IL CLUB DEGLI AMICI (Capitolo XVI – La serata ad invito)

suntopless

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Di seguito il sedicesimo ed ultimo capitolo de "Il Club degli Amici". Speriamo sia stato di vostro gradimento ed aspettiamo i vostri commenti. Buona lettura!

Un giorno un socio propose nell’area riservata del nostro sito di organizzare una serata particolare, una serata ad inviti. I soci spesso parlavano del nostro club con estranei descrivendo cosa si faceva, decantando la libertà assoluta che regnava lì dentro. Lo sapevamo molto bene che qualcuno dei soci riportava all’esterno ciò che accadeva all’interno del club, non era vietato, e non ce ne curavamo fintanto che veniva rispettata la privacy altrui. Era questo uno dei modi per pubblicizzare il nostro club, per trovare nuovi soci. Non tutti avevano la possibilità di associarsi, per i più svariati motivi, però molti desideravano tanto, ugualmente, potere partecipare. Questo tipo di serata si sarebbe prestata benissimo al caso.
Furono quasi tutti d’accordo, pochissime eccezioni, quindi si procedette con la fase organizzativa. Ogni coppia associata aveva la facoltà di invitare per quella sola serata particolare una persona, uomo o donna che fosse. L’unica regola che ci demmo, sempre per mantenere l’equilibrio nel locale, fu quella di far accedere all’incontro un numero pari di uomini e di donne.
Cominciarono sin da subito a pervenirmi le segnalazioni delle persone da invitare. Mi incontrai con ognuno degli aspiranti ospiti e, come per tutti i soci, seguii le stesse formalità. Mi feci firmare da ognuno di loro un estratto del regolamento del club, mi feci consegnare copia dei documenti, riempii per ciascuno una nuova scheda personale contenente tutte le informazioni necessarie e soprattutto mi feci consegnare da ogni donna e da ogni uomo che incontrai un certificato medico, così come avevo sempre fatto per ogni socio.
Yoko ed io avremmo voluto partecipare a quella serata, ma avevamo già in mente di desistere. Non conoscevamo nessuno cui potere offrire questo invito così particolare. E poi, come tempo addietro, prima di creare il club, avevamo lo stesso timore di sempre: provavamo vergogna a parlare apertamente di queste cose con altre persone. All’interno del club eravamo ormai piuttosto svezzati ed aperti ad ogni proposta, ma nella nostra vita di tutti i giorni eravamo rimasti i due timidoni di sempre.
La fase organizzativa procedeva bene, ma arrivò ad un momento di stallo. Risultava un uomo in più tra gli ospiti rispetto alle donne. La serata rischiava di essere annullata. C’erano altre coppie che come noi avrebbero voluto partecipare a quell’incontro, ma anche loro avevano delle difficoltà a trovare la persona giusta cui consegnare l’invito.
Ne parlai a casa con Yoko. Entrambi eravamo spiacenti di non potere partecipare, ma anche dispiaciuti del fatto che probabilmente, stando così le cose, la serata sarebbe stata annullata.
“A meno che…” iniziai.
“A meno che… cosa?” mi rispose Yoko.
“A meno che non invitiamo May!”
Apriti cielo! Scoppiò la più grande guerra, il più grande disastro che la Terra abbia mai visto! Yoko si infuriò, anzi si incazzò di brutto! E cominciò a urlarmi contro tutti gli insulti e tutte le parolacce che conosceva!
May era la sorella di Yoko! Poco più giovane, molto somigliante a lei, anche se un po’ più rotonda: Yoko era molto magra, May era nella normalità. May aveva un seno fantastico, una quarta abbondante o una quinta scarsa se preferite, fate voi. Da tempo, da tanto tempo, sognavo di vederle le tette, ma invano. Finora ero riuscito a dare solo qualche sguardo furtivo tra la scollatura di qualche top ed una camicetta messa male. Nulla di più!
May era una ragazza allegra, socievole, con la quale avevamo un ottimo feeling da sempre. Aveva un solo difetto: il fidanzato! Era uno scansafatiche che stava sulle palle a tutti in famiglia! Probabilmente anche a lei! Tanto che quando lui era presente lei non sembrava così allegra, così disponibile, così tranquilla come quando era sola.
Pensavo che forse parlandole un po’ di quel che facevamo e di quel che volevamo organizzare si sarebbe potuta convincere.
Ma non se ne fece niente vista la reazione di Yoko!
Caso volle che due giorni dopo, quando ancora Yoko non mi rivolgeva più alcuna parola, May si autoinvitò a pranzo a casa nostra, come spesso faceva del resto.
Immediatamente si accorse del clima piuttosto teso che riempiva la casa.
“Ragazzi, ma che avete? E’ successo qualcosa? Avete delle facce! Preferite che me ne vada?” domandò cautamente.
“No, che c’entri tu!” le rispose Yoko.
“Ed allora?” continuò May.
“Allora niente! Non ti preoccupare! Semmai chiedilo a quel porco di tuo cognato!”
May si girò verso di me con sguardo interrogativo e si mise come in attesa che dicessi qualcosa.
“E’ un po’ difficile da spiegare!” esordii.
“Trova le parole, con tutta la calma che vuoi, perché ormai mi avete fatto preoccupare e non me ne vado se non mi raccontate tutto!” mi disse risoluta.
“Allora, devi sapere May che noi in realtà abbiamo una seconda vita.” cominciai da molto lontano.
“Sì, una doppia vita! Come nei film ora venite fuori con la storia che siete degli agenti segreti!” mi interruppe.
“Ma non dire cretinate!” intervenne Yoko, e rivolta a me “E tu, stronzo, non cominciare dalla prima guerra punica! Sii un po’ più diretto!”
“Non è facile!” ripetei e poi prendendo il coraggio a due mani proseguii
“May, io e Yoko da qualche tempo siamo iscritti ad un club privato. Un posto di quelli dove si pratica lo scambio di coppia.” l’avevo finalmente detto, anche se avevo omesso di dire che eravamo stati noi i promotori e fondatori del club, ma non lo ritenevo importante in quel momento.
“Cosa? Cosa? Cosa?” sobbalzò May e continuò “Voi che cosa siete? Che cosa fate?” cominciava a chiedere incredula “Non ci credo!” sentenziò infine guardando prima Yoko e poi me.
“Sì, è vero!” confermò Yoko a testa bassa evitando di guardarla negli occhi.
“Ma dai! Non ci posso credere! John, tu sempre geloso da morire! E tu Yoko, da sempre timida, chiusa in te stessa!” tentava di smontare quello che le avevamo appena detto.
Ripresi io il discorso
“May, non devi pensare che sia una cosa così assurda! Non sai quanti insospettabili si incontrano in queste situazioni!”
e lei
“Sì, lo immagino! Ma voi no! Non ci posso veramente credere!”
“Ed invece devi crederci!” sentenziai.
“Va bene, ammettiamo che ci creda. Ed allora perché questo brutto clima? Sei stato tu a forzare mia sorella? Lei non voleva e tu hai insistito a farle fare qualcosa che non avrebbe mai fatto?” cominciava ad essere minacciosa.
“No” intervenne Yoko “Non c’è stata nessuna forzatura! Abbiamo deciso insieme ed insieme abbiamo agito! Con soddisfazione di entrambi!” continuò lasciandosi forse scappare l’ultima affermazione.
“Ed allora insisto, perché quei musi lunghi?” incalzò May.
“Perché tuo cognato è un porco! Ecco cos’è! Un viscido e schifoso porco!” rispose Yoko.
“Va bene.” intervenni “Calmiamoci!”
Un altro po’ di coraggio e svuotai il sacco!
“May, il problema è che per una serata particolare durante la quale avremmo la facoltà di invitare una persona avevo pensato di invitare te!”
Apriti cielo 2! Anche lei andò in escandescenze, quasi come Yoko!
“No, no, no, no! Non se ne parla proprio! Io dovrei partecipare a cosa? Ma dico: siete impazziti?”
“Non siamo impazziti” le rispose Yoko “Tuo cognato è impazzito! Si lascia guidare dal suo pisello e vorrebbe approfittare dell’occasione per vederti finalmente le tette e poi chissà cos’altro, porco com’è!”
Non osai parlare, né per confermare né per smentire. Pensai immediatamente di restarmene in silenzio, il più lo avevo fatto! Ormai May sapeva quello che facevamo e quello che mi sarebbe piaciuto fare. Lasciai che si spiegassero tra loro, subendo anche tutti gli insulti, oltre a quelli di Yoko anche quelli di May.
“Lo so da sempre che da depravato che sei vuoi vedermi le tette! Ma arrivare a questo punto! Non mi mostrerò mai nuda, né a te né ai tuoi amici! Figuriamoci poi fare chissà quali porcherie con degli sconosciuti! Mi meraviglio di te Yoko!”
“Allora, May, attenzione a distinguere bene le cose.” intervenne calma Yoko “Distinguiamo le voglie di quel porco di tuo cognato da quello che in effetti è il club!” continuò “Ovviamente ognuno è libero di pensarla come vuole, ma io ritengo che il club sia una cosa meravigliosa. Ti permette di spogliarti di tutto, non solo dei vestiti! Lì dentro sei te stessa e basta! Sei libera di guardare o di non guardare, di essere guardata o di non essere guardata, sei libera di parlare o di non parlare, di fare o non fare, di subire o di non subire.”
Yoko si stava scaldando, stava elogiando il nostro club e mentre lo faceva si stava evidentemente accalorando. Pensai dentro me che forse Yoko si era convinta e stava tentando di coinvolgere May all’interno del club: cominciai a sperare! Proseguì
“Nessuno lì dentro ti costringerà mai a fare qualsiasi cosa tu non voglia. Figurati che basta un semplice NO! oppure anche un semplice cenno della mano per rifiutare qualcosa ed essere lasciati in pace!”
Anche May si accorse del trasporto evidente nelle parole di Yoko
“Confermo: sei impazzita! Sei cambiata!”
“No, non sono cambiata!” la interruppe Yoko “Sono finalmente me stessa! Sono libera di lasciarmi trasportare dalle emozioni, dalle sensazioni, dal piacere!”
“Comunque è un no! Un secco e forte no!” sentenziò May. E poi “E con il mio ragazzo? Come la mettiamo con lui? Anche ammesso che accettassi, non lo vorrei mai tradire!”
“Premesso che lui non verrà, né in questa occasione né mai, al nostro club, ti chiedo che c’entra lui?” le chiese Yoko.
“Come che c’entra! E’ il mio ragazzo! E ti ripeto: non lo vorrei mai tradire!” le rispose la sorella.
“Guarda che io non ho mai tradito John!” le ribatté lei e poi proseguì “Non immagini neanche quante volte ho scopato con altri uomini lì dentro! Eppure anch’io ti ripeto: non ho mai tradito John!”
“Ma ti senti quando parli? Non ci credo! Non puoi essere veramente tu!” continuò May e poi rivolgendosi a me “E tu non dici niente, John? Ma la senti come parla e cosa dice?”
Ed io “Sì, è tutto vero! E’ tutto normale, anzi fantastico!”
“Cosa?” incredula mi chiese.
Ed io proseguii “Anch’io, come lei, ho perso il conto di quante donne ho scopato lì dentro ed anch’io posso confermarti di non avere mai tradito Yoko! Anzi sai cosa ti dico?”
Mi guardò interrogativa e proseguii
“Spesso mi sono fermato e non ho scopato più con nessun’altra perché mi fermavo ad ammirare ciò che stava facendo Yoko con un altro uomo, spesso con più d’uno contemporaneamente!”
“Va bene! Va bene! Va bene! Siete impazziti, ma a me non me ne frega un cazzo! Siete adulti, sapete quello che volete, lo fate in pieno accordo e a me non me ne frega assolutamente niente! Io non ci sto!” fu l’ultima sentenza di May.
“Va bene, giusto, d’accordo! Nessuno ti vuole forzare a fare qualcosa! Ma se ci ripensi sappi che hai poco tempo!” non me lo aspettavo, ma le parole uscirono di bocca a Yoko.
Per precisare intervenni e le dissi
“Il poco tempo è due giorni! Entro due giorni dovremmo dare risposta agli altri, altrimenti non se ne fa nulla e la serata sarà annullata!”
“Come annullata?” mi chiese May.
E le risposi “Sì, annullata per motivi tecnici. Entro due giorni dobbiamo equilibrare le presenze degli ospiti maschili con quelle femminili”
E lei “Ed io sarei quella che riequilibra le cose?”
“Precisamente!” le risposi.
“E per quand’è prevista serata?” mi chiese per ultimo May.
“Per il giorno successivo, tra tre giorni! Pensaci su e facci sapere! Non ti fissare con la prima risposta di evidente repulsione!” chiuse l’argomento Yoko.
Il pomeriggio insieme trascorse diversamente dal solito. Evitammo di tornare sull’argomento, ma la tensione era evidente. Anche May sembrava essersi chiusa in un silenzio anomalo. Non riuscii nemmeno a farla sorridere, come al solito, con le mie battute stupide.
Al secondo giorno mi squillò il cellulare mentre ero in ufficio: era Yoko!
“Porco! Vedi che mi ha appena telefonato May: accetta la nostra proposta! Aspetta che la andiamo a prendere direttamente a casa domani. Adesso datti una smossa e avverti gli altri per confermare che la serata si svolgerà regolarmente!” e bruscamente chiuse.
Immediatamente feci una e-mail circolare ed inserii un messaggio nell’area riservata del nostro sito.
Di ritorno a casa, la sera, non parlammo di nulla: evitammo ogni argomento che poteva essere la miccia di una nuova bomba.
La sera successiva ci preparammo ed andammo a prendere May sotto casa. Scese vestita e truccata di tutto punto come se dovesse andare a chissà quale cena di gala. Non osammo dirle niente, ma si accorse certamente da sola che noi invece eravamo vestiti normalmente, come tutti i giorni.
Arrivati al locale entrammo come sempre nella veranda che fungeva da spogliatoio. Non c’erano separé o aree dedicate agli uomini piuttosto che alle donne: era tutto un unico ambiente! May titubava mentre Yoko stava lentamente spogliandosi. Se ne accorse e rivolgendosi a me
“John, per piacere, svestiti in fretta ed entra! Noi arriviamo tra un po’!”
Obbedii, feci il più in fretta che potevo e me ne andai. Nel mentre May mi dava le spalle per non guardare e Yoko le bisbigliava qualcosa.
Entrai e come sempre andai a salutare alcuni soci ai quali ero più affezionato. D’un tratto, da lontano, vidi entrare nel salone, mano nella mano, Yoko e May, entrambe nude ovviamente. Che spettacolo! Che poppone! Sempre da lontano Yoko mi lanciò uno sguardo con il quale mi disse una serie di cose del tipo “Eccoti May! Ammira le sue tette, brutto porco che non sei altro! Finalmente ci sei riuscito!” ma soprattutto mi fece capire che io dovevo stare da quella parte del salone mentre loro si sarebbe addentrate da un’altra parte.
Lì vicino a me c’era un socio che stava scopando una ospite, mi avvicinai, allungai una mano su un seno e non ricevendo alcun rifiuto allungai anche l’altra mano sull’altro seno. In breve questa mi chiese di infilarglielo in bocca e la accontentai. Mentre me lo succhiava si aiutava con la mano, come se io avessi intenzione di sfilarlo e di andarmene via. Non sia mai! Appena dopo che il socio aveva finito di scoparla, venni anch’io. Non conoscendola, poco prima sfilai il mio uccello dalla sua bocca e le venni un po’ in faccia ed un po’ sul seno.
“Che peccato!” esclamò con disappunto. Allungò la lingua e mi leccò la punta della cappella ancora gocciolante per prendersene almeno qualche goccia.
Salutai e mi allontanai. Mi stavo dirigendo verso un altro gruppo quando mi sentii chiamare
“John, puoi farmi un po’ di compagnia?” era Paola, il seno più bello del club! Mi avvicinai e mi accorsi subito che era triste, capita! Mi disse
“Uno stronzo che neanche conosco, uno di questi ospiti, mi ha appena scopata! Ma con una violenza ed una velocità incredibile! Nessun trasporto, nessuna emozione! Solo un ennesimo tocco di carne da aggiungere alla collezione!”
E mentre mi sdraiavo accanto a lei continuò
“E poi il bastardo, dopo aver fatto il comodo suo, se n’è andato via immediatamente: non uno sguardo, non un saluto! E che mi ha preso per una puttana? A me piace scopare, lo sanno tutti qua dentro, ma puttana no! Non mi ci sento proprio!” era piuttosto arrabbiata e, come avevo già intuito, era anche molto triste. Tanto che continuò
“Proprio oggi, che non so per quale motivo, avrei bisogno solo di un po’ di coccole! Mi fai la cortesia? Rimani con me? Senza impegno però e poi vediamo cosa nasce!”
Non me lo feci ripetere e la abbracciai. Anche lei mi strinse forte a sé e cominciò a carezzarmi il petto, le spalle. Feci altrettanto: cominciai a carezzarle la spalla per poi lentamente scendere sul seno e con due dita mi intrattenni sul suo capezzolo. Mi strinse ancora più forte e m’infilò la lingua in bocca. Restammo diverso tempo lì abbracciati a limonare teneramente come due amanti, con le mani che nel frattempo salivano e scendevano dolcemente dalle spalle al culo, ai fianchi, al petto. Successivamente lei si girò e mi volse le spalle. Continuai a coccolarla baciandole il collo e nel contempo strizzandole delicatamente il seno.
Fu mentre eravamo in questa posizione che udii ad un tratto l’inconfondibile ansimare della mia Yoko poco distante da me. Alzai un poco la testa ed in effetti la vidi nel letto accanto al mio mentre era impegnata a cavalcare con foga, a smorzacandela, una considerevole asta di un ospite della serata. Vicinissimo a lei, nello stesso letto, notai una donna carponi, con il culo a ponte, evidentemente impegnata a spompinare un socio del club (lui lo vedevo bene in faccia!). Bel culo! pensai, così come pensai immediatamente che quel culo non poteva essere altro che quello di May. Lo guardai meglio, allora, e non potei fare a meno di accorgermi che in quella posizione si vedeva anche la figa: una bella figa stretta, sembrava quasi intonsa!
Rimisi la testa a posto, lasciai la tetta di Paola che avevo ancora in mano, presi il mio cazzo notevolmente duro, poggiai la cappella sul buco del suo culo e con un solo colpo anche agevolato dal subitaneo movimento di Paola le entrai dentro. Cominciai delicatamente a fare entrare ed uscire il mio arnese dal suo culo anche se la posizione non era un granché.
Lo dissi fin dalla prima volta che scopai con Paola che lei aveva una sensibilità ed una capacità di capire il compagno di turno che era stupefacente! E non mi smentì neanche in questo caso! Avevo appena finito di pensare al fatto che la posizione era scomoda che lei si alzò piano, mantenendomi sempre dentro, e si mise a pecora, la giusta posizione per quello che stavamo facendo!
Cominciai a pomparla meglio e gradivo di più, ma anche lei cominciava ad ansimare con gusto!
In questa posizione non potevo fare a meno però di vedere il letto accanto. Vedevo chiaramente la cavalcata di Yoko e soprattutto vedevo anche May. May che subito dopo si alzò da quella posizione supina, si stese, allargò le gambe e si fece scopare dallo stesso cazzo che aveva finora tenuto in bocca. Ancora le colava dalla bocca un piccolo rivolo di sperma! Mamma mia che scena! Quelle magnifiche tettone di May si muovevano, su e giù, al ritmo dei colpi dapprima lenti ma che aumentavano sempre più dello stallone di turno.
Indubbiamente ero preso da Paola che stavo inculando per bene, ma la scena di fronte era spettacolare! Cominciai ad affondare i miei colpi con più foga e dopo un po’ venni copiosamente dentro il culo di Paola. Ci adagiammo nuovamente sul letto, ci abbracciammo ancora, ci baciammo nuovamente intensamente e ci salutammo.
Anche Yoko aveva finito o meglio sfinito quel poveretto sotto di lei. Si era appena sfilata il suo cazzo ormai moscio dalla figa quando mi vide e mi accennò di avvicinarmi. L’ospite, stanco e sudato, si allontanò. Presi il suo posto, ma Yoko voleva solo sbaciucchiarsi un po’ con me. Anche lei! Restammo lì ad amoreggiare mentre al nostro fianco May stava scopando di brutto: il nostro caro socio era di nuovo in tiro e la pompava con goduria, di entrambi!
Non potevo fare a meno di dare un’occhiata, spesso, a quelle tettone che ballavano. Yoko mi afferrò una mano e con decisione me la poggiò sulla tetta più vicina di May. Uao! Che tettona! Grande, soda e morbida allo stesso tempo! Non credevo che Yoko mi avesse mai permesso di fare tanto!
Il socio, spossato, terminò con un colpo finale accompagnato da un breve mugugno di soddisfazione. Anche May emise un gemito più forte, anche lei aveva raggiunto il suo piacere.
Rimanemmo in tre su quel lettone: io e Yoko ad amoreggiare e May ancora intenta a riprendersi dalle ultime emozioni, sempre però con una mia mano che le strizzava la tetta. Non poteva non essersene accorta, soprattutto ora che eravamo soli: le stavo tranquillamente toccando il seno e lei non aveva nulla da ridire!
Yoko, lentamente, scese un po’ più in basso e d’un tratto inghiottì il mio cazzo. Strano! A lei non piaceva tanto fare pompini e solitamente non li faceva se non erano espressamente richiesti! In breve il mio arnese stava ritornando in vita!
May, trascorso qualche minuto, si era seduta sul letto e si stava guardando un po’ attorno. Ovviamente nel cambiare posizione fui costretto a ritirare la mia mano dal suo seno. Ci incrociammo un attimo gli sguardi: sembrava serena, soddisfatta. Beh, lo sarò sembrato anch’io in quel momento: Yoko mi stava facendo un dolce e lento pompino!
May si curvò verso di me all’improvviso e mi infilò, anche lei!, la lingua in bocca. Stavo baciando per la prima volta mia cognata! Il cuore mi batteva a mille! Sia perché non credevo a quello che stava accadendo, sia soprattutto perché temevo una reazione immediata e violenta di Yoko. Che invece continuò tranquillamente la sua opera! Ma non la portò a compimento: poco dopo risalì pure lei e mi infilò nuovamente la lingua in bocca! Eravamo tre lingue che si incrociavano, vogliose! Non credevo potesse mai accadere tra di noi!
Yoko si alzò a sedere, mise una mano sul mio cazzo e cominciò lentamente a masturbarmi
“Oggi è una giornata particolarissima! Non si ripeterà più! Siamo arrivati a questo punto ed adesso dobbiamo andare fino in fondo.”
Smettemmo di baciarci, la guardammo con aria interrogativa e lei
“Adesso la puoi scopare!” disse imperiosamente cui seguì “Altrimenti ci trascineremo per sempre desideri nascosti!”
Avevo paura che fosse un tranello, a volte nella mente di una persona si affacciano i pensieri più strani, con una velocità supersonica.
“Ma veramente io…”
Anche May
“Beh, veramente anch’io…”
“Allora, ragazzi! Cerchiamo di essere chiari! John, tu te la vuoi scopare o no?”
Annuii con la testa.
“E tu? Vuoi farti scopare?” chiese a May che annuì anch’essa con il capo.
“Ed allora dai! Leviamoci questo pensiero!”
“Ma qui? Adesso?” protestai e lei
“Certo! Oggi, qui! Oppure mai più!”
“E tu….” cercò di dire May.
“Se vi do fastidio me ne vado! Vado a cercarmi qualcuno e certamente troverò come trascorrere il tempo!” disse Yoko ad entrambi.
“Ma no che c’entra!” obiettò May.
“Ed allora dai! Datti da fare!” e nel dire questo Yoko le passò il mio cazzo che aveva ancora in mano.
Yoko si sdraiò accanto a noi, buona buona. Mi dava ogni tanto qualche carezza oppure qualche bacio sul petto o sulla bocca, fugacemente.
May, invece, dopo aver preso il mio cazzo in mano cominciò lentamente a masturbarmi per poi proseguire con un delicato pompino. Però! La ragazza ci sapeva davvero fare con la bocca! Al contrario di Yoko a lei probabilmente piaceva farli!
Quando il mio cazzo fu tremendamente duro, May, lasciandomi sempre sdraiato, mi si sedette di sopra e nel farlo si infilò d’un colpo il mio cazzo tutto dentro la figa. Stavo scopando mia cognata! Il piacere, di entrambi, era elevatissimo! Io godevo sia con il mio arnese che con gli occhi: mentre lei mi stava ballando sopra, le sue tettone ballavano anch’esse a ritmo forsennato! Non potevo fare a meno di prendergliele e strizzarle!
Anche a Yoko comunque quelle tettone ballanti non risultarono indifferenti tanto che, nonostante fossero di sua sorella, di tanto in tanto anche lei ne approfittava, si alzava un po’ e le toccava, le strizzava, le succhiava avidamente. Che scopata che fu!
Terminata la serata tornammo a casa nostra. May restò a dormire nella camera degli ospiti. Non ci fu alcun accenno alla serata ed a quel che avevamo fatto. Né in auto né a casa. L’indomani mattina, durante la colazione, eravamo tornati normali, quelli di prima, quelli di sempre, ma ancora nessun commento. Non ne parlammo mai più di quel che era successo quella sera, né allora né successivamente, almeno fino ad ora, mentre scrivo.
Cambiarono solo due cose nei nostri rapporti. La prima: da allora qualche volta May si autoinvitò chiedendo di venire anche lei al mare con noi, cosa che mai aveva voluto fare prima. Poiché ovviamente Yoko si metteva sempre in topless, anche May, che non lo aveva mai praticato prima, prese l’abitudine di mettersi in topless deliziando i miei occhi nonché quelli di tutti i presenti in spiaggia con la visione delle sue splendide tettone.
La seconda: quando tornavamo a casa nostra dopo il mare, May così come anch’io e Yoko finalmente potevamo lasciare la porta del bagno aperta durante la doccia. Dico finalmente perché nel bagno dove avevamo la doccia non c’era finestra quindi con la porta chiusa, come era capitato in altre occasioni in passato, la doccia era una sorta di tortura, era come fare una sauna.
Ma anche in queste occasioni, quando ci mostravano di nuovo tranquillamente nudi tra noi, nessun commento, nessuna malizia. Non accadde mai nulla. Certo, di tanto in tanto il mio cazzo non poteva non ergersi dritto come un bastone, la visione di May nuda mi faceva sempre effetto, ma niente di più.
Aveva avuto ragione, come sempre, la mia Yoko: ormai, avendo già fatto sesso con May avevamo tolto ogni problema. Ci conoscevamo intimamente ora e non c’era più bisogno di sbirciare e sperare di vedere o toccare!

FINE
 
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ok riletto l'ultimo che per sfiga avevo letto per primo ma comunque rileggerlo dopo aver capito tutta la storia ha un significato diverso...
spero continuino le storie del club perché così, senza nessuna fine, manca qualcosa.. e di finali ne avrei già in mente più di un paio che potrebbero essere validi...

detto ciò complimenti ancora!
 
OP
S

suntopless

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ok riletto l'ultimo che per sfiga avevo letto per primo ma comunque rileggerlo dopo aver capito tutta la storia ha un significato diverso...
spero continuino le storie del club perché così, senza nessuna fine, manca qualcosa.. e di finali ne avrei già in mente più di un paio che potrebbero essere validi...

detto ciò complimenti ancora!

Caro Mr.Grey, il racconto del club è volutamente lasciato senza fine. Ho voluto chiuderlo così, momentaneamente, nell'attesa che mi vengano in mente altre situazioni "simpatiche".
A presto!
 

Neverdead

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Wow wow wow....ho trovato per puro caso questo racconto e l'ho letto tutto d'un fiato. Scritto bene, avvincente e per nulla noioso. Una bellissima storia che mi ha emozionato e allo stesso tempo, ma solo in alcune occasioni, messo ansia. Stupendo!
 

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