Racconto di fantasia La vera storia del Incest Club (II parte)

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8. Sesso orale al “Incest Club”.

Ebbene, dopo quella lunga presentazione, che comunque agli ospiti non era affatto dispiaciuta, se non altro per poter continuare ad ammirare Laura, si passò ai fatti…
Fu portato dalle due cameriere, sempre completamente nude, un divanetto basso color porpora, mentre Marco e Samuel girarono per la sala a distribuire a ciascuno dei presenti dei bigliettini recanti scritti dei numeri.
Laura, intanto, aveva preparato tutto per l’estrazione, e – una volta che tutti ebbero tra le mani il loro foglietto – iniziò il sorteggio:
- “Primo estratto è il numero…. 65!”, proclamò a voce alta.

Il fortunato si alzò ed avanzò nella direzione di Laura… Era un maschio sui 35 anni, sposato (la consorte era anche lei presente in sala), bassino, qualche chilo di troppo e pochi capelli.

Laura lo accompagnò al divano, lo fece sistemare comodamente, e poi scrutò con aria di finta sfida tutti i presenti.
Poi disse:
- "Signori… Anche questo, è "Incest Club!".
Si accovacciò davanti all'uomo, poggiò le sue mani sulle ginocchia di lui, e dopo avergliele leggermente divaricate vi entrò nel mezzo. Gli slacciargli la cintura dei pantaloni, li sbottonò velocemente, e in un colpo solo li tirò via insieme ai boxer che portava...
Laura, che fino a quel momento aveva assunto in una ruolo “professionale”, sgranò gli occhi... Accolse tra le mani quel biscione flaccido di circa 20 centimetri, e gli mollò un deciso colpo di lingua proprio sul filetto.
Poi, scese più giù e quasi si “mangiò” voracemente le palle, e quando le ebbe tutte in bocca cominciò a succhiare...
Ormai le mani non le servivano piĂą, lavorava solo di bocca, e ad ogni aspirazione l'asta si ergeva dinanzi ai suoi occhi sempre piĂą risoluta.
Infine, liberò dalle sue fauci quella appetitosa massa di carne, e proprio allora incrociò lo sguardo con quello del figlio Samuel, il quale nel frattempo non si era perso nemmeno un istante di quell'esercizio.
Il ragazzo, come se quello fosse stato un segno precedentemente concordato, le fece "pollice su", e lei allora ingoiò la cappella di quel cazzo e se la spinse fino in gola, per poi pomparlo senza pietà.
Da donna esperta, non le fu difficile comprendere quei segni inequivocabili che precedevano l'eiaculazione...
Immediatamente, si bloccò, e ansimante abbandonò la presa. Poi, prese per mano il cliente, lo fece alzare mostrando il suo stato di eccitazione davanti ai presenti, e ne ricevette uno scrosciante, convinto applauso...

Premiato il primo estratto, Laura tornò a estrarre un secondo numeretto:
- "Il secondo fortunato è... il numero... 32!".
Questa volta ad accostarsi al sofĂ  fu un maschio poco piĂą che ragazzino... Doveva essere appena maggiorenne, anche se dimostrava 16 anni al massimo...
In sala, poi, era con la mamma, la quale – senza riflettere sull'imbarazzo che avrebbe creato nel ragazzo – gli urlò:
-" Vai... E fai come ti ho insegnato!".
Laura rimase molto infastidita da quegli schiamazzi, e così, in accordo con Marco che questa volta gli mostrò il "pollice verso", stabilì di sbrigarsela in quattro e quattr'otto, a discapito di quel povero adolescente...
Gli si avventò sopra come una pantera affamata sulla preda, rovistò brutalmente nelle mutande, e cacciò fuori un membro a dir poco rattrappito, forse a causa proprio della vergogna provocata da quell'atteggiamento sfrontato delle due donne.
Cominciò a praticargli una pompa che sembrò più una pratica di “rianimazione”, con un'energia tale che il ragazzo non ebbe neanche il tempo di raggiungere una decenza di erezione, ma venne all’interno del prepuzio che ancora avvolgeva interamente la cappella.

Nemmeno un accenno di compiacimento da parte di Laura, né di approvazione del pubblico, e la donna fu di nuovo pronta per decretare chi fosse il terzo ed ultimo favorito dalla sorte per quella prima serata:
- "Terzo estratto... Il numero 77!".
Sulle prime, nessuno si mosse, e in sala cominciò a crescere un certo desiderio di sapere.
Dopo poco, vinto un certo timore, si alzò una donna sui 40 anni, e si diresse verso Laura...
Non era una bellezza da far girare la testa, ma una donna normalissima, leggermente nervosa per la situazione che si era creata, e la sua eccitazione era ben palpabile...
Bionda, occhi chiari, una carnagione lattea, abbondante nelle forme, soprattutto i fianchi, come si poteva intuire da sopra una gonnellina non piĂą lunga di quella di Laura.
Entrambe non sapevano che fare o che dire, quando Samuel prese velocemente il microfono e annunciò:
- "Beh, il destino ha voluto regalarci stasera una bellissima situazione... Mia mamma, premierà questa donna come ha fatto con i due uomini che l'hanno preceduta... Certo, è una prima volta anche per lei, perciò facciamole un bell'applauso...".
Quelle parole, scatenarono il pubblico, e così Laura – avuto il muto consenso del figlio – accolse l'altra con un sorriso che solo una donna sa riservare ad un'altra donna...
La fece sedere, poi le sollevò la gonna e con evidente stupore dovette constatare che non aveva le mutandine.
Laura non aveva mai avuto rapporti lesbo, ma stranamente si sentì attratta da quella femmina... Le sue cosce possenti, ben strutturate, le procurarono un forte fremito lungo la schiena, e percepì nuovamente i capezzoli irrigidirsi.
Il profumo intenso e penetrante di quella vagina la attirò a se... Era bionda e pelosa, e Laura cominciò a "scartarla" come un bellissimo regalo, ad aprirla, accogliendo tra le sue labbra le grandi labbra della donna.
Le piaceva, aveva un sapore incredibile, e piĂą la penetrava a fondo con la lingua, succhiandole il clitoride, e piĂą si allagava tra quelle splendide cosce...
Quando finalmente risalì in superficie, quella bellissima pelliccia era ormai inzuppata del suo piacere, e lei esausta, con i muscoli della faccia che le dolevano.
Si rialzarono entrambe, e la quarantenne – dopo essersi risistemata la gonna – tornò al suo posto.

Laura, invece, si riprese il centro della scena, e da lì si avvicinò a Samuel. Lo prese sottobraccio, e – platealmente – disse a tutti:
- "Gentili ospiti, grazie a tutti... La prima serata al Incest Club finisce qui. Prima, però, di congedarvi, con la collaborazione di mio figlio voglio darvi dimostrazione di come si fa e si riceve una vera pompa in un rapporto incestuoso".
E posto il giovane al centro fece quanto aveva già compiuto con gli altri due, spogliandolo dal bacino in giù; poi, quando fu pronto, prese tra le sue mani il grosso cazzo del ragazzo che era già altamente eccitato, e vi si dedicò con amore di madre, pompando e leccando, succhiando e stimolandolo in ogni dove quella stanga di 20 centimetri.
Stavolta, pero, non si trattenne, e – con il glande tra le labbra - non smise di stimolarlo finché una ripetuta serie di eruzioni non le riempì la bocca di calda e densa crema.

Ingoiò e ripulì fino all’ultimo grumo, poi – con le tette che seguivano ancora il ritmo del suo ansimare – si alzò in piedi e passò tra i tavoli a salutare per l'ultima volta ciascuno, lasciando che le toccassero i capezzoli, tornati finalmente morbidi e carnosi.

9. Una spagnola… per due.

Lavorare in un locale del genere stava piacendo moltissimo a Laura.
Oltretutto, quanto era avvenuto Lunedì stava facendo parlare tutta la cittadina, era un’occasione unica, e già il giorno dopo – un giorno “tranquillo”, in cui il cibo fu l’unica vera attrattiva, in attesa del secondo round di sesso – si dovette registrare un vero e proprio pienone.

Tutto ciò, comunque, non fu niente a confronto di quanto sarebbe successo per la serata del Giovedì, quando Laura era attesa da una nuova prova di sensualità.

Mancava poco allo spettacolo di metà serata, e la donna si stava preparando nel suo camerino per quell’appuntamento: quella sera, infatti, si sarebbe presentata – ancor di più – in “tenuta da combattimento”, esibendo già le tette di fuori e le cosce di una tonicità incredibile per la sua età.

Quando Laura apparve in sala – nonostante fosse la serata “a sorpresa” –, non c’era più un posto libero, e quella situazione inaspettata le provocò un particolare stato di eccitazione, che le diede fin da subito la carica giusta per catturare l’attenzione.

Dopo l’ormai “solito” applauso d’ingresso, Laura domandò:
- “Buona serata a tutti… Siete pronti? Siete caldi? E quanto? Ora lo vedremo subito…”.
Poi, vedendo che sui tavoli c’erano dei foglietti colorati e delle penne, riprese:
- “Bene, bene… Vedo che vi è stato già distribuito il materiale per scrivere… Ora voglio che ciascuno di voi metta giù cosa vorrebbe che io facessi per voi… Attenzione, perché i primi due che si avvicineranno di più al tema della serata vinceranno il premio…”.

Intanto l’orchestra stava suonando una musica di sottofondo, e la donna si avvicinò al banco-bar per sorseggiare un bicchierino di whisky che la liberasse definitivamente dai piccoli freni inibitori che ogni volta che saliva su quel palco la prendevano con un groppo alla gola.
Tutti gli ospiti erano intenti a pensare qualcosa di originale, e anche le donne e le ragazzette presenti non si tirarono affatto indietro, memori della carica di adrenalina – e dell’invidia – che avevano provato il Lunedì precedente nel vedere quella signora quarantenne andare su di giri quando Laura le aveva leccato la fica… Tutto questo, benché fossero consapevoli che loro non avrebbero potuto partecipare alla “gara”…

Dopo un po’ di tempo, suonò una campanella, e Jenny e Valentina – sempre nel loro “abito” usuale – passarono a raccogliere i bigliettini.
C’era di tutto: chi si augurava una totale denudazione, chi invece che lo prendesse nell’ano, chi una seduta di BDSM o di pissing…
Alla fine, ma non senza fatica, si riuscì a trovare due persone che chiesero proprio l’esibizione che era il tema scelto da Laura.
Volteggiando nella sala, consapevole del fatto che gli occhi di tutti non gli si sarebbero staccati di dosso, gridò:
- “Un momento di attenzione signore e signori… Abbiamo i vincitori! Il primo è… il signore del tavolo n.12”.
Attese un breve applauso, poi continuò:
- “Il signore, ha scritto: stasera ci verrà offerta una scopata tra le tette… Esatto, proprio così… E allora, accogliamo il signor Alessandro, che può accomodarsi sul divano…”.
Alessandro, non se lo fece ripetere due volte: si alzò dal suo posto e a passo veloce andò a sedersi dove Laura gli aveva indicato.
Allora la donna prese a chiedergli:
- “Benvenuto Alex… Ma tu sei attrezzato per queste robe qui?”, ed indicò le sue mammelle che parevano essere più grosse che mai…
E lui, stando al gioco:
- “Beh, vediamo subito… proviamo!”.
Laura, sentendosi pronta per quel “gioco”, gli disse:
- “Spoglia la tua attrezzatura… al resto ci penso io…”.
Restò un attimo a riflettere, e si sorprese di essere stata capace di usare espressioni così volgari…
Si trovò di fronte un magnifico cazzo, che a pensarci bene avrebbe quasi ridicolizzato quello di Samuel, e colta improvvisamente da una fitta in mezzo alle gambe crollò a terra ed esclamò:
- "Dio santo e misericordioso!, questo coso è di una bellezza infinita... Non so se le mie tette saranno in grado di gestirlo!".
Erano, infatti, 32 centimetri da soddisfare, e così Laura si mise all'opera... Lo avvolse in mezzo a due mammelle che solitamente facevano sparire completamente il tutto, ma questa volta si dovette impegnare molto di più, dato che sia i grossi testicoli che la gonfia cappella restarono fuori, sopra e sotto il suo torace.
Con fare sensuale, iniziò a masturbarlo, usando i suoi pettorali come fossero le sue mani nude, per farglielo venire bello duro.
Alex ebbe solo la forza di dirle:
- "Sei troppo bella... Cazzo se sei bella...".
Lo fece davvero impazzire con le sue grosse mammelle, e stringendo tra queste – come in una dolce morsa – il suo pisello duro ed irrequieto gli fece la tanto sospirata spagnola...
Era appena la sua seconda esibizione in pubblico, ma Laura ci sapeva fare…
E mentre lei si dava da fare, Alex non riuscì proprio a trattenersi:
- "Oh sì… come mi piace...".
Laura, allora, di rimando, si complimentò anch'essa:
- "Lo sai che hai un bel cazzone?".
Quella fu la seconda volta, nel corso della serata, che lei dovette constatare come si stesse trasformando in una vera "femmina da letto".
Stava ancora riflettendo su quella condizione che un getto impetuoso le schizzò sul seno, e l’orgasmo di quel maschio si espanse sulle tette...
- "Cavolo!, per poco non mi cecavi…", sbraitò la donna, colta di sorpresa da tanta veemenza.

Alex, profondamente imbarazzato, ma con quella splendida visuale delle tette imbiancate che aveva davanti, sogghignando si scusò senza troppa convinzione:
- "Cazzo che orgasmo... Non venivo così tanto da dieci anni!".
Quell'idillio stava per finire, e Laura si spalmò la sborra guardando il maschio con uno sguardo malizioso e quasi "assatanato".
In cambio, l'uomo la ricompensò a modo suo:
- "Credo che tu abbia le tette piĂą belle che io abbia mai visto", le disse estasiato...
Gli spettatori approvarono quell'ultima frase pronunciata da Alex, e fecero del loro meglio per dimostrarglielo, prorompendo in un applauso che solleticò la vanagloria di Laura, la quale lasciò momentaneamente i riflettori della ribalta per andare a ripulirsi.
Fuori di se, quasi in trance poiché era la prima volta che interloquiva con un uomo mai visto e conosciuto prima mentre faceva sesso, incontrò il figlio Marco, il quale con pacatezza la riportò alla realtà abbracciandola forte e leccandole via dai capezzoli il seme che li ricopriva.
Quel semplice tocco, però, fu come un potente incitamento a rientrare in quell'arena, per darsi ancora in pasto a quel branco di maiali e scrofe che si beavano di lei...

In fondo, era quello che anche lei desiderava: piĂą passavano i giorni, e piĂą lei non riusciva a fare a meno di quel nuovo stato di primadonna del locale.
Tornò in sala, e una delle cameriere le tese il secondo foglietto di carta, che lesse ad alta voce. C’era scritto:
- "Credo che assisteremo a qualcosa di entusiasmante, e le tette la faranno da padrone…".
Le sembrò di vivere in un sogno: di punto in bianco, quegli estranei la conoscevano meglio di suo marito, e quella – se fosse stato ancora di più possibile – si stava trasformando nella più bella serata di tutta la sua esistenza.

Stavolta, il selezionato si chiamava Sergio, e quella sera era lì insieme alla giovanissima consorte.
Laura, muovendosi tra i tavoli, andò a prendersi personalmente la sua "vittima", facendo di tutto perché quelle tettone che parevano di marmo dondolassero il più possibile, finendo la loro “corsa” sul collo del felice vincitore.
Dal canto suo, la donna che era con lui non diede alcun segno di gelosia, anzi – forse a causa del suo décolleté minimale – lo incitò a seguire quella femmina così procace.
Laura, in quel frangente, ebbe una intuizione: decise di cambiare il copione che era già scritto per quella serata, e – dopo aver fatto spogliare l'uomo – si distese a terra.
Per rendere la cosa più funzionale, si sputò sulle mani e con la sua stessa saliva andò a lubrificarsi le mammelle; poi, fece sedere Sergio a cavalcioni, su di sè, in modo tale da rendergli più agevole spingere l'asta del suo pene fino a lambirle le labbra, e far sì che le palle andassero a sfiorare nel mezzo la parte inferiore delle tette.
Raggiunta questa posizione, Laura bagnò alla stessa maniera di prima anche il cazzo, e infine lo strinse tra le sue soffici carni.
A questo punto, ordinò al giovane:
- "Vai, muoviti e godi!".
Sergio prese a spingere e poi a ritirare l'asta, e mentre questa raggiungeva il volto di Laura, costei gli sfiorava la cappella – con rapidità, precisione e intensità – emozionandolo alla grande; mentre, invece, lui si ritirava, glande e frenulo – sfregando nel punto di contatto tra le due mammelle – ricevevano un trattamento di “dolorosa” goduria...
Dopo pochi minuti di questa "cura", il ragazzo regalò alla donna e a se stesso una memorabile sborrata.
Le tette di Laura, furono però solo il mezzo per raggiungere lo scopo, dato che il prezioso liquido finì per depositarsi in gran parte nella sua gola...

Samuel e Marco erano entrambi presenti a questa ennesima performance della loro mamma, ma non le dimostrarono alcuna approvazione. Anzi, a Laura parve subito di percepire qualcosa che non andava, e cercò con gli occhi di chiedere spiegazioni, ma i due fratelli, per tutta risposta, le voltarono le spalle e lasciarono la sala.

Finito lo "spettacolo", stanca morta e desiderosa di riprendere le sue consuete vesti di madre e di moglie, Laura si diresse verso il camerino per farsi una doccia, e lì trovò i suoi ragazzi che – a braccia conserte – attendevano interrogativi una sua parola.
- "Ragazzi, ma che succede? Non ditemi che siete gelosi di quei due sfigati spagnoli?", attaccò lei.
Ma Samuel, dopo un attimo di silenzio, parlando anche a nome del fratello piĂą piccolo, le rispose:
- "Mamma, non è questo, di quei due non ce ne frega proprio nulla... Ma ti pare giusto quello che ci hai fatto davanti a tutti? Come puoi chiamare ancora questo posto Incest Club se ci escludi dal tuo piacere? Perché non ci hai fatto anche a noi la spagnola come l'altra sera con il pompino?".
La donna, ancora piena di sborra e con le tette in libertĂ , rimase pensierosa, poi disse:
- "Avete ragione, figli miei, ma questa sera ero veramente stanca... Abbiate pazienza, e vedrete che Sabato sera vostra madre vi darĂ  qualcosa di unico e impensabile... Sabato, sarĂ  la nostra serata, noi tre insieme... Tutti gli altri saranno spettatori, solo spettatori inutili...".

E così dicendo se li strinse a sé in un abbraccio forte e che diceva più di mille parole.

10. Il triangolo.

E finalmente arrivò il Sabato sera... Quel giorno il locale si presentava affollatissimo, vuoi perché la sua notorietà stava crescendo esponenzialmente, passando di bocca in bocca e persuadendo anche i più indifferenti o addirittura ostili, vuoi perché era uno dei pochi svaghi presenti nella cittadina, o ancora perché era stata divulgata la notizia che quella sera ci sarebbe stato uno spettacolo da non perdere.

La scenografia era stata completamente stravolta rispetto al solito, e la sala assomigliava più a un club privè in piena regola che non a un ristorante. I tavoli erano stati messi su delle pedane in file concentriche a un grande palco centrale, su cui al solito divanetto era stato sostituito un grande letto basso e senza cuscini.
Intanto Laura e i suoi ragazzi, colmi di adrenalina si stavano preparando…

A un certo momento, la musica cominciò a suonare, e un piccolo "occhio di bue" andò a prendere il piccolo gruppetto che stava facendo il suo ingresso.
I tre indossavano solamente un mantello chiuso con un fiocco sotto il collo, di tessuto lucido nero, con cappuccio calato sul capo, e lungo fino ai piedi.
Giunti sulla pedana, risposero agli applausi con un misurato cenno del capo; poi, si fece silenzio, e Laura – dopo aver fatto un passo in avanti – sciolse con sobrietà il nastro, lasciando che quella cappa cadesse a terra con eleganza.
Fu solo in quel momento che la musica riprese, forte, andando a sovrastare i lazzi e l’incanto del pubblico che poté finalmente ammirare, affascinato, per la prima volta, il corpo completamente nudo della donna...
Un'emozione bellissima, scaturiva da quel seno ormai ampiamente scrutato, e si propagava giĂą lungo i generosissimi fianchi e un pancino dolcemente rigonfio.
In mezzo alle cosce, la passerina era “foderata” da un rigoglioso pelo nero che lasciava solo immaginare la straripante carica erotica di Laura, la quale – ruotando lentamente su se stessa, per salutare tutti i presenti – mise in bella mostra anche il suo "lato b" davvero monumentale.
A seguire, fu il turno dei ragazzi… Marco, si accostò alla madre, e ne ripetè gesti e movenze, seguito per ultimo da Samuel.

Superata questa prima fase di “ambientamento”, i tre si diressero verso il grande letto. I giovani, prendendo per mano – uno a destra e l’altro a sinistra – la loro genitrice, la fecero sistemare sul morbido palcoscenico, e vi si distesero anche loro, “scortandola” ai fianchi.
La donna non perse tempo, e afferrando quei cazzi cominciò a succhiarli e a spompinarli con gusto.
Adesso, la voce di Laura sembrava trasformata, assomigliava quasi a un miagolio, mentre godeva con in bocca, alternativamente, ora il pene di Samuel ora quello di Marco, che stavano progressivamente prendendo vigore.
Ed anche diversi spettatori cominciarono ad eccitarsi alla vista di quella sensuale performance della femmina.
Ora, i tre si stavano abbracciando, scambiandosi lussuriose tenerezze… Passarono solo pochi istanti, e Laura si mise in ginocchio: con le sue mani morbide toccò i genitali di Samuel e poi se li infilò golosamente in bocca, ingoiandoli.
La reazione del ragazzo fu immediata, e il suo pisello andò subito in alzabandiera, i testicoli si gonfiarono e riempirono tutta la bocca della mamma.

Le mani di Marco, intanto, scorrevano sul corpo di Laura, le carezzavano i fianchi, le tette e il culo, spingendosi fino a dentro l’ano.
Il giovane si mise sotto di lei, e cominciò a lavorare di lingua sulla fica… La leccò, e Laura – mentre continuava ad amoreggiare di mano e di bocca con Samuel – si bagnò sempre di più, sentendo le mani del figlio stuzzicare i punti che più le piacevano.
Quella lingua sapeva bene dove toccare, dove essere delicata e dove impetuosa, tanto da strappare alla donna un grido di elogio:
- “Marco, lecchi da dio!”.
L’orgasmo sopraggiunse di lì a breve, e la fece contorcere e squirtare…
Marco, avvertì i copiosi umori fuoriuscire dalla mamma e inondargli la faccia, ma non smise… Insistette a leccarla per un altro paio di minuti, e quando la sentì agitarsi si alzò, le andò di dietro e le ficcò il suo membro tutto nel culo fino in fondo, provocandole un altro durissimo orgasmo.

Poi Samuel prese il posto del fratello tra le gambe di Laura e la penetrò di forza, scivolandole dentro la patatina agevolmente.
Colpì con potenza, uscendo quasi completamente e rientrando fino in fondo, e variando il ritmo…
Laura stava veramente impazzendo, e urlò un’altra volta, incurante che a guardarla ci fossero decine e decine di persone:
- “Mi fai morire… Dai, dai scopami, rompimi!!”.
Si sentì dilatare, la punta dell’uccello le cozzava contro l’utero provocandole un pò di dolore, ma già suo figlio si stava muovendo dentro di lei.
E nuovi orgasmi la scossero, riducendola a uno straccio, capace solo di sbattere la testa a destra e a sinistra, senza riuscire a controllare le gambe che tremavano, le braccia che si muovevano da sole, e il corpo che vibrava sotto i colpi poderosi dei due maschi…
Alla fine, Samuel e Marco, l’uno nella fica e l’altro nel culo, raggiunsero il loro piacere…
E mentre Laura si voltava supina, usciti da lei le inondarono la faccia e le tette con quanto restava del loro seme bollente.
Lei, non ancora sazia, inseguì con la sua lingua saettante le gocce che le cadevano addosso: è spossata, restò a lungo immobile, ma proprio in quei momenti – mentre sentiva esploderle dentro una grande gioia per aver soddisfatto quella che era carne della sua carne – udì chiaro un grande applauso… e capì che il loro amplesso multiplo aveva avuto successo…

Quella sera tutto finì lì, gli spettatori non furono chiamati a partecipare, ma tutti furono ugualmente contenti… Anche perché avevano già avuto notizia di ciò che li aspettava il giorno seguente!

11. Incesto con una vergine.

Laura era rientrata a casa con i suoi aitanti pargoli davvero distrutta. Mai, prima d'ora aveva provato a reggere contemporaneamente la loro esuberanza sessuale, ma quella sera loro tre si erano sentiti davvero una sola carne.

E l'indomani si era risvegliata con dentro la testa un sentore tutto particolare: l'incesto, a cui era stata portata controvoglia, stava diventando una necessità, un fattore "naturale", così come stava diventando naturale mostrare il proprio corpo nudo davanti a sconosciuti che avevano dimostrato di apprezzarla.
Ora, però, bisognava affrontare l'ultima prova, quella di integrare famiglie dilettanti che si proponevano per realizzare quella pratica al di fuori delle mura domestiche: e per quello era nato l'Incest Club...

Ancora una volta, nell'arco di una settimana, il locale avrebbe mutato aspetto: i letti al centro della sala sarebbero diventati quattro - uno per loro tre, e altri tre per delle "coppie" selezionate e che certamente avrebbero procurato un altro "sould out".
Infatti, avrebbero trovato posto un padre con la sua figliola, una madre con il suo ragazzo, e un fratello con la rispettiva sorella...
Oltre al cast degli "attori", la serata era stata organizzata come di consueto, e cioè con una parte dedicata al "nude-restaurant" - in cui i clienti normali erano seduti ai tavoli e venivano serviti dalle solite Jenny e Valentina in tenuta adamitica - e una seconda parte di puro "divertimento".

Fu proprio questo che ebbe inizio quando Laura, richiamando l'attenzione degli ospiti, presentò la prima "famiglia":
- "Signore e signori, ecco a voi Elena e Fabio, sono padre e figlia, e non vedono l'ora di giocare per il nostro e loro piacere...".

Elena era una giovane sui 19 anni, alta 1,66, ancora vergine, una celestiale visione per gli occhi, un vero incanto, atletica, occhi azzurri e capelli biondi, un culetto sodo, pancia piatta e una terza di seno...
Fabio, invece, era un uomo di 42 anni ma che in realtĂ  se li portava molto bene, dimostrandone al massimo 35; era alto 1 metro e 70 centimetri, palestrato ma non muscoloso, fisico asciutto e ben messo.
Entrambi indossavano una specie di camicione bianco, che gli arrivava fino a sopra le ginocchia e che faceva intuire come sotto non avessero altro di vestiario.

Ad un gesto di Laura, lui cominciò a posare le sue mani su quel corpo di bambina, scese lungo i fianchi, le cosce e le gambe fino alle caviglie, sottili e ben tornite; poi cominciò a risalire, e il contatto lieve con la pelle di Elena provocò ad entrambi un fremito da pelle d'oca... Continuò a venire sù, e in quel fantastico tragitto si portò con se la camicia della ragazza. Infine, la sfilò lasciandola completamente nuda...
Era davvero bellissima, senza alcuna imperfezione nel fisico, una topina rasata di fresco e due tette ancora acerbe, con dei capezzoli rosa chiaro, fini e sottili, già turgidi dall’eccitazione... Un corpo, insomma, che emanava un intenso profumo di femmina con gli ormoni a mille...
Dinanzi a tutta quella gente, Elena si sentì un po’ confusa, forse imbarazzata, ma quella sensazione durò il tempo di un respiro, profondo, che fece sussultare quelle mammelle come dolci caprioli...
Si inginocchiò ai piedi del padre e ripeté lo stesso gesto che lui aveva appena compiuto con lei...
Restarono ignudi, l'uno di fronte all'altra, con il membro giĂ  eretto del maschio che puntava dritto all'intimitĂ  della ragazza.

Tutto questo sembrava assurdo, ma Fabio le prese il viso tra le mani, la baciò sulle labbra e le sussurrò:
- "Piccola, sei una favola... sei pronta?".
E lei:
- “Abbiamo aspettato anche troppo… Voglio che sia tu a prenderti la mia innocenza…”.
La tenne per un pò stretta a sé, nuda, e cominciò a baciarla, mentre lei piano piano si abbandonava alle sue braccia forti.
La stese sul lettino, e come un assetato cerca l’acqua, lui non si stancava mai di cercare – ad occhi chiusi – la sua bocca, e solo allora si accorse che la figlia lo attendeva con le labbra socchiuse.
Gli insinuò dentro la lingua, e lei prese a succhiargliela, mentre con le mani cominciò a tastargli alla cieca il cazzo.
Fabio riprese a baciarla iniziando da sotto il collo, poi lentamente scese giù, a leccarla sul ventre. Leccò pure l’ombelico, muovendo la lingua in quella specie di meraviglioso "tortellino", mentre lei gli accarezzava la testa e lo schiacciava su di sé.
Lui allora si sollevò, si voltò, e si mise nella tipica posizione del “sessantanove”. Gli afferrò saldamente le cosce, le apri le labbra della micetta già tutta bagnata, per andare a esplorare con la punta della lingua il clitoride, prenderlo tra le labbra e cercare di penetrarla oralmente.
Intanto Elena aveva saldo il cazzo in mano, e lui senti la sua linguetta che sfiorava la cappella.
Quel sessantanove durò un tempo indecifrabile, prima che lui si spostasse e si distendesse su di lei, faccia a faccia...
Lei aprì le cosce, mentre Fabio – recuperando un barlume di coscienza – le chiese, sapendo che da quella risposta sarebbe dipeso tutto il loro futuro:
- “Amore, veramente è questo che vogliamo? Siamo ancora in tempo per fermarci…”.
Elena, allora, lo implorò quasi piangendo:
- “Papa entra! Voglio essere sverginata e scopata da te! Non voglio nessun altro uomo…”.
Fabio tremava, era quasi più impaurito della ragazza… Poggiò il cazzo là dove sapeva che l’imene avrebbe ceduto, diede un colpo secco ed entrò in quella topina bagnata.
Era calda, e contrariamente alle sue aspettative il cazzo scivolò dentro che era una bellezza.
Si fermò solo quando sentì la sua cappella toccare il collo dell’utero e i loro ventri furono uniti.
Attese un pò in quella posizione, perché voleva far sì che entrambi potessero assaporare ogni singolo istante…
Poi, iniziò a muoversi lentamente e aumentò progressivamente il ritmo. Ma Elena, che percepiva la preoccupazione di lui, le disse:
- “Papà, non andarci piano, sfondami, voglio essere scopata con tutta la forza e potenza dei tuoi lombi! Ti amo, papà!”.
Fabio allora aumentò la pompata, non resistette più, l’aveva troppo sognata… Stava per esplodere, percui cercò di tirarlo fuori, ma Elena – serrandogli il glande nel suo antro – glielo impedì, e alla fine tutto il suo sperma andò a raccogliersi dentro alla vagina.
Si guardarono negli occhi, avevano “peccato” d’incesto, erano felici, e lei era stata “marchiata” dallo sperma del padre...

Erano ancora languidamente legati l’uno all’altra, subito dopo questa sconvolgente prova, che la giovane incalzò il genitore:
- “Papà...sei stato stupendo! Sei il migliore amante che una donna possa desiderare... Ma ora continuiamo… Il mio culetto è altrettanto voglioso della fica della tua bambina... Non abbiamo ancora finito, e questi signori si aspettano ancora molto da noi, e io da te!”.
Fabio restò un attimo perplesso… Gli sembrò già molto quello che aveva fatto alla sua figliola, e adesso lei gli chiedeva di osare l’inosabile…
Così gli rispose:
- “Ma Elena... Non credi che sia troppo?”.
- “Papà... Tu sei l'unico maschio che mi abbia fatto sentire allo stesso tempo ingenua e troia, bambina e femmina fatta... Tu hai cominciato l’opera, e adesso la devi portare a termine... Non è vero Laura?”, rispose Elena rivolta questa volta alla padrona di casa.
La donna, che già era su di giri – non si aspettava un incesto con annessa deflorazione – guardò con due occhi da porca Fabio ed esclamò:
- “Ma certo!”
Al che Elena saltò su, in ginocchio, e dopo aver cominciato a succhiargli le palle ed il cazzo che nel frattempo si era fatto molle, lo “ravvivò”, riportandolo ad uno stato tale da poter riprendere la sua funzione.
Poi, dandogli le spalle, si mise alla pecorina, divaricando le gambe ed aprendosi bene le natiche così da mostrargli il suo sfintere che già pulsava all’impazzata dalla voglia, e lo incitò con voce ansimante:
- “Papà... Adesso ti voglio nel culo!”.
Elena guidò il cazzo di suo padre tra le sue chiappe, e quando questo – con una spinta decisa – oltrepassò lo stretto buco del culo, ebbe un sussulto di dolore… Urlò, e Fabio si fermò immediatamente spaventato:
- “Bimba mia, ti ho fatto male?”.
E lei, dopo qualche istante di silenzio, a denti stretti per soffocare il male che stava provando, rispose:
- “Vai… Vai avanti e non fermarti più…”.
Il seguito fu una crescente cavalcata del padre nel suo intestino, finchè non sentì montare un gran godimento, un misto di sofferenza e piacere, che si placò solo quando giunse anche la potente sborrata di Fabio, che spense le sue viscere in fiamme…
Attesero così che l’asta si sgonfiasse, e infine – mostrando ai presenti l’ano di Elena oscenamente dilatato e grondante di sperma – si accasciarono sul lettino.
Un grande applauso li ringraziò del succulento spettacolo che avevano offerto, e una voce fuoricampo – quella di Laura – disse:
- “Elena e Fabio, siete stati davvero grandiosi! Ci avete offerto qualcosa di irripetibile, soprattutto tu, Elena… Veramente brava!”.

FINE II PARTE.
 

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