Esperienza reale In treno

cazzondecazzis

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Ero salito sul treno di corsa, la testa piena dei pensieri della giornata. Cercavo il mio posto, ma il mio sguardo si posò su una donna seduta vicino al finestrino. Aveva un’espressione concentrata sul libro che teneva in mano. Senza quasi rendermene conto, mi sedetti accanto a lei, attratto da qualcosa che non riuscivo a spiegare. Era visibilmente più vecchia di me di almeno 10 anni, ne avevo 41. Non era bella aveva però qualcosa che mi attirava. Intanto il treno arrivò nei pressi di un lago dove transitava ogni giorno.
Dopo qualche minuto di silenzio, sentii il bisogno di rompere il ghiaccio. “Sempre la parte migliore di questo tragitto il lago” dissi, cercando il suo sguardo. Lei sollevò lo sguardo dal libro, sorpresa ma incuriosita, e mi sorrise. “Anche a me piace,” rispose. Era un inizio semplice, ma la conversazione iniziò a scorrere in modo naturale, quasi inevitabile. Parlammo di tutto e di niente, dei viaggi che avevamo sempre desiderato fare, delle piccole cose che ci facevano stare bene. A ogni parola, il tempo sembrava fermarsi e un calore irresistibile mi saliva dentro, il cazzo mi diventava sempre più duro.
Non so come o quando la conversazione diventò più intima. Parlammo delle nostre vite, delle routine che a volte ci sembravano delle gabbie. Lei mi ascoltava con una comprensione rara, e sentivo che capiva esattamente quello che volevo dire. Tra di noi si era creata un’intimità così naturale che quasi mi spaventava. Nel frattempo eravamo rimasti soli nella carrozza, lei inizio a toccarmi da sopra i pantaloni e con abilità sbottonando la patta me lo tira fuori bagnato e grondante di eccitazione. Una sega meravigliosa, su e giù dalla cappella alle palle. Ci volle ben poco a farmi venire, giacca e pantaloni pieni di sperma e viso che stava per esplodere.
Mentre il treno rallentava per arrivare alla nostra fermata, la guardai negli occhi e la baciai. Il bacio era dolce un istante sospeso che non avrei mai voluto finisse.
Quando ci staccammo, ci guardammo in silenzio, entrambi consapevoli che forse sarebbe stato l’unico momento così. “Ci rivedremo?” le chiesi con un filo di speranza. Lei mi sorrise tristemente e rispose, “Forse.” Ma sapevamo entrambi che quel viaggio ci aveva segnati in un modo profondo e inaspettato. Mi ripulii e scesi dal treno. La sera non riuscivo a dormire e avevo voglia di rivedere quella donna. Per settimane presi alla sera il treno alla stessa ora ma di lei nulla finche dopo circa tre settimane la rividi seduta che stava leggendo. Stavo per approcciarla quando vidi che si rivolse all'uomo accanto a lei "caro togli la borsa e fai accomodare il signore". Mi sedetti come un automa continuavo a guardarla, lei mi torturava continuando ad accarezzare la mano dell'uomo. Ero di nuovo eccitato come una scimmia. Arrivammo alla stazione finale e scendendo dal treno mi diede uno sguardo languido e complice. Non la rividi più.
 
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