Racconto di fantasia La vera storia del Incest Club (I parte)

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1. Premessa.

Questa storia ebbe inizio nel 2008, quando Laura – una bellissima donna di provincia di 39 anni, simpatica, ruspante, alla mano, ottima mamma e brava moglie – decise di investire con il marito Augusto tutti i suoi risparmi in un'attività commerciale, un bar nel centro della cittadina dove viveva con i suoi due figli di 8 e 11 anni.

I primi tempi tutto filò liscio, ma poi arrivò una delle più gravi crisi economiche che l'Italia abbia mai conosciuto: il bar cominciò ad attrarre sempre meno clienti e a fatturare sempre di meno, e alla fine quella sventurata famiglia fu costretta a dichiarare fallimento.
Si susseguirono alterne vicende nella vita dei quattro, fino ad arrivare al 2021, quando Laura, alla soglia dei 52 anni, fu costretta a guardarsi intorno e a reinventarsi un lavoro.
La cosa non fu facile, anche perché alla sua età non era facile trovare qualcuno che le desse una nuova occasione di riscatto…
Così abbattuti, decisero a malincuore di lasciare l’Italia, e trasferissi in Spagna, nella regione della Navarra, a Tudela.

E lì, il fato volle che i figli, ormai cresciuti – ora avevano Marco 21 anni e Samuel 24 –, si trovarono dinanzi a una situazione che li fece riflettere.
Una sera, infatti, mentre erano nella loro camera e navigavano su Internet, per caso gli si aprì una pagina relativa alla pornografia, e da lì all’incesto il passo fu breve: c’erano centinaia e centinaia di siti dedicati all’alrgomento, e molti facevano riferimento proprio alla Navarra…

Cominciò Marco, che – rivolto al fratello – esclamò:
- “Ehi, Samuel, guarda qua… Certo che se ne vedono di porcherie!”.
Al che, il fratello accorse davanti al monitor e vide delle coppie di maschi e femmine che amoreggiavano… Poi, guardando meglio, si accorse che quelli erano dei consanguinei e più precisamente madri e figli, o anche padri e figlie…
Rimasero entrambi sbigottiti, e si dissero, così, tanto per ridere:
- “Pensare se lo facessimo anche noi con nostra madre! Ahahah…”.
Passato la vena goliardica, Samuel rimase senza parole, muto e pensieroso… Poi, pensando anche che i rapporti tra i lor genitori erano ormai molto freddi, disse al fratello:
- “Marco, e se fosse questa la svolta per la nostra famiglia? Se aprissimo un’attività così… Che ne sono… Tipo… Un topless-bar, magari dove si mangia anche e si fanno degli spettacolini piccanti?”.
L’altro fratello, sconvolto più di quando scoprirono quella realtà, rispose:
- “Ma sei matto? Ce la vedi nostra madre? Non oso nemmeno immaginare quale potrebbe essere la sua reazione se solo gliene parlassimo… Però… Certo che, a quanto pare, è una cosa che tira parecchio…”.
- “Beh”, concluse Samuel, “peggio di così non può andare, io provo a parlargliene… Mica faccio niente di male?”.

E fu così che il ragazzo avviò un meccanismo che cambiò nuovamente la vita di quella famiglia...

2. La svolta.

La famiglia di Laura non era certo una famiglia di educande, e in casa la donna era molto ammirata, si direbbe quasi “corteggiata” dai figli, i quali – di nascosto dal marito che la trascurava, preso com’era da mille preoccupazioni – spesso allungavano le mani su di lei, uno preferendo il suo splendido “lato b” e l’altro le sue enormi tette, godendosi delle fantastiche spagnole tra tette e chiappe.
Lei, all’inizio, si sentì sinceramente un pò seccata di tutte queste “attenzioni”, di concedere ai figli quei palpeggi che invece negava al marito, ma poi finì per sentirsene lusingata: se due ragazzi giovano erano rimasti colpiti dal suo corpo, voleva dire che si manteneva ancora piacente!

E fu proprio di questo “clima” permissivo che Samuel seppe approfittare, e parlò lealmente alla mamma della “scoperta” che aveva fatto insieme a suo fratello:
- “Sai mamma, ieri sera con Marco siamo capitati per caso su alcuni siti porno molto particolari…”.
- “Ah si?”, rispose incuriosita Laura, “che porcelloni che siete!... potrei offendermi, comunque, ora non vi basto più io…”.
- “Ma no, mamma, ma cosa vai a pensare”, replicò lui, “era per dire…”.
- “Lo so, lo so… Scherzavo… In fondo è giusto che vi facciate un’idea che vada oltre la mamma…”, continuò sorniona Laura.
- "Mamma, tu sei una bellissima donna, ma non è di questo che ti volevo parlare...".
- "Ah no, e di cosa?", gli rispose Laura sempre piĂą incuriosita.
- "Ti dicevo di quei siti... Beh, non ci crederesti, ma ci sono posti qui vicino dove si fanno cose incredibili... Madri e figli, padri e figlie... Insomma… mi hai capito? Sesso in famiglia...".
- "E con questo? Ma lo sapete che questo si chiama incesto?", ribatte preoccupata di possibili richieste “anticonformiste” la donna.
- "No, vedi mamma... Pensavamo... Forse, potrebbe essere un'occasione per risollevare la situazione della nostra famiglia, e ritrovare una certa sicurezza economica...", le azzardò il ragazzo.
- "Fammi capire, Samuel, vorreste fare e farmi fare sesso a pagamento?", gli disse lei sempre più allarmata, e guardandolo negli occhi continuò:
- "Quello che succede a casa, con te e tuo fratello, deve restare tra noi, nemmeno vostro padre lo sa e non dovrà mai saperlo… Scordati che io faccia la puttana per soldi!”.
- “Mamma, stai scherzando? Noi non pensavamo affatto a una cosa del genere… Se mi fai continuare, ti spiego meglio”, le disse, quasi offeso, il figlio.
- “E continua… Tanto già so che non sono cose per me…”, sospirò Laura.
- “Dunque”, fece Samuel per nulla affatto scoraggiato da quella reazione, “ti dicevo che questi locali stanno andando forte, richiamano una quantità di gente incredibile… Sono ristorantini gestiti da donne di tutte le forme, in topless, che servono ai tavoli… E in alcuni momenti offrono degli spettacolini particolari alla loro clientela… Ovviamente, papà si occuperebbe della cassa, non lo potremo umiliare facendolo stare in sala, li ci saremo io e Marco con te e con un paio di ragazze ad aiutarci”.
- “Ah, ecco… Vedo che hai già pensato a tutto… E ovviamente, io dovrei essere lì in topless a farmi mangiare da quella razza di depravati…”, lo osservò minacciosa lei.
- “Beh, con quel popò di tette che il buon dio ti ha dato…”, disse Samuel lasciando cadere così il discorso, ma dandole una eloquente risposta.
- “In fondo”, riprese il giovane, “qui non siamo in Italia, e vedrai che nessuno ci giudicherà male, anzi… E poi, hai una migliore idea per fare soldi? Qui, tra un po’, saremo ridotti alla fame…”,
Laura, a quelle parole che rispecchiavano esattamente la pura e semplice verità, non seppe che replicare, e – “obtorto collo” – accettò la proposta dei suoi ragazzi.

Nei giorni a venire, si assunse la responsabilità di parlare con altrettanta franchezza con il marito, il quale alla fine – benché umiliato – diede il suo assenso.
Tutti e quattro misero insieme i loro pochi risparmi, sufficienti però a mettere in piedi una attività modesta ma funzionale.

Aprirono, quindi un bar molto particolare, un topless-bar, che chiamarono – per aggiungere un altro po’ di pepe all’immagine – "Incest Club", e dove si servivano ottimi cibi italiani.

3. Debutto nel mondo dell’hard.

Incassato il consenso del marito, Laura – che era una “macchina da guerra” nell’organizzare ogni cosa – cominciò da se stessa…
Si chiuse in camera, e dopo essersi tolta la camicetta e il reggiseno si avvicinò allo specchio. Per la prima volta dopo tanto tempo, avvertì davvero di essere sola con il suo corpo: non si sentì affatto desiderabile, anche se ultimamente – da quando aveva iniziato a lavorare a quel progetto – aveva iniziato a prendersi un pò più cura di se stessa.
Osservò con attenzione tutte le curve del suo corpo nudo, forse in cerca dei soliti “difetti” da donna: smagliature, cellulite, peli superflui… E per la prima volta, dovette ammettere che anche dopo i cinquant’anni il suo fisico non era niente male.
Si sentì attraente, bella, felice e seducente… Nello specchio vide riflessa una donna “nuova”, con un corpo dolcemente formoso; si strinse le grosse e sode mammelle, rigate dal reggiseno che come sempre le stringeva troppo… Si diede una bella palpata per accertarsi che fossero ancora in grado di non sfigurare… Erano ancora delle tette da urlo, prese a giocarci come farebbe un uomo e come aveva fatto mille e mille volte Marco… Diede una bella shakerata, verificando che i suoi gonfi, bellissimi attributi avrebbero potuto fare ancora egregiamente il loro lavoro…
Prese a strizzare i polputi capezzoli, sollevò le mammelle ed iniziò a succhiarli, quasi a mungerli, per poi accarezzarli delicatamente.
Poi si ritrovò a posare quelle mani indagatrici sui fianchi sufficientemente abbondanti, a stringerli forte, a muoverli, e a provarne piacere.

Alla fine di questo spietato “esame”, scendendo spontaneamente la mano nella vagina, la estrasse e la sentì completamente bagnata… Laura era venuta al solo contatto con il suo corpo!

Soddisfatta, si autopromosse, aprì la porta e tutta raggiante chiamò a sé i suoi ragazzi:
- “Bene, porcelloni miei, avete voluto coinvolgermi in questa pazzia? Ora dovete mettervi al lavoro… Vostro padre si occuperà della parte finanziaria, mentre voi sarete con me in sala… E vedremo se saprete controllare la gelosia per le tette di vostra madre”, li sfidò con una punta di orgoglio.

Il locale scelto era una grande sala di circa 50 metri quadri, con un bel bancone stile inglese e una trentina di tavoli, e in breve tempo l'attività cominciò a guadagnare molto bene.

A quel punto, in sala non fu più sufficiente il lavoro di Laura e dei suoi due figli, e si rese necessario – per prestar convenientemente attenzione alle necessità di tutti i clienti – assumere altre due ragazze che rispondessero alle caratteristiche del “bar”…

4. Assunzione al risto-club.

Marco e Samuel, ricevute le istruzioni del caso dalla loro mamma, andarono a ripescare quei siti internet da cui tutto era cominciato, e – trovati i giusti contatti – pubblicarono un annuncio:
“Incest Club cerca due cameriere, età massima 30 anni, eventualmente disposte al sesso, se interessate presentarsi domani in mattinata, ore 10,00”.

Il giorno dopo, all'ora prestabilita, il club pullulava di avvenenti candidate di tutte le forme, alte e basse, grasse e magre, piĂą o meno tettute...
Le ragazze furono condotte in una stanza, dove dovettero aspettare qualche minuto.

Al momento opportuno, entrò Laura che – accompagnata dai ragazzi – si presentò immediatamente:
- Buongiorno, io sono Laura, la proprietaria del locale, e loro sono i miei figli. Noi tre insieme esamineremo le vostre capacità, e se tutti noi risulteremo soddisfatti allora il posto sarà vostro! Vi dico subito che due sole saranno le fortunate... ”.
Poi, prese la parola Samuel, che mise in chiaro quali erano le loro richieste:
- “Cerchiamo delle cameriere disposte a tutto, nel vero senso della parola”.
Nella stanza cominciò a levarsi un brusio crescente, e si udirono frasi tipo: “Sono disponibile a qualsiasi cosa...”.
Allora, Marco puntualizzò:
- “Carine, questo non è un ristorante qualsiasi, dovete guadagnarvelo il posto! Ma se siete davvero disposte a tutto, state tranquille che ci divertiremo! Ora, togliete le magliette e, per chi lo porta, il reggiseno... ”.
Un altro brusio accompagnò quella richiesta, al che Laura sbottò mettendole tutte a tacere:
- "Ma che vi credevate, avete letto bene l'insegna del locale? Perciò, se volete rimanere, fate come vi è stato detto, altrimenti siete libere di andarvene!".
Ovviamente, tutte rimasero e fecero come le era stato ordinato, e – ad una ad una – sfilarono davanti agli" esaminatori"... Si videro tette di ogni specie, foggia e dimensione, e alla fine furono scelte Jenny e Valentina.
Jenny, aveva 20 anni, era una ragazza piccolina, magra sui 47 kg, carnagione chiara, piercing al naso, capelli di colore giallo lunghi fino al sedere, occhi chiari, seconda misura di seno con areole fine e dei capezzoli poco sporgenti ma sempre turgidissimi come due chiodi, fisico da modella e un culetto tondo, pelle liscia come quella di un bambino, e labbra carnose a forma di cuore.
- "Una bocca perfetta per farei pompini", pensò tra se e se Samuel...
Valentina, invece, 30 anni, non tanto alta, aveva un fisico formoso ma non grasso, con qualche chilo in piĂą nei punti giusti, ben tornito, una quarta abbondante di seno con areole in rilievo grandi e scure, pelle abbronzata, fianchi ampi e pieni.

Congedate le altre, alle due prescelte fu poi chiesto di denudarsi completamente e di mostrare il resto dei loro corpi... Cosi, uscì fuori che mentre Jenny aveva una fichetta assolutamente rasata, Valentina portava una bella e folta pelliccia riccioluta.

Gli dissero che potevano iniziare il giorno dopo, ma solo se accettavano di stare in sala in minigonna e senza mutandine.
Alla loro richiesta di spiegazione, Samuel rispose:
- “Perché se qualcuno vuole toccarvi il culo o farvi un ditalino mentre aspetta di essere servito, deve poterlo fare...".

5. La prova generale.

Quella giornata era stata molto impegnativa, i ragazzi erano ancora esaltati dopo la visione di tutte quelle meraviglie, e anche Laura – sotto sotto – non era rimasta indifferente...
Sicuramente la clientela sarebbe rimasta soddisfatta, e maschi e femmine avrebbero trovato quei due prelibati bocconcini un'offerta decisamente all'altezza delle aspettative.
Per non parlare della nuova "apertura" verso altre mamme e figli o papĂ  con le loro figliole, o ancora intere famiglie che si erano giĂ  prenotate per l'inaugurazione...
Per contro, associazioni a tutela della famiglia – che nella "Cattolicissima Spagna" non mancavano – si erano mobilitate contro quel “locale di perdizione”.
Alla sera, però, tutto era sistemato, e pronto per l'indomani, il grande giorno, e pure le locandine con le due fanciulle in topless invasero la cittadina... Solo la succulenta mise di Laura era tenuta nascosta, e sarebbe stata la "bomba" di cui si sarebbe parlato per molto tempo.

Così, la famigliola, rinfrancata dalle interessanti prospettive economiche, poté andare a dormire e a ritemprare le forze.
Ma qualcuno, in quella casa, era ben desto...
Infatti, mentre i ragazzi si trovavano nella loro stanza a chiacchierare delle forti emozioni di quel giorno al tramonto, Laura – che vestiva un body sexy nero e quasi trasparente, sopra al quale aveva indossato una vestaglietta bianca lasciata volutamente aperta – aprì la porta e rimanendo sull'uscio gli chiese:
- "Posso (entrare)? Forse stavate per mettervi a dormire...".
Ma Samuel, il piĂą sveglio dei due, le rispose:
- "Mamma!, vieni pure, siediti qui vicino sul letto...".
Allora lei, richiudendo la porta dietro di sé, si accomodò in modo da avere vicino entrambi i suoi ragazzi.
C'era un gran silenzio in quella camera, e si percepiva l'imbarazzo di tutti... Di lei che non riusciva a rivelare la vera ragione di quella visita, e dei giovani che avrebbero voluto sfiorare con le loro mani il piacente corpo della loro madre...
A un certo punto, inaspettatamente, fu Marco, a rompere il ghiaccio:
- "Senti, mamma... Insomma... Pensavo che… visto che domani si inaugura, potremmo fare qui una specie di prove generali... Potresti, insomma... Sì, mostrarci il tuo topless!".
E Samuel, incoraggiato dalla spontaneità del fratello, continuò su quella linea:
- "Sì, dai, così potremmo aiutarti a passarci sopra la tua lozione tonificante... Domani devi essere la più bella e provocante...
Laura, in un certo senso se l'aspettava una richiesta del genere, e così, abbassando lo sguardo, si schernì:
-"Alla mia età... Guarderanno tutti quelle due ragazzine... E forse è meglio così...".
Ma il ragazzo tornò ad incalzarla:
- "Vedrai che sarai tu la piĂą ricercata... Comunque, non vuoi mica dire che ti vergogni con noi?".
E così dicendo, le sfilò delicatamente la vestaglia baciandole delicatamente le spalle, mentre il fratello si accingeva a fare la stessa cosa con le bretelline del reggiseno...
La donna, provò – senza nemmeno crederci troppo – a mettere in gioco una stanca resistenza, ma infine lasciò che il sangue del suo sangue potesse contemplarla, restando dinanzi a lei in uno stato di serena incoscienza.
Non era certo la prima volta che Samuel vedeva quelle grosse mammelle, ma ogni volta che le aveva lì a pochi centimetri dal suo volto si sentiva come quando da bambino lei lo allattava...
Ne afferrò una con tutte e due le mani e si attaccò al capezzolo, cominciando a succhiare con forza.
Nello stesso momento, imitando il fratello, anche Marco si prese cura dell’altra tetta rimasta libera.
Laura, ebbe un fremito lungo la schiena... Strappò dalle labbra i capezzoli a quelle bocche affamate, e disse loro:
- "Beh, vi sembrano bisognose di una lozione?".
I due si guardarono per un attimo e poi, all'unisono dichiararono:
- "Nooooo...".
Samuel fu il più lesto, e si calò in un sol colpo i pantaloncini del pigiama e le mutande, lasciando il suo membro libero di ergersi tra quei magnifici promontori.
Erano tutti in preda a un'eccitazione indescrivibile, così che Laura prese le due mammelle e con esse serrò il cazzo del maggiore, il quale la supplicò:
- "Oh, mamma… Quanto sono morbide...".
Lei, però, ormai non lo ascoltava più; prese a pompare tra i suoi seni, finché non si accorse che il ragazzo stava per cedere al piacere...
Fu allora che, guardando con tenerezza materna Marco, si avvide che lui stava aspettando pazientemente il suo turno: sapeva, infatti, che la genitrice lo avrebbe accontentato...

E così fu… Mollò Samuel e – dopo essersi girata di spalle – lasciò che Marco compisse il suo consueto "rito": le abbassò il perizoma e le allargò le natiche, e infine vi posò nel mezzo il suo bel cazzo pulsante.
Sollevandosi e abbassandosi con il bacino, Laura diede anche a lui questa particolare scarica di libidine.
Il ragazzo le strofinava il frenulo contro il suo sfintere increspato, e lei sentiva crescere la dimensione di quella cappella, finché non decise di dire basta anche a lui come aveva già fatto con l'altro figlio...
Mentre – pur non avendo raggiunto l'orgasmo nessuno dei tre – erano tutti sfiniti, Laura si rimise il perizoma, vestì di nuovo la vestaglietta, e senza dir null'altro uscì dalla stanza...

I ragazzi sapevano che quello era il suo modo discreto di ringraziarli per averla fatta sentire ancora una volta femmina, sopperendo alle assenze sempre piĂą frequenti del marito.

6. Il "grande giorno".

Quella sera, l'atmosfera era elettrizzante, e la famiglia di Laura sapeva che non avrebbe potuto sbagliare...
Augusto, come previsto, si era giĂ  sistemato alla cassa fuori dalla sala, mentre i due ragazzi facevano le "maschere" accompagnando in sala gli ospiti. Di Laura e delle due sexy cameriere, invece, si erano perse le tracce...
La musica dentro era giĂ  alta, e la sala affollata rimandava una confusione incredibile.
Dietro il bancone semicircolare non c'era ancora nessuno, ma dalla porta socchiusa entrò finalmente Laura.
Indossava una semplice gonnellina bianca a pieghe, corta ben al di sopra del ginocchio, con un paio di stivaloni di velluto a mezza coscia. Sopra, un top chiuso sul davanti – con generosa scollatura e con la parte sotto che arrivava molto sopra l'ombelico – mostrava esplicitamente che non portava nessun reggiseno, dato che i capezzoli spingevano forte da sotto il tessuto, e questo fece sì che tutti non le togliessero più gli occhi di dosso.
Aveva un trucco pesante, da scena, e un rossetto color viola.
In mezzo alla sala, sovrastata da un grande lampadario di cristallo, c'era qualcosa che assomigliava a una pista da ballo ma che invece poi si sarebbe rivelato il palco per le esibizioni.
- "Buonasera, signore e signori", esordì lei con un sorriso smagliante, "e benvenuti al Incest Club... So che l'attesa è stata lunga e che le aspettative non sono da meno, ma stasera, vedrete, non vi deluderemo. Innanzitutto, voglio presentarvi i miei principali collaboratori, che avete già avuto occasione di vedere e che vi hanno accompagnato ai tavoli, Marco e Samuel".
Dal pubblico si alzò un applauso più che altro di circostanza.
Poi, la musica cambiò, divenne più dolce, e si accesero le luci stroboscopiche.
Laura, allora, riprese con le presentazioni:
- "Ci sono poi Jenny e Valentina, le nostre e vostre cameriere...".
E le due ragazze fecero il loro ingresso tra gli applausi decisi degli avventori...
Indossavano una specie di "divisa", fatta di una minigonna ancora più corta di quella di Laura, e sopra una specie di elegante sipario che – non avendo nulla che somigliasse a un reggiseno – con delle paillettes dorate copriva a malapena i capezzoli, che di tanto in tanto – quando le ragazze si muovevano – facevano capolino...
Laura cominciò poi a presentare lo spirito del locale, e alla fine disse:
- “Bene… Ora vi lascio alla vostra cena, e a presto…”.

Detto ciò, la donna, con assoluta indifferenza, si levò il top che rivestiva il suo seno ed andò a prendere posto dietro al banco del bar… Tutti si voltarono verso di lei, e centinaia di occhi le si posarono immediatamente addosso, sfolgoranti di venerazione e di voglia repressa.
Dopo di che, ad uno ad uno si approssimarono al bancone, e con la scusa di un aperitivo cominciarono ad allungare le mani e sfiorare quelle magnificenze nude fino ai fianchi. Laura ebbe un brivido, e istintivamente fece per tirarsi indietro. Non era abituata a quel genere di “apprezzamenti” se non da parte dei suoi figlioli, ma la presenza dello scaffale dei liquori dietro di lei le impedì ogni movimento.
Mamma mia in che pasticcio si era cacciata! In quel momento si sentì morire… Abbassò il capo, poichè aveva le guance rosse dalla vergogna... e d’altra parte, anche i capezzoli erano lì a raccontare il suo stato emotivo…
Allora, Samuel, che aveva visto tutta la scena, intervenne, le si avvicinò e le sussurrò all’orecchio:
- “Forza mamma, fai come hai fatto ieri sera con me…”.
Laura fece un respiro profondo… avrebbe voluto sprofondare, ma non poteva negare l’eccitazione che stava provando. Gemette, e stava morendo di piacere e di vergogna…. Ormai li aveva tutti intorno, incuriositi, e alla fine riconobbe anche che quel “supplizio” non era poi così drammatico.
Si guardò le tette, e constatò che il primo avventore stava già allungando le mani. Le posò sul suo pancino, ma un attimo dopo salì su e, con entrambe le mani, prese possesso saldamente dei suoi seni. Li prese dal basso e chiuse le mani su di loro.
Laura non disse nulla, ma i suoi capezzoli si erano fatti irti come spilli, e quelle dita scivolarono – con studiata lentezza – sulla sua pelle senza lasciarsi sfuggire nemmeno un centimetro.
Tutto si svolse in silenzio, e quegli uomini e quelle donne non aspettavano altro che venisse il loro momento. Piano piano, si avvicendarono sulle tette di Laura, e ordinatamente se ne ritornarono al loro posto.
Le pietanze che furono proposte erano veramente abbondanti, gustose come Jenny e Valentina che – svolazzando eleganti tra i tavoli – le servirono per tutta la serata.
Infatti, alla sorpresa di Laura nuda al bar si aggiunse – non meno inattesa – quella delle due ragazze che (dopo la presentazione iniziale) si “esibirono” in sala così come le loro mamme le avevano fatte, con un fisico da urlo.
Acclamate, si avvicinavano ai tavoli completamente nude, a prendere le ordinazioni, ad apparecchiare pane e bibite, a inoltrare i piatti che erano stati ordinati, mostrando – apprezzatissime dal pubblico – le loro grazie, coperte solamente da un piccolo grembiule a coprire il pube e da un paio di calze e reggicalze estremamente irresistibili…
Quando si appoggiavano ai tavoli, le tette le scivolavano in avanti, restando “appese”, belle dondolanti, e i clienti non riuscivano ad esimersi dal toccarle i capezzoli che – man mano che la serata procedeva – si facevano sempre più duri.
Durante quella sera, più volte si abbassarono e andarono sotto i tavoli a fare dei lunghi e superbi pompini a qualche uomo o – se richiesto – a leccare con estremo piacere di entrambe le parti fiche gocciolanti di piacere…
Per non parlare della sorpresa dopo il dessert, costituita dal cosiddetto “caffè macchiato speciale”, e cioè allungato sul posto dagli abbondanti umori vaginali delle ragazze…

7. Si aprono le danze.

Ma questo era ancora poca cosa in confronto a ciò che stava per accadere…
Infatti, quando tutti furono sazi, a metà serata ecco che Laura uscì fuori dal suo “rifugio” dietro al banco-bar.
A seno scoperto e imperlato da minuscole goccioline di sudore, era davvero una meraviglia… Si muoveva, gesticolava, ma quella quinta misura di tette era ferma, quasi immobile, sul suo possente busto.
Riprese in mano il microfono:
- “Gentili ospiti, mi auguro che la serata sia stata fin qui piacevole… Ma ora viene il bello… Il nostro locale non si chiama Incest Club a caso: l’incesto, per noi tutti presenti è quasi una ragione di vita, e stasera potrete goderne… Prima, però, voglio presentarvi quello che sarà, tre volte a settimana, lo svolgimento di questa parte di serata… Ebbene, il Lunedì, come oggi, è la serata del sesso orale, che sarà praticato su tre clienti pescati a caso; il Giovedì, sarà la serata della spagnola, e sarà praticata – sempre su sorteggio – ai tre clienti che saranno stati capaci di offrirmi i loro migliori e più galanti apprezzamenti; il Sabato, poi, sarà la volta del rapporto completo, uno spettacolo in cui mi esibirò per il vostro piacere; infine, la domenica, che sarà la serata dell’incesto libero, dove sarete voi i protagonisti… portate con voi figli e figlie, nipoti e cugine, basta che sia incesto!”, esclamò teatralmente Laura…

FINE I PARTE.
 

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