Esperienza reale La FemminilitĂ  di Mamma

marcoforte

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LA FEMMINILITA’ DI MAMMA – 17







Portai a casa Anna, era bellissima, sorridente, felice e, credo, anche molto eccitata, non solo per quello che era accaduto, ma anche per gli acquisti che avevamo fatto, credo che non le capitasse spesso di fare shopping in quel modo, con una donna matura ed esperta che sa consigliarla e vedere un po al di la dell’oggetto fine a se stesso. Credo che anche l’intimo, il provarlo, il farsi ammirare e poi acquistarlo l’avesse eccitata, non di sovente si comprano completini di quel livello.

Mi fermai davanti a casa sua, un condominione di non so quanti piani nella piazza di un paesino vicino a dove abito io, scambiammo alcune ultime battute sulla giornata, mi ringraziò molto ed avvicinandosi mi diede un dolce e semplice bacino sulle labbra, mentre infilava la mano sotto la gonna facendomi sussultare. Oramai fra lei e me si era creata una certa promiscuità che dovevo stare molto attenta a gestire, anche per non intromettermi fra lei e mio figlio, almeno non per dividere, ma solo per unire e cementare la loro unione.

Mi diressi a casa dove arrivai e non trovai nessuno: marito come sempre al lavoro e figlio pure, anche se oramai era l’ora in cui sarebbe potuto rientrare. Approfittai per andare a farmi una doccia, era stata una giornata intensa e, devo dire il vero, avevo sudato parecchio in mezzo a quelle due giovincelle. Mi spogliai in fretta lasciando cadere i vestiti sul pavimento della lavanderia. Entrai in doccia e l’acqua calda scivolava sul mio corpo regalandomi sensazioni piacevoli, rilassamento, la cosa giusta per quel momento dove volevo solo resettare tutto e godermi la tranquillità. Mi sentivo accarezzata ed inevitabilmente pensai alla mano di Anna in macchina, infilata sotto la gonna fra le mie cosce ed era una sensazione piacevole, dolce, come è sempre molto dolce pensare alle attenzioni di una donna, che sono molto ma molto diverse da quelle che ti regala un uomo. Non dico che sono migliori, assolutamente, ma diverse: una ti regala appunto dolcezza e brividi, l’altro scosse, senso di sottomissione, il piacere di essere posseduta. Non mi accorsi nemmeno che in quel mentre le mie mani si sostituivano a quelle immaginate, che il mio corpo si eccitava alle carezze che autonomamente mi regalavo; ero molto brava a regalarmi piacere, veramente, mi piaceva molto eccitarmi da sola, portarmi al limite del brivido, a quel punto dove il brivido si sostituisce all’eccitazione e poi l’eccitazione all’orgasmo. Sapevo far durare quei momenti molto a lungo, arrivare alla fibrillazione, a quelle scosse incontrollate del corpo che sono il preludio all’orgasmo totale, devastante. E così fu, mi mancarono le gambe e quindi mi sedetti in doccia, godendo totalmente di quello splendido momento; ci sono momenti che anche se meno intensi scattano nel modo giusto e riesci a goderteli come non mai, anche meglio di una ricca e sontuosa scopata, anche da sola godendo di te e con te stessa. La masturbazione è un’arte che se la impari bene è unica.

Mentre ero li in estasi con il tempo che scorreva senza che me ne accorgessi, la suoneria del telefono (una canzone dei Led Zeppelin) mi riportò alla realtà, sapevo che non avrei fatto tempo a raggiungerlo quindi mi mossi con calma, rialzandomi, insaponandomi e sciacquandomi per togliermi la stanchezza di dosso, spensi l’acqua presi l’accappatoio ed usci dalla doccia, mi asciugai riappesi l’accappatoio al suo posto e nuda me ne andai in lavanderia dove a sorpresa mi ritrovai davanti a Marco che teneva le mie mutandine in mano. Restai veramente sorpresa, non tanto per l’essere nuda davanti a lui (anche lui era solo con i boxer) e nemmeno per il fatto che continuasse a gradire il profumo del mio intimo, ma perché non mi ero accorta che era rientrato.

Lo salutai calorosamente abbracciandolo, forse anche per togliermi dal suo sguardo, gli chiesi se gli piaceva sempre sentire il mio profumo attraverso gli abiti che indosso, presi la canottierina che avevo preparato e la indossai velocemente. Ecco ora mi sentivo piĂą a mio agio, lui forse non ancora ed infatti evidenziava una notevole ed interessante erezione che lo rendeva molto tenero con le mie mutandine ancora in mano.

Gli dissi subito di calmarsi e che con Anna avevamo comprato il vestitino per il matrimonio, un bellissimo vestitino che l’avrebbero resa la più bella della intera cerimonia, che sarebbe stato orgoglioso della sua compagna che certamente tutti avrebbero guardato con invidia.

Lui molto cavallerescamente mi rispose che certamente Anna sarebbe stata bellissima quel giorno, ma che lui ora aveva me li davanti agli occhi mezza nuda e che di Anna al momento non poteva fregarle nulla, come si poteva notare ancora da come la natura stava evidenziando il suo stato.

Non avevo voglia e poi per oggi avevo giĂ  dato, quindi gli diedi una pacca sul pacco (eh eh bel gioco di parole) dicendogli di calmarsi e, con le mutandine in mano me ne andai in cucina a preparare la cena, altrimenti al marito non sarebbe bastato trovarmi solo in mutandine e canottierina per non brontolare.

Dopo cena sul divano ci ritrovammo il figlio ed io da soli, il marito non era nemmeno venuto a cena, la telefonata persa era la sua che mi diceva che si fermava in studio per impegni di consegna di un lavoro e che avrebbe fatto tardi. Benissimo, sarebbe stato piacevole restare sola con Marco e trovare quindi il tempo di raccontargli come avevo passato il pomeriggio in negozio con Anna. Non volevo raccontargli tutto, non certamente il coinvolgimento con Giuliana, quella doveva rimanere cosa solo nostra, ma volevo fargli capire che fra la sua fidanzata e me si stava creando una piacevolissima complicitĂ , fatta di carezze, allusioni, bacetti, leccatine e via dicendo, che insomma fra lei e me si era rotto il ghiaccio e che un coinvolgimento sessuale piĂą profondo non era piĂą una illusione.

Sul divano i nostri corpi si attraevano, le mie lunghe ed asciutte gambe erano molto stimolanti ed invoglianti ma anche il suo corpo bello muscoloso lo era ed inevitabilmente ci avvicinammo, appoggiai la mia testa sul suo petto e lui mi abbraccio con il suo braccio; il profumo dei corpi accaldati era eccitante e le mani non si fecero pregare a trovare la strada dei nostri corpi, carezze innocenti, poi molto meno innocenti ci scaldarono, le bocche si incrociarono e le lingue fecero la loro parte. Il suo cazzo pulsava come un treno a vapore invogliandomi a non fermarmi ed anzi ad aumentare il ritmo con cui lo stavo masturbando, il movimento della sua testa all’indietro mi fece capire che non mancava molto al momento in cui mi avrebbe ricoperta con il suo sperma quindi mi abbassai su di lui con la bocca e glielo presi appena in tempo fra le labbra per godermi di ogni suo sapore di maschio in calore. Non la finiva più di riversarmi il suo caldo sperma in bocca ed io non ne volevo perdere una goccia quindi continuai a stimolarlo con la mano quasi mungendolo fino a quando fu lui a chiedermi di smettere, era sfinito, soddisfatto, stanco ma felice di avere regalato alla sua amata mammina un altro momento di cui pentirsi negli anni. Si pentirsi, perché di certo non stavo facendo la cosa giusta, la cosa per cui una mamma è stata creata, ma quel coinvolgimento ormonale che si era creato fra noi era troppo forte e coinvolgente e faceva dimenticare ogni altro pensiero forse più corretto e giusto.

Alla fine, mentre ci rilassavamo distesi nudi l’una sull’altro, gli raccontai del vestitino, delle prove nel camerino, delle richieste di aiuto da parte di Anna che in men che non si dica si trasformarono in carezze intime fra donne e di quanto bene eravamo state fra di noi. Gli dissi che ora doveva anche lui fare la sua parte, cercando di farsi raccontare da lei quel pomeriggio con me senza farle capire che già io gliele avevo raccontate. Che avrebbe dovuto sdoganare fra loro la paura di parlare di me come di una donna e quindi di insinuare in lei il desiderio di condividermi con lui, insomma avrebbe dovuto fare in modo che l’idea di portarmi nel loro letto nascesse da lei; in quel modo sarebbe stato tutto perfetto.



CONTINUA
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ecco un breve capitolo, breve ma intenso spero
decisamente, intenso. come sempre, un gran bel leggere ;)
 
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Nero11

Guest
1) l'ho scritto io quindi di certo mi è piaciuto moltissimo scriverlo;
2) per me che so essere vero, anche se romanzato, eccita moltissimo perchè ho vissuto come marito il fatto, un po raccontato da lei un po sbirciato da me, quindi cambia se reale o meno, cambia molto.
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padrone di nn credere, ci mancherebbe, ma sappi che l'ispirazione nasce da un fatto vero ed accaduto ed ad un evolversi della COSA CHE, UN PO ROMANZATA, MA SO ESSERE ACCADUTA, COME DICO, UN PO PER RACCONTI DELLA MOGLIE ED UN PO PER QUANTO SONO RIUSCITO A SPIARE E PERCEPIRE IO STESSO
Woooooo, quindi sei il padre marito, che plot twist
 

Ale_Porc

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Ho scoperto solo ora questo racconto. Davvero favoloso! Scritto molto bene e la storia è davvero molto intrigante. Continua appena possibile!
 
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ziougo

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Tipo ? Ruba delle foto che ha tua moglie, o spia la mamma e fa foto Spy. E quel che è importante si può giudicare anche noi ? Grazie.
fa lui le foto di nascosto in ogni occasione che riesce o che lei le permette, perchè lei spesso si lascia fotografare da lui, cioè fa in modo che lui fotografi pensando lei non se ne accorga, ma lei si mette in quella situazione apposta per farsi fotografare o quantomeno guardare
 

sormarco

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taranto
fa lui le foto di nascosto in ogni occasione che riesce o che lei le permette, perchè lei spesso si lascia fotografare da lui, cioè fa in modo che lui fotografi pensando lei non se ne accorga, ma lei si mette in quella situazione apposta per farsi fotografare o quantomeno guardare
A lei quindi piace esporsi al figlio, ne avete parlato, non è che ha altre mire?
 
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ziougo

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A lei quindi piace esporsi al figlio, ne avete parlato, non è che ha altre mire?
si se leggi tutti i messaggi lo avevo giĂ  scritto. E' lei che lo ha scoperto in bagno mentre si segava con le sue mutandine sul naso, e un po sconvolta, direi piacevolmente sconvolta me lo ha raccontato. Ha detto che era stupita anche se capiva il momento ormonale del figlio e che la gratificava il fatto che si eccitasse per lei, significava che in fondo era ancora piacente e desiderabile......poi in confidenza mi disse che aveva un bel cazzo, proprio come il mio quando ero giovane.
 

ciaopato7

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si se leggi tutti i messaggi lo avevo giĂ  scritto. E' lei che lo ha scoperto in bagno mentre si segava con le sue mutandine sul naso, e un po sconvolta, direi piacevolmente sconvolta me lo ha raccontato. Ha detto che era stupita anche se capiva il momento ormonale del figlio e che la gratificava il fatto che si eccitasse per lei, significava che in fondo era ancora piacente e desiderabile......poi in confidenza mi disse che aveva un bel cazzo, proprio come il mio quando ero giovane.
pero ziougo il racconto si e fermato devi continuare
 

flaviomar

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LA FEMMINILITA’ DI MAMMA – 9



Avevo ragione, mille sensi di colpa mi attanagliarono, mi sentivo sporca, credevo di avere sbagliato ma oramai la cosa era fatta.

Credo che dovrò parlare con il figlio e fargli capire che la cosa che abbiamo fatto non doveva essere fatta, che io per prima non avevo mantenuto i propositi a cui dovevamo fare riferimento e che quindi, avendo dimostrato di non essere in grado di controllare certi istinti, era meglio finirla li, tutto, e tornare ad essere mamma e figlio come lo eravamo poche settimane fa.

Eh, certo sembrava facile fare ciò che avevo appena pensato, ma non lo è per nulla, perché il ricordo era bello, bellissimo e fare la sega a mio figlio mi aveva veramente dato una carica di adrenalina che da tempo non sentivo, non provavo e rinunciarci sarebbe la cosa più giusta ma sarebbe stata di certo la cosa più difficile in assoluto.

Ieri, perché dal fatto è trascorsa la notte, a fatto accaduto gli dissi immediatamente di correre a lavarsi che intanto io avrei messo in ordine. Mentre lui si lavava, riassettai, quindi usci in giardino. Non volevo vederlo, mi vergognavo e pesavo fra me e me “ma che razza di mamma sono, cosa potrà pensare quel povero ragazzo di avere una troia come madre”. No non me la sentivo di rivederlo, quindi presi la macchina e scappai, non sapevo dove ma lontano da lui.

Ero vestita poco ed ero anche senza mutandine, non sapevo dove andare ed ero completamente nel pallone. Mi squillò il cellulare: chiaramente era Marco che mi cercava, accostai e risposi.

“Mamma ma dove sei, cosa è successo perché sei andata via senza dirmi nulla”.

Balbettavo e non sapevo che dire, forse non dovevo rispondere ma forse invece era la cosa migliore chiarire subito e chiarire a distanza.

“Scusa, mi ha preso il panico e non avevo il coraggio di affrontarti e sono fuggita”.

“Ma mamma non ti devi vergognare in fondo non abbiamo fatto nulla, io già mi masturbavo ispirato da te e dalle tue foto, fatte o rubate, lo sai bene, quindi tu hai solo partecipato ad un qualche cosa che comunque era già accaduto ed accadrà ancora”.

“Senti Marco, puoi dire tutto quello che vuoi ma una mamma non deve fare quello che ho fatto io oggi, no, lo sappiamo entrambi che è sbagliato, ma tu sai anche che sono una donna”

“Ed anche una donna molto bella”

“Cazzo smettila, rendi tutto più difficile se fai così”

“ Mamma forse voglio renderlo difficile perché non voglio che tu dica quello che so che vuoi dire. Non abbiamo fatto nulla, abbiamo visto le foto, abbiamo visto che bella donna sei se vuoi e che belle foto possono nascere dalla nostra complicità. E’ chiaro che una situazione del genere stimola entrambi, fa sognare e quindi crea una situazione dove poi è facile arrivare a quello che è accaduto e che io, lo confesso, vorrei tornasse ad accadere. Mamma io sono molto attratto da te, in certe situazioni non ti vedo come la mamma, ma come la donna più bella e sensuale che io abbia mai avuto occasione di vedere dal vero e da vicino, come la donna che più di ogni altra mi abbia fatto eccitare e sognare. Ti sottovaluti, sei una donna favolosa e non lo dico solo io perché sono tuo figlio, ma anche tutti i miei amici che ti conoscono, tutti i genitori dei bambini a cui fai minibasket (li sento spesso commentare non sapendo che sono tuo figlio), ti sottovaluti moltissimo, fai sognare molte persone e quindi perché non dovrei poter sognare io per primo”?

Ecco, ora ero ben combinata. Quello che mi aveva detto era proprio quello che non volevo sentire, o che volevo sentire.

Ed ora cosa avrei fatto.

Fortuna che eravamo lontani altrimenti lo avrei abbracciato e baciato e chissĂ  dove mi avrebbe portato poi la situazione.

“Figliolo scusa ma chiudo, ora non sono in grado di ragionare, sono troppo vulnerabile e potrei dire cose che anche se vorrei dire non devo dire, e tu lo sai bene. Sei proprio uno stronzone che vuoi approfittare di una donna debole ma ancora vogliosa di sentirsi bella, e tu mi fai sentire non solo bella, ma anche desiderata. Sei proprio uno stronzone, adorabile ma stronzone”. E chiudo.

Restai in macchina ad occhi chiusi, mi rilassai, pensai.

In effetti aveva ragione anche lui, che sarà mai una sega, quante ne ho fatte in vita mia. Certo non al figlio, ma anche al figlio resta una sega e lui quante se ne è fatte da solo pensando a me? Migliaia credo, quindi gliene avevo solo regalata una più vera.

Così parzialmente rasserenata mi ripresi, misi in moto e tornai a casa, dove sapevo che avrei incontrato lui, che mi avrebbe assalito e cercando di coccolarmi.

Sarò intransigente e prenderò tempo, ma senza concedergli speranze, almeno per il momento.

In effetti, arrivata a casa, ancora prima di smontare dalla macchina mi corse incontro e cominciò nuovamente a tormentarmi con il fatto che non era accaduto nulla e che cose del genere capitano abitualmente in molte altre famiglie e che una complicità del genere non deve essere considerata perversione ma solo amore familiare, forse spinto all’estremo ma solo amore fra madre e figlio.

Non condivisi ma accettai la sua versione e gli dissi che per ora era meglio rifletterci sopra e che poi ne avremmo riparlato.

Così passarono alcuni giorni, lui sempre carino con me, sempre con mezzi sottintesi, allusioni, cercando di mantenere aperta una porta che inevitabilmente per lui ora restava socchiusa, ed in effetti, non lo nego, che pure per me restava socchiusa. Il piacere che mi aveva dato quel momento restava vivo in me ed anche le paure a volte venivano travolte da quel ricordo portandomi ad accarezzarmi desiderando di ripetere il tutto ed arrivando sino ad immaginare che la mano che si struscia sul mio sesso non fosse la mia ma la sua; non osai immaginare cosa potrebbe essere realizzare questa fantasia.

Una sera davanti a tv guardando un film assieme al figlio (il marito era in camera sua a vedere calcio) Marco mi disse “Vedi mamma, i due protagonisti sembrate te e papà, non credere che non abbia capito che oramai fra voi esiste solo la compagnia ed il rispetto l’uno per l’altro, ho capito bene che il sesso fra di voi non esiste più, del resto dormendo in camere separate la cosa diverrebbe difficile. Lo comprendo, capita dopo molto anni assieme, ma quello che mi chiedo è come fai a restare senza sesso, non posso immaginare che la masturbazione (ti ho vista mentre ti masturbavi strusciandoti con il cuscino fra le gambe) possa bastarti e non so se hai un amante, ma anche un amante forse è una cosa squallida, un palliativo”

Oddio, ma che argomento tira fuori ora questo, ma che dice, e poi cazzo mi ha anche spiato mentre mi masturbavo, magari masturbandosi anche lui mentre mi guardava………

“Senti caro figliolo, per prima cosa sei un gran porco, come ti permetti di infrangere la mia privacy anche quando mi masturbo, ma quante cose sai di me che io non so, e poi che discorsi tiri fuori, perché mai dovrei avere un amante io”

“Mamma, sei troppo bella per non avere mille corteggiatori ed il fatto di non fare sesso con papà certamente ti porta a desiderarlo, ed inevitabilmente a cedere alle lusinghe che di certo in molti ti offriranno, non ti giudico, anzi giustifico tutto e comprendo, ma ora volendo si apre una situazione diversa, ora se vuoi puoi unire l’appagamento del desiderio non con lo squallore di un amante qualsiasi, ma con l’amore per un maschio che ami”

Non potevo credere a quello che sentivo, mio figlio mi corteggiava, mio figlio mi proponeva di diventare amanti…….ma è pazzo????????

“Ma sei pazzo????? Ma che dici, ma sai cosa mi stai proponendo?” E dicendo queste cose mi distendo sul divano con le mani sul volto per non guardarlo, o forse per non far vedere il mio viso stupito ma anche gratificato da quella proposta.

Evidentemente stendendomi sul divano il vestitino deve essersi mosso un po' troppo, scoprendomi le gambe e non solo, cosa notata subito da mio figlio che allungando le mani mi accarezzò le cosce.

Non so cosa accade ma la mia istintiva reazione fu quella di scostare le gambe, insomma allargarle un pochino; cazzo capita quando si è un po' eccitate e senti le mani di qualcuno che te le accarezzano, ma il segnale purtroppo, o per fortuna, fu inequivocabile, e lo fu anche per mio figlio che quindi avanzò con le carezze arrivando fino a toccarmi la figa che, essendo priva della protezione delle mutandine, risultò al tatto chiaramente umida dei miei umori.

Un sobbalzo a ritroso avvenne istantaneamente, la stretta delle gambe a protezione intrappolò la mano di lui che, quasi a reazione, si avvicinò ancora di più al sesso. Il desiderio esplose, le dita si mossero, la stimolazione fu inevitabile……..le gambe si riallargarono donandomi liberamente al suo piacere.

La sua stimolazione fu piacevolissima, inebriante, mi fece perdere il controllo del tempo e mi ritrovai ragazzina con tutti i piaceri che una adolescente prova alle prime carezze intime. Lo lasciai fare, anzi lo accompagnai con il movimento dei miei fianchi, regalandogli il giusto ritmo, ansimando di un piacere ritrovato fino al punto in cui un primo spasmo, accompagnato subito da altri mi porto all’orgasmo, a contrarmi in un piacere folle quanto era folle il momento.

Un flusso di umori copioso riempi le mani di Marco che, dopo averle portate alla sua bocca, le portò verso la mia facendomele leccare tutte.

Ebbi paura a riaprire gli occhi, avevo il terrore di confrontarmi nuovamente con lui. Aveva vinto ed oramai fra noi non c’erano più porte, ma una strada libera che di certo avremmo percorso con piacere ma anche il terrore di non sapere a cosa ci avrebbe portato.

Mio figlio era divenuto il mio amante!



CONTINUA
Eccitante
 

Sottosopra74

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LA FEMMINILITA’ DI MAMMA - 1



Sono una donna di oramai 56 anni, sposata da oltre trenta e con due figli adulti, una ragazza che giĂ  vive fuori casa ed un maschietto che comincia a muoversi da solo nel mondo del lavoro, dopo essersi diplomato con fatica ed avere rinunciato, dopo un tentativo non proprio lusinghiero, alla laurea.

Poco importa, l’occasione con il lavoro l’ha trovata ed ora sta facendo carriera nel mondo della finanza, facendo grossi passi nell’autostima e cercando una strada pure lui per crearsi una vita sua fuori da casa dei genitori.

Tutto questo per presentare la famiglia, il marito l’ho lasciato per ultimo perché, pur essendo un bell’uomo molto giovanile e sportivo, da alcuni anni non fa proprio molto più parte della mia vita di coppia, restiamo affiatati, restiamo una bella famiglia ma solo nelle apparenze e nei fatti di convivenza ottima, ma senza picchi in quella sessuale che oramai è molto ridotta e poco gratificante. Questo mi porta ad avere assopito di molto le mie voglie sessuali anche se spesso mi capita di avere stimoli e di appagarli da sola, giocando con il mio corpo sia con le sole mani sia con l’ausilio di alcuni giocattolini che ho acquistato via internet e che tengo ben nascosti ai miei due maschi della famiglia.

Nonostante tutto so di essere ancora piacente: sono una biondina (tinta oramai) dal capello liscio e medio lungo, corpo esile ma molto sportivo (lavoro nel mondo dello sport), asciutto e nervoso, dicono che ho un bellissimo culetto, gambe toniche e tornite e, purtroppo pochissimo seno, direi una prima tutto capezzoli. Si, dico tutto capezzoli perché ho dei magnifici capezzoli che se stimolati spiccano dal mio corpo inturgidendosi e divenendo evidenti e molto sensibili.

Credo che tutto ciò abbia incuriosito spesso mio figlio nella sua crescita, diciamo nel periodo della adolescenza, quando il femminile diventa in ogni momento scusa per eccitarsi e per cercare di scoprire sempre di più. Infatti, devo dire che mi sono sentita spesso spiata in casa e che la mia abitudine di girare senza farmi problemi anche poco vestita o solo in intimo, deve avere creato in lui molto interesse nei miei confronti.

In quei periodi in cui cresceva trovavo spesso le mie mutandine nella cesta della biancheria usata tutte inzuppate non dei miei umori ma di una viscida cremina che inequivocabilmente portava a pensare allo sperma, e che di certo non era quello del marito; ma non me ne facevo un crucio, mi dicevo che era normale e che faceva parte del naturale crescere di un maschietto che aveva a disposizione una mammina carina e che quindi la sfruttava per conoscersi sessualmente.

Se devo dirla tutta non nego che anche un po' mi piaceva, stavo invecchiando e sapere che un giovane uomo si eccitasse pensando a me inorgogliva, anche se poi questo giovane uomo era mio figlio; ma fino a che lo faceva di suo senza coinvolgermi che male c’era.

Così andò avanti per anni e negli anni mi accorsi sempre più che la vicinanza di lui nei miei confronti diveniva più intensa: ogni volta che andavo a cambiarmi in lavanderia me lo trovavo tra i piedi in modo così che lui riusciva a vedermi sempre più spesso e sempre da più vicino in intimo, sempre più spesso mi faceva dei complimenti che arrivavano quasi al corteggiamento, dicendomi che fisicamente ero più bella di tutte le sue amichette e pure di molte subrettine della tv, che i perizomi mi stavano a meraviglia perché avevo un culetto da ragazzina. Spesso anche mi consigliava su come vestirmi quando dovevo uscire, spronandomi a indossare vestitini corti e leggeri o pantaloni super attillati, per non parlare delle scarpe che secondo lui dovevano essere sempre con tacco 12 come minimo, perché in quel modo le mie chiappe divenivano ancora più slanciate ed irresistibili.

Insomma, sentivo che gli piacevo e che era orgoglioso della mamma che aveva, non so se forse capisse anche che fra me e suo padre non c’era più l’attrazione di un tempo, volendo magari riempire quel vuoto come se fosse lui il maschio di casa per sua mamma.

La cosa mi piaceva sempre di più, arrivando a volte a crearmi degli stimoli che mi ricordavano l’eccitazione giovanile del corteggiamento, ma subito resettavo tutto pensando che in fondo era mio figlio e che quindi mi creavo io storie che non esistevano, forse solo perché lo desideravo, insomma desideravo che qualcuno mi corteggiasse e mi guardasse con quello sguardo voglioso. Forse da queste sensazioni crebbe in me il piacere di lasciarmi ammirare da lui, di girare sempre meno vestita, di sedermi in modo che potesse ammirarmi le cosce, ed anche fra le cosce, di girare per casa con magliettine o camicette senza reggiseno in modo che i miei capezzoli turgidi si notassero sin troppo bene, insomma di creare situazioni in cui poterlo provocare e cercare magari reazioni sue alla vista della mia femminilità; nacque tutto come un gioco, forse pericoloso ma con la consapevolezza di poterlo gestire e di non arrivare mai oltre il limite…….ma forse avevo sopravvalutato la mia decisione e la sua capacità di rispettare la mammina.

Infatti, sempre più spesso capitò che in lavanderia lui capitasse mentre io mi asciugavo uscita dalla doccia e che non se ne andasse di lì fintanto che io non cedevo e mi vestivo davanti ai suoi occhi, scegliendo insieme a lui l’intimo da indossare e facendomi spesso rimirare per sentire i suoi commenti su come mi stava. Come se non bastasse pure lui cominciò a cambiarsi davanti a me svettando con il suo cazzo che inevitabilmente non poteva essere a riposo. Era molto bello fra l’altro ed assomigliava moltissimo a suo padre quando era giovane e la cosa mi faceva sentire giovane pure me, facendomi ricordare quei tempi e facendomi credere di essere anche io bella e giovane come allora, grazie anche ai complimenti continui del figlio.

Insomma, cominciai a pensare troppo alla cosa e mi ritrovai pure a masturbarmi con l’immagine del suo cazzo lì davanti ai miei occhi, immagine irreale perché solo nei ricordi in quanto davanti a lui mai facevo vedere quanto mi piacesse.

Accadde un giorno che rientrando a casa dal mio lavoro e credendo di essere sola corsi in bagno, non ne potevo più e dovevo fare pipì immediatamente; quindi, aprì la porta del bagno senza pensarci due volte e trovai mio figlio, oramai ventiquattrenne, che si masturbava tenendo le mie mutandine usate sul naso . . . . . . . . .. fui come fulminata, non sapevo che fare e la prima cosa che mi venne in testa fu quella di chiedergli scusa e richiudere la porta lasciandolo finire. Ero bloccata, quell’immagine mi aveva fulminata, ero frastornata, ma anche eccitata. Vedevo il suo cazzo svettante che pulsava ed il suo volto paonazzo con il mio perizoma in pizzo nero stampato sul naso………si masturbava con il profumo della mia figa nel cervello, si masturbava eccitato dal profumo di sua madre ……. era bellissimo sapere che ancora riuscivo a creare certe emozioni a ragazzi così belli, giovani e prestanti, ma che fare ora?

Ero decisamente nervosa, non so come avrei affrontato mio figlio e proprio in quel momento senti la porta del bagno aprirsi e vidi mio figlio con una faccia terribilmente frustrata che mi chiedeva ripetutamente scusa e che non lo avrebbe mai più fatto ma che io ero così bella che spesso creavo in lui un desiderio sessuale talmente grande che appena poteva doveva sfogarlo. Lo fermai, non so come mi venne, e lo abbracciai dicendoli di non preoccuparsi e che era normale, capitava spesso e che la mamma era pur sempre un riferimento femminile per i figli, il più vicino, il primo e che quindi accadeva.

Ero stata brava, riuscii a calmarlo senza metterlo in imbarazzo, risolvendo una situazione che altrimenti poteva divenire esplosiva. Fatto sta' che da quel giorno però tutto cambiò. Io avevo sempre in mente il suo cazzo che pulsava per me e lui oramai sapeva che io sapevo. Insomma, oramai tutto era conclamato e lui divenne sempre più sicuro di sé, sempre meno inibito, sempre più conscio che io sapevo e che non avevo reagito in modo definitivo, conclusivo di un suo approccio a me. Si sentiva il maschio alfa, sapeva che poteva osare e che io difficilmente avrei dissentito in modo energico.

Infatti, oramai i complimenti si fecero piĂą diretti e piĂą mirati, contatti e carezze si fecero piĂą audaci senza che io dicessi nulla, forse, lo ammetto, lo desideravo io pure, forse volevo capire se e dove sarebbe arrivato e se e dove sarei arrivata io.



SEGUE
WOW
 

Sottosopra74

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LA FEMMINILITA’ DI MAMMA – 6



Passata quell’esperienza nel negozio, la vita continuava tranquilla e la nostra complicità era sempre migliore, anche se sempre rispettosa dei propri ruoli.

Qualche giorno dopo l’acquisto dei due completini intimi, anzi l’acquisto di uno ed il regalo dell’altro, mio figlio mi chiese di vedermeli indossare, vederli meglio, dal momento che sì li aveva già visti al momento dell’acquisto, ma vedermeli addosso mentre cammino ed a figura intera era tutt’altra cosa.

L’idea mi aggradava moltissimo, avevo visto che mi stavano proprio bene e sapevo che a lui piaceva moltissimo la biancheria intima femminile; sapevo che spessissimo andava a guardarla nei miei cassetti, me ne accorgevo perché se ben facesse molta attenzione non rimetteva mai in ordine come poteva e sapeva fare una donna. Del resto, non era un problema, anzi oramai ero felice nel vederlo felice per queste cose, ed ero felice se si masturbava pensando a me.

Quindi risposi di sì e che se voleva lo potevamo fare subito, che si accomodasse sul divano mentre io sarei andata a cambiarmi in lavanderia per poi sfilare per lui.

Così fece e la cosa fu proprio bella, io mi sentivo molto miss e sculettai divinamente con solo reggiseno e perizoma o brasiliana addosso. Calzai anche delle scarpe con un tacco vistoso per slanciare meglio le mie chiappette che, anche se toniche, una spinta verso l’alto l’avrebbero accettata proprio volentieri.

Sculettai come mai avevo fatto, ma era l’occasione giusta per esibirmi come sempre sognavo di fare e che tutte le donne vorrebbero sperimentare almeno una volta: sfilare per un pubblico che ammira e guarda solo te.

Mio figlio mi fece un numero spropositato di complimenti, mi disse che ero fighissima e che nessuna modella sarebbe stata meglio di me con quelle cosine, che avevo un fisico che avrebbe fatto impazzire chiunque e di scusarlo se la sua eccitazione era evidente (in effetti era evidentissima e me ne accorsi subito) ma che come poteva non eccitarsi nel vedermi così.

Lo ringrazia moltissimo e gli dissi che non sapevo come avrei potuto sdebitarmi per tutti quei complimenti, che lui era il mio ammiratore numero uno e che avrei voluto fare qualcosa per lui, ma che quel qualcosa comunque restasse entro quei limiti che ci eravamo imposti.

Con estrema galanteria mi disse che il poterla vedere con quelle splendide cosine addosso era già sdebitarsi ampiamente ma che, se poteva chiedere dell’altro, avrebbe voluto poterla fotografare un poco, con quelle cose addosso o anche mentre sceglievo i vestiti, mentre li indossavo, non so magari mentre infilavo le calze o le scarpe, insomma come quelle foto porno soft che si vedono su Instagram. Per farmi capire cosa volesse mi mostrò la pagina di Justine Mattera che per lui era l’immagine della femminilità assoluta.

Mi prese un in contropiede, ci pensai un pochino ma mi dissi che in fondo erano foto dove non mi si vedeva nuda, ero sempre con degli abiti addosso, un po' come quando sono al mare, anche se il pizzo e le trasparenze avrebbero accentuato di molto l’aspetto della sensualità femminile.

Volli acconsentire facendogli notare però che, certamente ci si poteva ispirare a Justine, ma che io non era Justine e che poi il confronto sarebbe stato molto cattivo con me.

Li mio figlio si incavolò molto e mi disse che dovevo finirla di sottovalutarmi e che avrei visto come lui sarebbe riuscito a rendermi bella anche più della Mattera, anche se io avrei dovuto accondiscendere a suoi dettami, pettinarmi come diceva lui e truccarmi come mi diceva lui, oltre che a mettermi nelle pose e con le luci che avrebbe considerato più adatte.

Non avevo ancora mai scritto come la passione della foto era ben radicata in mio figlio, che erano anni che studiava e faceva foto, anche se io credevo facesse solo panorami o architetture (il padre è architetto ed a volte lo assolda per riprendere le sue costruzioni meglio riuscite).

Ci accordammo di farlo la settimana successiva, nel pomeriggio, mi spiegò come avrei dovuto avere i capelli e come truccarmi mostrandomi alcune foto della subrettina a cui facevamo riferimento; prenotai il parrucchiere e mi preparai per la data stabilita.

Aveva scelto come set camera mia, voleva che il tutto sembrasse come se io mi fossi appena svegliata e che, in camicia da notte (anche quella molto sexy e corta) scegliessi gli indumenti che avrei dovuto indossare per il giorno, dall’intimo alle calze alle scarpe ed all’abitino. Successivamente avrei dovuto togliermi la camiciola notturna per vestirmi, il tutto con le luci giuste e con fare molto sensuale.

La cosa mi eccitava ma per certi versi mi faceva anche un po' ridere, non mi ci vedevo come “famme fatale”, ma ero anche curiosa di vedere cosa ne sarebbe venuto fuori.

Lui era molto professionale, aveva posizionato le luci, aperto le finestre in modo che il sole non alterasse il set ed aveva deciso per filo e per segno cosa avrei dovuto scegliere, anche con le indecisioni che avrei dovuto avere sull’intimo e le calze (rigorosamente autoreggenti).

Ero molto imbarazzata non lo nego, ma tanto fece che dopo poco mi sembrò la cosa più naturale del mondo e che anche i miei atteggiamenti e le mie pose divenissero incredibilmente sensuali e femminili.

Spesso prima dello scatto si avvicinava e mi spostava qualche parte di ciò che indossavo in modo da far vedere o nascondere alcune parti del mio corpo. Arrivò pure, con una professionalità inaudita, anche a chiedermi di stimolarmi un po' il capezzolo in modo che si inturgidisse per evidenziarsi sotto del tessuto che lo copriva; la cosa più assurda è che io lo feci senza battere ciglio e senza vergogna alcuna.

Oramai mi muovevo come una modella professionista e lui come un fotografo professionista, fu bellissimo e passammo tutto il pomeriggio a fare e rifare un sacco di foto, spogliandomi e rivestendomi infinite volte con diversi completini intimi e varie tipologie di abito.

Fu bellissimo veramente e non nego che mi divertii assai ed anche mi eccitai assai, tanto che, con la scusa di andare a fare pipi o di andare a rinfrescarmi e ritoccare il trucco, andai in bagno piĂą volte per asciugarmi la figa che era abbondantemente umida.

Finito gli chiesi se mi mostrasse quanto prodotto ma lui prontamente mi rispose di no, perché avrebbe dovuto scegliere e ritoccare le foto migliori, cancellare le altre in modo che, da oltre un centinaio di foto fatte, ne sarebbero rimaste una trentina e che solo quelle poi mi avrebbe mostrato e mi avrebbe regalato.

Un’altra condizione fu anche quella che questo primo servizio (già la parola primo mi stupì non poco) sarebbe stato solo nostro e che nessuno all’infuori di noi avrebbe dovuto e potuto vederlo, nemmeno papà.

La richiesta mi sembrò giusta ed appropriata e quindi felice lo baciai (questa volta fu un bacio a stampo ma sulle labbra) ed andai a farmi una doccia; capii solo allora la fatica che le modelle fanno per ogni set fotografico.

A letto la sera mi passò tutto quel pomeriggio nella mente come un film, rividi ogni immagine ed ogni passo di quello che accadde in camera e mi eccitai moltissimo; immaginai che lo stesso potesse accadere anche al figliolo, a differenza che lui avrebbe avuto anche le foto da guardare per eccitarsi ancora di più, ed immaginai che sicuramente in quel preciso momento si stesse masturbando guardando sua madre che posava per lui come una subrettina super sexy.

Non resistetti e cominciai ad accarezzarmi i capezzoli, proprio come lui mi aveva chiesto nel pomeriggio, poi le carezze si spostarono sulla figa, sul clito e quindi aprii il cassetto del comodino per tirarne fuori un piccolo vibratore che in passato avevo comprato per sollazzarmi, lo accesi spingendolo prima fra le labbra della figa e poi a stimolarmi il clitoride tutto rosso………durai poco ed ebbi un magnifico, grandioso orgasmo che bagnò tutte le lenzuola, ma chi se ne frega, era stata una giornata unica ed irripetibile, forse………..



CONTINUA
ormai il marito non ti interessava piĂą?
eccitata come stavi avresti fatto una bella scopata
 

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