Racconto di fantasia Elena... di Troia (parte I)

pollicino1

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1. Premessa.

Una tresca incredibile tra una madre, un figlio e tre anziani amici che casualmente si incontrano su una spiaggia: è questa la trama della nuova storia che mi accingo a raccontare e che spero sia avvincente…

Innanzitutto, voglio però “presentarvi” la nostra famiglia... a cominciare da Elena, la genitrice.
La donna, è una sorta di sosia di Tina Cipollari, formosa e di circa 60 anni, capelli ricci e mossi che le scendono sulle spalle, occhi castani, alta 1 metro e 60 centimetri per 70 kg.
Si ritrova a "gestire" una splendida 5 misura di seno, ancora molto soda sebbene leggermente cadente verso il basso per via della sua massa considerevole, con grandi areole scure e a rilievo, e capezzoli grossi e carnosi.
Su un torace tanto possente, si fondano poi dei fianchi molto pronunciati, una pancia abbondante e in evidenza, e un grosso ombelico "aperto".
Più giù, un bel culone grosso, direi quasi "monumentale" ma armonioso, con un lieve accenno di cellulite, è ancora intonso sessualmente, e rende il tutto davvero molto sexy.
La fica è pelosissima: un bel triangolo nero che copre interamente monte di venere e grandi labbra, e una peluria più leggera che risale su fino all'ombelico…
Cosce grandi ma toniche, e un piedino piccolo (numero 37) ne completano la figura.
Caratterialmente, è molto pudica e timida, una casalinga dedita alla casa e al suo giovane ragazzo...

Angelo, dal canto suo, è il figlio unico di Elena, anche lui cicciottello, 30 anni, alto più o meno come la madre ma con un peso-forma che sfiora il quintale.
Occhi castani e capelli neri corti, ha dei pettorali decisamente "femminili", con mammelle, areole abbastanza evidenti chiare, e capezzoli carnosi.
Per di più, ha un grosso stomaco villoso che tracima sopra a toccare le tette e sotto sul basso ventre; fianchi vistosamente pingui e con delle "maniglie dell'amore" ben formate, e un cazzo di 16 centimetri – circonciso e corredato di grossi testicoli – centrato su un pube che pare la foresta amazzonica, fanno del suo corpo qualcosa di non molto attraente…
Infine, cosce e gambe sottili sembrano un pò sproporzionate e comunque esili rispetto al resto.
Piuttosto riservato e molto geloso di sua madre – con cui vive in un forte legame da quando la donna si è separata da suo marito –, non ha mai avuto rapporti carnali con una donna.

Insomma, madre e figlio sono e si comportano come una coppia di fatto, e ciò porterà inevitabilmente alle conseguenze che vedremo nei capitoli seguenti...

2. Un incontro imprevisto.

Elena ed Angelo erano dei siciliani veraci che vivevano a Palermo, e non appena la buona stagione cominciò a scaldare le tiepide acque di Mondello, i due iniziarono a recarsi quasi ogni giorno in spiaggia, per passare qualche ora di relax e dimenticare indisturbati i tanti problemi che li affliggono.

Purtroppo, però, o per fortuna (dipende dai punti di vista), accanto alla nostra “coppia”, un giorno prese posto accanto a loro un gruppo di tre uomini molto avanti con l'età che si misero a giocare a carte.
Subito, Elena fu incuriosita dal fatto che con loro non ci fosse nessuna donna, e di questa stranezza mise a parte suo figlio:
- "Angelo, guarda questi signori... Che curioso... Non c'è nemmeno una donna a fargli compagnia...".
Il ragazzo, un pò annoiato e un pò fiaccato dalla canicola, diede svogliatamente un'occhiata alla combriccola, e poi rispose:
- "Mah, a me non sembra tanto strano... Saranno solo tre amici che si vogliono godere il mare come noi... Piuttosto, non gli dare troppa confidenza, che mi pare siano già da soli abbastanza interessati a te... Guarda come ti fissano...".
Elena pensò che quello fosse il solito attacco di gelosia di suo figlio, ma per non creare inutili questioni si voltò dall'altra parte, distogliendo l’attenzione dai tre attempati signori...
Ma i tre, a differenza di madre e figlio, erano dei tipi molto loquaci, tanto che ben presto “attaccarono bottone”: alla fine, Elena fu quasi “costretta” – con disappunto del giovane – a scambiarci qualche parola, e venne a sapere che loro erano effettivamente tre amici come aveva intuito Angelo, che avevano superato gli 80 anni, e che – essendo vedovi da lungo tempo – non gli restava che passare il tempo coltivando le loro passioni.

La donna, venne anche a sapere qualcosa in più di loro, squadrandoli da capo a piedi…
Ad esempio, che il primo, Massimo, pensionato statale, aveva 82 anni, era alto 1,65 per 60 kg, piuttosto magro, con un culetto piccolo e asciutto, e che si depilava tutte le settimane in un centro estetico.
Il secondo, invece, Adamo, 81 anni, aveva fatto il fabbro, era alto 1,70 per 95 kg, con dei pettorali da donna molto pronunciati e uno stomaco che gli impediva di vedersi i piedi.
Peloso come un orso, fianchi larghi con dei bei rotoli per maniglie dell'amore, e un sedere “sformato”.
Per ultimo, c’era Sergio. Un uomo alto 1,65 per 55 kg, 79 anni, asciutto ma muscoloso e tonico, era stato un sarto.

Fatte le “presentazioni”, quella giornata trascorse senza altri contatti, con il ragazzo sempre più roso dalla gelosia, e alla sera ognuno lasciò la spiaggia con un cortese saluto e niente più…

Passò una settimana, e quando i nostri tornarono in spiaggia, a un orario diverso da quello della volta precedente, trovano con sorpresa i tre che erano sempre li.
Questa volta, però, durante la giornata di mare, i "vecchietti" si mostrarono molto più intraprendenti; lei, per scherzo, non sapendo che fare e grazie anche a una certa familiarità che si stava instaurando, prese a stuzzicarli, e loro cominciarono a farle mille apprezzamenti. Le dissero, sempre più insistenti e con fare impertinente:
- “Ma lo sa che è proprio una bella signora? Quanti anni ha?”.
E alla sua risposta, increduli e ammirati, esclamarono:
- “Noooo… Non può essere, si mantiene proprio in forma... Complimenti!, ha il fisico di una trentenne, due tette lottizzabili e che stanno su che è una bellezza... Dica la verità, sono rifatte... ”.
Elena si sentì avvampare, ma poi orgogliosa giurò:
- "Cari miei, è tutta roba naturale, genuina e originale… altro che rifatte!".
Poi, i tre cominciarono ad andarci giù pesante:
- “Guardate che culo… Grande, mai visto un sedere così bello, armonioso, proporzionato… un'opera d'arte... Eh si, sarebbe interessante poterlo ammirare nudo e crudo…”, e si fecero l’occhiolino vicendevolmente.
A quel punto, visto che la donna non accennava alcuna opposizione a un gergo tanto triviale, salirono di livello nella loro provocazione:
- “Ma, ci scusi l’insolenza, quei bei ricci li ha solo in testa? O anche SOTTO? Si, insomma, signora Elena, la sua bernarda, è pelosa pure lei?”.
La donna accusò il colpo, era imbarazzata a rispondere a quell’ultima curiosità così intima dei tre amici, forse anche perché alle sue spalle faceva finta di sonnecchiare suo figlio, il quale – già lo immaginava – tornati a casa le avrebbe fatto una scenata delle sue…
Ma ormai si sentiva uno strano formicolio salire dalla profondità del suo ventre, e così decise di “giocare al gatto con il topo”. Ribattè, evasiva e sibillina:
- “E chi lo sa…”.
Non voleva dargli quella risposta che a lei sembrò potesse essere una sorta di via libera per ulteriori passi “a luci rosse”, ma Massimo, Adamo e Sergio non si diedero per vinti, e mentre lei si attendeva un nuovo affondo sul personale loro cambiarono tono e ripresero:
- "Beata lei che è ancora così giovane e sicuramente ha tanti spasimanti... Noi, invece, siamo vedovi... Ma non è questo il problema, perché nonostante l'età sentiamo una gran voglia di fare sesso...".
A quelle parole Elena, timida e pudica, abbassò la testa, vergognandosi a sentire certi discorsi; ma, nonostante ciò, quegli "strani" vecchi le stavano facendo provare degli stimoli che li per lì non seppe spiegare a se stessa...

3. La confessione.

Ormai quello tra Elena da una parte e Massimo, Adamo e Sergio dall’altra era diventato un appuntamento fisso, e quando qualche contrattempo faceva saltare l’incontro Elena si sentiva nervosa e intrattabile
Così, durante tutta quella settimana, la donna – che non era riuscita a togliersi dalla testa quei discorsi così "sfacciati" ma che in fondo la seducevano – non fece altro che domandarsi:
- “Chissà cosa avrò mai fatto di tanto seducente per far sì che quei nonni hanno puntato gli occhi su di me? Hanno visto che ho un figlio, ma niente… Sono così insistenti… Mi stanno con il fiato sul collo… Ma, stranamente, non ne provo alcuna noia, anzi… E’ come se così facendo mi stimolassero un’intensa soddisfazione …”.
E ogni giorno, quello stato d’animo cresceva, e si sopiva soltanto alla vigilia del weekend, che – oltretutto – per Elena e Angelo preannunciava quei consueti e rilassanti “bagni di mare” a cui non avrebbero rinunciato per alcun motivo.

Quando poi la signora si ripresentò al suo solito posto e scorse con la coda dell’occhio che i tre erano già lì, sentì quella strana inquietudine ripresentarsi, soprattutto nel momento in cui loro si fecero nuovamente sotto, e – tra un discorso e l'altro – uno di loro, Sergio, finì per domandarle, senza nessuna avvisaglia e a bruciapelo:
- "Elena, non ci nascondiamo... Da quanto è che non fai sesso? Lo vedo che ti mordi le labbra dall’eccitazione ogni volta che tocchiamo certi argomenti… Di cosa ti vergogni? Anche alla tua, e alla nostra età, il piacere fisico è determinante... Ne abbiamo tutti assolutamente bisogno!".
Lì per lì, la donna rimase letteralmente sbalordita da quella provocazione, si sentì con le spalle al muro, non c’era spazio per sfuggire, anche perché quello scostumato non si era fatto scrupolo del fatto che lì vicino a lei ci fosse il figlio...
Ma Elena, che ebbe forte la percezione di un insistente formicolio che le montava tra le gambe, non volle evitare di rispondere, sentiva che solo in quel modo avrebbe mitigato la sua libidine; perciò, voltò lo sguardo verso il ragazzo, e per toglierselo di torno gli disse:
- "Angelo, per favore, vai al chiosco a prendere delle bibite?".
Una volta che lui si fu allontanato, scrutò ad uno ad uno i vecchietti e – dopo una certa esitazione dovuta all'imbarazzo di parlare praticamente a degli sconosciuti – ad occhi bassi e con un filo di voce ammise:
- "Sono separata da quasi 10 anni... Fate un pò voi…".
Al che, rimasero tutti in silenzio, fino a che quei porci – uno alla volta e dopo essersi dati un eloquente sguardo d’intesa – non le presero la parola, e singolarmente:
- "Non dirmi che in tutto questo tempo non hai toccato nemmeno un uomo!?", osservò Adamo.
E Sergio la incalzò:
- "E’ incredibile… Dai, che una scappatella te la sarai sicuramente concessa… Non è poi così grave... Sempre meglio che sfogarsi con scialbi giochini di mano, non ti pare?".
Infine, toccò a Massimo, il quale era pensieroso... Le prese una mano, e con galanteria le ricordò:
- "Guarda che non è peccato, alla nostra età... Anzi... Non ti manca proprio un uomo che ti faccia sentire femmina completa?".

Era chiaro che quelle sollecitazioni puntavano a far "esplodere" quel vulcano sessualmente dormiente che era Elena, e visto che lei indossava un costume intero che poco ci mancava fosse equiparabile a un burka e che non lasciava immaginare proprio nulla, la invitarono a "rimettersi sul mercato". Massimo, si arrischiò a suggerirle:
- “Signora Elena, 60 anni non sono nulla, e poi lei è una donna davvero incantevole … Ma così” – disse indicando con una mano aperta il costume – “chi vuole che se ne accorga? Perché non prova ad indossare un due pezzi un pò più audace?”.
Le si avvicinò, slacciando il fiocchetto che teneva strette tra di loro le due coppe del reggiseno, le raccolse su se stesso il tessuto che copriva il pube, e poi – passandole sul dietro – le “restrinse” la parte che copriva il sedere facendola entrare in mezzo alle grosse chiappe…
A quel punto, sospirando soddisfatto, valutò quasi “professionalmente” il suo operato:
- “Ecco… Già così va molto meglio, non vi pare anche a voi?”, disse rivolto ai suoi compari. E tutti e tre annuirono…
Ma Sergio – che era un uomo dai gusti raffinati – si offrì di farle da “consulente”, e di aiutarla a trovarne uno adatto a lei; insistette talmente tanto per poterle fare un gentile omaggio del suo lavoro, che alla fine la donna cedette e gli diede persino l'indirizzo di casa a cui inviarlo...

Nel frattempo, Angelo era di ritorno con le provviste richieste da sua madre, giusto in tempo per poter ascoltare quei discorsi poco consoni ad una signora ed assistere al defilee a cui i tre l’avevano indotta...
Al ragazzo salì il sangue alla testa, ma ebbe la prontezza di spirito di fermarsi giusto un attimo prima di intervenire, ad una certa distanza, non visto dalla combriccola.
Viceversa, lui potè vedere tutto ciò che quei maschi stavano facendo…
Senza riuscire ad ascoltare nulla di ciò che si dicevano, vide però Massimo, Adamo e Sergio che con disarmante naturalezza si abbassarono lo slip del costume fino a scoprire l’inguine.
Quegli scostumati, si guardarono tra di loro, e poi guardarono Elena, e sorridendo con un ghigno le fecero:
- "Indovina chi c'è qui sotto? Se vuoi, puoi scoprirlo tu stessa...".
Erano ormai passati dal "lei" al "tu", ma quella situazione di confidenza ancora non aveva "sciolto" la timidezza della donna.
Percui, fu Adamo il primo a fare un altro passo in avanti: inaspettatamente, si calò il costume fino ai piedi, ed Elena poté apprezzare, in tutto il suo splendore, un bel cazzo irsuto di 26 centimetri, non molto largo ma con un prepuzio generoso – benchè un pò stretto, tanto che gli era stata diagnosticata una fimosi che comunque non gli impediva di fare sesso lo stesso – e una cappella a cuspide fatta apposta per essere usata da autentica "sventrapapere".
L’uomo, era orgoglioso della sua attrezzatura, che alla sua veneranda età gli permetteva ancora di divertirsi e di far divertire tante porcellone come lui...
Poi, fu la volta di Sergio, al quale piacevano le sorprese, e mise in scena un lento striptease.
Era molto peloso, e poteva sfoggiare anch’egli un membro di tutto rispetto, decisamente più corto, circa 20 centimetri, tozzo, nodoso e molto largo – più o meno 8 centimetri di spessore –, con due palle grandi e dure come delle mele e una cappella a fungo.
La guardò negli occhi senza dire nulla, ma con un atteggiamento che voleva esprimere quanto avrebbe voluto andare ben oltre quella esibizione di virilità.
Per finire, i due con l'attrezzo già esposto fecero un cenno a Massimo, il quale avanzò di un passo e “presentò” il suo arnese: completamente depilato, da moscio pareva essere un cazzetto insignificante, ma in un baleno si irrigidì per il desiderio di metterlo in funzione e raggiunse una misura di 22 centimetri; era circonciso, ed esibiva una cappella enorme, molto più larga dell'asta...
Massimo era così esaltato che fu l'unico a sborrare ancor prima di fare qualcosa, ma non perché soffrisse di eiaculazione precoce ma perché quella donna rimase talmente affascinata dal suo membro che strabuzzò gli occhi in una maniera incredibile.

Insomma, tre uccelli in perfetta “alzabandiera” erano lì dinanzi ad Elena, a sua disposizione, ma lei indugiava: avrebbe voluto allungare una mano e toccarli, l'uno dopo l'altro, ma il rischio che Angelo tornasse all'improvviso e la cogliesse sul fatto la terrorizzava...
E mentre lei continuava a guardarli estasiata, loro la incoraggiarono:
- "Elena, sei abbastanza grande per sapere cosa farci... Su, deciditi, e noi ti riporteremo indietro di 10 anni...".
Così la donna ruppe ogni indugio, e prese a tastare tra le sue dita quelle verghe così meravigliosamente ancora efficienti...

A quel punto, il figliolo – che era sempre più allibito nel vedere sua madre ridotta a una troia da strada – si riebbe dallo shock, e con un forte colpo di tosse fece sentire la sua presenza...
Elena trasalì, e loro ringuainarono immediatamente i cazzi nei costumi.
Ma ormai il "danno" era fatto, e lei avrebbe voluto sotterrarsi dalla vergogna. Ad ogni modo, la sua voglia di sesso era stata risvegliata per sempre.

La giornata di mare proseguì senza altri scossoni, come se nulla fosse accaduto...
In realtà, Elena era intimamente impaurita, tanto da dare fiato alle insistenze di Angelo, che le domandò, a più riprese:
- "Mamma, che hai? Ti ho lasciata che eri curiosa di sapere tutto di quei vecchietti, e ora ti ritrovo così cambiata, taciturna, apatica... È successo, con quei tre, qualcosa che dovrei sapere?".
Ma la donna non disse una parola, benché – a sua insaputa – il ragazzo avesse visto buona parte dell'accaduto, e cercò di tranquillizzarlo:
- "Non ti preoccupare, va tutto bene... Sono solo un pò stanca... Oggi è stata una giornata molto calda e intensa...".

4. Un pacco per Elena.

Tornati a casa, tra madre e figlio, si instaurò tutto un gioco di sguardi, di parole non dette, di voglie represse, ma si vedeva che la donna era smaniosa, che si stava "sciogliendo" nel suo pudore, e che non vedeva l'ora di tornare su quell’arenile…
Anche perché – nel frattempo – la promessa di Sergio era divenuta realtà… Infatti, un bel giorno, un lunedì, suonò alla sua porta un corriere... Elena non pensava davvero più a quella proposta, e quindi restò sorpresa quando si ritrovò tra le mani un pacco anonimo.
Stette un attimo, pensierosa, a chiedersi chi glielo avesse potuto mandare, ma poi – buttando l’occhio sul mittente – le bastò leggere quel nome per ritornare agli avvenimenti di pochi giorni addietro.
Tutto fu chiarito, ma sembrava che quel pacco le scottasse tra le mani… Si fece forza, lo aprì… e dentro vi trovò proprio quel costume da bagno promesso!
La donna non resistette oltre, e visto che Angelo era lì che gironzolava per casa, corse a “nascondersi” in camera sua... Lo tirò fuori dalla scatola, lo spiegò e restò conquistata da quel capo d’abbigliamento: era bellissimo, roba raffinata, di prima scelta; un costume intero, nero, molto coprente e castigato, che le avvolgeva abbastanza il seno, proprio come lei era abituata a portare…
Chissà perché, ma da quei tre vecchietti perennemente “in calore” si aspettava ben altro… E si sentì davvero mortificata ad aver pensato male di loro.
Si spogliò dei suoi abiti, e dopo aver indossato quel dono si guardò allo specchio, si sentì a suo agio, e tirò un profondo sospiro di sollievo.
Poi, senza volerlo, gettò uno sguardo nuovamente sulla scatola che lo aveva contenuto, e fu allora che si accorse che sul fondo era messo un piccolo biglietto scritto a mano…
Lo afferrò, e lo lesse… Era firmato dal solito Sergio, e c'era scritto:

“ELENA, SPERO TI SIA PIACIUTO IL MIO OMAGGIO… OGNI PROMESSA E’ DEBITO… IO E I MIEI AMICI SIAMO IMPAZIENTI DI VEDERTELO ADDOSSO… TI ASPETTIAMO SABATO PROSSIMO, STESSO POSTO, STESSA ORA...”.

Lo posò sul tavolo, e più passavano i minuti e più la civetteria femminile stava lasciando il posto al timore di dare false aspettative a chi gli aveva inviato quella meraviglia, e così la donna si sentì quasi tentata di rimandarlo indietro… E se dopo quello che era successo, gli fosse stato chiesto qualcosa a cui non avrebbe potuto acconsentire?
Poi, però, tornò rapidamente sui suoi passi e decise di far onore a quel dono: moriva, anche lei, dalla voglia di farsi vedere così paludata dai tre “amici”... e si sorprese di se stessa, e di quello strano suo profilo esibizionistico…

5. Galeotto fu il costume.

Angelo, per fortuna di Elena, non si era accorto di nulla in tutto quel trambusto, e lei allora dovette escogitare uno stratagemma per "allontanarlo" dalla spiaggia: gli chiese – proprio per quel sabato – di compiere una commissione fuori città, in modo tale da non averlo tra i piedi e poter andare da sola e tranquilla all'incontro...
Così, quando i tre la videro arrivare da sola e “vestita” del loro omaggio, per poco non gli prese un colpo: rimasero essi stessi incantati dalla sua elegante bellezza, e cominciarono a farle mille complimenti:
- “Sei splendida! Credo che il costume non ti renda sufficientemente giustizia”, gli disse Sergio.
E Adamo:
- “Elena, sei di una grazia incredibile, una dea… Non capisco come quel cornuto di tuo marito non se ne sia accorto…”.
Per ultimo, intervenne Massimo:
- “Signora… che spettacolo! Solo a guardarti me lo hai fatto venire duro…”.
Poi Elena si lasciò prendere la mano, e mormorò scherzando languida:
- “Beh, allora, posso fare la modella?”.
Adamo, Sergio e Massimo risero per quella battuta innocente ma che poteva dare la stura ad altre valutazioni più pesanti, e ripresero:
- “Coraggio, ci faccia sognare!!!”.
E decisero di fare un ulteriore azzardo… Si scambiarono un’occhiata d’intesa, e quando lei si trovò ad essere a portata di mano si calarono nuovamente gli slip... proprio come la volta precedente, ma stavolta non c’èra il pericolo che sopraggiungesse Angelo ma solo l’eccitante “certezza” di essere visti dagli altri frequentatori del lido…
L’atmosfera si era fatta rovente, ed Elena (benché avesse già visto quei cazzi) si sentì gelare, presa da un forte disagio… Fece in modo di distogliere lo sguardo dalle loro virilità – non era abituata a quel tipo di “spettacolo” – fino a quando a Massimo venne un dubbio:
- “Elena, hai mai fatto un pompino?”.
Al che, lei, arrossì dalla vergogna, abbassò la testa e fece cenno di no…
L’uomo non si aspettava quella “risposta” negativa, ma forse non aspettava altro per “presentarle” il suo membro e invitarla:
- “Su, prova... Non ti devi spaventare… E’ una cosa assolutamente normale”.
Elena era sempre più incerta, ansiosa, eppure trovò il coraggio di prendere quel salsicciotto vibrante tra le sue dita, abbandonò ogni remora e si “consacrò” a lui con tutto l'impegno di cui si sentì capace in quel momento...
Si avvicinò, Massimo chiuse gli occhi, e dopo pochi istanti percepì un calore inatteso sulla cappella… Era la lingua di quella femmina che la avvolgeva e glielo “accarezzava” regalandogli scosse che si spingevano fino al cervello…
Elena, lo ciucciava come una ingorda, e ogni tanto si spingeva fin sulla punta, mentre il vecchio mostrava che ciò gli piaceva da impazzire.
Alla fine, il risultato fu raggiunto, e Massimo esplose in un orgasmo a dir poco devastante.
Il primo fiotto le finì “sparato” in bocca, e la donna ritrasse d’istinto il capo… Sulle prime, sembrò disgustata, ma non volle farglielo capire: infatti, si riaccostò immediatamente il glande alle labbra e la sborra riprese a scorrerle tra le mani e fin dentro il suo cavo orale…
Massimo sembrava al settimo cielo, e nonostante avesse il fiato corto riuscì lo stesso a confessarle:
- “Era tanto che non ricevevo un pompino con ingoio, ben fatto… Non credevo che alla tua prima esperienza saresti riuscita a fare così bene… Brava…”
Preso coraggio e ricevuto quell’apprezzamento, fece ciò che in altre situazioni non si sarebbe mai sognata di fare…
Sergio e Adamo infatti, le dissero, sprezzanti:
- “Sì, sei stata bravina, ma forse avresti bisogno di più esercizio… Perché non continui anche con noi? Hai la stoffa per diventare una pompinara super!”.
Così, Elena, sempre rimanendo in ginocchio all’altezza di quei cazzi, si spostò davanti a Sergio… Gli strinse il grosso e largo pisello, e saggiò per bene le palle, che solo allora potè apprezzare compiutamente.
Si disse, tra sé e sé:
- “Mamma mia, ma sono spaventose!, grandi e belle piene… Chissà qui quanta sborra!”.
Poi, lo baciò e lo leccò, quasi con atteggiamento di religioso rispetto; aprì la bocca e se lo fece scivolare tra le labbra e la lingua, la quale gli fece da pista nella corsa verso il palato…
Quel mostro le scendeva dentro, e sembrava non volersi fermare mai, fino a quando – per fortuna – non incontrò il fermo delle palle…
A questo punto, Elena prese a risalire, e mentre quel randello le usciva dal cavo orale lo si poteva vedere bello “lucidato” dalla saliva…
La donna continuò a fare su e giù per un bel pò di volte, fino a che non sentì il pene “battere” ed espandersi al massimo, mentre dalla bocca prese a colare del liquido bianco e denso…
Sergio le era venuto in bocca anche lui, e quelle palle così capienti le avevano scaricato dentro una quantità di sborra inimmaginabile, che sembrava non volersi arrestare…
Elena, credeva di essere ormai in grado di poter gestire tutto quel flusso acidulo, ma essendo ancora una “pivellina” ben presto le sopraggiunse un tremendo conato di vomito, accompagnato da colpi di tosse che sembrarono non finire mai e farle mancare il fiato.
Però, le piaceva quella sensazione, e quando ebbe – istintivamente – ingoiato fino all’ultima goccia, ricevette l’approvazione del “beneficato”:
- “Potevi fare di meglio, ma per una principiante non c’è male”, e le sorrise…
Ora non restava che Adamo... il quale – in virtù delle sue misure – si considerava un pò il migliore del gruppo:
- "Siccome hai dimostrato che non ti schifi dello sperma, ecco il premio! Il mio cazzo, che è sempre stato il piacere assoluto per ogni vera femmina da letto...".
Glielo porse davanti alla faccia, e a lei si illuminarono gli occhi... Sembrava spiritata, e non riuscì a dire altro se non un timido:
- "Grazie... Ma non credo di meritarlo…".
Lui, allora, che non si aspettava di veder mettere in dubbio il valore di quel "regalo", replicò:
- "Aspetta a dirlo... Quando ti accorgerai cosa significa fare un pompino a un coso di questo genere, capirai il senso delle mie parole... Scherzavo, non è un premio, forse sarebbe meglio definirlo un flagello...".
Elena non diede peso a quelle parole minacciose, e si concentrò subito sul suo “lavoro”. Sentiva di non desiderare altro, e lui – percependo quella sensazione irrinunciabile – prese a strusciarle, schiacciandola, l'asta sul viso.
Allora la donna l'afferrò con entrambe le mani e lentamente fece scendere il prepuzio, che si rivelò abbondante ma anche assai stretto, percui faticò non poco a fargli scavallare la corona del glande: dovette fermarsi più volte, farlo risalire, e poi scendere un tantino di più, finché non si raccolse tutto alla base.
E mentre lei completava questa operazione, Adamo le intimò deciso:
- "Stai attenta... Ho una fimosi abbastanza seria, ma non ho mai voluto farmelo toccare... D'altra parte, con le dovute precauzioni, ha sempre svolto egregiamente il suo compito...".
Nel frattempo, il filetto, corto e inspessito, era alla massima tensione, e quando Elena si avvicinò l'attrezzo alle labbra queste ne risultarono subito imbrattate da un filo di precum limpido e trasparente.
Annusò a pieni polmoni, e il pungente effluvio della cappella giunse attraverso le narici a farle perdere completamente la testa.
Iniziò a leccare ogni dettaglio, gemendo, con una passione stupefacente, e con le mani appoggiate alle cosce di lui, mentre il cazzo era ben fermo nella sua bocca.
Con “rabbia”, Adamo le stantuffò la gola, facendola sbavare abbondantemente e con rivoli di saliva che cadevano fin sul petto della donna.
Ma tutto ciò le piaceva, oh se le piaceva!!
Eccitata all'inverosimile e con gli occhi sbarrati, aveva la mandibola che le faceva un male cane e le guance sformate da quei 26 centimetri di pura delizia.
In particolare, le piaceva stringere la cappella tra le labbra, ciucciarla, venerarla, guardando dritto negli occhi Adamo e accarezzargli i grossi testicoli che sembravano voler bucare lo scroto.
Quel cazzo sembrava volesse scoppiare da un momento all'altro tanto era duro, e quel pompino – che durava ormai da circa 20 minuti – fu davvero una cosa fantastica: quando Elena capiva che con le sue azioni rischiava di farlo venire, rallentava, stringeva la testa del cazzo tra indice e pollice, per poi – quando il momento critico passava – riprendere a pompare…
Finché, lui non le disse:
- "Non ce la faccio più... Elena, voglio venirti in bocca!".
E così fece... Infatti, mentre lei gli accarezzava ancora le palle – quasi a volerle mungere e restando incantata dalla visione stupenda del glande che entrava ed usciva dal prepuzio – e attendeva a bocca spalancata la prevedibile esplosione di sborra, improvvisamente un getto potente le inondò il palato.
Una quantità incredibile di sperma caldo, che lei degustò trattenendoselo il più possibile sulla lingua, e che poi in un sol “boccone” mandò giù dritto nello pancia...

Alla fine, lei e i tre maschi erano sfiniti, e crollarono a terra, mentre tutto intorno a loro si era formato un capannello di invidiosi che stentavano a credere ai propri occhi.
Ma quando Elena si riebbe da quella faticosa maratona di sesso orale, rimase basita dal suo stesso comportamento: non riusciva a credere di essere stata capace di spingersi fino a tanto, e raccolte le sue cose fuggì in lacrime dalla spiaggia...

6. Pacco e doppio pacco.

Da allora, nulla fu più come prima... La donna, arrivò a casa stravolta, umiliata, e incapace di inquadrare la situazione in un ambito di sano divertimento. Non riusciva a capacitarsi del fatto che tutta quella gente – di cui molti conoscevano sia lei che il suo ragazzo – l'aveva vista sbocchinare con tanta voracità, e che ora quando l'avrebbe incontrata per strada avrebbe pensato solo a quella scellerata giornata.
Angelo, d’altra parte, non appena la vide così messa, intuì che era successo qualcosa di straordinario, e capì subito che la commissione che la donna gli aveva chiesto di compiere era stata solo una scusa per tenerlo lontano da lei e da quei brutti ceffi che tra l'altro a lui non erano mai piaciuti.
Così, cercò di indagare, di sapere qualcosa di più, e alla fine – nonostante le tante reticenze – Elena crollò e gli confessò tutto:
- "Angelo, non giudicarmi male, ma non so proprio cosa mi sta succedendo... Ogni volta mi dico che devo chiudere con quei tre diavoli, ma poi ci ricasco puntualmente... Stamattina, per esempio, ero andata lì per una forma di gentilezza nei loro confronti, e sono finita come la peggiore delle puttane...".
Era sinceramente pentita del suo comportamento, e aveva preso in considerazione anche l'eventualità di non recarsi più in quel luogo, ma il giovane si era opposto decisamente:
- “Mamma, non gliela devi dare vinta… E poi, tu sei affezionata a quel lido, e chi ha sbagliato sono loro... Hanno capito il tuo momento di debolezza, e ne hanno approfittato… Sono esseri inqualificabili!”.
Purtroppo, però, mentre stava ancora riflettendo su tutto ciò non riuscendo assolutamente a venirne a capo, ecco che i suoi "tentatori" tornarono a farsi vivi nella figura di un nuovo corriere, il quale bussò a sorpresa alla sua porta e le consegnò un altro pacco...
Elena, immaginò con terrore cosa poteva contenere quell’involucro, le tremavano le gambe, e quindi dovette affrettarsi ad andare ad appoggiarsi al tavolo del salone.
Il cuore le batteva all’impazzata, e già si stava domandando come avrebbe potuto sottrarsi a quell’impiccio quando la colse quella strana sensazione di cui era stata già “vittima” e che la attraeva fatalmente verso quel collo misterioso…
Vinta dalla curiosità, sollevò il coperchio del contenitore e trovò al suo interno un altro costume.
Questa volta, era un "due pezzi" color carne: mutanda – chiusa sui fianchi da una serie di laccetti che facevano intravedere i lombi – alta fino a coprire l'ombelico, e reggiseno ben "armato" a sostenere la sua quinta misura...
Ormai Elena era entrata in un “gioco” più grande di lei, al quale si stava assuefacendo, e andò a cercare affannosamente il foglietto che l’altra volta aveva accompagnato il dono. Lo trovò, con su scritto proprio ciò che lei, inconsciamente, si aspettava di leggere:

"CON QUESTO COSTUME SARAI BELLISSIMA. CI VEDIAMO DOMENICA".

La donna, pur sentendosi adulata nel suo ego femminile, cominciò a sudare freddo, e tornò a chiedersi fin dove quei porci sarebbero arrivati... Stavolta, avrebbe dovuto vestire un indumento che – seppure con classe – le avrebbe fatto mostrare proprio quella parte di ventre che non le piaceva e che cominciava a rivelare i segni dell’età.
In poche frazioni di secondo, ponderò bene il tutto, e alla fine si lasciò persuadere da quelle belle parole che nessuno più le rivolgeva da una infinità di tempo…
Li assecondò in tutto, in un altalenante baillamme di sentimenti, da una parte consegnandosi senza discutere nelle loro mani e dall’altra augurandosi che la sua disponibilità potesse portarli a far finire presto quella situazione incredibile.
Fece per loro anche una sorta di sfilata di moda, con annessi “giochini di bocca”, ma i tre anziani non furono per nulla sazi, e così – nella settimana che ne era seguita – il commerciante le fece recapitare qualcosa di molto “audace”…
Nella scatola, infatti, Elena trovò un bikini bianco, che già a vista si annunciava incapace di "reggere" le sue misure: un reggiseno striminzito che si e no poteva andare bene per una terza misura (e che avrebbe contenuto a fatica le coppe delle sue mammelle, "disegnando" ogni forma sotto il tessuto, areole e capezzoli compresi), e sotto lo slip – sgarbatissimo – annodato sui fianchi con due fiocchetti sottili lasciava scoperto il suo splendido ombelico a tortellino e le cosce grandi e muscolose.
La donna, ad ogni modo, lo estrasse dall’involucro volenterosa di non rifiutarlo senza prima averlo provato, ma come lo vide nel suo insieme fece un balzo indietro, scandalizzata. Si domandò, tra sè e sè:
- “Come posso indossare una cosa del genere? E se viene anche Angelo? Che figura ci faccio… Qui, si vede tutto!”.
Però la voglia di sentirsi apprezzata era tanta, la libidine prevalse, e anche quella volta Elena si offrì alla vista dei suoi "amici", sempre più esplicitamente...
D’altronde, la sua preoccupazione nei riguardi del ragazzo fu immediatamente fugata dal contenuto dello scritto, il quale si rivelò perentorio:

"PER TUO FIGLIO È MEGLIO VEDERCI LUNEDI'. VIENI DA SOLA. E’ ORA CHE LUI SI SCOPI LE RAGAZZINE".

Così, passati altri 5 giorni, Elena si organizzò in modo tale che Angelo non sospettasse nulla, e pure il giorno dell'appuntamento la aiuto in questo innocente "depistaggio"…
Si presentò a Sergio, Massimo e Adamo che era di una bellezza fulgida, un trucco leggero ma che la aiutò affinché i tre attempati signori restassero sinceramente sbalorditi. Sergio, il "fornitore" dei costumi, le disse:
- "Sei davvero uno schianto, e non certo per quello che indossi... Non capisco perché non ti sei proposta prima...".
Poi, tacquero, e se la “mangiarono con gli occhi”, e cominciarono a giudicarla in ogni pur minimo dettaglio:
- “Signora, fai venire voglia di saltarti addosso… Vedrai che così tornerai a sentirti femmina”, le disse Adamo.
Sergio, facendosi avanti e cominciando ad accarezzarle i fianchi e poi la pancia, esclamò:
- “Guardate che meraviglia…”.
E dopo essersi succhiato e umettato il dito indice con la sua saliva, glielo ficcò con forza nell’ombelico, strappandole un forte urlo di dolore…
Allora Massimo, fingendo di accorrere premuroso in suo soccorso, le domandò perdono:
- “Elena… ci siamo fatti prendere la mano… Ma è la tua sensualità che ci spinge a tanto…”.
E le accarezzò il ventre e quella parte di mammella che stava facendo di tutto per fuoriuscire dal tessuto.
Le passò con le mani sotto le ascelle pelose, che lodò, e quindi finendo sotto le scapole le sciolse con leggiadria il sottile laccetto del reggiseno...
In un attimo, quelle tettone così voluminose e pesanti schizzarono prima fuori - con i capezzoli che per l’eccitazione si erano fatti durissimi - e poi precipitarono libere verso il basso, rimbalzando armoniose sul suo torace.
Elena si senti in tal modo quasi "nuda", e le venne spontaneo di coprirsi il seno come meglio potè. Infine, gli gridò:
- “Ma cosa fate? Non sono più cose da mostrare…”.
Ma l'uomo, la scongiurò:
- "Per favore, signora, tolga quella mano... Ci regali ancora qualche istante di paradiso!".
Intanto, Adamo – noncurante del fatto che un capannello di ragazzini si era avvicinato per curiosare – le posò le mani su quel ben di dio e cominciò a toccare e a "giocare" con le sue bellissime tette... Le strizzò per saggiarne la consistenza e poi passò con il pollice a scorrere sulle circonferenze delle areole, chiare e grandi come un mini-cd... Le baciò e le ammorbidì con la lingua, e finì di dedicare tutta la sua attenzione ai capezzoli, molto sensibili, turgidi e grossi come ciliegie.

Si sentiva in uno stato dal quale sarebbe voluta fuggire, ma vedersi al centro dell'attenzione di quella moltitudine di "lattanti" la stava eccitando da morire...
Anche con suo marito aveva sempre fatto una fatica enorme a restare con i seni al vento, e quindi in breve decise che lo spettacolo era finito...
Di scatto, scansò Adamo, si risistemò il reggiseno e – per la seconda volta in pochi giorni – si diede alla fuga per evitare il peggio...

FINE I PARTE
 

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