Racconto di fantasia Il feticista dei tacchi

Sexy mules

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Il piccolo negozio di scarpe in centro era un luogo elegante ma discreto, lontano dai grandi marchi e dalle vetrine chiassose. Marco ci passava spesso davanti, attratto più dalla titolare che dalle calzature esposte. Lei era Silvia, una donna di 45 anni, mora, con un fisico che parlava di cura e sensualità. Le gambe sode e tornite erano spesso messe in mostra da minigonne audaci, e ai piedi portava sempre scarpe eleganti, spesso mules col tacco, che lasciavano scoperti i talloni sensuali e le dita curate con smalti scuri.
Quel pomeriggio, Marco decise di entrare. Voleva osservarla da vicino, respirare il suo profumo, perdersi nel suono dei tacchi sul pavimento di legno. Silvia era dietro il bancone, le labbra curve in un sorriso appena accennato.
"Ciao, posso aiutarti?" chiese con voce bassa e calda.
"Sto cercando un regalo…" improvvisò Marco, lasciando scivolare lo sguardo sulle sue gambe accavallate, sul tatuaggio sottile che ornava la caviglia sinistra. Lei lo notò e sollevò appena il piede, dondolando la scarpa sulla punta.
"Per una donna speciale?" domandò, inclinando la testa con un sorriso malizioso.
Lui deglutì. "Sì… molto speciale."
Silvia si alzò lentamente, camminando con passo sicuro tra gli scaffali. I suoi mules schioccavano delicatamente a ogni passo, lasciando intravedere i piedi perfetti. Si fermò accanto a lui, sollevò una scarpa con un tacco sottile e gliela porse.
"Questa potrebbe piacerle."
Marco non riuscì a trattenersi e abbassò lo sguardo sulle sue dita affusolate, sulle vene leggere che percorrevano il collo del piede. Sentì un brivido.
Lei lo osservò, divertita. Poi si sedette su uno sgabello e accavallò di nuovo le gambe, facendo scivolare lentamente il piede fuori dalla scarpa. Il tallone rimase sospeso nell’aria per un istante, poi tornò a posarsi sul bordo della mules con un gesto lascivo.
"Ti piacciono i piedi femminili, vero?" chiese con un tono che non lasciava spazio a dubbi.
Marco arrossì, ma annuì.
Silvia sorrise. "Allora aiutami a provare queste."
Gli porse una scatola con un paio di sandali dal tacco altissimo. Lui si inginocchiò davanti a lei, tremante. Lei sollevò il piede, offrendogli la vista perfetta della pianta vellutata, dell’arco sensuale.
"Dai, fammi vedere quanto sei bravo."
Marco afferrò delicatamente la sua caviglia, sentendo il calore della pelle sotto le dita. Posizionò la scarpa con cura, sfiorandole le dita con riverenza. Silvia inclinò la testa all’indietro e sospirò.
"Bravo… Ma so che vorresti fare di più."
Lui alzò lo sguardo. Lei lo fissava con occhi ardenti.
"Dimmi, fino a dove ti spingeresti per questi piedi?
Marco sentiva il cuore martellare nel petto e il suo pene stava letteralmente scoppiando. Era in ginocchio davanti a lei, con il profumo della sua pelle che gli invadeva i sensi. Le sue dita tremavano mentre allacciava il cinturino del sandalo attorno alla caviglia, accarezzando involontariamente la pelle morbida e calda. Silvia lo guardava dall’alto, il sorriso divertito sulle labbra carnose.
"Rispondimi." La sua voce era un sussurro elettrico. "Fino a dove ti spingeresti?"
Marco deglutì, iniziando a toccarselo sopra i pantaloni. "Ovunque tu voglia."
Silvia sollevò leggermente la gamba, facendo scivolare il piede fuori dal sandalo appena indossato. Il tallone rimase sospeso, il piede flesso, le dita leggermente arricciate. "Mostramelo."
Lui non aveva più dubbi. Avvicinò il viso al suo piede nudo, sfiorando con le labbra l’arcata sensuale. Silvia sussultò appena, poi lasciò che la lingua di Marco percorresse la pelle con devozione. Sentiva il calore della sua bocca, il suo respiro affannato.
"Mmm… bravo ragazzo," mormorò, affondando le dita tra i suoi capelli. "Continua."
Marco obbedì, baciandole il collo del piede, le dita perfette, succhiando piano l’alluce mentre lei gemeva piano. Le gambe di Silvia si strinsero leggermente, il corpo si inarcò.
"Ti piace sottometterti, vero?" sussurrò, con un ghigno di piacere.
Marco annuì, leccandole con più fervore la pianta vellutata. Allora si abbassò i pantaloni e fece uscire il suo pene voglioso. Lei si tolse l’altro sandalo e gli poggiò il piede sulla guancia, accarezzandogli il viso con sensualità.
"Bravo, così mi piaci. Sei il mio piccolo adoratore. Bravo! Inizia a segartelo! Senti che goduria che provi eh!"
Lui chiuse gli occhi, perso nella sua dominazione, sottomesso al piacere di venerarla. E sapeva che da quel momento sarebbe stato suo.
Marco era in ginocchio, completamente perso nel piacere di adorare quei piedi perfetti, mentre la sua mano destra andava su e giu su quel pene duro come il marmo. La pelle vellutata di Silvia aveva il sapore del proibito, e il suo profumo inebriante lo stordiva. La lingua scivolava lungo l’arcata, le labbra si stringevano attorno alle dita affusolate mentre lei gemeva piano, compiaciuta del suo potere su di lui.
"Guarda come sei ridotto…" sussurrò, spingendo dolcemente il piede contro la sua guancia. "Sottomesso, eccitato… completamente mio."
Marco ansimava, il respiro irregolare. Il calore dentro di lui cresceva in un vortice inarrestabile. Silvia lo fissò con un sorriso perverso e sollevò leggermente la gamba, poggiandogli la pianta del piede sul petto, esercitando una pressione decisa.
"Ti piace così tanto adorarmi che non riesci più a trattenerti, vero?"
Marco gemette, gli occhi socchiusi, le mani serrate sulle sue caviglie, il corpo in preda a spasmi di puro piacere. Il desiderio accumulato esplose in un’ondata incontrollabile sopra i suoi piedi mentre lei rideva piano, soddisfatta, continuando a tormentarlo con il piede, facendolo tremare sotto di lei.
"Bravissimo…" mormorò Silvia, accarezzandogli i capelli. "Ora sai qual è il tuo posto."
Marco, ancora ansimante, sollevò lo sguardo su di lei. Era una dea, una regina, e lui era pronto a venerarla ancora, ogni volta che lei lo avesse .
 

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