Racconto di fantasia Io e mia sorella - Prima il dovere e poi il piacere (V)

pollicino1

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Io e mia sorella – prima il dovere e poi il piacere (V)



Come ricorderete, mia sorella, presentandomi Adele, la commessa del sexy shop a casa sua mi disse: “Questo è il mio regalino per te…”.

Ebbene, ora, la porcellina era stata depilata e Giorgia era uscita dalla stanza portando con se tutta l’attrezzatura che era servita per l’operazione… eravamo rimasti, quindi, faccia a faccia, io e Adele…
E fu proprio lei, che si era collocata al centro del letto e con il busto eretto, a rompere il ghiaccio, togliendomi d’imbarazzo…
Disse:
- “Devo farti due volte i complimenti… per due motivi… anzitutto per come mi hai rasato la farfallina”…
Ci fu un nuovo silenzio… credo che lo avesse “creato” lei appositamente, ed io ci cascai… le chiesi:
- “E l’altro motivo?”
Mi guardò fisso, e dopo un altro lungo silenzio, disse:
- “Per quello che hai in mezzo alle gambe!... peccato che tua sorella mi ha avvertito che non devo farci nessun pensiero serio, che è tutto suo…”.
Lo disse con un sorrisino che mi invitava alla disobbedienza… e lo accompagnò con un gesto che non dimenticherò mai: lentissimamente, spalancò e richiuse le cosce, come a mostrarmi la cosa lei metteva sul piatto…

Fu allora che abbandonai ogni incertezza; gattonando come un bebè, mi avvicinai sistemandomi al suo lato… la baciai, e lei mi piazzò tutta la lingua dentro la bocca… mi prese la mano e me la adagiò sopra la sua enorme tetta (una quinta piena e naturalissima)… io cominciai a stringerla per saggiarne delicatamente la consistenza, mentre con il pollice iniziai a tormentare lentamente il capezzolo carnoso e ben pronunciato, che grazie ai miei massaggi si induriva sempre di più… Più la sentivo ansimare, e più stringevo la tetta…
Passai poi, di mia iniziativa, all’altra mammella, ripetendo lo stesso giochino…
Lei, inarcò la schiena, ed io ne approfittai per metterle lì la mia mano e scendere giù fino a trovare la spacca tra le chiappe…

Sentivo il glande pulsare furiosamente, schiacciato sulla sua coscia… ma prima che potei realizzare il da farsi, Adele si svincolò, sgusciò via dalla mia presa come un’anguilla, e me la trovai tra le gambe… afferrò il mio cazzo (che si era ricoperto) con quanta forza aveva, con qualche difficoltà me lo scappellò di nuovo (la cappella ingrossata rendeva difficoltoso abbassare il prepuzio), e infine lo ingoiò fino ad andare a sbattere con le gote sui miei testicoli…
In quel momento, iniziò un bocchino meraviglioso, che nemmeno mia sorella era mai stata capace di farmi… non so quanto durò, ma a me parve un’eternità, tanto stavo bene…
Non mi fece venire… lo cacciò fuori dalla bocca, mi fece mettere supino, mi saltò sopra e se lo infilò dentro iniziando un sensazionale smorza candela… siccome eravamo faccia a faccia, potevo al contempo ammirare il dondolare sincronizzato delle due mammellone… la presi per le mani, la tirai a me e me le feci sbattere sulla faccia… Dio che goduria… Adele, era una macchina da sesso e non si fermava più… si sollevò… ma non si allontanò da me più di tanto… questa volta, mi fece un pompino servendosi dei suoi magnifici piedini, una pelle vellutata, liscia, al punto che ci mancò davvero poco questa volta che venissi… ma come al solito, si fermò al momento giusto…

Il mio cazzo era durissimo, con l’ennesimo gesto da ginnasta la ragazza si voltò… mi diede le spalle, posizionandosi a misura… poi si voltò leggermente, e mi disse:
- “Adesso inculami, ti prego!”.

Mi porse il culo, aprendosi le chiappe a sufficienza perché potessi ammirare un’altra stupefacente meraviglia: uno sfintere pulsante, che denotava la sua gran voglia di ricevermi nelle sue viscere… non me lo feci ripetere oltre, la afferrai per i fianchi belli rotondi, bagnai con la saliva il suo buchetto e la mia cappella… poi, vedendolo un po’ strettino, ci infilai dentro due dita iniziando a ruotarle prima lentamente e quindi aumentando sempre più il ritmo…

Dapprima rimase senza respiro… riprese ad ansimare, ed io estrassi le mie dita… mi venne naturale di leccarle… uhm… che meraviglia!, un sapore inaspettatamente delicato, e lo gustai fino in fondo…
Adesso, vedevo il suo buchetto… non resistetti oltre… appoggiai il glande e lentamente ma senza più fermarmi iniziai la penetrazione…

Lei era troppo eccitata e non voleva che mi fermassi, ma intuii subito che Adele mi stava facendo uno dei regali più alti che una donna potesse fare a un uomo: la sua verginità anale…

Così, capita la situazione, mi fermai un istante per farla adattare… e ripresi… tornai indietro, lo estrassi quasi tutto, e iniziai nuovamente a scendere in profondità… ogni volta che ripetevo il gesto vedevo che faticavo sempre meno e lei si scioglieva in un’espressione che dal dolore stava passando ad autentico godimento…

A quella vista, non riuscii più a trattenermi, e le sborrai dentro tutto ciò che avevo… mi accasciai su di lei, risalendo il suo torace e afferrandola per le tettone, e le sussurrai:
- “Che puttanella che sei Adele!”.

Alla fine, le estrassi il cazzo dal culo… lei si voltò nuovamente… mi disse:
- “Mi hai spaccato il culo, ma non ho mai goduto così tanto…”.

Proprio in quel momento, non sentendo più i nostri gemiti, mia sorella ricomparve sulla porta della stanza… Lo spettacolo che vide dovette essere a lei soddisfacente, perché, con tono scherzoso, mi disse:
- “Bravo fratellino, hai inseminato pure questa troia… ora dovrò pensarci io a “purificarti” il cazzo imbevendolo degli umori della mia fica…”.

Io, tra il soddisfatto e il terrorizzato, sapevo bene cosa significassero quelle parole: che dopo avermi concesso una meritata pausa, Giorgia avrebbe preteso di essere scopata da me, come ricompensa per tutta quella “organizzazione” che solo la sua vulcanica mente perversa poteva mettere in piedi…
 

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