V3n3x1an

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Visto che ad alcuni di voi è piaciuto il mio modo di scrivere e raccontare le mie esperienze passate, ho deciso di raccontarvi alcune delle vicende vissute che trovo più interessanti.

Quella che vi racconto oggi è accaduta la scorsa estate. Di tanto in tanto, io e la mia migliore amica ci concediamo delle domeniche fuori porta. Non ci vediamo spesso, abitiamo a 40 minuti di distanza, il lavoro e la quotidianità spesso occupano così tanto del nostro tempo che passano anche mesi prima che ci si possa vedere, perciò sfruttiamo quelle giornate per stare assieme, parlare del più e del meno e sfogarci su lavoro e famiglia.
Io sono single convinto, lei ha trent’anni e da qualche anno convive con un ragazzo del suo paese. Alta, magra e con un seno appena pronunciato, ha come punto forte il lato b, un culo formato da anni di danza. Non è una ragazza che ama mettersi in mostra, jeans o leggings, maglietta e capelli biondi raccolti con una coda.
Lei ha sempre avuto una cotta per me, mai nascosta e mai ricambiata, se escludiamo qualche limone in discoteca da alticci. Perciò, negli anni, ha mutato il suo interesse riadattandolo in quello di migliore amica e costruendosi una vita sentimentale differente.
Da qualche tempo, durante le nostre uscite, capitava che ai consueti abbracci, ci scappasse un bacio a stampo o magari una mia mano sul sedere. In alcuni casi era restia, in altri casi sembrava appezzare la cosa.
Quello che accadde la scorsa estate è quanto segue. Passammo una giornata tra i monti e visitando un complesso di grotte del Friuli, tra chiacchiere e battute, la mole di abbracci e mani allungate si dimostrò subito molto più importante del solito. Tuttora non capisco cosa la spingesse, visto che tra noi era capitolo chiuso da anni ed anni, ed ora si trovava a vivere una storia d’amore che sembrava appagarla e renderla felice.
Abbraccio con tastatina, dopo abbraccio con tastatina, iniziavo ad essere piuttosto eccitato e, mentre passeggiavamo fianco a fianco, le mie mani finivano spesso nel suo sedere. Lei scostava la mia mano ogni volta, ma solo dopo 15-30 secondi.
All’imbrunire, risalimmo in auto e mi misi alla guida per riaccompagnarla a casa. Lungo il viaggio ci imbattemmo in un incidente che ci imbottiglio in una lunga coda.
È ed era normale per me guidare, con una mano sulla sua gamba, stringere o accarezzare il suo interno coscia. Quel giorno però ero ormai troppo eccitato dalla giornata di abbracci e palpeggi, perciò le mie mani cercavano di salire sempre di più sul suo interno coscia. Più salivo più lei riposizionava la mia mano al punto di partenza e guardandomi con aria tra il divertito e l’imbarazzato si limitava a dirmi “daiiii”, sebbene, di volta in volta, mi lasciasse salire sempre di più. Quando inizia ad arrivare tra le sue gambe, il suo spostare la mia mano ritardava sempre di più.
Approfittando della coda, ci siamo guardati illuminati dalle prime luci della sera e, al mio sorriso lei rispose con un “dai, fai il bravo”. “Bravo? Sono bravissimo, sto solo giocando” risposi, mentre lei lasciava che la mia mano tra le sue cosce, “la massaggiasse” attraverso i leggings.
Dopo poco il traffico scomparve e ricominciammo a guidare lungo la strada del ritorno. La mia mano non sembrava darle fastidio. La tolsi dalle suo cosce per prenderle il viso in una sorta di carezza e in quel momento lei prese il mio indice e lo succhiò. Ormai ero pura eccitazione. Con la mia mano destra avvicinai il suo volto al mio lato e lasciai che mi baciasse il collo e leccasse il lobo dell’orecchi, mentre continuavo a guidare. Presi ancora una volta l’iniziativa e misi la sua mano sinistra tre le mie gambe e lei mi disse “dai, non posso”. Ma con qualche movimento, lo tirai fuori e glie lo misi in mano.
Accostai in una vetta di sole sterpaglie ed alberi e le dissi: “dai, è tutta oggi che sono eccitato. Solo una sega, ormai lo hai in mano”. Lei inizialmente restia, dopo qualche minuto di contrattazioni mi disse “solo una sega. Una volta e basta!”.
Mentre le baciavo il collo, continuava a segarmi. Mi appoggiai in modo più comodo sul sedile e lascia che fosse lei a baciare ancora il mio collo (evitava di baciarmi come se un limone potesse essere un tradimento maggiore di quanto stavano facendo le sue mani).
Misi la mia mano dietro la sua nuca e portai le sue labbra verso le mie, ma ancora una volta si scostò lasciandomi il collo. La mia mano destra la cingeva e piano piano scendeva verso il suo culo.
Ad un certo momento, scese con la tesata e lo prese in bocca. Io dettavo la velocità e la foga con la mia mano sinistra sulla sua testa. Lei lecca, succhia e bacia fino a farmi venire ed ingoiare tutto, fino all’ultima goccia.
Si rialzò, si sistemò e lasciava trasparire un'incazzatura, in parte con me, in parte con se stessa. Si sistemò nuovamente, riallacciò la cintura e disse “dai, andiamo ora. Prima ed ultima volta!”
Da quel giorno ci sono state altre uscite assieme, altri abbracci con mani allungate, ma ad ogni mio tentativo di replicare la cosa, ricevo un “non possiamo”. Resto fiducioso, continuerò a lavorarci e spero che la nostre giornate fuori porta, possano presto diventare “giornate fuori porta con ingoio”.
 

Turex07

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Speriamo che presto si lasci andare, penso che accadrà, avrà finalmente l'opportunità di vivere tutto ciò che per anni ha desiderato
 

Grandel

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Jerusalem’s Lot
Visto che ad alcuni di voi è piaciuto il mio modo di scrivere e raccontare le mie esperienze passate, ho deciso di raccontarvi alcune delle vicende vissute che trovo più interessanti.

Quella che vi racconto oggi è accaduta la scorsa estate. Di tanto in tanto, io e la mia migliore amica ci concediamo delle domeniche fuori porta. Non ci vediamo spesso, abitiamo a 40 minuti di distanza, il lavoro e la quotidianità spesso occupano così tanto del nostro tempo che passano anche mesi prima che ci si possa vedere, perciò sfruttiamo quelle giornate per stare assieme, parlare del più e del meno e sfogarci su lavoro e famiglia.
Io sono single convinto, lei ha trent’anni e da qualche anno convive con un ragazzo del suo paese. Alta, magra e con un seno appena pronunciato, ha come punto forte il lato b, un culo formato da anni di danza. Non è una ragazza che ama mettersi in mostra, jeans o leggings, maglietta e capelli biondi raccolti con una coda.
Lei ha sempre avuto una cotta per me, mai nascosta e mai ricambiata, se escludiamo qualche limone in discoteca da alticci. Perciò, negli anni, ha mutato il suo interesse riadattandolo in quello di migliore amica e costruendosi una vita sentimentale differente.
Da qualche tempo, durante le nostre uscite, capitava che ai consueti abbracci, ci scappasse un bacio a stampo o magari una mia mano sul sedere. In alcuni casi era restia, in altri casi sembrava appezzare la cosa.
Quello che accadde la scorsa estate è quanto segue. Passammo una giornata tra i monti e visitando un complesso di grotte del Friuli, tra chiacchiere e battute, la mole di abbracci e mani allungate si dimostrò subito molto più importante del solito. Tuttora non capisco cosa la spingesse, visto che tra noi era capitolo chiuso da anni ed anni, ed ora si trovava a vivere una storia d’amore che sembrava appagarla e renderla felice.
Abbraccio con tastatina, dopo abbraccio con tastatina, iniziavo ad essere piuttosto eccitato e, mentre passeggiavamo fianco a fianco, le mie mani finivano spesso nel suo sedere. Lei scostava la mia mano ogni volta, ma solo dopo 15-30 secondi.
All’imbrunire, risalimmo in auto e mi misi alla guida per riaccompagnarla a casa. Lungo il viaggio ci imbattemmo in un incidente che ci imbottiglio in una lunga coda.
È ed era normale per me guidare, con una mano sulla sua gamba, stringere o accarezzare il suo interno coscia. Quel giorno però ero ormai troppo eccitato dalla giornata di abbracci e palpeggi, perciò le mie mani cercavano di salire sempre di più sul suo interno coscia. Più salivo più lei riposizionava la mia mano al punto di partenza e guardandomi con aria tra il divertito e l’imbarazzato si limitava a dirmi “daiiii”, sebbene, di volta in volta, mi lasciasse salire sempre di più. Quando inizia ad arrivare tra le sue gambe, il suo spostare la mia mano ritardava sempre di più.
Approfittando della coda, ci siamo guardati illuminati dalle prime luci della sera e, al mio sorriso lei rispose con un “dai, fai il bravo”. “Bravo? Sono bravissimo, sto solo giocando” risposi, mentre lei lasciava che la mia mano tra le sue cosce, “la massaggiasse” attraverso i leggings.
Dopo poco il traffico scomparve e ricominciammo a guidare lungo la strada del ritorno. La mia mano non sembrava darle fastidio. La tolsi dalle suo cosce per prenderle il viso in una sorta di carezza e in quel momento lei prese il mio indice e lo succhiò. Ormai ero pura eccitazione. Con la mia mano destra avvicinai il suo volto al mio lato e lasciai che mi baciasse il collo e leccasse il lobo dell’orecchi, mentre continuavo a guidare. Presi ancora una volta l’iniziativa e misi la sua mano sinistra tre le mie gambe e lei mi disse “dai, non posso”. Ma con qualche movimento, lo tirai fuori e glie lo misi in mano.
Accostai in una vetta di sole sterpaglie ed alberi e le dissi: “dai, è tutta oggi che sono eccitato. Solo una sega, ormai lo hai in mano”. Lei inizialmente restia, dopo qualche minuto di contrattazioni mi disse “solo una sega. Una volta e basta!”.
Mentre le baciavo il collo, continuava a segarmi. Mi appoggiai in modo più comodo sul sedile e lascia che fosse lei a baciare ancora il mio collo (evitava di baciarmi come se un limone potesse essere un tradimento maggiore di quanto stavano facendo le sue mani).
Misi la mia mano dietro la sua nuca e portai le sue labbra verso le mie, ma ancora una volta si scostò lasciandomi il collo. La mia mano destra la cingeva e piano piano scendeva verso il suo culo.
Ad un certo momento, scese con la tesata e lo prese in bocca. Io dettavo la velocità e la foga con la mia mano sinistra sulla sua testa. Lei lecca, succhia e bacia fino a farmi venire ed ingoiare tutto, fino all’ultima goccia.
Si rialzò, si sistemò e lasciava trasparire un'incazzatura, in parte con me, in parte con se stessa. Si sistemò nuovamente, riallacciò la cintura e disse “dai, andiamo ora. Prima ed ultima volta!”
Da quel giorno ci sono state altre uscite assieme, altri abbracci con mani allungate, ma ad ogni mio tentativo di replicare la cosa, ricevo un “non possiamo”. Resto fiducioso, continuerò a lavorarci e spero che la nostre giornate fuori porta, possano presto diventare “giornate fuori porta con ingoio”.
Forse un po’ incazzata perché non hai ricambiato per il suo di piacere.
 

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