IL CLUB DEGLI AMICI (Capitolo V – Alcuni abbandoni, alcune esperienze)

suntopless

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Di seguito il quinto capitolo (di sedici) de "Il Club degli Amici".

Il Club degli Amici stava andando bene. Gli incontri si susseguivano con la solita cadenza lasciando tutti contenti e soddisfatti. Anche il numero delle richieste di adesione al club aumentava sempre più. Stavo cominciando ad esaminare i primi aspiranti soci. Frattanto però avevamo già perso due coppie di soci fondatori.
Ci accorgemmo della reiterata assenza delle due coppie e li contattai.
La prima coppia, Alessio e Morena, che al momento del nostro primo incontro aveva tranquillamente affermato di non essere nuova a privé, scambi di coppia ed orge, risultava completamente irraggiungibile. Provai a chiamarli, lasciai dei messaggi sulla segreteria telefonica, inviai diverse e-mail, ma senza risultati: erano spariti! Peccato! Perché con Morena non avevo fatto quasi nulla fino ad allora e mi sarebbe piaciuto poterla scopare, farmi guidare nel piacere da una che, a loro detta, era una esperta in fatto di sesso. Avevo solo avuto modo di notare, mentre stava scopando a cavalcioni su Luca, che era una bella donna abbastanza magra, esile, ma con un seno grosso e sodo: almeno una quarta! Non avevo saputo resistere e per un po’ mi ero piazzato dietro lei. Mentre mi strusciavo il cazzo sulla sua schiena presi tra le mani quelle belle tettone e cominciai a martoriarle un po’. Poi venni chiamato altrove e tutto finì lì!
La seconda coppia, Salvo e Rossella, la contattai e la incontrai in un caffè. Ammisero di essersi trovati bene al club, le loro assenze non erano state causate da problemi incorsi all’interno del locale, ma avevano deciso di tirarsi indietro. Erano alla loro prima esperienza in questo mondo di scambisti, dei neofiti, proprio come me e Yoko. Così come entrambi, senza alcuna forzatura di uno sull’altro, avevano deciso di associarsi, allo stesso modo entrambi si erano accorti che il loro rapporto a causa del club si stava trasformando, stava cambiando. Decisero quindi di fermarsi.
Non insistetti, non tentai di riavvicinarli. LibertĂ  massima di scelta per ognuno! E poi in realtĂ  ero cosciente del fatto che per sopportare una quantitĂ  notevole di emozioni e sensazioni quali quelle che ci bombardavano durante gli incontri al club occorreva avere un rapporto di coppia saldissimo, pena lo sfaldamento della coppia stessa.
In effetti avevo avuto modo di scopare con Rossella e non era stata un granché. Era molto bella: bionda, occhi verdi, capelli corti. Longilinea, ma con le giuste curve e proporzioni. Sì, aveva accettato qualsiasi cosa le feci quella sera senza alcuna protesta, ma non sembrò mai rilassarsi completamente. Non si lasciò andare mai. Sono sicuro che quella sera non raggiunse nemmeno un orgasmo. Eppure me l’ero lavorata per bene! Mi ero dedicata a lei, alle sue tette, piccole alte e sode, alla sua fica. L’avevo scopata, l’avevo girata ed inculata, ma niente, non sembrò mai partecipare a quello che facevamo. Mi ero un po’ anche sentito in colpa. Forse non avevo saputo fare bene le cose. Adesso invece mi rincuoravo: non era stato un mio problema, una mia mancanza particolare nel modo di scoparla. Era lei che non si trovava bene in quel posto, nel locale, ed in quel che stava facendo.
Io e Yoko, invece, seppure non ancora completamente sciolti, ci sentivamo ogni volta sempre più a nostro agio. Adesso tranquillamente eravamo in grado di scopare con altri sia lontani che l’uno vicino all’altra.
Una volta addirittura scopammo in quattro e ci piacque tantissimo. Non uno scambio di coppia vero e proprio però. Eravamo io, Yoko, Sergio e Manuela. Sergio e Manuela non erano sposati tra loro. Era capitata per caso quest’occasione e ne eravamo rimasti coinvolti.
Appena entrati nel salone, eravamo ancora insieme io e Yoko, pronti a dividerci per goderci la serata, quando venimmo attirati entrambi da due corpi che si sta già dando da fare. Io ero stato attirato da Manuela, una bella donna che avevo notato le volte precedenti, ma con la quale non avevo ancora fatto alcunché e Yoko era stata attirata dal bell’arnese di Sergio che lei non aveva ancora provato.
Ci accostammo e ci infilammo, con garbo. Io mi dedicai a Manuela, Yoko si occupò di Sergio. Ci trovavamo nello stesso letto, uno di fianco all’altra, mentre scopavamo con due sconosciuti. Fu una bellissima serata con Manuela. La ragazza meritava di essere scopata anche in futuro: belle tette, bel culo, bella pelle liscia. Una fica abbastanza stretta ma accogliente al tempo stesso. E poi capace di muovere perfettamente il bacino al tempo dei miei colpi. Un’ottima intesa, insomma! Esperienza da riprovare!
Sergio si stava scopando Yoko a pochi centimetri da me! Talmente vicino che alcune volte, mentre eravamo impegnati con le rispettive partner, capitava di sbattere le nostre spalle.
Ogni tanto guardavo Yoko in volto e vi leggevo il piacere che provava. Ma soprattutto spesso guardavo il cazzo di Sergio mentre entrava e usciva dalla fica di mia moglie. Che sensazione! Mi eccitava tantissimo sentire ansimare di piacere Yoko. E mi eccitava ancora di più ascoltare Sergio. Sergio era uno di quegli uomini a cui piace inveire contro la partner mentre la sta scopando. E così lui, incurante della mia presenza, continuava a gridare alla mia Yoko che era una puttana, una troia, una vacca da monta, una zoccola a cui non sarebbero bastati cento cazzi per godere! Ed ogni volta che la ingiuriava aumentava sempre di più i suoi colpi. Se la stava sbattendo con potenza la mia Yoko! Sentivo forte il rumore delle sue palle sbattere su Yoko, sempre di più!
Manuela volle che le venissi in culo. Quando sentì il mio cazzo gonfiarsi a dismisura dentro la sua vagina, si sfilò, si girò e mi offrì, appunto, il culo invitandomi a riempirla tutta. Non tantissimi colpi dopo la farcii a dovere.
Yoko, anch’essa certamente eccitatissima sia per quella stupenda scopata di Sergio che per la mia presenza lì al suo fianco, contrariamente alle sue abitudini di allora gli urlò di scoparla ancora, gli confermò di essere la sua troia, la sua puttana: era in delirio! Sergio la riempì di sperma. Si abbandonarono stanchi uno sull’altra e si baciarono voluttuosamente mentre Yoko con la mano cercò la mia che nel frattempo mi ero adagiato, stanco, su Manuela ancora con il cazzo dentro il suo culo ed una mano sotto il suo corpo a stringerle una tetta.

CONTINUA . . .

Capitolo VI
 
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