Racconto di fantasia Io e mia sorella – pago pegno (VI)

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Io e mia sorella – pago pegno (VI)


La serata con Adele era stata assolutamente indimenticabile per me, prima il disboscamento di una fica bella e pelosa, quasi più bella di quella di Giorgia, poi la gran scopata…
Credevo di non poter chiedere altro in quei momenti… e invece… quel diavolo di sorella stava per prodursi nell’ennesima sensazionale invenzione…

E così, la mattina dopo, squilla il telefono… io me ne stavo solo soletto a crogiolarmi ancora tra le lenzuola, completamente nudo come al solito e a dirmi quanto sia un uomo fortunato con una sorella come Giorgia, che oltre che sorella è anche amante, quasi direi “moglie”, dato il rapporto complice che da ormai molto tempo si è stabilito tra di noi…

Annoiato, e un po’ innervosito, prendo il cellulare domandandomi chi potesse essere lo scocciatore di turno… premetti il tasto per rispondere e… era lei!!!
Ne fui rallegrato, in fondo così la giornata stava cominciando decisamente bene…

- “Ciao maialino mio… ti sei ripreso?”
e mi ridacchiò nell’orecchio… ed io:
- “Ciao troietta… lo sai che senza di te starei sempre a cazzo duro e palle gonfie…. Tu, invece, sai come farmi scaricare… e ieri ti sei proprio superata!”.
- “Appunto”, riprese lei facendosi seria.. “adesso tocca a te ricambiare…”.
Mi resi conto che stava riflettendo… non dissi nulla…
Poi, fu lei a riprendere il discorso:
- “Dobbiamo vederci… subito… non ce la faccio più… sei la mia linfa vitale, il sangue che scorre dentro di me”…
- “Ehi, troietta, che succede?? Tra poco dentro di te scorrerà qualcosa di ben più grosso e consistente…”.
- “Evvai… era quello che volevo sentirti dire! Ieri, mi sono smanettata furiosamente dietro la porta della stanza… ti ho lasciato fare… non immagini che sofferenza, fisica e mentale! Oggi, però, voglio il mio premio!”.
- “Giusto”, dissi io… “ti ho un po’ trascurata, scusami… ho pensato a godere e non a far godere anche te… Dimmi: hai qualcosa di particolare in mente?? Qualcosa delle tue??”
- “Eh no, caro il mio bel nodoso cazzone, ti piacerebbe sapere tutto e subito… ma che sorpresa sarebbe? Così, invece, mentre mi raggiungi a casa mia, il pisello ti diventerà di marmo, e la mia micetta si divertirà di più…”.

Chiuse la telefonata, lasciandomi sospeso nell’incertezza… Ma siccome Giorgia non mi aveva mai deluso sessualmente, saltai giù dal letto, mi feci una bella doccia rigeneratrice, e mi preparai in un niente… Uscii di casa e mi infilai nella mia auto… Non ci volle molto a raggiungere la mia agognata destinazione…

Come quella sera da favola, mi venne incontro Giorgia… aveva gli occhi scintillanti che testimoniavano una grande eccitazione… Ci baciammo sulla bocca lungamente… adesso eravamo soli, e le sue labbra esprimevano una gran voglia di sesso… era di nuovo “carica”, e la sua lingua si intrecciò alla mia in men che non si dica…
Restammo così, a pomiciare, come due ragazzini che stavano scoprendo il primo innamoramento… non so esattamente quanto tempo passò… poi, all’improvviso, Giorgia mi prese per mano e mi condusse nella stanza da letto che già conoscevo…

In un lampo, rivissi tutte le emozioni della sera precedente… Ma la sua voce roca dall’eccitazione mi riportò al presente…
Era fasciata in una bellissima vestaglia di seta rosa, che le lasciava scoperta la caviglia… sopra, due bottoni non serrati l’avrebbero dovuta chiudere all’altezza dell’ombelico… solo una sottile fascia in vita mi impediva di ammirare le nudità di mia sorella…
Quella fascia, però, cadde immediatamente, ed io rimasi nell’incertezza se seguire il percorso di quella cintura fino a terra o ammirare il “sipario” costituito dai lembi della vestaglia che aprendosi stava per dare inizio al mio spettacolo…

Alla fine cedetti… i miei occhi rimasero fissi all’altezza dei fianchi… e quando anche la vestaglia – accarezzando il corpo di Giulia – precipitò a terra, potei scoprire che sotto non c’era nulla… proprio nulla! Ma perché meravigliarmi? Mia sorella mi si offriva sempre nella sua disarmante nudità…

Benchè conoscevo praticamente da sempre quel corpo, rimasi anche stavolta a bocca aperta… un paio di stivaletti neri erano l’unico accessorio che l’ornava…
Che effetto mi fece!
E Giorgia se ne rese conto prima che potei cercare di nasconderlo… si avventò sui miei pantaloni, e in un sol colpo li abbassò insieme ai miei slip… tastò con energia il mio arnese ormai in tiro e disse:
- “Fratellino, che bel cazzo duro che hai! Bene… molto bene, perché ti servirà in tutto il suo splendore per sventrarmi come desidero…”.

Con i pantaloni a mezza gamba ero praticamente impossibilitato a muovermi… Mi tolse anche la camicia e finì di sfilarmi lo slip, e finalmente ci adagiammo sul letto…
Lentamente, riprendemmo a baciarci… Smise per un attimo… mi afferrò saldamente il pene, stringendolo forte fino a farmi male, e disse:

- “Ti ho ceduto ad Adele per una volta, per divertirci insieme in maniera insolita, ma ora basta, sei tutto mio, perché per me è stato un inferno”…

E mi rimise la lingua in bocca, più giù che poteva… io capii che dovevo dimostrale che tra noi non era cambiato nulla, ma anzi che la volevo sempre con tutto me stesso…
Restando in quella posizione non troppo comoda per me, appoggiai una mano sulla sua pancia, ed esplorando alla cieca sentii al tatto il suo profondo ombelico… scavallai, e il suo monte di venere mi si “annunciò” con una folta peluria… riconobbi il luogo di mille “giochi”, di infiniti piaceri… pochi centimetri ancora, e capii di essere giunto sulla soglia della tanto desiderata patatina… con due dita iniziai energicamente a farmi strada tra la fitta boscaglia… separai le labbra che cedettero senza far troppa resistenza e…
Era fradicia!!!, come sempre quando le praticavo questo tipo di esplorazione…
Il gioco si faceva interessante… mi divincolai dalla presa con la lingua e, lasciandola in preda ai suoi crescenti spasmi, scesi giù lungo il suo corpo strusciandovi sopra la mia faccia…
Giunto dove erano già arrivate le mie dita, aprii la bocca… tirai fuori un poco la lingua… e la appoggiai su quella viscida mucosa tanto desiderata…
Riconobbi tutti i “sapori” di mia sorella, i suoi caldi umori già si facevano sentire… percorsi molte volte, su e giù, quel viottolo di piacere, e ad ogni passata, potevo constatare che il grilletto era sempre più duro…
Scesi, e scesi ancora… fino all’ingresso del Paradiso… questa volta, spinsi a fondo la lingua, cercando di penetrare in profondità…

Mi sollevai “dal fiero pasto”, e rimasi ad osservare il lavoro fatto… Sicuramente Giorgia stava apprezzando…
Schiusi senza fretta le grandi labbra che nel frattempo si erano ricomposte, e mi ritrovai al cospetto di bellissimo laghetto salato…
Mi ci rituffai dentro, e tenendola aperta al massimo, provai un’esperienza a dir poco “mistica”: il clitoride era diventato così grosso che sembrava un piccolo cazzo… Iniziai a colpirlo con la lingua… come a dargli dei piccoli colpi di martello… non le davo tregua… mi spostai sulla soglia dell’orifizio sottostante e mi inserii di nuovo dentro il più possibile…

Intanto, mettendole l’altra mano sulla pancia ed esercitando una leggera pressione, iniziai a percepire delle contrazioni… alzai di poco lo sguardo… i miei occhi incrociarono i suoi… era l’ora!
Aveva il pelo impiastricciato del suo succo… mi feci una breve sega tanto per riportare l’erezione al massimo… poi, vedendola ancora ben dilatata, non persi tempo e puntai la cappella verso quell’antro meraviglioso…
Spinsi, ma non ce ne fu assolutamente bisogno… l’asta venne fagocitata da quella splendida “macchina da sesso”, mentre i testicoli finirono contro quelle cosce ormai bagnate anch’esse… lo stantuffare andò ad aumentare di frequenza, finchè lei ebbe una lunga serie di scuotimenti…
Venimmo insieme, ed io le feci il “regalino” che lei ogni volta si attendeva da me… una abbondante sborrata che andò a riempire la sua deliziosa “sacca”…

Mi accasciai sul suo corpo, ma restammo ancora per alcuni istanti l’uno dentro l’altra… una emozione infinita…

Infine, sollevandomi, la baciai… e lei, con un flebile filo di voce mi disse:
- “Sei il mio scopatore… se non fosse per il fatto che non sono più fertile, mi avresti ingravidata senz’altro… ti amo… proprio perché sai esattamente come amo essere presa…”.

I nostri occhi restarono fissi gli uni negli altri per un lasso di tempo che mi sembrò non terminare mai… ero convinto che per oggi finiva qui… Ma mi stavo sbagliando…

Mi riprese il cazzo in mano… anche lui non ce la faceva più, tutto intriso di sperma e umori della sua vagina… ricominciò quei movimenti sapienti che solo lei sapeva compiere, e che produceva in breve l’effetto che Giorgia voleva… mi tornò duro come non mai…
Allora, mi disse:
- “Adesso, devi farmi il culo.. e farmi urlare!!!”.
Così, si voltò, si mise a pecora con le tette schiacciate sulle lenzuola, ed io mi alzai posando un ginocchio sul letto…
Sarà stato che ormai il suo sfintere è oscenamente dilatato dalle molte volte che è stata da me inculata, sarà che ero al massimo dell’eccitazione, glielo infilai tutto dentro… poi, glielo tolsi completamente, per rimetterlo di nuovo fino alle palle…
Sentivamo entrambi fica e palle collidere violentemente…
- “Dio che inculata, fratellino mio… cazzo che bello…”.
Le toccai la fica da davanti… stava ancora sbrodolando… sentire quel fluido viscido sulle mie mani mi fece impazzire… le sborrai nel culo… un getto potente di sborra calda con cui scaricai completamente i miei testicoli che quel giorno avevano lavorato tanto…

Al sentire quel calore tutto dentro, lei esplose non solo del suo ennesimo orgasmo:
- “Oh cazzooooooooooooo… che bello il tuo cazzo duro nel culo…”.

Poi, disse qualcosa, ma non compresi bene le parole che le si strozzarono in gola… E capii che era venuta di nuovo…
- “Giorgia, sei una troia…”.
E mi sfilai…
Fu allora che vidi, assieme alla sborra, colare anche un rivolo di sangue… Glielo feci notare, e lei:
- “Mi hai rotto di nuovo il culo, stronzo!!!”.
- “Ti è dispiaciuto?”, replicai io con un sorrisino…
- “Se non fosse che ora ho il culo che mi va a fuoco, ti farei passare la notte dentro le mie chiappe…”.
[FONT=&quot]E ci addormentammo, felici e padroni dei nostri corpi…







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