IL CLUB DEGLI AMICI (Capitolo IV – La nostra vera prima volta)

suntopless

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Di seguito il quarto capitolo (di sedici) de "Il Club degli Amici".

Finalmente era giunto il giorno del secondo appuntamento de Il Club degli Amici. Ci preparammo e giungemmo al locale per primi, tranne Maria, la nostra dipendente tuttofare, che per ovvie ragioni di lavoro era più che puntuale. Appena ci accorgemmo di essere soli decidemmo di uscire ed andare a fare un giro. Poco dopo notammo fuori il cancello della villa un paio di auto e riconobbi due coppie di soci del club. Affrettammo il passo ed entrammo nuovamente. Li trovammo mentre scambiavano qualche parola dentro lo spogliatoio. Ci spogliammo anche noi. Non era facile, soprattutto per Yoko, spogliarsi lì davanti ad estranei. Sì, la volta precedente si era spogliata davanti a tutti, ma c’era un’altra atmosfera. Adesso sembrava tutto diverso. Nudi entrammo anche noi nel salone. Giunsero altre coppie, tutte abbastanza puntuali. Con Yoko decidemmo di separarci, altrimenti avremmo corso il rischio di non combinare niente anche questa volta.
Vidi poco distante da me due donne che stavano condividendo con la bocca lo stesso medesimo cazzo. Mi avvicinai, chiesi permesso ed immediatamente una delle due ragazze, Sabrina, interruppe quel che stava facendo e si avventò sul mio cazzo. Lo lavorò piano dapprima, dall’esterno, con la lingua e poi lo ingoiò tutto in bocca. Mi stava facendo un pompino meraviglioso. Lento, dolce, con molta attenzione alle mie reazioni. Stavo godendo veramente tanto. Sia per il bel lavoro che stava facendo Sabrina, sia perché era il primo pompino che ricevevo da una donna, oltre Yoko. Che sensazioni piacevoli! Arrivai al punto che stavo scoppiando, non riuscivo più a trattenermi. Dissi a Sabrina di spostarsi perché stavo per venire e tentai di uscire il mio uccello dalla sua bocca, ma lei si agganciò più forte a me, tenendomi per le chiappe, alzò gli occhi, mi fece un veloce sguardo d’intesa e con la mano mi indicò il pollice, come per dire che era tutto a posto, che potevo andare tranquillamente. Le riempii la bocca. Sabrina si alzò lentamente, aprì piano le labbra, mi fece vedere tutto lo sperma che le avevo donato ed inghiottì tutto in un solo boccone. Un breve schiocco di lingua e mi disse “Uhm! Un buono sapore. Mi sa che ci incontreremo spesso qui in giro al club!”
“Volentieri!” le risposi e ci salutammo.
Mi voltai per dirigermi altrove e mi sentii chiamare.
“John! Ti è piaciuto il pompino di mia moglie, vero?” era Antonio, il marito di Sabrina, che mentre stava inculando una donna aveva assistito a tutta la scena. Proseguì “Sabrina fa dei pompini fantastici, da vera professionista!”.
Non dissi nulla, annuii soltanto, un po’ imbarazzato.
“Piuttosto, tua moglie Yoko dov’è? Non l’ho ancora vista! L’altra volta mi ha arrapato tantissimo e se posso stasera le voglio ciucciare quelle belle tette che ha e poi me la voglio scopare selvaggiamente. Credo che le piacerà la mia rozzezza!” mi disse mentre era ancora intento a far godere la donna che aveva sotto.
“Se la trovi, fallo pure! Siamo qui per questo del resto!” feci un cenno con la mano e me ne andai altrove. Pensavo alle veloci battute che avevo appena avuto con Antonio: pazzia pura! Avevo tranquillamente ascoltato uno sconosciuto mentre faceva degli apprezzamenti pesanti su Yoko, un uomo che mi aveva appena detto che di lì a poco, se solo la avesse incontrata, se la sarebbe pure scopata! Vedi un po’ come cambiano le cose! Ero John, ma forse non ero più lo stesso John di sempre, quello che fino a qualche tempo prima al solo udire qualcosa su Yoko avrebbe picchiato selvaggiamente chiunque. Adesso ero entrato in un altro mondo, consapevolmente, e quel che prima non era lontanamente pensabile adesso stava diventando realtà.
Vidi Caterina, una giovane donna molto bella. Vidi che aveva appena finito con qualcun altro, era ancora tutta sporca. Mi avvicinai, ci guardammo e senza dire alcuna parola cominciammo ad amoreggiare. Piano, con calma. E quando ci sentimmo entrambi pronti, fu un attimo, prese il mio uccello in mano e lo guidò verso la sua figa: le scivolai dentro con una facilità estrema! Stavo finalmente scopando un’altra donna che non fosse Yoko! Ero completamente inebriato! Oltretutto, ripeto, Caterina era una ragazza veramente bella. Bel seno, bel culo, bel viso. Ora potevo affermare che era anche bella di figa! Fu un accoppiamento bellissimo, scopammo piacevolmente, con intensità e per un bel po’ di tempo.
Terminammo con piacere e ci salutammo. Girovagavo qua e là. Ero vicino ai bagni e mi sentii chiamare
“John!” era Yoko.
Mi voltai e la vidi sorridente, soddisfatta, sudata ed anche sporca.
“Com’è andata? Tutto a posto?” mi chiese.
Io mi ero per un attimo distratto a guardarle i capelli, se ne accorse.
“Sì, un tizio molto simpatico, credo si chiami Carlo, mi è venuto di sopra! Mi ha sporcata tutta, in faccia e tra i capelli! Per questo sono qui: volevo sciacquarmi un po’! E tu?” mi parlava tranquillamente del fatto che un uomo, che non ero io, l’aveva inondata di sperma. Anche lei sembrava un’altra Yoko!
“Sì, tutto a posto finora!” le risposi “Abbiamo avuto un’idea grandiosa nel creare questo club!” continuai.
“Sì! Sembra che si stiano divertendo tutti. Guarda un po’ attorno quel che sta succedendo!” mi fece lei e proseguì, curiosa, “Ma hai fatto nulla?”
“Certo! Prima con Sabrina, poi con Caterina. Perché? Sei gelosa?” la pungolai
“No! Che c’entra, ero solo curiosa! Gelosa di che? Siamo entrambi consapevoli di quello che sarebbe successo qua dentro!” mi rispose e proseguì “E poi potrei ribaltarti la domanda: sei geloso?”
“Sì e no! So, anzi ho visto le tracce di quello che hai fatto, ma non avendolo visto per ora è come se non fosse successo niente!” le risposi.
E lei “Allora vuoi che ti racconti che questo Carlo mi ha sporcata tutta eccitandosi nel toccarmi le tette mentre nel frattempo un certo Emilio mi stava scopando ed io stavo godendo da matti? Ti basta? Oppure devi proprio vedermi scopare con un altro per prendere coscienza di quello che ho fatto?” disse in tono quasi di sfida.
Vidi Antonio, alle sue spalle, avvicinarsi a noi. Con garbo e decisione, ma senza chiedere alcun permesso, l’abbracciò da dietro e cominciò a toccarle le tette.
Yoko, dopo un primo piccolissimo momento di sorpresa, si rilassò adagiando la sua schiena sul petto di lui.
“Chi sei?” domandò mentre mi guardava con occhi nei quali vedevo chiaramente il piacere che provava nel sentirsi toccata. Capivo dal suo sguardo fisso nei miei occhi che stava mostrandomi questa scena di proposito, come una continuazione del discorso di prima.
“Antonio!” le rispose e aggiunse “E ti voglio!” e cominciò a baciarle il collo.
Eravamo appena dentro i bagni. Yoko prese una mano di Antonio che si trovava sul suo petto e lo invitò, senza parlare, a seguirla. Si girò, vedendo per la prima volta in volto il suo momentaneo compagno, si sedette sull’ampia lastra di marmo dei lavandini e lo guidò verso di sé. Il tutto ovviamente continuando a lanciarmi i suoi sguardi pieni di lascivia. In men che non si dica Antonio la penetrò e cominciò a stantuffarla sempre più forte. Lui la scopava e le reggeva entrambe le gambe in aria. Lei lo abbracciava mordendosi le labbra ed emettendo i suoi soliti gemiti di piacere. E continuava a guardarmi! Voleva che restassi lì a vederla scopata da un altro! Che scena! La mia Yoko scopata da uno sconosciuto! Che miscela di sensazioni! Indescrivibile! L’unica cosa ben visibile era la mia perentoria erezione. Vedere la mia Yoko scopata da Antonio mi fece diventare il cazzo rigidissimo, di pietra! Stavo anch’io godendo con loro! Ammetto che piano, inconsapevolmente, la mia mano cominciò a muoversi ed a masturbarmi lì davanti. Non so quanto sia durata la scena. Poco se ripenso al piacere che mi provocava, tantissimo se invece penso ragionando secondo tutte quelle sovrastrutture mentali che ci impone la società. Li vidi godere fino in fondo, restare ancora abbracciati dopo che Antonio aveva riempito la fica di mia moglie del suo sperma.
In quel momento Elena entrò in bagno. Una donna carina, passabile, non un granché, ma neanche da buttare via. Si accorse che mi stavo masturbando con foga davanti a mia moglie ed Antonio, mi prese e mi portò con sé sotto una doccia. Cominciò a strusciarsi, a toccarmi, a masturbarmi. Non ce la facevo quasi più, avevo fissa in mente quella scena a cui avevo appena assistito. Elena scese giù, si inginocchiò e cominciò a succhiarmelo. Poco dopo sentii
“Posso?”
Era la mia Yoko che ci raggiungeva sotto la doccia. Aveva ancora lo sperma di Antonio che le colava tra le cosce. Elena le fece cenno con la mano di accomodarsi pure e tranquillamente continuò la sua opera. Non resistevo più ed esplosi nella bocca di Elena, senza questa volta chiedere alcun permesso, proprio mentre Elena allungava una mano verso la fica di Yoko per aiutarla a pulirsi. Io e Yoko ci abbracciamo, ci baciammo, Elena si allontanò e dopo la doccia ci apprestammo a tornare a casa contenti e soddisfatti della nostra prima vera serata nel club.

CONTINUA . . .

Capitolo V
 
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