Racconto di fantasia Il cammino di mia moglie

paletto77

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Quell’anno a Luglio, io e mia moglie Manuela decidemmo di andare a percorrere il Cammino di Santiago di Compostela. Non cercavamo la spiritualità, ma da tempo ci piaceva l’idea di questo lungo percorso da fare completamente a piedi lungo quasi 800 chilometri.

Dopo le prime difficoltà su Pirenei ci siamo ritrovati sotto il sole caldissimo di Luglio che picchiava forte sulle nostre teste. Visto il caldo io indossavo pantaloncini corti e una maglietta sbracciata, Manuela un paio di leggins al ginocchio che le fasciavano quel bellissimo culo e una maglietta altrettanto attillata che metteva in risalto la sua 4° misura di seno, con un generoso scollo a V.

Abbiamo passato giornate a chiacchierare tra noi o con persone che incontravamo durante il cammino, giornate in totale silenzio a contemplare la natura o immersi nei propri pensieri. Abbiamo fatto nuovi amici e allontanato persone che non ci piacevano. Chi ha fatto il cammino sa di cosa sto parlando.

Dopo due settimane arriviamo a Burgos. Una città piccola, ma bellissima, con una cattedrale immensa, un’opera d’arte che non ha niente da invidiare a ben più rinomate cattedrali. Rapiti dal suo esterno, ci affrettiamo per trovare un ostello, cosa molto difficile a Luglio, il rischio è di dover dormire fuori, m siamo fortunati e troviamo due brande non molto lontano dalla cattedrale. Facciamo la doccia e andiamo a visitare la cattedrale e la città di Burgos. Ceniamo in un 100 Montaditos a base di tapas e birra. Pensai che la vita era bellissima, avevo accanto a me una donna meravigliosa che tutti mi guardavano, qualsiasi cosa indossasse e facevamo la cosa che più ci piaceva, viaggiare.

Il giorno dopo, all’alba, ripartiamo in direzione di Santiago, ancora lontanissima, ma non era importante, ciò che contava era il viaggio stesso. Una cosa si impara in modo molto chiaro e forte durante il cammino: vivere il “Qui ed Ora” e noi ce lo stavamo godendo passo dopo passo.

Dopo un paio di giorni, durante il cammino conoscemmo un ragazzo poco piĂą giovane di noi. Si chiamava Stefano ed era partito da solo da Bologna, dove viveva. Con Stefano trovammo immediatamente una simpatia e affinitĂ  tali che passammo ben tre tappe insieme a lui fino ad arrivare a Leon.

Leon è una città moderna, con il suo traffico e i rumori della città, un po’ fuori contesto per i pellegrini che si sono fatti una settimana di aperta campagna attraversando le Mesetas (una distesa infinita di grano che a Luglio è dorato come il sole stesso a perdita d’occhio in ogni direzione e che sotto al vento sembra ondeggiare come il mare).

Stiamo ancora viaggiando con Stefano quando iniziamo a cercare un ostello dove potersi riposare, ma Leon non era proprio per noi, quindi procedemmo sul cammino, fino ad arrivare a Valverde de la Virgen. Purtroppo in quel piccolo paesino non riuscivamo a trovare un posto dove dormire. Quando pensavamo di dover prendere e proseguire ancora, Stefano riesce fortunatamente a prenotare un piccolissimo appartamento tramite airbnb non lontano dal paesino. Ci chiede se vogliamo condividerlo e ovviamente noi accettammo volentieri, alla fine diviso in tre il costo non era eccessivo.

Alla fine fummo contenti di quella sistemazione, una camera da letto e un divano letto, ma soprattutto un bagno con tutti i comfort che gli ostelli non offrono. Per cena ci siamo organizzati comprando tre pizze da cuocere in forno, ma soprattutto qualche birra e una bottiglia di rum. Il caldo si faceva sentire anche la sera. Io e Stefano cenammo con addosso solo un paio di pantaloncini. Notai che Stefano aveva una bella muscolatura… e notai che anche Manuela l’aveva notato (le sono sempre piaciuti gli uomini palestrati). Manuela, dal canto suo, se ne andava in giro per casa con addosso solo una canotta molto ampia (senza reggiseno) e un paio di pantaloncini corti, ma larghi.

Ogni volta che Manuela si chinava, anche solo leggermente, in avanti le si vedeva chiaramente il seno e Stefano non perdeva occasione di ammirare tanta abbondanza. A me non dava fastidio, anzi mi rendeva orgoglioso e un po’ eccitato. La bottiglia di rum era praticamente a fine. Io osservando il fondo dissi a voce alta “Domani mattina avremo tutti un bel mal di testa” e ridemmo come scemi. Stefano disse “peccato non ci sia un mazzo di carte” noi lo guardammo in modo strano chiedendoci cosa volesse farne di un mazzo di carte, poi disse “avremmo giocato a un gioco carino che conosco con cui ci si deve spogliare“. Io squadrai mia moglie e dissi a Stefano “uhm, con due mani avresti spogliato Manuela completamente” e ridemmo di nuovo, poi lui aggiunse “beh, io Manuela la spoglierei anche con una mano sola!”.

Manuel inarcò le sopracciglia e rise come una scema, non era rimasta offesa dal complimento del nostro amico, anzi” io gli dissi “uuuuhhh c’è da aver paura di questo tizio.. spoglia le donne con una mano sola!!” e di nuovo tutti a ridere. Quindi mi alzai, girai intorno al tavolo dove eravamo seduti e mi misi in piedi alle spalle di mia moglie. Stefano era davanti a noi e ci guardava. Mostrai a tutti e due la mia mano destra e con un solo tentativo provai a tirare su la canotta di mia moglie dirandola dalla parte bassa della stessa, ma con il solo risultato di scoprirle la pancia e una tetta. Stefano ovviamente si gustò il panorama che durò pochi attimi e Manuela mi disse “smettila scemo” e si ricoprì, ma non era arrabbiata. Allora Stefano si alzò e chiese a Manuela “al solo scopo educativo mostrerò a tuo marito la tecnica di denudamento femminile ad una sola mano, se me lo permetti”. Manuela lo guardò e poi guardò me, ma io scrollai le spalle per farle capire che volevo vedere questa famosa tecnica. Lei allora gli disse “ok, però mi copro con le mani” lui le disse, ok, ma io sono dietro di te, non potrò vedere il tuo seno e ti restituirò la maglietta appena ho finito”.

Lei annuì e lui si posizionò dietro di lei. Infilò il suo avambraccio dentro le spalline della canotta di Manuela e con un movimento di accompagnamento tirò verso l’alto. Manuela fu costretta a tirare su le braccia e la canotta venne via quasi con delicatezza. Mai moglie aveva il seno di fuori, ma non lo coprì come aveva preannunciato. Si mise a ridere e riprese la maglietta. Prima di indossarla guardò Stefano che era ancora dietro di lei, appoggiando la testa sugli addominali di lui. Ovviamente lui non la guardava negli occhi.

Manuela riedeva ancora come una ragazzina mentre si rimetteva la canotta. Io le dissi “Amore, cosa la rimetti a fare?” e lei fece finta di non ascoltarmi e la indossò. Mi rivolsi a Stefano “Sai anche smutandarle con una sola mossa?”, ma fu Manuela a rispondere “questa donna non può essere smutandata, non indossandole” io e Stefano ci guardammo ammutoliti. Poi Manuela scostò leggermente il pantaloncino e vidi che non mentiva. La sua fica perfettamente depilata era visibile, poi riportò i pantaloncini alla loro posizione normale, Stefano, dalla sua posizione non vedeva nulla, ma aveva capito e aveva iniziato a massaggiare le spalle di mia moglie. Lei allora chiude gli occhi e si godette il breve massaggio.

Versai in tre bicchierini il fondo della bottiglia di rum e proposi un brindisi senza senso, tutti e tre bevemmo quanto rimaneva del superalcolico. Mi alzai, presi mia moglie per mano e ci sedemmo sul divano. Stefano si mise a sedere su una delle sedie e continuammo a parlare ancora. L’alcool stava dando i suoi effetti e mi girai verso mia moglie per metterle la lingua in bocca. Lei aprì la sua bocca e iniziò a massaggiarmi la lingua con la sua. Le misi allora una mano su una coscia e lei le aprì automaticamente. Spostai il pantaloncino in modo che la sua fica fosse ben visibile a Stefano, che ci stava guardando a meno di due metri di distanza. Lei provò a dire qualcosa, penso fosse una mezza protesta del tipo “Stefano ci guarda” ed io le dissi “tranquilla piccola” e aprì ancora di più le gambe. Infilai un dito dentro di lei, che sussultò un po’, poi lasciò andare un leggero “ooooh”. Mi staccai dal suo bacio per morderle il collo e tirare fuori le due meravigliose tette. Lei guardava Stefano. Lui aveva un’erezione notevole nei pantaloncini. Mi allontanai un po’ da lei, ma sempre con il dito nella sua fica. Mi misi a sedere obliquamente e misi lei a sedere tra le mie gambe. Le aprii di nuovo le cosce e le tolsi la canotta.

Stefano si alzò e si posò davanti a lei. Si massaggiava il cazzo ancora nei pantaloncini. Stefano si avvicinò ancora, lei gli mise una mano sul cazzo e lui le sfilò i pantaloncini, cosa che lei agevolò di buon grado. Era nuda. Aveva me alle spalle e Stefano in piedi davanti a lei. Lui le disse “vuoi che me lo tolga?” e lei annuì. Lui iniziò a toglierlo lentamente. Si vide immediatamente la cappella del suo cazzo chiaramente in erezione.

Via via che il pantaloncino scendeva, Manuela sgranava sempre di più gli occhi, sembrava non finire mai quell’uccello che si stava materializzando davanti a lei. Quando Stefano scoprì anche le palle scoprimmo che il nostro amico aveva una mazza non indifferente. Sfilò completamente i pantaloncini e li gettò via. Se lo prese in mano e disse “lo vuoi?” e mia moglie annuì con decisione. Manuela si staccò da me, si avvicinò a Stefano ancora in piedi davanti a lei e glielo prese in bocca. Vedevo mia moglie di schiena che muoveva la testa aventi e indietro e Stefano le appoggiava una mano sulla nuca. Gli occhi chiusi per godersi quel momento sublime.

Dopo qualche minuto Stefano tirò via il suo cazzo dalla bocca di mia moglie e si inginocchiò davanti a lei. Le divaricò le gambe e tuffò il suo viso nella fica bagnata di Manuela. Le si distese appoggiandosi a me e mi strinse forte le mani. Anche lei aveva chiuso gli occhi per godersi la lingua dei Stefano sul suo clitoride. Mi prese le mani per farsi abbracciare ed io la strinsi forte guardando la testa di Stefano muoversi appena e la sua lingua scorrere febbrilmente tra le grandi labbra e il clitoride di mia moglie. Lei venne una prima volta tremando tra le mie braccia. La strinsi ancora di più. Dopo poco sentii un altro orgasmo sconquassare il corpo di mia moglie e liberato con un urlo di piacere.

Stefano soddisfatto si alzò e prese Mia moglie in braccio, come fosse una sposa e le disse “andiamo di là che stiamo più comodi” e si avviò portando mia moglie nella stanza da letto. Io mi alzai per seguirli. Arrivai in tempo per vedere Stefano che gettava mia moglie sul letto e lei che rideva contenta. Lui la girò e la mise a pancia in giù sul letto, poi la tirò dal culo per farla mettere a pecorina. Stefano allora mi guardò e mi disse “Vai tu davanti?” io annuii compiaciuto dell’energia del nostro amico. Mi posizionai davanti a mia moglie seduto sul letto. Lei iniziò a succhiarmi il cazzo quando lui la impalò nella fica con un colpo forte e deciso. Lei mi guardò sgranando gli occhi ed emise un gemito strozzato dal mio cazzo che stava succhiando. Gemeva davvero tanto e forte, pensai anche “Cazzo come gode sta troia”, godeva talmente tanto che ogni tanto si dimenticava del mio uccello e in quei momenti urlava “cazzo Stefano, cazzo, cazzo” e veniva e lui ripartiva martellandola ancora più forte. Io allora scivolai verso il basso per arrivare a baciare mia moglie. Non era facile i colpi di lui la spostavano di peso e tenerle la lingua in bocca non era facile. Lei venne di nuovo mentre la stavo baciando, praticamente mi urlò il suo piacere direttamente nella mia bocca. Pochi secondi dopo fu lui a venire. Non uscì da mia moglie mentre il suo cazzo spruzzava il suo seme dentro di lei. Lei era in estasi. Poco dopo lui uscì dalla fica di mia moglie ed io sentii cadermi sulla pancia, tra il mio ombelico e il mio cazzo in erezione, qualcosa di caldo. Lei allora pensò a me e piegò il bacino in avanti e si infilò il mio cazzo dentro. Sentivo una sensazione molto strana, la fica di mia moglie era larga e piena del seme di un altro. Venni davvero in pochi secondi. Lei mi sorrise e mi baciò.

Quando lei si scostò da me notai che avevo la pancia e il cazzo coperti di sperma, mio, ma soprattutto di quello di Stefano. Lui si era seduto sul letto. Manuela, esausta, si era sdraiata tra noi due, con la testa a lato di Stefano. Lui per metterla più comoda le fece appoggiare la testa sula sua coscia muscolosa. Manuela si girò e notò che il pene di lui, ormai in afflosciamento, era a pochi centimetri dalla sua fronte, allora si allungò e gli diede un bacio sul cazzo. Lui sorrise soddisfatto.

Ci pulimmo. Stanchi da morire andammo in sala a preparare il divano letto per Stefano, ma io dissi “non ho voglia di prepararti il letto, dormi con noi” a tutti e tre sembrava un’idea perfetta, troppo stanchi per pensare. Ci mettemmo a letto. Manuela nel centro, io alla sua destra e Stefano alla sua sinistra.

Mi svegliai con un forte mal di testa. Era ancora buio, ma c’era una debole luce accesa in camera. Sentii un movimento alle mie spalle, mi ero addormentato su un fianco dando le spalle a Manuela. Mi voltai lentamente cercando di non svegliare nessuno, ma mi accorsi presto che non dormivano. Vidi Stefano con gli occhi chiusi e una faccia beata di chi ha appena vinto la lotteria, teneva le mani incrociate dietro la nuca ed il suo sorriso sornione andava da orecchio a orecchio. Di mia moglie vedevo lo splendido culo nudo e la schiena curva sul cazzo di lui e la sua testa che si muoveva su e giù ritmicamente.

Chiusi gli occhi e mi voltai girandomi sull’altro fianco, facendo finta di russare. I loro movimenti si congelarono. Dopo una decina di secondi, mentre tenevo gli occhi sempre chiusi, sentii lui dire “tranquilla, dorme” e il movimento ritmico riprese. Aprii leggermente gli occhi sapendo che lui non avrebbe potuto vederlo.

Aprii gli occhi e in quel momento mi accorsi che lui mi guardava. Sorrise e mi fece l’occhiolino, poi si portò il dito indice sulle labbra mimando il gesto di “fai silenzio” e sorrise di nuovo. Io annuii.

Vidi che lui allungò la mano destra per poggiarla sul culo di mia moglie, poi quella mano scivolò tra le sue natiche e iniziò a massaggiarle il buco del culo. Avvicinò poi la stessa mano alla bocca di Manuela e le disse “bagnalo”, lei evidentemente glielo leccò un po’, poi lui glielo tolse e riportò la mano al culo di mia moglie. Il dito umido della saliva di Manuela penetrò nel suo ano con facilità. Lei inspirò dal naso con forza per un attimo. La scena andò avanti per qualche minuto. Lei gli succhiava il cazzo e lui le aveva infilato un dito nel culo e lo agitava lentamente.

Poi lui la prese e la tirò su. Si baciarono, con passione. Lui le disse “non smettere con la mano” e lei obbedì ricominciando a segare Stefano, il “cick cick” del cazzo bagnato di lui segnava un ritmo piuttosto lungo, vista la verga che lui si ritrovava.

Lui sembrava penetrarle la bocca con la sua lingua. La baciò a lungo e lei ovviamente ricambiava il bacio con passione. Poi lui la prese per i capelli e lei rimase immobile, si muoveva solo la sua mano di lei sul cazzo di lui. Dopo una breve pausa lui le chiese “Ti piace il mio cazzo?” e lei disse con un soffio di voce, ma che io udii chiaramente “sì, tanto” e lui continuò “ti piace di più di quello di tuo marito” e lei “sì” lui in preda a un delirio di dominio le chiese “sei la mia troia?” e lei “sì, sono tua”. Lui le pressò la nuca per lasciare che lo baciasse ancora, poi le tirò di nuovo i capelli per staccarla da lui. Le chiese “Lo vuoi di nuovo dentro di te?” lei annuii, ma lui disse “non ho sentito troia” e lei, “sì, lo voglio dentro” e lui la incalzò “perché sei…. ” e lei sorridendo “perché sono la tua troia” e lui disse “ok, adesso ti monterò di nuovo”. Lei disse “Andiamo di là però, non voglio svegliarlo” e lui rispose “che si svegli, sei la mia troia e lui lo deve capire” lei tentò una protesta e lui le disse “zitta troia e montami sul cazzo”. Lei obbedì. Cercò di muoversi con cautela. Io socchiusi gli occhi altrimenti mia moglie avrebbe capito che sono sveglio. Vedevo la sagoma di Manuela che si alzava in ginocchio e tirava su con una mano il pene di Stefano. Nonostante fosse completamente eretta sulle sue ginocchia, il cazzo di lui distava davvero pochi centimetri dalla sua fica. Pensai che una donna potrebbe diventare davvero dipendente da un cazzo così lungo. Poi lei piegò le ginocchia e scendendo si fece impalare da quell’asta lunghissima. Scendendo le uscì un “ahhhhhh” dalla bocca.

All’inizio si mosse piano, non voleva svegliarmi, poi il piacere prese il posto al buon senso e iniziò a cavalcare il cazzo di Stefano. A quel punto non aveva più senso fingere di dormire e mi alzai appoggiandomi sui gomiti. Lei mi vide e mi poggiò una mano sulla spalla, ma fu l’unico gesto che fece per farmi capire che sapeva che io fossi lì. Penso che fosse appena entrata nella sua trance dell’orgasmo perfetto. Quando è così non esiste niente altro al mondo che il suo piacere e chi glielo sta procurando. La sua cavalcata aumentava di ritmo di pari passo alle urla di piacere che emetteva. Vedevo la fica di mia moglie ingoiare e sputare fuori il cazzo di Stefano a una velocità impressionante. Poi si fermò di colpo. Ecco l’orgasmo perfetto. Iniziò a muovere il bacino avanti e indietro invece che su e giù. Era evidente che il movimento le procurasse un piacere incredibilmente intenso. Le sue gambe tremavano, ma sostenevano il movimento. Stava venendo anche lui. Le mani di lei appoggiate sui pettorali di lui. Il movimento era incessante, avanti e indietro con il bacino. Lui le stringeva i fianchi con le mani e venne dentro di lei, di nuovo. L’urlo di lei arrivò, piano piano, un crescendo, riprese fiato e urlò più forte, sempre più forte. L’urlo cambiò in uno stridente suono su una scala che non le avevo mai sentito raggiungere ed ecco, l’esplosione. Tremava tutta. Non c’era parte di lei che non stesse tremando. Due volte in vita mia l’ho vista godere in quel modo. So che in quel momento non percepisce altro che il suo piacere intenso. Non sente la mia voce se le parlo, non esiste altro al mondo che il suo piacere. Lei si accasciò sul petto di Stefano. Il fiatone si stava attenuando. Lui la stringeva tra le sue braccia. Lei si sciolse al suo abbraccio, scese da lui, si mise in posizione fetale e si addormentò all’istante. Io andai a segarmi in bagno. Quando tornai i due dormivano. Mi sdraiai accanto alla donna che amavo alla follia e lei si lasciò abbracciare.

Dormimmo così, io la tenevo stretta e lei rannicchiata tra le mie braccia.
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So che è un racconto lungo, am quando mi metto a scrivere le parole scorrono via come un fiume in piena... preferite lo faccia a puntate il prossimo racconto?
 

timassaggio

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Quell’anno a Luglio, io e mia moglie Manuela decidemmo di andare a percorrere il Cammino di Santiago di Compostela. Non cercavamo la spiritualità, ma da tempo ci piaceva l’idea di questo lungo percorso da fare completamente a piedi lungo quasi 800 chilometri.
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So che è un racconto lungo, am quando mi metto a scrivere le parole scorrono via come un fiume in piena... preferite lo faccia a puntate il prossimo racconto?

Non è lungo.
Quando una racconto è ben scritto, leggibile e godibile come questo, non è mai troppo lungo.
 

zagor85

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complimenti, forse in effetti andrebbe fatto a puntate perchè così risulta troppo lungo e secondo me ne perde un po' perchè tralasci un po' di dettagli che magari avresti inserito andando per capitoli.

Pensiero personale naturalmente, ancora complimenti.
 

Strady2

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Bravo!
certo che è incredibile... tu scrivi bene, è un piacere leggerti, e ti fai lo scrupolo di aver scritto troppo lungo... e non chiedi "continuo" ogni 5 minuti.
Altri, magari sgrammaticati e frettolosi, scrivono 5 righe, e poi aspettano di avere mille richieste per continuare...
strano il mondo. ma preferisco gli scrittori come te.
ciao
grazie. spero posterai molti altri racconti.
 

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