Racconto di fantasia Il mio migliore amico

paletto77

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Alessio è un mio amico dalle scuole elementari, anzi più che un amico, un fratello. Lui un rampollo di una famiglia molto, molto, molto ricca, ma quando stiamo insieme non esistono distanze sociali o roba del genere, anche i suoi genitori mi hanno accolto nella loro vita, quasi fossi un secondo figlio per loro.

Ovviamente siamo cresciuti, ognuno ha preso la propria strada, ma siamo ancora fratelli anche se può capitare che per settimane non ci vediamo. Del resto io ho sposato la mia Manuela e lui è il solito scapolo impenitente a cui piace conquistare una donna dietro l’altra senza mai fermarsi più di un mese con la stessa.

Alessio ci invitò una sera ad una delle serate per beneficenza a cui la sua famiglia era socialmente costretta a partecipare. Manuela ed io eravamo propensi a non andare, ma Alessio insisté tanto che noi non ce la sentimmo di dirgli di no. Comprò il nostro assenso promettendoci che poi saremmo andati a ballare latino-americano in una discoteca nella zona.

Alla serata di beneficenza era stata una noia mortale, l’unica cosa interessante era mia moglie, ma credo che in molti pensarono la stessa cosa. Un bellissimo vestito nero che le fasciava il corpo, una scollatura vertiginosa (Manuela porta una 4° di reggiseno), ma per il resto: una noia mortale. Avvenne però un fatto durante una delle aste, non ricordo se fosse la quinta o la sesta asta della serata, un collier fu presentato per essere venduto. Manuela inspirò e trattenne il fiato per quanto era bella. Notai la sua reazione e le dissi “è bella vero?” lei annuì, i suoi occhi erano come quelli di una bambina che ha appena visto il regalo che vorrebbe mettere nella lettera per Babbo Natale, ma ovviamente non aveva il coraggio di chiedermelo, sicuramente sarebbe costata almeno una decina dei miei stipendi. Nel mio cuore speravo che non la volesse nessuno, volevo far felice mia moglie regalandole quella bellissima collana, avrei mangiato pane e cipolle per 3 mesi piuttosto, ma lo avrei fatto. Il banditore però disse il prezzo di base ed il mio umore calò sotto i piedi. Manuela esclamò “alla faccia della beneficenza” e Alessio la sentì, infatti rise sonoramente. Tutti e tre ci facemmo una risata, ma il mio cuore era a pezzi per non essere stato in grado di regalargliela. Al momento dell’inizio dell’asta Alessio alzò la mano e il banditore gli riconobbe subito il rialzo. Io lo guardai sgranando gli occhi. Ci furono solo un paio di rialzi, ma alla fine Alessio la comprò a un prezzo davvero troppo alto. Ero affascinato dal mio amico, ma stavolta, sicuramente senza volerlo, mi aveva ferito. Non mi aveva mai fatto pesare la nostra appartenenza a classi sociali diverse, ma stavolta l’ho invidiato e tanto per quello che lui poteva permettersi, anche solo per un capriccio e cosa io potevo solo sognare. Il mio umore calò drasticamente e rimasi in silenzio per il resto dell’asta.

Appena finita la serie di aste Alessio si alzò e andò a completare il pagamento dell’unico oggetto che aveva acquistato. Dopo dieci minuti tornò e si avvicinò a me mentre Manuela non c’era e mi disse “è tua, fanne quello che vuoi” dandomi in mano una scatoletta nera dove sicuramente dentro c’era la collana dell’asta. Ero rimasto senza fiato e subito risposi “no Ale, scordatelo”, ma confesso che sentii le lacrime salirmi agli occhi per il suo gesto, ed io mi davo del meschino perché avevo pensato male di lui.

Lui non volle nemmeno riprendersi la scatola e mi disse “Manuela merita questo e ben altro, è una donna meravigliosa in tutti i sensi e sono felice che sia la moglie di mio fratello” poi assicurandosi che mia moglie fosse ancora lontana mi disse a voce bassa “se questa collana servirà a legarla a te per sempre, allora ne sarà valso ogni singolo euro”.

Io non avevo parole, mi tremavano le gambe. Ero felice, ma allo stesso tempo sapevo che non potevo accettarlo. Balbettai qualcosa, non sapevo cosa dire. Sapevo che per lui erano stati pochi spiccioli, ma per me valevano anni di risparmi. Alessio vide Manuela avvicinarsi e mi disse “mi allontano, giocatela bene!!” conosceva anche lui Manuela, orgogliosa fino alla morte, non l’avrebbe mai accettata. Quindi si allontanò mentre io nascondevo la scatoletta tra la cintura dei pantaloni e la schiena. Pochi secondi dopo lei mi raggiunse e mi chiese “cosa complottavate voi due?” ed io le dissi con noncuranza “Niente”, la presi per mano e la portai in macchina “Ale ci aspetta fuori dalla discoteca”.

Una volta in macchina la baciai con passione e le dissi “Ti amo”, lei mi sorrise e mi disse “anche io” ed io pensai “ma quanto sono fortunato”, quindi tirai fuori la scatola, lei la aprì e quello che vidi nei suoi occhi penso sia l’esperienza più bella che un uomo innamorato possa provare. Rimase in silenzio, non aveva il coraggio di toccarla. Poi mi disse “ok, adesso però gliela restituiamo” io sapevo che sarebbe stato inutile controbattere, è testarda, ma in fondo sapevo che aveva ragione. Quindi le dissi a malincuore “sì, mi piange il cuore, ma gliela renderò”. Mi baciò dicendomi “non mi devi fare questi regali, nemmeno se te li potessi permettere, non sono quel tipo di donna e lo sai” io replicai “amore lo so, ma ho pensato che la tua bellezza meritasse un gioiello di questo valore” lei mi sorrise, mi baciò e mi restituì la scatolina.

Fuori dalla discoteca parcheggiai e vedemmo Alessio che chiacchierava con due ragazze appoggiato al suo enorme Hummer. Manuela non perse tempo, mi prese la scatolina dalle mani e si avviò verso di lui, ci dividevano una cinquantina di metri, ma i riflettori nel parcheggio mostrarono tutte le fantastiche curve di Manuela. In molti si voltarono a guardare mia moglie mentre camminava impettita verso quell’enorme SUV davanti a lei nel parcheggio. Alessio si accorse di lei e si accinse a salutarla. Non sentivo cosa si dicevano e la mancanza di luce in quell’area del parcheggio non mi aiutava a capire, li vedevo in penombra. Sicuramente Manuela gli stava dicendo che apprezzava molto il regalo, ma che non era il caso.

Ero fermo a guardarla, animata e sanguigna, mi eccitava la sola sua visione. Ridevano e parlavano. Alessio a un certo punto le prende la scatolina dalle mani, la apre, tira fuori la collana e la mette al collo di mia moglie. Vedo Manuela immobile davanti a lui. Parlano, ma non sento nulla. Lei poi si tocca la collana, lui la abbraccia e lei ricambia l’abbraccio. Se non fosse stato mio fratello avrei potuto anche essere geloso. Effettivamente era un bell’uomo, alto, un bel biondo cenere e spudoratamente ricco. La vita gli aveva regalato tutto, ma almeno a me aveva regalato Manuela.

Ecco mia moglie che tornava. Io la guardai con occhi interrogativi e lei mi disse “smettila di guardarmi così, la indosso solo per stasera poi gliela restituisco” e io le chiesi “ma come ti ha convinta?” e lei mi guardò di traverso chiudendo la conversazione. Non avrebbe risposto ad altre domande sull’argomento.

Entrammo in discoteca. Ovviamente Alessio aveva il tavolo prenotato che ci aspettava con un prosecco ghiacciato. Bevuti un paio di bicchieri del vino dorato Manuela era già un po’ brilla. La presi e ci buttammo subito a ballare mentre Alessio iniziava la sua caccia alla preda della serata. Ballare con mia moglie è per me sempre un’esperienza molto eccitante, ci mette l’anima, ma soprattutto il corpo, lo strusciamento è continuo con lei, lo sa che mi piace e lo fa apposta per farmi eccitar, questo a sua volta la eccita da morire. Confesso di essere stato molte volte sul punto di prenderla e trascinarla in bagno per scoparla, ma pensai che lo avrei fatto più tardi a casa, o forse in macchina potendomi godere mia moglie per ore invece che una sveltina di due minuti. Leggermente ubriaca, eccitata e vogliosa, non vedevo l’ora che la serata finisse, avevo il cazzo duro come il marmo e lei lo sentiva.

Sudati e accaldati torniamo al tavolo, siamo soli e beviamo un altro goccio di prosecco. Manuela mi sorride, so cosa vuole. La collana splende intorno al suo bellissimo collo. Una visione. Vediamo Alessio tornare da solo un po’ imbronciato. Manuela se ne accorge e gli chiede “Ale, cosa è successo?”. Lui scrolla le spalle e le dice “Niente, quella tipa mi annoiava” io pensai “eh… mica è sempre domenica”, ma non glielo dissi ovviamente, invidiavo la sua spensieratezza per certi versi, ma le volte che non finiva a letto con la sua ultima conquista erano davvero rare.

Manuela gli disse allora “Mi dispiace, ma ce ne sono tante altre stasera, riprova” e lui, un po’ alticcio a sua volta, le prese una mano e le rispose “allora ci provo con te” e lei “ehhh.. ti piacerebbe!” e tutti e due risero. Poi Manuela gli disse “Ti restituisco la collana, noi ce ne andiamo”. Io già pregustavo il sapore di lei con la faccia tra le sue cosce divaricate. Lui si adombrò e disse “Non la voglio e lo sai” poi con un bel sorriso pieno di fascino le disse “piuttosto regalami tu qualcosa in cambio, fammi ballare un po’ che stasera non mi sono divertito per nulla con quella ragazza”. Lei mi guardò chiedendomi mentalmente di avere un po’ di pazienza. Io scrollai le spalle e le feci capire che non c’era problema. Li vidi mescolarsi nella folla danzante. Stavano suonando una baciata veloce. Manuela era qualcosa di erotico in ogni suo movimento, per lei ballare era divertirsi al 100%. Lui le parlava nell’orecchio mentre ballavano e lei rideva, poi rispondeva alle sue battute. La cosa andava avanti da una mezz’oretta. Manuela era instancabile quando si trattava di ballare, ancor di più se si sentiva eccitata durante il ballo. Non ero mai stato geloso di Manuela, ma quel ballo sembrava andare un po’ oltre. Le mani di lei intorno al collo di lui e le mani di lui che toccavano parti del corpo di mi moglie a cui solo io avevo accesso. Mi dissi che ero uno sciocco a pensare questo di Alessio, non lo avrebbe mai fatto e che quello era il suo stile di ballo. Me ne andai in bagno a pisciare, ma quando fui davanti al cesso pronto a pisciare mi accorsi che era duro, e farla sarebbe stato un problema, poi mi chiesi “perché ce l’hai duro?” pensai che fossi ancora eccitato per l’idea di scopare mia moglie, ma c’era altro. Non ci pensai e appena finito tornai al tavolino, ma di Manu e Alessio nessuna traccia. Pensai che fossero nel mezzo della folla, ma non li trovavo. Impossibile. Andai a cercarli fuori, magari avevano preso una boccata d’aria. Nel giardino non c’erano, magari erano al parcheggio. Attraversai la sala non senza problemi. Erano già dieci minuti che li cercavo.

Uscii sul parcheggio, ma non vidi nulla. Mi avvicinai all’Hummer di Alessio, non so per quale motivo, ma pensavo che avrei trovato qualcosa, ma anche avvicinandomi non scorgevo niente. Pensai che stavo perdendo tempo lì, mi girai sui tacchi per tornare indietro quando sentii qualcuno gemere da dentro al SUV. Era indubbiamente la voce di Alessio. Adesso notavo i piccoli movimenti ondulatori dell’Hummer. Io non vedevo niente dentro per via della penombra, ma probabilmente nemmeno chi era dentro aveva notato me, forse per lo stesso motivo. Eccolo. Sentii di nuovo Alessio gemere. Mi si gelò il sangue nelle vene. Sperai che fosse tornato sui suoi passi pe scoparsi quella ragazza che prima l’aveva annoiato. Il pensiero di mia moglie che potesse essere dentro quella macchina che cavalcava il cazzo di un altro mi uccideva e mi eccitava contemporaneamente. Poi la sentii. Era lei, la sentii chiaramente dire “Più forte Ale”, poi i sussulti del SUV aumentarono e lei di nuovo “oddddio… bravo così, che meraviglia”. Lui ansimava forte. Mi muovevo lentamente per non farmi notare. Sentii lui “Cazzo Manu, ti volevo scopare dal giorno che lui ti ha incontrato”, lei non rispose, ma cacciò un urletto di piacere.

Ero in preda a giramenti di testa, mi ero nascosto dietro un albero lì vicino, al buio. Mi segai mentre sentivo le voci dei due amanti che si godevano una bella scopata. Venni due volte in un tempo che sembrava infinito ed il mio cazzo non accennava a volersi calmare. Passarono una ventina di minuti. Quando sentii i loro sonori orgasmi quasi coordinati. Sentii che si dicevano qualcosa, ma non capivo. Io mi allontanai rimanendo nel buio il più possibile. Uscirono dalla macchina e le luci di cortesia si accesero. Vidi Alessio scendere per primo e porgere la mano all’altra persona dentro. Poi vidi la mano di lei prendere la sua, poi eccola, mia moglie era appena scesa dal SUV. Pensai “Fino a 2 minuti fa quel vestito lo avevi buttato sul seggiolino anteriore” lo pensai perché ha sempre fatto così quando facevamo sesso in macchina. Prima di rientrare nella luce lui le schiaffeggiò il sedere, lei lo riprese, ma senza troppa enfasi. Tornarono dentro. Io feci il giro da fuori per rientrare all’ingresso del giardino. Pensavo a cosa dirle quando l’avrei rivista. Avevo un nodo in gola, ma era un misto di gelosia e forte eccitazione erotica.

Entrai e mi avviai al tavolino. Loro erano lì seduti e lui mi disse “Che fine avevi fatto?” ed io, “Ho fatto un giro”. Alessio mi disse “anche noi ci siamo fatti un giro” la rabbia mi assalì, ma riuscii a contenerla, quel doppio senso era davvero offensivo, ma volevo godermi la vendetta a freddo. Mi sedetti accanto a mia moglie e le dissi “andiamo a casa?” lei annuii e mi disse “Sì amore, sono stanca” io pensai “per forza le sei, troia”. Ci alzammo e ce ne andammo.

In macchina non dicemmo una parola. Manuela si appisolò mentre eravamo in autostrada. Le aprii le cosce e tirai su il vestito. Non aveva più le mutandine. Lei si svegliò e vide che mi ero accorta che non aveva le mutandine. Senza dire nulla le infilai un dito dentro la fica (abbastanza gonfia, come dopo il sesso). Tirai fuori il dito e lo annusai. Odorava indiscutibilmente di sperma. Le misi il dito sotto al naso e le dissi “Questo è Alessio?” e lei non rispose, ma mi prese la mano e mi succhiò il dito poi disse “Sì, Alessio”. Poi mi mise la mano sul cazzo e constatò che fosse duro e mi disse “Pensi che non ti abbiamo visto dietro all’Hummer? A segarti sapendo che io fossi lì dentro mentre il tuo migliore amico mi stava scopando? Ho urlato proprio perché tu sapessi che ero io la sua preda e che venivo castigata da Alessio questa sera in quell’auto”.

Il mio cuore perse due colpi, poi lei disse “Amore mio, l’ho fatto per noi due” io non capivo e lei continuò “avevamo bisogno di qualcosa di nuovo nella nostra vita sessuale. Io amo te e soltanto te. Ci sei solo tu nel mio futuro, ma io avevo bisogno di essere scopata da un altro, tanto quanto tu avevi bisogno di vedermi scopata da un altro”. Rimasi in silenzio, il cazzo mi pulsava tanto che era duro. Manuela allora si tolse la cintura di sicurezza e si chinò su di me, trafficò con il mio pantalone e tirò fuori il cazzo. Iniziò il più dolce dei pompini. LE venni in bocca in un minuto soltanto e lei ingoiò tutto senza dire una sola parola. Poi lo rimise al suo posto e si rimise a sedere al suo posto indossando la cintura di sicurezza. Appoggiò la sua mano sulla mia e mi disse “Ti amo e amo solo te”. Non so per quale motivo ero certo che fosse sincera e che anche io l’amavo, ma non glielo dissi.

Manuela dopo un paio di minuti mi disse “Io spero di non averti fatto male amore mio. Un paio di anni fa mi dicesti che ti sarebbe piaciuto condividermi. Io al momento non volevo e tu lasciasti cadere la cosa. Da qualche tempo mi rendo conto che il sesso tra noi, anche se è soddisfacente, manca però di un po’ di pepe ogni tanto. Stavo pensando di proportelo io di una condivisione, ma non avevo il coraggio. Oggi non lo so, un po’ il prosecco, un po’ Alessio, un po’ la collana che mi ha regalato, un po’ tu mentre ballavamo, insomma… mi sono lasciata andare e in quel momento c’era lui e non mi è sembrata un’idea malvagia. In fondo lo so da tempo che mi voleva scopare” io le chiesi “da quanto?” e lei rise “dal giorno che mi hai presentato il tuo migliore amico” ed io sorrisi. Allora le chiesi “te ne sei accorta subito?” e lei “amore, la maggior parte degli uomini che incontro hanno lo stesso sguardo quando mi vedono” ed io “lo so, ho imparato a conoscerlo quello sguardo” infatti lo vedevo spesso come gli uomini guardano mia moglie. Poi le chiesi “io avevo lo stesso sguardo?”, sei mi strinse la mano e mi disse “ano amore, tu non lo avevi, ma ce l’hai adesso tutte le volte che mi guardi, ed io ti amo anche per questo”. Tornammo a casa, lei volle lavarsi prima di andare a letto, ma io non resistevo e la presi sotto la doccia. Facemmo l’amore per un tempo infinito e in un modo nuovo, più piacevole, più consapevole che saremmo stati insieme per la vita, anche se con lei avrebbero giocato altri uomini.
 

timassaggio

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Alessio è un mio amico dalle scuole elementari, anzi più che un amico, un fratello. Lui un rampollo di una famiglia molto, molto, molto ricca, ma quando stiamo insieme non esistono distanze sociali o roba del genere, anche i suoi genitori mi hanno accolto nella loro vita, quasi fossi un secondo figlio per loro.
Molto bello e ben scritto.
Complimenti.
 
K

ks421

Guest
Grazie! Secondo te dove finisce la realtĂ  e dove inizia la fantasia?

Questa è una buona domanda, ma per questo come per altri racconti potresti dare qualche indicazione.
Alessio potrebbe anche essere uno sconosciuto, un collega o un conoscente...
O potrebbero aver scopato altrove...
Variabili e possibilitĂ  non mancano.
 

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