Racconto di fantasia I racconti di mia moglie Laura

Anabasis70

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Ho bisogno di raccontarvi questa storia e alla fine vi chiederò un consiglio, perché stavolta non so che fare.
Laura, mia moglie, 35 anni, procace bionda, occhi verdi vagamente a mandorla, fianchi e seno generosi, madre dei nostri due bellissimi figli, assomiglia in modo incredibile alla cantante Bebe Rexha, non so se avete presente. Siamo sposati ormai da 15 anni ed abbiamo sempre avuto un’ottima intesa, specie al letto. Il sesso ha sempre avuto un ruolo di rilievo nel nostro rapporto. Da fidanzati lo abbiamo fatto ovunque e se possibile in pubblico. Uno dei nostri giochi preferiti, però, è sempre stato raccontarci esperienze passate o fantasie spinte, cosa che ha sempre alzato l’asticella dell’eccitazione in entrambi.

Con l’arrivo dei figli abbiamo dovuto limitarci un po’. Beh, forse non proprio un poco, ma lo accettiamo, perché li adoriamo, ovviamente. Però abbiamo intensificato il texting spinto, tanto che, appena abbiamo un momento di intimità, siamo talmente eccitati, da avere dei rapporti di un’intensità incredibile, sebbene più sbrigativi di quanto vorremmo.
Con gli anni, poi, ho cominciato a preferire le fantasie cuckold, che la vedono alle prese con altri uomini e donne. Quando gliene ho parlato, lei è rimasta dapprima un po’ perplessa, ma poi ci ha pian piano preso gusto e ha iniziato a raccontarmi situazioni in cui mi cornifica.

Come vi dicevo, è una donna bellissima, dalle forme tipiche da “milf” dei siti porno, tornita e sensuale. Non mi sfuggono gli sguardi di desiderio di molti uomini (e anche di qualche donna, perché no), quando siamo in giro. Lei riesce ad essere sexy anche in maglione e jeans, figuriamoci con vestiti che evidenzino il suo bellissimo decolleté, il bel sedere tondo, per non parlare delle cosce morbide e dei bei piedi, uno dei quali tatuato con un tribale fantastico, nei sandali aperti, con tacchi di lunghezza perfetta per valorizzare l’armonia della caviglia e dei polpacci. Quando la vedo prepararsi per andare in ufficio, poi, sembra pronta per una sfilata di moda di alta classe. Predilige dei tailleurs eleganti e a volte corti, che lei indossa sempre con molta grazia e stile, anche qui con scarpe adatte alle sue belle estremità.
Con queste immagini negli occhi, mi arrivano poi i suoi messaggi, come ad esempio:

“Oggi sono eccitatissima, sento gli slippini fradici, ho la fica che mi si sta aprendo per la voglia di cazzo, ora vado in bagno a masturbarmi”.

“In ufficio è arrivato un collega nuovo, è giovanissimo, avrà 25 anni, sembra proprio un bel tipino. Me lo cavalcherei anche subito, qui sulla mia scrivania”.

“Hai presente la mia collega Giulia? Quella morettina, appena sposata? Beh lo sai che secondo me le piaccio no? Mi riempie di complimenti sull’aspetto e dice che sono una donna fantastica e quanto sei fortunato ad essere mio marito, etc etc. Anche oggi, durante una presentazione in sala conferenze, mi ha riempito di occhiate vogliose. Io ad un certo punto mi sono eccitata, allora mi sono tolta una scarpe e ho allungato il piede ad allargarle le gambe! Indovina? Lei non ha battuto ciglio e se le è fatte allargare, così da permettermi di masturbarla col piede. Secondo me ad un certo punto è venuta pure, perché ha avuto una specie di sussulto e ha fatto finta di verificare una chiamata silenziosa sul cellulare. Ah, mi sa che la settimana prossima andiamo a berci una cosa, tra donne, ti spiace...? Magari potrei fare un po’ tardi, ti avverto ;)

Poi ci sono i miei preferiti.
“Oggi giornata pesante, sono dovuta stare tutta la mattinata in ginocchio sotto la scrivania del capo a segarlo e succhiargli il cazzo. Ha voluto che gli dicessi che sono la sua troia e che tu sei un gran cornuto. Ovviamente poi ha preteso che ingoiassi tutto e che gli lasciassi le mie mutandine, quel vecchio bastardo, così nel pomeriggio, ogni volta che gli ho consegnato documentazioni, mi ha potuto toccare tra le cosce a pelle e infilare le dita nella fica. Io però amo solo te, lo sai ;* ”

“Ehi, stasera ho bisogno di un massaggio speciale eh. Prima della riunione con i rappresentanti americani, il capo ha voluto che gli facessi una sega e che lo facessi venire sulla fede matrimoniale che tenevo sul palmo della mano. Poi l’ha presa e me la ha infilata nella fica, con le mutandine che la tenevano dentro. Ho dovuto fare tutta la riunione sentendo l’anello di matrimonio intriso del suo sperma dentro la passera! Quando è finita, poi, ha preteso che la pulissi con la bocca, prima di rimetterla. Ah, a fine mese lo devo accompagnare in un viaggio di affari di tre giorni in Norvegia. Siamo io e lui. Ti scriverò spessissimo, amore mio”.

Non vi dico l’eccitazione ad ogni suo messaggio, penso che ne comprendiate l’intensità. Specie perché non mi fa mai capire se è seria o sono solo sue fantasie. Chiaramente poi mi ha raccontato del fantastico 69 con Giulia o di come si siano baciate passandosi la lingua e succhiate le dita dei piedi, mentre si sforbiciavano selvaggiamente in un hotel a ore, la sera in cui sono uscite insieme. O di come il suo capo l’abbia sodomizzata rudemente in una sauna, nella spa dell’albergo in Norvegia, e l’abbia ripresa mentre spompinava e veniva scopata a turno dai clienti della società che hanno visitato!! Ovviamente il filmato se lo è tenuto il boss, quindi non mi ha dato prove dell’accaduto. Mi fa impazzire pensare che sia tutto vero! Anche se non fosse, io sono comunque innamorato perso di una fantasia perversa come la sua. La amo sempre di più, la mia troia.

Il fatto che vorrei raccontarvi, in realtà, è un altro.
Qualche mese fa abbiamo spedito i ragazzi dai nonni e quindi abbiamo avuto un intero week end per fare tutto il sesso che volevamo e che ci era mancato tanto. In quell’occasione le ho chiesto serio “Laura, se proprio non vuoi dirmi se quello che mi scrivi sia vero o no, allora mi devi concedere un altro desiderio: la tua fantasia più perversa. Penso di meritarmi almeno questo no?”
Lei ci ha pensato a lungo, guardando il soffitto e poi riportando quei bellissimi occhi nei miei, quasi incerta sul fatto che potesse spingersi dove la sua mente stava arrivando.
Poi si è tirata su, si è seduta a gambe incrociate davanti a me e mi ha detto:
“Amore, c’è una cosa a cui ho pensato diverse volte, ma è veramente contro tutto quello che ho nel cuore e che sono sicura sia anche fuori dalle tue corde”.
“Ehi piccola, ma scherzi? Io ti amo, lo sai, tu sei me ed io sono te. Puoi dirmi tutto…”.
“Beh, ecco, una cosa che ogni tanto sogno e che mi fa veramente bagnare di brutto, mi vergogno a dirlo, è immaginare di essere stuprata davanti ai tuoi occhi…”.
Non so, forse si aspettava che mi arrabbiassi, invece io, col respiro accelerato e il cazzo che ricominciava a gonfiarsi, le ho sussurrato “continua”.
“Si, ecco, il fatto di essere presa da altri maschi, grossi e forti, contro la mia volontà, mentre tu sei lì, che assisti impotente, mi fa impazzire…Anche perché…”.
“Perché?”.
“…perché temo non sarebbe veramente contro la mia volontà…” ha concluso guardandomi di sottecchi, attraverso i capelli che le cadevano dalla testa reclinata.
Ne abbiamo discusso parecchio, poi. Abbiamo cercato di capire quale fosse il confine tra desiderio e necessità, ma la risposta è rimasta confusa, tra le pieghe calde e morbide delle scopate roventi che hanno fatto seguito a quella rivelazione.

Per diverse settimane, quindi, ho continuato a pensare a quelle sue parole. Fino a quando, aiutato da un’amica con conoscenze adeguate, ho architettato un piano diabolico ma perfetto…


Fine prima parte!!


Spero che le fantasie di Laura siano piaciute anche a voi. Ditemi cosa ne pensate e se vi piacerebbe conoscere il diabolico piano! Il consiglio, eventualmente, lo chiederò alla fine della seconda parte, sempre che la vogliate.
Ovviamente, il sottoscritto è contrario a qualsiasi forma di violenza su chiunque, che sia maschio o femmina e percezioni intermedie. Il racconto è composto di una notevole quantità di pura fantasia e desiderio. Mai di necessità. Mai in tal senso.
 

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Ciao, intrigante questo racconto e soprattutto i possibili sviluppi.
Lo hai marchiato come esperienza reale e di fantasia, dove finisce la realta' e inizia la fantasia ?
 
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Ciao, intrigante questo racconto e soprattutto i possibili sviluppi.
Lo hai marchiato come esperienza reale e di fantasia, dove finisce la realta' e inizia la fantasia ?
In realtà ho sbagliato (troppo entusiasmo e poca praticità sul sito). Avrei dovuto indicare solo racconto di fantasia. Laura “era” una mia collega di tantissimi anni fa, con cui stava per partire un “impicciaccio”, visto che il marito le aveva proposto appunto un’esperienza cuckold. Poi non se ne fece nulla, ahimé. Almeno, non con me. Lei comunque gli scriveva fantasie piccanti, ma io ci ho messo il carico, nel racconto. Fisicamente, invece, era proprio Bebe Rexha! Uguale! 😍
 

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Be dai quindi un fondo di realta' c'era, effettivamente chissa come e' andata a finire tra loro e peccato che tu poi sei rimasto a bocca asciutta.

Certo che i discorsi erano andati avanti visto che ti avevano confessato quanto fosse porcella lei.
 
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Be dai quindi un fondo di realta' c'era, effettivamente chissa come e' andata a finire tra loro e peccato che tu poi sei rimasto a bocca asciutta.

Certo che i discorsi erano andati avanti visto che ti avevano confessato quanto fosse porcella lei.
Era un bellissimo rapporto, il nostro, in effetti. Ci raccontavamo molte cose anche intime. Conta che lei una volta mi chiese di cercarle dei porno con donne incinte, mentre stava aspettando il secondo figlio, per capire come farlo, col marito, anche col pancione 😁 Io le inviai una piccola lista, anche se non penso che il porno possa avere valenze didattiche 🤣
Una carattere straordinario il suo, sotto questo punto di vista. Sotto altri, molto meno. La nostra pseudo amicizia, durata anni e anni, finì di botto quando lei “si invaghì” di un altro “colleghino del cuore”, che probabilmente fu anche quello che realizzò il loro progetto hard 😅, cancellandomi completamente dalla sua mente. Divenni un completo estraneo per lei, dall’oggi al domani. Complimentoni 👏🏻👏🏻👏🏻
 
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Ok, a grande richiesta (pare vero…), ecco la Parte due dei Racconti di mia moglie Laura.

Katia è una mia amica di infanzia, una gran furbacchiona, con un sacco di situazioni intriganti per le mani. Quando le ho confidato della rivelazione fattami da Laura, mi ha aiutato a concepire un piano fichissimo, ma veramente al limite della follia, per dare al mio amore le sensazioni che sembra bramare così profondamente.
In pratica, abbiamo pensato di organizzare una scena di stupro, nella quale due suoi amici fidati, professionisti del mondo del sesso a pagamento, ci avrebbero “aggredito”, per poi approfittare della mia povera mogliettina indifesa. Di primo acchito è sembrato tutta una grossa cavolata, con troppe variabili e troppi intoppi possibili. E se Laura si fosse spaventata sul serio? E se non fosse così desiderosa di una situazione così estrema? E se, se, se? Poi, lentamente, il piano ha preso forma e più pensiamo ai particolari, più mi piace, mi intriga e mi eccita.
Alla fine, arriviamo a questo risultato:
Week end lungo, con figli a carico nonni.
Prenoto una spa per me e lei in un posticino che mi consiglia Katia, oltre per il fatto che è incantevole e offre servizi di eccezionale qualità, si trova in mezzo alla natura, con diversi posti appartati in cui organizzare il nostro “piccolo show”.
Una volta deciso il luogo e l’ora, su una cartina turistica, prospettiamo che i due suoi amici fermino la nostra auto in qualche modo credibile, probabilmente facendo finta di avere il loro veicolo in panne. Fingono quindi una rapina ma poi si interessano più a Laura che al resto e … beh, le offrono una scopata magistrale, da esperti quali sono. Katia mi assicura che ci sanno fare davvero.
Definiamo ancora alcuni particolari, Katia li contatta e mi fa sapere il prezzo del servizio, da pagare direttamente a loro. Mi sta bene. Andata!! Giuro, da quel giorno, fino all’appuntamento, sono rimasto praticamente col cazzo in tiro, al solo pensiero della scena che ci aspetta e al week end nella spa, insieme al mio amore, con questa nuova eccitantissima esperienza insieme.
Io intanto preparo qualche tocco in più, voglio che tutto sia perfetto. Preparo i contanti con cui pagare i ragazzi in un vecchio portafogli e un cellulare mal funzionante, tanto per avere una bella rapina a completare il tutto.
Arriva il giorno del viaggio. Dico a Laura che le ho organizzato un sacco di sorprese che spero le piaceranno. Premetto però alcune semplici regole: Non deve stupirsi di niente, deve pensare a divertirsi come più si sente e, nel caso in cui dovesse esserci qualcosa che non le piace, basta dirlo esplicitamente e il motivo di disappunto sparisce all’istante. Che poi sono praticamente le stesse regole che valgono per me, nei confronti dei due “stalloni” di Katia!
Partiamo!
Arriviamo nella zona circostante la spa e io trovo facilmente la strada secondaria studiata insieme a Katia. Siamo perfettamente in orario, quindi il piano procede alla perfezione.
Laura effettivamente non capisce perché io stia lasciando la strada larga e comoda in favore di una senz’altro meno agevole, ma io le dico che è una scorciatoia e lei mi guarda con uno sguardo che dimostra intesa, purtroppo sta subodorando qualcosa, non è scema, ma non dice più nulla e la vedo distendersi.
E’ uno schianto, come al solito. E’ primavera, quindi ci si può abbigliare comodi. Lei indossa un abitino scollato con gonna sopra al ginocchio e un giubbetto di pelle, autoreggenti leggere e stivaletti alla caviglia con tallone aperto. Profuma di buono, come sempre. Ogni tanto allunga una mano e mi accarezza la coscia e tra le gambe, maliziosa, mordicchiandosi le labbra e chiacchierando distesa, con quel suo tono di voce da gatta che indica eccitazione.
Io non sto quasi più nella pelle, non vedo l’ora di incontrare i nostri due gigolo e anzi mi chiedo dove si siano cacciati, quando sento il rumore di una moto che ci segue e vedo nello specchietto una di quelle da fuoristrada, con a bordo due individui. Mi salta il cuore in gola e il cazzo nei pantaloni! Ci siamo, penso.
La moto ci affianca, ci guardano, ci superano. Fanno diverse centinaia di metri sulla stradina, poi la vedo rallentare, inclinarsi malamente e quasi rovinare a terra, prima di fermarsi. Sembra abbiano avuto un inconveniente di qualche tipo. Scendono e cominciano ad armeggiare al mezzo. Noi arriviamo in prossimità e io rallento. Del resto si sono messi praticamente di traverso, non potrei proseguire senza rischiare di travolgerli. Mi fanno cenno con le braccia. Mi fermo e abbasso il finestrino.
“Ehi, che succede? Avete problemi?”
Laura fa per protestare, ma io la tranquillizzo.
Sono due sconosciuti per lei e indossano il casco, con sotto un passamontagna protettivo. Il più grosso si avvicina, borbottando che la moto li ha lasciati per strada, ma arrivato ad un paio di metri dalla portiera tira fuori una pistola, puntandola su di me! Dall’altro lato, il suo compare più basso fa lo stesso verso Laura!
“Ora zitti e tirate fuori i soldi, se state buoni e collaborate non vi facciamo niente”
Laura si agita, io no, le metto una mano sulla coscia per calmarla e recito la mia parte.
“Non fate follie ragazzi, noi…”
“Stai zitto ti ho detto e non fare lo stronzo e di a quella cretina di calmarsi o finisce male, fuori i soldi!”
Io mi volto verso Laura, la vedo sinceramente spaventata, sicché le stringo la coscia e le faccio l’occhiolino sussurrandole
“Amore, qui mi sa che dobbiamo fare come vogliono, o finisce molto, molto male, o molto, molto bene, tu che ne dici? In tutti i casi, decidi tu…”
Lei mi guarda stupita, poi sembra capire tutto, riprende un po’ di colore e mi fa
“Tu sei un pazzo… sei un fottuto pazzo… ” ma nella sua voce è tornato il suo tono eccitato e io ammicco di nuovo per confermare.
Intanto tiro fuori il portafogli e il cellulare e il tizio grosso li afferra. L’altro però si avvicina a Laura e le dice brusco “E tu che fai bella? Non la tiri fuori la borsetta?” Io rimango stupito, ma poi il tale aggiunge “anzi, altro che borsetta… scendi un po’? Non ci posso credere…”.
Il suo amico mi pianta la pistola sotto al naso “tu stai sempre buono, ok? Vogliamo solo vedere come è messa la tua signora”.
Laura sembra sudata e ancora agitata, ma lentamente scende dalla macchina, alzando le mani quando il tale la minaccia con la pistola “ma guarda qua, allora non me lo sono immaginato..sei identica a Bebe Rexha, la cantante, quella gran porcona, e tu stai messa benissimo come lei” la apostrofa, divorandola con lo sguardo da tutte le angolazioni. “quanto me la vorrei scopare Bebe Rexha, la vorrei mettere a pecora e sfondarle quel suo bel culone, ma mi sa che il tuo è molto più bello, lo sai? Girati! Fammelo vedere! Ho detto girati!”
Vedo mia moglie voltarsi lentamente verso la macchina e guardarmi con un misto di ansia e eccitazione.
“Tirati su la gonna, fatti ammirare…” le dice il tale ed è chiaro che si sta arrapando come un riccio nel vedere questa splendida donna che non oppone resistenza, incarnare la femmina che desidera.
Laura lentamente afferra il bordo della gonna e la tira su, scoprendo quelle sue belle cosce tornite, coperte dalle autoreggenti, fino a mostrare uno di quei suoi slippini a tanga con i bordi ricamati, che coprono a malapena il bel ciuffetto di peli che corona la sua passerina e che si infilano impertinenti tra le sue belle chiappe sode e rotonde, con tutti i chiletti della maternità nei punti giusti.
Il tizio sembra trasalire, alla visione di tutto quel ben di dio. Allunga una mano e comincia a tastarle il culo, i fianchi, le cosce, strappando qualche gemito a mia moglie. Ad un certo punto la fa voltare bruscamente e la spinge contro la vettura, dal tettino aperto lo vedo accostarsi a lei e puntarle la pistola contro la bocca, fino a sfiorare le sue splendide labbra sporgenti e morbide “mi sa che sei una bella ninfomane, vero? Dimmi che sei una troia…” le intima, e sento Laura rispondere in un sussurro “sono…sono una troia”, “ripetilo”, “sono una troia”, “mi sa che vuoi una bella ripassata, vero? Tira fuori la lingua, lecca, lecca come faresti con un cazzo” le ordina, e vedo mia moglie aprire leggermente le labbra, sporgere piano la lingua e leccare la canna della pistola, dapprima goffamente, poi inclinando un poco la testa e regalando a quel ferro delle leccate sempre più erotiche. Io ho ormai il cazzo che sta per esplodere. Il tizio si toglie il casco, lasciandolo cadere a terra, e si tira su il passamontagna fino a scoprire il mento e la bocca, poi afferra Laura per i capelli sulla nuca e le pianta la lingua in bocca. Sento lei che mugola, ma non ci sento dentro troppo disappunto, anzi! Sento il rumore umido delle loro lingue che si arrotolano, le labbra che scivolano le une sulle altre e i respiri nasali eccitati.
Il tizio grosso mi fa “Tua moglie è veramente una gran puttana, guarda come ci sta”, mi punta ancora la pistola, ma si sta strizzando il pacco, evidentemente ingrossato da un’erezione gigante.
Intanto un mugolio maschile attira di nuovo la mia attenzione sulla coppia, vedo che Laura ha abbassato le mani e sta accarezzando e stringendo il grosso rigonfiamento tra le gambe del tizio che la sta limonando avidamente. Lui intanto posa la pistola sul cofano e inizia a sbottonare il petto del vestitino di Laura. Scopre così un reggiseno a balconcino, che tiene su due sfere grosse e morbide, senza nascondere dei bei capezzoli larghi e duri, pronti per essere succhiati. Lui non ci pensa un attimo, ne afferra uno e comincia a lavorarselo di bocca, strappando un quieto gemito di piacere a Laura che, in estasi, piega indietro la testa e continua a segare lentamente il tizio da sopra i pantaloni.
Ormai la loro eccitazione è alle stelle, ma vengono interrotti dal più grosso, che apostrofa l’altro “Ehi, stai dimenticando chi ha la priorità qui!”, l’altro stacca la bocca da un capezzolo e tenta di protestare, ma il suo compare insiste “non rompere il cazzo o sai come finisce, tieni d’occhio il maritino qui e tu vieni qui” intima a Laura, mentre va ad afferrarla per un braccio, la strattona fin davanti alla macchina, perché io lo possa vedere bene, la costringe in ginocchio e, messosi a gambe larghe davanti a lei, si sbottona i pantaloni, cavandone un cazzo di tutto rispetto “avanti puttana, datti da fare, ho detto datti da fare, con quella bocca da sgualdrina”. Lo vedo afferrarla per i capelli e costringerle la testa verso il cazzo. Dopo una breve esitazione, la testa e le spalle di Laura iniziano un movimento di andata e ritorno ritmico. Lo sta spompinando, penso, mia moglie sta succhiando il cazzo di un altro uomo, lì davanti ai miei occhi. Finora avevo solo potuto immaginarla all’opera, ma vedere dal vivo la donna che amo, la madre dei miei figli, sottomettersi a quel trattamento, dare piacere con la bocca a uno sconosciuto senza opporre resistenza, mi fa realizzare quanto sia eccitante. Tanto quanto scoparla di persona.

Ma è solo l’inizio. Dopo alcuni lunghissimi minuti la tira su e la spinge con la pancia contro il cofano, di modo che mi ritrovo a guardarla direttamente in faccia. La sua espressione è di pura eccitazione, le labbra e il mento bagnati di saliva e gli occhi socchiusi. Lui le tira su la gonna, le schiaffeggia il culo, le tira via gli slip quasi a strapparglieli e la costringe rudemente ad allargare le gambe, dicendomi “ehi, cornuto, stai guardando, si? Guarda bene, mi sto per scopare la tua signora come una volgare cagna” e, dopo aver armeggiato un po’, lo vedo dare una forte spinta verso il bacino di Laura. Un grugnito lui, un gemito estatico lei, che spalanca la bocca e chiude gli occhi, in preda ad un evidente piacere. Il tale inizia a montarla con foga, ogni spinta sottolineata dallo schiocco del bacino contro i glutei, da un suo grugnito e da un gemito della ragazza. Lui, crudele, le ordina “di al tuo maritino cosa sto facendo”
e lei obbediente “mi stai scopando”,
“cosa ti sto facendo”,
“mi stai scopando forte”,
“come è il mio cazzo, diglielo”,
“è durissimo, mi sta sfondando, è più grosso del tuo”,
“digli che è un cornuto, avanti”,
“sei un cornuto, si, sei un cornuto, ah si continua! Non ti fermare! Guardami, cornuto, guarda come si fa scopare tua moglie!”.
Intanto sento che il compare basso ha avviato una riproduzione musicale, ha messo su una canzone della sua cantante preferita, ne posso cogliere qualche frase (i got you...baby let me in…), che va praticamente a dettare il ritmo della scopata, lì sul cofano della mia macchina.

Lo ammetto, quella scena è di una ingiustizia e di una volgarità incredibili, ma io mi ritrovo col cazzo in mano. Mi sto masturbando, mentre lo guardo abusare di Laura. Lei, bellissima, sensualissima, completamente sottomessa ad uno sconosciuto. Il suo giocattolo sessuale ormai. Il gorilla la fa girare sulla schiena, le tira su le gambe e se le appoggia alle spalle, poi la penetra di nuovo, la scopa senza pietà. Posso vedere gli stivaletti di Laura puntati verso il cielo ondeggiare avanti e indietro, poi le sue cosce vanno ad avvinghiarsi intorno alla vita di quel bastardo, le sue braccia gli circondano le spalle e lui la bacia, voracemente, vedo le loro lingue attorcigliarsi come due serpenti, la saliva colare sulle guance di mia moglie e lui che le afferra i capelli con entrambe le mani, mentre spinge, spinge, spinge il cazzo a fondo dentro di lei, fino a procurarle un orgasmo squassante, la vedo agitarsi e tremare, mentre i brividi di piacere percorrono tutto il suo corpo e lei urla di godimento.
Ecco, ora sta per venire lui, si tira su, la riporta in ginocchio, una mano serrata attorno a una ciocca di capelli, l’altra che smanetta velocemente lungo l’asta, la cappella puntata verso la bocca aperta di Laura, che lo incoraggia, tirando fuori la lingua e sussurrando “dammela, dammela, vienimi in gola, dai, sborrami in bocca, la voglio, la voglio…”, fino a quando un copioso getto la inonda dal mento fino a un sopracciglio, lei non può ritrarsi, neanche se volesse, così gli schizzi dopo sono più precisi e quasi tutti finiscono dritti nella sua bocca. La vedo ingoiare e passarsi la lingua sui denti e sulle labbra. L’ha bevuta tutta, con gusto. Ha ingoiato la sborra del suo violentatore. Lui glielo rimette in bocca, in modo che lei glielo pulisca per bene e sorbisca fino all’ultima goccia di sborra e lei esegue senza obiettare.
Il tizio si ritrae, rimette il cazzo nei pantaloni e riprende la pistola. E’ evidentemente il turno del fan del pop “ora tocca a me, puttana, vieni qui”. La fa mettere nuovamente con la pancia sul cofano “voglio sfondare il culo di Bebe Rexha, adesso ti sfondo il culo Bebe, hai capito?”. Vedo una nota di agitazione nello sguardo esausto di Laura, è chiaro che non sia sicura di volerlo, ma il tizio le sta già leccando il buco e sputandoci sopra diverse volte, poi tira fuori il suo arnese, sputando anche lì. Spinge una mano sulla schiena di mia moglie e inizia a forzarla da dietro. Lei geme, tra il preoccupato e il voglioso, non capisco, fino a quando la cappella del tizio inizia evidentemente a farsi strada nell’ano della ragazza. Lui spinge e la insulta, insulta me. Lei sta sentendo forse anche dolore, ma il piacere è maggiore. Lui la afferra di nuovo per i capelli e la costringe ad inarcarsi all’indietro, così le sue belle tette, ormai libere dal minuscolo reggiseno, iniziano ad ondeggiare al ritmo della scopata. Li sento urlare, lui “troia, puttana, ti piace nel culo? Dillo, di che ti piace nel culo! Dillo! Dillo al cornuto cosa ti sto facendo!!” e lei “si, si, sono la tua troia, mi stai inculando, mi stai aprendo il culo e tu guarda, cornuto, mi rompe il culo, sta allargando il culo di tua moglie”. Lui alza il volume della musica e continua a sodomizzarla con foga, fino a farla venire di nuovo, per poi venire a sua volta, direttamente nel culo di Laura. Lo vedo spingerle ben dentro il suo seme caldo, con pompate lunghe e violente, coronate dalle sue urla e da quelle della ragazza, fottuta e usata fino in fondo.

Quello che succede dopo, mi sembra tutt’ora frutto di un sogno. Abbasso lo sguardo e vedo che anch’io mi son sborrato addosso, guardando quella scena. Poi sento il rumore di una sirena lontana. Sento del tafferuglio, rialzo la testa e vedo i due che corrono verso la moto, la accendono e spariscono in un batter d’occhio. Poi il silenzio. Mia moglie è ancora lì, prona sul cofano, a gambe divaricate, ansimante, con la testa girata dall’altro lato. Esco finalmente dalla macchina, come in stato di trance, mi avvicino a lei e la vedo lì, con gli abiti sgualciti, il viso e il culo sporchi di sborra, gli occhi chiusi, il respiro che sta tornando regolare, pur se ancora colta da qualche improvviso brivido. Quando la tocco, lei mi guarda. Dopo un momento lungo un eternità, un sorriso si allarga tra quelle stupende labbra, ancora umide.
Sussurra “ti è piaciuto?”.
Rispondo “da impazzire, e a te?”.
“Mi sento leggera come una piuma e stremata, un’esperienza da brividi, mai avuti orgasmi così potenti”. Mi guarda intensamente “grazie…”.
Sento di amarla come non mai.

Ci ricomponiamo e ci apprestiamo a continuare il nostro viaggio. Risaliamo in macchina e partiamo. Per fortuna che ho studiato bene la mappa, perché il mio vero cellulare non prende, siamo in una zona non coperta evidentemente. Ora ci aspetta il fine settimana nella spa e le serate a fare sesso sotto il cielo stellato, ripensando alla nostra nuova esperienza, che chissà dove ci condurrà. Una cosa è certa però: da allora, quando Laura sente la musica di Bebe Rexha, le parte l’ormone a mille e deve scopare al più presto. Dice che la fa impazzire. Non so ancora se esserne entusiasta o preoccuparmi.

Ah si, ci sarebbe il consiglio che volevo da voi: ecco, quando siamo arrivati alla spa, mentre Laura era in doccia, mi sono collegato al wi-fi dell’albergo e mi è arrivata una mezza dozzina di chiamate e messaggi non letti.
Erano di Katia.
Si scusava, ma i suoi due amici avevano avuto un incidente d’auto, quella mattina, ed erano in ospedale. Nulla di grave, ma purtroppo il nostro piano era rovinato. Era mortificata.

Secondo voi, lo dico a Laura?
O no?

 
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Chissà perchè... ma lo avevo immaginato! Bel racconto, molto eccitante e ben scritto... bravo! ... continua?!
Grazie! Ci sto pensando, perché Laura è quasi interamente un parto di fantasia. Ho invece in cantiere il resto delle storie su Claudia, una mia ex, anche se non sembrano aver avuto molto successo. Devo migliorare 😅
 
OP
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Ok, non mi avete minimamente filato (grazie eh), perciò ho deciso per conto mio: alla fine non gliel’ho detto. Ho pensato che anche lei ha dei segreti con me e la cosa la eccita. Il pensare che lei non sappia di essersi data con molto gusto a due stupratori in piena regola, eccita me, in questo caso. Specie perché l’ho vista molto soddisfatta dell’esperienza.
Spesso abbiamo ricordato la scena, nella nostra intimità, e la cosa ci ha fatto arrapare oltre ogni modo.
Comunque, la vita continua, così come lei ha continuato con i suoi messaggi e le sue avventure.

Un giorno mi arriva questo:
“Ciao amore, ti voglio raccontare una cosa: ti ricordi del mio viaggio in Norvegia? Oddio, mi hanno trombata veramente senza sosta in tutti i buchi, come ti ho raccontato. Ebbene i tizi di su, vengono qui la settimana prossima, per un convegno a Firenze. Ci andiamo tutti, staremo lì tre giorni. Sei contento?...🥰”
E poi
“Guarda che scrivono al vecchio quei bastardi: <<…vorremmo sapere anche se sarà presente la Signora Laura, per ripetere la bella esperienza vissuta insieme e farle provare di nuovo le nostre specialità che tanto ha gradito. Stavolta proponiamo ben cinque piatti speciali…>>.
Il capo ha risposto così: <<La Signora Laura sarà sicuramente presente e non vede l’ora di riassaggiare il tutto e più volte. Provvederò personalmente anche a recapitare qualcosa al suo adorato maritino. Inoltre ci sarà anche la nostra responsabile delle nuove linee di prodotto, la Signora Giulia. Vi assicuro che resterete soddisfatti delle sue presentazioni. Di recente ho curato personalmente la sua formazione e sono rimasto assolutamente colpito dalla sua infaticabile dedizione>>.
Chi sa cosa ha in mente, non me lo ha voluto dire! Quindi il bastardo si scopa anche Giulia! Quella puttanella, figurati! 😘”.

Che ve lo dico a fare, mia moglie in un’orgia, con anche la sua presunta amichetta Giulia! Quest’ultima l’ho incontrata solo una sera, in cui sono andato a prendere Laura al lavoro. A differenza di mia moglie, lei è invece magra e piccolina, ma comunque con delle forme spettacolari. Ho intravisto un seno piccolo ma sodo e appuntito e delle bellissime gambe, per non parlare del suo visetto da porca, incorniciato da un caschetto di capelli nerissimi e scalati sulla nuca, nasino all’in su e occhi scuri e maliziosi. Sarà una mia impressione, ma ci leggo (o ci voglio leggere) “vado al letto con tua moglie, cornuto”.
Laura ha visto come l’ho guardata e, quando siamo soli in auto, mi fa:
“Ti piace Giulia eh? Visto che fichetta?”
“Beh, si, è proprio una gran bella fica, chissà cosa combinate da… quella volta”
Lei mi guarda e, con la sua voce morbida e sensuale mi dice:
“Mi ha fatto fare un pompino al marito davanti a lei e poi ha voluto che ci dividessimo la sborra baciandoci. Ci stiamo organizzando per scopare in tre, il prima possibile, ovviamente il terzo non sarai tu”.

Ok, arriva la settimana del convegno e Laura parte “ci sentiamo presto amore, ti chiamo quando arrivo”.
Non mi chiama.
Il giorno dopo mi manda un messaggio di chat, col seguente testo:
“tua moglie è troppo impegnata al momento, così scrivo io. Va tutto molto bene, Laura si sta divertendo. Moltissimo” e in allegato un filmato.

La telecamera inquadra i passi, lenti e sensuali, di due splendide gambe nude, piedi stupendi, con smalto nero alle unghie, sandali aperti e con il tacco evidentemente piuttosto alto. Non sono di Laura. Le sue gambe sono più tornite e poi ha un piede tatuato. Che sia Giulia? Molto probabile.
Sta percorrendo un corridoio con un lungo tappeto centrale, inquadra un vassoio nella sinistra, sul quale è posato un guinzaglio con una lunga catena arrotolata sopra. Arriva a una porta. Una mano maschile entra nell’inquadratura e bussa. La porta viene aperta da un tipo in maschera, evidentemente di una certa età, probabilmente “il vecchio”, la telecamera lo inquadra dall’alto in basso, è nudo e ha il cazzo dritto, incorniciato da un ciuffo di peli bianchi (ben curati, direi).
L’inquadratura riprende sulle belle gambe. Ancora qualche passo nella stanza, si sentono diverse voci parlottare in una lingua evidentemente nordica ma incomprensibile. I passi si fermano. L’inquadratura sale, fino ad un grosso letto matrimoniale. Sul letto, le forme nude di una donna sdraiata scompostamente a pancia in giù, riconosco Laura, una gamba è piegata e posso riconoscere il tatuaggio sul piede, smalto rosso, un braccio lungo il fianco, l’altro sopra la testa, i bei capelli biondi sparsi come un vaporosa corona. La sua pelle è umida, di sudore, di sperma. Diversi schizzi e macchie di bianco liquido lattiginoso sono visibili sulle cosce, sulla schiena. Il buco del culo e la passera sono intrisi anch’essi. L’hanno posseduta, da davanti e da dietro, le sono venuti dentro, addosso, sul suo bellissimo viso, rivolto verso la telecamera, gli occhi chiusi come dormisse, il trucco colato sulle guance, le labbra umide e arrossate.
La telecamera ora le inquadra direttamente testa, vedo una grossa mano afferrarle una ciocca di capelli e tirarla su, quasi per farmela ammirare, lì inerme, sottomessa.
Qualcuno sputa e un grosso spruzzo di saliva le atterra sulla bocca leggermente aperta, un gemito assopito, la punta della lingua sfiora lentamente il labbro superiore.
Poi la testa ricade sul letto.
La telecamera si allontana e viene presa da qualcun altro. Ora inquadra la ragazza che l’ha usata finora. E si, è evidentemente Giulia, anche se indossa una maschera a cappuccio da gatta, con tanto di orecchie. Il fisico sottile e sensualissimo, con solo tanga e sandali e quel suo bellissimo seno appuntito e rivolto verso l’alto. Ha preso il guinzaglio e lo porge al vecchio, lui lo afferra, afferra lei per la nuca e la bacia con la lingua, vorace. Poi, guardando verso la telecamera, sprezzante, va a mettere il guinzaglio attorno al collo di Laura. Giulia si inginocchia sul letto, tra le gambe di mia moglie, le allarga le natiche con le mani e vi affonda il viso, mentre altri grossi corpi nudi, con i cazzi turgidi, si stringono intorno a loro…
 
OP
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E’ tardi, i lampioni sfrecciano al lato della strada, i bambini dormono sui sedili posteriori. Laura guarda languidamente davanti a se, attorcigliando una ciocca di capelli intorno alle dita, ogni tanto mi guarda. Io guardo lei:
“chi era quello?” le chiedo all’improvviso.

Qualche ora prima:
C’è un kick-off aziendale, quelle noiose riunioni in cui ci si dice come va l’azienda e, generalmente, quanto stia andando bene, ma ci sarebbe sempre margine di miglioramento.
Per quello della società di Laura, vengono sempre invitate anche le famiglie dei dipendenti e organizzano sempre in delle belle sale congressi, dove c’è posto anche per eventuali figli di varia età.
Io sono classicamente in giacca e cravatta. Laura, come al solito, è fantastica. Ha un abitino a tubino in tessuto morbido, grigio chiaro, che le copre dal girocollo fino a sopra alle ginocchia, con le maniche corte. Risulta aderente ma non lascia intravedere i bordi del suo intimo, ridotto al minimo del resto, ma fa ben intuire le sue belle curve flessuose. Le sue adorate autoreggenti nere e trasparenti coprono le stupende gambe tornite, decollete scure con tacco da 8 cm, di un modello elegante e sexy insieme, che evidenziano le adorabili caviglie e l’arco sublime dei suoi piedi. Il suo tatuaggio è appena visibile sotto le calze, il che aumenta la sensualità della sua figura. Pochi gioielli e trucco leggero, non ne fa molto uso. E’ lei la vera bellezza e lo sa. La criniera bionda da leonessa e quegli occhi verdi, del resto, già non lasciano scampo. L’abbigliamento stenta ad incrementare l’effetto che fa sugli uomini che la guardano (e, come detto, anche su diverse donne).
La riunione è, come tutti i kick-off, di una noia mortale, ma poi, dopo i complimenti reciproci e i buoni propositi futuri, si passa al momento social.
Sono presenti tutti i colleghi di Laura.
Vedo “il vecchio”, vestito stavolta… Lo immagino ancora mentre possiede Laura, tenendola per il guinzaglio, o mentre lei gli succhia il cazzo, in ginocchio davanti alla sua poltrona e il mio comincia ad indurirsi, in quel vortice di eccitazione da cornuto quale ormai evidentemente sono, punzecchiato dalla rabbia verso tutti quelli che usano la dolcissima madre dei miei figli come una puttana. Lo vedo presentare Laura a ospiti e colleghi di altre sedi, tenendole una mano poggiata sulla base della schiena. Lo tengo d’occhio e, come mi aspettavo, lo colgo a darle una bella palpata di culo, quando pensa di non essere visto. Vecchio porco bastardo, chissà quante volte l’hai penetrato, quel bellissimo culo.
Vedo Giulia, quella troietta, in camicia e gilettino, gonna corta, parigine e stivaletti alla caviglia col tacco. Che gran fica. L’ho vista in uno specchio passarsi la lingua con Laura, in un rapido bacio assatanato, mentre erano sole nel guardaroba. Quanto me le scoperei insieme! Ma, per il momento, pare sia un piacere che Laura non voglia concedermi, che tortura. Specie perché faccio anche conoscenza con Giorgio, il marito di Giulia, che invece pare abbia già goduto di mia moglie e forse l’ha già scopata in trio con la sua troietta. Alla fine, però, è un tipo simpatico e gioviale, mi ritrovo a non provare risentimento nei suoi confronti. Del resto siamo comunque fratelli di corna, visto cosa hanno fatto le nostre signore a Firenze.
I miei figli, ragazzi adorabili, si trovano bene con la coppia, che gli risulta subito simpatica e giocosa. Li guardo scherzare insieme, ma rivolgendo il mio sguardo nell’ultimo posto dove era Laura, dall’altra parte della sala, non la vedo più. Comincio a guardarmi intorno, nulla. Vedo “il vecchio”, vedo i colleghi con cui stava parlando un minuto fa, ma di lei non c’è traccia.
Incrocio lo sguardo di Giorgio e Giulia e gli chiedo di badare un attimo ai ragazzi. Giulia mi rivolge un’occhiata maliziosa delle sue e poi, ammiccando verso il secondo piano della sala convegni, mi dice “ma certo, caro, non ti preoccupare, vai pure a vedere cosa sta facendo, la tua signora”, rimarcando le ultime parole con un sorrisetto sghembo, guardandomi da sotto la frangetta nera del suo caschetto.
Seguo il suo sguardo e mi dirigo al secondo piano. C’è poca gente lì, che parla di cose evidentemente riservate. Inizio a gironzolare nei vari corridoi, poi sento un rumore sommesso provenire da una saletta laterale, la porta è socchiusa e dentro la luce è accesa.
Mi avvicino silenzioso come un gatto e…
Lui ha i pantaloni calati fino alle caviglie, sta scopando in piedi Laura, con foga, contro il muro, tenendola sollevata con le mani sotto le cosce. Lei, col vestito tirato sui fianchi e gli slippini appesi a una caviglia, gli tiene le gambe strette attorno alla vita, incrociando le caviglie, mentre lo accoglie dentro di sé, le braccia intorno al suo collo. Si baciano con ardore, le lingue sembrano impazzire nelle bocche.
Lui: “Tieni, tieni, tieni, puttana, troia, ti piace farti scopare, mentre il tuo maritino è di sotto con i tuoi figli? Dimmelo, che sei una puttana. La signora distinta e puttana. La mamma e puttana
Lei: “Ah! Ah! Ah! Si! Ah! Si! Sono una puttana! Si! Sono una troia! Scopami! Prendimi mentre mio marito è con i miei figli, che mi aspettano! Prenditi questa fica sposata! Riempimela! Si! Sono la signora delle puttane! Sono una mamma puttana!”.
Si separano, lei si inginocchia davanti a lui, le vedo posare quel suo culo marmoreo sui tacchi delle decollete nere, gli lecca tutta l’asta del cazzo, ancora lucido dei suoi umori, gli titilla il frenulo in punta di lingua, poi gli prende la grossa cappella in bocca, segandolo con una mano e massaggiandogli lo scroto con l’altra. Posso vedere il nostro anello di nozze luccicare, mentre passa sui testicoli di lui.
Poi lui la solleva, prendendola sotto le ascelle e la fa stendere su un tavolo, le allarga le gambe, la prende per le caviglie, rientra dentro di lei, con forza, con facilità. E’ fradicia.
Continua la cavalcata, continuano a dirsi oscenità, a baciarsi furiosamente, fino a quando sento Laura ordinare: “vienimi dentro, dai, fallo, riempimi di sborra calda, svuota le palle nella fica della donna di un altro”.
Lui sembra impazzire a quelle parole, ma lei è una macchina da piacere spietata.
La vedo succhiarsi il medio della mano destra a fondo, allunga il braccio sul culo di lui, gli accarezza lo sfintere anale. Gli infila il medio insalivato nel buco del culo. Inizia a scoparlo col dito, dentro e fuori, dentro e fuori.
Lui si inarca, emette un lungo gemito soffocato, i suoi fianchi si contraggono, ancora, ancora, ancora. Laura geme ad ogni contrazione. Le sta venendo dentro, è evidente, con numerosi schizzi del suo seme. La sta riempiendo come non ci fosse un domani. Poi le ricade sul petto. Si baciano ancora. Lui si solleva, gira intorno al tavolo, la afferra per i capelli “puliscilo”.

I lampioni le illuminano il viso, alternando luci e ombre su di lei. Guarda dietro, assicurandosi teneramente che i nostri figli stiano bene e dormano ancora.
“E’ il direttore della sede di Tokyo. Uno stronzo. Il classico figlio di papà che si atteggia a maschio alfa. Il problema è che il papà è il direttore generale. Ha molto potere su tutti i dipendenti. In via ufficiosa, sappiamo che ha fatto licenziare dipendenti femmine perché gli si erano rifiutate o anche i maschi che non hanno voluto concedergli le proprie mogli e fidanzate. Addirittura, ha preteso di scoparsi anche le figlie del vecchio, contemporaneamente, davanti al padre. Lui lo odia, da allora”.
“E tu, invece? Non mi pare che gli abbia opposto tutta questa resistenza” le dico, calmo.
“Amore, io sono a un passo dall’ottenere una promozione, lo sai. Forse diventerò direttrice della sede di Firenze o di Perugia” mi risponde lei, con la sua voce calda e sensuale. Capisco che è ancora eccitata.
Prosegue
“Ti sei eccitato? Ha un cazzo enorme, lo hai visto? Mi ha fatto quasi male. Quasi” mi sussurra, allungandosi a massaggiarmi il pacco, che nasconde a malapena un’erezione mostruosa, colpevole.
“Mi ha veramente riempita a dovere” rincara
“Che troia che sei… Ee..ti stai proteggendo, vero?”
“Chissà?” sussurra lei, tirandosi su il vestitino e infilandosi una mano nelle mutandine. La vedo muovere le dita sotto al tessuto. La sento gemere silenziosamente. Tira fuori le dita bagnate. Non è solo la sua rugiada. E’ venuta via col seme di quello stronzo ancora nella fica. Si porta le dita alla bocca. La sento succhiarle, emettendo un verso di lussurioso desiderio, mentre le sorbisce.
Aspettiamo a svegliare i nostri ragazzi, mentre scopiamo selvaggiamente nel ripostiglio del garage. La possiedo da dietro, come un animale, le sue mani contro il muro, la costringo per i capelli a tenere la testa bassa, e sento il mio cazzo affondare negli umori di lei, mescolati alla sborra di un altro maschio.
 
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