Esperienza reale Barbara

Alibi84

"Level 4"
Messaggi
134
Punteggio reazione
698
Punti
93
Age
40
Ciao a tutti, scrivo in un momento un po’ particolare della mia vita, magari mi aiuta a distrarmi un po’.


Siamo nell’estate 2008, pausa estiva di un master che stavo frequentando. Ho 23 anni e tanto per cambiare ero single, ed era pure un po’ che non mi divertivo con qualche ragazza. Quel sabato pomeriggio di fine giugno ero a prendere il sole sul lettino del centro sportivo, alternando bagni di sole a bagni in piscina per cercare un po’ di frescura; chiacchierando con gli amici ed altri conoscenti che frequentano il circolo.
Ad un certo punto, un’amica più grande, Sara, sui 37 anni, si ferma a salutarmi. Abbastanza carina, ma “problematica”: non riesce ad instaurare una relazione con un uomo. Alla conversazione si aggiunge un mio amico, Lorenzo, giusto per stare in compagnia. Non ricordo chi tira fuori l’argomento “ma stasera cosa si potrebbe fare?”, eravamo tutti di compagnie diverse, non eravamo mai usciti insieme. Eppure si organizza in un paio di secondi una tappa ad una festa della birra di un paese a pochi km da noi. Io e Sara ci ritroviamo alle 21:30 per raggiungere Lorenzo che abitava verso quelle zone . Sara si offre di guidare, così io avrei potuto tranquillamente bere qualche birra in pace. Ma non mi aveva detto che avrebbe coinvolto una sua amica: Barbara. Alta 170 circa, capelli castani chiaro un po’ mossi alle spalle, occhi chiari.. è leggermente in carne, in più vestita anche abbastanza male..
A prima vista non mi colpisce, fisicamente non mi dice nulla (forse i miei standard erano alti, ecco perché single per troppo tempo?), subito inizia con qualche battutaccia “ ah, ma non mi avevi detto che ti portavi appresso il bambino..”, oppure “ma puoi rientrare dopo la mezzanotte?”.. volevo quasi fanculizzarle, ma oltre a non avere alternative per quella serata decisi di darle una seconda possibilità. In macchina Barbara continua a stuzzicarmi, finché Sara prende parola e dice “ma sai che domani ha la finale del torneo di calcio e mi ha invitato a vederlo, così mi presenta un suo compagno di squadra?” Ed io sottolineo “finale del torneo scapoli/ammogliati, niente di che…” Barbara, che era seduta sul sedile anteriore, all’improvviso si volta verso di me ed esclama “ah sportivo… beh se domani devi giocare stasera NIENTE ALCO, NIENTE FUMO E NIENTE SESSO!” Prontamente rispondi (tirandomi la zappa sui piedi “beh non fumo.. andiamo alla festa della birra e figurati se non me ne bevo un paio.. per il sesso.. non c’è pericolo che ne faccia!!”
Ci ritroviamo con Lorenzo e iniziamo a bere un giro di medie, mentre il complesso inizia a suonare. Qualche canzone più in là e sopratutto dopo un bel po’ di birre mi devo assentare per cambiare l’acqua al merlo. Barbara non manca di punzecchiarmi con le sue battute “ce la fai da solo? Riesci a trovartelo?”
Torno con due birre in mano, una per me ed una per lei: adesso le parlo e le dico che deve smetterla perché manco la conosco e mi sta già sul cazzo!
Me la ritrovo lì, da sola, in piedi ad attendermi. Le porgo la birra e le dico “adesso mi ascol..” quando tutto si interrompe perché il gruppo inizia a suonare “Vivere” di Vasco, pertanto la tiro verso il palco e le dico “vieni con me, questa è una delle mie preferite”. Nel mentre le metto una mano sulla spalla e l’accarezzo, lei non fa una piega.
Tutto finisce quando gli altri due amici ci dicono che si stavano un po’ annoiando, e avrebbero preferito cambiare posto: discoteca all’aperto in città. Ci rimettiamo in macchina e ci spostiamo al nuovo locale. La serata era spenta anche lì, in più un caldo esageratissimo faceva sudare le 1000 birre bevute. Lancio l’idea: “bagno in piscina… rigorosamente nudi!” Lorenzo e Sara si defilano, Barbara mi prende la mano e si avvia verso l’uscita. “Muoviti però”
In pochi minuti a piedi raggiungiamo il centro sportivo, la aiuto a scavalcare la rete di recinzione appoggiandole un po’ le mani sul culo, lei non fa una piega.. ci sediamo ai tavoli per i picnic delle famiglie, illuminati solo dal chiarore della Luna e dalle luci che in lontananza illuminano la struttura bar e la piscina. Chiacchieriamo e nel mentre le inizio a passare la mano sulle gambe. Lei si avvicina e mi stringe.. sentiamo dei rumori, siamo al buio, ma se ci becca il custode o la vigilanza siamo fritti. Le dico allora che è meglio non fare il bagno, ovviamente lei comprende i motivi.. “però non è giusto.. volevo vederti nudo!” Ormai era fatta, la tiro a me, la abbraccio, inizio a baciarla.. le nostre lingue si incrociano, le mani continuano ad accarezzarle le gambe, le cosce, salgono lungo i fianchi e si appoggiano sui seni. Sento che sono abbastanza abbondanti e pieni, una terza bella soda, nel mentre il mio pacco si gonfia sempre di più e lei non manca di appoggiare la mano sopra per tastarlo. A quel punto inizio a sfilarle la maglia, lei prende con forza il mio pacco ed esclama “perché non ti sei fatto aiutare prima, quando sei andato a pisciare?”. Queste parole provocano in me ancora più eccitazione, la lingua si arrotola a velocità supersonica intorno alla sua, le mani la toccano sempre con più decisione.
Decidiamo di spostarci dalla zona alberata, verso il campo di calcio. Così, senza un perché. Proprio sul dischetto del centrocampo butta a terra la maglia, si libera del reggiseno e si sfila i jeans. “Su sbrigati, sei ancora vestito?” In un lampo apro la camicia facendo saltare i bottoni, mi tolgo i pantaloni e gli slip, la faccio sdraiare a terra e buttandomi su di lei inizio a leccarle le tette, mentre una mano si infilava tra le cosce, sentendo che era già ben bagnata da tempo.
Sono durissimo, inizio ad entrare e spingere, lei prima allarga le gambe per farmi andare a fondo, poi le stringe per sentire bene tutto. Sento che dopo pochi colpi viene, si allaga completamente, mi rendo conto che questa ha una velocità supersonica nel raggiungere l’orgasmo. “Continua, continua ancora, più forte” mi sussurra all’orecchio. Non ne avevo nemmeno per l’anticamera del cervello di venire anch’io, volevo godermi bene la serata, in più con tutto l’alcol che avevo in corpo era difficile! accelero il ritmo della scopata, lei ansima, il suo respiro è sempre più intenso, ci siamo, sta venendo di nuovo, eccola che si bagna ancora.. e di nuovo mi dice “aspetta, adesso prendimi da dietro”, e si mette a pecora ed afferrandomi lei l’asta se la spinge dentro.. “dai scopami, scopami ancora forte.. ti piace quando vengo per te?”
Al rituale dello schiaffo sul culo mentre la scopo a pecora risponde con l’ennesimo orgasmo, per poi dirmi “adesso vieni, ma non dentro.. non posso.. ho perso il cerotto”…. “Vieni dove vuoi, ma non dentro.. capito?”
Problema: l’alcol mi impedisce di venire.. così le rispondo che sarebbe meglio tornare dagli altri ed al limite continuare dopo. Peccato che gli altri nel mentre, stanchi di attendere il nostro ritorno, e visto che manco rispondevamo alle chiamate, se ne erano tornati a casa. Così ci incamminiamo a piedi verso casa sua.. 45 minuti circa di passeggiata in cui una limonata, una palpata al culo o al pacco ci tengono compagnia. Entriamo in rigoroso silenzio a casa sua, i vicini potrebbero sentirci ed anche se vive sola, non voleva dare gossip.
Mi porta in camera, si spoglia nuda davanti a me e mi ammonisce “sono un prurito unico, quell’erba di merda.. faccio una doccia. Aspettami qui buono buono, non azzardarti a seguirmi”. La osservo bene, finalmente alla luce: in viso non è niente di che, si vede poi la differenza di età, ma le tette sono comunque belle piene e sode, una leggerissima striscia sulla phica, labbra arrossate ed ancora aperte dalla scopata precedente, il culo è leggermente grosso ma in linea con il suo fisico.
Calcolo circa due minuti di attesa, poi inizio a spogliarmi e la raggiungo in doccia.. apro ed entro con lei.. “hey.. ti avevo detto di aspettare buono buono di là… sei proprio disobbediente!” Così si inginocchia ed inizia a succhiarmelo ed a giocare con la lingua sulla cappella, per poi farmi un bel pompino.
La penetro un po’ da dietro, poi mi fa cenno di uscire e seguirla in camera.. “adesso mi scopi come vuoi sul letto, e mi vieni dentro, visto che non sei ancora venuto. Tu sei una macchina del sesso” mi dice.
Se la serata era iniziata male e senza nessuna aspettativa.. beh, ecco che in qualche modo era svoltata.
Mi tuffo sul letto, le spalanco le gambe e piazzo la faccia in mezzo alle sue cosce, adesso era d’obbligo una bella leccata.. ha un ottimo sapore, sta già venendo e mi inonda dei suoi umori.. “ah… ah.. ahhh.. bambino! Ti ho detto che mi devi scopare e venire dentro, non che me la devi leccare!” Serra le cosce, si gira a pancia sotto ed io inizio a penetrarla da dietro.. affondo subito il colpo, forte e duro, a ritmo sostenuto.. “sborra” mi esclama
“vuoi cambiare posizione? Hai bevuto troppo eh?”, così stavolta le rispondo “già, ho bevuto parecchio, ma direi che dovresti esser contenta visto che son sicuro che nessuno ti ha mai scopata così tanto e così forte.. quante volte sei già venuta eh?”
Si rimette sdraiata stavolta con le gambe all’aria, mi prende in mano il cazzo, lo sega un po’, poi se lo infila dentro.. poi si afferra le tette ed inizia a stringerle, ansima, gode, si bagna ancora.. “vediamo se ti stimolo, così, nella penombra”.. così si tira un capezzolo, se lo succhia e sbava sulle sue belle tette gonfie e con i segni delle mani sopra. “Vieni.. dai vieni.. sborrami dentro su.. la voglio.. dai.. dopo lo facciamo ancora.. vieni dentro di me!” A quel punto mi rilasso, probabilmente l’effetto birre era ormai cessato, ed era comunque parecchio che la scopavo forte e duro, così mi lasciai andare.. aumento il ritmo, accelero i colpi, le afferro le tette e mentre mi piego su di lei le dico all’orecchio “volevi la sborra? Eccola”
Inizia a venire a fiotti, lo sperma fuoriusciva in quantità, bello denso e caldo.. e lei subito non mancò di farmi notare “beh ma quanta ne avevi? Guarda, mi hai macchiato le lenzuola..” ma non era incazzata.. sedutasi sul letto si passò la mano sulla patata, toccò con le dita lo sperma che le fuoriusciva e si mi se le dita in bocca.. “uhmmm.. lo adoro”, per poi farmi distendere e leccarmi la cappella e l’asta sporche e bagnate dai nostri umori che si erano mischiati, tornando poi con la lingua sulla cappella, premendo bene per farne fuoriuscire ancora.


… continua….
 
Buona domenica cari amanti delle cose belle! 😂😜

Sinceramente non ricordo se dopo la mia venuta l’abbiamo rifatto quasi subito o se son rincasato.. certo è che mentre aprivo la porta di casa mia madre faceva colazione (non lavoravo ancora e vivevo con i miei genitori).. mi son rintanato a letto che eran le 9 della domenica mattina, nel pomeriggio avrei dovuto giocare la partita di calcio (ma sinceramente chissenefrega!!), ma non riuscivo ad addormentarmi visto quanto successo nelle ore precedenti. Dopo un paio di ore decisi allora di uscire di casa, giusto per far due passi e cercare di svagarmi e allo stesso tempo concentrarmi. Niente da fare. Ogni passo pensavo a lei, alle sue parole, al suo corpo, alla sua porcaggine.. ogni tanto fingevo di fermarmi ad osservare delle vetrine, ma solo perché non ero in grado di camminare viste le frequenti erezioni che mi venivano.
Meglio tralasciare la cronaca della partita, sappiate solo che mi han sostituito dopo 15 minuti e non per infortunio 😂😂😂😂
Come promesso a Sara il giorno prima le presento un mio compagno di squadra, lei tutta felice, lui un po’ titubante… ma alla fine si son sposati.
Sara ovviamente mi chiede se era tutto ok dalla sera prima, dal momento che non le avevo più risposto al cel e non aveva più avuto mie notizie. Le risposi che ero stato bene, e dopo aver tergiversato sul racconto di quanto in realtà era successo le dissi solo che avevo accompagnato Barbara a casa a piedi ed ero rincasato, dimenticandomi poi il cel acceso senza suoneria.
Un breve aperitivo, poi la doccia. Come guardo il telefono mi trovo un sms di Barbara (cui non avevo volutamente scritto tutto il giorno). “Mi sei piaciuto stanotte, rimani sempre così”. Cazzo, sono nudo negli spogliatoi in mezzo ad altri uomini, non posso rischiare che mi venga duro.. ma la mia risposta fu “se devo rimanere sempre così, portami le arance in galera.. sono nudo da dopo la doccia, hai un tempismo perfetto!”
Pochi secondi dopo la sua risposta “beh allora potremmo approfittarne, non devi manco far fatica a vestirti e rispogliarti di nuovo… ti aspetto a casa mia. Subito!”
Inutile dirlo: dal momento che in campo non avevo corso, avevo le energie per scattare stile Beep Beep da lei. Salutai tutti gli amici e corsi da lei.
Mi accolse con un paio di pantaloncini corti ed una maglietta xxxl senza reggiseno, con delle ciabatte che manco in un motel di pessima categoria potrebbero fornirti.. eppure mi fermai ad osservare i suoi bei seni sodi che si muovevano liberi sotto la maglia. Mi avvicinai per baciarla in bocca, lei ricambiò e mi disse “avrai fame, sto preparando un risottino.. che ne dici se mangiamo in casa e poi facciamo ancora del bel sesso per smaltirlo?” Mi riavvicinai a lei intenta a mescolare il riso, da dietro le appoggiai il pacco già gonfio per farle sentire la reazione che mi aveva provocato e con le mani sotto la maglia le afferrai le tette da dietro, baciandola sul collo.
“Uhm sì già duro, bene.. ti faccio un bell’effetto.. ieri sera avevo paura che ti piacessi solo perché ti eri bevuto tutte quelle birre..” e mi toccò il pisello da sopra i vestiti. “Prima mangiamo, poi mi scopi. Altrimenti ho cucinato per niente”.
Divorai due piatti di riso come se nulla fosse, poi mi alzai da tavola, andai dietro la sua sedia e le afferrai di nuovo le tette da dietro. Stavolta però con forza, con decisione, lei fece in modo da farsi sfilare la maglietta e rimase con le tette all’aria. Presi la sua testa e la portai verso il mio pacco, in due secondi le sue mani mi fecero cadere i pantaloni, si portò il cazzo in bocca ed iniziò un pompino salivoso, alternando qualche colpo di mano a qualche leccata alla cappella. Mi piegai leggermente in avanti per infilarle la mano tra le cosce, lei le allargò e si lasciò toccare. Era morbida, calda e iniziavo già a sentire che da lì a poco si sarebbe bagnata. “Ah..” sospirò.. “hai un bel cazzo, stanotte mi hai scopata come pochi son riusciti a fare.. vediamo se sai ripeterti”.
Mi fece cenno di seguirla in camera da letto, mi fece sdraiare e continuò con un bel pompino. Le mie mani accarezzavano il suo corpo, palpavano i seni, il culo, cercavano di toccarle le labbra ed il clitoride ed il buco del culo. “Aspetta.. 69.. così ti vengo sulla lingua appena inizi a leccarmela”. La feci posizionare sopra e non appena affondai la faccia tra le sue gambe.. ecco un bel fiume dei suoi umori che mi innaffiò il viso. Aveva un buonissimo sapore, continuai a leccargliela affondando bene la lingua nella sua phica, per poi passare anche al culo.
Ad un certo punto decisi che era il momento di penetrarla, così la ribaltai sul letto, la feci mettere a pancia in giù e le puntai la cappella tra le gambe. “Entra in figa, subito.. in figa ho detto”
Iniziai a muovermi sopra di lei, strizzandole spesso il sedere ed accarezzandole i fianchi. Ovviamente si bagnò molto velocemente, non mancando di farmelo notare. Avevo intenzione di cambiare posizione prima di venire anch’io, così feci uscire il cazzo e sbattendolo tra le chiappe per farglielo sentire mi disse “e il culo non ti piace? Adesso puoi entrare, son bella bagnata..”
Un bel colpo e son dentro anche nel culo.. inizio a spingere, sento che gode, le piace, ansima, le mie dita la sgrillettano.. viene ancora, mi prende la mano e mi invita a stimolarla di nuovo.. “se devi venire, vienimi nel culo. Ma se invece ne hai ancora, scopami davanti”. Diedi ancora qualche colpo con violenza, poi due schiaffi sulle natiche, la presi e la girai di scatto, per poi entrare velocemente. Eravamo uno sopra l’altra, a guardarci negli occhi, quasi a volersi dire qualcosa. Le misi la lingua in bocca, poi mi affossai su di lei e quasi soffocandola con il peso feci quasi combaciare ogni punto del mio corpo con il suo. I capezzoli turgidi sfregavano sui miei, ero eccitatissimo, cercavo di trattenermi per resistere ancora un pochino, quando ad un tratto i suoi godimenti si interruppero “vieni. Vieni adesso.. sborra dentro muoviti.. dobbiamo venire insieme”.
Mi lasciai andare subito dopo che la mia cappella dentro di lei venne avvolta dal frutto del suo orgasmo.. anche questo giro disse che l’avevo inondata per bene, le piaceva.. così dopo avermi schioccato un bacio si alzò per andare in bagno a pulirsi. Quando tornò in stanza si sdraiò di nuovo accanto me (nel frattempo anch’io ero andato a sciacquarmi), rimanemmo vicini in silenzio un paio di minuti. Poi un debole filo di venticello serale (caldo, caldissimo) entrò dalla finestra, intensificando il suo profumo nell’aria. Sentii il mio cazzo iniziare a smuoversi, lei se ne accorse “beh sei già pronto? Meglio.. entra subito”
Scopammo altre 4 o 5 vote di seguito, ogni volta sempre più intensamente, ogni volta aggiungeva qualcosa di più spinto nei suoi dialoghi.. finché ad un certo punto mi disse “e se mi scopassi mentre ho un vibratore nel culo?”
 
Scopammo altre 4 o 5 vote di seguito, ogni volta sempre più intensamente, ogni volta aggiungeva qualcosa di più spinto nei suoi dialoghi.. finché ad un certo punto mi disse “e se mi scopassi mentre ho un vibratore nel culo?”
Lo ammetto, ciò che mi colpisce di lei è l'utilizzo di frasi poetiche!
 
La stessa sera provai a farla giocare con il vibratore, prima da sola, poi la famosa doppia penetrazione di cui sopra. Non mi sono divertito molto, e lei stessa ammise che preferiva la carne alla gomma, specialmente quando la carne l’avrei messa io.
Le mie serate proseguirono in questo modo per un paio di settimane, cena a casa sua e 4-5 trombate per volta. Tutte le sere. Tutte le sante sere. Almeno avevo svoltato l’estate, almeno mi potevo impegnare per qualcosa. Ma dato che non sono uno che si accontenta (e me lo fan notare tutti in ogni contesto), il mio modo di comportarmi nei suoi confronti assunse una posizione (errata) da macho.. da duro.. stile film holliwoodiano di bassa categoria.
Una sera andammo a bere qualcosa fuori città, con la scusa di non incrociare nessun conoscente e stare da soli. Certo, il suo intento era chiaro: voleva una relazione vera e propria con me.. venire ospite a casa mia, conoscere i miei.. ma non l’avevo fatto con la morosina carina dei 16 anni, figuriamoci con questa che manco mi piaceva e ne aveva una quindicina più di me. Sai che casino sarebbe scoppiato in casa mia?
Le risposi che avrebbe dovuto darmi tempo, che era presto per chiedere certe cose e che solo il tempo avrebbe potuto sistemare questa situazione.
Ovviamente lei incazzata nera, in macchina guida quasi come una pazza, me ne dice d’ogni, adesso non sono più il suo giocattolino, ma solo uno stronzo di 23 anni che si è divertito ed ha abusato di lei (io!! 😂😂😂)
Mentre rientravamo in città e durante la sua predica ovviamente scatenò la classica frase “cosa credi? Di venir di sopra a svuotarti le palle stasera? Vai a casa e se ti va, ti fai una bella sega, altrimenti dormi. Ecco, mi hai già fatto agitare e piangere, adesso non mi sento bene. Qui rischiamo di finire fuori strada per colpa tua!”
Un po’ amareggiato scesi dalla macchina e mentre mi avvicinavo alla mia, di nuovo la sua voce “non salì nemmeno a bere qualcosa? Vai già a casa? Sei proprio stronzo.. è proprio vero che ti sei solo approfittato di me”.
Dal momento che la mattina dopo non mi sarei alzato prima delle 10 ho preferito salire da lei, anche se aveva già messo i paletti sul sesso. Pazienza, ragiono, se salgo e non faccio niente capisce che un po’ ci tengo (BALLA!!), magari domani dose doppia e rimettiamo le cose a posto. Altrimenti mi fotto l’estate da solo..
Mi siedo sul divano ed in un momento di estrema bontà mi permetto di chiederle se le fosse passato un po’ di malessere. Annuisce, mi chiede solo se le recupero la borsetta nell’altra stanza, non se la sente di alzarsi perché le gira la testa. Gliela porto, la afferra, la scaglia dall’altra parte della stanza, dopodiché inarca la schiena e si sfila i jeans. Rimango impietrito.
“Muoviti a leccarmela subito, stronzo. Prima che cambi idea”.
Una leccata di figa è sempre una leccata di figa, poi non si sa mai che questo scateni altro.. e così fu.
Iniziai con una bella leccata al clitoride, belle pennellate veloci e decise, per poi far scivolare la lingua tra le labbra. Inizio ovviamente a bagnarsi, mentre mi premeva la testa contro il suo pube.
Con le mani iniziai una bella ravanata alle tette, poi decise che era il momento. Mi spinse via, afferrò la mia polo dal collo, lo strappò (fanculo, era pure di marca), mi sfilò i pantaloni e iniziò una bella sega. “Non prendertela, ma mi gira la testa.. solo che ho voglia di scopare.. non te lo succhio per stasera, ma saprò farmi perdonare”.
Rimasi immobile, questa manco 20 min prima mi aveva fatto la predica, adesso parlava di scopare ancora. Strane le donne..
Qualche bel colpo di mano a sentire che il cazzo si ingrossava sempre di più e che la cappella era bella gonfia e rossa, poi se lo tirò a sè.. “entra e scopa forte. Appena non ce la fai più, vieni, ma stasera non dentro. Non mi fido, non sto bene e non vorrei succedesse qualcosa”.
Iniziai a scoparla gambe all’aria, lei sdraiata sul divano ed io in piedi davanti a lei. Dei bei colpi profondi ed assestati, movimenti di bacino profondi e decisi. E lei.. lei si bagnava, veniva sempre di più e sempre più rumorosamente.
Era il momento, non potevo trattenermi.. “devo venire.. fammi uscire”
Me lo afferrò con le mani, due scappellate veloci, ed ecco una bella spruzzata su pancia tette.. io soddisfatto perché comunque avevo ottenuto senza troppo sforzo quello che ogni uomo vorrebbe tutti i giorni, lei semi distrutta sul divano.
“Imbecille, quasi mi sporchi il divano, contieniti.. ma quanta ne fai ogni volta??”
…..
Prese della scottex per pulirsi, diede una passata al divano, poi si alzò e si avvicinò a me, strusciandosi come un gatto.. inutile dire che ero già pronto.. ma lei? Non stava bene, diceva che le girava ancora la testa.. eppure.. mentre mi spingeva in camera da letto, pronunciò queste parole “andiamo di là che almeno non fai danni.. o se ne fai, almeno non mi sporchi il divano”. Mi saltò addosso ed iniziò a segarmi nuovamente.
“Ti ricarichi in fretta, bravo. Ti voglio durissimo ora”.
La mia eccitazione era ad un ottimo livello, poi si sa che la seconda di fila dura di più.. si puntò la cappella tra le gambe, strusciò un pochino tra le labbra e lo fece entrare. Si era messa sopra per la prima volta in tutto questo tempo… cosa voleva fare?
Stando sopra si era bagnata ancora di più, sentivo che colava, sentivo il rumore “delle infradito bagnate”..
Poi calò l’asso: “basta, non posso pensare di trascorrere una notte senza che mi vieni dentro. Ma non in figa, in culo! Adoro lo sperma, voglio sentirlo ogni volta che mi scopano.”
Si mise a pecora, si allargò da sola le chiappe, spinsi dentro e senza nemmeno un briciolo di fatica.. iniziai una bella scopata anal.
Qualche schiaffo, qualche strizzata di chiappe o di tette ed ero venuto, stavolta nel culo..


… continua..?
 
Buon inizio di we a tutti.. ci tengo a precisare che son sempre più incasinato per motivi personali, trovo il tempo solo ora di poter scrivere il proseguo di questa avventura estiva.

Come precedentemente raccontato, non passava giorno che non finissi a casa di Barbara, tra l’altro mi prendeva pure per la gola in quanto cucinava veramente bene.. per di più spesso mi preferiva il tiramisù, l’unico dolce che mangio volentieri.
Avevamo iniziato anche a mettere il naso fuori di casa, sempre solo io e lei, sempre in posti un po’ fuori città o sconosciuti, non mi andava di farmi vedere in giro con lei. La differenza di età per costruire un rapporto serio mi spaventava, in più non incarnava proprio il mio tipo ideale di relazione: era la nave scuola dei miei 23 anni, forse giunta in porto con un po’ di ritardo rispetto ad altri miei coetanei, ma quanto meno aveva trovato la rotta.
Pure quella sera non mancò di lanciarmi un paio di frecciatine riguardo un ipotetico futuro insieme, ma io a quell’età non vedevo l’ora di terminare positivamente il master, trovarmi un lavoro serio e comprarmi casa da solo o con un’ipotetica altra ragazza. Lei proprio non era contemplata, Barbara per me aveva una data di scadenza. Presto o tardi avrei fatto in modo di troncare con quella che consideravo solo ed esclusivamente una svuotapalle. Non amo certi gesti romantici o affettuosi in pubblico, tanto meno non li avrei mai fatti con lei. Ovviamente si risentì un po’ perché al tavolino del locale in cui ci eravamo seduti non le avevo manco dato un bacio o tenuto la mano. In auto durante il viaggio di ritorno me lo fece notare con la classica stilettata, per poi accavallare le gambe e rintanarsi contro la sua portiera lato passeggero e mettere distanza tra noi due. Non feci una piega e continuai a guidare, spavaldo come non mai. Anzi, il fatto di rincasare presto era dovuto al fatto che la mattina seguente mi sarei dovuto alzare prestissimo per impegni personali: non potevo essere rincoglionito. Arrestai l’auto esattamente sotto casa sua, spensi il motore ed iniziammo a parlare, in modo amichevole. Una chiacchiera tira l’altra e l’effetto aria condizionata inizia a svanire, per cui decisi di abbassare i finestrini. Non ricordo le parole esatte, ma ho ancora stampata la sua espressione quando esclamò “ma come, siam sotto casa mia da 10 minuti, mi hai raccontato delle robe di cui non me ne frega nulla, capisco che prima al locale ti vergognassi di me, ma ora che siamo qui solo noi due manco mi hai fatto una carezza? Sei troppo stronzo per me.. mi sa che ti devi trovare un’altra!”
Stava quasi per piangere. Ma allo stesso tempo i suoi occhi brillavano e sapevo mi avrebbero ingannato. Le presi una mano, mentre le passai l altra tra i capelli. Poi mi avvicinai per baciarle il collo e le sussurrai un “non sono stanco di te, è che io non sono capace di tenere in piedi una relazione di nessun tipo. Posso passare dal chiamarti tutti i giorni al non sentirti per mesi, ma per me sei sempre lì al tuo posto di sempre.. la colpa è mia.. non so nemmeno come fare a modificare questo aspetto del mio carattere”.
Silenzio….
Ricambiò il mio bacio, poi mi disse “meno male che mi han sempre considerato pazza.. almeno in questa macchina sono in buona compagnia”.
La sua mano scivolò sui miei pantaloni, si appoggiò proprio sul pacco e da sopra iniziò a toccarmelo. Avvicinò la testa al mio petto, e si perse per qualche istante tra le mie braccia. Poi.. colpo di scena.. aprì là zip dei miei jeans, lo estrasse ed iniziò un bel pompino.l in macchina, in mezzo alla strada, alle 23 circa.. con la gente che passava vicino a noi. Qualcuno dalle finestre di un condominio di fronte al suo probabilmente osservò tutta la scena, sicuramente qualcuno anche in strada notò cosa succedeva in quella macchina.
Sentivo la sua lingua roteare intorno al glande che si gonfiava sempre di più, poi la sua testa che iniziava a muoversi su e giù, su e giù, con ritmo sempre più insistente ed iniziando anche fare rumore con la bocca a ventosa. Pure lei indossava un paio di jeans molto stretti, e per quel che potevo cercavo di accarezzarle certe zone dall’esterno, visto che anche se allentati zip e bottone, la mano non poteva raggiungere la zona erogena.
Sentivo il pene che si gonfiava sempre di più, avevo una sensazione di estasi oltre che di essere osservato che non avevo mai provato prima, tant’è che ad un certo punto le sussurrai che stavo per venire. Aumentò l’intensità del risucchio ed in un un attimo si piegò completamente facendo sparire in bocca tutto il pisello. Rimase così per un paio di secondi, poi riprese a tutta velocità a succhiare. Ribadii che ormai non sarei più riuscito a trattenermi, quando a quel punto esplosi di piacere. Tutto nella sua bocca. Non ne perse una goccia. Si staccò solamente quando sentì che il cazzo si stava ritraendo, si leccò le labbra, poi mi sfidò.
“Sicuro di non volerlo fare stasera? Beh in ogni caso ti sei comunque svuotato.. ma di solito una volta non ti basta.. vedi tu.. “
tempo di risistemarsi e scese dalla macchina. Attese un momento, poi apri il portone del suo palazzo. “Sicuro di non salire stasera?”
Quasi sbuffai, i miei buoni principi di non far tardi stavano svanendo come sempre in questi casi. Scesi dalla macchina e mi avvicinai a lei solo per salutarla, mentre le stavo per ricordare che la mattina seguente mi sarei dovuto alzare presto, mi afferrò per un braccio e mi tirò dentro il portone.
“Baciami”
Iniziai a muovere la lingua dentro la sua bocca, poi a stringerla a me. Le strizzai il sedere ed un brivido le percorse la schiena. Senza dir nulla mise la sua mano sul mio pacco che ormai si era ripreso ed ovviamente si stava gonfiando di nuovo.
“Vedi che non puoi fare a meno di me nemmeno stasera!”
Si sfilò i pantaloni e gli slip e mi disse “non vuoi salire? Scopami qui, nell’atrio del condominio. In piedi. Così se per caso passa qualcuno glielo spieghi tu che non sei voluto venire in casa mia”.
Mi abbassai i pantaloni, puntai la cappella tra le sue cosce, ovviamente aveva già la goccina che colava. Sfregai la cappella tra le sue labbra, un paio di volte, velocemente, poi lo feci entrare.
Allargava bene le gambe, i miei movimenti di bacino non erano proprio perfetti, ma riusciii comunque a farle provare piacere in fretta, come quando stavamo più rilassati in casa.
Il suo “sborrami dentro” detto sottovoce, con quella vocina quasi tremante fu l’unica cosa che pronunciò.
Non me lo feci ripetere due volte, sia perché volevo rincasare, sia perché la posizione per me non era per nulla comoda.
La inondai con un bel flusso caldo e denso di sperma, nonostante fossi venuto solo pochi minuti prima.
Tento di baciarmi, ma le ricordai che comunque aveva ingoiato e non ero molto d’accordo..
Quando ad un tratto la luce delle scale si accese.
Accanto a noi passò un signore sulla sessantina, con passo frettoloso e a testa china. Non disse una parola, anzi chiuse il portone molto velocemente.
Io e Barbara ci guardammo dritti negli occhi e ci domandammo all’unisono “ma questo da dove cazzo è sbucato?? Ci ha visti?”


… continua… ?
 
I miei partirono per un paio di settimane di vacanza, così avevo finalmente casa libera. Le giornate trascorrevano tra una semplice gestione ordinaria della casa, spesa, pulizie ecc, pomeriggi in piscina e la sera.. beh non c’è bisogno di specificarlo.
Certo è che ero un po’ stufo di quella situazione, non di scopare in sè, quanto di frequentare una di 15 anni più grande con cui sapevo non ci sarebbe stato futuro e che comunque non mi piaceva. Mi faceva divertire, mi svuotava, ma non mi piaceva.
Stando davanti al pc decisi di iniziare a cercare nomi femminili su Skype, per vedere se trovavo qualche ragazza disposta a chiacchierare e magari intraprendere una conoscenza. Non so come, ma agganciai una ragazza di Torino. Subito finimmo in videochat. Aveva 28 anni, alta 177, capelli neri lisci lunghi fin sotto le spalle, occhi castani, carnagione abbastanza chiara. Indossava una maglietta e dei pantaloncini da running, nulla di particolare. Le imposte socchiuse facevano penetrare un minimo raggio di sole nella sua stanza, giusto per non scaldarla troppo e non farla soffocare dal caldo. Tra un’emoticon ed una battutina ad un certo punto questa ragazza si alzò dalla sedia della scrivania per andare a prendere da bere. Cercai di osservare bene la stanza vuota, per scovare qualche particolare. Niente di che, dei libri, qualche vestito lasciato a penzolare uno zainetto semiaperto in terra. Quando tornò a sedersi davanti a me disse “beh immagino mi avrai osservata bene quando prima mi sono alzata.. ma io non ho ancora visto te per intero”
Mi alzai di scatto ed iniziai a far qualche passo nella mia stanza, giusto da mostrarmi per intero. Anch’io chiaramente ero vestito.
Subito mi disse “beh ma col caldo che fa te ne stai in chat e per di più vestito?”
“Purtroppo in piscina non posso portarmi la webcam” le risposi.
Si alzò di nuovo, stavolta però per sistemare l’inquadratura della sua webcam. E si sfilò la maglietta.
Due bei seni sodi, quasi rotondi, con delle areole rosse che contrastavano parecchio con la pelle chiara e non abbronzata. Il fisico era ben curato, si vedeva che ci teneva all’alimentazione e praticava sport.
“Che ne dici? Ti piacciono?”
“Meravigliose!” Risposi
Se le afferrò con le mani, le massaggiò un po’, poi infilò le mani nell’elastico dei pantaloncini.
La mia eccitazione cresceva, e con lei cresceva anche l’afflusso di sangue al membro.
“Dai, sbrigati, fammi vedere se ti piaccio.. altrimenti me ne vado!”
Mi alzai in piedi e dai pantaloncini si notava il rigonfiamento, ovviamente li sfilai al volo per paura che se interrompesse il collegamento.
Diedi due colpi di mano giusto per farglielo notare bene, lei sorrise..
Tra le mani apparve un giocattolino di gomma.. lo passo tra le dita, poi lo portò alla bocca e con fare ammiccante fece un po’ di dentro e fuori, simulando un pompino. Poi lo passò tra le tette..
La mia eccitazione era forte, nonostante facessi sesso regolarmente 4-5 volte a sera dal vivo la situazione mi prendeva tantissimo.. iniziai così a segarmi davanti a lei, quando interruppe la videochat.
“Ora fammi vedere come ti scopi una donna, altrimenti non mi vedrai mai più” scrisse prima di rendersi offline.
Non potevo lasciare il lavoro a metà, così terminai con la fantasia quanto mi aveva fatto iniziare pochi minuti prima quella ragazza. Ripensai per tutto il pomeriggio a quella situazione, a quella bellissima ragazza molto porca ma che non avrei mai potuto avere dal vivo.
Decisi così che l’unico modo per rivederla era quello di coinvolgere Barbara, ma come?
Una mia fantasia erotica (tra l’altro non ancora realizzata) è ovviamente di farlo con due donne.. ma lei sarebbe stata accondiscendente?


..continua..
 
Trascorsi tutto il pomeriggio sul lettino della piscina, apparentemente addormentato sotto il sole con la musica nelle cuffiette, in realtà dovevo escogitare il mio piano.
Prontamente invitai Barbara a cena da me, dicendo che dovevo contraccambiare la sua sempre gentile ospitalità. Lei, astemia, fa parte di quella categoria di persone che non tollerano l’alcool nemmeno nelle persone che frequentano. Io al contrario me ne frego altamente dell’opinione altrui. “Carbonara!” Le dissi accogliendola in casa mia. L’uovo crudo serviva anche per garantirmi una super prestazione nel dopo cena.
Innaffiai il tutto con un po’ di Franciacorta, ma la conversazione non si scioglieva. Anzi, la vedevo fredda e distaccata. Così mi avvicinai con un gesto di gentilezza e tenerezza, ed abbracciandola le dissi mentendo spudoratamente che mi era mancata per tutto il giorno. Accennò un sorriso, poi si diresse verso la mia camera, offrendosi di darmi una sistemata in quanto secondo lei non potevo lasciare i vestiti appena stirati fuori dagli armadi. Approfittai di questo suo gesto per sedermi alla scrivania ed accendere il pc, collegandomi subito a Skype per vedere se la ragazza della mattina era presente.
“Che fai? Giochi al pc come i bambini mentre io sono qui?” Si lamentò.
“No, volevo farti vedere delle foto.. così, per far due risate” glissai.
Barbara si sdraiò sul letto, io cercai effettivamente delle foto che avrei comunque voluto mostrarle.. ad un certo punto.. una chat aperta su Skype!
“Allora mi mostri come fai a scoparti una?” Recitava il messaggio.
“E tu che fai nel frattempo? Guardi e basta?” Risposi
“Tranquillo, so divertirmi e far divertire” mi rispose di nuovo.
Feci partire il collegamento web cam, poi mi avvicinai a Barbara. Iniziai baciandole il collo, poi le labbra, ad accarezzarle i capelli.. le nostre lingue si intrecciavano, giocavano, schioccavano. Una mano le si avventò sul sedere, prima delicatamente accarezzandolo, per poi passare ad una sana strizzata. Le sue mani invece accarezzarono il mio petto, si avvinghiarono intorno alle spalle, così si aggiustò, mettendosi in posizione, e si tolse la maglia, liberando i suoi bei seni bianchi.
Con la coda dell’occhio sbirciai verso il monitor del pc. La ragazza aveva leggermente cambiato inquadratura, dal primo piano del suo viso era passata ad una inquadratura quasi totale del corpo, ed essendo seduta, risultava semplice vederla per intero. Era comunque vestita.. non accennava nessun movimento.
“Cazzo” pensai tra me e me “ed ora sè questa non si spoglia? Manco riesco a vederla.. mi tocca fare con quello che ho qui davanti.. ma io ho in mente la nuova”.
Barbara ovviamente aveva notato la situazione, ma non disse nulla, anzi continuò a baciarmi ed accarezzarmi appassionatamente e sensualmente. Si slacciò i jeans e rimase con il perizoma (era la prima volta che glielo vedevo addosso, di solito sempre mutande normali, quasi a farlo apposta), poi mi spogliò. Prima la maglia, poi pantaloncini e mutande. Mi fece coricare fronte al pc, mi allargo leggermente le gambe ed iniziò a massaggiarmi il pene con la mano; poi vedendolo gonfiare si mise a pecora con il sedere rivolto alla webcam. Un gesto di sfida, di disprezzo nei confronti dell’altra o un modo per farle capire che le sarebbe piaciuto essere in tre? Iniziò quindi un bel pompino dei suoi, mentre io cominciai a rilassarmi ed a perdermi quasi in preda ad un delirio psichedelico stile Pink Floyd.
Solo dopo un paio di minuti dopo realizzai che avevo un compito: far spogliare la ragazza di Torino, così puntai subito lo sguardo al pc: era lì, che si gustava la scena, mentre mordendosi il labbro inferiore, si accarezzava i seni. Levò immediatamente la maglietta, liberando quella bella terza abbondante, con le areole rosa ed i capezzoli già turgidi, poi piano piano si sfilò i pantaloncini. Rimase con un perizoma lilla, sfregò leggermente la mano sopra, poi sfilò anche quello. Aveva una leggerissima striscetta, una di quelle cose che ti fa capire che è veramente ben curata e le piace tenersi. Posò subito due dita sul clitoride e le strofinò lentamente. Ero in estasi: una mi succhiava e l’altra, seppure virtuale, giocava e si eccitava guardandoci. Certo il top sarebbe stato farlo realmente in tre, ma a volte bisogna anche accontentarsi.
Barbara continuava a succhiare, anzi, sembrava quasi impegnarsi più del solito, quasi a voler sfidare la ragazza in video. Emetteva dei bei rumori dalla sua bocca, facendo muovere la saliva in gola. La ragazza in video intanto continuava ad accarezzarsi il clitoride, niente di spinto, probabilmente attendeva qualche nostra mossa. Decisi così che bisognava dare una svolta: io in piedi davanti alla cam, Barbara seduta che me lo succhiava, mentre io con le mani le presi la testa ed iniziai, degno allievo del maestro Rocco, a guidarle il movimento, sempre più in profondità. Barbara godeva, i suoi capezzoli si erano inturgiditi più del solito, faceva tutto ciò che cercavo di farle fare, assecondava i miei desideri. L’altra ragazza iniziò a masturbarsi un po’ più velocemente ed a fondo, si sentiva qualche gemito di piacere. Leggero, ma iniziava a sentirsi.
Scopavo la bocca di Barbara e nel mentre ammiravo quella meravigliosa ragazza in webcam. La mia eccitazione era alle stelle, avevo fin paura di non resistere. Perché si sa, se fai sesso e la testa non è coinvolta duri molto, ma se la testa ti prende può anche giocare brutti scherzi.
Mi staccai, spinsi Barbara sul letto, le spalancai le gambe tenendole ben in alto e spostandole leggermente il perizoma le leccai la phica. Una leccata veloce, nulla di particolare, quasi come fosse un obbligo. Serviva anche per riprendermi un attimo prima di iniziare a scoparla. Chiaramente davo le spalle al pc, quindi non potevo vedere ciò che la ragazza era intenta a fare. Barbara ansimava e si bagnava sempre più. Probabilmente fu lei a notare qualcosa: “guarda che la tua amica ha voglia” disse “secondo me è ora di darle il cazzo”. Mi girai di scatto verso il monitor: la ragazza sventagliava un grosso dildo blu, quasi ad indicare “adesso è ora di infilare”.
Feci sistemare Barbara ed iniziai a penetrarla standole sopra. La ragazza leccò rapidamente il dildo per lubrificarlo e se lo infilò tra le gambe, sobbalzando leggermente sulla sedia.
Alternavo sguardi alla donna con cui stavo facendo sesso a sguardi tutt’altro che fugaci al computer per ammirare quella bellezza appena conosciuta. Più aumentavo il ritmo io, più lo aumentava lei con il suo giocattolino, più io lo rallentavo, più lo rallentava anche lei. Iniziava a godere, con l’altra mano si strizzava le tette, le espressioni del viso certificavano che stava venendo. Pure Barbara stava venendo per l’ennesima volta. Così decisi che una bella venuta in contemporanea alle due ragazze sarebbe stato il coronamento del rapporto. Accelerai il ritmo, qualche spinta, poi mi liberai. Lasciai partire una bella spruzzata dentro a Barbara, che ansimando disse “fagliela vedere, altrimenti non gode… dalle la sborra.. muoviti”. Lo feci uscire dalla vagina e glielo avvicinai alle labbra. Subito estrasse la lingua e guardano il video iniziò a leccarmi la cappella, ripulendo tutto lo sperma rimasto attaccato. Diede anche un paio di colpi di mano per vedere se ne usciva ancora. Poi soddisfatta, sempre guardando la cam, disse “sarai pure molto più figa di me, ma la sborra l’ho presa io dal vivo. Troia!”
Inutile dire che mi aveva stupito anche quella sera. La ragazza sparì nel nulla, Barbara ed io ci ripulimmo e poco dopo ricominciammo a scopare. Come tutte le altre sere. Senza mai più toccare quell’argomento.
 
Terminata la vacanza dei miei genitori, terminato il periodo di casa libera, quindi ripiantai il campo base a casa di Barbara.
Decisi però di prendermi un sabato sera libero, in effetti erano quasi due mesi che non uscivo con gli amici di sempre, nonostante ci sentissimo spesso.
Ovviamente le loro domande non si focalizzavano sul “come stai? Come te la passi? Che novità ci sono?”, quanto più sul “allora che avete combinato? Quanto è porca? Ti prende?”.
Risposi con fare da esperto-navigato a quasi tutte le domande, alla fine non facendo nomi non avrebbero mai potuto sapere con chi mi stavo frequentando. Inoltre non erano ancora così diffusi gli smartphone, quindi nessuno chiedeva di vedere fotografie (che in ogni caso non avrei mostrato).
Diciamo l’ero che gli amici rimasero di stucco nel l’omento in cui raccontai l’esperienza di sesso in webcam. Anzi, son sicuro che uno di loro non si sia allontanato per andare in bagno causa bisogno fisiologico, quanto più per svuotarsi in altro modo.
Rincasai, e nei giardinetti vicino a casa mia c’era una coppietta di ragazzini che limonavano duro. Dal balcone della mia camera si potevano osservare nella penombra i loro corpi, avvinghiati su quella panchina, mentre si accarezzavano. Non si sentivano bene i dialoghi, ma gli schioccamenti delle lingue e qualche piccolo godimento da parte di lei erano facilmente riconoscibili.
In effetti poco dopo si videro i corpi che da seduti iniziarono a sdraiarsi prima sulla panca, poi nell’erba.. credo che i loro vestiti siano volati via in un lampo, tant’è che al momento iniziarono a distinguersi bene le ansimate di lei.
Nel mentre realizzai che mi mancava qualcosa.. o qualcuno. Volevo essere io al posto di quel ragazzo.. era in effetti la prima sera in circa 2 mesi che rimanevo senza sesso. Prima o poi si fanno i conti con la realtà.. ed in effetti Barbara, almeno dal punto di vista sessuale, quella sera mi mancava.
Siccome non volevo esser troppo romanticone, anche per non crearle eccessive illusioni su un mio cambio di prospettive, non le mandai nessun sms quella notte.
Le telefonai direttamente in tarda mattinata, dicendole semplicemente che avrei voluto vederla. Anche subito se avesse voluto. Mi disse che era in procinto di iniziare a lavorare, ed in maniera seccata, che mi sarei dovuto alzare prima e nel caso chiamarla subito, ma se fosse stata solo ed esclusivamente una richiesta di sesso mi sarei anche potuto fare una sega. Le lascia terminare lo sfogo, poi le dissi che se avesse cambiato idea sarei stato disponibile ad andar fuori a cena la sera stessa. Senza forzature.
Mi riattaccó il telefono in faccia, poi più nulla.
Trascorsi ovviamente il pomeriggio in piscina, un po’ pensieroso in quanto temevo che il mio giocattolino si fosse rotto, che non avrei più potuto dar sfogo ai miei istinti sessuali a mio piacimento.
Fu intorno alle 19, quando mi alzai dal lettino per andare in doccia che vidi Barbara seduta al tavolino del bar con Sara. Decisi allora di avvicinarmi. Salutai le due ragazze ed in modo un po’ sorpreso per la sua presenza le chiesi “e che ci fai qui?”.
Sara mi guardó malissimo, mentre Barbara rispose “mi hai detto che mi avresti portato fuori a cena. Sei tu che sei in ritardo..devi ancora lavarti. E qui non posso darti una mano, non mi fanno entrare nello spogliatoio maschile”.
Sara ingurgitó in un fiato il bicchiere di prosecco, come a dire “se entri in quello spogliatoio non te ne scappa uno..”. Più o meno pensai la stessa cosa, ma dal momento che mi aveva sorpreso la sua presenza, quasi a volersi riappacificare, preferii stare zitto.
Risposi allora che avrei fatto in pochissimo tempo, anzi, se avessero gradito un aperitivo gliel’avrei offerto volentieri. In doccia faticavo a nascondere la felicità nell’averla rivista, la gioia di uscire e star con lei con la speranza di concludere bene la serata. Ma… quando tornai al bar, le ragazze erano sparite. Provai a contattarla telefonicamente, ma niente. Rimasi di stucco, anzi di merda.
Decisi così di tornare a casa, sorpreso di questo suo comportamento. Solo poco dopo essermi seduto a tavola con la famiglia per la cena arrivó un suo messaggio. “Ti aspetto.. alle 21 da me.. ti voglio”.
Inutile negare che l’erezione non avuta in doccia si manifestó fortunatamente sotto al tavolo. In 30 secondi ero di nuovo pronto ad uscire per raggiungerla.
Arrivato a casa sua suonai il campanello una decina di volte. Nessuna risposta. Iniziai a telefonarle. Nessuna risposta. Alternai citofonate e telefonate, finché alcuni pensieri negativi iniziarono a manifestarsi nella mia mente. Pensavo fosse accaduto qualcosa di brutto, che non si fosse sentita bene e che essendo sola in casa potesse esser in pericolo. Non volevo però allo stesso tempo citofonare a qualche condomino impiccione, così rimasi in auto pronto a scendere nel caso si fosse aperto il portone, per intrufolarmi e provare ad entrare in casa sua.
Era passata quasi un’ora, ormai mi ero rassegnato. Stavo quasi per raggiungere qualche amico in giro in qualche pub.. quando all’improvviso spuntarono i fari di un’auto che si fermó davanti a casa sua. Pochi secondi e Barbara scese, piegandosi poi leggermente per salutare. Non riuscii a vedere il conducente di quell’auto, anzi, forse non fui nemmeno in grado di riconoscere marca e modello.
Mentre Barbara si accingeva ad aprire il portone balzai giù dalla mia macchina e le corsi incontro, dicendole che io ero stato puntualissimo. Lei, fredda come non lo era mai stata, mi disse di seguirla.
Entrai in casa sua in un silenzio strano, in un contesto che aveva dell’inverosimile. Lei appoggió la borsetta sul cassettone dell’ingresso, si sfiló i sandali e si rifugiò prima in bagno, poi in camera da letto. Io rimasi in piedi nell’ingresso, immobile, quasi timoroso. Solo dopo qualche minuto di rigoroso silenzio si affacció dalla porta della camera. Si era cambiata i vestiti e sempre a piedi nudi mi venne incontro dicendomi “ma che fai impalato? Mica è la prima volta che entri in casa mia, sii un po’ più sciolto”. Le afferrai una mano, la tirai a me e guardandola serio negli occhi dissi “ma io e te non dovevamo andare a cena?”
“Ecco, subito a rompere i coglioni, magari vorresti anche sapere dove e con chi ero” rispose.
“Mi duole ammetterlo, ma mi sei mancata. E vederti scendere da un’auto che non conosco mi ha frenato”
“Ecco, tieniti il dubbio, così sai cosa provo io per te”. Poi mi bació appassionatamente, con le lingue che si intrecciavano e le mani che si muovevano sui nostri corpi che piano piano si liberavano dei vestiti.
La accompagnai delicatamente sul letto, si distese ed allargó le gambe, così da farmi entrare. Non appena mi appoggiai sopra di lei prese il mio viso tra le mani ed esplose in un “ti amo”.
“Io no” le risposi secco. “Non sono ancora pronto, non l’ho mai detto a nessuna. Ma mi sei mancata. Accontentati di questo”.
Iniziai allora a spingere con intensità e forza, cercando di andare sempre più in profondità, quasi anche a volerle provocare dolore. Lei nel mentre ansimava e godeva, sentivo che si bagnava sempre di più; affondando poi le unghie nella mia schiena. Qualche urlo acuto dei suoi e nel mentre io le esplosi dentro. Eravamo venuti insieme, quello che era da sempre il suo desiderio più grande.
Mi ribaltai al suo fianco, mentre cercavo di abbracciarla. Lei si spostò leggermente e mi disse “sono distrutta”. Cercai allora semplicemente di accarezzarla, di farle qualche coccola. Mi lasció fare, ma senza dire nulla. Finché poco dopo si alzò per andare in bagno a pulirsi, non prima di avermi fatto notare che avevo sporcato il letto. “Come sempre se non ne fai tanta, non sei contento” disse allontanandosi.
Tornó nel giro di un paio di minuti e sedutasi sul letto di fronte a me disse “ma si può sapere cosa vuoi? Cosa cerchi in me? Non mi ami, non vuoi stare insieme, quasi non vuoi farti vedere in giro con me, poi però mi rinfacci che non ci sono quando vuoi venire a svuotarti”. Rimasi in silenzio, quasi come il bambino che veniva rimproverato dalla mamma perché ne aveva combinata una grossa. “Pensi che i problemi si risolvano invitandomi a cena, poi però te ne stai in piscina tutto il giorno a farti i cazzi tuoi, vengo lì per caso e con fare da divo ti avvicini credendo che sia ai tuoi piedi davanti alla gente che frequenti”.
Ecco, in quel momento iniziai un po’ a spazientirmi. “Se non ti andava di uscire a cena bastava dirlo, per il resto, se ti fanno entrare al circolo, per me puoi fare quel che vuoi. Però non forzarmi ad amarti, era chiaro fin dall’inizio che non sarebbe stato possibile. E poi io non sono in grado di legarmi, sono un insensibile”.
Fu proprio in quell’istante che mi diede uno schiaffo sul viso. Mi alzai di scatto girando intorno al letto, per andare dalla sua parte. Subito, temendo che la mia reazione potesse essere violenta, si rifugiò al centro del letto, quasi coprendosi con il lenzuolo. Montai di nuovo sul letto, le afferrai le caviglie e la tirai verso il bordo. La girai e le diedi un schiaffetto sul sedere, un po’ più debole di quelli che si danno quando la donna è a pecorina per intenderci.
“Che fai, alzi le mani adesso?” Disse quasi piangendo.
Non proferii parola. Semplicemente mi posizionai sopra di lei ed aprendole i glutei posizionai il pene tra le chiappe. Piano piano l’eccitazione aumentò, ed anche le dimensioni del membro. Iniziai a spingere per farlo entrare, lei disse “stronzo! Ma fai pure, mi piace scopare, è il mio punto debole”.
La penetrai sia in figa che in culo, terminando il tutto con un bel facial.
Passrono i giorni e le settimane, il copione fu sempre quello.. poi terminata l’estate ed iniziate le prime sere di autunno, più o meno agli inizi di ottobre una sera trovai il coraggio.
Le dissi che se voleva troncare con me era libera di farlo. Ma che comunque a mio modo non mi ero solo divertito, ma qualcosa di lei dentro me era rimasto.
Non ci vedemmo mai più da quella sera.
Ogni tanto ripenso a quell’estate, a quelle notti di sesso, immagino quale sarebbe la reazione di entrambi nel caso dovessimo anche solo incrociare i nostri sguardi per caso. E se per caso potesse o dovesse succedere qualcosa.
Non so se mi tirerei indietro dal momento che ho una compagna stabile da anni ed una figlia, o se potrei cedere ad un “richiamino”, nonostante il tempo sia passato per entrambi (e lei comunque ha sempre quei circa 13 anni più di me”..
 
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