Alessio Lucci
"Level 8"
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- 31
La signora Rita mi conosceva da quando ero bambino. Veniva un paio di volte a settimane da noi per riordinare e stirare la biancheria.
Ormai aveva quasi cinquant'anni, era madre di due figli. Non esattamente una modella, ma una donna normale di quelle sulle quali un ragazzo fantastica spesso.
Durante l'adolescenza le avevo dedicato più di qualche sega e fu così che un pomeriggio decisi di mostrarmi anche a lei in azione.
Eravamo soli in casa, i miei genitori erano entrambi a lavoro. Mi misi in camera, con la porta semiaperta, accesi il pc e cominciai a guardare qualche video porno. Quando sentì Rita avvicinarsi lo tirai fuori e iniziai a segarmi.
Poco dopo Rita spalancò la porta. La scena che si trovò davanti era inequivocabile. Feci finta di coprirmi imbarazzato, lei era mortificata. Restò pietrificata qualche secondo, poi abbassò lo sguardo, mi chiese scusa un paio di volte ed uscì di corsa dalla stanza.
Forse avevo esagerato. Era pur sempre una donna sposata che veniva a casa mia a lavorare. Mi ricomposi e la raggiunsi in cucina. Notai che non riusciva a guardarmi negli occhi.
"Scusami davvero Rita, non avrei dovuto farlo con la porta aperta e te in giro per casa..."
Alzò finalmente lo sguardo verso di me e sorrise: "Ma va, eri in camera tua e puoi fare ciò che vuoi...poi alla tua età è normalissimo".
Hai capito Rita? Altro che scioccata...la sua apertura sull'argomento mi spiazzò ma fui comunque pronto ad approfittarne.
"Sìsì, lo so, figurati....è che ultimamente lo faccio spesso. Forse un po' troppo spesso. E non solo guardando i porno" confessai tutto di un fiato.
Rita rimase in silenzio qualche secondo.
"Scusa, forse ti imbarazzano questi discorsi, meglio che torni di là" dissi alzandomi dalla sedia.
Fu allora che Rita mi sorprese nuovamente: "Ma no, figurati se mi imbarazzo per così poco, ti conosco da quando riuscivi a stento a camminare. Sei come un figlio per me, sfogati pure se vuoi. Ti ascolto".
Mi accomodai di nuovo sulla sedia della cucina mentre Rita continuava a sistemare i piatti appena lavati nello stipetto.
"Ecco, in realtà vedi...c'è una cosa che vorrei dirti ma non so come fare..." balbettai impaurito.
"Dimmi pure, ti vergogni di me?" mi incoraggiò Rita.
"Ok, ma non ti arrabbiare....tra le donne che immagino in quei momenti ci sei anche tu". Ok, il più era fatto.
Rita si fermò improvvisamente di sistemare i piatti e si girò di scatto verso di me. Quindi si sedette sulla sedia di fronte a me.
"Scusami...." provai a balbettare.
Rita mi guardò dritto negli occhi: "Dimmi la verità...poco fa non è stato un incidente. Volevi che ti vedessi". Era proprio sveglia, forse per questo quella donna mi intrigava così tanto.
Feci cenno di sì con la testa. Rita mi guardò seria, finché non si sciolse in sorriso: "Non pensavo di fare ancora questo effetto su ragazzi così giovani".
Wow. Rita era quasi orgogliosa del fatto che mi segassi per lei.
"Non ti dà fastidio, davvero?" le chiesi per ottenere un'ulteriore conferma.
"E perché dovrebbe darmi fastidio? E' una tua fantasia. Non mi hai mancato di rispetto e sono sicura che non lo farai neanche in futuro" mi rispose seria.
Il messaggio era chiaro: segati pure, però da me non otterrai mai nulla. Mi bastava. Stavo per alzarmi e tornare in camera, ma prima che lasciassi la cucina Rita trovò il modo di stupirmi ancora.
"Ah, quando siamo soli e devi farlo puoi anche lasciare la porta aperta se ti fa piacere"
Ormai aveva quasi cinquant'anni, era madre di due figli. Non esattamente una modella, ma una donna normale di quelle sulle quali un ragazzo fantastica spesso.
Durante l'adolescenza le avevo dedicato più di qualche sega e fu così che un pomeriggio decisi di mostrarmi anche a lei in azione.
Eravamo soli in casa, i miei genitori erano entrambi a lavoro. Mi misi in camera, con la porta semiaperta, accesi il pc e cominciai a guardare qualche video porno. Quando sentì Rita avvicinarsi lo tirai fuori e iniziai a segarmi.
Poco dopo Rita spalancò la porta. La scena che si trovò davanti era inequivocabile. Feci finta di coprirmi imbarazzato, lei era mortificata. Restò pietrificata qualche secondo, poi abbassò lo sguardo, mi chiese scusa un paio di volte ed uscì di corsa dalla stanza.
Forse avevo esagerato. Era pur sempre una donna sposata che veniva a casa mia a lavorare. Mi ricomposi e la raggiunsi in cucina. Notai che non riusciva a guardarmi negli occhi.
"Scusami davvero Rita, non avrei dovuto farlo con la porta aperta e te in giro per casa..."
Alzò finalmente lo sguardo verso di me e sorrise: "Ma va, eri in camera tua e puoi fare ciò che vuoi...poi alla tua età è normalissimo".
Hai capito Rita? Altro che scioccata...la sua apertura sull'argomento mi spiazzò ma fui comunque pronto ad approfittarne.
"Sìsì, lo so, figurati....è che ultimamente lo faccio spesso. Forse un po' troppo spesso. E non solo guardando i porno" confessai tutto di un fiato.
Rita rimase in silenzio qualche secondo.
"Scusa, forse ti imbarazzano questi discorsi, meglio che torni di là" dissi alzandomi dalla sedia.
Fu allora che Rita mi sorprese nuovamente: "Ma no, figurati se mi imbarazzo per così poco, ti conosco da quando riuscivi a stento a camminare. Sei come un figlio per me, sfogati pure se vuoi. Ti ascolto".
Mi accomodai di nuovo sulla sedia della cucina mentre Rita continuava a sistemare i piatti appena lavati nello stipetto.
"Ecco, in realtà vedi...c'è una cosa che vorrei dirti ma non so come fare..." balbettai impaurito.
"Dimmi pure, ti vergogni di me?" mi incoraggiò Rita.
"Ok, ma non ti arrabbiare....tra le donne che immagino in quei momenti ci sei anche tu". Ok, il più era fatto.
Rita si fermò improvvisamente di sistemare i piatti e si girò di scatto verso di me. Quindi si sedette sulla sedia di fronte a me.
"Scusami...." provai a balbettare.
Rita mi guardò dritto negli occhi: "Dimmi la verità...poco fa non è stato un incidente. Volevi che ti vedessi". Era proprio sveglia, forse per questo quella donna mi intrigava così tanto.
Feci cenno di sì con la testa. Rita mi guardò seria, finché non si sciolse in sorriso: "Non pensavo di fare ancora questo effetto su ragazzi così giovani".
Wow. Rita era quasi orgogliosa del fatto che mi segassi per lei.
"Non ti dà fastidio, davvero?" le chiesi per ottenere un'ulteriore conferma.
"E perché dovrebbe darmi fastidio? E' una tua fantasia. Non mi hai mancato di rispetto e sono sicura che non lo farai neanche in futuro" mi rispose seria.
Il messaggio era chiaro: segati pure, però da me non otterrai mai nulla. Mi bastava. Stavo per alzarmi e tornare in camera, ma prima che lasciassi la cucina Rita trovò il modo di stupirmi ancora.
"Ah, quando siamo soli e devi farlo puoi anche lasciare la porta aperta se ti fa piacere"