Racconto di fantasia Io e mia sorella (XXIII) - Il collaudo

pollicino1

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1. Prologo.

"Nella buona e nella cattiva sorte...".

Così ci saremmo dichiarati ufficialmente io e Giorgia se ci avessero permesso di prenderci come marito e moglie.
Purtroppo, però, il matrimonio tra fratello e sorella è ancora un serio tabù, ma questo ostacolo non ci ha mai impedito di sentirci lo stesso visceralmente una cosa sola, e da quando – compiuti i 15 anni – ci donammo anche fisicamente l’uno all’altra, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia: esperienze stupende e dolorose, felici ma anche durissime, che ci hanno accompagnato giorno dopo giorno ad essere quello che siamo.
Più di recente, ci arrischiammo anche a provare ad avere un figlio, tutto nostro, "carne della nostra carne, sangue del nostro sangue", ma il fato ha voluto che ciò non ci venisse concesso.
Per questo motivo, ci siamo ritrovati al centro di noi stessi, non rinunciando a nulla di ciò che poteva farci sentire almeno una coppia, di quelle vere...
E il sesso è stato il più forte vincolo che ci potesse essere, vissuto da entrambi con una vitalità che non sperimentammo mai in quei pochi anni in cui provammo ad affrontare l'esperienza nuziale, come tutti i comuni mortali, con un altro uomo e un’altra donna.
Ma noi non siamo mai stati, non siamo e non saremo mai uguali a tutti gli altri! Per vivere sotto lo stesso tetto, solamente come fratello e sorella, avremmo dovuto forzare il nostro essere più intimo, costringendoci a vivere in castità, senza "gustarci", "assaporarci" e "mangiarci"…
Non lo facemmo mai, e ciò che in altre condizioni sarebbe stata una benedizione, ora era diventata un incubo: infatti, la fertilità di Giorgia non accennava a declinare, la menopausa (a detta anche del ginecologo) sembrava ancora lontana, e il "rischio" di una gravidanza – in un'età in cui si dovrebbe cominciare a pensare ai nipoti – era troppo grande.
Inoltre, non ci è mai piaciuto farci l'amore usando lo “scudo” della pillola o del preservativo: ci sembrava estremamente penalizzante, come se non ci permettesse di fonderci carnalmente nell’infinito.

In buona sostanza, poiché non riuscivamo a stare lontano l'uno dall'altra neanche per un istante, un giorno – mentre a letto ci riposavamo e "facevamo coccole" dopo una scopata davvero appassionata – Giorgia, mettendomi finalmente a parte di un'idea su cui andava meditando già da tempo, mi disse:
- "Sai, forse ho trovato la soluzione al nostro problema... E se mi facessi togliere le ovaie?".
Li per lì, non realizzai pienamente il quello che mi stava dicendo, e così non dissi niente; ma più le ascoltavo riecheggiare dentro di me, e più mi si chiariva la terribile proposta che la mia sorellina aveva avanzato. Per cui, le risposi, sconvolto:
- "Non ci devi pensare nemmeno! Non ho mai permesso a nessuno di torcerti nemmeno un capello, neanche ai nostri genitori, e non permetterò a nessuno ora di svuotarti il pancino come a una gallinella... Figurati se posso darti il mio consenso!”.
Giorgia, a quelle mie parole, si avvilita e demoralizzata: le aveva pensate tutte, e quella le sembrava essere davvero la soluzione migliore possibile; e adesso, io, gliela bocciavo senza appello...
Per di più, senza darle nemmeno il tempo di altro, a mia volta rilanciai:
- Semmai, farò io la vasectomia...".
Al che, il sangue del mio sangue mi abbracciò forte, mi prese il viso tra le sue mani, e guardandomi negli fisso e severa occhi mi urlò:
- "No, questo mai... A me non cambierebbe nulla, e poi io ho bisogno di sentire il tuo seme scorrere dentro di me...".
Non avevo mai visto mia sorella così dura… Eravamo a un punto di stallo, quando lei incalzò di nuovo:
- "Dai, tanto che vuoi che ci faccia se non si possiamo avere figli? Vedrai che poi sarà tutto più bello e più libero... Io ti voglio, ti voglio sentire dentro, ti ho avuto dentro per tutta la vita, o vuoi cominciare con pillola e preservativo alla nostra età?".
Continuavo a fare resistenza, e così lei – per mettermi con le spalle al muro – mi disse:
- “E va bene… Facciamo così… Parliamone al ginecologo… Se dà lui il benestare, lo faccio…”.
Che potevo dire di più? Accettai quell’ultimo, disperato sforzo di Giorgia di smuovere le acque…

Andammo speranzosi, io in un senso e lei nell’altro, dal medico… E lì, il dottore ci propose la legatura delle tube, ma questa pratica non ci avrebbe garantito al 100% di impedire comunque la fecondazione.
Tornava quindi in ballo la soluzione più radicale, quella proposta da Giorgia… ed io non potei fare altro che accettarla, anche se a malincuore, perché la mia vera paura era per il dolore che lei avrebbe provato... Dolore fisico, dolore morale… E se poi ci avesse ripensato? No, piuttosto mi sarei fatto fare a pezzi anch'io insieme a lei...

Alla fine, quindi, si fece come la mia sorellina aveva pianificato fin dall’inizio...
Entrando in ospedale, speravamo di risolvere tutto in qualche settimana, ma invece fu tutto più complicato, e si trattò di mesi durante i quali la vidi lottare a denti stretti... e la piena guarigione fu più complessa, un autentico calvario, fatto di alti e bassi...

2. La "prova del nove".

Sacrifici e sofferenze che dovemmo affrontare si prolungarono in maniera imprevista, e quando – dopo un’astinenza che ci parve interminabile, da impazzire – le cose cominciarono a migliorare in modo tale da permetterci di riprendere ad essere quello che eravamo sempre stati, Giorgia euforica se ne uscì:
- "Beh, mi pare che vada tutto per il meglio... Che ne diresti di fare un collaudo?".
Voleva capire se poteva ancora essere per me quella "femmina da letto", quella "sex machine" che era stata fino ad allora...
Ma non voleva mettersi alla prova soltanto con me. Mi spiegò:
- "Non ti offendere, amore mio, ma tu sei troppo buono... Credi che non mi sia accorta che per paura di farmi male mi stai scopando con mille attenzioni? Non spingi più forte come una volta... Io, invece, voglio mettermi alla prova con maschi che maltrattino la mia patata...".
In effetti, era tutto vero: dal giorno dell'operazione, la “toccavo” come se fosse stata di cristallo, come una verginella… Con estrema cautela, e la cosa stava creando insoddisfazione in entrambi...
Arrivai anche al punto di interrogarmi se ero ancora capace di "fare l'uomo", ma non ci poteva essere una risposta certa poiché, dal momento in cui si decise per l’intervento, come era avvenuto per tutta la nostra vita non avevamo più "giocato" con altre coppie o singole.
Giorgia capiva che la cosa mi metteva a disagio: avevamo rinunciato a tutto per il nostro piacere, e quindi questa volta non si fece fermare dalla mia indecisione:
- "Marco, solo così potremo capire come sarà il nostro futuro... Se la cosa non dovesse andare bene, voglio che tu ti senta libero di divertirti con altre donne...".
Rimasi senza fiato... Giorgia, che avrebbe tirato fuori le unghie per difendere la sua "proprietà" (cioè io…), ora era disposta a gettare la spugna? Non mi vergogno a dire che piansi dinanzi a lei, o forse sarebbe meglio dire che piangemmo insieme…
Non la riconoscevo più, e non potevo accettarlo, e così mi ribellai:
- "Non accadrà mai, vita mia! Tu, sei sangue del mio sangue, abbiamo lottato per conquistarci la nostra libertà sessuale e giungere al punto in cui siamo! No… O insieme, o niente!".
Vedendomi stranamente deciso, Giorgia lo fu altrettanto:
- "Va bene, ma allora dobbiamo fare questa maledetta verifica!!!".

3. Un casting "pesante".

Trovato l’accordo sulla necessità di farlo, fu subito chiaro ad entrambi che realizzare un simile progetto non sarebbe stato tanto semplice...
La persona o le persone prescelte, avrebbero dovuto essere equilibrate, capaci, oltre che di tanta discrezione, anche di una grande forza fisica, direi quasi una “irruenza da toro”, e della lucidità di sapersi fermare al momento opportuno...
Per raggiungere lo scopo, avevamo messo annunci su siti specializzati, con foto esplicite di entrambi.

Per chi non lo ricordasse, io sono Marco, 57 anni, alto 1 metro e 65 per 65 kg., moro, occhi marroni, barba incolta, e fisico non palestrato, anzi... Inoltre, ho delle spalle strette e leggermente curve, pettorali abbastanza sviluppati per un uomo, e dei capezzoli che quando si eccitano diventano durissimi.
In vita, ho fianchi abbondanti, con delle morbide maniglie dell'amore e una pancetta generosa.
Quanto a “dotazione bellica”, ho un cazzo da 18 cm con due palle sempre gonfie e dure, prepuzio un pò stretto ma facile da abbassare, e una cappella che quando si gonfia si sente bene dentro la fica e sborra molto.
Su tutto il corpo, sono moderatamente peloso, in modo particolare sul pube.
Giorgia, invece, ha 52 anni, è alta 1 metro e 70 x 90 kg, formosa, occhi marroni e capelli neri lisci tagliati "alla Cleopatra", a scalare, con frangetta, lunghi fino alle scapole.
Pelle bianchissima, due belle tette toste (una 5 misura tendente verso il basso), areole grandi e scure, e capezzoli carnosi molto sporgenti, fianchi tondeggianti adornati da molteplici rotolini di ciccia e da delle morbide maniglie dell'amore, un culo abbondante più volte da me sfondato, fica con un monte di venere adiposo e ricoperto da un folto pelo nerissimo e riccio, e un bel clitoride gonfio abbellito da un anellino con diamante (regalato da me...), protetto da un bel cappuccetto grosso, era il resto di quel prodigio di femmina.
E ancora: ombelico profondo e pancetta abbastanza pronunciata, cosce enormi e solide, gambe con bei polpacci voluminosi, caviglie sottili e taglia 37 di piede che all’apparenza parrebbe sproporzionato ma che le permette di fare ottimi footjob.

Specificammo bene cosa cercavamo, ma coloro che si proposero erano o maschi assetati di sesso, o non all'altezza del compito.
Stavamo quasi per desistere quando Giorgia si ricordò improvvisamente di una nostra conoscenza che non frequentavamo più da molto tempo ma con cui ci eravamo lasciati in ottimi rapporti:la nostra cara amica Perla, la quale in passato ci ospitò e ci fece esibire in un privè del suo locale per scambisti.
Andò di corsa a scartabellare la sua agendina “a luci rosse”, trovò il suo numero e finalmente la chiamò:
- "Cara, ho bisogno del tuo aiuto... Sei ancora nel giro dei swingers?".
E l'altra:
- "Ma certo, e va tutto a gonfie vele... La gente non chiede altro che divertirsi... Cosa posso fare per te? Non dirmi che ci sono problemi con Marco...".
Giorgia, allora, fiera della nostra storia, ci tenne a precisare, con una punta di sarcasmo e di buonumore:
- "No, no, tranquilla... Va tutto bene… Se cerchi un bel cazzo da succhiare, guarda da un'altra parte... Mio fratello è mio... Piuttosto tu e Alessandro? Non me ne hai più parlato...".
E infatti, circa sei mesi prima, i due avevano avviato le pratiche di divorzio:
- "Pensa che negli ultimi tempi era diventato gelosissimo, nessuno poteva incularmi! E dire che avrebbero pagato bene...".
E io, che stavo ascoltando la telefonata tra le due donne poiché Giorgia aveva perfidamente attivato il vivavoce, dissi sottovoce in modo che solo mia sorella mi sentisse:
- "Eh, che darei per aprirti ancora quello sfintere!".
A parte questa ed altre divagazioni, alla fine la mia metà spiegò a Perla cosa cercasse di preciso:
- "Come ti ho detto, mi sono fatta togliere le ovaie, ed ora mi serve un maschio che sia un vero bull, massiccio e pesante, almeno 100 kg, minimo 22 cm. di cazzo, e che mi possa pompare senza limiti... Insomma, devo verificare il mio stato… Ovvio, lo dovrai istruire perché – se le cose non dovessero andare come spero – si fermi immediatamente...".
Prese respiro un istante, e poi, tutto d'un fiato:
- "Ah, dimenticavo una cosa importante... Vorrei anche, per Marco, una femmina di pari livello: pesante non meno del maschio, almeno una sesta di seno, pancia prominente e ombelico aperto, fica pelosa e disponibile a fare tutto, anche anale e anche venuta dentro...".
Insomma, la mia sorellina pensò proprio a tutto, nei minimi dettagli, una serata a quattro che – facendo i dovuti scongiuri – sarebbe finita con il nostro accoppiamento, senza più precauzioni visto che non c'era il rischio della sua fecondazione...

4. Il terzetto ritrovato.

Perla, nonostante il suo fallimento sentimentale, sembrò essere tornata allo splendore dei vecchi tempi, allegra, e – grazie anche alla nostra riconquistata "compagnia" – fece di tutto per rimediare qualche cazzo pure per lei...
Aveva ormai 35 anni, alta 1 metro e 60 x 55 kg, pelle color latte, occhi chiari e capelli biondi con boccoli lunghi fino alle spalle, terza misura di tette con areole chiare e piccole e capezzoli sottili.
Dopo il matrimonio e la gravidanza, il suo fisico era un pò cambiato, ma era sempre una superfemmina, calda e vogliosa: i fianchi si erano ulteriormente arrotondati, pancetta leggermente scesa, e la fica – perfettamente rasata e con un clitoride piccolo – era più “sbocciata” e accogliente di come la ricordavo.
Culetto muscoloso e stretto (e poco usato dal marito), caviglie sottili e piedini n.35, ne facevano una creatura da fiaba...

Si mise subito al lavoro, e con il privè che gestiva non dovette impegnarsi più di tanto per reclutare un uomo e una donna che assomigliavano più a degli ippopotami che a degli esseri umani.
E dopo qualche tempo ci diede la bella notizia...
Una mattina, mentre io e Giorgia eravamo ancora sonnacchiosi e stretti nel tepore dei nostri corpi nudi sotto le coperte, squillò il telefono...
Mi allungai per prendere il ricevitore, e dall'altra parte udii una voce cristallina:
- "Marco!, ma che piacere risentirti... Allora, sei pronto per collaudare la tua troietta? Da parte mia, è tutto risolto; solo, ci sono, ehm… come dirti… due problemini...".
Mia sorella era lì, ed ascoltò ogni parola, e quando Perla finalmente tacque si allarmò non poco... Mi strappò il telefono e urlò nel microfono:
-"Cosaaa? Perla, non mi dire che ci hai telefonato per dirci che va tutto a monte...".
Ma la ragazza, conoscendo bene l'irruenza della sua amichetta di mille “battaglie erotiche”, sapeva come prenderla; la fece sfogare, e poi le disse:
- "Stai tranquilla, puttanella… A mio modo di vedere, la cosa non é poi così grave come pensi... Lasciami parlare e ti spiegherò... Anzitutto, quella coppia non è esattamente una coppia, nel senso che quel maschio e quella femmina nemmeno si conoscono tra di loro; io, però, lei la conosco bene: si tratta della mia ex cognata... So quanto è vacca, e l'ho chiamata apposta per fare un dispetto a quel cornuto del mio ex marito, che lo scoprirà quando la vedrà aprire le cosce a Marco; e poi, lui, il bestione che mi hai chiesto, ha preteso che tutto avvenga in una stanza molto particolare... Tu e tuo fratello ancora non la conoscete, ma da quando ve ne siete andati ho fatto delle ristrutturazioni al club… Si tratta di una specie di piccolo teatro, dove mentre sotto voi scopate, sopra ci sono dei palchetti da dove gli spettatori vi guarderanno e potranno incitarvi... Non so se può piacervi...".

Strano a dirsi, ma – terminata la spiegazione – Giorgia rimase in silenzio...
Non sapeva cosa dire, e più passava il tempo e più dentro di lei cresceva l'eccitazione...
L’idea di essere vista, stimolata, indotta a comando a posizioni particolari la stava portando su di giri… aveva un fiume che le scorreva tra le cosce e colava sul mio cazzo.
Me ne accorsi, e quello fu il segnale che anch'io aspettavo... Non era più in grado di connettere, e così le strappai di mano il telefono e risposi a Perla:
- "È perfetto! Più di quanto avessi sperato, amica mia!".
E lei:
- "Non devi sottovalutarmi, caro... ", mi disse scherzando, "anzi, ringraziami… Ho già fissato la data e fatto stampare le locandine... Sai quale sarà il titolo della serata? Sarà proprio "Il Collaudo di Giorgia", come avete detto voi!".
Ci facemmo insieme una gran risata, e lì capii che il nostro sodalizio non si era mai sciolto, e piuttosto stava ritrovando tutta quella “creatività” che ci aveva fatto stare bene insieme...

5. Come gladiatori nell'arena.

Era soltanto lunedì, e l'evento era stato fissato per il sabato sera successivo, un giorno adatto alla presenza di un grande pubblico, numeroso e selezionato...
Da allora Giorgia cominciò a girare per negozi e sexy shop (tranne quello della nostra amica, perché voleva che il suo look fosse una sorpresa pure per lei) alla ricerca di un abito e di accessori che potessero stupire e creare l'atmosfera adatta.
Oltretutto, Perla, la sera stessa, le aveva mandato sul suo cellulare questo messaggio stuzzicante:

"VESTITI MOLTO SEXY, DA PORCA INSOMMA, COME SOLO TU SAI FARE".

Ebbene, la sera dell'evento mia sorella si vestì come una troia, anzi molto peggio di una troia, per aizzare ulteriormente quel toro che ancora non conosceva e che l'avrebbe montata.
Indossò, a passera libera, un abitino nero aderentissimo, che non lasciava nulla all'immaginazione, metteva in mostra tutte le sue generose forme, e le arrivava appena sotto le grosse natiche.
L'apertura sul retro, poi – con una cerniera-lampo che andava da sopra a sotto, e che quando sarebbe stata slacciata completamente l’avrebbe lasciata senza veli – la faceva sentire davvero nuda, mentre davanti il corpetto le faceva anche da reggiseno, con le coppe che accoglievano solo la semisfera inferiore delle sue formidabili mammelle, e lasciavano intravedere il colore scuro delle areole intanto che i capezzoli spingevano forte contro il tessuto.
Per darsi un tono di porcaggine in più, Giorgia mi chiese infine di aiutarla ad introdursi nell’ano un grosso plug con le sembianze di un gioiello e decorato esternamente da una miriade di brillantini…
Io, invece, avevo messo su un completo nero sobrio ma elegante, acquistato apposta per l’occasione: giacca, cravatta, una camicia di seta ed un pantalone che non lasciava assolutamente immaginare cosa vi fosse stato sotto che stava per manifestarsi.

Come era sempre stata nostra abitudine, giungemmo al locale in netto anticipo, per prepararci in maniera consona – con una bella doccia tonificante – sia fisicamente che mentalmente, e soprattutto dare un'occhiata furtiva alla sala, che intanto si andava riempiendo: era tutto un brusio, come ci si poteva aspettare solo alla prima della Scala...
Scorgemmo uomini e donne sulla balconata completamente nudi: gli uomini con un cravattino nero, e le donne con degli anellini per capezzoli dalle fogge più disparate.
Vedemmo anche una porta semichiusa che dava in quella che doveva essere la platea, ma non chiedemmo spiegazioni...

Quando fu l'ora, Perla ci raggiunse per illustrarci gli ultimi dettagli. Dopo tanto tempo, eravamo di nuovo lì con i nostri ricordi:
- "Ragazzi, non immaginate neanche quanto mi siete mancati... ", esordì la donna, "E tu Giorgia, sono veramente contenta che ti sei ripresa...".
Mia sorella, si sentì bloccata dall'emozione, e a stento riuscì a trattenere le lacrime... Non riuscì a dire praticamente nulla, se non a sussurrare:
- "Grazie, amica mia... Finalmente siamo di nuovo insieme...".
Perla se ne accorse, e per rompere il ghiaccio le disse, ironicamente:
- “Non ti preoccupare se ti senti agitata, tanto stasera non ti chiederanno certo di intrattenerli con le parole!”.
Ci disse poi che quella porta che avevamo visto era quella da cui saremmo entrati in scena.
Squardò Giorgia dalla testa ai piedi, vide che era scalza e intuì subito che quella scelta aveva lo scopo di farla apparire ancor più sensuale. Esclamò:
- "Certo, che non hai fatto proprio nulla per non essere trattata da suina!".
Lei, invece, Perla, era in un meraviglioso tailleur azzurro pastello, fatto da una gonna castigata che le arrivava sotto il ginocchio, una giacca “anonima” abbottonata in mezzo, ed una camicia bianca semitrasparente che mostrava come sotto non avesse il reggiseno.
Quindi, abbracciò mia sorella, e la spinse verso il suo destino:
- "Su, sono sicura che farai un figurone, come sempre è stato, e il tuo collaudo sarà un successo... Ma non perdiamo tempo, che di là ci stanno aspettando...".
Infatti, il brusio era cresciuto, e così dicendo ci precedette... Aprì quella porta e... fummo proiettati sotto i riflettori!

Giorgia fu accolta da un fragoroso applauso che proveniva da ogni dove, e ci ritrovammo al centro di un ampio spazio vuoto – “riempito” solamente da un letto enorme –, frastornati da quell'entusiasmo a cui non eravamo più abituati.
In mezzo a noi, c'era la “padrona di casa”, che guardava esaltata verso l’alto, in direzione di tutta quella gente...
La nostra amica, dopo aver fatto un cenno con le mani per chiedere silenzio, presentò la serata:
- "Care troie e cari porci, siamo giunti finalmente al momento clou della serata... Ecco a voi Giorgia e Marco, due amici di vecchia data del locale... Stasera, assisterete a uno spettacolo indimenticabile... Non vi dico altro, solo buon divertimento!".
E detto questo, ci lasciò riguadagnando l'uscita, per raggiungere il suo posto sul ballatoio...

6. Preliminari alla monta.

A questo punto, gli altoparlanti cominciarono a diffondere una musica sensuale e molto coinvolgente, e dalla medesima porta da cui eravamo entrati noi due poco prima fecero il loro ingresso un uomo e una donna, completamente nudi, che avevano aspetto e movenze da lottatori di sumo.
Io e mia sorella ci scambiammo un rapido sguardo d'intesa, e capimmo soddisfatti che quei due giganti corrispondevano esattamente alle richieste che Giorgia aveva avanzato per telefono a Perla.
Si avvicinarono con un passo pesante e si fermarono proprio di fronte a noi, per un “saluto”, un inchino, proprio come si farebbe in quella tradizionale forma d’arte orientale.

Lui, era un uomo possente dal viso rude, occhi azzurri, pelato, barba e baffi incolti; insomma, un bestione di 65 anni alto 1 metro e 90, pesante 120 kg, non palestrato e con tette naturali da donna (quasi una 2 misura), spalle larghe, braccia molto forti, stomaco gonfio e dilatato.
Sotto, aveva un bel cazzo largo, lungo circa 28 cm. (ben oltre le richieste di Giorgia…) e con grosse vene, potente e resistente, e con una cappellona che avrebbe messo paura anche alla troia più incallita, proprio quello che ci voleva per il nostro "test".
Lei, invece, al pari del maschio era una gigantessa, una femmina smaniosa di 30 anni, alta 1 metro e 70, con un peso sulla bilancia di circa 100 kg e una settima di seno morbidissima (due monumentali montagne di carne, grosse quasi come palloni da calcio), con dei capezzoloni rosa colossali e una schiena ampia.
Più giù, una vita stretta, un bacino a dir poco lottizzabile, fianchi smisurati che debordavano abbondantemente, e un culo enorme, morbido e generosamente flaccido, che rimbalzava ad ogni suo passo.
Davanti, aveva una fica grossa, larga e sempre umida, con un folto vello irsuto, e due coscione pendule grosse come quelle di un cavallo.

Ci prendemmo per mano, e formammo le coppie prestabilite...
Aldo – così si chiamava l'uomo – la abbracciò con grande trasporto, e nel mentre che le metteva le mani sulla schiena nuda quel contatto ravvicinato permise a mia sorella di percepire tutta la consistenza del tronchetto che il maschio aveva tra le gambe.
Nonostante la sua mole, si dimostrò però assai galante; la fece sedere, chinandosi poi ai suoi piedi, e – prendendoli religiosamente uno per volta tra le sue mani – cominciò a baciarglieli e poi a leccarle ogni dita ed ogni interstizio.
Aldo percepì un profumo inebriante ma inequivocabile che proveniva da quella femmina, e così si sollevò fino a raggiungere nuovamente quella cerniera e la fece scorrere verso il basso.
Sfiorò con le nocche delle dita la pelle di velluto del culo di Giorgia, la quale si irrigidì per il freddo ma sopratutto per la tensione nervosa...
Sapeva qual'era l'obbiettivo finale, e quell'esasperante lentezza la faceva impazzire.
Il gigante, percorse l'ultimo tratto e poi sganciò il corpetto... Lo tirò via, ed ecco che finalmente apparve – in tutta la sua magnificenza – il corpo candido di mia sorella. Niente reggiseno e niente mutandine!
Aldo, ridiscese tra le cosce della mia ragione di vita, le allargò un poco e restò in adorazione del suo folto pelo che gli celava la vista delle labbra e del grilletto.
In questo altalenante sali-scendi, si soffermò infine sulle sue tette... Le strinse con vigorosa eccitazione, e senza nemmeno accorgersene ci finì in mezzo la poderosa asta del suo cazzo.
La spagnola non era propriamente una nostra specialità, ma sentire quelle vene pulsare nel suo petto "obbligarono" Giorgia a portarsi automaticamente una mano sulla fessura, mettendo così in bella mostra il rosa acceso della mucosa vaginale.
Dall’alto, nel silenzio più assoluto, una voce gridò:
- "Grande, vacca, spalanca di più le cosce, vogliamo vedere meglio, vogliamo vedere tutto!".
Mia sorella, alzò timorosa gli occhi verso l'alto e poi – con movimenti lentissimi – aprì all'inverosimile le gambe e con due dita di entrambe le mani espose la sua vulva come se fosse dal ginecologo.
Ormai era partita, e dalla balconata partì anche uno scrosciante applauso, mentre un'altra voce le disse:
- "Braaavaaaa!!!".

Intanto anche Terry aveva cominciato a darsi da fare con me, sotto gli occhi compiaciuti dell'ex cognata...
Io ero ipnotizzato da quel corpo pasciuto e nudo; era pur sempre una femmina, la femmina che di lì a poco – ci avrei giurato – mi avrebbe fatto divertire...
Aveva cominciato ad accarezzarmi il viso con il dorso delle sue mani, mi aveva abbracciato con passione, facendomi capire che ne aveva proprio voglia.
- "Non credere che questo bel vestito ti resterà addosso ancora per molto... Io voglio il tuo corpo, e soprattutto il tuo cazzo, che mi hanno detto non è niente male…", mi disse.
Eravamo ancora in piedi quando lei si sedette accanto a Giorgia e – fulminandola con il solo sguardo – mi prese una mano e me la chiuse a pugno. Allargò le gambe, come aveva fatto poco prima mia sorella, ma a differenza di lei era completamente depilata... Con due dita della mano sinistra scostò grandi e piccole labbra, per far posto al mio pugno che si introdusse dentro, senza esitare, aiutandosi con la destra.
Era bagnatissima, e la mia mano non fece alcuna fatica a scendere nelle sue viscere, permettendomi anche di vedere il suo sfintere pulsare stupendamente dall'eccitazione...
Dai palchi, un'altra voce maschile si levò e mi diede un suggerimento ironico:
- "Muovilo, checca... Quando ti ricapiterà più un'occasione del genere??".
Mi diedi da fare, anche se nemmeno il fisting era parte del nostro repertorio, e in quei momenti mi resi conto che c'erano ancora tante cose da sperimentare con la mia donna...
L'avevo penetrata fino al polso... E allora presi a muoverlo avanti e indietro, lo sentivo sbattere sul fondo, e quando iniziai a sfilarlo dalla sua fica, nel momento in cui varcai il collo dell'utero, quella troia indemoniata si rilassò e mi fece partecipe della meravigliosa sensazione che stava provando:
- "È come il parto, una specie di liberazione mista a un grande vuoto...".
Ritirai indietro la mano, la aprii, e la vidi come se avesse calzato un guanto trasparente e lucidissimo, tanto era assolutamente “lavata” dai suoi umori. Istintivamente, me la portai alla bocca e cominciai a leccarla fino a ripulirla del tutto... Era buonissimo il suo succo!
Terry, allora, mi disse, volgarmente:
- "Su, adesso tocca a te farmi vedere la tua mercanzia...".
E senza alzarsi, mi strappò via la giacca e la camicia... Come sempre, i miei capezzoli erano durissimi, e lei vi si avventò contro con le labbra, li umettò e li morse fino a farmi male... Ma non ci badai troppo, preso com'ero dal piacere che mi stava trasmettendo...
Poi, scendendo più in basso, mi slacciò la cinta dei pantaloni, li sbottonò, e afferrando la stoffa sui fianchi me li abbassò di colpo.
Il mio "fedele amico" sgusciò fuori, ancora moscio nonostante le emozioni che mi aveva fatto provare, e la ragazza – constatando che non avevo gli slip – si compiacque:
- "Bene, vedo che anche tu sei un gran porco... Ora vedrai come si sveglia questo dormiglione" (intendeva il mio cazzo).
Questa volta, fu una donna a spronarla, da sopra:
- "Forzaaa... che aspetti a prenderlo in bocca?".
Ma Terry non aveva certo bisogno di questi suggerimenti... Si alzò, e tenendomi per l'asta mi accompagnò a stendermi più comodamente al centro del lettone...
Si mise "a 69", di modo che io potei dedicarmi a gustare la sua fica, con ampie lappate dal basso verso l'alto che le strapparono gemiti furibondi.
Lei, invece, fagocitato il mio cazzo tra le sue labbra e con la lingua, riuscì in breve a portarlo a completa erezione, fin quasi sulla soglia della sborrata.
Si fermò, e togliendomi la passera dalla bocca si impalò in uno smorzacandela "face to face".
Cominciò a cavalcarmi stupendamente, con foga, non sapendo che era quella la mia posizione preferita...
Mi sembrò di essere alle soglie del paradiso, e il suo peso – nettamente superiore a quello di Giorgia –, ogni volta che si abbassava sul mio ventre, faceva picchiare la cappella contro il suo utero: uno stillicidio, ma anche un delirio di godimento estremo per entrambi.
Terry si muoveva ad occhi chiusi e respirando con la bocca aperta, finché a un certo punto si irrigidì e si fermò improvvisamente... Stavo venendo dentro di lei!
Non era la prima volta che mi capitava di “liberarmi” senza preservativo con una femmina che non fosse mia sorella; ma, quella vacca insaziabile, finito tutto, mi rassicurò:
- "Tranquillo, prendo da sempre la pillola...

7. La macchina perfetta.

Giorgia era sempre più infoiata... Mi aveva visto godere in quel modo e adesso non vedeva l'ora di essere lei posseduta da quel "gigante buono"...
E quel tempo, non tardò ad arrivare: vederla con la fica aperta, nerissima, e con il bottoncino che si stagliava al centro di quel praticello da me curato nei minimi dettagli anche durante i lunghi mesi della convalescenza, spinse Aldo a dire, dentro di sé, consapevole di quello che era il fine ultimo di quella scopata:
- "O la va, o la spacca!".
Perciò, avvisò mia sorella:
- "Qualunque cosa accada, tu tieni sempre bene aperte le cosce...".
Lasciò le tette di Giorgia, che nel frattempo avevano inalberato due capezzoli infiniti, duri come l'acciaio, si allontanò da lei giusto il necessario per prendere bene le misure, afferrò con tutte e due le mani quel missile nucleare che aveva tra le gambe, e appoggiò la cappella sull'orifizio che tante volte mi aveva generosamente accolto.
Dai palchi, una voce stridula e concitata si sgolò con quanto fiato aveva nei polmoni:
- "Aldo, ora o mai più... Sfondala... Senza pietà... Con tutta la forza dei tuoi lombi...".
Era Perla, cosciente che da quell'azione dipendeva il nostro futuro, e adesso anche il suo e quello del suo locale.
Giù, sotto, io mi ero rapidamente ripreso da quella galoppata da mille e una notte, e mi stavo sistemando dietro alla mia sorellina.
Le misi le mani sulle spalle, la feci stendere supina, e le mormorai affettuosamente:
- "Non avere paura, mio tutto… Io sarò qui con te, ora e sempre... L'hai voluto tu questo momento, concentrati... Ma se vorrai fermarti, non ci sono problemi… Ti voglio bene!".
Intanto, stavo giocando con le sue tette, come a voler controbilanciare – forse inconsciamente – l'intrusione di quel colosso...
Terry, dal canto suo, incoraggiò il "pubblico" a battere le mani, enfatizzando la sacralità di quegli attimi.
Poi, una voce, seguita via via da tutti gli altri, prese a ritmare:
- "Den-tro... Den-tro... Den-tro...".
Aldo si vedeva fremere, come un destriero selvaggio tenuto per le briglie e pronto a scatenare tutta la sua virilità.
Guardava ora gli occhi di Giorgia, ora l'orifizio vaginale, e tutto d'un tratto si mosse... Un colpo di bacino, secco, che sembrò interminabile, perforò il ventre di mia sorella...
Nonostante nella sua micetta fossero già entrati membri di ogni foggia e misura, a Giorgia sembrò di ospitare un trave d'acciaio che le devastava le viscere.
Allora, mi strinse forte la mano, e quando avvertì la mia ansia per lei, alzò lo sguardo verso di me e mi disse:
- "Adesso calmati, va tutto bene... Non c'è nessun problema...".
Insomma, fino a quel momento era tutto sotto controllo, e Aldo se ne stava immobile di modo che lei si abituasse a reggere una dilatazione davvero importante.
Poi, adagio adagio, cominciò a muoversi, come uno di quei vecchi treni a vapore quando si avviano... Cominciò a stantuffare sempre più velocemente, in profondità... Usciva e rientrava, più e più volte...
Era pazzesco come – madido di sudore – riuscisse a metterci così tanta energia, e come Giorgia non emettesse un solo sibilo.
Tutto stava procedendo come previsto!
Il maschio era quasi allo stremo quando la mia sorellina incrociò di nuovo languidamente il suo sguardo con il mio e mi implorò di fare qualcosa:
- "Ti prego, non farmelo sborrare dentro... Anche se non posso più rimanere incinta, non voglio il suo seme nella mia intimità più profonda... Solo il tuo...".
Ascoltate le sue parole, mi staccai per qualche istante da lei e mi piazzai alle spalle di Aldo intimandogli:
- "Basta... Ora esci... Hai fatto tutto quello che ti era stato richiesto e penso che ti sei divertito anche abbastanza!".
Il gigante, allora, da gran signore, uscì immediatamente, e svuotò i possenti testicoli sul pelo di mia sorella; un omaggio caldo e appiccicoso che finì per ricoprire interamente quella meravigliosa passerina...

Giorgia era stanca, spossata dal dirompente ottimo lavoro di quell'uomo, ma allo stesso tempo desiderosa di ricambiarlo con un premio adeguato.
Pensò in un attimo a cosa avrebbe fatto piacere a me se fossi stato al suo posto... Il culo!
Sì, quel culo faceva gola a tanti, ma valutò anche la fattibilità concreta di una simile "offerta"...
Come avrebbe potuto subire una "invasione" così massiccia nel suo intestino, quando prenderlo davanti non era stato affatto agevole?
Nei pochi istanti che passarono per quella valutazione, davanti a sé si stagliava quel missile ancora in tiro...
Mentre io, meditabondo, fissavo il suo ventre e non vedevo l'ora di riprenderne pieno, solitario possesso, ecco che tra gli osservatori si levò una proposta che a me sembrò subito alquanto blasfema:
- "Rompigli il culo! Facci vedere come lo prende dietro... Fai godere sta troia!".

Aldo non aspettava altro, ma era parallelamente consapevole di quanto la cosa fosse problematica... Erano state pochissime le volte che era riuscito a inculare una donna senza causarle danni... E quindi, mi guardò con fare interrogativo; poi guardò Giorgia con uguale sentimento, e infine alzò gli occhi verso i palchi dove incrociò lo sguardo di Perla, la quale le diede il via libera con il pollice verso l'alto.
Dunque, mi disse:
- "Tu, tieni le chiappe ben aperte alla tua sorellina!".
Accarezzai il volto di Giorgia per chiederle muto un cenno di approvazione, e lei approvò.
Eseguii l'azione che mi era stata richiesta, e mi premurai di lubrificare per bene lo sfintere con la mia saliva, cosciente tuttavia che sarebbe stato comunque insufficiente...
Quel bellissimo rosone che amavo alla follia (ma c'era mai stato qualcosa del corpo di mia sorella che non avessi amato?) pulsava all'impazzata, ma a questo punto Terry rientrò in gioco...
Fermò Aldo sul più bello, e rivolta a entrambi ci suggerì:
- "Perché non aggiungiamo un pizzico di emozione a questo momento? Sono sicura che la puttanella gradirebbe...".
E senza attendere risposta prese una benda che aveva con sé e la annodò dietro la nuca di Giorgia, sul cui "mondo" da quel momento calarono le tenebre.
Giorgia, potè continuare a sentire ogni cosa intorno a se, e cominciò a vivere dei secondi o forse minuti interminabili di panico misto ad esaltazione pura...
Aggiunta questa importante finezza, Aldo si riposizionò al centro delle sue chiappone, con il cazzo durissimo, cosa che fu immediatamente percepita da mia sorella.
Prese ad esercitare una forte pressione sul buchino – completamente lisco e depilato –, mentre Giorgia ebbe un fremito ed iniziò a tremare…
La paura dell'ignoto la stavano tenendo sulle corde, quando con sorpresa di tutti cacciò un urlo:
- "Ahi, mi hai fatto male", cominciò a imprecare...
Il gigante le aveva brutalmente introdotto un dito nel culo ed ora lo stava girando e rigirando dentro il retto.
Passò si e no un minuto che gliene infilò subito un secondo, riprendendo a muoverli tutti e due per allargare lo sfintere e predisporlo a ricevere qualcosa di veramente grande.
Il dolore era forte da impazzire – benché Giorgia non fosse più vergine di culo da molto tempo –, ma piano piano la percezione di sofferenza si trasformò in un senso di benessere, con mugugni e sospiri.
La voce di Terry sussurrò all'orecchio della mia femmina:
- "Troia, sei proprio una troia, guarda come ti stai eccitando tutta!".
E dalla fica si videro colare umori che parevano lacrime, e che presero a scendere copiose…
Ora, le due dita nell'ano non la infastidivano più, anzi, le diedero una sensazione stranissima...
Mentre Giorgia si stava concentrando su quella sublime tortura, ecco che sentì arrivare Aldo come un treno, tanto forte che le si irrigidì anche il diaframma facendole mancare per un attimo il respiro.
- "Ahiiiiiiii!", gridò per cercare di contrastare la sua spinta pelvica.
Finalmente era entrato, e la donna cominciò solo ora a percepire il suo cazzo grosso, duro e caldo tutto dentro il culo...
Non potendo vedere, le sembrò ancora più gigantesco di quando lo aveva preso in vagina, lo sentì comprimerle tutte le viscere, e le parve quasi le arrivasse in gola.
Sentì, poi, quel palo di carne muoversi intensamente, e fare "dentro-fuori" dal suo ano ormai incandescente.
Le mani di mia sorella sembrarono impazzite: correvano dalle tette al ventre, mentre la donna sudava abbondantemente sotto le potenti spinte di reni del maschio.
Si lamentava, e ogni tanto gridava dall'inteso piacere ricevuto dalla sensazione che quel membro le arrivasse fin dentro allo stomaco.
Sentiva che il suo orgasmo era vicino, e infatti come una bomba le fece “esplodere” tutto il corpo.
Aldo, però, andò avanti impassibile, e ad ogni sua "botta", lei sentì come una frustata da parte delle sue palle.
A un certo punto, le dita di Aldo andarono a stuzzicarle il clitoride, e Giorgia venne per la seconda volta...
Poi la sensazione di quella fantastica cosa calda e cremosa che veniva pompata nel retto – facendole così aumentare la pressione nel budello –, e che parve non voler finire più. E Giorgia svenne...

Quando si riebbe, Aldo e Terry non c'erano più, e lì accanto a lei c'eravamo solamente io e Perla, in un contesto a dir poco singolare: Perla, vestita di tutto punto, io e mia sorella assolutamente nudi...
La nostra amichetta, riconquistò il centro della scena, e – senza averci prima consultati – rallegrò gli invitati dicendo:
- "Amiche e amici, il collaudo della troia è pienamente riuscito! D'altronde non ne avevo dubbi, Giorgia è una perfetta macchina da sesso... Ha solo avuto bisogno di una piccola revisione...”, ridacchiò.
E ancora:
- “Ma d'ora in poi, andrà alla grande...".
Gli applausi a scena aperta si sprecarono: tutti erano accaldati per le emozioni provate, e Perla era davvero paga per ogni cosa.
Riprese perciò la parola:
- "Visto che è tutto a posto, i performers ci delizieranno ancora un pò con le loro celebri evoluzioni... I nostri fratellini, Marco & Giorgia, ci faranno vedere come si accoppiano, e – ciliegina sulla torta – si regaleranno una bella venuta dentro vaginale… E rigorosamente senza protezioni!".
Ovviamente, quella platea non era a conoscenza dell'operazione di Giorgia, e quindi l’eventualità di un rischio così grande la mandò immediatamente su di giri...
C'era chi gridava: "Ingravidala!", e chi: "Falla figliare, viva l'incesto...".
Io e mia sorella ci fissammo, increduli e sbalorditi: Giorgia era stanchissima, e io avevo paura che stavamo veramente esagerando.
Ma Perla non volle sentire ragioni, oramai eravamo le star del club e non potevamo deludere quei maiali famelici.
Vedendomi tentennare, mia sorella trovò – ancora una volta – il modo di persuadermi... Mi disse, ammiccante, come solo lei sapeva essere:
- "Dai, facciamo quest'ultima fatica... Non vuoi riprendere possesso del tuo parco giochi?".
Con ciò, intendeva riferirsi a una mia espressione di tanti anni prima, quando – ancora ragazzini – definii il suo corpo proprio il mio "parco giochi" personale...
Ebbene, credevo di non farcela, ma quello stimolo fu formidabile: per la prima volta le sborrai dentro senza dover fare calcoli strani, e sentii che sotto di me lei era così tranquilla e serena che mi convinsi definitivamente della bontà di quella scelta tanto drastica.

Finita la scopata, ormai la serata volgeva al termine, e quel lettone era diventato una pozza di sperma, umori e sudore...
Perciò, mentre noi due andammo a darci una ripulita, Perla ne approfittò per mettere in atto una sua vendetta davvero spietata.
Chiamò a se Terry – che si era mantenuta ancora completamente nuda, così come si era presentata ad inizio "spettacolo" – , la quale prontamente la raggiunse.
Le due femmine, avevano da tempo concordato quel momento, con o senza di noi: Perla, voleva infatti rifarsi nei confronti dell'ex marito, mentre Terry nei confronti del fratello, ingiustificatamente geloso e possessivo.
Alzando i suoi grandi occhioni chiari verso il ballatoio, cominciò a parlare Perla:
- "Alessandro, ti è piaciuta la festa? Spero che tu abbia imparato bene come si fa a far godere una vera femmina... Sei un cornuto, che non sa nemmeno inculare sua moglie! Ma, per fortuna, adesso ho ritrovato i miei amici, e con loro mi divertirò davvero!".
L'imprenditore, si fece rosso in volto dalla stizza e dall’imbarazzo, e – voltando le spalle alla platea – stava per abbandonare il suo locale quando Terry lo fermò:
- "Fratellino, aspetta... Dove vai? Vedi i nostri amici? In famiglia si può stare proprio bene, non serve altro, basta volerlo e non essere dgli pseudo bacchettoni… Che ti succede, ti vergogni del mio corpo nudo? Quel meraviglioso fisting di Marco, che mi ha fatto godere così tanto, tu non me l'avresti fatto mai... Ora, tutti conoscono le mie qualità, ed io non darò più ascolto alle tue stupide ossessioni...".
L'uomo, stordito, guardò con disprezzo sorella ed ex moglie, ed uscì da quel palco tra l'ironia generale...

8. Epilogo.

Da inizio serata la gente era andata via via crescendo di numero, una moltitudine che si ricordava di noi e che ci accolse in quel ritorno in scena con vero entusiasmo…
Tutti volevano scendere giù a partecipare, e così Perla fu costretta a promettere loro che avrebbe organizzato un'altra serata con Giorgia. Ma questa è un’altra storia…

FINE.
 

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