loro manine il mio uccello e aspettando il momento della pisciata. Io mi lamentavo che mi faceva male e chiesi loro di iniziare a muovere le loro mani avanti e indietro per lenire il dolore e favorire il getto dell'urina .
Ero a bocca aperta e con gli occhi rivolti verso l'alto che mi godevo una sega a tre mani e dopo poco tempo lanciai tre fiotti di seme parte sulle dolci manine e parte a terra. Le ragazze si misero a ridacchiare soddisfatte tra di loro e poi rivolte verso di me dissero che le avevo imbrogliate e che quella non era pipì.
Io nel mentre mi stavo riprendendo da quel turbinio di emozioni. Ero al settimo cielo. Avevo goduto come un riccio..
Le ragazze tolsero le loro mani e una di loro,non ricordo chi,si portò la sua mano al viso per annusare il mio seme e poi lo tasto pure con la punta della lingua..
Ormai mi ero rilassato, il mio amico era tornato della sua dimensione normale e riuscì finalmente a svuotare la vescica, per la gioia delle mie amiche. Ormai la serata era volta al termine. Appena il tempo di ricomporci che arrivarono sia il padre di Alessia, venuto a prendere la figlia con le amiche,sia mia madre e dopo esserci salutati con un casto bacio sulla guancia ci dirigemmo alle rispettive macchine..

Anche questo racconto stava per diventare un poema.
Grazie a chi avrà la pazienza di leggerlo per intero!
Aspettiamo sempre il continuo
 
OP
Kecco505

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L'anno scolastico ormai era terminato. La promozione portata a casa con una media del sette e mezzo mi servì come arma di contrattazione con i miei genitori e alla fine riuscì a farmi comprare uno scooter.
In quegli anni c'erano una miriade di modelli, più o meno accattivanti agli occhi di un quindicenne e io ero in fissa per un F12 Malaguti.
Fu così che ai primi di luglio con mio padre ci recammo in concessionaria ed acquistammo il mio primo scooter 50.
Giallo fiammante, già mi immaginavo di sfrecciare per le strade del mio paese come Valentino Rossi.
I miei furono perentori, il motorino era proporzionale al mio rendimento scolastico, quindi se nell'anno successivo non mi fossi impegnato a dovere loro mi avrebbero ritirato le chiavi..
Subito iniziai il rodaggio uscendo con gli amici di vecchia data e non ci stancavamo mai di girare a vuoto per le strade infuocate di quell'estate torrida.
Mancava qualche giorno a ferragosto e un pomeriggio decisi di andare a trovare Elisa per farle vedere il mio nuovo bolide.
Arrivai sotto casa sua e lei era già in cortile ad aspettarmi, appena la vidi ebbi un sussulto in mezzo alle gambe.
Era dalla sera della pizzata che no la vedevo, abbronzata da far paura, vestita con un pantaloncino bianco dal quale si intravedeva la forma del perizoma che valorizzava al meglio il suo splendido culetto, e con una canotta gialla con un ampia scollatura.
Mi sembrava che fosse cresciuta in altezza e anche il suo seno sembrava più gonfio, non so se fosse cresciuto o semplicemente per effetto del reggiseno che indossava.
Parcheggiai le due ruote, tolsi il casco e andai a salutarla. Mi abbracciò e ci scambiammo un bacio sulla guancia.
Mi invitò a salire da lei per offrirmi qualcosa di fresco da bere, non me lo feci ripetere e parlando del più e del meno raggiungemmo il suo divano ed iniziammo a raccontarci i fatti degni di nota relativi ai nostri amici-compagni di classe.
Le feci i complimenti per la sua abbronzatura e subito partirono le solite risatine di circostanza, le chiesi se volesse venire a fare un giro così le avrei mostrato le mie doti di pilota. Non fu troppo convinta dell'ultima parte della mia affermazione ma accetto ben volentieri di andare a fare un giretto.
Uscimmo per strada, le passai il secondo casco che avevo sotto la sella e la feci salire dietro di me.
Le dissi di tenersi forte per non correre il rischio di perderla in viaggio, ma mi fece promettere di non fare lo stronzo alla guida, cosa molto improbabile per un cinquantino ancora totalmente originale.
Partimmo e lei da subito mi cinse le sue braccia attorno alla mia vita e si strinse a me. Ad ogni frenata sentivo le sue tette premere sulla mia schiena procurandomi una dolce sensazione di piacere, ne approfittai e guidai in una maniera improponibile facendo apposta a fare brusche frenate per godermi di quel dolce contatto.
Dopo l'ennesima frenata e la successiva ripartenza una sua mano andò a sfiorarmi il mio pacco bello barzotto e mi sembrò che non fu una semplice toccatina ma che si soffermasse qualche istante in più per sentirne la consistenza, io dal canto mio la lasciai fare e mi beai di quelle sensazioni.
Arrivammo in spiaggia e parcheggiai nei pressi di un chioschetto, le chiesi le sue impressioni alla mia guida e mi disse che guidavo da schifo e mancava poco che le venisse il mal di mare. Attaccammo entrambi a ridere e ci sedemmo ad un tavolino per rinfrescarci bevendo un delizioso the al limone con ghiaccio. Successivamente, si erano fatte quasi le venti e la spiaggia si stava finendo di svuotare, decidemmo di andare a bagnarci i piedi sul bagnasciuga ed iniziammo una passeggiata con i piedi a mollo. Parlavamo del più e del meno e non mancava il fare battutine sui personaggi ancora presenti, del tipo lei : " guarda quello come è muscoloso e che begli addominali scolpiti che ha" ed io invece appena scorsi una bella trentenne in topless con un seno da paura (forse pure rifatto) le dissi subito : "guarda che belle tettone, vorresti averle pure tu così grandi, chissà come si divertirà il suo ragazzo" e lei subito mi diede un pugno sulla spalla e subito a ridere come due cretini..
Ci avvicinammo in prossimità di una parete rocciosa che nascondeva la vista al resto della spiaggia e Elisa sentendosi tirata in ballo per le tettone della tipa se ne uscì dicendo che anche le sue non erano poi così male e che le erano pure cresciute, io le dissi che a me sembravano sempre le stesse.
Prontamente lei replicò dicendo che invece erano aumentate di volume, ed io subito a dirle il contrario, questo nostro battibeccare durò un pochino e alla fine senza nessun preavviso si alzò canotta e reggiseno scoprendo al mio sguardo due belle sfere bianco latte in netto contrasto con l'abbronzatura circostante. In effetti sembravano veramente più grandi ma me ne guardai bene da farglielo notare.
Alla sua domanda di come mi sembravano io risposi vago che per me erano le stesse di qualche mese prima e che lei si sentiva in imbarazzo nei confronti della tipa di prima e stava cercando solamente di arrampicarsi sugli specchi.
Fece un rapido movimento prese la mia mano destra e la poggiò sul suo seno sinistro, io come in trance iniziai a muovere le mie dita impastandole su quella morbida sfera bianca, stringendola, soppesandola e iniziando a stuzzicare il suo capezzolo che si risvegliò dal torpore.
Lei vedendo la mia espressione facciale disse che il mio volto non mentiva e che aveva effettivamente avuto la conforma di ciò che stava affermando qualche istante prima.
Si accorse del mio pene che stava tendendo la stoffa dei pantaloni e prontamente iniziò a stringerlo da sopra di essi.
Io continuavo a palparle entrambi i seni ormai, mentre lei giocava con il mio amico.
Dopo qualche istante fummo risvegliati dallo squillare del suo cellulare, era la madre che la stava chiamando.
Elisa rispose e la madre le disse di rientrare subito a casa che la nonna era stata male e la stavano portando in ospedale, ci ricomponemmo al volo, raggiungemmo lo scooter e in un attimo la riaccompagnai a casa, questa volta guidando bene evitando le brusche frenate.
Ci salutammo frettolosamente e lei corse dentro.
Io me ne tornai a casa ripensando a quelle sensazioni provate qualche istante prima e immancabilmente ebbi nuovamente un principio di erezione..
L'indomani mi messaggiai con Elisa chiedendo notizie della nonna che per fortuna stava già meglio, infatti si trattava di un lieve abbassamento di pressione dovuto anche al caldo.
Ci salutammo dandoci appuntamento per un nuovo giro in scooter.
 

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L'anno scolastico ormai era terminato. La promozione portata a casa con una media del sette e mezzo mi servì come arma di contrattazione con i miei genitori e alla fine riuscì a farmi comprare uno scooter.
In quegli anni c'erano una miriade di modelli, più o meno accattivanti agli occhi di un quindicenne e io ero in fissa per un F12 Malaguti.
Fu così che ai primi di luglio con mio padre ci recammo in concessionaria ed acquistammo il mio primo scooter 50.
Giallo fiammante, già mi immaginavo di sfrecciare per le strade del mio paese come Valentino Rossi.
I miei furono perentori, il motorino era proporzionale al mio rendimento scolastico, quindi se nell'anno successivo non mi fossi impegnato a dovere loro mi avrebbero ritirato le chiavi..
Subito iniziai il rodaggio uscendo con gli amici di vecchia data e non ci stancavamo mai di girare a vuoto per le strade infuocate di quell'estate torrida.
Mancava qualche giorno a ferragosto e un pomeriggio decisi di andare a trovare Elisa per farle vedere il mio nuovo bolide.
Arrivai sotto casa sua e lei era già in cortile ad aspettarmi, appena la vidi ebbi un sussulto in mezzo alle gambe.
Era dalla sera della pizzata che no la vedevo, abbronzata da far paura, vestita con un pantaloncino bianco dal quale si intravedeva la forma del perizoma che valorizzava al meglio il suo splendido culetto, e con una canotta gialla con un ampia scollatura.
Mi sembrava che fosse cresciuta in altezza e anche il suo seno sembrava più gonfio, non so se fosse cresciuto o semplicemente per effetto del reggiseno che indossava.
Parcheggiai le due ruote, tolsi il casco e andai a salutarla. Mi abbracciò e ci scambiammo un bacio sulla guancia.
Mi invitò a salire da lei per offrirmi qualcosa di fresco da bere, non me lo feci ripetere e parlando del più e del meno raggiungemmo il suo divano ed iniziammo a raccontarci i fatti degni di nota relativi ai nostri amici-compagni di classe.
Le feci i complimenti per la sua abbronzatura e subito partirono le solite risatine di circostanza, le chiesi se volesse venire a fare un giro così le avrei mostrato le mie doti di pilota. Non fu troppo convinta dell'ultima parte della mia affermazione ma accetto ben volentieri di andare a fare un giretto.
Uscimmo per strada, le passai il secondo casco che avevo sotto la sella e la feci salire dietro di me.
Le dissi di tenersi forte per non correre il rischio di perderla in viaggio, ma mi fece promettere di non fare lo stronzo alla guida, cosa molto improbabile per un cinquantino ancora totalmente originale.
Partimmo e lei da subito mi cinse le sue braccia attorno alla mia vita e si strinse a me. Ad ogni frenata sentivo le sue tette premere sulla mia schiena procurandomi una dolce sensazione di piacere, ne approfittai e guidai in una maniera improponibile facendo apposta a fare brusche frenate per godermi di quel dolce contatto.
Dopo l'ennesima frenata e la successiva ripartenza una sua mano andò a sfiorarmi il mio pacco bello barzotto e mi sembrò che non fu una semplice toccatina ma che si soffermasse qualche istante in più per sentirne la consistenza, io dal canto mio la lasciai fare e mi beai di quelle sensazioni.
Arrivammo in spiaggia e parcheggiai nei pressi di un chioschetto, le chiesi le sue impressioni alla mia guida e mi disse che guidavo da schifo e mancava poco che le venisse il mal di mare. Attaccammo entrambi a ridere e ci sedemmo ad un tavolino per rinfrescarci bevendo un delizioso the al limone con ghiaccio. Successivamente, si erano fatte quasi le venti e la spiaggia si stava finendo di svuotare, decidemmo di andare a bagnarci i piedi sul bagnasciuga ed iniziammo una passeggiata con i piedi a mollo. Parlavamo del più e del meno e non mancava il fare battutine sui personaggi ancora presenti, del tipo lei : " guarda quello come è muscoloso e che begli addominali scolpiti che ha" ed io invece appena scorsi una bella trentenne in topless con un seno da paura (forse pure rifatto) le dissi subito : "guarda che belle tettone, vorresti averle pure tu così grandi, chissà come si divertirà il suo ragazzo" e lei subito mi diede un pugno sulla spalla e subito a ridere come due cretini..
Ci avvicinammo in prossimità di una parete rocciosa che nascondeva la vista al resto della spiaggia e Elisa sentendosi tirata in ballo per le tettone della tipa se ne uscì dicendo che anche le sue non erano poi così male e che le erano pure cresciute, io le dissi che a me sembravano sempre le stesse.
Prontamente lei replicò dicendo che invece erano aumentate di volume, ed io subito a dirle il contrario, questo nostro battibeccare durò un pochino e alla fine senza nessun preavviso si alzò canotta e reggiseno scoprendo al mio sguardo due belle sfere bianco latte in netto contrasto con l'abbronzatura circostante. In effetti sembravano veramente più grandi ma me ne guardai bene da farglielo notare.
Alla sua domanda di come mi sembravano io risposi vago che per me erano le stesse di qualche mese prima e che lei si sentiva in imbarazzo nei confronti della tipa di prima e stava cercando solamente di arrampicarsi sugli specchi.
Fece un rapido movimento prese la mia mano destra e la poggiò sul suo seno sinistro, io come in trance iniziai a muovere le mie dita impastandole su quella morbida sfera bianca, stringendola, soppesandola e iniziando a stuzzicare il suo capezzolo che si risvegliò dal torpore.
Lei vedendo la mia espressione facciale disse che il mio volto non mentiva e che aveva effettivamente avuto la conforma di ciò che stava affermando qualche istante prima.
Si accorse del mio pene che stava tendendo la stoffa dei pantaloni e prontamente iniziò a stringerlo da sopra di essi.
Io continuavo a palparle entrambi i seni ormai, mentre lei giocava con il mio amico.
Dopo qualche istante fummo risvegliati dallo squillare del suo cellulare, era la madre che la stava chiamando.
Elisa rispose e la madre le disse di rientrare subito a casa che la nonna era stata male e la stavano portando in ospedale, ci ricomponemmo al volo, raggiungemmo lo scooter e in un attimo la riaccompagnai a casa, questa volta guidando bene evitando le brusche frenate.
Ci salutammo frettolosamente e lei corse dentro.
Io me ne tornai a casa ripensando a quelle sensazioni provate qualche istante prima e immancabilmente ebbi nuovamente un principio di erezione..
L'indomani mi messaggiai con Elisa chiedendo notizie della nonna che per fortuna stava già meglio, infatti si trattava di un lieve abbassamento di pressione dovuto anche al caldo.
Ci salutammo dandoci appuntamento per un nuovo giro in scooter.
bell proseguimenti vediamo che altro succede mi e piaciuto molto
 
OP
Kecco505

Kecco505

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bell proseguimenti vediamo che altro succede mi e piaciuto molto
Grazie tante dei complimenti, se devo essere sincero ero indeciso se pubblicarlo o meno. Secondo me infatti non ci vedevo nulla di così spinto da suscitare l'interesse dei lettori. Sicuramente chi si aspetta scene di sesso al limite della resistenza umana resterà molto deluso, qui non ci sono orge scambi di coppia triangoli e quant'altro ma solamente piccoli episodi capitati ad un ragazzo normale come tanti altri ;)
 

DoubleDuck

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Letto tutti i capitoli e devo dire che mi stanno piacendo moltissimo a parte piccoli errori di grammatica i racconti sono fatti bene continua così 👍👍
 
OP
Kecco505

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Letto tutti i capitoli e devo dire che mi stanno piacendo moltissimo a parte piccoli errori di grammatica i racconti sono fatti bene continua così 👍👍
Grazie, mi fa piacere che ti stiano piacendo. Per gli errori purtroppo, vuoi la fretta nello scrivere, vuoi che sono dai tempi della scuola senza scrivere, vuoi che non sono uno scrittore ma un semplice operaio, diciamo che ci possono pure stare ;) :ROFLMAO:
A parte gli scherzi, dal prossimo racconto cercherò di prestare più attenzione in fase di scrittura.
 

Abbonatoallaquinta

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Grazie, mi fa piacere che ti stiano piacendo. Per gli errori purtroppo, vuoi la fretta nello scrivere, vuoi che sono dai tempi della scuola senza scrivere, vuoi che non sono uno scrittore ma un semplice operaio, diciamo che ci possono pure stare ;) :ROFLMAO:
A parte gli scherzi, dal prossimo racconto cercherò di prestare più attenzione in fase di scrittura.
È proprio questo che rende i tuoi racconti a parer mio migliori di altri, sono veraci e plausibili al contrario di altri che dietro l'etichetta di esperienza reale raccontano cose inverosimili
 
OP
Kecco505

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Il nuovo anno scolastico

L'estate finì in un battibaleno e ben presto giunse settembre con l'avvicinarsi della riapertura delle scuole. Avevo trascorso tutta l'estate dividendomi tra le uscite con gli amici, il mare e le scorribande con lo scooter. Mi sentivo libero e indipendente negli spostamenti.

Il giorno della riapertura delle scuole mi presentai col mio bolide giallo tirato a lucido danti al cancello e fui ben felice di ritrovare tutte le mie compagne di classe. Che dire, il sole estivo le aveva rese ancora più belle e desiderabili con la pelle abbronzata, inoltre in quei mesi senza vederci si notavano i cambiamenti nei loro corpi ancora in fase di sviluppo, soprattutto nei loro davanzali decisamente più gonfi rispetto all'anno precedente.

Riconobbi un gruppetto familiare fare comunella, erano Elisa insieme a Martina Alessia e Pamela, mi avvicinai e subito baci e abbracci di rito con tutte. Subito a scambiarsi i complimenti sull'abbronzatura ottenuta e subito a farsi una marea di domande a vicenda su come avevamo passato l'estate.

Il suono della campanella ci interruppe e ci incamminammo verso la nostra nuova aula. Lungo il corridoio Elisa mi chiese se anche quest'anno avessi voluto dividere il banco con lei e io le dissi certo che si, d'altronde squadra che vince non si cambia.
Ero euforico nel rivedere le mie compagne, ancora più bone di come le ricordavo. Era un susseguirsi di canotte succinte, shorts che valorizzavano quei culetti di marmo al loro interno, scollature biricchine che mi regalavano la visione fugace di quei giovani seni abbronzati nascosti al loro interno.

Le prime due ore volarono discorrendo con i professori su come avevamo trascorso l'estate e sul programma di lezione che avrebbero dovuto spiegarci durante l'anno. Con Elisa eravamo riusciti a guadagnare l'ultimo banco della fila a ridosso della parete, io attaccato al muro e lei al mio fianco. Il risentire il suo profumo mi riportava alla mente i nostri trascorsi.
Durante la ricreazione restammo in classe e iniziammo a parlare di come e con chi avevamo trascorso le vacanze. Elisa insieme alla sorellina aveva raggiunto una zia in altitalia e li aveva trascorso una decina di giorni a cavallo di agosto e settembre, io invece le raccontai delle mie scorribande col motorino insieme agli amici e dei pomeriggi trascorsi in spiaggia tra nuotate, partite a racchettoni e tentativi di conquista delle giovani straniere presenti.

Mi chiese se mi fossi fidanzato e prontamente le risposi di farci un pensierino che ero ancora libero, lei sorrise ed io le feci la stessa domanda. Mi disse che durante la sua vacanza dalla zia si era rivista con un ragazzo amico di famiglia che aveva già conosciuto in precedenza, ma che sostanzialmente anche lei era single. Io incuriosito le chiesi cosa avesse combinato col tipo e lei come se nulla fosse mi rispose candidamente che oltre qualche palpatina si erano pure scambiati piacere con le loro bocche, ma nulla più. Lui avrebbe voluto pure possederla come un gesto di saluto prima della sua partenza, ma lei non si sentiva pronta e declinò l'offerta.

Quel racconto mi stava facendo indurire l'amico nelle mie mutande e lo feci presente ad Elisa, la quale come se nulla fosse allungò la sua mano sopra il mio jeans per accertarsi della cosa e mi diede una leggera palpata. Ci scambiammo uno sguardo carico di intesa e di emozioni forti. Ero al settimo cielo di averla nuovamente al mio fianco, ero deciso a provarci con lei in modo da metterci assieme come coppia. Purtroppo il suono della campanella ci riportò alla realtà e fummo costretti a ricomporci dato l'ingresso in aula delle nostre compagne e del prof di turno.

La mattinata volò in un baleno e ben presto suonò pure la campanella di fine delle lezioni. Una volta fuori, mi avvicinai al mio fedele mezzo di trasporto e vidi Elisa avvicinarsi chiedendomi se le davo un passaggio a casa in quanto non le andava di prendere il pullman, le risposi che poi le avrei fatto pagare la corsa e lei scoppiò a ridere. Appena salì dietro di me sentì subito le sue cosce stringersi alle mie e poi con il mio modo di guidare fatto di accelerate e di brusche frenate mi gustai pure per tutto il viaggio la morbidezza dei suoi seni schiacciarsi sulla mia schiena.
Appena giunti sotto casa sua mi disse ridendo che come autista ero sempre una frana e che secondo lei non avevo ancora imparato a guidare. Ridemmo entrambi ed io le chiesi se almeno mi ero meritato un bacio per il mio servizio di trasporto, lei si avvicinò e mi diede un bacio a stampo, ma io le dissi che era troppo breve e volevo qualcosa di più. Nuovamente avvicinò le sue labbra alle mie e io prontamente forzai l'ingresso con la mia lingua. Elisa ricambiò i miei movimenti e fece altrettanto con me. Ci scambiammo un limone al volo. Quando si staccò mi disse che come paga poteva bastare, ma mi disse pure di non prendermelo a vizio ma che si trattava di un'eccezione alla regola. Ci salutammo dandoci appuntamento l'indomani a scuola.

Nel mio viaggio verso casa la mia testa già faceva programmi e secondo me ormai lei era mia e saremmo stati una coppia felice e invidiata dagli altri.
Purtroppo però la realtà dei fatti non sempre coincide con i nostri progetti, ma questo sarà l'argomento del prossimo capitolo.
 

leofuoco

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Il nuovo anno scolastico

L'estate finì in un battibaleno e ben presto giunse settembre con l'avvicinarsi della riapertura delle scuole. Avevo trascorso tutta l'estate dividendomi tra le uscite con gli amici, il mare e le scorribande con lo scooter. Mi sentivo libero e indipendente negli spostamenti.

Il giorno della riapertura delle scuole mi presentai col mio bolide giallo tirato a lucido danti al cancello e fui ben felice di ritrovare tutte le mie compagne di classe. Che dire, il sole estivo le aveva rese ancora più belle e desiderabili con la pelle abbronzata, inoltre in quei mesi senza vederci si notavano i cambiamenti nei loro corpi ancora in fase di sviluppo, soprattutto nei loro davanzali decisamente più gonfi rispetto all'anno precedente.

Riconobbi un gruppetto familiare fare comunella, erano Elisa insieme a Martina Alessia e Pamela, mi avvicinai e subito baci e abbracci di rito con tutte. Subito a scambiarsi i complimenti sull'abbronzatura ottenuta e subito a farsi una marea di domande a vicenda su come avevamo passato l'estate.

Il suono della campanella ci interruppe e ci incamminammo verso la nostra nuova aula. Lungo il corridoio Elisa mi chiese se anche quest'anno avessi voluto dividere il banco con lei e io le dissi certo che si, d'altronde squadra che vince non si cambia.
Ero euforico nel rivedere le mie compagne, ancora più bone di come le ricordavo. Era un susseguirsi di canotte succinte, shorts che valorizzavano quei culetti di marmo al loro interno, scollature biricchine che mi regalavano la visione fugace di quei giovani seni abbronzati nascosti al loro interno.

Le prime due ore volarono discorrendo con i professori su come avevamo trascorso l'estate e sul programma di lezione che avrebbero dovuto spiegarci durante l'anno. Con Elisa eravamo riusciti a guadagnare l'ultimo banco della fila a ridosso della parete, io attaccato al muro e lei al mio fianco. Il risentire il suo profumo mi riportava alla mente i nostri trascorsi.
Durante la ricreazione restammo in classe e iniziammo a parlare di come e con chi avevamo trascorso le vacanze. Elisa insieme alla sorellina aveva raggiunto una zia in altitalia e li aveva trascorso una decina di giorni a cavallo di agosto e settembre, io invece le raccontai delle mie scorribande col motorino insieme agli amici e dei pomeriggi trascorsi in spiaggia tra nuotate, partite a racchettoni e tentativi di conquista delle giovani straniere presenti.

Mi chiese se mi fossi fidanzato e prontamente le risposi di farci un pensierino che ero ancora libero, lei sorrise ed io le feci la stessa domanda. Mi disse che durante la sua vacanza dalla zia si era rivista con un ragazzo amico di famiglia che aveva già conosciuto in precedenza, ma che sostanzialmente anche lei era single. Io incuriosito le chiesi cosa avesse combinato col tipo e lei come se nulla fosse mi rispose candidamente che oltre qualche palpatina si erano pure scambiati piacere con le loro bocche, ma nulla più. Lui avrebbe voluto pure possederla come un gesto di saluto prima della sua partenza, ma lei non si sentiva pronta e declinò l'offerta.

Quel racconto mi stava facendo indurire l'amico nelle mie mutande e lo feci presente ad Elisa, la quale come se nulla fosse allungò la sua mano sopra il mio jeans per accertarsi della cosa e mi diede una leggera palpata. Ci scambiammo uno sguardo carico di intesa e di emozioni forti. Ero al settimo cielo di averla nuovamente al mio fianco, ero deciso a provarci con lei in modo da metterci assieme come coppia. Purtroppo il suono della campanella ci riportò alla realtà e fummo costretti a ricomporci dato l'ingresso in aula delle nostre compagne e del prof di turno.

La mattinata volò in un baleno e ben presto suonò pure la campanella di fine delle lezioni. Una volta fuori, mi avvicinai al mio fedele mezzo di trasporto e vidi Elisa avvicinarsi chiedendomi se le davo un passaggio a casa in quanto non le andava di prendere il pullman, le risposi che poi le avrei fatto pagare la corsa e lei scoppiò a ridere. Appena salì dietro di me sentì subito le sue cosce stringersi alle mie e poi con il mio modo di guidare fatto di accelerate e di brusche frenate mi gustai pure per tutto il viaggio la morbidezza dei suoi seni schiacciarsi sulla mia schiena.
Appena giunti sotto casa sua mi disse ridendo che come autista ero sempre una frana e che secondo lei non avevo ancora imparato a guidare. Ridemmo entrambi ed io le chiesi se almeno mi ero meritato un bacio per il mio servizio di trasporto, lei si avvicinò e mi diede un bacio a stampo, ma io le dissi che era troppo breve e volevo qualcosa di più. Nuovamente avvicinò le sue labbra alle mie e io prontamente forzai l'ingresso con la mia lingua. Elisa ricambiò i miei movimenti e fece altrettanto con me. Ci scambiammo un limone al volo. Quando si staccò mi disse che come paga poteva bastare, ma mi disse pure di non prendermelo a vizio ma che si trattava di un'eccezione alla regola. Ci salutammo dandoci appuntamento l'indomani a scuola.

Nel mio viaggio verso casa la mia testa già faceva programmi e secondo me ormai lei era mia e saremmo stati una coppia felice e invidiata dagli altri.
Purtroppo però la realtà dei fatti non sempre coincide con i nostri progetti, ma questo sarà l'argomento del prossimo capitolo.
Continua! Non ti fermare!
 

sasiisia

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Io ho un esperienza legata alla scuola, in pratica c'era sta ragazza molto studiosa, educata e andava addirittura in chiesa, comunque io e i miei amici essendo in astinenza abbiamo iniziato a fargli complimenti sul corpo che era stupendo cercando di guadagnarci sta scopata gratis, ovviamente lei non accetto. Però poi giorni dopo non so com'è fu possibile ci chiese di scoparla( a turno) perché voleva provare, da lì è cambiata del tutto. Ora è uno zoccolone, trasgressiva, non sa più cos'è un chiesa ed è stata bocciata un paio di volte e anche sospesa
 

armarettale

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Io ho un esperienza legata alla scuola, in pratica c'era sta ragazza molto studiosa, educata e andava addirittura in chiesa, comunque io e i miei amici essendo in astinenza abbiamo iniziato a fargli complimenti sul corpo che era stupendo cercando di guadagnarci sta scopata gratis, ovviamente lei non accetto. Però poi giorni dopo non so com'è fu possibile ci chiese di scoparla( a turno) perché voleva provare, da lì è cambiata del tutto. Ora è uno zoccolone, trasgressiva, non sa più cos'è un chiesa ed è stata bocciata un paio di volte e anche sospesa
Mi sa che anche te ti hanno bocciato un po' di volte da come scrivi
 

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