"Paaaola! Oh, Paaaolaaaa!"
Quando mia madre mi mise al mondo e decise di chiamarmi Paola, non poteva certo immaginare che, a distanza di 20, un simpaticone avrebbe scritto una canzone che sarebbe diventata per me un vero incubo. E' piuttosto seccante quando una persona, invece di chiamarti per nome, ti canticchia sempre la solita canzone del cavolo.
"Paaaola! Oh, Paaaolaaaa!", gridò.
Alzai la testa, smettendo di succhiare ma continuando a masturbarlo, e dissi: "Oh, stronzo, se vuoi che questa gita a letto si ripeta, non farlo mai più!"
Lui mi guardò, con gli occhi sgranati: "...cosa!?!"
"Lo sai, PaolaohPaola e tutta quella roba lì."
"Dico, ma che cavolo ti prende, ora? Hai avuto un'infanzia difficile o cosa?"
Io mi alzai dal letto, lasciandolo ad un passo dall'orgasmo, canticchiando: "Il tuo è un GROSSO relativo..."
Lui scoppiò a ridere e, invece di mostrarsi dispiaciuto, prese a massaggiarsi lentamente il glande: "Ahahah! Cosa? Per quella stupida canzone? Andiamo, non fare la stupida!"
Provai ad ignorare la sua mano, fingendo di guardarmi allo specchio, ma la mossa non mi riuscì molto bene.
"Ah, vedo che ti piace guardare, eh?"
"Stronzo!", dissi di nuovo, e mi diressi verso il bagno. Il tempo di far scorrere l'acqua della doccia per farla riscaldare e lui era già dietro di me, sempre intento a temperarsi la punta di quella matita che, ad essere onesta, aveva saputo fare il suo dovere in modo eccellente: un orgasmo, uno solo, ma di quelli che ti fanno sentire le scosse lungo la spina dorsale. Merito anche di quelle mani abili, che stringendo, toccando e addirittura schiaffeggiando, mi avevano tenuta al limite del godimento estremo, fino a farmi implorare di farmi venire, ormai in preda agli spasmi.
"Posso guardare?", mi chiese mentre chiudevo le porte trasparenti del box.
"Fai quel cazzo che vuoi.", risposi mettendo la testa sotto l'acqua. Volutamente rimasi girata di spalle, lasciando che si godesse quello che, a detta di tutti, è IL fondoschiena, non uno qualsiasi. Il mio. Mi insaponai lentamente, senza soffermarmi troppo sui seni per potermi dedicare quasi immediatamente alla mia Lei, godendomi la carezza della mia mano insaponata in mezzo alle labbra, vibrando di piacere mentre il mio dito medio separava le labbra e scivolava velocemente sul cappuccio del clitoride. Decisi di torturarlo ancora e mi piegai per lavarmi gambe e piedi, immaginandolo dietro di me che mi guardava il culo, voglioso come un mandrillo e questo mi eccitò al punto che avrei voluto sciacquarmi velocemente per farmi sbattere sul letto ancora una volta, ma ormai il mio umore era nero come la morte e decisi di tenere duro, volevo farlo soffrire.
Quando mi girai per sciacquarmi, vidi, con mia grande sorpresa, che si era messo seduto sul water, con la schiena poggiata al muro, ed era ancora alle prese con quella carezza circolare, una mano che gli avvolgeva la cappella e ruotava lentamente, facendolo sobbalzare di tanto in tanto, quando il piacere diventava evidentemnte troppo intenso.
"Sei ridicolo," dissi, "seduto sulla tazza del cesso a menarti l'uccello."
"Davvero? Allora perché continui a guardare?"
Ed era vero, non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
Forse sono io strana, o forse sono le altre donne che mentono, ma io, quando un uomo mi viene dentro, non sento nessuna sensazione di calore. Né davanti, né dietro. Ma adoro guardare un uomo che eiacula, il momento in cui lo sperma schizza via, o quando cola lentamente su tutta la verga, è una cosa che mi arrapa da morire. Sono talmente fissata con l'eiaculazione che ho addirittura chiesto ad un amico di riprendersi con una videocamera ad alta definizione mentre si masturbava, per poi guardare decine e decine di volte il momento dell'eiaculazione al rallentatore. Quanti orgasmi, con quel video!
D'improvviso le mie mani presero vita propria, una allargò le labbra e l'altra prese il getto della doccia e lo diresse verso il mio clitoride, ormai messo a nudo.
Lui cambiò manovra, con la mano sinistra prese a massaggiarsi i testicoli e con l'indice ed il medio della destra circondò la corona del glande, che ormai era diventato rosso come un papavero. Capii che stava per venire e aprii le porte della doccia per godermi al meglio lo show. Un urlo infinito, come infinitò fu il getto di sperma che uscì da quel manico. Il primo schizzo mi centrò su una gamba e questo, insieme allo spettacolo che mi ero appena goduta e all'acqua calda che mi sferzava il clitoride, mi fece completamente perdere la ragione. Forse gridai, forse no, mi ritrovai in ginocchio nella doccia, ansante e grondante di acqua e sudore, con i muscoli che si contraevano mentre il mio dito medio si faceva strada nella mia fica. E lì, per un tempo indefinito, venni.
Quando mia madre mi mise al mondo e decise di chiamarmi Paola, non poteva certo immaginare che, a distanza di 20, un simpaticone avrebbe scritto una canzone che sarebbe diventata per me un vero incubo. E' piuttosto seccante quando una persona, invece di chiamarti per nome, ti canticchia sempre la solita canzone del cavolo.
"Paaaola! Oh, Paaaolaaaa!", gridò.
Alzai la testa, smettendo di succhiare ma continuando a masturbarlo, e dissi: "Oh, stronzo, se vuoi che questa gita a letto si ripeta, non farlo mai più!"
Lui mi guardò, con gli occhi sgranati: "...cosa!?!"
"Lo sai, PaolaohPaola e tutta quella roba lì."
"Dico, ma che cavolo ti prende, ora? Hai avuto un'infanzia difficile o cosa?"
Io mi alzai dal letto, lasciandolo ad un passo dall'orgasmo, canticchiando: "Il tuo è un GROSSO relativo..."
Lui scoppiò a ridere e, invece di mostrarsi dispiaciuto, prese a massaggiarsi lentamente il glande: "Ahahah! Cosa? Per quella stupida canzone? Andiamo, non fare la stupida!"
Provai ad ignorare la sua mano, fingendo di guardarmi allo specchio, ma la mossa non mi riuscì molto bene.
"Ah, vedo che ti piace guardare, eh?"
"Stronzo!", dissi di nuovo, e mi diressi verso il bagno. Il tempo di far scorrere l'acqua della doccia per farla riscaldare e lui era già dietro di me, sempre intento a temperarsi la punta di quella matita che, ad essere onesta, aveva saputo fare il suo dovere in modo eccellente: un orgasmo, uno solo, ma di quelli che ti fanno sentire le scosse lungo la spina dorsale. Merito anche di quelle mani abili, che stringendo, toccando e addirittura schiaffeggiando, mi avevano tenuta al limite del godimento estremo, fino a farmi implorare di farmi venire, ormai in preda agli spasmi.
"Posso guardare?", mi chiese mentre chiudevo le porte trasparenti del box.
"Fai quel cazzo che vuoi.", risposi mettendo la testa sotto l'acqua. Volutamente rimasi girata di spalle, lasciando che si godesse quello che, a detta di tutti, è IL fondoschiena, non uno qualsiasi. Il mio. Mi insaponai lentamente, senza soffermarmi troppo sui seni per potermi dedicare quasi immediatamente alla mia Lei, godendomi la carezza della mia mano insaponata in mezzo alle labbra, vibrando di piacere mentre il mio dito medio separava le labbra e scivolava velocemente sul cappuccio del clitoride. Decisi di torturarlo ancora e mi piegai per lavarmi gambe e piedi, immaginandolo dietro di me che mi guardava il culo, voglioso come un mandrillo e questo mi eccitò al punto che avrei voluto sciacquarmi velocemente per farmi sbattere sul letto ancora una volta, ma ormai il mio umore era nero come la morte e decisi di tenere duro, volevo farlo soffrire.
Quando mi girai per sciacquarmi, vidi, con mia grande sorpresa, che si era messo seduto sul water, con la schiena poggiata al muro, ed era ancora alle prese con quella carezza circolare, una mano che gli avvolgeva la cappella e ruotava lentamente, facendolo sobbalzare di tanto in tanto, quando il piacere diventava evidentemnte troppo intenso.
"Sei ridicolo," dissi, "seduto sulla tazza del cesso a menarti l'uccello."
"Davvero? Allora perché continui a guardare?"
Ed era vero, non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
Forse sono io strana, o forse sono le altre donne che mentono, ma io, quando un uomo mi viene dentro, non sento nessuna sensazione di calore. Né davanti, né dietro. Ma adoro guardare un uomo che eiacula, il momento in cui lo sperma schizza via, o quando cola lentamente su tutta la verga, è una cosa che mi arrapa da morire. Sono talmente fissata con l'eiaculazione che ho addirittura chiesto ad un amico di riprendersi con una videocamera ad alta definizione mentre si masturbava, per poi guardare decine e decine di volte il momento dell'eiaculazione al rallentatore. Quanti orgasmi, con quel video!
D'improvviso le mie mani presero vita propria, una allargò le labbra e l'altra prese il getto della doccia e lo diresse verso il mio clitoride, ormai messo a nudo.
Lui cambiò manovra, con la mano sinistra prese a massaggiarsi i testicoli e con l'indice ed il medio della destra circondò la corona del glande, che ormai era diventato rosso come un papavero. Capii che stava per venire e aprii le porte della doccia per godermi al meglio lo show. Un urlo infinito, come infinitò fu il getto di sperma che uscì da quel manico. Il primo schizzo mi centrò su una gamba e questo, insieme allo spettacolo che mi ero appena goduta e all'acqua calda che mi sferzava il clitoride, mi fece completamente perdere la ragione. Forse gridai, forse no, mi ritrovai in ginocchio nella doccia, ansante e grondante di acqua e sudore, con i muscoli che si contraevano mentre il mio dito medio si faceva strada nella mia fica. E lì, per un tempo indefinito, venni.