Esperienza reale Buon vicinato

V3n3x1an

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Quello che segue è un fatto accadutomi un paio di settimane fa, una notte mentre rincasavo da una serata tra amici.
Ho trentacinque anni e vivo in una piccola casa a schiera, casa… È più un appartamento su più piani, viste le ridotte dimensioni, in un contesto abitativo pensato principalmente per single o coppie; accesso in comune, ma ogni soluzione abitativa è a se.
Mentre rientravo verso le due di notte, ho visto uno dei garage aperti e con la luce accesa. Era quello delle ultime arrivare, madre e figlia trasferitesi qualche mese prima dell’inizio della pandemia. So poco di loro, vuoi per l’isolamento, vuoi per il lavoro o i ritmi di vita differenti; infatti, in due anni e mezzo ci siamo solo scambiati qualche fugace saluto. Ciò che mi era stato detto da altri vicini è che si trattava di una madre sulla cinquantina separata e sua figlia, una ragazza di circa venticinque anni.
Entrando mi è venuto spontaneo buttare l’occhio, vista l’ora, per verificare fossero loro e fosse tutto ok. Il mio sguardo si incrociò con la madre, che vendendomi si illuminò e mi venne incontro dicendomi “grazie a Dio, scusami, mi daresti una mano? Mia figlia non è a casa e si è portata via le chiavi della porta esterna, sto provano ad entrare dalla porta che abbiamo in garage, ma sembra essersi bloccata. Mi aiuti?”.
Quella che mi chiedeva aiuto era una donna alta, mora, con occhi chiari, leggermente in carne, con un seno che definirei una quarta quasi quinta. Era vestita con un abito leggero lungo fino al ginocchio e una scollatura vertiginosa, uno di quei capi estivi leggeri a metà tra l’elegante e il volgare. Forse notando il mio sguardo sul suo abito e quanto metteva in risalto, mi spiegò che, di tanto in tanto, le capitava di concedersi una serata tra amiche ed era un’occasione per vestirsi in modo un pochino “più carino”.
Iniziai a metter mano sulla porta che sembra non volerne sapere di aprirsi più del centimetro che già era riuscita ad ottenere la mia vicina.
Parliamo di una sera estiva di quella che sembra essere una delle più caldi estati di sempre, dopo qualche minuto stavo già morendo di caldo e quindi ho optato per togliermi la camicia, sia per non trovarmi in un bagno di sudore, sia per non rovinarmi la camicia.
Avendo un fisico normale, senza addominali scolpiti o muscoli in rilievo, perciò le dissi “perdona la vista, non è chissà cosa, ma fa caldo e comunque non vorrei rovinare la camicia” al che la mia vicina risponde “ma sei un bel ragazzo, figurati e grazie, mi dispiace farti lavorare a quest’ora, ma veramente ero disperata, mia figlia dorme dal suo ragazzo e mi seccava suonare a qualcuno, vista l’ora”.
Vuoi per il seno della mia vicina così messo in mostra, vuoi per l’astinenza o qualche bicchiere in più da parte di entrambi, da quel momento iniziò un botta e risposta fatto per stuzzicarsi e sondare il terreno.
Le risposi “no, ti prego, non farmi complimenti che poi mi monto la testa” al quale ribatte con un “addirittura, sei giovane e bello, chissà quante te lo dicono.. o sei fidanzato?”. Mentre continuavo a tirare e far leva per sbloccare la porta, la serie di batti e ribatti ci portò ad un mio “già fa caldo, ti prego, non piegarti così ti esce tutto e non capisco più nulla”, mentre piegata cercava nella cassetta degli attrezzi qualcosa che potesse aiutarmi. Lei rispose qualcosa come “cavoli, pensavo mi fosse uscito qualcosa!”, il mio “no, no, non è uscito nulla… purtroppo! Ahahah. Scherzo” temevo fosse stato un eccesso di confidenza, però lei non mi diede il tempo di pensalo fino in fondo rispondendo “Ahahah se apri la porta mostro tutto!” detto come battuta.
Dopo una decina di minuti a far leva e tirare, trovato il problema, riuscii a sbloccare del tutto la porta. Mi sentivo la versione economica di MacGyver e mentre mi continuava a riempire di grazie, mi sono diretto verso il portone. Arrivato sull’uscio mi sono girato e le ho detto indicandole la scollatura “nonostante la distrazione, sono riuscito” al che lei rispose “ti hanno distratto tanto?”, “oddio, mi avevi promesso di mostrarle maggiormente, quello mi avrebbe distratto molto di più”.
Il suo volto assunse un’espressione tra il serio e il dispiaciuto e mi disse: “ma siamo vicini di casa, non è appropriato purtroppo e poi se qualcuno ci vede…”. Capii che, giocandomela bene, ero sulla strada giusta. “Si siamo vicini, ma è una cosa che resta tra di noi e poi sono le due e mezza, basta tirar giù un attimo il portone, ma se non vuoi…”, al che ribatté “non ho detto che non voglio…ok, dai, ma solo un attimo” facendomi cenno di tirare giù il portone.
Si avvicinò e mentre si stava per accingere ad allargare la scollatura mi disse “resta tra noi vero?” bloccando il suo gesto in attesa di una mia risposta. “Logico! Resta tra noi, ma lascia che le tiri fuori io” mentre dico questo allungo le mani verso la scollatura di una vicina che, durate il giorno non attirava minimamente la mia attenzione, figuriamoci le mie fantasie, ma quella sera mi eccitava da morire.
Feci uscire il premo seno, enorme, mentre lo stringevo la guardavo, lei ricambiava lo sguardo morendosi il labbro inferiore e con occhi leggermente socchiusi che facevano trasparire eccitazione e desiderio. Più stringevo e mettevo foga nel gesto, più lei inarcava la schiena e respirava profondamente. Avevo entrambi i suoi seni davanti a me, aureole grandi e piccoli capezzoli turgidi che guardavo solo per un istante, così da non distogliere troppo lo sguardo da lei che mi guardava e sembrava dirmi “continua, fai altro”. La barriera è crollata, prendo e mi fiondo con la bocca sulle sue tette. Lecco, succhio, mordo, mentre lei ansima e con la mano spinge e dirige la mia testa come ad invitarmi a metterci ancora più foga e non smettere e mentre le mie mani stringono il suo culo pieno e morbido.
Mi trovo davanti una milf vogliosa, completamente alla mia mercé. Appena mi stacco dal suo seno, mi si avvicina e mi infila la lingua in bocca e con le mani entra nei miei pantaloni; faccio altrettanto con lei, alzo il suo vestito e le infilo una mano tra le gambe. Scosto un intimo già fradicio e inizio a masturbarla mentre baciandola la avvicino alla parete. Mentre mi sega mi gioco il tutto per tutto… La giro improvvisamente, le alzo il vestito, le abbasso le mutande e mi avvicino per prenderla da dietro. Lei si piega leggermente in avanti, ma resta sorpresa quando sente che sto cercando di entrare nel suo culo, non dove mi aspettava. Sussulta, mi dice di aspettare, ma io sono ormai ormai pronto per entrare ed inizio a spingere, dopo qualche secondo di sua resistenza, mi lascia entrare.
Comincio a pompare dando schiaffi ad un culo grande che segue il mio tempo. Lei gode ma cerca comunque di non far troppo rumore. Dopo alcuni minuti, mi sfilo, la giro nuovamente e ricomincio a baciarla e a dedicarmi a quelle tettoie che avevano tanto attirato la mia attenzione all’inizio di tutto.
Lei lo prende in mano e, appoggiandosi alla macchina apre bene le gambe. Ad ogni affondo, balla tutto e il suo volto non nasconde il piacere. Completamente depilata, bagnata, carnosa e morbida, si penetrava con un piacere che raramente ho provato. Lei, estremamente eccitata, dopo pochi minuti e viene.
Mi sfilo, sento che sono prossimo, le metto una mano dietro la testa e la guido verso il basso; lei si inginocchia e lo prende in bocca. Lecca e succhia. Tirandole i capelli le tiro leggermente indietro la testa e le vengo in faccia. La sentivo completamente mia… disposta a farsi fare di tutto.
Lecco ogni goccia, sia dal mio cazzo, sia dalle sue dita, dopo averle passate sul viso per pulirsi da tutto ciò che le avevo dato. Mi guarda e sorride leccandosi le labbra per pulirle.
Ricompostasi mi invitò nuovamente a mantenere tutto tra di noi. Io la rassicurai e mi congedai da lei.
Sono passate alcune settimane da allora e, almeno per le prime volte che ci saremmo incrociatii, mi sarei aspettato dell’imbarazzo. Invece tutto torno alla normalità da subito, fino a ieri quando, mentre uscivo sono passato davanti al suo garage mentre rincasava e al mio saluto ha risposto: “ciao! Ho la porta che fa ancora i capricci, quando puoi verresti a darci un’occhiata?” io ho riposo “volentieri” e lei ha integrato con un “se passi il sabato, mia figlia è via, ma non ti preoccupare, trovi me”.
Bello aiutarsi tra vicini.
 

Rosslu88

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Quello che segue è un fatto accadutomi un paio di settimane fa, una notte mentre rincasavo da una serata tra amici.
Ho trentacinque anni e vivo in una piccola casa a schiera, casa… È più un appartamento su più piani, viste le ridotte dimensioni, in un contesto abitativo pensato principalmente per single o coppie; accesso in comune, ma ogni soluzione abitativa è a se.
Mentre rientravo verso le due di notte, ho visto uno dei garage aperti e con la luce accesa. Era quello delle ultime arrivare, madre e figlia trasferitesi qualche mese prima dell’inizio della pandemia. So poco di loro, vuoi per l’isolamento, vuoi per il lavoro o i ritmi di vita differenti; infatti, in due anni e mezzo ci siamo solo scambiati qualche fugace saluto. Ciò che mi era stato detto da altri vicini è che si trattava di una madre sulla cinquantina separata e sua figlia, una ragazza di circa venticinque anni.
Entrando mi è venuto spontaneo buttare l’occhio, vista l’ora, per verificare fossero loro e fosse tutto ok. Il mio sguardo si incrociò con la madre, che vendendomi si illuminò e mi venne incontro dicendomi “grazie a Dio, scusami, mi daresti una mano? Mia figlia non è a casa e si è portata via le chiavi della porta esterna, sto provano ad entrare dalla porta che abbiamo in garage, ma sembra essersi bloccata. Mi aiuti?”.
Quella che mi chiedeva aiuto era una donna alta, mora, con occhi chiari, leggermente in carne, con un seno che definirei una quarta quasi quinta. Era vestita con un abito leggero lungo fino al ginocchio e una scollatura vertiginosa, uno di quei capi estivi leggeri a metà tra l’elegante e il volgare. Forse notando il mio sguardo sul suo abito e quanto metteva in risalto, mi spiegò che, di tanto in tanto, le capitava di concedersi una serata tra amiche ed era un’occasione per vestirsi in modo un pochino “più carino”.
Iniziai a metter mano sulla porta che sembra non volerne sapere di aprirsi più del centimetro che già era riuscita ad ottenere la mia vicina.
Parliamo di una sera estiva di quella che sembra essere una delle più caldi estati di sempre, dopo qualche minuto stavo già morendo di caldo e quindi ho optato per togliermi la camicia, sia per non trovarmi in un bagno di sudore, sia per non rovinarmi la camicia.
Avendo un fisico normale, senza addominali scolpiti o muscoli in rilievo, perciò le dissi “perdona la vista, non è chissà cosa, ma fa caldo e comunque non vorrei rovinare la camicia” al che la mia vicina risponde “ma sei un bel ragazzo, figurati e grazie, mi dispiace farti lavorare a quest’ora, ma veramente ero disperata, mia figlia dorme dal suo ragazzo e mi seccava suonare a qualcuno, vista l’ora”.
Vuoi per il seno della mia vicina così messo in mostra, vuoi per l’astinenza o qualche bicchiere in più da parte di entrambi, da quel momento iniziò un botta e risposta fatto per stuzzicarsi e sondare il terreno.
Le risposi “no, ti prego, non farmi complimenti che poi mi monto la testa” al quale ribatte con un “addirittura, sei giovane e bello, chissà quante te lo dicono.. o sei fidanzato?”. Mentre continuavo a tirare e far leva per sbloccare la porta, la serie di batti e ribatti ci portò ad un mio “già fa caldo, ti prego, non piegarti così ti esce tutto e non capisco più nulla”, mentre piegata cercava nella cassetta degli attrezzi qualcosa che potesse aiutarmi. Lei rispose qualcosa come “cavoli, pensavo mi fosse uscito qualcosa!”, il mio “no, no, non è uscito nulla… purtroppo! Ahahah. Scherzo” temevo fosse stato un eccesso di confidenza, però lei non mi diede il tempo di pensalo fino in fondo rispondendo “Ahahah se apri la porta mostro tutto!” detto come battuta.
Dopo una decina di minuti a far leva e tirare, trovato il problema, riuscii a sbloccare del tutto la porta. Mi sentivo la versione economica di MacGyver e mentre mi continuava a riempire di grazie, mi sono diretto verso il portone. Arrivato sull’uscio mi sono girato e le ho detto indicandole la scollatura “nonostante la distrazione, sono riuscito” al che lei rispose “ti hanno distratto tanto?”, “oddio, mi avevi promesso di mostrarle maggiormente, quello mi avrebbe distratto molto di più”.
Il suo volto assunse un’espressione tra il serio e il dispiaciuto e mi disse: “ma siamo vicini di casa, non è appropriato purtroppo e poi se qualcuno ci vede…”. Capii che, giocandomela bene, ero sulla strada giusta. “Si siamo vicini, ma è una cosa che resta tra di noi e poi sono le due e mezza, basta tirar giù un attimo il portone, ma se non vuoi…”, al che ribatté “non ho detto che non voglio…ok, dai, ma solo un attimo” facendomi cenno di tirare giù il portone.
Si avvicinò e mentre si stava per accingere ad allargare la scollatura mi disse “resta tra noi vero?” bloccando il suo gesto in attesa di una mia risposta. “Logico! Resta tra noi, ma lascia che le tiri fuori io” mentre dico questo allungo le mani verso la scollatura di una vicina che, durate il giorno non attirava minimamente la mia attenzione, figuriamoci le mie fantasie, ma quella sera mi eccitava da morire.
Feci uscire il premo seno, enorme, mentre lo stringevo la guardavo, lei ricambiava lo sguardo morendosi il labbro inferiore e con occhi leggermente socchiusi che facevano trasparire eccitazione e desiderio. Più stringevo e mettevo foga nel gesto, più lei inarcava la schiena e respirava profondamente. Avevo entrambi i suoi seni davanti a me, aureole grandi e piccoli capezzoli turgidi che guardavo solo per un istante, così da non distogliere troppo lo sguardo da lei che mi guardava e sembrava dirmi “continua, fai altro”. La barriera è crollata, prendo e mi fiondo con la bocca sulle sue tette. Lecco, succhio, mordo, mentre lei ansima e con la mano spinge e dirige la mia testa come ad invitarmi a metterci ancora più foga e non smettere e mentre le mie mani stringono il suo culo pieno e morbido.
Mi trovo davanti una milf vogliosa, completamente alla mia mercé. Appena mi stacco dal suo seno, mi si avvicina e mi infila la lingua in bocca e con le mani entra nei miei pantaloni; faccio altrettanto con lei, alzo il suo vestito e le infilo una mano tra le gambe. Scosto un intimo già fradicio e inizio a masturbarla mentre baciandola la avvicino alla parete. Mentre mi sega mi gioco il tutto per tutto… La giro improvvisamente, le alzo il vestito, le abbasso le mutande e mi avvicino per prenderla da dietro. Lei si piega leggermente in avanti, ma resta sorpresa quando sente che sto cercando di entrare nel suo culo, non dove mi aspettava. Sussulta, mi dice di aspettare, ma io sono ormai ormai pronto per entrare ed inizio a spingere, dopo qualche secondo di sua resistenza, mi lascia entrare.
Comincio a pompare dando schiaffi ad un culo grande che segue il mio tempo. Lei gode ma cerca comunque di non far troppo rumore. Dopo alcuni minuti, mi sfilo, la giro nuovamente e ricomincio a baciarla e a dedicarmi a quelle tettoie che avevano tanto attirato la mia attenzione all’inizio di tutto.
Lei lo prende in mano e, appoggiandosi alla macchina apre bene le gambe. Ad ogni affondo, balla tutto e il suo volto non nasconde il piacere. Completamente depilata, bagnata, carnosa e morbida, si penetrava con un piacere che raramente ho provato. Lei, estremamente eccitata, dopo pochi minuti e viene.
Mi sfilo, sento che sono prossimo, le metto una mano dietro la testa e la guido verso il basso; lei si inginocchia e lo prende in bocca. Lecca e succhia. Tirandole i capelli le tiro leggermente indietro la testa e le vengo in faccia. La sentivo completamente mia… disposta a farsi fare di tutto.
Lecco ogni goccia, sia dal mio cazzo, sia dalle sue dita, dopo averle passate sul viso per pulirsi da tutto ciò che le avevo dato. Mi guarda e sorride leccandosi le labbra per pulirle.
Ricompostasi mi invitò nuovamente a mantenere tutto tra di noi. Io la rassicurai e mi congedai da lei.
Sono passate alcune settimane da allora e, almeno per le prime volte che ci saremmo incrociatii, mi sarei aspettato dell’imbarazzo. Invece tutto torno alla normalità da subito, fino a ieri quando, mentre uscivo sono passato davanti al suo garage mentre rincasava e al mio saluto ha risposto: “ciao! Ho la porta che fa ancora i capricci, quando puoi verresti a darci un’occhiata?” io ho riposo “volentieri” e lei ha integrato con un “se passi il sabato, mia figlia è via, ma non ti preoccupare, trovi me”.
Bello aiutarsi tra vicini.
Stupendo, ma una foto della vicina si può vedere per farci un idea?
 

giussa

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Quello che segue è un fatto accadutomi un paio di settimane fa, una notte mentre rincasavo da una serata tra amici.
Ho trentacinque anni e vivo in una piccola casa a schiera, casa… È più un appartamento su più piani, viste le ridotte dimensioni, in un contesto abitativo pensato principalmente per single o coppie; accesso in comune, ma ogni soluzione abitativa è a se.
Mentre rientravo verso le due di notte, ho visto uno dei garage aperti e con la luce accesa. Era quello delle ultime arrivare, madre e figlia trasferitesi qualche mese prima dell’inizio della pandemia. So poco di loro, vuoi per l’isolamento, vuoi per il lavoro o i ritmi di vita differenti; infatti, in due anni e mezzo ci siamo solo scambiati qualche fugace saluto. Ciò che mi era stato detto da altri vicini è che si trattava di una madre sulla cinquantina separata e sua figlia, una ragazza di circa venticinque anni.
Entrando mi è venuto spontaneo buttare l’occhio, vista l’ora, per verificare fossero loro e fosse tutto ok. Il mio sguardo si incrociò con la madre, che vendendomi si illuminò e mi venne incontro dicendomi “grazie a Dio, scusami, mi daresti una mano? Mia figlia non è a casa e si è portata via le chiavi della porta esterna, sto provano ad entrare dalla porta che abbiamo in garage, ma sembra essersi bloccata. Mi aiuti?”.
Quella che mi chiedeva aiuto era una donna alta, mora, con occhi chiari, leggermente in carne, con un seno che definirei una quarta quasi quinta. Era vestita con un abito leggero lungo fino al ginocchio e una scollatura vertiginosa, uno di quei capi estivi leggeri a metà tra l’elegante e il volgare. Forse notando il mio sguardo sul suo abito e quanto metteva in risalto, mi spiegò che, di tanto in tanto, le capitava di concedersi una serata tra amiche ed era un’occasione per vestirsi in modo un pochino “più carino”.
Iniziai a metter mano sulla porta che sembra non volerne sapere di aprirsi più del centimetro che già era riuscita ad ottenere la mia vicina.
Parliamo di una sera estiva di quella che sembra essere una delle più caldi estati di sempre, dopo qualche minuto stavo già morendo di caldo e quindi ho optato per togliermi la camicia, sia per non trovarmi in un bagno di sudore, sia per non rovinarmi la camicia.
Avendo un fisico normale, senza addominali scolpiti o muscoli in rilievo, perciò le dissi “perdona la vista, non è chissà cosa, ma fa caldo e comunque non vorrei rovinare la camicia” al che la mia vicina risponde “ma sei un bel ragazzo, figurati e grazie, mi dispiace farti lavorare a quest’ora, ma veramente ero disperata, mia figlia dorme dal suo ragazzo e mi seccava suonare a qualcuno, vista l’ora”.
Vuoi per il seno della mia vicina così messo in mostra, vuoi per l’astinenza o qualche bicchiere in più da parte di entrambi, da quel momento iniziò un botta e risposta fatto per stuzzicarsi e sondare il terreno.
Le risposi “no, ti prego, non farmi complimenti che poi mi monto la testa” al quale ribatte con un “addirittura, sei giovane e bello, chissà quante te lo dicono.. o sei fidanzato?”. Mentre continuavo a tirare e far leva per sbloccare la porta, la serie di batti e ribatti ci portò ad un mio “già fa caldo, ti prego, non piegarti così ti esce tutto e non capisco più nulla”, mentre piegata cercava nella cassetta degli attrezzi qualcosa che potesse aiutarmi. Lei rispose qualcosa come “cavoli, pensavo mi fosse uscito qualcosa!”, il mio “no, no, non è uscito nulla… purtroppo! Ahahah. Scherzo” temevo fosse stato un eccesso di confidenza, però lei non mi diede il tempo di pensalo fino in fondo rispondendo “Ahahah se apri la porta mostro tutto!” detto come battuta.
Dopo una decina di minuti a far leva e tirare, trovato il problema, riuscii a sbloccare del tutto la porta. Mi sentivo la versione economica di MacGyver e mentre mi continuava a riempire di grazie, mi sono diretto verso il portone. Arrivato sull’uscio mi sono girato e le ho detto indicandole la scollatura “nonostante la distrazione, sono riuscito” al che lei rispose “ti hanno distratto tanto?”, “oddio, mi avevi promesso di mostrarle maggiormente, quello mi avrebbe distratto molto di più”.
Il suo volto assunse un’espressione tra il serio e il dispiaciuto e mi disse: “ma siamo vicini di casa, non è appropriato purtroppo e poi se qualcuno ci vede…”. Capii che, giocandomela bene, ero sulla strada giusta. “Si siamo vicini, ma è una cosa che resta tra di noi e poi sono le due e mezza, basta tirar giù un attimo il portone, ma se non vuoi…”, al che ribatté “non ho detto che non voglio…ok, dai, ma solo un attimo” facendomi cenno di tirare giù il portone.
Si avvicinò e mentre si stava per accingere ad allargare la scollatura mi disse “resta tra noi vero?” bloccando il suo gesto in attesa di una mia risposta. “Logico! Resta tra noi, ma lascia che le tiri fuori io” mentre dico questo allungo le mani verso la scollatura di una vicina che, durate il giorno non attirava minimamente la mia attenzione, figuriamoci le mie fantasie, ma quella sera mi eccitava da morire.
Feci uscire il premo seno, enorme, mentre lo stringevo la guardavo, lei ricambiava lo sguardo morendosi il labbro inferiore e con occhi leggermente socchiusi che facevano trasparire eccitazione e desiderio. Più stringevo e mettevo foga nel gesto, più lei inarcava la schiena e respirava profondamente. Avevo entrambi i suoi seni davanti a me, aureole grandi e piccoli capezzoli turgidi che guardavo solo per un istante, così da non distogliere troppo lo sguardo da lei che mi guardava e sembrava dirmi “continua, fai altro”. La barriera è crollata, prendo e mi fiondo con la bocca sulle sue tette. Lecco, succhio, mordo, mentre lei ansima e con la mano spinge e dirige la mia testa come ad invitarmi a metterci ancora più foga e non smettere e mentre le mie mani stringono il suo culo pieno e morbido.
Mi trovo davanti una milf vogliosa, completamente alla mia mercé. Appena mi stacco dal suo seno, mi si avvicina e mi infila la lingua in bocca e con le mani entra nei miei pantaloni; faccio altrettanto con lei, alzo il suo vestito e le infilo una mano tra le gambe. Scosto un intimo già fradicio e inizio a masturbarla mentre baciandola la avvicino alla parete. Mentre mi sega mi gioco il tutto per tutto… La giro improvvisamente, le alzo il vestito, le abbasso le mutande e mi avvicino per prenderla da dietro. Lei si piega leggermente in avanti, ma resta sorpresa quando sente che sto cercando di entrare nel suo culo, non dove mi aspettava. Sussulta, mi dice di aspettare, ma io sono ormai ormai pronto per entrare ed inizio a spingere, dopo qualche secondo di sua resistenza, mi lascia entrare.
Comincio a pompare dando schiaffi ad un culo grande che segue il mio tempo. Lei gode ma cerca comunque di non far troppo rumore. Dopo alcuni minuti, mi sfilo, la giro nuovamente e ricomincio a baciarla e a dedicarmi a quelle tettoie che avevano tanto attirato la mia attenzione all’inizio di tutto.
Lei lo prende in mano e, appoggiandosi alla macchina apre bene le gambe. Ad ogni affondo, balla tutto e il suo volto non nasconde il piacere. Completamente depilata, bagnata, carnosa e morbida, si penetrava con un piacere che raramente ho provato. Lei, estremamente eccitata, dopo pochi minuti e viene.
Mi sfilo, sento che sono prossimo, le metto una mano dietro la testa e la guido verso il basso; lei si inginocchia e lo prende in bocca. Lecca e succhia. Tirandole i capelli le tiro leggermente indietro la testa e le vengo in faccia. La sentivo completamente mia… disposta a farsi fare di tutto.
Lecco ogni goccia, sia dal mio cazzo, sia dalle sue dita, dopo averle passate sul viso per pulirsi da tutto ciò che le avevo dato. Mi guarda e sorride leccandosi le labbra per pulirle.
Ricompostasi mi invitò nuovamente a mantenere tutto tra di noi. Io la rassicurai e mi congedai da lei.
Sono passate alcune settimane da allora e, almeno per le prime volte che ci saremmo incrociatii, mi sarei aspettato dell’imbarazzo. Invece tutto torno alla normalità da subito, fino a ieri quando, mentre uscivo sono passato davanti al suo garage mentre rincasava e al mio saluto ha risposto: “ciao! Ho la porta che fa ancora i capricci, quando puoi verresti a darci un’occhiata?” io ho riposo “volentieri” e lei ha integrato con un “se passi il sabato, mia figlia è via, ma non ti preoccupare, trovi me”.
Bello aiutarsi tra vicini.
Bellissimo e ben scritto, continua!
 

Rau169

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A detto che era caldo erano un po’ brilli può succedere
E poi c’è da dire che quella è una milf che vede uno giovane ci sta tutto dai
 

popp

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Quello che segue è un fatto accadutomi un paio di settimane fa, una notte mentre rincasavo da una serata tra amici.
Ho trentacinque anni e vivo in una piccola casa a schiera, casa… È più un appartamento su più piani, viste le ridotte dimensioni, in un contesto abitativo pensato principalmente per single o coppie; accesso in comune, ma ogni soluzione abitativa è a se.
Mentre rientravo verso le due di notte, ho visto uno dei garage aperti e con la luce accesa. Era quello delle ultime arrivare, madre e figlia trasferitesi qualche mese prima dell’inizio della pandemia. So poco di loro, vuoi per l’isolamento, vuoi per il lavoro o i ritmi di vita differenti; infatti, in due anni e mezzo ci siamo solo scambiati qualche fugace saluto. Ciò che mi era stato detto da altri vicini è che si trattava di una madre sulla cinquantina separata e sua figlia, una ragazza di circa venticinque anni.
Entrando mi è venuto spontaneo buttare l’occhio, vista l’ora, per verificare fossero loro e fosse tutto ok. Il mio sguardo si incrociò con la madre, che vendendomi si illuminò e mi venne incontro dicendomi “grazie a Dio, scusami, mi daresti una mano? Mia figlia non è a casa e si è portata via le chiavi della porta esterna, sto provano ad entrare dalla porta che abbiamo in garage, ma sembra essersi bloccata. Mi aiuti?”.
Quella che mi chiedeva aiuto era una donna alta, mora, con occhi chiari, leggermente in carne, con un seno che definirei una quarta quasi quinta. Era vestita con un abito leggero lungo fino al ginocchio e una scollatura vertiginosa, uno di quei capi estivi leggeri a metà tra l’elegante e il volgare. Forse notando il mio sguardo sul suo abito e quanto metteva in risalto, mi spiegò che, di tanto in tanto, le capitava di concedersi una serata tra amiche ed era un’occasione per vestirsi in modo un pochino “più carino”.
Iniziai a metter mano sulla porta che sembra non volerne sapere di aprirsi più del centimetro che già era riuscita ad ottenere la mia vicina.
Parliamo di una sera estiva di quella che sembra essere una delle più caldi estati di sempre, dopo qualche minuto stavo già morendo di caldo e quindi ho optato per togliermi la camicia, sia per non trovarmi in un bagno di sudore, sia per non rovinarmi la camicia.
Avendo un fisico normale, senza addominali scolpiti o muscoli in rilievo, perciò le dissi “perdona la vista, non è chissà cosa, ma fa caldo e comunque non vorrei rovinare la camicia” al che la mia vicina risponde “ma sei un bel ragazzo, figurati e grazie, mi dispiace farti lavorare a quest’ora, ma veramente ero disperata, mia figlia dorme dal suo ragazzo e mi seccava suonare a qualcuno, vista l’ora”.
Vuoi per il seno della mia vicina così messo in mostra, vuoi per l’astinenza o qualche bicchiere in più da parte di entrambi, da quel momento iniziò un botta e risposta fatto per stuzzicarsi e sondare il terreno.
Le risposi “no, ti prego, non farmi complimenti che poi mi monto la testa” al quale ribatte con un “addirittura, sei giovane e bello, chissà quante te lo dicono.. o sei fidanzato?”. Mentre continuavo a tirare e far leva per sbloccare la porta, la serie di batti e ribatti ci portò ad un mio “già fa caldo, ti prego, non piegarti così ti esce tutto e non capisco più nulla”, mentre piegata cercava nella cassetta degli attrezzi qualcosa che potesse aiutarmi. Lei rispose qualcosa come “cavoli, pensavo mi fosse uscito qualcosa!”, il mio “no, no, non è uscito nulla… purtroppo! Ahahah. Scherzo” temevo fosse stato un eccesso di confidenza, però lei non mi diede il tempo di pensalo fino in fondo rispondendo “Ahahah se apri la porta mostro tutto!” detto come battuta.
Dopo una decina di minuti a far leva e tirare, trovato il problema, riuscii a sbloccare del tutto la porta. Mi sentivo la versione economica di MacGyver e mentre mi continuava a riempire di grazie, mi sono diretto verso il portone. Arrivato sull’uscio mi sono girato e le ho detto indicandole la scollatura “nonostante la distrazione, sono riuscito” al che lei rispose “ti hanno distratto tanto?”, “oddio, mi avevi promesso di mostrarle maggiormente, quello mi avrebbe distratto molto di più”.
Il suo volto assunse un’espressione tra il serio e il dispiaciuto e mi disse: “ma siamo vicini di casa, non è appropriato purtroppo e poi se qualcuno ci vede…”. Capii che, giocandomela bene, ero sulla strada giusta. “Si siamo vicini, ma è una cosa che resta tra di noi e poi sono le due e mezza, basta tirar giù un attimo il portone, ma se non vuoi…”, al che ribatté “non ho detto che non voglio…ok, dai, ma solo un attimo” facendomi cenno di tirare giù il portone.
Si avvicinò e mentre si stava per accingere ad allargare la scollatura mi disse “resta tra noi vero?” bloccando il suo gesto in attesa di una mia risposta. “Logico! Resta tra noi, ma lascia che le tiri fuori io” mentre dico questo allungo le mani verso la scollatura di una vicina che, durate il giorno non attirava minimamente la mia attenzione, figuriamoci le mie fantasie, ma quella sera mi eccitava da morire.
Feci uscire il premo seno, enorme, mentre lo stringevo la guardavo, lei ricambiava lo sguardo morendosi il labbro inferiore e con occhi leggermente socchiusi che facevano trasparire eccitazione e desiderio. Più stringevo e mettevo foga nel gesto, più lei inarcava la schiena e respirava profondamente. Avevo entrambi i suoi seni davanti a me, aureole grandi e piccoli capezzoli turgidi che guardavo solo per un istante, così da non distogliere troppo lo sguardo da lei che mi guardava e sembrava dirmi “continua, fai altro”. La barriera è crollata, prendo e mi fiondo con la bocca sulle sue tette. Lecco, succhio, mordo, mentre lei ansima e con la mano spinge e dirige la mia testa come ad invitarmi a metterci ancora più foga e non smettere e mentre le mie mani stringono il suo culo pieno e morbido.
Mi trovo davanti una milf vogliosa, completamente alla mia mercé. Appena mi stacco dal suo seno, mi si avvicina e mi infila la lingua in bocca e con le mani entra nei miei pantaloni; faccio altrettanto con lei, alzo il suo vestito e le infilo una mano tra le gambe. Scosto un intimo già fradicio e inizio a masturbarla mentre baciandola la avvicino alla parete. Mentre mi sega mi gioco il tutto per tutto… La giro improvvisamente, le alzo il vestito, le abbasso le mutande e mi avvicino per prenderla da dietro. Lei si piega leggermente in avanti, ma resta sorpresa quando sente che sto cercando di entrare nel suo culo, non dove mi aspettava. Sussulta, mi dice di aspettare, ma io sono ormai ormai pronto per entrare ed inizio a spingere, dopo qualche secondo di sua resistenza, mi lascia entrare.
Comincio a pompare dando schiaffi ad un culo grande che segue il mio tempo. Lei gode ma cerca comunque di non far troppo rumore. Dopo alcuni minuti, mi sfilo, la giro nuovamente e ricomincio a baciarla e a dedicarmi a quelle tettoie che avevano tanto attirato la mia attenzione all’inizio di tutto.
Lei lo prende in mano e, appoggiandosi alla macchina apre bene le gambe. Ad ogni affondo, balla tutto e il suo volto non nasconde il piacere. Completamente depilata, bagnata, carnosa e morbida, si penetrava con un piacere che raramente ho provato. Lei, estremamente eccitata, dopo pochi minuti e viene.
Mi sfilo, sento che sono prossimo, le metto una mano dietro la testa e la guido verso il basso; lei si inginocchia e lo prende in bocca. Lecca e succhia. Tirandole i capelli le tiro leggermente indietro la testa e le vengo in faccia. La sentivo completamente mia… disposta a farsi fare di tutto.
Lecco ogni goccia, sia dal mio cazzo, sia dalle sue dita, dopo averle passate sul viso per pulirsi da tutto ciò che le avevo dato. Mi guarda e sorride leccandosi le labbra per pulirle.
Ricompostasi mi invitò nuovamente a mantenere tutto tra di noi. Io la rassicurai e mi congedai da lei.
Sono passate alcune settimane da allora e, almeno per le prime volte che ci saremmo incrociatii, mi sarei aspettato dell’imbarazzo. Invece tutto torno alla normalità da subito, fino a ieri quando, mentre uscivo sono passato davanti al suo garage mentre rincasava e al mio saluto ha risposto: “ciao! Ho la porta che fa ancora i capricci, quando puoi verresti a darci un’occhiata?” io ho riposo “volentieri” e lei ha integrato con un “se passi il sabato, mia figlia è via, ma non ti preoccupare, trovi me”.
Bello aiutarsi tra vicini.
Tienici informati....😉😉😉
 
OP
V

V3n3x1an

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sarò fortunato io, ma negli ultimi anni, sempre meno rifiutano il culo. Per alcune è un grande "no!", certo, ma per molte è un "vediamo" o "proviamo" e per altre fa parte del gioco. Più "rustica" è lei, più è facile sia l'ultima delle tre opzioni. Inoltre, in questi anni di Tinder o rimorchio via social, vi posso assicurare che culo e poi bocca, non è la cosa più "schifosa" che ho visto fare. 😅
Ci sono occasioni dove ti giochi il tutto per tutto con un "e se non va bene, amen! Non ho altro interessi se non quello di divertirmi al massimo ora", quindi normale, almeno per me, sfruttare al meglio l'occasione.
Ora so di avere una vicina accessibile, anche se, come vi ho scritto, nella routine non mi attira più di tanto... Ma buono a sapersi, in caso prolungata astinenza, come si dice: "in tempo di guerra, ogni buco è una trincea"
 

Rau169

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Turex07

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Grande, ti stimo molto ed attendo il racconto dell'incontro del sabato, poi ulteriori episodi se ce ne sono stati. Complimenti per la trama e per come la esponi.
 

leonx88

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sarò fortunato io, ma negli ultimi anni, sempre meno rifiutano il culo. Per alcune è un grande "no!", certo, ma per molte è un "vediamo" o "proviamo" e per altre fa parte del gioco. Più "rustica" è lei, più è facile sia l'ultima delle tre opzioni. Inoltre, in questi anni di Tinder o rimorchio via social, vi posso assicurare che culo e poi bocca, non è la cosa più "schifosa" che ho visto fare. 😅
Ci sono occasioni dove ti giochi il tutto per tutto con un "e se non va bene, amen! Non ho altro interessi se non quello di divertirmi al massimo ora", quindi normale, almeno per me, sfruttare al meglio l'occasione.
Ora so di avere una vicina accessibile, anche se, come vi ho scritto, nella routine non mi attira più di tanto... Ma buono a sapersi, in caso prolungata astinenza, come si dice: "in tempo di guerra, ogni buco è una trincea"
Confermo in pieno....alcune volte sono io a fermarle fosse per loro passerebbero dal culo alla bocca come niente tanto sono eccitate......
 

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