Babysitter

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Da ormai molti anni, con i miei genitori, passo le estati all'estero. Ho la fortuna di avere una casa in un paesino turistico e quindi, passo il periodo che va da maggio ad ottobre lì, dove lavoro e mi godo il posto.
Sebbene il paesino, sia piccolo e poco conosciuto, ha una discreta presenza di italiani; alcuni dei quali proprietari di alcuni ristorantini, gelaterie e pizzeria della zona, mentre altri semplici "turisti", per qualche settimana o mese. Con il tempo siamo diventati una piccola comunità italiana di circa 100 persone, per la maggior parte famiglie e pensionati.
Il vero problema è sempre stato questo, essendoci pochi giovani italiani e avendo poco tempo extralavorativo per socializzare con i giovani del posto, mi sono sempre trovato a passare il mio tempo libero con una diciannovenne originaria del sud Italia è un trentenne della provincia di MIlano, entrambi di compagnia quanto un soprammobile.
Mentre con lui il rapporto era principalmente lavorativo e discutevamo solo o quasi di argomenti o avvenimenti di lavoro, con lei il rapporto era diverso. Lei era figlia di un collega di mia madre e l'avevo vista crescere.. In tutti i sensi. Forse proprio per quello e per le prime occhiate che riceveva, i suoi genitori me la appioppavano più per farle da "babysitter"/fratello maggiore che da vero amico (visti i pochi punti in comune).
Infatti, la "piccola" iniziava a catturare molti sguardi per le vie del paese. Capelli neri, non molto alta, abbastanza magra, con un bel sedere e un seno molto importante, tutto valorizzato da vestitini scollati ed attillati. Sarei bugiardo a dire che non aveva attirato anche la mia attenzione, ma i quasi dieci anni di differenza e soprattutto il padre grande e grosso, erano abbastanza un freno per le mie fantasie.
Ai primi di ottobre, da qualche anno, un ristoratore italiano, organizza una serata per tutti gli italiani che, conclusa la stagione o la vacanza, si apprestano a tornare in Italia. È una festa a base di vino, carne, vino, musica italiana (Albano, Celentano, Morandi..), vino e quindi vi lascio immaginare il livello di euforia dei partecipanti.
Quest'anno la mia amica non voleva partecipare e quindi fui "gentilmente costretto" a stare con lei ed altri due bambini di 4 e 6 anni. Figli di una coppia che, sapendo che non saremmo andati alla cena, ci avevano chiesto la gentilezza di fare da babysitter a casa loro ai loro figli.
Arrivai a casa loro sulle 19.30 con pizze e dvd per la serata, che si prospettava piuttosto pallosa. Suonai e mi apri la mia amica, dicendomi che i genitori dei bimbi erano già usciti e che mi salutavano. Lei era scalza, con un gonnellino leggero bianco, una canotta rosa acceso da cui si intravvedeva un reggiseno nero che sembrava a stento trattenere il suo contenuto.
La serata fu pallosa come da programma.. Giochi, urla, cena, bimbi iperattivi e dvd. Grazie a Dio, le "batterie" dei due piccoli si scaricarono intorno alle 21.45 e portati a letto ci fu la possibilità di chiacchierare liberamente e vedere qualcosa in tv più adatto a noi.
Parlammo del più e del meno, mentre, seduti sul divano, bevevamo birra, guardavamo un film e le ore passavano. Ere ormai mezzanotte, quando a metà del secondo DVD mi accorsi che la mia amica si era appisolata. Era rannicchiata sul divano, con la testa appoggiata al mio petto e il mio braccio sinistro la cingeva, il tutto in un salotto buoi, illuminato solo dalla luce della televisione. Decisi di lasciarla dormire e continuare con la visione del film.
Dopo qualche minuto, si mosse per cercare una posizione più comoda per la sua testa sul mio petto. Quel movimento scopri buona parte del suo seno sinistro, che mostrava quasi per intero un reggiseno nero in pizzo e la grande rotondità di un seno che sembrava lì per farsi toccare. La mano del mio braccio che la cingeva, quasi involontariamente, iniziò ad accarezzarle il braccio nudo e, carezza dopo carezza, si spostò sul suo fianco sinistro. Il momento, l'alcol in circolo e ciò che vedevo, mi fecero dimenticare ogni problema che potrebbe essere seguito alle mie azioni... Avevo solo lei in testa.
La mia mano accarezzava il suo fianco, con qualche breve passaggio sulla sua pancia, ma il peso del suo braccio, mi impediva di salire con la mano e giungere dove mi ero prefissato di arrivare. Dopo qualche minuto, lei si mosse ancora ed esclamò:"sei scomodo!". Era sveglia, che fare? Continuare? Smettere? Osare? Optai per quest'ultima soluzione è ricominciai con lo stesso movimento, ma questa volta, quando provai a salire, il braccio che mi impediva prima quel movimento, al mio primo tentativo si alzò, quel tanto che basta per far passare la mia mano, quel tanto che basta per farmi capire che lei voleva essere toccata. Non aspettai un secondo e feci scorrere la mia mano fino al suo seno, sentivo sotto lo strato di canotta (ciò che ne restava) e reggiseno, un seno morbido e tanto grande da non stare nella mia mano aperta. Più lo stringevo più sentivo il suo respiro farsi pesante e veloce. Con un movimento repentino, estrassi il suo seno sinistro e potei sentire una pelle vellutata è un capezzolo turgido che ad ogni mio tocco, le procurava un piccolo fremito.
Dopo qualche minuto, lei si girò quel tanto che basta per poterci baciare.. Da prima fu un bacio leggero, quasi insicuro, ma dopo poco divenne sempre più deciso e passionale, mentre ora entrambi i suoi seni, da lei scoperti erano tra le mie mani.
Si girò quasi di scatto e si mise a cavalcioni su di me. Il suo seno era davanti al mio volto e sembrava ancora più grande di quanto il tatto mi faceva intendere, con dei capezzoli grandi e dannatamente perfetto. Si tolse canotta e reggiseno, mi bacio con foga mentre una mia mano, lasciava il suo seno per prendere una coscia soda e percorrerla fino al sedere, iniziando a stringerlo tra le dita. Si sollevò quel tanto che basta per permettermi di leccarle e morderle quelle tette perfette, sentivo esplodere il mio cazzo tra le mutande, quando lei iniziò ad aprirmi la patta dei pantaloni e a prenderlo tra le mani. La sentivo ansimare mentre la mia mano destra, lasciato il suo culo, iniziò a tocca dentro i suo perizoma, una figa depilata depilata e già grondante. Più la mia mano si "faceva largo" nella sua femminilità, più la piccola si contorceva ed ansimava. Fino a quando si scostò e mi disse:"non ho mai fatto altro". Io, sperando in una risposta negativa le dissi:"vuoi che ci fermiamo?" ma lei, con un timido e lieve "no" con la testa, si inginocchiò e iniziò a farmi un pompino. Da prima molto impacciata, poi ad ogni affondo si faceva più deciso e vorace. La mia mano sulla sua testa dettava il tempo mentre le dicevo cosa fare. Dopo qualche minuto era diventato perfetto; succhiava e leccava con fame mentre si tocca, si masturbava e "cercava" il mio corpo nella penombra. Prima di crollare, l'alzai.. era davanti a me, sudata con gli occhi semi aperti e quell'espressione data dal desiderio di continuare. Le sfilai il perizoma e la invitai a tornare a cavalcioni su di me. Lo fece, senza discutere.
Dopo averla toccata ancora qualche secondo, misi il mio cazzo dentro di lei. Ai primi lievi movimenti, seguirono miei affondi più decisi che fecero inarcare la sua schiena e facendola godere a gran voce, costringendomi a tapparle la bocca per non svegliare i bambini. Era come impazzita, il suo corpo si muoveva e mi dettava il tempo e la forza con cui possederla, mentre ci baciavamo, mentre una mia mano tentava ancora l'impossibile compito di stringere quel seno troppo grande per riuscirci e mentre un dito dell'altra mia mano, cercava di farsi strada nel piccolo ano vergine della mia amica. Li, forse osai troppo e venni fermato:"lì no..". Continuai a scoparla con quanta più foga potessi, più godeva più il mio coso sembrava indurirsi. Stavamo per venire entrambi quando, mi spostai e la stesi sul divano. Tre dita della mia mano completavano in suo piacere, mentre le feci capire dove volevo venirle. Dubitò qualche momento , ma e poi la sua bocca ricomincio a succhiare e la sua lingua a leccare fino a quando non infilai con decisione il mio cazzo dentro e le riempii la bocca. Una piccola smorfia di disagio apparve nel suo volto, ma poi, forse non disprezzando quel nuovo gusto che assaporava, mi lasciò terminare e su mia richiesta, ingoio ciò che le riempiva la bocca. Esausti ci abbracciammo e aspettammo qualche minuto per recuperare le forze e rivestirci.
Ahimè non avemmo più modo di ripetere la cosa nei giorni successivi, ma ne parlammo a grandi linee e con molti giri di parole ed una cosa ci fu chiara.. La prossima estate, ci sarà di che divertirsi.
 

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