Watchman64
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Una semi citazione di un noto film di qualche anno fa… per spiegare cosa successe ormai tanti anni fa di ritorno dalle mie vacanze estive, durante le quali, finalmente, una ragazza di qualche anno più grande di me si prese tardivamente la mia verginità; avevo ormai 21 anni, davvero in ritardo, ma erano altri tempi, parliamo dei tardi anni 80 e vivere una piccola cittadina di provincia, nella quale le ragazze della mia età non la smollavano prima di sposarsi, non mi aveva certo aiutato.
Comunque questa è un’altra storia…
Torniamo all’argomento principale, io. Reduce da anni in cui ero un brutto anatroccolo occhialuto e adesso, immodestamente parlando, diventato un giovane palestrato, abbronzato, alto 1,80, occhi azzurri e boccoli biondo cenere. Obiettivamente, ai tempi ero un bel tocco di ragazzo.
Restava comunque una sorta d’insicurezza, dovuta ad anni e anni, durante i quali il mio aspetto fisico non intrigava le donne. Ero magro, magrissimo, curvo, con occhiali spessi, ogni donna a cui mi avvicinavo non vedeva in me che un amico, inoffensivo, fidato, ma assolutamente non intrigante dal punto di vista relazionale.
Fatto sta che mi decisi ad andare in palestra, il mio corpo rispondeva bene agli allenamenti, i muscoli si definivano, misi le lenti a contatto e si aprì un mondo. Le donne mi vedevano con occhi diversi, ma io non ero ancora pronto a sfruttare le mie potenzialità. Ero insicuro e per uno strano senso di rivalsa, non mi sentivo attratto da chi adesso era attratta dal mio aspetto fisico.
Comunque, dopo essere stato in vacanza ed essere stato praticamente preda della ragazza che si prese la mia verginità, mi toccava tornare alla normalità.
Vivere in un posto, dove, se non eri spregiudicato, difficilmente potevi arrivare a godere delle gioie del sesso. Come in tutte le città di provincia le ragazze erano molto attente alla propria reputazione, se non fino a quando essere state impalmate su un altare, per poi concedersi assai più liberamente un po’ a tutti, nella clandestinità.
A quei tempi vivevo ancora con i miei in un condominio. Avevo la mia stanza che dava su un lungo balcone. La palazzina nella quale abitavo era quella centrale, una di tre, ognuna sfalsata rispetto all’altra.
Questo faceva sì, che io avessi sulla mia destra le finestre dei bagni della palazzina confinante.
La sera ero solito uscire sul balcone e fumare una sigaretta prima di andare a dormire. Mi piaceva il silenzio della notte e la vista sulla campagna, era un momento intimista, di pura contemplazione e spesso mi perdevo nei miei pensieri.
Una di queste sere, mentre fumavo, vestito solo di una maglietta e un paio di pantaloncini, senza portare intimo, sentii di essere osservato… io perso nei miei pensieri sentivo il mio sesto senso di ragno che mi diceva “non sei solo, qualcuno ti sta guardando”.
Cercando di non farmi scoprire e mantenendo la stessa posizione assorta, contemplando la campagna sottostante, iniziai a guardarmi intorno, per scoprire che, alla finestra a destra del piano superiore, qualcuno era affacciato e a sua volta stava fumando.
La mia timidezza non mi permise di alzare lo sguardo in alto e a destra per scoprire chi fosse, quindi gettai il mozzicone e rientrai in camera, ma solo per stendermi dietro la scrivania, al buio, per vedere chi fosse. Dall’esterno era impossibile vedermi, ma dall’interno io potevo avere una visuale ottimale.
E così scoprii che alla finestra era affacciata una donna di una certa età, una quarantina d’anni, per me poco più che ventenne era quasi una vecchia, ma notai subito l’importante scollatura della tuta che, a fatica, nascondeva un seno esuberante.
Cercai di fare mente locale, erano un paio d’anni che abitavo in quel posto e non avevo ancora avuto modo di fare un censimento… possibile che mi fosse sfuggito un pezzo di donna così?
Possibile, come venni a sapere tempo dopo, era una mamma e moglie di altri tempi, usciva poco e solo per fare la spesa. Sempre controllata da un marito gelosissimo, che poco ci mancava che la tenesse segregata.
In effetti qualche motivo l’aveva. Lui era un uomo scialbo e insignificante. Lei era una 47enne non molto alta, ma con un bel viso, splendidi occhi verdi, sempre con un un velo di malinconia, belle gambe e un seno prorompente, una bella quinta abbondante, seppur provata dagli allattamenti.
Come nella ricerca di un file in un database, mentre ero steso dietro la scrivania al buio, ad un tratto realizzai chi fosse. Anche se i nostri sguardi non si erano mai incrociati avevo notato questa donna sempre un po’ triste e che non aveva alcuna volontà di mettersi in mostra, né di essere notata e che pure non passava inosservata.
Sempre steso dietro la scrivania, mi parve di notare che lei gettasse lo sguardo all’interno della mia camera, come per capire se io fossi ancora lì… forse solo curiosità…
Così all’improvviso mi balenò nel cervello un’idea che mi fece venire i brividi e la misi in atto senza pensarci troppo.
Mi alzai, mi spogliai completamente e mi incominciai a masturbare, sempre la buio e nascosto alla sua vista. A quell’età, beati i vent’anni, e con in testa l’eccitazione scaturita dalla situazione, ci misi pochissimo a raggiungere un’erezione decisamente importante.
Accesi la luce e mi avvicinai alla libreria, facendo finta di cercare un libro, in modo che dalla finestra lei potesse godere della vista del mio corpo e del mio membro in piena erezione. Io le davo le spalle di tre quarti, quindi lei poteva vedere me, anche se non ero sicuro che lo stesse facendo, ma non potevo vedere lei…
Continuai così per qualche minuto, poi spensi la luce e tornai a stendermi dietro la scrivania al buio, per controllare se la mia esibizione avesse avuto una spettatrice oppure no.
Del resto il tempo della sigaretta era passato già da un po’ e sarebbe stato naturale che fosse, nel frattempo rientrata.
E invece… al riparo dietro la scrivania e al buio, con mia grande sorpresa la vidi ancora affacciata… e anche se non ne avevo certezza sembrava che guardasse dentro la mia stanza…
La situazione mi eccitava e iniziai a tremare.
Se piace, continuo
Comunque questa è un’altra storia…
Torniamo all’argomento principale, io. Reduce da anni in cui ero un brutto anatroccolo occhialuto e adesso, immodestamente parlando, diventato un giovane palestrato, abbronzato, alto 1,80, occhi azzurri e boccoli biondo cenere. Obiettivamente, ai tempi ero un bel tocco di ragazzo.
Restava comunque una sorta d’insicurezza, dovuta ad anni e anni, durante i quali il mio aspetto fisico non intrigava le donne. Ero magro, magrissimo, curvo, con occhiali spessi, ogni donna a cui mi avvicinavo non vedeva in me che un amico, inoffensivo, fidato, ma assolutamente non intrigante dal punto di vista relazionale.
Fatto sta che mi decisi ad andare in palestra, il mio corpo rispondeva bene agli allenamenti, i muscoli si definivano, misi le lenti a contatto e si aprì un mondo. Le donne mi vedevano con occhi diversi, ma io non ero ancora pronto a sfruttare le mie potenzialità. Ero insicuro e per uno strano senso di rivalsa, non mi sentivo attratto da chi adesso era attratta dal mio aspetto fisico.
Comunque, dopo essere stato in vacanza ed essere stato praticamente preda della ragazza che si prese la mia verginità, mi toccava tornare alla normalità.
Vivere in un posto, dove, se non eri spregiudicato, difficilmente potevi arrivare a godere delle gioie del sesso. Come in tutte le città di provincia le ragazze erano molto attente alla propria reputazione, se non fino a quando essere state impalmate su un altare, per poi concedersi assai più liberamente un po’ a tutti, nella clandestinità.
A quei tempi vivevo ancora con i miei in un condominio. Avevo la mia stanza che dava su un lungo balcone. La palazzina nella quale abitavo era quella centrale, una di tre, ognuna sfalsata rispetto all’altra.
Questo faceva sì, che io avessi sulla mia destra le finestre dei bagni della palazzina confinante.
La sera ero solito uscire sul balcone e fumare una sigaretta prima di andare a dormire. Mi piaceva il silenzio della notte e la vista sulla campagna, era un momento intimista, di pura contemplazione e spesso mi perdevo nei miei pensieri.
Una di queste sere, mentre fumavo, vestito solo di una maglietta e un paio di pantaloncini, senza portare intimo, sentii di essere osservato… io perso nei miei pensieri sentivo il mio sesto senso di ragno che mi diceva “non sei solo, qualcuno ti sta guardando”.
Cercando di non farmi scoprire e mantenendo la stessa posizione assorta, contemplando la campagna sottostante, iniziai a guardarmi intorno, per scoprire che, alla finestra a destra del piano superiore, qualcuno era affacciato e a sua volta stava fumando.
La mia timidezza non mi permise di alzare lo sguardo in alto e a destra per scoprire chi fosse, quindi gettai il mozzicone e rientrai in camera, ma solo per stendermi dietro la scrivania, al buio, per vedere chi fosse. Dall’esterno era impossibile vedermi, ma dall’interno io potevo avere una visuale ottimale.
E così scoprii che alla finestra era affacciata una donna di una certa età, una quarantina d’anni, per me poco più che ventenne era quasi una vecchia, ma notai subito l’importante scollatura della tuta che, a fatica, nascondeva un seno esuberante.
Cercai di fare mente locale, erano un paio d’anni che abitavo in quel posto e non avevo ancora avuto modo di fare un censimento… possibile che mi fosse sfuggito un pezzo di donna così?
Possibile, come venni a sapere tempo dopo, era una mamma e moglie di altri tempi, usciva poco e solo per fare la spesa. Sempre controllata da un marito gelosissimo, che poco ci mancava che la tenesse segregata.
In effetti qualche motivo l’aveva. Lui era un uomo scialbo e insignificante. Lei era una 47enne non molto alta, ma con un bel viso, splendidi occhi verdi, sempre con un un velo di malinconia, belle gambe e un seno prorompente, una bella quinta abbondante, seppur provata dagli allattamenti.
Come nella ricerca di un file in un database, mentre ero steso dietro la scrivania al buio, ad un tratto realizzai chi fosse. Anche se i nostri sguardi non si erano mai incrociati avevo notato questa donna sempre un po’ triste e che non aveva alcuna volontà di mettersi in mostra, né di essere notata e che pure non passava inosservata.
Sempre steso dietro la scrivania, mi parve di notare che lei gettasse lo sguardo all’interno della mia camera, come per capire se io fossi ancora lì… forse solo curiosità…
Così all’improvviso mi balenò nel cervello un’idea che mi fece venire i brividi e la misi in atto senza pensarci troppo.
Mi alzai, mi spogliai completamente e mi incominciai a masturbare, sempre la buio e nascosto alla sua vista. A quell’età, beati i vent’anni, e con in testa l’eccitazione scaturita dalla situazione, ci misi pochissimo a raggiungere un’erezione decisamente importante.
Accesi la luce e mi avvicinai alla libreria, facendo finta di cercare un libro, in modo che dalla finestra lei potesse godere della vista del mio corpo e del mio membro in piena erezione. Io le davo le spalle di tre quarti, quindi lei poteva vedere me, anche se non ero sicuro che lo stesse facendo, ma non potevo vedere lei…
Continuai così per qualche minuto, poi spensi la luce e tornai a stendermi dietro la scrivania al buio, per controllare se la mia esibizione avesse avuto una spettatrice oppure no.
Del resto il tempo della sigaretta era passato già da un po’ e sarebbe stato naturale che fosse, nel frattempo rientrata.
E invece… al riparo dietro la scrivania e al buio, con mia grande sorpresa la vidi ancora affacciata… e anche se non ne avevo certezza sembrava che guardasse dentro la mia stanza…
La situazione mi eccitava e iniziai a tremare.
Se piace, continuo