IL CLUB DEGLI AMICI (Capitolo XIV – L'estate in piscina)

suntopless

Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Messaggi
50
Punteggio reazione
17
Punti
8
Di seguito il quattordicesimo capitolo (di sedici) de "Il Club degli Amici".

Giunse la primavera e con essa il primo caldo. Avevamo in programma di chiudere il club per la pausa estiva nel mese di agosto per dare a tutti i soci la possibilità di fare le proprie ferie in tranquillità.
Però, per i mesi di giugno e luglio decidemmo di organizzare un nuovo servizio per tutti i nostri soci.
Organizzammo un piccolo lido, Il Lido degli Amici, ai bordi della piscina della villa finora inutilizzata. Ripristinammo, appunto, la piscina, posizionammo lettini ed ombrelloni, qualche tavolino qua e là ed un paio di docce esterne per sciacquarsi via il cloro.
A fianco della piscina c’era pure una piccola casetta in legno con dentro un servizio igienico ed un’altra capiente doccia.
Il lido così organizzato rimaneva aperto tutti i giorni dal lunedì alla domenica, dalla mattina fino al primo pomeriggio. Periodo durante il quale però il resto del club, e per resto del club si intendono i locali interni, era chiuso.
La principale attività del club, con i consueti incontri serali, continuava regolarmente nelle date prestabilite.
Nel lido la libertà, come sempre, regnava sovrana. Si era liberi di stare in costume oppure seminudi oppure ancora totalmente nudi. Si era assolutamente liberi di fare qualsiasi cosa: prendere il sole, fare il bagno, fare sesso.
Apportammo una piccola variazione alle normali regole del club per quanto riguardava l’ingresso. Poiché spesso capitava che un componente della coppia dovesse ancora lavorare in quel periodo di giugno e luglio, i soci erano autorizzati a frequentare il lido anche singolarmente.
L’idea del lido piacque tantissimo a tutti i nostri soci. La spiaggia della nostra città era come tutti gli anni iper affollata. Il lido invece permetteva di godere in tranquillità del caldo sole estivo. E poi l’ambiente ristretto, l’esiguo numero, il fatto che ci si trovasse in un club di una certa natura permetteva di stare in tutta serenità senza dover badare alla gente che in tutti i modi cerca di sbirciare oltre quei pezzetti di stoffa dei costumi.
Yoko, anche lei, rimase entusiasta dell’iniziativa. Avendo un po’ più di tempo libero rispetto a me, cominciò a frequentare il lido con una certa regolarità. Yoko da anni praticava il topless, ma non nella spiaggia vicino alla città, vuoi per paura di incontrare qualche parente o conoscente, vuoi per il fastidio degli sguardi insistenti degli altri bagnanti. Ogni volta dovevamo andare un po’ più lontano dalla città per poterci sentire più tranquilli e più liberi. Al lido invece si sentiva rilassata e faceva liberamente quel che voleva.
Stessa cosa per moltissime altre associate.
Le mattine al club, a bordo piscina, gli uomini non erano tantissimi. I presenti in prevalenza erano donne. Motivo per il quale quando capitava che l’atmosfera si riscaldava gli uomini non erano sufficienti ed i rapporti tra donne in queste occasioni diventarono più frequenti rispetto alle normali serate dei nostri periodici incontri.
Qualche domenica, ed alcune volte qualche pomeriggio durante la settimana, capitò pure a me di frequentare la piscina del club. Eravamo tranquilli, senza confusione, in piena libertà. E veniva naturale in pieno giorno ed all’aperto guardare tutto quel che ci circondava, quelle belle donne nude che ci attorniavano. Le conoscevamo già, è vero, più volte le avevamo già scopate, ma la situazione era diversa. E non appena possibile si approfittava per sfogare la propria carica sessuale con chiunque fosse disponibile a ricambiare. Si giocava dentro l’acqua della piscina, sotto le docce all’aperto, perché no anche sui lettini per il sole. Ogni luogo era eccitante e provocava degli irrefrenabili istinti di sesso.
Un giorno, in tarda mattinata, Yoko mi telefonò e mi chiese di raggiungerla al club durante la pausa pranzo. Era una giornata caldissima e avevo un sacco di lavoro arretrato, come al solito. Ma Yoko insistette, anzi mi consigliò di prendermi tutto il pomeriggio libero. Cercai di farmi dire il perché, ma Yoko non mi disse granché. Mi disse solo che c’erano dei grossissimi e gravi problemi al club. Mi preoccupai.
Sotto il sole cocente presi l’auto e dall’ufficio raggiunsi direttamente il club, senza neanche passare da casa per prendere il costume che solitamente indossavo in piscina. Pensai che poco importava, mi sarei messo nudo come avevano l’abitudine di fare molti altri. Non Yoko, che di solito preferiva stare in topless. Anche se alcune domeniche, mentre ci trovavamo insieme al lido, poi si spogliava lo stesso ma soltanto al momento di scopare con qualcuno!
Giunto in piscina mi posizionai tutto nudo in un lettino a fianco di quello dove avevo visto la tovaglia di Yoko. Lei non c’era. Guardai in giro e non la vidi ancora. Di lì a poco la vidi uscire dalla casetta di legno mentre si scambiava qualche bacio con Giorgio. Era nuda, completamente, e con in mano il suo piccolissimo perizoma. Mi vide e mi raggiunse. Mi diede un veloce bacio sulle labbra e mi accorsi che le colava un po’ di sperma dalla fica. Capì dalla direzione del mio sguardo che cosa stavo guardando.
“Sono andata fare pipì! Mentre la stavo facendo è entrato in bagno Giorgio perché la doveva fare anche lui. Ci siamo salutati ed abbiamo cominciato a chiacchierare un po’. Poi sai com’è! Io ero praticamente nuda, lui era già nudo. Lui con il cazzo in tiro, io non ho saputo resistere… ed abbiamo scopato!” quasi a giustificarsi disse Yoko.
I nostri accordi, in realtà, non erano questi. Inizialmente, quando avevamo creato Il Club degli Amici, avevamo deciso che sia io che lei avremmo scopato con altri solo e soltanto se anche l’altro stava facendo la stessa cosa nello stesso luogo e nello stesso momento: una sorta di parità dei diritti! Così invece era una specie di tradimento. Lei scopava mentre io lavoravo!
“Adesso vado a sciacquarmi in piscina! Vieni?” e senza aspettare risposta, sempre con il perizoma in mano, si tuffò in acqua.
La seguii immediatamente: ero stanco a causa della mattinata di lavoro ed ero ancora tutto sudato.
In acqua, dopo che si sciacquò un po’, Yoko si rimise il perizoma e mi chiese di seguirla. Ci mettemmo in un angolo dentro la piscina e mi disse
“Guarda lì in alto alle tue spalle!”
“Cosa devo guardare?” le risposi girandomi.
“Guarda là! Tra quegli alberi! Lo vedi quel pezzetto di casa?” continuò.
“Sì, la conosco! E’ dei signori XXX (cognome omesso per privacy), ma non vengono da anni! Ormai si sono trasferiti lontano e non vengono più neanche a fare le ferie qui! Me lo ha detto il padrone di questa villa!”
La villa, la sede del nostro club, da ogni lato confinava con il niente. Le altre ville confinanti con la nostra erano tutte posizionate ad una notevole distanza grazie ai loro immensi giardini. L’unica villa visibile era appunto quella dei signori XXX. In realtà non era completamente visibile, vedevamo soltanto un piccolissimo scorcio, una piccola parte della loro mansarda. Sia dalla nostra parte che dalla loro parte eravamo coperti da una parete di alberi, alberi che crescendo, però, avevano lasciato alcuni spazi vuoti tra i rami. Ed appunto in uno di questi spazi vuoti potevamo vedere un pezzetto della loro mansarda.
Yoko mi disse
“Alcuni soci mi hanno detto invece che in questi ultimi giorni hanno notato una persona affacciarsi da quella finestra della mansarda, guardare verso di noi, ed addirittura sembra che qualcuno l’abbia visto mentre scattava delle foto!”
“Ah! E qui le cose cambiano! Certo!” risposi.
“Se questo scatta delle foto, le fa vedere in giro, peggio: le pubblica su internet, abbiamo mandato all’aria il nostro club che vive grazie alla riservatezza” continuò Yoko.
Sì, il problema era davvero rilevante pensai mentre cercavo di guardare la finestra della mansarda che sembrava chiusa come sempre.
Uscimmo dall’acqua, ci asciugammo, mi rivestii e dissi a Yoko che sarei immediatamente andato in quella villa per indagare, per capire se era stata venduta, affittata o cos’altro. Yoko insistette per accompagnarmi: era preoccupata anche lei per le sorti del nostro club. Era una sua creatura quanto mia.
Andammo alla villa. Mentre ci avvicinavamo notammo che era appena entrato un giovane con un motorino oltre il cancello. Affrettammo il passo. Giunti davanti il cancello non vedemmo più nessuno e citofonammo. Il nome scritto sul citofono era sempre quello della famiglia XXX.
“Chi è?”
“Buongiorno! Signor XXX?”
“Sì! Che desidera? Chi parla?”
“Buongiorno! Sono il signor XXX! Rappresento il club che ha affittato la villa qui vicino, quella del signor XXX! Avrei necessità di parlare qualche minuto con lei!”
“Sì, capisco! Ma non ho molto tempo. Per ora ho degli impegni!”
“Guardi, mi usi la cortesia, le ruberò solo pochi minuti! E’ importante!”
Si decise ed il cancello si aprì. Seguimmo il vialetto ed alla porta ci trovammo davanti ad un bel ragazzetto giovane, molto giovane, avrà avuto 16 o 17 anni.
“Buongiorno! Sono il signor XXX, come le dicevo. Desideravo parlare con suo padre, il signor XXX. Perché lei è il figlio, immagino!”
“Sì, sono il figlio! Mio padre non c’è!”
“Ah! E quando posso trovarlo?”
“Mi sono spiegato male! I miei genitori non sono venuti, sono rimasti a casa. Avevano ancora un sacco di impegni. Quest’anno, dopo alcuni anni che non venivamo in vacanza qui, ho deciso di venirci io, anche se da solo.”
“Bene! Allora mi sa che devo parlare con lei!”
“Prego! Mi dica pure!”
“Io non so se lei è stato informato del tipo di club che gestisco...”
“No, non ne so nulla!”
“E’ un club particolare, aperto solo e soltanto ai nostri soci. Soci che esigono la massima riservatezza!”
“Sì, capisco. Ed allora?”
“Alcuni nostri soci in questi giorni hanno notato qualcuno affacciarsi alla finestra della mansarda...”
“La mia stanza!”
“Ah! Ed hanno notato che questo qualcuno li spiava mentre si trovavano in piscina in abiti succinti.”
“Guardi che quel qualcuno probabilmente ero io. Non c’è stato mai nessun altro in questa villa all’infuori del sottoscritto. Ma le assicuro che non ho spiato nessuno. Sì mi sono accorto che c’erano delle donne in topless, è normale! Ma non ho spiato, né guardato insistentemente niente e nessuno!”
“Mi riferiscono che non è così! Ma soprattutto mi riferiscono che quel qualcuno, che sembra di capire sia lei, ha anche utilizzato una macchina fotografica per scattare delle foto!”
“Ma quando mai! Ma cosa dice?”
“Non vorrei mettere in dubbio quel che lei mi dice, ma capirà che i miei soci non possono esserselo inventato. A che scopo poi!”
“E se anche fosse?”
“Visto che le cose cambiano? Ora lei sembra più possibilista!”
“Non ammetto nulla! Ho semplicemente chiesto!”
“Le ricordo che guardare, al limite, è possibile: non è giusto, ma visto che lei si trova nella sua proprietà, è possibile! Ma fare le foto, no! Senza il consenso degli interessati lei sta ledendo la loro privacy!”
“Io non sto ledendo un bel niente!”
“Allora, scusi, lei non capisce! Le chiedo cortesemente di non scattare più foto ai miei soci e per intanto di volermi consegnare tutte le foto che ha finora scattato in modo da eliminarle definitivamente!”
“Io non le do un bel niente! Anzi sono io ora a chiederle cortesemente di volere uscire via di qui!”
“Guardi che io me ne posso pure andare, ma la prima cosa che farò sarà quella di rintracciare e telefonare ai suoi genitori che saranno subito informati del suo comportamento!”
“E chi se ne frega? A loro non importa e non è mai importato quello che faccio io!”
“Sì, però questa volta è diverso! Non potranno non interessarsi della faccenda visto che dirò loro che il prossimo passo sarà quello di sporgere una regolare denuncia ai Carabinieri i quali sicuramente verranno qui, faranno le loro perquisizioni e poi lei passerà i guai, anche se minorenne!”
“E scoppierà lo scandalo! Lei mi ha detto che i suoi soci tengono moltissimo alla riservatezza, ma se ci sarà una denuncia ai Carabinieri la loro riservatezza andrà a farsi benedire!”
“Io questo lo ammazzo, qui, seduta stante!” mi rivolsi verso Yoko fino ad allora in silenzio. Mi stavo arrabbiando tantissimo, stavo veramente per alzare le mani a questo ragazzetto presuntuoso. Lo avrei picchiato, mi sarei ripreso le foto e poi… magari mi sarei beccato io una denuncia per lesioni!
Intervenne Yoko che capì che gli animi si stavano surriscaldando
“Sentite, comportiamoci come persone adulte, come persone perbene. Vediamo di trovare una giusta soluzione alla faccenda.”
“E che soluzione vuoi che ci sia?” ribattei “Lui ci deve consegnare tutto e basta!”
“Non ci penso nemmeno!” fece lui arrogante.
“Non lo so che soluzione potrebbe esserci, ma troviamola! Discutiamone!” incalzò Yoko.
“Beh!...” cominciò questa volta più timido il ragazzo “Una soluzione forse ci sarebbe!”
“Oh! Hai visto? Basta ragionarci un po’ e tutto si può risolvere!” fece Yoko che chiese “E quale sarebbe? Sentiamola!”
“Vi consegnerò tutto. Vi darò le schede di memoria, vi darò la mia macchina fotografica, vi farò cancellare personalmente le foto dal mio portatile. Il tutto però ad una condizione!”
“Quale?” feci io in attesa.
“Vorrei potere avere, per questo mese che sono qui in vacanza, libero accesso al vostro club. Vorrei potere entrare ed ovviamente vorrei che le donne lì dentro non mi rifiutassero!”
“Cosa? Ma sei impazzito? Ma che stai dicendo?” saltai in aria e poi rivolto verso Yoko “Ma l’hai sentito anche tu cosa ha chiesto ‘sto guardone? Te l’ho detto! Faccio prima a picchiarlo!”
“Calma, calma!” rispose subito lei e poi si rivolse verso il ragazzo “Lo sai che quello che chiedi è impossibile da realizzare! Lo sai, lo capisci, vero?”
“Io ho chiesto! Poi se vi va bene siamo tutti felici e contenti, se non vi va bene per me è uguale: non vi darò un bel niente!” si intestardì lui.
“Allora! Te lo spiego con calma! Vediamo se capisci.” riunii tutta la mia pazienza e dissi “Non possiamo farti entrare nel club, neanche se lo volessimo! Sia perché da noi entrano solo i soci e ci si associa esclusivamente in coppia, ma soprattutto perché sei minorenne! Se qualcuno ci venisse a scoprire passeremmo i guai e ci chiuderebbero il club!”
“Ma chi lo dovrebbe venire a sapere?” insistette lui.
“Lo sapresti tu, lo sapremmo noi, lo saprebbero tutti i soci! Non ti sembra che saremmo in troppi a saperlo?” gli risposi.
“Ma se tutti stanno zitti e si fanno gli affari propri!” continuava ancora il ragazzo.
“Ah! Ma allora sei duro! Anche se tutti stessero zitti e ti accettassero al club, non pensi che se subissimo un controllo scoppierebbe un casino di quello che neanche ti immagini?” stavo ricominciando ad innervosirmi.
Intervenne Yoko nuovamente a fare da paciere “Senti… a proposito, come ti chiami?”
“Federico! Mi chiamo Federico!”
“Allora senti, Federico, non possiamo proprio farlo! Cerca di capire! Chiedici qualcos’altro, ma non questo! Vuoi soldi, vuoi qualche altra cosa? Chiedilo! Ma non questo!” gli disse con calma Yoko.
“Ma io non voglio soldi! Ce li ho! Non voglio null’altro!” le rispose e continuò secco “Voglio solo un po’ di sesso!”
“Vuole un po’ di sesso!” stavo scoppiando “Sì, un po’ di patatine, un gioco della nintendo ed un po’ di sesso! Ma vaffanculo!”
Stavamo ricominciando a bisticciare.
“Va bene!” interruppe i nostri discorsi Yoko “Ho deciso! Vuoi un po’ di sesso? Lo avrai!”
“Ma che stai dicendo?” le gridai “Che dici? Che sesso?”
“Semplice!” mi rispose “Lui ora va a prendere tutte le sue diavolerie e te le consegna. E mentre tu controlli e cancelli tutte le foto, noi andiamo su in camera sua e facciamo un po’ di sesso! Per un’ora, non di più! Mi concederò solo per un’ora!”
Ero sbalordito, sconvolto, preso di sorpresa dall’iniziativa di Yoko “Ma... Ma...” cominciai a balbettare.
“Nessun ma! Non c’è altra soluzione! A questo punto mi sembra la cosa più giusta da fare e risolviamo la questione!” sentenziò Yoko.
“Sì, per me va bene. Nessun problema, anzi!” rispose immediatamente lui incredulo che di lì a poco avrebbe potuto scoparsi quel gran bel pezzo di fica di mia moglie. Ma aveva dei dubbi
“Ma se io ora vado a prendere tutte cose e gliele consegno…” e nel dirlo, mentre si rivolgeva direttamente a Yoko, mi indicò “poi chi mi assicura che tu…”, eravamo passati al tu adesso!, “manterrai fede all’accordo?”
“Ti devi fidare della mia parola!” e nel dire questo prese con le mani due lembi della maglietta che indossava e se la sfilò restando con le tette scoperte.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi.
“Vado!” e salì in fretta le scale.
“C’era proprio bisogno di fare questa esibizione?” le chiesi arrabbiato e poi “Ma ti rendi conto di quello che stai per fare? Ti farai scopare da questo stronzetto! Ti stai prostituendo con un minorenne soggiacendo ad uno sporco ricatto!”
“Lo so, lo capisco! Ma sembra sia l’unica soluzione. Mi sacrifico io per il bene e per la sopravvivenza del club! In fin dei conti fra un’ora sarà tutto finito e dimenticheremo questa storia!” mi rispose tentando di calmarmi.
Il ragazzo velocissimamente tornò e mi consegnò la macchina fotografica, una serie di schede di memoria ed il suo portatile.
“Controlli tutto! Le foto le trova tra le immagini del mio pc ed in una di queste schede di memoria della fotocamera, non ricordo in quale: le controlli tutte!” mi disse continuando a darmi del lei.
“Andiamo Federico! Abbiamo solo un’ora!” e Yoko si avviò su per le scale precedendo il ragazzo e mostrando gran parte delle sue natiche: Yoko era venuta alla villa con gli stessi abiti con i quali andava al lido. Una semplice maglietta, che aveva già tolto, senza reggiseno, ed un paio di piccolissimi e ridottissimi shorts che le coprivano a malapena il piccolo perizoma che indossava sotto.
Giunti in camera Yoko sbottonò il pantaloncino e con un solo gesto tirò giù sia gli shorts che il perizoma. Si diresse verso il letto e vi si adagiò.
“Che fai non vieni?” domandò al ragazzo ancora immobile e vestito “Dai sbrigati perché l’ora a tua disposizione è già cominciata!”
Il ragazzo titubava, si spogliava lentamente.
“Non ti piaccio, sono troppo vecchia per te?” domandò ancora lei.
“Ma che dici Yoko! Tu sei… bellissima! Sei la donna più bella che abbia mai visto!” rispose prontamente.
“Esagerato! Non mentire! Diciamo che non sono proprio da buttare via! Ma chissà quante tue amiche saranno molto più belle di me!” disse Yoko un po’ lusingata dal complimento.
“No, no! Te lo giuro!” fece lui.
“Comunque, vuoi venire oppure me ne vado e non se ne fa più niente?” domandò Yoko impaziente di finire il suo dovere.
Poi pensò che aveva davanti un ragazzino, si mise a sedere sul letto “Ma… Federico, non mi dire che… sei ancora vergine?”
Federico la guardò per un attimo e non parlò. Poi rivolse subito gli occhi per terra.
“Non mentire Federico! Me ne accorgerei!” incalzò Yoko.
“Sì!” confessò con una flebile voce Federico.
“Oh, Signore! Che situazione di merda! In che cavolo di storia mi sono andata ad infilare!” Yoko si sentiva responsabilizzata dal fatto di dovere essere la prima donna di questo ragazzo. E rivolto a lui
“Allora hai deciso? Vuoi ancora fare l’amore con me o ti tiri indietro?”
“Sì, certo che lo voglio fare! Avevo un po’ di paura, e ne ho ancora, di fare una brutta figura con te. E’ la prima volta e non so bene cosa fare!” disse lui.
“Va bene! Fidati e ti guiderò io!” così dicendo si alzò in piedi, di fianco al letto, ed invitò Federico a raggiungerla. Lo aiutò a spogliarsi e poi lo invitò a toccarla
“Vedi che puoi toccare! Fa parte di quello che ti è concesso in questa ora a tua disposizione!”
Federico si fiondò con le mani e con la bocca sulle sue splendide tette.
“Ahi, però! Fai piano! Così mi fai male! Un po’ più dolcemente!” protestò Yoko.
“Scusami Yoko, non ho saputo resistere!” fece lui.
“Andiamo su, sdraiati!” gli ordinò Yoko.
Federico si stese sul letto e Yoko si coricò sopra di lui. Cominciò a strusciarsi su lui. Gli strofinava le tette sul suo petto, poi scendeva sul pube ed immediatamente dopo risaliva sopra sbattendogli le tette in faccia.
“Adesso tocca a te!” ordinò Yoko e si coricò lei.
Federico si mise sopra di lei e cominciò a toccarle ed a succhiarle le tette.
“Vedi che puoi anche baciarmi se vuoi.” disse Yoko.
Non finì di dirlo che le loro lingue erano già intrecciate. Yoko poi prese la mano di Federico e la guidò giù verso la sua fica. In breve le insegnò come muoversi e la lasciò sola. La mano di Federico cominciò ad esplorare attorno la fica di mia moglie e poi continuò l’esplorazione anche dentro. Prima con una, poi con due dita.
Quando la lubrificazione era sufficiente Yoko sussurrò all’orecchio di Federico
“Adesso vuoi diventare grande? Lasciati guidare!” e con la sua mano cercò e trovò il cazzo duro come non mai di lui e lo diresse verso la sua fica. D’un colpo lo inghiottì dentro.
Federico cominciò a stantuffarla con gusto ma era troppo veloce.
“Vai più piano! Lo dico per te! L’amore non è una gara di velocità!” gli disse Yoko e lui obbedì e rallentò.
Entrambi ora potevano godere tranquillamente. Ma era pur sempre la prima volta di Federico.
“Yoko, non ce la faccio più! Non resisto!” Federico stava per venire.
“Allora, forza! Scopa più forte e vienimi dentro, non ti preoccupare!”
Federico obbedì nuovamente e questa volta stantuffò violentemente fino ad esplodere con tutto il suo sperma nella fica di Yoko. Sedici anni di sperma accumulato fuoriusciti in un solo momento con quattro o cinque schizzi.
E nel mentre
“Yoko! Ti amo Yoko! Sei stupenda!” e si accasciò stanco su di lei.
Era già trascorsa quasi mezzora, ne rimaneva poco più di altrettanta.
“Sei davvero fantastica Yoko!” le disse “Peccato che non ci rivedremo più! Ma io non ti dimenticherò mai! Te lo giuro!”
“Vedi che ancora manca un bel po’ prima che io debba andarmene. Se vuoi possiamo rifarlo. Oppure possiamo fare anche altre cose. Anche perché, scusa, pure a me è piaciuto. Sai anche noi donne godiamo, ma non è durato abbastanza per me affinché anch’io raggiungessi l’orgasmo.” gli propose Yoko.
“Ma non so se ce la faccio. Non so se sono in grado. Certo che mi piacerebbe. Ma come puoi vedere anche tu mi si è ammosciato tutto.” deluso rispose lui.
“Se è per questo, vediamo come possiamo risolvere!” sorrise lei e si diresse verso il suo pene. Lo prese in mano, ci giocò un poco e poi si mise nella classica posizione del 69. Cominciò a succhiargli il cazzo mentre offrì la sua fica alla lingua di Federico. Che ovviamente non si lasciò pregare.
Continuarono così per un po’ fino a quando Yoko si rese conto di essere riuscita a resuscitare il cazzo di Federico che era tornato a svettare come prima.
“Adesso comincia a lavorare con la lingua anche quel buchetto che trovi un po’ più su!” gli ordinò Yoko.
Continuarono a lavorarsi a vicenda: lei il cazzo, lui il buco del culo di Yoko.
Nel frattempo io giù, in soggiorno, avevo trovato tutte le foto che il ragazzo aveva scattato e le avevo già cancellate. In definitiva non erano poi tantissime: saranno state un centinaio! E fra queste molte erano state scattate puntando più sui particolari anatomici che sui volti. Tra tutte forse soltanto in una decina avrei potuto riconoscere di chi si trattava, le altre potevano essere di chiunque. Yoko si stava quindi prostituendo solo per poche foto! Guardai l’orologio e mi accorsi che mancava un quarto d’ora al termine della mia tortura. Sì, della mia tortura! Non è che mi facesse poi così tanto piacere sapere che quel porco di un ragazzino si stava scopando mia moglie lì su in mansarda! Speravo che avessero già finito e salii anch’io le scale alla loro ricerca. Vidi la porta aperta e mi avvicinai. Non appena sulla soglia assistetti alla continuazione della scena precedente. Rimasi lì fermo a guardare.
Non appena Yoko sentì il proprio buco abbastanza bagnato, si alzò in piedi, prese per mano Federico e si diresse verso la finestra della mansarda incurante del fatto che qualche socio, nonostante fosse ormai tardo pomeriggio, dalla piscina, attraverso quell’unico buco tra i rami, potesse assistere alla scena seguente. Si chinò un po’ in avanti, si afferrò le chiappe con le mani e cominciò ad allargarsi un po’ il buco del culo.
“Dai! Ora infilalo qui dentro!” gli ordinò risoluta.
Federico poggiò la sua cappella sul buco di Yoko e lei
“Coraggio! Prova a dare un colpo, uno solo, molto deciso. Quando sarai un po’ dentro stai fermo un po’ e poi cominciati a muovere piano per entrare sempre di più! Quando sarai completamente dentro potrai stantuffare come vuoi!”
In poche parole gli aveva dato tutte le istruzioni per farsi inculare per bene.
Federico, da buon discente seguì le istruzioni alla lettera ed in breve le fu nuovamente dentro. Nel culo questa volta!
Non vedevo bene la scena e feci un paio di passi oltre la soglia della porta.
Si accorsero di me. Federico sembrò arrestarsi per un attimo, quasi si vergognasse a scopare mia moglie davanti i miei occhi.
“Continua, continua pure, non badare a me!” gli dissi velocemente in preda alla mia solita voglia di vedere altri che si scopano mia moglie “Io mi metto qui di lato e non vi dò alcun fastidio!”
“Ah! Sei qui John? Tutto a posto giù? Noi abbiamo quasi finito e ce ne andiamo a casa!” disse ansimando Yoko.
Federico riprese nella sua opera di sfondamento di mia moglie mentre lei stava appoggiata ora con i gomiti alla finestra.
Vedevo chiaramente le sue tette ballare e sobbalzare ad ogni colpo di Federico. Il mio cazzo divenne anch’esso durissimo sotto i pantaloni.
L’ora era scaduta, me ne accorsi, ma non dissi nulla. Cosa vuoi che contassero a questo punto 5 o 10 minuti in più!
Però! Questo ragazzino dura abbastanza, pensai. Infatti stava lavorandosi la mia Yoko in quella posizione già da diverso tempo ed ancora non veniva. Temevo che quella sera Yoko si sarebbe lamentata per il bruciore a causa del prolungato uso del culo.
Infatti poco dopo probabilmente lei sentì il bruciore prendere il sopravvento ed incitò Federico a concludere.
“Dai, Federico fottimi più forte! Cerca di venirtene!”
Come sempre Federico eseguì ed aumentò in maniera spropositata la sua potenza. Ogni colpo che dava le sue palle sul culo di Yoko facevano un fracasso inequivocabile.
Vedevo Yoko agitarsi sotto i colpi di Federico. La conoscevo bene mia moglie. Sapevo che stava sentendo dolore, molto dolore, ma riconoscevo anche chiaramente che si dimenava così perché stava godendo superbamente. Erano i movimenti che preludevano i suoi orgasmi, lo sapevo.
Federico cacciò un urlo disumano mentre inondò di sperma il culo di mia moglie e nel contempo anche lei ebbe un notevole orgasmo, tale da fare emettere anche a lei un bel grido, più contenuto di quello di Federico, ma sicuramente un bel grido di piacere.
Si staccarono. Lui sfilò il suo arnese tutto gocciolante e si diresse subito verso le sue mutande, quasi si vergognasse di me.
Yoko invece mi venne incontro, mi diede un breve bacio con la lingua, mi sussurrò un “Ti amo” all’orecchio e poi a voce alta
“Però! Sai, John, che questo Federico non è stato niente male?” mi disse guardando lui e proseguì “Nonostante sia stata la sua prima volta, ha eseguito alla perfezione tutto quello che gli ho consigliato! Ha delle potenzialità!” e poi rivolgendosi direttamente a lui mentre gli andava incontro per recuperare perizoma e shorts, la maglietta era rimasta giù in soggiorno, “Federico promettimi che d’ora in avanti ti comporterai bene con le donne. Le donne si conquistano! Non si obbligano a fare l’amore!”.
Lui annuì con la testa mentre continuava a vestirsi. Yoko gli si avvicinò, lo abbracciò velocemente stringendo le sue tette ancora una volta al petto di lui ancora svestito, gli diede un altro veloce bacio con la lingua e poi
“Noi andiamo. Il tempo di recuperare la maglietta e togliamo il disturbo. La strada la conosciamo già! Ciao!”

CONTINUA . . .
 
Ultima modifica di un moderatore:
OP
S

suntopless

Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Messaggi
50
Punteggio reazione
17
Punti
8
Dopo mezz'ora, Yoko ancora non veniva??
Il ragazzetto si è messo a leccare la passera ripiena??
��

Caro teschi, innanzitutto ti ringrazio per avere avuto la pazienza e la bontà di leggere il mio racconto. Sto notando, con piacere, che i vari capitoli del mio racconto sono piuttosto seguiti, non tantissimo, ma hanno trovato un certo seguito. Devo purtroppo notare che nessuno mi lascia commenti, opinioni, sensazioni, suggerimenti od altro, anche critiche finalizzate ad un miglioramento del mio modo di scrivere. Mi ci stavo abituando. Ed invece… ho trovato un tuo commento! Però, che commento! Non capisco queste tue due osservazioni quasi a volermi prendermi in giro, quasi a volere svilire il mio operato.
Ed allora ti rispondo. Innanzitutto ti premetto che trattasi di un racconto, un racconto dove realtà e fantasia vengono mixate per creare una storia quanto più coerente ed accattivante possibile. Ma pur sempre di racconto stiamo parlando! Quindi occorre coglierne i contenuti a grandi linee, cercando di assimilare tutte quelle sensazioni, erotiche e non, che cerco di trasmettere con le mie parole, senza invece andare a fissare la propria attenzione a dei minimi particolari, tra l’altro di scarso interesse e valore all’interno della storia.
Andiamo adesso ad analizzare ognuna delle tue puntualizzazioni.
Per quanto riguarda la prima, ti meravigli che Yoko, dopo mezzora, non è riuscita a “venire”. Innanzitutto ti faccio notare che il senso della tempistica che hai colto non è assolutamente corretto. Nel testo viene scritto “Era già trascorsa quasi mezzora, ne rimaneva poco più di altrettanta.”, quindi quasi mezzora non significa mezzora. Oltretutto in quella “quasi mezzora” Yoko e Federico sono dapprima impegnati in un breve scambio di battute durante la loro svestizione e la scoperta da parte di Yoko della verginità di Federico: vuoi che questi frangenti non siano durati almeno 3, 4 minuti? Poi i due cominciano ad amoreggiare, ripeto ad amoreggiare, non “scopano” subito: vuoi, anche qui, che tutte le operazioni preliminari siano durate almeno altri 4, 5 minuti? Se fai bene i conti, visto che sembri essere un buon “cronometrista”, restano circa una ventina di minuti scarsi (una ventina di minuti scarsi vuol dire 17, 18, 19 minuti!) per “scopare”. Infine ti ricordo che mentre per Federico trattavasi di “prima volta” con relativo trasporto anche mentale, per Yoko trattavasi di “sacrificio”, di “ricatto”, senza alcuna implicazione affettiva/sentimentale/mentale, almeno all’inizio. In queste condizioni, quindi, è del tutto plausibile che Yoko non riesca a “venire”.
Per quanto riguarda invece la tua seconda puntualizzazione, devo farti notare che mi stupisce la tua meraviglia del fatto che un uomo, nel caso specifico Federico, possa “leccare la passera ripiena” come dici tu di una donna, Yoko. Non sai quanti uomini lo fanno! Molti uomini addirittura la leccano dopo che è appena stata “farcita” da altri uomini! Che male c’è? Non ti piace? A qualcun altro sì!
Scusa la risposta un po’ “piccata”, ma, ripeto, nel tuo commento non ho affatto letto un appunto al metodo di scrittura od alla storia, ma soltanto una sorta di presa in giro, uno “sfottò”. Se così non fosse, se avessi interpretato erroneamente le tue perplessità, mi scuso in anticipo.
 

Solar_Sysm

"Level 3"
Messaggi
799
Punteggio reazione
448
Punti
68
Quella di essere sverginato da una donna matura, o comunque esperta (la cosiddetta "nave scuola"), è una fantasia molto comune, credo. E qui è raccontata molto bene.

Sarei stato curioso di vedere cosa sarebbe successo se aveste accettato di farlo entrare nel club per quel mese, ma penso che la storia sarebbe stata piuttosto irrealistica.
 

Zoolrag

Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Messaggi
1,034
Punteggio reazione
22
Punti
0
Posizione
CLASSIFIED
Ciao Suntopless! Devo dire che il tuo stile descrittivo è molto particolare, sensuale direi, senza cadere in eccessive morbosità o banalità di sorta, il che capita abbastanza facilmente quando si tratta di racconti erotici, ed onestamente leggere il tuo racconto (ho letto questo solo ... mea culpa .. ma rimedierò!) mi ha coinvolto emotivamente.
Dimmi : hai da molto questa vena artistica? hai provato a scrivere altro che non sia erotismo?
Ovviamente quando lo scrittore riesce a rendere bene attraverso il proprio stile quel che la sua immaginazione gli fornisce , mettersi a fare critiche puntigliose su punteggiatura o su accezioni dei termini diventa quanto mai superfluo e si sfiora il ridicolo (questo per rispondere alla tua richiesta sul tuo stile/italiano etc).

Aspetto curioso le prossime puntate di queste tue vicende narrative ...

A presto!
 
OP
S

suntopless

Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Messaggi
50
Punteggio reazione
17
Punti
8
Ciao Suntopless! Devo dire che il tuo stile descrittivo è molto particolare, sensuale direi, senza cadere in eccessive morbosità o banalità di sorta, il che capita abbastanza facilmente quando si tratta di racconti erotici, ed onestamente leggere il tuo racconto (ho letto questo solo ... mea culpa .. ma rimedierò!) mi ha coinvolto emotivamente.
Dimmi : hai da molto questa vena artistica? hai provato a scrivere altro che non sia erotismo?
Ovviamente quando lo scrittore riesce a rendere bene attraverso il proprio stile quel che la sua immaginazione gli fornisce , mettersi a fare critiche puntigliose su punteggiatura o su accezioni dei termini diventa quanto mai superfluo e si sfiora il ridicolo (questo per rispondere alla tua richiesta sul tuo stile/italiano etc).

Aspetto curioso le prossime puntate di queste tue vicende narrative ...

A presto!

Caro Zoolrag, grazie per i complimenti, mi fanno veramente tanto piacere! E' la prima volta che pubblico un mio racconto ed ovviamente capirai che mi aspettavo tutta una serie di commenti da parte dei lettori, sia positivi che negativi. Non ne sono arrivati molti! Il tuo mi rincuora tantissimo!
Per rispondere alla tua domanda, ti dico che in passato ho scritto qualcosa, qualche racconto non erotico, ma senza tanto impegno. Spesso ho soltanto abbozzato delle idee senza portare veramente in fondo la realizzazione del racconto.
Questo in corso di pubblicazione quindi rappresenta il mio primo vero e proprio racconto. Tra l'altro ne ho già pronti altri, sempre a sfondo erotico.
Per ora continuo questo filone, poi, quando mi tornerà la voglia, forse riprenderò a scrivere qualcosa di altro genere.
Ciao!
 

DariDari

- Il TOP del Forum -
Messaggi
64
Punteggio reazione
93
Punti
64
Innanzitutto complimenti... oggi ho iniziato a leggere un racconto per caso (e sfida vuole che era il sedicesimo) e dopo mi sono messo a leggerli tutti dal primo fino a questo, e ovviamente poi leggerò anche gli altri.
Complimenti veramente per come riesci a descrivere le cose e le varie situazioni, secondo poi complimenti per come sei riuscito a realizzare questo concatenarsi di eventi che reggono bene a parte una piccola cosa, se proprio vogliamo essere pignoli, ma si fa per ridere non per criticare, allora, leggendo il primo racconto la coppia si trovava al mare e lei usava i costumi interi, poi fanno tutto sta cosa del club, (che per la cronaca dimmi dov'è che andiamo ad iscriverci), e più o meno dopo un anno ci si ritrovano d'estate al mare, e dico un anno perché la linea temporale da te descritta racconta situazioni nel breve termine... insomma dopo un anno dal cambiamento della coppia dici: "Yoko da anni praticava il topless" .... eeee no! questo non me l'aspettavo da te..
Dai a parte questa cosa, che ripeto tiriamo in ballo solo per farci qualche sorriso in simpatia, il racconto è veramente bello... e spero che oltre al sedicesimo ne arrivino altri

Complimenti davvero, e se ho capito bene, dicci dove poter leggere altro scritto dal tuo pugno che lo leggerei volentieri.
Grey (e dopo farò leggere anche ad A.)
 
OP
S

suntopless

Utente Inattivo da oltre 365 giorni
Messaggi
50
Punteggio reazione
17
Punti
8
Innanzitutto complimenti... oggi ho iniziato a leggere un racconto per caso (e sfida vuole che era il sedicesimo) e dopo mi sono messo a leggerli tutti dal primo fino a questo, e ovviamente poi leggerò anche gli altri.
Complimenti veramente per come riesci a descrivere le cose e le varie situazioni, secondo poi complimenti per come sei riuscito a realizzare questo concatenarsi di eventi che reggono bene a parte una piccola cosa, se proprio vogliamo essere pignoli, ma si fa per ridere non per criticare, allora, leggendo il primo racconto la coppia si trovava al mare e lei usava i costumi interi, poi fanno tutto sta cosa del club, (che per la cronaca dimmi dov'è che andiamo ad iscriverci), e più o meno dopo un anno ci si ritrovano d'estate al mare, e dico un anno perché la linea temporale da te descritta racconta situazioni nel breve termine... insomma dopo un anno dal cambiamento della coppia dici: "Yoko da anni praticava il topless" .... eeee no! questo non me l'aspettavo da te..
Dai a parte questa cosa, che ripeto tiriamo in ballo solo per farci qualche sorriso in simpatia, il racconto è veramente bello... e spero che oltre al sedicesimo ne arrivino altri

Complimenti davvero, e se ho capito bene, dicci dove poter leggere altro scritto dal tuo pugno che lo leggerei volentieri.
Grey (e dopo farò leggere anche ad A.)


Caro Mr.Grey, ti ringrazio veramente tanto per le belle parole che hai speso nei miei confronti. Mi fanno tanto piacere.
Due cose.
La prima: un club come quello descritto, purtroppo, per quanto ne so non esiste. Da anni lo immagino, ma lì rimane, chiuso nei miei sogni. Ovviamente giro anche a te la tua stessa richiesta: se lo riesci a scovare, avvertimi perché anch'io correrei ad iscrivermi immediatamente.
La seconda: rispondendoti con il sorriso sulle labbra ma con un pizzico di pignoleria, ti invito a rileggere meglio una parte del primo capitolo dal quale si evince che l'arco temporale che riguarda il passaggio dal costume intero al "semplice" topless fino alla creazione del Club è ben più lungo di un anno. Per intenderci, il primo topless è stato fatto mentre eravamo ancora fidanzati, mentre il Club è stato ideato e creato anni dopo il matrimonio.
Per comodità ti riporto qui sotto la parte in questione:
"Da allora, tranne quando andavamo al mare con amici e parenti, quando ancora indossava i classici e coprenti costumi interi, ci si allontanava sempre un po‘ dalla città per andare in spiagge anche affollate, ma dove era difficilissimo fare incontri con persone che conoscevamo. Lì Yoko praticava sempre il topless, ogni volta con minore vergogna ed ogni volta con maggiore sicurezza.
Dopo tanti anni di fidanzamento e successivamente di matrimonio questa era l’unica eccentricità che ci concedevamo. L’unica apertura, dal punto di vista fisico/materiale, al mondo esterno.
Passavano gli anni e nella nostra mente, dapprima credo solo nella mia, si cominciavano ad affacciare altri pruriti, altre esigenze. Ne parlavamo, di tanto in tanto, sia quando si faceva l’amore che quando eravamo in altre normali situazioni. In principio si immaginavano alcune situazioni, alcune circostanze, poi ci chiedevamo se era possibile realizzarle, ma soprattutto se le volevamo attuare veramente. Io sembravo più deciso, anche se dentro me ero un bollire di gelosia, lei invece sembrava ondeggiare di continuo tra il possibilista e il categorico rifiuto. A volte si arrabbiava pure, talmente tanto che sospettando che non l’amassi più, sembrava chiudersi in se stessa e non mi parlava più per delle ore.
Erano ovviamente delle fantasie durante le quali immaginavamo di incontrarci con un’altra coppia e di giocare con loro inizialmente in modo soft, stuzzicandoci eroticamente, per poi procedere sempre più fino allo scambio di coppia."
Mi stai simpatico, comunque!
 

DariDari

- Il TOP del Forum -
Messaggi
64
Punteggio reazione
93
Punti
64
Caro Mr.Grey, ti ringrazio veramente tanto per le belle parole che hai speso nei miei confronti. Mi fanno tanto piacere.
Due cose.
La prima: un club come quello descritto, purtroppo, per quanto ne so non esiste. Da anni lo immagino, ma lì rimane, chiuso nei miei sogni. Ovviamente giro anche a te la tua stessa richiesta: se lo riesci a scovare, avvertimi perché anch'io correrei ad iscrivermi immediatamente.
La seconda: rispondendoti con il sorriso sulle labbra ma con un pizzico di pignoleria, ti invito a rileggere meglio una parte del primo capitolo dal quale si evince che l'arco temporale che riguarda il passaggio dal costume intero al "semplice" topless fino alla creazione del Club è ben più lungo di un anno. Per intenderci, il primo topless è stato fatto mentre eravamo ancora fidanzati, mentre il Club è stato ideato e creato anni dopo il matrimonio.
Per comodità ti riporto qui sotto la parte in questione:
"Da allora, tranne quando andavamo al mare con amici e parenti, quando ancora indossava i classici e coprenti costumi interi, ci si allontanava sempre un po‘ dalla città per andare in spiagge anche affollate, ma dove era difficilissimo fare incontri con persone che conoscevamo. Lì Yoko praticava sempre il topless, ogni volta con minore vergogna ed ogni volta con maggiore sicurezza.
Dopo tanti anni di fidanzamento e successivamente di matrimonio questa era l’unica eccentricità che ci concedevamo. L’unica apertura, dal punto di vista fisico/materiale, al mondo esterno.
Passavano gli anni e nella nostra mente, dapprima credo solo nella mia, si cominciavano ad affacciare altri pruriti, altre esigenze. Ne parlavamo, di tanto in tanto, sia quando si faceva l’amore che quando eravamo in altre normali situazioni. In principio si immaginavano alcune situazioni, alcune circostanze, poi ci chiedevamo se era possibile realizzarle, ma soprattutto se le volevamo attuare veramente. Io sembravo più deciso, anche se dentro me ero un bollire di gelosia, lei invece sembrava ondeggiare di continuo tra il possibilista e il categorico rifiuto. A volte si arrabbiava pure, talmente tanto che sospettando che non l’amassi più, sembrava chiudersi in se stessa e non mi parlava più per delle ore.
Erano ovviamente delle fantasie durante le quali immaginavamo di incontrarci con un’altra coppia e di giocare con loro inizialmente in modo soft, stuzzicandoci eroticamente, per poi procedere sempre più fino allo scambio di coppia."
Mi stai simpatico, comunque!

Hai ragione! Sai leggendo tutto d'un fiato certi particolari non me li ricordavo, comunque era piu sul ridere che una questione di pignoleria, non prendertela, anzi...
comunque ribadisco quel che ho detto sui messaggi scritti prima e cioè spero che continui con piu puntate perche veramente mi mancano già le avventure degli "amici"
A presto!
 

Top Bottom