Racconto di fantasia La vera storia del Incest Club (III parte)

pollicino1

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12. Madre e figlio, unione perfetta.

Passato l’entusiasmo per padre e figlia, la sala tornò a vivere una pausa dei sensi…
Poi, Laura prese a introdurre la seconda “coppia” della serata:
- “Ed ecco a voi un altro paio di bei porcelloni… Questa volta, si tratta di una mamma e del suo giovane ragazzo… Io dico che promettono bene, e voi? Accogliamoli con un applauso…”.
Mentre l’acclamazione ancora copriva ogni altro rumore, da una porta laterale uscirono un maschio e una femmina completamente nudi, belli, e “rivestiti” soltanto della loro pelle.

Lei, Lucia, era una signora sul metro e settanta, capelli a caschetto neri, più o meno coetanea di Laura, labbra carnose e impreziosite da un rossetto rosso, e due gambe snelle che sostenevano un culo bello grosso e che cominciava a risentire degli attacchi della cellulite; il seno era un pò piccolo, forse una seconda, ma con due capezzoli giganteschi e scuri, come d’altronde le areole che erano di circa 5 centimetri di diametro. I fianchi erano molto allargati, e la pancia gonfia e assai sporgente; il pube, infine, era a dir poco spettacoloso: grandi labbra strette da farla sembrare una verginella, con un clitoride che emergeva da un pelo bruno e abbondante…

Lui, invece, si chiamava Giacomo: avrĂ  avuto piĂą o meno 25 anni, piccolo di statura ma con un corpo snello, proporzionato, e con una bella muscolatura forte.
Occhi scuri e capelli rossicci, pelle bianchissima ma senza lentiggini e un petto perfettamente glabro, facevano da preludio a un cazzo che – forse perché perfettamente depilato – sembrava enorme.

La coppia, si accostò al letto che gli era stato mostrato, e lei – abbracciando il ragazzo – gli sussurrò all’orecchio:
- “Sono tua madre… Ma stasera per te sarò anche femmina…”.
E, facendolo sdraiare, gli montò delicatamente sopra.
Giacomo si sentì un poco a disagio, ma Lucia iniziò a baciarlo ed allora lui finalmente si lasciò andare, incoraggiando ogni movimento del corpo della donna…
Per un bel pò, non fecero altro che lavorare di lingua, ma ben presto l’erezione di lui cominciò a premere sul ventre materno.
Lucia, gli porse la mammella con il capezzolo destro, e il figlio lo accolse con “fame” nella propria bocca, mentre la madre accompagnò quel gesto con un profondo sospiro.
Quel capezzolo era davvero enorme, quasi sproporzionato, e man mano che la lingua lo stuzzicava, si inturgidiva.
A un certo punto, Lucia lo scavalcò, si alzò in piedi, e poi si allungò accanto a lui.
Al solo vederla così, nuda, l’erezione di Giacomo raggiunse l’apoteosi; il suo pisello impazzito parve roteare nell’aria come una spada, e la donna lo agguantò al volo.
Poi, Lucia fissò il ragazzo, e con voce vacillante dall’emozione gli disse:
- “Noi non dovremmo…”.
Intendeva dire che stavano per varcare per sempre il confine del proibito.
Ma Giacomo le rispose:
- “Mamma… io ti amo…”.
Rasserenata, gli sorrise, e con la mano iniziò a fargli una pompa lentissima e profonda…
Sembrò sprofondare nuovamente nell’incertezza, e penetrandolo con lo uno sguardo struggente, tornò a ribadire:
- “Io vorrei andare oltre, ma non si può…”.
- “Mamma, io voglio fare l’amore con te”, tagliò corto il ragazzo.
E lei di nuovo:
- “Non si può, è pericoloso… Non prendo la pillola e non sono ancora in menopausa…”.
Si guardarono… si baciarono... Che fare? Ormai erano lì, e tutti aspettavano la penetrazione… Si erano offerti spontaneamente, e lì il preservativo non era ammesso…
Allora Giacomo prese l’iniziativa… Aveva davanti la miciona di sua madre in tutta la sua matura bellezza. Quella patatona aveva due labbra umide e vogliose, segno che quelle parole non avevano davvero fatto breccia nel suo intimo…
Infatti, Giacomo si posizionò in mezzo alle sue cosce spalancate, e lei – agguantando con decisione il cazzo turgido – lo accompagnò con lentezza tra le sue labbra, di modo che quella “manovra” permise ad entrambi di godere interamente di quel momento.
Entrambi, provarono un calore sconosciuto fino ad allora: la vagina si apriva al passaggio della cappella gonfia di Giacomo. Lei sospirava, era davvero parecchio che dentro non riceveva nessun maschio.
Lucia mise le mani sulle chiappe del ragazzo, per dettare il ritmo, e quando iniziò a bagnarsi per bene il ritmo aumentò.
Le tette, intanto, sussultavano – come oggetti informi – ad ogni colpo indiavolato…

Tutte quelle sollecitazioni fecero sì che in breve esplose il piacere di entrambi. Giacomo crollò su di lei, mentre Lucia gli strinse forte i glutei… Aveva goduto intensamente, e tutto questo le era piaciuto.
Il maschio le rimasi dentro ancora per un po’, e poi – quando il membro cominciò a ridursi di dimensioni – sgusciò fuori…
Infine, si fissarono teneramente, e la donna esclamò, facendo udire a tutti quelle parole:
- “Accidenti a non averlo fatto prima…”.

Giacomo rimase stupito da quella esclamazione della mamma… Ma come? Avevano appena cominciato a divertirsi, soprattutto lui… Quello che avevano concordato con Laura era ben altro, e non lo avevano ancora realizzato!
Perciò, la prese di peso e – circondandole il torace con le due mani – la fece girare.

Stendendosi su di lei, e usando i suoi piedi, la "costrinse" ad allargare le gambe, e dopo pochi minuti il suo cazzo premeva contro una natica di Lucia.
La donna, capi al volo le intenzioni del figlio, e prese a far ondeggiare il grosso culo finché non senti quel membro assestarsi alla perfezione tra i glutei.
Con voce roca dall'eccitazione unita a un po' di paura, gli disse:
- "Fai attenzione, dietro non me l'hanno mai messo...".
E lui, la tranquillizzò, scherzandoci su, e poi le confessò:
- "Mamma, romperti il culo è sempre stato il mio sogno, ora, farlo qui davanti a tutta questa gente, sarà ancora più eccitante...".
Il glande stava premendo contro il buco del culo, e Giacomo – senza allentare la pressione – le infilò una mano davanti fino a raggiungere la micia, che senti già zuppa dei suoi umori.
Riprese a spingere, cosicché la sua cappella iniziò a dilatarle lo sfintere.
Fortuna che Lucia aveva portato con sé un fazzoletto... Un dolore incredibile, che scaricò mettendo tra i denti quel lembo di stoffa, riuscendo così a non urlare...
Lui restava avvinghiato al suo corpo, le sue mani erano aggrappare alle sue piccole tette e sembrava le volesse stritolare per quanta forza ci metteva... Ma pensare a quel dolore la distoglieva dal male allo sfintere che comunque ormai era stato violato, e quel palo di carne si stava dirigendo in profonditĂ  senza incontrare piĂą ostacoli: infatti, tra il precum dell'uomo e i suoi umori, era stata lubrificata a dovere...
All'improvviso, quel "viaggio" così doloroso si arrestò... Lucia senti i testicoli del ragazzo sbattere contro le sue chiappe, segno che la trivella era giunta a destinazione... Era tutto dentro il suo intestino, l'aveva letteralmente sodomizzata! Dopo averla posseduta in fica, adesso si era preso anche la verginità anale di sua madre!
Giacomo era felice, si avvicinò all'orecchio della genitrice e le disse:
- "Sei una femmina speciale... Oltre ad essere mia madre, sei una tenerissima amante!".
Mentre Lucia si trovava con il cazzo di lui ben saldo nel culo, il dolore stava diminuendo... E fu allora che Giacomo le dichiarò decisamente:
- "Rassegnati, che non è ancora finita... Non lo tirerò fuori prima di averti lavato l'intestino con il mio seme".
Cominciò, dunque, a stantuffarla, e il dolore riprese vigore... Le sembrava che il cazzo le arrivasse fino allo stomaco, fino in gola, che dovesse da un momento all'altro uscirle dalla bocca...
Giacomo diede ancora una spinta, piĂą forte delle altre, e poi piĂą niente... Stava venendo!
Lucia avvertì lo sperma bollente dilatarsi nel retto...
Poco dopo, i muscoli dell'ano cominciarono a rilassarsi, e il figlio le uscì da dentro...
Fu allora che la donna provò un dolore infinitamente più grande al buco del culo... e si mise a piangere...
Intanto Giacomo le si era sdraiato di lato, ansimava, e le stava carezzando dolcemente il ventre.
Aveva lo sfintere ancora dilatato, ma si ritrovò a riflettere su quanto il figlio le aveva fatto: a pensarci bene, era proprio quello che voleva, farsi rompere il culo da lui!
Infine, madre e figlio si alzarono per andare a raccogliere il consenso del pubblico, con il seme che stava rigando le gambe di Lucia…

13. Carne fresca.

La serata stava volgendo al termine, il livello ormonale era alle stelle ma il clou doveva ancora arrivare.
Laura, nuda tra i nudi, aveva la passerina arrossata per quanto si era sgrillettata alla vista di buchi aperti per la prima volta e corpi da favola.
I suoi ragazzi, dal canto loro, non avevano piĂą sperma per quanto i loro testicoli ne avevano prodotto ed eiaculato.
Tutti, però, aspettavano l'esibizione che era stata preannunciata come qualcosa di epocale...

Di quella porzione di spettacolo, Laura aveva voluto che se ne interessassero particolarmente Marco e Samuel, arruolando gli " attori " tra i loro amici.
E loro, dimostrando ancora una volta intraprendenza e creatività, non avevano deluso la loro mamma: avevano portato al locale Miranda e Raul, due neo-diciottenni, entrambi vergini, che avevano accettato di vivere la loro "prima volta" davanti a degli sconosciuti, aumentando così la loro eccitazione...

Miranda, era una ragazzina di statura media e corpo quasi perfetto, bionda, leggermente curvy e con un viso proprio da maialina, ed aveva pure un culetto a mandolino, fantastico... Inoltre, era provvista di una terza abbondante di tette, con dei capezzoli appuntiti, all'insù, e una patatina – coperta dalla peluria – che non aveva mai rasata... Insomna,una bomba sexy pronta ad esplodere!

Raul, invece, era un pò più alto, sul metro e settanta, magro ma con la giusta muscolatura, e soprattutto con un arnese abbastanza fino ma lungo non meno di 22 centimetri.

Ebbene, quando tutto fu sistemato, Samuel presentò con vera enfasi la giovane coppia:
- "Amici, stasera ci siamo divertiti tutti... Abbiamo assistito e praticato l'incesto... Ma c'è ancora una cosa che abbiamo tenuta per ultima e che ora vogliamo offrirvi come dono di congedo... Ecco a voi Miranda e Raul! Sono fratello e sorella, e questo sarà il loro primo rapporto completo... Buon divertimento e buonanotte...".
Detto ciò, si spensero le luci, e i due giovanissimi protagonisti furono accompagnati da una luce fino all'ultimo lettino rimasto libero...
Si tenevano stretti per mano, ed erano meravigliosi nella loro acerba immaturitĂ .
Giunti su quello che parve più un altare sacrificale, Raul lasciò che la sorella si sedesse svogliatamente, con fare sensuale, e spingendo in avanti il suo bacino gli offri il pene...
Non le era mai successo di trovarsi a stretto contatto con i genitali maschili, e si mostrò un pò goffa; ma, dopo qualche maldestro tentativo, iniziò a prenderci la mano, e Raul la incoraggiò sorridendole affettuosamente:
- "Coraggio, oltre ad essere molto bella, sarai bravissima...".
Così esortata, la ragazza fece vedere agli astanti di saperci fare davvero, e in breve portò il membro del fratello alle porte del Piacere...
Ma Raul non poteva e non doveva venire così presto, aveva una "missione" da compiere...
Con i suoi 22 centimetri in tiro, prese di nuovo la mano della sorella e la aiutò a coricarsi... Si inginocchiò presso di lei e scorse, emozionatissimo, il suo corpo fremente e dal marcato profumo di femmina, “giocò” sull'ombelico fino a fermarsi sulle sue cosce; le afferrò con delicata forza, e le allontanò l'una dall'altra, mettendo in bella vista la fichetta già imperlata dei frutti del suo godimento...
Raul, senti però forte il richiamo delle sue guizzanti mammelle, che vedeva respirare e sollevarsi ritmicamente, e che lo chiamavano a un lauto banchetto: vi si chinò sopra, e fece scivolare le sue labbra fino ad incontrare quei chiodini che lo avevano ipnotizzato fin dal primo incontro; li serrò gentilmente tra le labbra, e prese a succhiarli umettandoli ogni tanto con la saliva; a volte, li stringeva con più decisione, tirandoli a sé, e generando dei sommessi gemiti della ragazza.
Miranda cominciava a smaniare, e allora quel tenero amante ridiscese sulla soffice montagnola villosa, ma questa volta andò deciso sulla fessurina... Vi infilò due dita nel mezzo... Era zuppa!
Con il cuore che gli batteva forte, Raul aprì quello scrigno, scoprendo che il bottoncino si era ingrossato a dismisura...
Era giunta l'ora di fare di quella bambina una vera femmina... La sua asta era più turgida che mai, la guidò con precisione fino a trovare la strada, e spinse deciso...
Sul volto di Miranda si dipinse una smorfia di dolore, che il fratello interpretò come il segnale che stava facendo bene... Spinse più deciso, e finalmente il diaframma che divideva entrambi dal vero piacere cedette...
Si fermò il necessario per farla abituare a quella strana "presenza", e poi lo estrasse completamente.
L'asta era macchiata dell'ultimo sangue verginale di Miranda...
Raul inserì di nuovo il pene in vagina, e – tenendole le mani strette sui fianchi – per la prima volta dopo la penetrazione si guardarono in volto...
Miranda aveva un'espressione di serena beatitudine, aveva un gran corpo e adesso era anche donna grazie a quel maschio che era sangue del suo sangue.
Il tempo di questo sentire, e giĂ  Raul aveva preso a pomparla, scorrendole dentro per tutta la profonditĂ  della sua patatina, e ripetendo quel delizioso percorso decine e decine di volte...
Poi, un'ultima spinta, data con tutta la forza dei suoi reni, e la cappella andò a schiantarsi sull'utero... Per il contraccolpo, la femmina si senti trafiggere tutto il ventre, fino al cervello, ma mai era stata più felice di questa sofferenza...
Anche perche, dopo la "botta" finale, senti un gran caldo: era il seme del fratello che la stava allagando.
Fu meraviglioso per lei, anche quando guardandosi sul pube vide una densa coltre biancastra depositarsi, a macchia di leopardo, su quel fantastico pelo, e l'uccello di lui – stremato dal "servizio" reso – abbandonato quasi esamime in mezzo alle sue cosce...
Miranda, a quel punto, si sollevò su un gomito, e attratto a sé Raul gli confidò con un risolino birichino:
- "Sai... Non ho preso la pillola...".
Il ragazzo, ancora non pratico di quelle cose, non capì subito il senso di quelle parole, e così le domandò:
- "E allora?! Che pillola? Non ti senti bene?".
Miranda non riuscì a trattenere un altro sorrisino ironico e quasi canzonatorio, e fu più esplicita:
- "Stupido, la pillola anticoncezionale, per non rimanere incinta! Ma comunque, ormai è fatta...".
Raul si ammutolì e – ancora riverso sul corpo della sorella – non rispose più nulla. Ma Marco, che aveva seguito tutto quel dialogo, se ne uscì a gran voce:
-"Auguri, ragazzi… E figli maschi!!!".
Nessuno degli spettatori da principio riuscì a comprendere il significato di quell’esclamazione, e allora lui si spiegò meglio:
- "Raul gli è venuto dentro, senza protezioni...".
Scoppiò un grande applauso in sala, lunghissimo, a sostenere la speranza di ogni individuo di aver “patrocinato” la fecondazione di quella adolescente...
Non appena il ragazzo si riprese da quello shock, si rese conto che ormai non sarebbero potuti tornare più indietro, e osò ciò che prima non avrebbe nemmeno immaginato pensare... Disse a Miranda:
- "Sorellina, siamo andati oltre la morale, ma io mi sento in paradiso, e per nulla al mondo voglio rinunciare a possederti completamente... Mi capisci? Tutti questi curiosi, poi, mi stanno facendo eccitare come non lo sono mai stato...".
E lei, che finalmente poteva lasciare a lui l'iniziativa, ricevendo passivamente tutte quelle sollecitazioni, acconsentì, e con spietatezza gli sibilò:
-"Ficcamelo in culo, sbrigati, spaccami come una mela!".
Raul, con altrettanto finto cinismo, replicò:
- "Brava, prima però fammi un bel bocchino e fammelo tornare in gran forma per fare un lavoretto perfetto...".
Miranda, che ci aveva preso gusto e che il sapore della cappella gli stava piacendo un mondo, non fece la schizzinosa, se lo imboccò subito e prese a succhiare come una indemoniata. E mentre lo sollecitava con le labbra, cominciò anche a prendergli le palle e a titillarle con le dita, portandolo in breve all'orgasmo e ricevendo una abbondante dose di sborra in bocca.
Al che, Raul, un pò deluso e un po’ incazzato, la canzonò bonariamente:
- "Golosona... Non era questo il momento di nutrirti... Dai, ricomincia da capo, e fai piĂą attenzione...".
- "Lo so, ma questo è il più bello dei sogni che una ragazza possa mai desiderare; tranquillo, anche il mio culo sarà tuo...".
Miranda scelse la posizione supina, sollevò le gambe e se le agguantò con le mani dietro le cosce.
Anche se il cazzo del fratello – ottimamente preparato – le sembrò troppo grosso per il suo illibato buchino, non volle tirarsi indietro.
E lui, in un impeto di amorevole preoccupazione, le disse:
- "Sei pronta, troietta?
- Certo, ma ho paura" , rispose Miranda, "non ho la pià pallida idea di cosa mi succederà… Avrò una nuova perdita di sangue?".
- "Certo la prima penetrazione sarà un pò dolorosa ma dopo ti piacerà", la confortò il giovane.
E lei:
- "Se sarai tu a farmelo… non ho paura… spaccami pure il culo, ti voglio dare tutto di me, fratello mio!".
Raul era davvero infoiato, e sputandogli un pò di saliva sullo sfintere, appoggiò il glande e – premendo senza sosta – si fermò solo quando lei urlò dal dolore: le aveva realmente rotto il culo!
Ormai, era tutto dentro, e Miranda lo supplicò di fermarsi:
- "Mi hai massacrata, non riesco nemmeno piĂą a respirare, aspetta un momento...".
Si toccò dietro e si accorse che stava davvero sanguinando... ma lui non lo tirò fuori, anzi iniziò a incularla, stantuffando senza pietà.
Fu allora che lei raggiunse un nuovo, intenso orgasmo, mentre erano così una sola carne...
Raul, le succhiò il lobo dell'orecchio, le disse:
- "Sei tutta mia, e tra poco ti marchierò con il mio seme... Ho sempre desiderato di possederti così integralmente...".
Non fece in tempo a finire quella frase che iniziò a venirle nel'intestino, e lei si godette ogni schizzo, ogni spasmo che proveniva dal cazzo di suo fratello.

Si abbracciarono, felici, sfiancati ma soddisfatti di quell'intimità, raggiunta sotto gli occhi avidi di quei depravati che avevano pure pagato per vederli accoppiarsi così profondamente.

15. Epilogo.

Si era così conclusa la prima settimana di "lavoro" di Laura e della sua famiglia al “Incest Club”.
Aveva finalmente trovato una nuova dimensione, adesso aveva la consapevolezza che suo marito non gli era poi così necessario, perché i suoi figli erano riusciti a colmare quel vuoto che la stava annientando.

Marco e Samuel non erano piĂą solo "sangue del suo sangue", ma le avevano fatto prendere coscienza che certi piaceri intimi li poteva provare solo grazie a loro.
L'incesto, sesso "contro natura", non era poi così brutto, sporco, come in Italia gli aveva inculcato la sua cultura d'origine...

Quella sera, a casa, dopo aver allontanato con disprezzo il marito, aveva chiamato i suoi ragazzi nella camera da letto matrimoniale, e – eccitata ancora dallo show appena terminato al locale – si era concessa qualcosa di davvero "estremo"...

Aveva fatto sedere i due terribili maschi ai suoi lati, e non ci volle molto affinchè loro mettessero ciascuno una mano sulle bellissime cosce della genitrice. Lei, si era lasciata andare e li guardava lascivamente, e sospirava…
Marco, dopo aver ricevuto una pompa come mai prima gli aveva fatto, gli aprì con le mani il culo, mise il pene nelle sue chiappe e le profanò il suo di dietro, impalandola nell'ano come una vera prostituta da strada...
Samuel, intanto, le salì sopra, le aprì con forza le gambe, e puntando il pene all'entrata della sua fica si fece largo nella patata già abbondantemente sbrodolante.
A questo punto, li aveva incitati:
- "Forza, ragazzi, dateci dentro, non lesinate le ultime energie...".
Iniziarono a scoparla, mentre lei gridava, e il piacere che le stavamo dando con la doppia penetrazione portò tutti e tre a godere come non era mai accaduto nella loro vita.
Laura venne parecchie volte, e dopo averla sbattuta molte volte anche i ragazzi vennero insieme, dopo essersi scambiati le posizioni.
Poi, rimasero abbracciati a lei per tutta la notte…

FINE.
 

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