Racconto di fantasia Il mio boss desidera mia moglie

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Ero seduto alla mia scrivania, fissando lo schermo del computer, cercando di capire come far tornare i numeri sul foglio di calcolo. Lavoravo su questo file da quando ero tornato dal pranzo ed erano quasi le quattro. Dovevo completare questo progetto entro venerdì e questo significava che avevo solo un altro giorno prima che si scatenasse l'inferno. Avevo bisogno di concentrare tutti i miei sforzi sul progetto davanti a me. Quello di cui non avevo bisogno era che il mio capo mi rompesse i coglioni in quel momento.

Stavo modificando una tabella quando il telefono alla mia scrivania si illuminò.

"Sono un po' impegnato Ale", pensai, poi alzai il ricevitore. "Sì Alessandro, dimmi"

"Ehi, Marco", disse il mio supervisore. "So che sei impegnato con il resoconto di Aprile, ma Stefano ha bisogno di vederti."

Stefano era il COO della società. Un pezzo grosso, uno a cui difficilmente si può dire di no ed io non ero ad un livello tale da poterlo fare. Stefano è una di quelle persone che sa di avere il potere e lo esercita senza farsi molti problemi. Ad ogni modo, se ha chiesto di me deve esserci qualcosa di particolare di cui ha bisogno.

"Non può chiamarmi?"

"Marco, fatti un favore e vai nel suo ufficio adesso."

Ale ha riattaccato prima che potessi rispondere. Invece di richiamare il mio capo per cercare di ottenere una sorta di spiegazione, ho salvato il mio lavoro e mi sono diretto agli uffici nei piani alti.

Durante il tragitto verso l'ascensore mi sono innervosito un po', Stefano aveva la reputazione del rompipalle che amava chiamare il personale nel suo ufficio per fare dei cazziatoni pesantissimi. Non l'ha mai fatto davanti ai colleghi, ma lo sapevamo tutti. Mi chiedevo allora cosa potesse volere da me.

Ho sempre fatto il mio lavoro senza mai essere ripreso o richiamato, mai una nota disciplinare o un commento fuori luogo. Ero davanti all'ufficio di Stefano, sulla targetta c'erano il nome e il cognome e sotto la scritta Chief Operations Officer. Alzo la mano per bussare quando la porta si apre ed esce Martina, la sua assistente personle.

“Ti sta aspettando", disse Martina “Accomodati”.
“Grazie”, dissi mentre scivolavo dentro.
"Chiudi la porta dietro di te e mettiti a sedere", disse Stefano non appena varcai la soglia.

Il COO dell'azienda non si era nemmeno voltato, stava guardando fuori dalla finestra del suo lussuoso ufficio. Mi avvicinai alla sua scrivania di mogano e mi sedetti.

Stefano era in piedi, immobile davanti alla finestra mentre giocava con le chiavi della sua Lamborghini, era sfacciatamente ricco e non faceva nulla per nasconderlo.

“Come va?” mi chiese lui voltandosi verso di me.
“Tutto ok, tu?” risposta automatica, ma nella mia testa mi chiedevo se era l'incipit per una risciacquata colossale.

Stefano andò a sedersi alla sua comodissima sedia di pelle nera e mi guardò dritto negli occhi.

"Marco, fammi arrivare al punto. Ho un evento di beneficenza in arrivo il prossimo fine settimana e ho bisogno di una donna bellissima che mi accompagni."

Rimasi di pietra, non capivo. Sapevo che Stefano non era sposato, ma era un uomo di colore ricco e bello che non avrebbe dovuto avere difficoltà a trovare una donna senza doverla pagare o chiederla a me. Anzi rimasi sorpreso che non avesse già una ragazza fissa.

"Si lo so. Ti stai chiedendo: 'perché è questo dovrebbe essere un mio problema?' Bene, te lo dirò senza troppi giri di parole. Sin dalla festa aziendale di Agosto alla spa di Monsummano, non riesco a togliermi dalla mente il corpo di tua moglie."

Fece una pausa per farmi assimilare ciò che aveva appena detto.
Scrollai la testa incredulo, pensavo di aver capito male.

Lui allora aggiunse “Sarò schietto. Marco, voglio che tua moglie mi accompagni alla serata di beneficenza. La sertata è stata organizzata da un mio amico con cui sono in competizione da quasi venti anni, ogni volta mi batte portando una donna più bella della mia. Allora ho pensato che tua moglie Manuela fosse perfetta. Ha un corpo mozzafiato ed è bellissima. Con lei al mio fianco, in un vestito che ho già ordinato per lei sarò il più invidiato della serata”.

Mi tornarono in mente i commenti e i complimenti di Stefano a mia moglie, quel giorno della fets aziendale, avevamo tutti bevuto un po', lui un po' più degli altri. Era brillo quella notte e nella vasca idromassaggio chiese a mia moglie se aveva voglia di salire con lui nella sua suite per passare qualche ora di divertimento con un uomo di colore. Non reagii perché ero lì con loro mentre lui la corteggiava e soprattutto perché il mio cazzo divenne duro all'istante. Per fortuna Manuela non era brilla e riuscì a gestire la cosa alla grande senza creare scandalo in azienda e soprattutto senza fare incazzare Stefano.

Lui incalzò “Marco, tua moglie è una donna eccezionalmente bella, ti prego di non dirmi di no senza prima averle chiesto di pensarci”. Io allora non potetti dire di no e gli dissi “Va bene, gliene parlerò stasera”. Feci per alzarmi e lui mi disse “Marco, sono un uomo estremamente generoso con le persone che mi aiutano, non ti considero un prostituto, nemmeno tua moglie lo è, ho bisogno di lei per giungere a un obiettivo che non raggiungo da 20 anni, credimi, saprò come sdebitarmi, in modo più che adeguato allo sforzo che ti so chiedendo”

Ho sentito il mio cazzo iniziare a gonfiarsi mentre Stefano mi diceva queste parole. Stefano si alzò dalla poltrona e si avvicinò a me. Marco, ovviamente questa cosa rimarrà tra noi, anche la mia richiesta, che mi rendo conto essere quanto meno poco ortodossa. Lo so che sembro in malafede agendo in una posizione di potere, quindi ti dirò che se la risposta fosse no, sappi che non ci saranno ripercussioni, solo promettimi che ne parlerai con lei stasera.

Io mi alzai e dissi “Ok, ne parlo con mia moglie stasera”. Lui allungò la mano ed io gliela strinsi. Uscii dal suo ufficio. Mi girava la testa. Non so nemmeno come avrei potuto dire una cosa del genere a mia moglie. Pensai “e poi come pensa di ricompensarmi di avergli ceduto mia moglie per una serata?”. Tornai a casa pensieroso.

Poco dopo lei si accorse del mio stato d'animo e mi chiese

“va tutto bene amore?”
“Sì.. o meglio boh, proprio non lo so”
“Dimmi cosa ti succede”
“Non so nemmeno come dirtelo”
“Prova a cominciare dall'inizio”

E così feci.


Le spiegai della chiamata di Stefano nel suo ufficio. Le raccontai della irchiesta e che avremmmo ottenuto una grande ricompensa
Lei sorrise e mi disse “Ha proprio una fissa per me, alla spa ci provò davvero pesantemente”

“Nell'idromassaggio?”
“Nooo quella è stata un tentativo velato” si mise a ridere
“e quando?” chiesi cadendo dalle nuvole
“eheheh non te l'ho mai detto perché non volevo metterti in difficoltà con il tuo COO, ma dopo la vasca idromassaggio, nella sauna, eravamo solo noi due e lui si avvicinò per parlarmi, mi fece chiaramente vedere la sua enorme erezione nello slippino che indossava. Si sedette accanto a me e fece uscire il suo uccello di fuori, mi prese la mano e poggiò il mio polso sul suo cazzo duro dicendomi 'Guarda Manuela, il mio uccello è lungo quanto il tuo avambraccio'”

Rimasi a bocca aperta, il cazzo mi si induriva nei pantaloni.

“Ma come?” riuscii a balbettare “hai toccato il suo cazzo?”
“Amore, sai bene che il tuo non è il primo che io abbia mai visto. Certo, non ne avevo mai visti così grandi in vita mia, in fatti ne rimasi piuttosto impressionata, ma non per questo mi scandalizzo per così poco.”

La testa mi girava ancor più di prima

“Ma amore, gli hai toccato il cazzo e non mi hai detto nulla?”

Lei cambiò espressione, sul suo viso campeggiò lo sguardo 'Non sono una santa..' ma capii all'istante

“c'è dell'altro?” chiesi.
“eh... amore, c'è di più, è giusto che tu sappia tutto”

Rimasi in attonito silenzio.

“Mentre il mio polso era appoggiato al suo uccello nero lui con le dita si era intrufolato nello slip del costume e aveva iniziato a massaggiarmi lì, io non volevo, ma non potevo nemmeno dirgli di no, credo che lui lo abbia preso come una mia disponibilità, infatti mi aveva già presa la testa e stava per infilarmi quel coso enorme in bocca, poi gli presi il polso e gli dissi ' Non mi sembra il caso Stefano, sono sposata con un tuo dipendente' inoltre la fortuna giocò in mio favore, stava arrivando gente e ha dovuto smettere”
“Ha sentito che eri bagnata per caso?”
“Amore, lo sai che la mia amichetta è molto sensibile agli uccelli, figurati e ne vedo uno del genere cosa è disposta a fare, certo che ha sentito che ero bagnata”

Mi lasciai cadere sul divano, ero senza parole.

“amore, non mi ha fatto niente, non è riuscito a combinare assolutamente nulla, non te l'ho detto perché tanto non lo avrei mai più rivisto e non volevo crearti problemi a lavoro”

Le presi una mano e le dissi “Amore, tranquilla, non sono arrabbiato”
e lei “Beh, più che arrabbiato mi sembri arrapato” disse stringendo nella mano la potente erezione che avevo.

E niente, le strappai i vestiti di dosso e la scopai sul divano. Ci divertimmo molto entrambi, ci regalammo grandiosi orgasmi quella sera.
La mattina dopo mi svegliai e chiesi a Manuela “Amore, come pensi che debba dirgli di no a Stefano?”

“Amore, basta dirgli di no, ma sei sicuro di volerlo fare?”
Rimasi interdetto “perché? Stai pensando di farlo?”
“Beh, dipende dalla posta in gioco, posso anche fare l'accompagnatrice, SENZA SESSO, per una serata, se per questo potrai ottenere la promozione che desideri da tanto... perché no?”
“Che ne sai che non voglia fare sesso?”
“oooohhh lo vorrà fare di sicuro, ma io glielo impedirò, so gestirlo e lo sai”
“beh, è vero, ma come posso fare a starmene a casa e pensare che sei con lui?”
“Bene, allora metti un paio di paletti come condizioni, uno è che tu venga invitato, te ne starai in disparte, ma almeno non starai a casa a ucciderti dalle seghe pensando che io stia scopando con lui”

Divenni rosso dalla vergogna in quel momento, però lei mi venne in soccorso

“Amore mio, ti amo e ti conosco, non hai bisogno di nascondermi nulla, lo so che il pensiero ti eccita, ma non voglio perderti e quindi saprò chiaramente cosa devo fare con Stefano”.

La baciai e lei mi accarezzò il viso.

“Ok allora, gli dirò che per noi va bene a condizione che non ci sia sesso, che io partecipi alla serata e che io ottenga la promozione a direttore associato. Penso che sia equo no?”
“Perfettamente, so già come spendere i soldi della tua promozione”.

Tornai in ufficio. Ero abbastanza sereno per il fatto che avrei accontentato Stefano e che allo stesso tempo avremmo ottenuto un reale beneficio per la nostra famiglia. Andai a bussare alla porta di Stefano, entrai e chiusi la porta.

“Buongiorno” mi disse distogliendo lo sguardo dal monitor “sembri di buon umore, spero che mi porti buone notizie”.
Mi sedetti davanti a lui e gli dissi “Manuela verrà con te alla festa, ma a tre condizioni”

Lui annuì in ascolto

“Uno, niente sesso”
“Due, io dovrò essere invitato, arriverò da solo, me ne starò in disparte, non romperò i coglioni, ma dovrò esserci”
“Tre, mi chiedevo quale fosse il compenso... e mi sono azzardato a sperare in quella promozione a direttore associato”

Lui parve riflettere sulle condizioni

“Uno, non farei mai a Manuela niente che non voglia fare, non uso violenza sulle donne, mai”
“Due, non sarà un problema rimediare un invito per te”
“Tre, sei un furbone, ma del resto ti chiedo un bello sforzo e lo capisco, quindi meriti un grande sforzo anche da parte mia. Del resto non posso nemmeno dire che non lo meriti, sarà facile giustificarlo con Carl”.

Carl era il CEO ovviamente.
Ci alzammo e ci stringemmo la mano.

“Ti manderò una mail con i dettagli per la serata e l'invito per te”
“Ok”

Uscii dal suo ufficio. La promozione a direttore associato significava non solo un sostanzioso aumento, ma anche una serie di benefit importanti. Mi sentivo un po' una puttana, ma alla fine l'importante era il risultato e Manuela era al mio fianco.

Arrivò la sera dell'evento.

Manuela ricevette a casa il vestito coordinato con un paio di scarpe e una borsetta che Stefano aveva ordinato per lei, indossò vestito e scarpe e cazzo se era sexy in quello straccetto e quei tacchi vertiginosi. Il vestito era stato confezionato da un marchio molto famoso e le scarpe avevano una vistosissima suola rossa, Manuela mi disse che probabilmente avrà speso sui 15.000 euro per tutto. Rimasi di stucco.
Fece una passerella solo per me e pensai che se on fosse dovuta uscire l'avrei scopata sul posto con tutto quello che indossava, doveva avermelo letto negli occhi.
Stefano passò a prendere Manuela con la sua Lamborghini. Lei salì sull'auto cercando di non far salire troppo il vestitino.

“Sei una meraviglia per gli occhi e per il cuore Manuela” le disse lui
“Grazie Stefano” disse lei, poi si girò verso di me “Amore, ci vediamo lì tra un paio d'ore”

Io annuii e salutai Stefano che ricambiò agitando la mano. Partirono quasi sgommando. In pochi secondi svoltò l'angolo ed uscì dal mio campo visivo.

Tornai in casa, iniziai anche io a prepararmi, doccia, barba, deodorante, ecc.
Mi segai due volte prima di riuscire a calmarmi. Pensai a Manuela con il vestito tirato su che cavalcava il cazzo di Stefano nella sua Lamborghini... poi pensai a lei chiavata da Stefano messa a pecorina appoggiata al cofano della macchina. Non mi davano pace queste fantasie.
Arrivai all'evento, c'era davvero tanta gente ricca. Mi sentivo un p' fuori luogo, del resto non conoscevo nessuno. Poi vidi Manuela, mi vide anche lei e mi sorrise salutandomi. Io andai a prendermi da bere e come avevo promesso, me ne stavo da una parte e non rompevo i coglioni a Stefano.
Il mio capo ovviamente si pavoneggiava di essere accompagnato da lei. Notai che Manuela non portava la fede, probabilmente gliel'aveva fatta togliere per non creare sospetti nel suo amico.
La sera andò avanti così, con discorsi, alcool, applausi per la beneficenza fatta e progetti per nuove scuole e nuove fabbriche in chissà quale nazione nel mondo. Iniziarono le danze e ovviamente Stefano era un ottimo ballerino, anche Manuela lo era, quindi i balli latino americani risultavano ben coordinati tra loro due... e maledettamente sensuali.

Lui le parlava all'orecchio e lei rideva in continuazione.
Lui si strusciava a lei e lei non lo allontanava.
Pausa, nuovo drink, poi di nuovo danze erotiche in pista. Andarono avanti così quasi due ore.
Le mani di Stefano diventavano via via più audaci, Manuela all'inizio riusciva a scostarle dal culo, al seno con gesti che quasi non si notavano, poi probabilmente non riuscendo nell'intento ha deciso di lasciarlo fare, l'importante era che non superasse un limite.

Quasi al termine della seconda ora di balli latino americani, sempre più erotici, lui la teneva stretta a se, una mano sul culo che le spingeva il bacino contro il suo cazzo duro. Le stava chiaramente baciando il collo. Lei teneva gli occhi chiusi.
Stefno ad un certo punto le infila una mano tra le cosce e arriva a sfiorare la fica di mia moglie. Lei si ritrae e si irrigidisce. Si gira verso di me e con uno sguardo mi fa capire che è tutto sotto controllo.

Lui le dice qualcosa all'orecchio, lei risponde, ma sembra seria. Lui insiste e le dice altro, lei allora ride, sembra che si stia rilassando, probabilmente le ha chiesto scusa. Lei gli dice altro all'orecchio e lui si volta verso di me. Annuisce e le dice qualcosa. Lei annuisce di rimando.
Stefano prende mia moglie per la mano e lei si fa portare via. Li seguo, a debita distanza, nel buio illuminato solo dai faretti della discoteca.
Entrano in una porta che non avevo notato prima, dopo pochi secondi entro anche io.
Un corridoio con una serie di porte, faccio in tempo a vedere una di quelle porte che si chiude, poi sento il rumore di una chiave che gira nella serratura. Mi avvicino e sento Manuela che parla.

“Sei sicuro che non ci abbia visti?”
“Dio che pezzo di fica che sei”
“Aspetta, e se ci sentono?”
“Non preoccuparti, sono insonorizzati questi privé”

Rumori di fiati affannati e mugolii di piacere.
Mi ribolle il sangue, sto per sfondare la porta che mi accorgo che la porta accanto era aperta, entro e incredibilmente c'è un vetro. Vedo Manuela e Stefano avvinghiati in un bacio pieno di passione. Mi metto davanti alla finestra cercando di farli smettere, ma è evidente che non mi vedono. Penso “è un cazzo di specchio, non mi vedono”.
Chiudo la porta della stanza dove mi trovavo, a chiave, senza farmi sentire. Inizio a godermi lo spettacolo.

“Dio quanto mi sei mancata Manu” dice Stefano ansimando e passandole le mani ovunque
“Anche tu Stefano”
“un mese senza scoparti è un'eternità”
“Lo so, ma non potevamo”

Rimasi di pietra “cosa cazzo ho sentito?” pensai. Un mese? Ma se l'ultima volta che si erano visti era alla festa aziendale alla spa? Erano passati nove mesi.

“non parlare adesso e scopami Stefano”

Lui le tolse il vestito in un movimento solo. Manuela non indossava biancheria intima, addosso aveva solo le scarpe e un ciuffetto di peli curato appena sopra la fica. Sembrava una pista di atterraggio privata dedicata solo a lui.
La fece inginocchiare per farle ingoiare il grosso pezzo di carne che era il suo enorme cazzo nero.
Lei succhiava e segava contemporaneamente. Lui le teneva la mano sulla nuca e sigodeva il pompino dalla donna che amo.

“Cazzo, sei bravissima, del resto l'ho scoperto nella spa ad Agosto quando ti ho scopata nella sauna. Che cazzo di esperienza e pensare che tuo marito era a un metro da noi fuori dalla sauna, se fosse entrato ti avrebbe trovata così, a succhiarmi il cazzo”

Nella mia testa qualcosa fece “clack”. “Troia” pensai, ero arrabbiato, ma il mio cazzo esplodeva e non potevo farci niente.

“oppure” disse mia moglie alzandosi e mettendosi a pecorina “mi avrebbe trovata così e tu dentro di me”
Lui non si fece ripetere l'invito e penetrò mia moglie con il suo cazzo durissimo.
“oooooohhhhhh sìììììììììììììììììììììììì, che meraviglia Stefano!”
“lo so che ti piace troia
“sono ancora la tua troia?”
“certo che lo sei, nessun'altra mi fa godere così”

Manuela si voltò verso di lui e gli lanciò uno sguardo pieno di soddisfazione.

“Sì, sono la tua troia, adesso montami come sai fare”

Stefano inizò a stantuffare mia moglie e a farla urlare di piacere, lei gli teneva stretto un polso con una mano e con l'altra si appoggiava ad una poltroncina.
Dopo pochi minuti mia moglie viene con un possente orgasmo
Dopo poco viene di nuovo, questa volta trema tutta dal piacere intenso che Stefano le sta regalando.
E viene ancora, poi ancora. Perdo il conto degli orgasmi di mia moglie sotto i colpi di cazzo di Stefano.

“Hai smesso di prendere la pillola come ti ho chiesto?”
“Sì, l'ho fatto”
“Allora adesso mi svuoto dentro di te, talmente in profondità che non potrai non rimanere incinta”
“ok”
“Chiedimelo troia
“ok.... amore, mettimi incinta ti prego”
“Sai fare di meglio lurida puttana
“Amore, ti prego riempimi del tuo seme, voglio rimanere incinta di te”

Stefano prese i capelli di Manuela con una mano e tirò molto forte, la testa di lei si piegò all'indietro e con l'altra mano la teneva ferma al bacino in modo che non potesse sfuggirgli.

Stefano iniziò la fase finale del suo orgasmo rallentando i colpi, ma intensificando la potenza.

Sbam, pelle bagnata contro pelle bagnata
Sbam
Sbam

“Cazzo vengo troiaaaa”
“anche io amoreeeee”

Sbam
SBAM
SBAM

Gli ultimi due colpi erano stati talmente forti che Manuela rischiò di cadere in avanti entrambe le volte, ma lui la teneva salda per il fianco e per i capelli.

“aaaaahhhhhhhhhh eccomiiiiiiiii” urlo con un acuto mia moglie
“Aaaargh aaaaaaaaaaaaahhh sììììì troiaaaaaaa” venne Stefano con un urlo da Tarzan.

Smise di sbatterla, i glutei del toro nero si contraevano ritmicamente, in quel momento stava iniettando tutto il suo sperma trasferendolo dai suoi coglioni all'utero di mia moglie.
Lei si teneva stretta ancorata ai polsi di lui, occhi chiusi e una O di piacere stampata sulle labbra.
Erano esausti, con il fiatone. Lui si sedette sulla poltroncina e lei gli si sedette sulle gambe.

“Cazzo Manu, sei la donna più meravigliosa che conosca e non credo che tuo marito sia qui con noi alla festa pensando che non stiamo scopando”

Lei lo baciò, “Stefano, è solo sesso e lo sai, io non lo lascerò mai, lo amo da morire e lui ama me”.

“Ma io ti soddisfo di più”
“E' vero, ma è solo questo, io non ti amo, adoro il tuo uccello sin dal primo bacio che gli diedi nella sauna... e sì, sapere che Marco era a un metro da noi, che lo vedevo dietro alla porta che chiacchierava con altre persone ha reso la nostra prima volta qualcosa di incredibilmente pericoloso ed erotico”.
“ok ok, però mi devi concedere un altro fine settimana soli tu ed io”
“possiamo farlo la settimana dopo il compleanno di Marco, potrei dirgli che parto per un week-end di lavoro”
“ottimo, organizziamoci, va bene dove l'altra volta?”
“Sì, ci torno volentieri, stavolta però usciamo almeno un paio d'ore dalla stanza”

I due risero complici.
Si rivestirono. Lei uscì per prima, lui attese un paio di minuti, poi uscì.
Io aspettai ancora e uscii, non c'era nessuno nel corridoio e approfittai del buio per uscire dalla porta che dava nella sala da ballo.
Cercai Manuela, lei mi vide e mi sorrise da lontano.
 

JackBrina

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Bel racconto,con i giusti ritmi che ti fanno immaginare appieno le scene e gli stadi d'animo anche se il prottagonista almeno finora è rimasto in disparte...una domanda seria, premettendo che in questi racconti sono nella situazione di Stefano immagino che ci siano molto di voi che leggendo si immedesimano nel ruolo di Marco ,ora , davvero sopportereste una situazione del genere ??
 
OP
paletto77

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Le fantasie erotiche liberano "la bestia" che è in noi e ci aiutano a spingerci oltre i limiti che la realtà ci impone. E per fortuna, almeno nella nostra testa quei limiti possono non esistere.

Ma quei limiti esistono per un solo unico motivo: l'incertezza.

Mi spiego. Se io fossi certo che REALEMTE mia moglie continuasse ad amare me e solo me e ad essere per sempre la mia complice in tutto, e che il "NOI" che esiste tra noi non verrà mai incrinato da niente, beh, penso che mi piacerebbe assistere a una scena del genere.

Saperla mia nonostante faccia o dica determinate cose non potrebbe che rendermi conscio, che nonostante stia urlòando il nome di un altro mentre viene, lei è comunque mia e solo mia. Ed io, ovviamente, sono suo e solo suo.

Al contrario, se una sola piccola parte di me fosse incerto sui veri sentimenti di mia moglie.. ecco, sì, sarebbe dura sopportarlo e siccome siamo esseri umani e la certezza al 100% non potrà mai esistere, beh, la risposta è semplice, non sarebbe per nulla facile assitere a una scena del genere e non dare di matto.
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Esistono bestie a vari livelli dentro di me, di alcune di esse non vi racconterò mai, ma penso che valga per tutti.

L'importante è saperci convivere e sapere che non fanno male a nessuno. :)
 

JackBrina

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Le fantasie erotiche liberano "la bestia" che è in noi e ci aiutano a spingerci oltre i limiti che la realtà ci impone. E per fortuna, almeno nella nostra testa quei limiti possono non esistere.

Ma quei limiti esistono per un solo unico motivo: l'incertezza.

Mi spiego. Se io fossi certo che REALEMTE mia moglie continuasse ad amare me e solo me e ad essere per sempre la mia complice in tutto, e che il "NOI" che esiste tra noi non verrà mai incrinato da niente, beh, penso che mi piacerebbe assistere a una scena del genere.

Saperla mia nonostante faccia o dica determinate cose non potrebbe che rendermi conscio, che nonostante stia urlòando il nome di un altro mentre viene, lei è comunque mia e solo mia. Ed io, ovviamente, sono suo e solo suo.

Al contrario, se una sola piccola parte di me fosse incerto sui veri sentimenti di mia moglie.. ecco, sì, sarebbe dura sopportarlo e siccome siamo esseri umani e la certezza al 100% non potrà mai esistere, beh, la risposta è semplice, non sarebbe per nulla facile assitere a una scena del genere e non dare di matto.
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Esistono bestie a vari livelli dentro di me, di alcune di esse non vi racconterò mai, ma penso che valga per tutti.

L'importante è saperci convivere e sapere che non fanno male a nessuno. :)
Il problema che spesso queste scene come raccontate nel tuo racconto sono frutti di sotterfugi e bugie e posso dirti che nella realtà non dico spesso ma svariate volte quando raccontano al proprio patner che sono solo sue e che con gli altri è solo sesso alla fine della fiera è tutto il contrario, per questo mi sono permesso di chiedere visto che diverse volte mi sono vergognato io per le loro donne perchè mi chiedevo,cavolo,io se fossi al posto dei loro compagni sai le volte che le definestravo
 
OP
paletto77

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CAPITOLLO II
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Tornai a casa, ero amareggiato ed eccitato allo stesso momento, non sapevo cosa pensare.
Il mio stomaco si contorceva ed il mio uccello era impazzito.
Rimasi a sedere sul divano, al buio non so per quanto tempo. Potevano esserre passate ore o giorni interi tanto che ero stonato. Ad un certo punto mi desta dal torpore il rumore della porta che si apre. Mia moglie entra e accende la luce. Mi guarda ed io la guardo. In silenzio.

Lei si avvicina a me, mi prende per mano, mi dà un bacio.

“Amore, è solo sesso, non cambierà nulla tra noi”
“Ma come puoi dirlo?”
“Sono mesi che mi faccio montare da Stefano, ti eri accorto di nulla?”
“...no”
“Ecco, per un semplice motivo, perché tu sei l'uomo che amo, sei l'uomo da cui torno tutte le sere, sei l'uomo con cui ho davvero voglia di svegliarmi la mattina”
“Ma Stefano”
“Amore, lo sai che ho un certo bisogno, non mi manca proprio niente con te, ma quei centimetri in più... lo sai... te l'ho sempre detto, ma questo non significa che ti ritengo incapace di soddisfarmi, anzi, tutto il contrario. E' solo che con lui mi tolgo uno sfizio che con te non riesco a togliermi”.
“Quindi io potrei togliermi lo sfizio di scoparmi una ventenne visto che tu questa cosa proprio non puoi darmela”

Raramente vedo Manuela così incazzata, il suo sguardo mi ha fulminato in un microsecondo.

“Azzardati a toccare un'altra donna con quel tuo coso e te lo taglio via”
“Ma che cazzo di ipocrita sei?”

Lo sguardo omicida se ne andò, mi sorrise, e iniziò a raccontare.

“Quella volta alla spa, lui non si era avvicinato a me per primo, era nudo e lo sai cosa mi provocano dentro quando vedo degli uccelli in libertà”
“Lo so”
“Lui stava sonnecchiando, il suo uccello a riposo era lungo quanto il mio avambraccio, non ci credevo. Lui si è svegliato proprio nel momento in cui lo stavo misurando e mi ha detto 'Puoi toccarlo Manuela'. Ovviamente non aveva nemmeno finito di dirmelo che ero già inginocchiata davanti a lui con il suo cazzo in mano pronta a succhiarlo, mi conosci, sono una rizza cazzi”
“So anche questo”
“Ovviamente da succhiarglielo a ritrovarmelo dentro... il passo è stato rapido, anche perché tu eri davvero dietro all'angolo, fuori dalla porta, sentivo la tua voce mentre chiacchieravi con qualcuno. Farsi scopare a un metro da te, ignaro, è stata un'eccitazione travolgente, difficile da spiegare. Inoltre a Stefano dico cose che non penso o provo per davvero, a lui piace pensare di mettermi incinta e glielo lascio credere, ma io non ho mai smesso di prendere la pillola e in fondo, non credo che lui sia così stupido da crederci per davvero.”
“Sì, ma allora perché io non posso provarla quella sensazione travolgente con un'altra donna?”

In quel momento mi posò una mano sul cazzo diventato di marmo per il suo racconto.

“Amore è evidente che la tua emozione travolgente te la posso procurare solo io facendomi scopare da Stefano. Magari potremmo organizzarci e ospitarlo qui, così in tutta comodità mi farà tutto quello che vuole e tu ci guardi.”

Mi disse questo mentre mi massaggiava l'uccello diventato duro in modo indecente.

Si chinò, e con due sole pompate mi fece sborrare anche l'anima. Il mio premio per essere stato bravo era proprio quello, mia moglie ha fatto una delle cose che ha fatto davveroi rarissimamente: ha ingoiato il mio sperma.

Nonostante aver appena sborrato il mio cazzo non aveva alcuna intenzione di scendere e lei mi sorrise

“Amore, farti cornuto ti ringiovanisce! Guarda, non ti succedeva da che avevi 25 anni più o meno”

Si spogliò velocemente e cavalcò il mio uccello ancora perfettamente sull'attenti. Venne insieme a me dopo quasi venti minuti di arrampicate.

Stanchissimi andammo a farci una doccia a poi a letto abbracciati. Due coccole, due parole dolci e poi il sonno ci prese entrambi.

Mi sveglio il mattino dopo, Manuela non è nel letto, la luce del sole di uno degli ultimi Sabati di Maggio inondava la stanza. Guardo la sveglia: le 11:34.

Sento mia moglie chiacchierare in lontananza. Mi alzo. Completamente nudo e con un'erezione in corso scendo verso la voce di Manuela. Era in salotto, seduta sul divano su cui mi aveva cavalcato la sera prima. Era al telefono, quindi non le dissi nulla, ma mi avvicinai a lei dandole un bacio silenzioso. Poi mi tirai su e le mostrai il cazzo in erezione. Lei mi sorrise, lo prese per mano e gli diede un bacino silenzioso anche a lui. Poi con la stessa mano iniziò a massaggiarlo.

“beh, mi era venuta in mente un'idea” diceva al telefono “potresti organizzare quella famosa festa di cui mi parlavi”

La voce della persona con cui parlava sembrò animarsi improvvisamente

“davvero?”

La voce rispose a quella proposta con molta gioia ed enfasi. Mi sembrava di conoscerla.

“Sì Stefano, organizzala pure, Marco sarà felice di venire ad assistere”

Mi si gelò il sangue nelle vene e Manuela deve essersene accorta perché iniziò a massaggiare con più forza e diede due bacini sulla punta al mio cazzo. Sapeva perfettamente come manipolarmi la troia.

“Allora chiamo subito il mio amico e gli dico di organizzare la serata, vedrai Manu come ci divertiamo tutti, anche Marco. Vuoi che ci parli io con tuo marito?”
“No Stefano, a lui ci penso io”

Disse mia moglie con un sorriso dall'erotismo insostenibile.

“Non vedo l'ora di scoparti, vieni da me oggi pomeriggio?”
“Se fai il bravo porto anche mio marito oggi pomeriggio”
“Cazzo che troia che sei”
“Adesso ti lascio perché devo fare l'amore con lui”
“Ok, però lascia un po' di passione per me per oggi pomeriggio eh!!”
“Stai buono, a più tardi”
“A dopo meravigliosa creatura”

Iniziai a porre domande, dubbi, quale festa? Ma come mai? Perché?

Ma lei prese in bocca il mio pene e tutti i dubbi svanirono come il fumo di una sigaretta in una giornata di vento forte. Le appoggiai una mano sulla nuca, e lasciai che lei gestisse il ritmo perfetto del pompino perfetto.

“sei una troia

Era l'unica cosa che mi venicva in mente di dirle, ma penso che fosse il più grande dei complimenti che potessi farle in quel momento.

Si staccò un secondo solo dal mio cazzo, mi guardò negli occhi e disse “Grazie amore, lo sono” ed il pompino ripartì.

Venni in una specie di trans erotica, mentre stavo per esplodere lei si staccò e si fece schizzare tutto lo sperma sul viso e sulle tette. Rideva, la sborra sull'occhio destro, in parte finito nella narice sinistra e la bocca inondata, rideva e le colava in bocca. Dal mento le colava a gocce consistenti sulle tette racchiuse in un cazzo di reggiseno. Glielo tirai giù e iniziai a spalmarle sperma sulle tette come se fosse una crema idratante.

“Vado a farmi una doccia amore”
“No, voglio scoparti”
“Fai il bravo, mi devo tenere per oggi pomeriggio”
“Quindi funziona così? Lui ti scopa ed io vado in bianco?”

Si fermò e mi prese una mano, la sentivo viscida di sperma sotto le mie dita.

“Amore, non mettere mai in dubbio che tu arrivi prima di qualsiasi altro uomo al mondo, oggi pomeriggio giocheremo in tre, Stefano mi monterà e tu starai a guardare... e credimi, ti conosco bene, per te sarà il regalo più bello che io possa farti. Dopo che Stefano avrà finito con me, ti farò tutto quello che mi chiederai. Tutto”

Nella mia mente iniziai a passare in rassegna tutte le possibilità, i desideri inespressi con lei, le voglie di cui mi vergognavo anche di parlare con lei... Avevo solo l'imbarazzo della scelta. “Beh” Pensai “E' la volta buona che le faccio leccare una figa”. Ma questo non era l'unico pensiero perverso che mi frullava per la testa... si accavallavano, non sapevo scegliere.

Verso le 16 eravamo pronti per uscire, Manuela indossava una specie di impermeabile, secondo me non aveva senso, faceva caldo, però non mi disse molto, nemmeno rispondeva alle mie domande. Andammo dunque a casa di Stefano. Una grandissima villa sulla collina immersa nel verde e circondata da ettari di prati e giardini perfettamente mantenuti.

Entrammo in casa sua e Stefano tolse a mia moglie l'impermeabile e in quel momento capii tutto.
Praticamente non era vestita sotto, o per meglio dire, indossava solo cinghie, strisce di pelle nera lucida e borchie, corredato di moschettoni e lucchetti. Ovviamente nessuna delle sue parti intime era minimamente coperta.

Rimasi di stucco nel vederla così. Possibile che non me ne fossi reso conto?

“Manuela, il Signore ha donato a te un'incredibile carica sensuale e di femminilità”
“Stefano, come al solito non ti perdi in chiacchiere” lo canzonò lei.
“Hai portato amici?”
“Il mio cagnolino, stai tranquillo, se ne starà da una parte, al massimo darà una leccatina qua e là”
“Mi piacciono le leccatine qua e là, però adesso vieni con me lurida cagna

Disse questa frase infilando due dita nel cerchietto d'acciaio posizionato sul collare di pelle che mia moglie indossava, proprio dietro la nuca. Manuela fu obbligata a piegarsi sulle ginocchia e poggiarsi con i palmi delle mani sul pavimento, camminando a quattro zampe per muoversi.

Il corpo magnifico di mia moglie a pecorina, il suo culo e la sua fica esposti dalle cinghie che non coprivano assolutamente niente. Mentre camminava a quattro zampe i suoi glutei disegnavano il segno dell'infinito ed il mio cazzo sembrò esplodermi nei pantaloni.

Non si curavano di me, sembrava che non esistessi per loro.

Stefano prese qualcosa dalla tasca e lo infilò nel culo di Manuela, era un plug anale con la coda da cane.

“Sei una cagnetta bellissima Manuela, dai leccami la mano”

E allungò la mano destra per farsela leccare. Manuela obbedì leccando avidamente la mano del suo padrone.

“Lecca i piedi del tuo padrone cagna

Stessa cosa, lui allunga un piede e lei inizia a leccarlo generosamente, gli leccava il colo del piede, sotto, tra le dita e gli succhiò anche l'alluce. La veste di Stefano si aprì scoprendo il suo corpo nero e tonico, il suo uccello era ancora a metà strada per l'erezione, ma si stava gonfiando velocemente.

“Da brava cagna, lecca il cazzo del tuo padrone”

Disse aprendo le gambe. Lei si avvicinò al suo uccello e senza usare le mani lo ingoiò finché poteva, ma bastarono un paio di ciucciate che quel coso diventò troppo grosso anche per la sua magnifica bocca di velluto. Iniziò a leccarlo come poteva.

Stefano si godette le leccate di cazzo e di palle di mia moglie, poi si tolse del tutto la vestaglia e si girò mettendosi a pecorina.

Mi chiesi come mai si fosse messo in quella posizione, che volesse farsi penetrare da lei immaginariamente?

Ma lo capii poco dopo, mia moglie, muovendosi sempre a quattro zampe si avvicinò a lui e iniziò a leccare l'ano di Stefano. Il COO della mia azienda si masturbava mentre mia moglie gli faceva un anilingus e cazzo se sembrava bello, ho iniziato a desiderarlo anche io fortemente.
Mi sono avvicinato istintivamente a loro e Stefano reagì immediatamente.

“Manuela, tieni il tuo cane a cuccia”

Lei staccò la lingua dall'ano di Stefano e mi disse “Amore, per favore, aspetta il tuo momento”.

Rimasi bloccato, mi girai e trovai una poltrona dove potermi sedere. Tirai fuori il mio uccello e iniziai a masturbarmi, mi faceva troppo male.

“Toccati, ma non azzardarti a venire, chiaro?” mi disse Manuela.
“Sì amore, non vengo”

Lei riprese a leccare con voracità l'ano di Stefano e lui riprese a segarsi frettolosamente.

Stefano ululava di piacere, con acuti sempre più forti, sembrava stesse per esplodere di piacere.

“Cazzo lo voglio provare anche io” pensai mentre avevo una voglia matta di sborrare.

Stefano venne in quella posizione, inginocchiato sul divano mentre la donna che amavo alla follia gli leccava ancora il buco del culo. Lo sperma bianco lattiginoso coprì in buona parte il divano di pelle nera, un lago di sborra. Era impressionante quanta ne producesse.

Mia moglie si staccò da lui. Stefano si voltò e si accasciò sul divano, su una parte non inondata dal suo sperma.

“Oddio, mi uccidi così cagnolina, ho il cuore che mi scoppia in petto, sai usare la lingua in un modo celestiale, lecca un po' qui”

Allungò il piede sinistro e lei iniziò a leccarlo con meticolosità, salivandolo per bene e soffermandosi a succhiare le singole dita. Questo sembrava avere un effetto corroborante su Stefano, infatti il suo cazzo stava ricominciando a gonfiarsi. Tornò ad una perfetta erezione in un minuto scarso.

Il tempo a disposizione di Stefano per poter usare la sua cagna, mia moglie, era tanto e lui sapeva bene come gestirlo. Avevamo davanti tutto il pomeriggio e la notte e il mattino dopo, ma in quel momento, il tempo era un elemento che nessuno di noi considerava.
 
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CAPITOLLO III
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La scena dal mio punto di vista:
Stefano nudo, stravaccato sul diano che prolungava la sua figura con il piede sinistro poggiato a terra e l'altro appoggiato su un basso poggiapiedi coordinato con il costosissimo divano. Si massaggiava svogliatamente il cazzo che si era di nuovo indurito, era davvero impressionante, in erezione poteva davvero essere grande e lungo come l'avambraccio di Manuela. Di tanto in tanto commentava con un distratto “Brava cagnolina”.

Mia moglie, a quattro zampe, vestita solo di cinghie di pelle e borchie era intenta a leccare in modo molto meticoloso il piede del suo padrone, di tanto in tanto si soffermava a succhiare l'alluce del padrone procurandogli brividi di piacere. Il culo di mia moglie tappato con un bellissimo plug anale con la coda da cane dalle sfumature rosse, come i suoi capelli.

“Vieni dal tuo padrone”

Manuela smette di leccargli il piede e si avvicina a lui sempre mantenendo la posizione a quattro zampe. Lei fa per iniziare a leccargli i testicoli, ma lui la ferma con una mano.

“Ferma cagnolina golosa, devo metterti questo”

dicendolo le aggancia al collare, con un moschettone, un guinzaglio di pelle intrecciata, molto bello. Dopo averlo agganciato ne testa la resistenza e tira due strattoni verso l'alto. Mia moglie non dice nulla, cerca di nuovo di leccare i testicoli al suo padrone, ma lui ha un moto di stizza, le assesta due forti schiaffoni sul gluteo sinistro, il suono è forte e risuona nell'ampia sala.

“Ti ho detto di no, cagna!”

Manuela incassa la testa tra le spalle in un chiaro segnale di sottomissione.

“Forza, girati adesso”

Stefano per farla girare tira a sé il culo di mia moglie in modo che si ritrovi la coda applicata all'ano di mia moglie di fronte a sé.

“Stai ferma adesso”

Manuela si blocca e si volta a guardare il suo padrone, poi si volta verso di me. Mi sorride.
Stefano tira fuori da una valigetta un ovetto ed il suo telecomando.
Infila un dito nella fica di mia moglie.

“Come pensavo, non c'è bisogno del lubrificante”

Quindi infila piano l'ovetto nella fica di mia moglie. Lei muove il bacino, sembra per assestarlo dentro di sé.

“Da brava adesso, vai a dare qualche leccatina al pisello del nostro amico”.

Manuela mi guarda, mi sorride e si dirige a quattro zampe verso di me, dopo che ha coperto la distanza tra noi, toglie la mia mano dal cazzo e inizia a leccarmelo con dedizione.
Stefano fa un gesto per attirare la mia attenzione, lo vedo, ha in mano il telecomando dell'ovetto.

Schiaccia con un gesto plateale un pulsante e Manuela ha un sussulto e inizia a mugolare mentre ha in bocca un mio testicolo. Guaisce di piacere e inarca la schiena mentre io stesso sento il rumore della vibrazione dell'ovetto scaturire dal suo corpo.

Stefano ferma la vibrazione e Manuela riesce a rifiatare, ma dura poco perché la vibrazione riparte pochi secondi dopo e mia moglie ricomincia a guaire di piacere.

Niente, vengo nel momento in cui mia moglie mi tocca la cappella con la lingua, mi sborro sulla pancia e lei mi dà tanti bacini sull'uccello in via di ritiro.
Un po' di sborra le sporca le labbra.
Stefano spegne l'ovetto.

“Brava cagnolina, torna qui adesso”

Manuela trotterella verso di lui, ma a metà strada lui riavvia l'ovetto e Manuela manca un passo e crolla su un fianco.
Lui si alza e va verso di lei.

“Povera cagnolina, spero tu non ti sia fatta male”

Lei si fa aiutare e approfitta del fatto che lui si trova davanti a lei e gli bacia il cazzo che nel frattempo si era smosciato un po' e puntava verso il basso. Lui la lasciò fare, rimase così, in piedi davanti a lei, mani sui fianchi e cazzo penzoloni che mia moglie stava baciando e leccando. Lui allora si dirige al divano, la tira per il guinzaglio e lei lo segue da vicino.

Vedo il culo meraviglioso di mia moglie che si allontana da me. “Che meraviglia” riesco solo a sussurrare a me stesso.

Stefano dà con il palmo della mano due colpetti sul divano.

“Vieni cagnetta, vieni sul divano”

Lei obbedisce e sale sul divano, lui la fa girare tenendo il guinzaglio sempre teso. Estrae l'ovetto, si sega per dieci secondi tenendo una mano appoggiata appena sopra il culo della cagna. Appena il suo cazzo riprende vigore lo appoggia sul buchetto bagnato di mia moglie

“Fammi sentire quanto sei in calore cagna

Stefano rimane immobile mentre lei spinge il bacino all'indietro e vedo il cazzo di Stefano sparire piano piano nella carne di mia moglie. Dapprima fa un po' di resistenza all'altezza del glande, poi una volta entrato quello il resto viene inghiottito dalla fica umida di Manuela. Lei inarca la schiena per arrivare ad impalarsi fino in fondo, fin quanto ce n'è da fare entrare. Penso “Di sicuro avrà la cappella dentro l'utero di mia moglie in questo momento”.

Stefano geme di piacere. Tira il guinzaglio con uno strattone, E sempre tenendolo teso agguanta i fianchi di mia moglie per iniziare a scoparla.
Manuela perde la connessione con la realtà e non riesce più a mantenere il ruolo di cagna.

“Oddio Stefano, sìììììì”
“Godi cagna
“oooooooooooooohhhhh Stefanoooooo”
“Brava cagna, lo sento, dai vieni”
“Ahhhhhhhh”

Manuela stava urlando adesso

“aaahhhh sìììì STEFANOOOOOOOOHHHHHHHHHDDDIOOOOOOOO”

L'orgasmo era intenso, ma ciò che mi aveva fatto risvegliare il cazzo era il fatto che avesse urlato il suo nome mentre veniva.

“E uno”

Contò Stefano con tono autocelebrativo.
Lui non aveva cessato un momento di pomparla. Il suo lungo cazzo entrava e usciva a ritmo serrato, ma nonostante la velocità, per un intero ciclo di entrata e uscita a me sarebbero serviti un secondo, a lui ne servivano tre. Ed ogni centimetro del suo cazzo procurava piacere a mia moglie.

“uahhhhhhhhhhhhhh SSSSSSSSSSSSIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII” urlò mia moglie mente veniva
“E due”

adesso Stefano iniziava anche ad aumentare il ritmo. Non posso immaginare cosa stesse provando la carne di mia moglie in quel momento.
Le sue tette sballonzolavano impazzite sotto i colpi del mio capo. Riusciva con difficoltà a tenersi aggrappata allo schienale del divano.

“oooohhhhhhhh ecccomiiiiiIIIIIIIIIII”
“E tre”

Manuela iniziava a dare segni di cedimento, Stefano no.
Lui continuava a martellarla senza pietà e senza soluzione di continuità. Sembrava un ciclo continui perfetto.... fuori – dentro - fuori – dentro - fuori – dentro.
Adesso gli umori di Manuela iniziavano a colarle lungo le cosce e il fuori-dentro era diventato un “ciack-ciack” continuo e martellante.

“Odddioddioddio OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHH”

Le ottave di Manuela si erano impennate in quell'ultimo orgasmo.

“E quattro”

Ricominciai a segarmi, il mio cazzo non reggeva a quella visione celestiale, non avevo mai visto in vita mia un porno più bello e avvincente.

“Ti piace cagna? Devo continuare?”
“Non smettere, non smettere” disse mia moglie in un filo di fiato
“non smeeeeeeeeeeeeeeeeEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEHHHHHHHHH”

Manuela iniziava a tremare dalla fatica immane a cui era sottoposta.

“E cinque”

All'improvviso un fortissimo schiaffo, Stefano aveva assestato una cinquina potente sul culo di mia moglie, una di quelle che lasciano la manata per ore. Stefano si piega in avanti e le accarezza il clitoride.

“OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHH ECCCOMIIIIIII”

Stefano continuava a stimolarle il clitoride sempre senza mai fermare il martellamento nella fica.

“E sei”

A quel punto Stefano tirò talmente forte il guinzaglio che mia moglie fu costretta a tirare su il busto. Lui la afferrò una tetta con la mano sinistra e le stringeva il collo con la mano destra. Ovviamente non aveva smesso di trapanarle la figa sempre più bagnata.

Lui stringeva mia moglie al collo, poi rilasciava, stringeva e rilasciava, stava regolando l'afflusso di ossigeno al cervello. Vedevo mia moglie ruotare li occhi all'indietro ogni volta che lui stringeva per più di 5 secondi, poi rilasciava e lei tornava presente. In uno di questi cicli lui la tenne stretta per quasi dieci secondi, lei sembrava stesse per svenire e inviece.

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH”

Lui lasciò la presa al collo.

“E sette”
“fallo ancora”
“Andiamoci piano con quel giochino troia
“Ti prego”

Lui l'accontenta e ricomincia a stringere il suo collo.

Lei ruota gli occhi all'indietro, lui fa per mollare, ma lei alza una mano e lo obbliga a tenerla serrata sul collo. Passano dieci secondi, quindici, venti, lei sembra che stia per mancare di nuovo, ma come prima ottiene un grandioso orgasmo.

“ODDDDDDDDIIIIOOOO SIIIIIIIIII CAZZZZZOOOOOOOOOOOOOOOOO AAAAAAAAH”

Ance questa volta lui lasciò la presa.

“E otto”

Anche Stefano inizia ad avviarsi verso la sborrata, infatti aumenta il ritmo, il ciack-ciack-ciack è diventato un ritmo forsennato.

“Vieni con me troia
“Sì, dimmelo tu”

Passano una decina di secondi

“Eccomi Manuela”

Un perfetto orgasmo in sincronia. Stefano si blocca mentre è completamente affondato dentro mia moglie. Stringe ritmicamente i glutei che sembrano torniti, sta di nuovo trasferendo litri di sborra dentro l'utero di mia moglie.

Manuela è esausta, fa fatica a stare in ginocchio sul divano, appena Stefano molla il suo fianco si accascia sui cuscini e lascia un profondo sospiro di sollievo e stanchezza.
Liquido biancastro esce copioso dalla sua vagina dilatata di mia moglie.

Anche Stefano sembra provato.

“E nove... cazzo, ci manca sempre l'ultima per fare il nuovo record”

Manuela ride “Sei scemo”
“Eheheh, lo so”

Guardai l'orologio,, eano 20 circa "Cazz" pesai "Sono tre ore che cpano".

"Prendiamociuna pausa, vi va?" disse Stefano mettendosi la vestaglia e dirgendosi in cucina, io mi alzai e andai da mia moglie.

"Tutto b amore"
"Sì amore mio, tutto bene. Ti diverti?"
Non avrei voluto darle soddisfazione, ma risposi "Sì amore"
Lei mi sorrise guardandomi con amore e mi accarezzò il viso. "Mi porti n bicchier d'acqua amore?"

Annuii e andai a prenderle l'acqua
 

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