Esperienza reale Il passaggio in auto

Alessio Lucci

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Erano circa le 20, mi trovavo imbottigliato nel traffico quando alla fermata dell'autobus scorgo Federica. La figlia della mia vicina di casa che ha compiuto 18 anni da un paio di settimane.
Suono leggermente il clacson per attirare la sua attenzione, lei si gira e mi vede, quindi si avvicina all'auto mentre io abbasso il finestrino.

"Ciao Fede, vuoi uno strappo a casa"
"Ciao Ale, magari guarda, mi faresti un grande favore. Con questo traffico chissà quando passerà l'autobus"
"Dai, sali"

Appena entra nell'abitacolo sento il suo profumo. Ha i capelli ricci ancora più ribelli del solito perché leggermente bagnati dalla pioggia che batte fina ma insistente quella sera.
Per la prima volta noto i suoi seni, cresciuti notevolmente negli ultimi mesi. Sento una strana sensazione. Provo a divagare.

"Allora, come va a scuola? Quest'anno ti diplomi, giusto"
"Sì, che palle....mi rovinerò mezza estate"
"Ma daai, anzi dopo sarai libera di spassartela"

Fede sorride mentre smanetta sul suo smartphone. Si toglie il giubbotto: "Qui dentro fa caldo".
Sotto indossa solo una canottiera. La guardo, noto i capezzoli che bucano il cotone. Non ha il reggiseno. La strana sensazione si è trasformata in eccitazione pura e semplice.
Ho il cazzo duro per Federica sotto i pantaloni.

Il tragitto prosegue in silenzio ma ogni tanto l'occhio mi cade su quei seni sempre più invitanti. Incrocio lo sguardo di Fede. Malizioso, sorride.
Siamo ormai nei pressi del nostro palazzo.

"Chiara ti aspetta a casa?" mi chiede all'improvviso. Chiara è la mia compagna con la quale convivo da qualche mese.
La guardo stupito: "No, stasera dorme da sua madre, non stava tanto bene".
Silenzio.

Parcheggio, apro il portone e saliamo in ascensore. Siamo a pochi centimetri l'uno dall'altra. Federica abita al terzo piano, io al quinto. Federica blocca l'ascensore all'altezza del secondo piano.
"Ma che fai?" le chiedo.
Federica si avvicina ancora e allunga la mano poggiandola all'altezza del mio cazzo: "Devo ringraziarti per il passaggio, no?" mi sussurra all'orecchio.
Quindi preme il tasto 5.

Ho solo il tempo di infilare la chiave nella toppa e aprire la porta di casa. Federica entra dietro di me, chiude la porta alle sue spalle e mi spinge sul divano del salone.
Senza dire una parola si sfila la canottiera e resta a seno nudo. Inizia a toccarselo languida: "Volevi vedere queste, giusto?"

Si avvicina, in piedi davanti a me. Me le sbatte letteralmente in faccia. Non ci vedo più. Inizio a leccarle, baciarle. Le succhio i capezzoli, glieli mordo. Ho il viso affondato in mezzo alle sue tette.
Federica si stacca, si inginocchia e abbassa rapida la zip dei miei pantaloni. Tira fuori il cazzo, durissimo. Lo infila tra i suoi seni.
"Goditela, è la mia specialità, sai?" sussurra.

So che non resisterò a lungo. Lo sappiamo entrambi. Federica capisce che sto per venire. Avvicina la bocca alla mia cappella ormai umida.
Un bacio, poi spalanca le labbra. Raccoglie i miei schizzi senza alcuna difficoltà. Vedo la sua bocca riempirsi del mio sperma. Ho finito.

Chiude la bocca, mi guarda e manda giù tutto. Quindi si lecca le labbra. Sorride. Non dice una parola.
Si alza. Indossa di nuovo la canottiera, prende il giubbotto e si avvia verso la porta.

La apre, prima di uscire si volta verso di me: "Grazie per la cena".
 

timassaggio

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Erano circa le 20, mi trovavo imbottigliato nel traffico quando alla fermata dell'autobus scorgo Federica. La figlia della mia vicina di casa che ha compiuto 18 anni da un paio di settimane.
Suono leggermente il clacson per attirare la sua attenzione, lei si gira e mi vede, quindi si avvicina all'auto mentre io abbasso il finestrino.

"Ciao Fede, vuoi uno strappo a casa"
"Ciao Ale, magari guarda, mi faresti un grande favore. Con questo traffico chissà quando passerà l'autobus"
"Dai, sali"

Appena entra nell'abitacolo sento il suo profumo. Ha i capelli ricci ancora più ribelli del solito perché leggermente bagnati dalla pioggia che batte fina ma insistente quella sera.
Per la prima volta noto i suoi seni, cresciuti notevolmente negli ultimi mesi. Sento una strana sensazione. Provo a divagare.

"Allora, come va a scuola? Quest'anno ti diplomi, giusto"
"Sì, che palle....mi rovinerò mezza estate"
"Ma daai, anzi dopo sarai libera di spassartela"

Fede sorride mentre smanetta sul suo smartphone. Si toglie il giubbotto: "Qui dentro fa caldo".
Sotto indossa solo una canottiera. La guardo, noto i capezzoli che bucano il cotone. Non ha il reggiseno. La strana sensazione si è trasformata in eccitazione pura e semplice.
Ho il cazzo duro per Federica sotto i pantaloni.

Il tragitto prosegue in silenzio ma ogni tanto l'occhio mi cade su quei seni sempre più invitanti. Incrocio lo sguardo di Fede. Malizioso, sorride.
Siamo ormai nei pressi del nostro palazzo.

"Chiara ti aspetta a casa?" mi chiede all'improvviso. Chiara è la mia compagna con la quale convivo da qualche mese.
La guardo stupito: "No, stasera dorme da sua madre, non stava tanto bene".
Silenzio.

Parcheggio, apro il portone e saliamo in ascensore. Siamo a pochi centimetri l'uno dall'altra. Federica abita al terzo piano, io al quinto. Federica blocca l'ascensore all'altezza del secondo piano.
"Ma che fai?" le chiedo.
Federica si avvicina ancora e allunga la mano poggiandola all'altezza del mio cazzo: "Devo ringraziarti per il passaggio, no?" mi sussurra all'orecchio.
Quindi preme il tasto 5.

Ho solo il tempo di infilare la chiave nella toppa e aprire la porta di casa. Federica entra dietro di me, chiude la porta alle sue spalle e mi spinge sul divano del salone.
Senza dire una parola si sfila la canottiera e resta a seno nudo. Inizia a toccarselo languida: "Volevi vedere queste, giusto?"

Si avvicina, in piedi davanti a me. Me le sbatte letteralmente in faccia. Non ci vedo più. Inizio a leccarle, baciarle. Le succhio i capezzoli, glieli mordo. Ho il viso affondato in mezzo alle sue tette.
Federica si stacca, si inginocchia e abbassa rapida la zip dei miei pantaloni. Tira fuori il cazzo, durissimo. Lo infila tra i suoi seni.
"Goditela, è la mia specialità, sai?" sussurra.

So che non resisterò a lungo. Lo sappiamo entrambi. Federica capisce che sto per venire. Avvicina la bocca alla mia cappella ormai umida.
Un bacio, poi spalanca le labbra. Raccoglie i miei schizzi senza alcuna difficoltà. Vedo la sua bocca riempirsi del mio sperma. Ho finito.

Chiude la bocca, mi guarda e manda giù tutto. Quindi si lecca le labbra. Sorride. Non dice una parola.
Si alza. Indossa di nuovo la canottiera, prende il giubbotto e si avvia verso la porta.

La apre, prima di uscire si volta verso di me: "Grazie per la cena".
WOW!!!
 

DietroTe

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Mi godo la vita
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A me non frega nulla se Alessio è GabrielPontello "il re del ifix-tchen-tchen", un RoccoSiffredi qualsiasi, o se le sue storie siano vere od inventate: mi interessa solo leggere quel che riesce a scrivere con immaginazione, semplicità, leggerezza, fantasia, ed in italiano corretto.
Per questo mi piace leggerlo, e continuerò a farlo sinché avrà voglia di scrivere.
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