Racconto di fantasia La spiaggia

Corsodil

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Ciao... pubblicato qualche tempo fa su Instagram.. pensavo di averlo perso...lo ripropongo.
Mi trovavo in un posto isolato e tranquillo di una delle isole greche.
La spiaggia, sarà stato l orario molto mattutino o il fatto che non c erano disco bar, era deserta e mi godevo con tranquillità la lettura di un buon libro. Ad un certo punto sentii il suono di un motorino che si faceva sempre più vicino, speravo che passasse oltre ed invece si avvicinava sempre più sino a fermarsi proprio l vicino lì vicino. Curioso guardai e vidi che si trattava di una coppia di ragazzi, più giovani di me. Si fermarono e discussero, probabilmente erano indecisi se rimanere in quella spiaggia o se proseguire oltre. Sperai nella seconda, ma si realizzò la prima. Scesero dal mezzo e si diressero non lontani da me posando i loro teli ed iniziando a svestirsi. Ovviamente il mio sguardo fu colpito da lei, anche se facevo finta di leggere; il kaftano prima lasciava intravedere due seni enormi, confermati poi dal bikini con tanga sgambato che metteva anche in risalto un culetto che sembrava disegnato con la stilografica . Decisi di concentrarmi sulla lettura e di lasciare perdere per il momento quella visione, quando però iniziai a sentire la reazione in mezzo alle gambe, quella visione non era stata notata solo dai miei occhi, ma anche da un altro organo... Loro non decisero di fare il bagno subito, ma si sdraiarono di schiena rivolgendo entrambi lo sguardo a me, lui intento a rullare una sigaretta, lei a guardare il cellulare, sembravo non essere stato notato. Follia.. si facciamola, tanto al massimo che può succedere. In Grecia è normale prendere il sole nudi, nessuno si imbarazza, pertanto posai il libro, mi alzai in piedi e tolsi il costume, mettendo in bella mostra il mio pene semi eretto e scappellato....La ragazza alla vista mi lanciò un'occhiataccia di quelle che solo le italiane ti lanciano quando vogliono esprimere tutto il loro sdegno. Lui, invece,non guardava perché intento ad accendersi la sigaretta, ma con scarsi risultati visto che l accendino non ne voleva di sapere. A questo punto decisi di sedermi e di riprendere la lettura, pensai che la mia provocazione era servita ad ottenere solo disprezzo, ma di contro adesso potevo ammirare il culetto della lei. La mia lettura durò pochissimo, perché mentre avevo iniziato a leggere solo il primo rigo un ombra improvvisa mi coprì il libro..era lui che si era avvicinato a me. Pensai in un attimo che il tizio, da buon italiano bigotto, fosse venuto a dirmi di ricoprirmi perché la sua donna non doveva vedere certe cose; ero pronto a rispondergli che quí era normale fare del nudismo, ma che se avessero avuto problemi avrebbero dovuto spostarsi loro.
Nulla di tutto ciò, il ragazzo mi chiese semplicemente se avessi un accendino, gli porsi il mio e mentre accendeva la sigaretta mi disse sottovoce, senza farsi sentire dalla sua lei, di come fosse normale che la sua donna lo facesse venire duro a chi la guardava. Rimasi per un secondo senza parole, ma dovevo abboccare all amo lanciato e gli dissi che se non fosse fidanzata l avrei sicuramente provata a conoscere meglio.
Lui accennò un sorriso e, sempre sottovoce mi disse, beh i fidanzati spesso dormono e non si accorgono di quello che gli capita sotto il naso. Era stato esplicito o era solo una mia impressione? Mi ringraziò dell' accendino e tornò dalla sua lei fumando. Io ripresi la lettura, la mia erezione era leggermente svanita, ma buttavo uno sguardo ogni tanto alla coppia che parlottava . Dopo una decina di minuti lui si sdraiò e rivolgendomi lo sguardo si mise un cappello a coprire il viso, come se volesse addormentarsi sotto il sole. Ok, se avevo capito bene, avevo la sua approvazione... Il fidanzato dorme e non vede quello che gli capita sotto il naso....., allora veramente era stato esplicito,ma come è possibile? Vuoi vedere che questi due si stanno prendendo gioco di me? Ma poi la ragazza non mi sembrava proprio predisposta a situazioni del genere, anzi mi aveva guardato malissimo.. va beh decisi che era meglio farsi un bagno e far sbollire il tutto.
Mi alzai e passai davanti a loro, mi buttai in acqua e iniziai a nuotare allontanandomi dalla riva e rientrando poi a nuoto a dorso , evitando così di vedere la coppia e di continuare a fare pensieri assurdi, ma durò, anche questa volta, poco. Giunto quasi a riva mi dovetti, per forza girare e rimasi di pietra perché guardando verso i teli dei due ragazzi, in quello della ragazza vi era solo il costume, ma lei si trovava, seduta sulle ginocchia di spalle, vicino al mio di telo che frugava tra le mie cose. Pensai di trovarmi in una situazione paradossale, prima le allusioni del ragazzo, adesso questa scena. Uscì dalla acqua e mi diressi verso la mia postazione e, quando ero ad una decina di passi da lì, feci un breve colpo di tosse per attirare l attenzione. Lei si girò quasi spaventata, mi chiese subito scusa e mi disse che il suo ragazzo stava dormendo e che voleva fumarsi una sigaretta, io ero in acqua e si era permessa ad avvicinarsi per prendere l accendino.
Lei sembrava l opposto di quella del primo sguardo, dolce e quasi timida . Le dissi, per spezzare il ghiaccio e per farla sorridere, che poteva venire anche vestita a prendere l accendino, non per forza la zona dove stavo io era per nudisti. Lei , dalla risposta pronta, mi disse che pensava fosse gradito l abito scuro ed in effetti era abbronzatissima e senza alcun segno di costume..(una favola e ghiaccio rotto).
Biondissima, ancora di piu' per il sole che aveva preso sicuramente durante la vacanza; lei, nel frattempo, si era alzata ed eravamo molto vicini, cosi' tanto da vedere bene i suoi occhi di un blu intenso, talmente tanto che facevo fatica a distinguerli dal mare che avevo a due passi; li avevo già notati quando sul suo telo si era tolta gli occhiali da sole, ma da cosi' vicino uno ci si perdeva dentro.
Mettendosi in piedi non avevo, ovviamente, notato solo gli occhi, ma il movimento dei suoi seni che cercavano di seguire, con scarso successo, il resto del corpo, ma le leggi della gravità non possono essere infrante neanche da due elementi cosi' belli e, pertanto, era un inseguimento simpatico che mi fece scappare un leggero sorriso.
Tornato tutto in linea e trovandosi in piedi davanti a me , risposi alla sua provocazione dicendole che veramente la prima che sembrava non gradire era stata lei con quello sguardo quando avevo tolto il costume. Ancora una volta la sua risposta fu immediata, diretta e arguta. Mi disse che dalla sua prospettiva visiva, prima di un bel pene dritto veniva un libro pessimo! Il mio libro, quello che stavo leggendo!
Praticamente ero stato bravissimo ad intendermi col ragazzo, ma, come tutti gli uomini, non avevo capito niente di quello che voleva comunicarmi la ragazza quando aveva lanciato quello sguardo di odio.
Mi ero concentrato sulla parte della risposta relativa al libro e non avevo quasi fatto caso all'aggettivo utilizzato per etichettare il mio pene: "bel". Dovevo rispondere e dovevo farlo subìto , anche perché lei nel frattempo si era alzata, aveva acceso la sigaretta e non aveva più motivo per rimanere. Così la sparai grossa, sfacciato le dissi che se voleva nuovamente fumare poteva anche tornare dopo e utilizzare il mio accendino, ma se voleva rivedere subito il "bel" pene le sarebbe convenuto rimanere.
Pregavo nel frattempo che anche li' sotto qualcuno si mettesse in piedi...
Incassai, invece, il terzo colpo basso in pochi secondi perche' mi rispose, anche questa volta senza battere ciglio e guardandomi in mezzo alle gambe, che la bellezza è effimera: dove prima c'era adesso non c'e' più.
Si volto' e sculettando volutamente andò a risedersi sul suo telo. Fregato anche questa volta.
Rimasi in piedi per una trentina di secondi fissando il pene semi eretto che solo adesso, dopo la scena piu' erotica a cui avevo partecipato negli ultimi mesi, aveva deciso di darsi nuovamente una svegliata.. idiota io e idiota lui.
Mi rimisi seduto e decisi questa volta di accendermi una sigaretta, non arrivai neanche a metà, non c'era proprio pace in quella spiaggia quel giorno, che accadde il fatto che mi fece vivere una delle esperienze più eccitanti della mia vita.
Il ragazzo si svegliò, o fece finta di farlo, e vedendo la sua ragazza nuda accanto a lui, non disse nulla.
Probabilmente era abituato a vederla in quella "veste" in spiaggia o, cosa ancora piu' probabile, era rimasto sveglio tutto il tempo.
I due, finita lei di fumare la sigaretta, si alzarono e andarono a farsi una nuotata; nel mentre io presi nuovamente il libro in mano e provai a continuare la mia lettura, cercando, per la seconda volta, di rilassare il "tizio" teso nei momenti sbagliati.
Il primo capoverso del terzo capitolo del libro lo lessi tra le venticinque e le trentadue volte, perché nel frattempo il mio sguardo era rivolto a loro che, dopo la breve nuotata iniziarono a rivestirsi.
Lui mise pantaloncini, maglietta e scarpe, era oggettivamente un bel ragazzo, fisico non troppo palestrato, alto, spalle larghe tipiche di chi in passato, o ancora oggi, faceva qualche attività motoria. Il costume, boxer aderente classico di chi non ha bisogno di nascondere nulla e lo vuole mostrare, confermava questa tesi.
Pensai subito che stavano andando via, ma mentre il ragazzo si rivestì completamente, lei si rimise solo il costume da bagno e si sdraio' nuovamente sul telo.
Lui, casco in mano e chiavi del motorino, si rivolse verso di me e mi disse che si era ricordato che ad una decina di minuti da quella spiaggia c'era un bazar e che li' avrebbe trovato sicuramente un accendino e qualcosa da mangiare.
Gli risposi che se si trattava di farlo accendere di nuovo non ci sarebbe stato problema, ma lui insistette dicendo che, comunque, gli era venuta fame dopo la dormita.
In venti minuti sarebbe tornato e la sua lei, nel frattempo, si sarebbe goduta il sole .
Pericolo scampato, quantomeno lei sarebbe rimasta ancora a dieci passi da me ed un'altra volta lui ci creava un'occasione andando via.
Lei, invece, rivestendosi, mi voleva mandare un messaggio chiaro: siamo soli adesso, faccio la brava.
Lui salì sullo scooter e andó via e quando non si sentì più il rumore in lontananza invece del silenzio fui frastornato da un suono ripetitivo, costante..tic tac..tic..tac.
Nella mia testa era partito il conto alla rovescia, i venti minuti soli io e lei..tic tac.. dovevo agire e dovevo farlo in fretta.
Non era trascorso neanche un minuto che quel contare i secondi mi esplose in testa quando lei decise, improvvisamente per me, di alzarsi e di eliminare quella distanza di dieci passi che ci separava.
I primi due li percorse mentre con voce decisa mi disse che la prima volta mi ero perso quello che stava per accadere.
Non capii subito cosa intendesse, ma non ci volle molto.
I successivi tre passi le servirono per afferrare con le mani e delicatamente il nodo laterale del tanga, lslacciarlo e lasciarlo sulla sabbia.
Altri tre per togliersi il pezzo di sopra, senza mai distogliere lo sguardo.
Si era rimessa il costume, quando il suo ragazzo era lì, non per mettere distanza tra noi, ma per eliminarla a modo suo.
Gli ultimi due passi le servirono, infine, per definitivamente farmi impazzire: mentre camminava fece un giro completo su se stessa fermandosi ad una trentina di centimetri da me.
Io seduto, lei in piedi, mi trovavo dominato questa volta io da lei.
Quando l avevo trovata a frugare tra le mie cose lei aveva voluto alzarsi per ristabilire la parità, io, invece, adesso volevo rimanere così, avevo capito che era lei a comandare e decisi di non riflettere più e lasciarmi trasportare dalle sue decisioni.
E non ci mise molto a prendere la prima, si avvicinò altri venti centimetri e calando solamente il busto verso di me incomincio' a baciarmi.
I primi furono baci veloci di conoscenza, quelli che servono per assaporare l'altro, per capire che la sua pelle è di tuo gradimento, ma ci volle poco per sentire la sua lingua toccarsi con la mia.
Era evidente ad entrambi che quei baci erano il preludio necessario per passare ad altro.
Non persi tempo e, visto che avevo le mani libere le presi entrambi i seni ed incominciai ad accarezzarli dall'esterno sino al capezzolo e poi ancora una volta e ancora una sino a quando non li afferrai e li portai, non tanto delicatamente, uno vicino all'altro e li strinsi a loro.
Non si fermo' dal baciarmi, mi lascio' fare, ma arrivò, anche, la seconda decisione autoritaria.
Senza staccarsi dalla mia bocca decise di cambiare posizione, si mise in ginocchio e con una mano inizio' ad accarezzarmi il pene senza masturbarmi, in quel momento voleva farmi solo impazzire e quindi si limitava col dorso della mano a passarla lungo tutto quel pezzo di marmo che avevo in quel momento in mezzo alle gambe.
Si fermo' dal baciarmi e guardandomi con un mezzo sorriso mi fece segno di no mentre con la sua mano libera tolse le mie dal suo corpo.
Adesso ci guardavamo, mentre lei continuava ad accarezzarmi e a cercare di capire dove provavo piu' desiderio, io fermo, invece, cercavo di intendere cosa volesse.
Ero il suo giocattolo, e giocai anche quando capi' che voleva alzare il livello della sfida.
Le carezze col dorso della mano si trasformarono in una presa decisa, aveva il mio membro stretto tra le sue dita, mentre con l'altra mano incomincio' a toccare il suo seno.
Voleva guardare la mia reazione, voleva, forse, che la supplicassi di continuare, di iniziare a muovere su e giu' la mano che aveva su di me, ma, invece, lei quella la teneva ben ferma, mentre l'altra dal seno piano piano scendeva sino a giu'..
Potevo sentire, in quella strana connessione che aveva voluto creare, ogni singolo centimetro del suo corpo che andava via via accarezzando mentre delicatamente si inoltrava verso la sua passera.
La morbida sensazione mentre toccava la pancia, il piccolo sobbalzo sull'ombelico, la leggera ruvidezza della pelle appena rasata quando gia' era giunta alla meta finale.
Fu l'indice ad aprire la strada tra le labbra e ad iniziare a stimolare, piano piano, il clitoride, mentre le altre dita erano in quel momento spettatori, ma pronte ad intervenire.
Iniziata a toccarsi si mosse verso di me e verso la preda che teneva ben salda nell'altra mano.
Avvicinò il viso a circa cinque centimetri dal mio gonfio cazzo , lasciò leggermente la presa e tirò giù il prepuzio.
Iniziò a leccarmi il glande allo stesso modo in cui aveva iniziato a baciarmi, anche in questo caso voleva sentire se era di suo gradimento, e lo era.
Non lasciando mai la presa portò la sua mano verso il basso così da consentire di avere davanti ai suoi occhi, e alla sua lingua, il mio pene completamente scappellato.
Non esitò dal gustarlo tutto, usava solo lingua; evidentemente non ero , ancora, meritevole di potere entrare nella sua bocca.
Confuso tra cosa guardare prima, tra le sue dita che la masturbavano o la sua lingua che masturbava me, decisi di arrendermi.
Non avendo il potere di fare nulla, dovevo solo subire, mi abbandonai all'indietro e mi sdraiai sul telo mare.
La sentì finalmente prenderlo in bocca, potevo percepire, pur non vedendoli, i suoi movimenti con la testa mentre me lo succhiava.
Chiusi gli occhi per non so quanto tempo, cercavo di godermi il momento, trattenendo la voglia di venirle in bocca.
L'eterna lotta del maschio medio tra il desiderio di raggiungere subito l'orgasmo e la voglia di rendere duraturo un momento così eccitante.
Smise di colpo dal leccarmelo, cercavo di capire cosa volesse adesso, ma mentre mi ponevo la domanda sentì che stavo entrando dentro di lei.
Quanto mi stesse accadendo mi portò d'istinto a spalancare gli occhi ed essendo sdraiato con la testa rivolta all' indietro la prima cosa che vidi non fu lei che mi cavalcava, ma ciò che avevo sino ad allora solo sospettato.

Il ragazzo alle mie spalle, seduto su una duna, che si godeva lo spettacolo della sua lei che si muoveva sopra di me.
L'allontanamento in motorino, il cibo e l'accendino erano solamente una scusa per lasciarmi divertire con la sua ragazza pensando che con lui presente mi fossi limitato nei movimenti e nei desideri.
Si sbagliava.
Alzai le spalle cosi' da poterla abbracciare, ruotammo insieme, adesso era lei con la schiena sulla sabbia, presi la sua gamba sinistra e senza che i nostri corpi si staccassero mai, la feci ruotare così da poterla prendere da dietro.
Adesso eravamo entrambi con gli occhi rivolti verso lui, eravamo noi a guardare lui mentre io mi muovevo dentro di lei.
La cosa piacque molto sia a lei, ridendo mi diede dello stronzo, che a lui , il quale si tirò fuori dal costume il pisello e inizio' a toccarsi.
Quel ragazzo era veramente ben messo, sia come larghezza che lunghezza poteva fare invidia ad un attore porno.
Una coppia ed il suo guardone, solo che teoricamente dovevo essere io quello sulla duna, ed invece ero il fortunato vincitore della lotteria della fica.
Prendendola da dietro ogni colpo sentivo il mio corpo sbattere sulle sue natiche, i suoi gemiti se velocizzavo, le sue rimostranze se rallentavo.
Lei lo stuzzicava, lo invitava a guardare come veniva scopata da me e di quanto stesse godendo.
Mi piaceva come lo trattava, probabilmente anche io avrei voluto avere una volta nella vita una donna cosi', ma in quel momento avevo anche un altro desiderio.
La presi per i capelli portai la mia bocca vicino al suo orecchio e tenendola ben ferma e con forza le incominciai a mordere e leccare il collo.
Mi fermai e le dissi di chiamare il suo uomo e di farlo venire quì, volevo vedere quel cazzo all'opera....
Lei acconsentì, probabilmente si stava chiedendo quando le avrei fatto quella richiesta, fece un cenno col dito indice al suo uomo e gli fece capire di unirsi a noi.
Non perse tempo il ragazzo e camminando velocemente separava la distanza tra noi.
Era un pendolo, una coda di di cavallo che oscillava.. ma quanto cazzo l'aveva grosso quel tizio mi chiedevo.
Si mise davanti a lei in attesa di nostri ordini e lei non perse tempo per iniziare a giocare anche con lui.
Potevo vedere la delicatezza con cui iniziava a leccargli i testicoli, mentre con una mano teneva il membro in alto per non disturbare quello che stava facendo.
Le prendeva in bocca, le mordicchiava, le leccava, nel frattempo io continuavo a spingermi dentro di lei al ritmo dei movimenti della sua lingua che era il metronomo di questo rapporto a tre.
Prima adagio, poi andante arrivato al moderato stavo già esplodendo, l unico pensiero che avevo era riempire la sua fica del mio seme.
Lei probabilmente se ne accorse, sesto senso femminile, e con un rapido movimento sfilò via il mio membro dal suo corpo per mettersi esattamente al centro tra i due suoi giocattoli.
Con le mani ci tirò a se e simultaneamente a masturbarci. Voleva che entrassimo in competizione, chi per primo fosse venuto avrebbe perso il resto della goduria.
Mi sentivo come Davide contro Golia, Rocky contro Ivan che non può fare a meno che guardare il suo avversario dal basso verso l alto.
Un occhio inesperto avrebbe detto che non ci sarebbe stata storia, la vittoria sarebbe stata per il lungo attrezzo del ragazzo..
Per fortuna non tutte le sfide finiscono con la vittoria del favorito.
Le sue mani afferravano entrambi e facevano avanti indietro, avanti indietro.. un ritmo sostenuto, vibrante.
Lei, arbitro non troppo imparziale, rivolgeva lo sguardo al suo lui, quasi lo invitasse a perdere la sfida, aprì la bocca ed uscì la lingua quel tanto che basta da far impazzire qualsiasi essere umano penedotato.
Il suo seme bagnò il viso di lei, il collo il seno ed il telo da mare..una sborrata copiosa che lei si tolse delicatamente dal corpo, gustandola, senza mai lasciare la sua mano dal mio cazzo.

È proprio vero le donne sono tre passi avanti agli uomini.
Eccitata riusciva a fare più di una cosa contemporaneamente; il sesso "forte", al contrario, se il cervello posto tra le gambe è in piena attività, difficilmente riesce a fare qualcosa di diverso dal: avanti indietro, su giù.
Avevamo, comunque, un vincitore ignaro di quale fosse il premio per cui aveva lottato e vinto.
Si mise in piedi davanti a me, lasciò la presa e mi ordinò di continuare a toccarmi, obbedì.
Mentre con una mano si stimolava la fica, me la portò vicino alla bocca e mi fece capire subito cosa volesse....la mia lingua.
L avrei voluta mangiare, prenderla a morsi quanto era bella vedendola così da vicino, ma mi limitai ad obbedire e a fare quello che mi aveva chiesto.
Come i vincitori a fine gara hanno il privilegio di bere lo champagne direttamente dalla bottiglia , speravo a questo punto nello stesso trattamento, in fondo il mio successo l avevo poco prima avuto.
La mia lingua si muoveva tra l esterno e l interno, tra clitoride e labbra cercando di spingersi sempre più dentro
La baciavo, leccavo, i miei movimenti erano apparentemente precisi, ma in realtà ero solo ingordo in quel momento.
Ansimava, mi spingeva la testa, stringendomi i capelli, dentro di lei, si alzava sulle punte..non riusciva a stare ferma.
Sentì lui allontanarsi da noi, ma figuriamoci se ci feci caso, volevo solo farla venire.
Lei aumentò il ritmo con la mano sempre di più sino a quando giunse al frenetico attimo prima dell'esplosione di gioia.
Afferrandomi sempre per i capelli, mi portò indietro la testa e fui investito da una fontana di gioia.
Stava godendo ed era una doccia di piacere, nel frattempo io continuavo a masturbarmi, ma quella sorpresa fece venire anche me praticamente subito.
In contemporanea, ancora una volta, si creò una strana connessione.. entrambi a modo nostro stavamo raggiungendo l apice del piacere.
Squirtava e urlava di gioia, mentre io cercavo di riprendere fiato con difficoltà, visto quanto lei mi stesse bagnando in quel momento.
Pian piano allentò la presa su di me , si buttò a terra sfinita ed anche io la seguì distendendomi accanto a lei.
Tutti e due a pancia in giù, lei ancora aveva il respiro corto e la risatina facile, io le accarezzavo i capelli mentre mi domandavo, incredulo, cosa mi fosse accaduto quel giorno.
Non so se passarono secondi o minuti, ma fummo improvvisamente interrotti dal suono di un clacson.
Era lui che le disse che si era fatto tardi e dovevano andare, sbuffò ma lo assecondò.
Prima di alzarsi mi diede un bacio a stampo, mi sussurò qualcosa che non dimenticherò mai e lo raggiunse.
Vidi lei raggiungere il mare, farsi un bagno veloce, uscire in fretta dall' acqua, rimettersi il costume velocemente e senza neanche asciugarsi, salire sul motorino dove lui l attendeva.
Lui mi salutò , lei uscì il cellulare dalla borsa e si scattarono una foto mentre ripartivano con lo scooter.
Rimasi nuovamente solo in quella meravigliosa spiaggia con in testa le ultime parole dette da lei: " comunque piacere sono Lara". FINE
 

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