Esperienza reale La finestra di lato

Verobull

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Finalmente dopo qualche tempo riuscii ad avere a disposizione una macchina. Una macchina tristissima, una Citroen Visa 650 di seconda mano, di color giallino spento, reso opaco dagli anni, un vero polmone, ma che comunque mi assicurava una certa indipendenza, anche se i sedili non erano reclinabili, cosa che mi creò un senso di disappunto.
Inutile dire che non vedevo l'ora di usarla per infrattarmi con la bella signora, con la quale non avevo avuto modo di intrattenere alcun rapporto personale dopo l'incontro fugace a casa sua.
Così, dopo averla informata telefonicamente che ero automunito, iniziai a esplorare la campagna vicino a casa mia, dato che il tempo a sua disposizione era sempre limitatissimo. Dopo qualche esplorazione, identificai una specie di sentiero parallelo a una strada piuttosto vicino a casa e anche a qualche negozietto dove lei, se scoperta, poteva dire di essere andata a fare la spesa.
Mi rendo conto che oggi tutte queste precauzioni sono impensabili, ma come ho avuto modo di dire, lei godeva di una libertà limitatissima.
Dato che io ero iscritto all'Università, ma non frequentavo, riuscivo a ritagliarmi degli spazi di tempo compatibili con i suoi, cosa che vanificò i miei successi nello studio ;)
Ci accordammo per vederci di mattina nei pressi di una macelleria, dalla quale partiva una strada che in pochissimi minuti ci avrebbe portati in aperta campagna; in pratica lei poteva nascondersi all'inizio della stradina, senza che occhi indiscreti potessero chiedersi chi aspettasse e io potevo arrivare sulla strada principale e caricarla senza che nessuno se ne accorgesse.
E così fu, dopo poche centinaia di metri, dopo averla fatta salire sulla tristomobile, eravamo in una strada di campagna vicinissima alla civiltà ma allo stesso tempo al riparo da sguardi indiscreti. O almeno così pensavo.
Dopo aver spento il motore, mi girai verso di lei e prendendole il viso fra le mani la baciai appassionatamente, sciogliendo il gelo di un silenzio imbarazzato, seppur durato pochi minuti di viaggio.
Dopo che ci staccammo, mentre ancora le tenevo una mano sul seno, lei mi confessò candidamente che era la prima volta che si trovava in una situazione simile con un uomo che non fosse il marito. Non ho alcun dubbio che dicesse il vero, perché un attimo mi chiese candidamente, con un'inflessione da ragazzina:

" Posso baciarti?"

E anche questa volta non si trattava di un bacio sulle labbra.

Iniziò a trafficare con i bottoni dei miei Levi's 501 e dopo poco si trovò di fronte la mia erezione dei vent'anni; lo prese in mano e per un attimo restò in contemplazione. Non sono un superdotato, ma ho, come dire, un cazzo simpatico, decisamente spesso anche se non lungo, 17cm onestissimi, ma con una considerevole circonferenza. La gioventù lo rendeva davvero duro e turgido, con le vene ben disegnate e un glande pieno e lucido che, come mi è stato successivamente detto da altre donne, "invitava".
Mentre lei restava in una sorta di adorazione, secondo me più alla durezza che alla conformazione, io trafficavo con la sua maglia o per meglio dire, sotto alla sua maglia, dove con piacere scoprii solo un normale reggiseno, pur se carrozzato per contenere quelle tette immense e non l'odiata armatura di cui vi ho parlato prima. Dopo aver trafficato un po' riuscii a sganciare il reggiseno e... a liberare un 4/5 kg di tette e ragazzi, non esagero.
La forza di gravità ovviamente faceva il suo lavoro, non erano certamente seni svettanti, ma erano pesanti e sodi, un vero Luna Park.
Lei dopo aver accennato una timida sega, che comunque fece sgorgare una goccia di precum, si avventò con un impeto famelico che non ho mai più sperimentato, verso il mio sesso prendendolo in bocca.
Tenete a mente che erano i tardi anni 80 e non esisteva internet né tanto meno siti porno e quindi prestazioni a cui oggi siamo abituati, allora derivavano esclusivamente da talenti personali, non esistevano esempi o tutorial ai quali ispirarsi.
Quindi il suo bocchino non fu un deep throat, l'unica che faceva queste cose era la benemerita Linda Lovelace.
Però, evidentemente, anni e anni di pratica nel tentare di far rivivere il sesso con il marito l'avevano resa piuttosto esperta...
Ma... c'è un "ma". L'astinenza forzata e forse la sorpresa di trovarsi finalmente un cazzo rigido e svettante, la mandarono fuori di testa o almeno è quello che ho dedotto, dato che, a differenza di quello che fece nel totale silenzio a casa sua, questa volta si produsse in un'opera risucchiante, aspirante, degna di un Dyson.
Sembrava che godesse nell'assaporare il gonfiore del mio glande e su quello si concentrò avidamente, tanto che una volta tornato a casa mi doleva e constatai diversi lividi che mi fecero risultare antipatica la sua veemenza.
Ma in quel momento non capivo più nulla, mai mi ero sentito così desiderato, se dovessi descriverlo a parole mie lo chiamerei un "bocchino disperato".
Mentre lei era chinata sul mio cazzo ad aspirare golosamente mi accorsi che dalla campagna stava arrivando un trattore, uno di quelli non molto alti, altezza macchina insomma, fra pochi attimi ci sarebbe passato accanto.
Lei tento di staccarsi e ricomporsi, ma io le dissi "Guarda che se ti tiri su ti vede in viso" e così dicendo le posai una mano sulla testa, spingendogliela giù, in un impeto a metà tra il difenderla dallo sguardo del contadino e a metà con la volontà di sottometterla e umiliarla, stronzo come solo un ventenne può essere.
Il trattore passò a fianco della tristissima Visa, mentre la mia mano spingeva giù la sua testa facendole scivolare il cazzo in gola, tossì soffocando, con un conato di vomito e la cosa mi eccitò talmente da sborrarle in bocca, mentre il rumore del trattore rendeva il tutto stranamente sgradevole ed eccitante.
Non ebbi pietà e fino a che non smisi di eiaculare la obbligai a tenere tutto dentro. Mentre premevo la sua testa sul mio sesso e le riempivo la bocca mi sorpresi a pensare a quanto piccola fosse la sua testa.
Alla fine spostai la mano e lei tornò su, i suoi occhi verdi, davvero bellissimi, erano lucidi e lacrimanti, improvvisamente si girò e dopo aver aperto la portiera sputò tutto il mio seme, una cosa che ho sempre detestato.
"Mi sarebbe piaciuto che tu avessi ingoiato tutto." Le dissi.
"No, questo no, non posso farlo a mio marito." Mi rispose.
Restai sorpreso, cercando di capire, dove fosse la differenza tra il fare un bocchino a un ragazzo che potrebbe essere tuo figlio e bere il frutto del tuo tradimento.
Ma tant'è, le femmine sono davvero imperscrutabili.
Ricevuto il servizio non vedevo l'ora di andare via, anche perché non c'era chiaramente modo di scopare. Del resto avevo abbondantemente giocato con i suoi seni e i suoi carnosi capezzoli e subentrava una sensazione di rifiuto, difficilmente spiegabile, ma che forse qualcuno capirà.
Con la scusa che il posto scelto non fosse poi così appartato, rimisi in moto e la riaccompagnai all'inizio della stradina, vicino alla macelleria. Non dicemmo una sola parola. Mentre scendeva mi chiese: " Ti è piaciuto?"
Il glande già iniziava a dolermi e infastidito e ormai soddisfatto le rivolsi un sorriso sbrigativo rispondendole "Sì".
Ma in realtà non vedevo l'ora di andare via e di rientrare nella mia vita normale, cercando di scacciare i pensieri che mi dicevano quanto fossi stronzo a tradire una ragazza meravigliosa come quella che avevo... con una vecchia.

Se volete continua...
un bocchinazzo
 
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Ci furono altri 4 o 5 incontri così. Lei si lasciava baciare appassionatamente, cosa che a me intrigava e faceva schifo allo stesso tempo. Da ragazzo ho sempre avuto un debole per le donne più grandi, ma in questo caso mi sembrava di avere a che fare con una vecchia, seppure ripensandoci oggi, era davvero ancora molto attraente.
Ma capitemi, io avevo poco più di vent'anni ed ero combattuto: avevo una ragazza bellissima e giovane che m'invidiavano tutti, un po' problematica nel sesso, anche se lavorandoci un po' non mi faceva mancare nulla, se non l'ingoio e il culo.
E infatti riflettendoci arrivai alla conclusione che quello che m'intrigava della signora era il suo desiderio di me, così... disperato, mentre con la mia ragazza bella e ventenne, dovevo sempre lavorarci un po' per arrivare a pompini e sesso.
Quindi, ritornando al discorso di cui sopra, la situazione era questa: ogni volta che m'incontravo con la signora ero assai eccitato prima e durante il sesso, anche se per il momento solo orale, ma poi una volta eiaculato subentrava il rifiuto e le mille promesse a me stesso di non incontrarla più.
Ma durava poco, appena passavano 4 o 5 giorni, la pulsione tornava a crescere, m'intrigava essere l'oggetto dei suoi desideri.
E allora decisi che volevo togliermi con lei tutti gli sfizi che la situazione permetteva...
E il punto era proprio quello; lei aveva pochissimo tempo, brevi momenti di fuga dalla sua vita di casalinga, moglie e madre... e me li concedeva tutti, non vedeva l'ora che la stringessi fra le braccia e la baciassi, per poi passare a darmi piacere con la sua bocca.
Ma io volevo scoparmela e volevo farlo in tutti i modi, sfruttando, con il mio egoismo dei vent'anni la sua "infatuazione" nei miei confronti.
Il problema era come e dove?
Lei era libera praticamente solo la mattina, quando il marito era a lavoro e i bimbi a scuola; nella mia mansarda non voleva venire, per timore di essere vista dai vicini e trovare un posto dove poter scopare liberamente, non lontano da casa e in pieno giorno in macchina era un grosso problema. Di prendere una stanza in un albergo nemmeno a parlarne.
Così decisi di sfruttare il mio tempo esplorando con la mia tristerrima Visa le vicinanze, alla ricerca di un posto in campagna non troppo lontano da raggiungere, dove potermi appartare con la signora, lontano da occhi indiscreti.
Vorrei porre l'accento su tutte queste paure, ansie e sensi di colpa da parte sua, che inevitabilmente permeavano questa strana relazione di uno stato di tensione continuo; anche durante i brevi trasferimenti in macchina dovevo prestarle i miei occhiali da sole, abbassare il parasole, mentre lei terrorizzata di essere vista si copriva il viso con una mano.
Dopo qualche giro di perlustrazione, scoprii una strada di campagna poco frequentata, dalla quale partiva un sentiero che arrivava a una piccola radura, dove avrei potuto stendere un plaid e avere un po' d'intimità.
Decisi di non dirle nulla, altrimenti avrebbe fatto mille paranoie, così quando la caricai nel solito posto, lei mi chiese "dove stiamo andando?".
Le risposi di non preoccuparsi, anche se la tensione saliva, dato che il viaggio era più lungo del solito.
Arrivati alla stradina le dissi gentilmente, a altrettanto fermamente di scendere.
Lei ubbidii, le presi la mano e imboccai il sentiero, praticamente tirandola dietro di me. Arrivati alla radura, circondata di alberi e protetta dall'alto dalle frasche degli stessi, stesi per terra un vecchio copridivano che avevo rubato a casa dei miei l'abbracciai forte sentendo i suoi floridi seni premere sul mio torace.
Mentre le frugavo quel corpo che mi eccitava tanto, in quel caso indossava un vestitino primaverile a fiori, sempre cingendola fra le mie braccia, che allora erano piuttosto muscolose, la deposi sul nostro giaciglio improvvisato, accarezzandole il viso, per rassicurarla.
Dopo essere rimasto qualche attimo al suo fianco, baciandola e palpando i seni che liberai sbottonando il vestitino, culo e gambe, mi posi a cavalcioni su di lei, abbassando la zip dei miei jeans e invitandola e prendermelo in bocca, le posi una mano dietro la nuca e le spinsi la testa contro il mio sesso; lei senza dire una parola schiuse le labbra e iniziò a succhiarlo e leccarlo, con quel talento di cui ormai sapete anche voi.
Ero già molto eccitato, dopo pochi secondi era diventato davvero duro e possente e allora sollevai leggermente il vestitino e tirai giù un paio di slip modello "nonna", quanto di meno eccitante abbia mai visto in vita mia.
Ma non mi feci frenare, una volta sfilate le mutande, le allargai con gentilezza decisa le gambe e guardando il ciuffo biondastro che spiccava dal suo inguine mi apprestai a penetrarla.
I suoi occhi verdi brillavano illuminati dal sole primaverile che faceva capolino fra le foglie degli alberi, i suoi capezzoli duri e rosei svettavano da quelle fantastiche enormi tette, che non perdevano la loro possenza nemmeno adesso che era stesa... Lei mi fermò dicendomi: " Lo desidero tanto anche io... ma ho tanta paura, non posso accoglierti se non metti un preservativo."
Un moto di stizza mi pervase, volevo gustarmi quella bella fichetta a pelle, soprattutto sapendo che non era mai usata, ma ero stato previdente. Indossai velocemente il Settebello e per punizione la infilzai senza ritegno, tutto in una volta.
La trovai bagnata, ma incredibilmente stretta per aver partorito due volte.
Lei provò forse un po' di dolore quando glielo infilai senza alcuna attenzione, inarcò la schiena e si irrigidì lasciando andare un gemito a metà fra la sorpresa, il piacere di essere riempita e il dolore.
Mi fermai, mischiando la dolcezza alla veemenza, le sorrisi tuffandomi in quei meravigliosi occhi verdi e le leccai le labbra con vogliosa passione.
Poi iniziai a muovermi dentro di lei, era caldissima e stretta, come una foderina per il mio cazzo, gemeva e ansimava sottovoce, come se si vergognasse di provare piacere... io stranamente dopo pochi colpi riempii abbondantemente il preservativo.
Appena venuto iniziò a sopravvenire quel senso di rifiuto e sbrigativamente mi ricomposi e la invitai a tornare alla macchina, un vero stronzo.
Ma così mi sentivo, non vedevo l'ora di andare via...

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Paul37

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Ci furono altri 4 o 5 incontri così. Lei si lasciava baciare appassionatamente, cosa che a me intrigava e faceva schifo allo stesso tempo. Da ragazzo ho sempre avuto un debole per le donne più grandi, ma in questo caso mi sembrava di avere a che fare con una vecchia, seppure ripensandoci oggi, era davvero ancora molto attraente.
Ma capitemi, io avevo poco più di vent'anni ed ero combattuto: avevo una ragazza bellissima e giovane che m'invidiavano tutti, anche se un po' problematica nel sesso, anche se lavorandoci un po' non mi faceva mancare nulla, se non l'ingoio e il culo.
E infatti riflettendoci arrivai alla conclusione che quello che m'intrigava della signora era il suo desiderio di me, così... disperato, mentre con la mia ragazza bella e ventenne, dovevo sempre lavorarci un po' per arrivare a pompini e sesso.
Quindi, ritornando al discorso di cui sopra, la situazione era questa: ogni volta che m'incontravo con la signora ero assai eccitato prima e durante il sesso, anche se per il momento solo orale, ma poi una volta eiaculato subentrava il rifiuto e le mille promesse a me stesso di non incontrarla più.
Ma durava poco, appena passavano 4 o 5 giorni, la pulsione tornava a crescere, m'intrigava essere l'oggetto dei suoi desideri.
E allora decisi che volevo togliermi con lei tutti gli sfizi che la situazione permetteva...
E il punto era proprio quello; lei aveva pochissimo tempo, brevi momenti di fuga dalla sua vita di casalinga, moglie e madre... e me li concedeva tutti, non vedeva l'ora che la stringessi fra le braccia e la baciassi, per poi passare da a darmi piacere con la sua bocca.
Ma io volevo scoparmela e volevo farlo in tutti i modi, sfruttando, con il mio egoismo dei vent'anni la sua "infatuazione" nei miei confronti.
Il problema era come e dove?
Lei era libera praticamente solo la mattina, quando il marito era a lavoro e i bimbi a scuola; nella mia mansarda non voleva venire, per timore di essere vista dai vicini e trovare un posto dove poter scopare liberamente, non lontano da casa e in pieno giorno in macchina era un grosso problema. di prendere una stanza in un albergo nemmeno a parlarne.
Così decisi di sfruttare il mio tempo esplorando con la mia tristerrima Visa le vicinanze, alla ricerca di un posto in campagna non troppo lontano da raggiungere, dove potermi appartare con la signora, lontano da occhi indiscreti.
Vorrei porre l'accento su tutte queste paure, ansie e sensi di colpa da parte sua, che inevitabilmente permeavano questa strana relazione di uno stato di tensione continuo; anche durante i brevi trasferimenti in macchina dovevo prestarle i miei occhiali da sole, abbassare il parasole, mentre lei terrorizzata di essere vista si copriva il viso con una mano.
Dopo qualche giro di perlustrazione, scoprii una strada di campagna poco frequentata, dalla quale partiva un sentiero che arrivava a una piccola radura, dove avrei potuto stendere un plaid e avere un po' d'intimità.
Decisi di non dirle nulla, altrimenti avrebbe fatto mille paranoie, così quando la caricai nel solito posto, lei mi chiese "dove stiamo andando?".
Le risposi di non preoccuparsi, anche se la tensione saliva, dato che il viaggio era più lungo del solito.
Arrivati alla stradina le dissi gentilmente, a altrettanto fermamente di scendere.
Lei ubbidii, le presi la mano e imboccai il sentiero, praticamente tirandola dietro di me. Arrivati alla radura, circondata di alberi e protetta dall'alto dalle frasche degli stessi, stesi per terra un vecchio copridivano che avevo rubato a casa dei miei l'abbracciai forte sentendo i suoi floridi seni premere sul mio torace.
Mentre le frugavo quel corpo che mi eccitava tanto, in quel caso indossava un vestitino primaverile a fiori, sempre cingendola fra le mie braccia, che allroa erano piuttosto muscoleose, la deposi sul nostro giaciglio improvvisato, accarezzandole il viso, per rassicurarla.
Dopo essere rimasto qualche attimo al suo fianco, baciandola e palpando seni che liberai sbottonando il vestitino, culo e gambe, mi posi a cavalcioni su di lei, abbassando la zip dei miei jeans e invitandola e prendermelo in bocca, le posi una mano dietro la nuca e le spinsi la testa contro il mio sesso; lei senza dire una parola schiuse le labbra e iniziò a succhiarlo e leccarlo, con quel talento di cui sapete anche voi.
Ero già molto eccitato, dopo pochi secondi era diventato davvero duro e possente e allora sollevai leggermente il vestitino e tirai giù un paio di slip modello "nonna", quanto di meno eccitante abbia mai visto in vita mia.
Ma non mi feci frenare, una volta sfilate le mutande, le allargai con gentilezza decisa le gambe e guardando il ciuffo biondastro che spiccava dal suo inguine mi apprestai a penetrarla.
I suoi occhi verdi brillavano illuminati dal sole primaverile che faceva capolino fra le foglie degli alberi, suoi capezzoli duri e rosei svettavano da quelle fantastiche enormi tette, che non perdevano la loro possenza nemmeno adesso che era stesa... Lei mi fermò dicendomi: " Lo desidero tanto anche io... ma ho tanta paura, non posso accoglierti se non metti un preservativo."
Un moto di stizza mi pervase, volevo gustarmi quella bella fichetta a pelle, soprattutto sapendo che non era mai usata, ma ero stato previdente. Indossai velocemente il Settebello e per punizione la infilzai senza ritegno, tutto in una volta.
La trovai bagnata, ma incredibilmente stretta per aver partorito due volte.
Lei provò forse un po' di dolore quando glielo infilai senza alcuna attenzione, inarcò la schiena e si irrigidì lasciando andare un gemito a metà fra la sorpresa, il piacere di essere riempita e il dolore.
Mi fermai, mischiando la dolcezza alla veemenza, le sorrisi tuffandomi in quei meravigliosi occhi verdi e le leccai le labbra con vogliosa passione.
Poi iniziai a muovermi dentro di lei, era caldissima e stretta, come una foderina per il mio cazzo, gemeva e ansimava sottovoce, come se si verognasse di provare piacere... io stranamente dopo pochi colpi riempii abbondantemente il preservativo.
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Ma così mi sentivo, non vedevo l'ora di andare via...

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A me non è che piace..fa proprio sborrare questa storia!! Ma soprattutto i suoi mammellonk maturoni divini 😍😍😍
 
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A me non è che piace..fa proprio sborrare questa storia!! Ma soprattutto i suoi mammellonk maturoni divini 😍😍😍
Come ho detto, a quel tempo non esistevano né fotocamere digitali né tantomeno smartphone, purtroppo...
Però ho fatto una veloce ricerca sul web per cercare dei seni simili e questi direi che sono identici. Il viso invece era più maturo e vissuto, ma abbastanza somigliante a questo... peccato non averne trovata una con occhi verdi simili ai suoi...
 

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Penso che chiunque di noi avrebbe fatto carte false per trovarsi in una situazione simile! La signora sarà anche stata un po' "appassita", ma se avessi avuto io una vicina con quelle cime (che sarebbero molto probabilmente state spesso imbiancate 😅) e con quella disponibilità, avrei sicuramente conservato un numero maggiore di diottrie...Non capisco perché non abbia accettato l'opzione mansarda: secondo me, sarebbe stata meno a rischio sgamo rispetto a farlo open air, senza considerare che alla mattina la maggior parte dei vicini immagino che fosse al lavoro come il marito...
 

Paul37

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Come ho detto, a quel tempo non esistevano né fotocamere digitali né tantomeno smartphone, purtroppo...
Però ho fatto una veloce ricerca sul web per cercare dei seni simili e questi direi che sono identici. Il viso invece era più maturo e vissuto, ma abbastanza somigliante a questo... peccato non averne trovata una con occhi verdi simili ai suoi...
Dai ma aveva dei mammelloni del genere?? 😍😍😍
 
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Penso che chiunque di noi avrebbe fatto carte false per trovarsi in una situazione simile! La signora sarà anche stata un po' "appassita", ma se avessi avuto io una vicina con quelle cime (che sarebbero molto probabilmente state spesso imbiancate 😅) e con quella disponibilità, avrei sicuramente conservato un numero maggiore di diottrie...Non capisco perché non abbia accettato l'opzione mansarda: secondo me, sarebbe stata meno a rischio sgamo rispetto a farlo open air, senza considerare che alla mattina la maggior parte dei vicini immagino che fosse al lavoro come il marito...
Ma non tutte le mogli pettegole lavoravano... ;)
 

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Vero anche questo, peccato avere una tale possibilità e non poterla sfruttare, perché immagino che la signora, già appetitosa di suo, in un ambiente più "protetto" e dopo aver preso confidenza, avrebbe saputo regalare grandi soddisfazioni! Comunque, complimenti per la prosa, curioso di leggere gli ulteriori sviluppi ;)
 

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Come ho detto, a quel tempo non esistevano né fotocamere digitali né tantomeno smartphone, purtroppo...
Però ho fatto una veloce ricerca sul web per cercare dei seni simili e questi direi che sono identici. Il viso invece era più maturo e vissuto, ma abbastanza somigliante a questo... peccato non averne trovata una con occhi verdi simili ai suoi...
Tette spettacolari, ti invidio!
 
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Durante uno dei nostri incontri io le chiesi come mai era così attratta da me...
Lei arrossendo mi disse: "Sai quando ti mettevi tutto nudo e con il pisello eretto facendo finta di scegliere i libri con la luce tutta accesa? Ecco lì mi sono sentita sfidata, come se tu volessi farmi vedere quanto eri bello senza che io avessi la possibilità di averti. In quel momento ho deciso che ti avrei preso, che avrei preso e posseduto la tua gioventù, che mi sfidava, così sfrontata."
A quelle parole ebbi un'immediata erezione, le presi la testa e la obbligai a prenderlo in bocca, dove dopo poco eruttai tutto il mio seme.
Nei giorni che passarono continuò il nostro gioco, lei mi comprava le sigarette e mi lanciava il pacchetto dalla finestra sul mio balcone... forse un modo tacito per far continuare i nostri incontri serali, che poi spesso si tramutavano in fugaci incontri di persona, in seguito.
Nonostante il suo terrore di restare incinta, a quel tempo aveva ancora le mestruazioni, riuscii a scoparla un po' in tutti i modi.
Ricordo di una sera che eravamo in giro in macchina e a un certo punto imboccai una stradina di campagna in salita, me lo feci prendere in bocca e poi la feci girare in ginocchio sul sedile della tristissima Visa, nemmeno si reclinavano i sedili in quella macchina di merda...
Le alzai la gonna, le abbassai i collant e le mutande della nonna e la presi da dietro, mentre finalmente si lasciava andare in un "sììì... sìììì... che bello".
Il fatto è che stranamente duravo pochissimo con lei, mentre con la mia ragazza avevo una normale durata, con la signora bastavano 4 o 5 colpi che me ne venivo come un fanciullo... oddio a quei tempi ero poco più di un fanciullo, soprattutto a causa delle mie scarsissime esperienze con l'altro sesso.
Ricordo soprattuto una volta, una domenica pomeriggio, in cui il marito e i figli erano andati al paesello a trovare i parenti e lei aveva preferito restare in città.
La trovai affacciata alla finestra e mi fece capire che era sola, io a gesti le chiesi: "vengo?" e lei usando i gesti allo stesso modo, sempre per paura di essere sentita dai vicini mi disse "ok".
Come al solito arrivai alla porta del suo appartamento trafelato e impaurito dopo aver fatto le scale quattro a quattro.
Spinsi il portone lasciato socchiuso e sempre con la tensione addosso e bisbigliando iniziammo ad amoreggiare.
Le dissi che la volevo tutta nuda, cosa che non era mai stata possibile durante i nostri fugaci incontri in macchina e iniziai a esplorarla, a palparla e a spogliarla.
La mia eccitazione era così alle stelle che mentre ancora era mezza vestita, ma con i mammelloni liberati, me ne venii nei pantaloni come un coglione.
Figuratevi la mia vergogna e la mia sorpresa, m'inventai una scusa e me ne scappai come un ladro, continuando a chiedermi cosa mi succedesse quando stavo con lei...

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Paul37

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Durante uno dei nostri incontri io le chiesi come mai era così attratta da me...
Lei arrossendo mi disse: "Sai quando ti mettevi tutto nudo e con il pisello eretto facendo finta di scegliere i libri con la luce tutta accesa? Ecco lì mi sono sentita sfidata, come se tu volessi farmi vedere quanto eri bello senza che io avessi la possibilità di averti. In quel momento ho deciso che ti avrei preso, che avrei preso e posseduto la tua gioventù, che mi sfidava, così sfrontata."
A quelle parole ebbi un'immediata erezione, le presi la testa e la obbligai a prenderlo in bocca, dove dopo poco eruttai tutto il mio seme.
Nei giorni che passarono continuò il nostro gioco, lei mi comprava le sigarette e mi lanciava il pacchetto dalla finestra sul mio balcone... forse un modo tacito per far continuare i nostri incontri serali, che poi spesso si tramutavano in fugaci incontri di persona, in seguito.
Nonostante il suo terrore di restare incinta, a quel tempo aveva ancora le mestruazioni, riuscii a scoparla un po' in tutti i modi.
Ricordo di una sera che eravamo in giro in macchina e a un certo punto imboccai una stradina di campagna in salita, me lo feci prendere in bocca e poi la feci girare in ginocchio sul sedile della tristissima Visa, nemmeno si reclinavano i sedili in quella macchina di merda...
Le alzai la gonna, le abbassai i collant e le mutande della nonna e la presi da dietro, mentre finalmente si lasciava andare in un "sììì... sìììì... che bello".
Il fatto è che stranamente duravo pochissimo con lei, mentre con la mia ragazza avevo una normale durata, con la signora bastavano 4 o 5 colpi che me ne venivo come un fanciullo... oddio a quei tempi ero poco più di un fanciullo, soprattutto a causa delle mie scarsissime esperienze con l'altro sesso.
Ricordo soprattuto una volta, una domenica pomeriggio, in cui il marito e i figli erano andati al paesello a trovare i parenti e lei aveva preferito restare in città.
La trovai affacciata alla finestra e mi fece capire che era sola, io a gesti le chiesi: "vengo?" e lei usando i gesti allo stesso modo, sempre per paura di essere sentita dai vicini mi disse "ok".
Come al solito arrivai alla porta del suo appartamento trafelato e impaurito dopo aver fatto le scale quattro a quattro.
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Le dissi che la volevo tutta nuda, cosa che non era mai stata possibile durante i nostri fugaci incontri in macchina e iniziai a esplorarla, a palparla e a spogliarla.
La mia eccitazione era così alle stelle che mentre ancora era mezza vestita, ma con i mammelloni liberati, me ne venii nei pantaloni come un coglione.
Figuratevi la mia vergogna e la mia sorpresa, m'inventai una scusa e me ne scappai come un ladro, continuando a chiedermi cosa mi succedesse quando stavo con lei...

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Ma penso che era impossibile resistere con quei mammelloni divini!! 😍😍😍
Ogni volta che leggo un minimo pezzo di questo racconto devo segarmi..l'idea di quei mammelloni maturi posseduti da un ragazzino mi fa morire!! 😍😍😍
 

Spuppolo

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Durante uno dei nostri incontri io le chiesi come mai era così attratta da me...
Lei arrossendo mi disse: "Sai quando ti mettevi tutto nudo e con il pisello eretto facendo finta di scegliere i libri con la luce tutta accesa? Ecco lì mi sono sentita sfidata, come se tu volessi farmi vedere quanto eri bello senza che io avessi la possibilità di averti. In quel momento ho deciso che ti avrei preso, che avrei preso e posseduto la tua gioventù, che mi sfidava, così sfrontata."
A quelle parole ebbi un'immediata erezione, le presi la testa e la obbligai a prenderlo in bocca, dove dopo poco eruttai tutto il mio seme.
Nei giorni che passarono continuò il nostro gioco, lei mi comprava le sigarette e mi lanciava il pacchetto dalla finestra sul mio balcone... forse un modo tacito per far continuare i nostri incontri serali, che poi spesso si tramutavano in fugaci incontri di persona, in seguito.
Nonostante il suo terrore di restare incinta, a quel tempo aveva ancora le mestruazioni, riuscii a scoparla un po' in tutti i modi.
Ricordo di una sera che eravamo in giro in macchina e a un certo punto imboccai una stradina di campagna in salita, me lo feci prendere in bocca e poi la feci girare in ginocchio sul sedile della tristissima Visa, nemmeno si reclinavano i sedili in quella macchina di merda...
Le alzai la gonna, le abbassai i collant e le mutande della nonna e la presi da dietro, mentre finalmente si lasciava andare in un "sììì... sìììì... che bello".
Il fatto è che stranamente duravo pochissimo con lei, mentre con la mia ragazza avevo una normale durata, con la signora bastavano 4 o 5 colpi che me ne venivo come un fanciullo... oddio a quei tempi ero poco più di un fanciullo, soprattutto a causa delle mie scarsissime esperienze con l'altro sesso.
Ricordo soprattuto una volta, una domenica pomeriggio, in cui il marito e i figli erano andati al paesello a trovare i parenti e lei aveva preferito restare in città.
La trovai affacciata alla finestra e mi fece capire che era sola, io a gesti le chiesi: "vengo?" e lei usando i gesti allo stesso modo, sempre per paura di essere sentita dai vicini mi disse "ok".
Come al solito arrivai alla porta del suo appartamento trafelato e impaurito dopo aver fatto le scale quattro a quattro.
Spinsi il portone lasciato socchiuso e sempre con la tensione addosso e bisbigliando iniziammo ad amoreggiare.
Le dissi che la volevo tutta nuda, cosa che non era mai stata possibile durante i nostri fugaci incontri in macchina e iniziai a esplorarla, a palparla e a spogliarla.
La mia eccitazione era così alle stelle che mentre ancora era mezza vestita, ma con i mammelloni liberati, me ne venii nei pantaloni come un coglione.
Figuratevi la mia vergogna e la mia sorpresa, m'inventai una scusa e me ne scappai come un ladro, continuando a chiedermi cosa mi succedesse quando stavo con lei...

Continua se piace
Il senso del clandestino/proibito unito alle bocce della signora facevano andare gli ormoni a palla con conseguenti danni seri in tema di durata... 😅
 
OP
Watchman64

Watchman64

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Erano ormai passati quasi due anni, durante i quali ci vedemmo una decina di volte di persona.
Rimane un ultimo episodio saliente con la signora 47enne e poi potrebbe esserci un corposo spin off, ben più corposo, riguardante un'altra persona...
Ma dipende da voi... ;)
 

Paul37

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Erano ormai passati quasi due anni, durante i quali ci vedemmo una decina di volte di persona.
Rimane un ultimo episodio saliente con la signora 47enne e poi potrebbe esserci un corposo spin off, ben più corposo, riguardante un'altra persona...
Ma dipende da voi... ;)
Però speriamo sia sempre una maturona mammellona!! 😍😍😍
 

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