Kr7fan
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Quella domenica Maddalena aveva deciso di abbandonare per un giorno i suoi ritmi da studentessa fuorisede in sessione e di prendersi una giornata per se stessa. Aveva fatto in modo da non avere nessun impegno, aveva studiato nei giorni precedenti quello che avrebbe dovuto studiare quel giorno e aveva già scelto una serie di film da guardare. In più non avrebbe neanche dovuto pensare a cucinare perché essendo il compleanno di una delle sue coinquiline, questa sì era offerta di preparare lei il pranzo per tutte. La sera poi sarebbero uscite a festeggiare con gli altri suoi amici. Maddalena inizio a godersi il suo giorno di riposo già dalla sera prima, era uscita con i suoi amici e poi poco dopo mezzanotte aveva raggiunto Nicole, la sua coinquilina in un locale per farle gli auguri e iniziare a festeggiare il suo compleanno. Bevve qualche cocktail con Nicole e i suoi amici e poi stanca, e anche un po' brilla, decise di tornare a casa e dormire. Il ritorno a casa era stato impegnativo, dato che per colpa dell'alcool le girava un po' la testa, ma c'è l'aveva fatta, era riuscita ad entrare nel palazzo e poi nell'ascensore. Quando le porte si aprirono al suo piano Maddalena vide una delle sue coinquiline che stava salutando il suo fidanzato prima che andasse via. I due si stavano baciando appassionatamente davanti al portone di casa e non si accorsero inizialmente della presenza di Maddalena, la quale dal canto suo non sapendo cosa fare era rimasta lì imbambolata a guardare. Quando i due si accorsero della sua presenza si scusarono, lui la saluto e andò via. Maddalena entrò finalmente in casa, andò a mettere il pigiama e poi andò in bagno per struccarsi. Li la raggiunse la sua coinquilina, parlarono un po' delle loro serate e poi si diedero la buonanotte e tornarono nelle loro stanze. Una volta a letto Maddalena inizio a sentire un certa tristezza salire. Vedere i due ragazzi limonare quasi violentemente le aveva fatto venire nostalgia del suo ragazzo, che era rimasto a vivere nella loro città d'origine e che quindi era lontano centinaia di chilometri da lei. Si rese conto che non lo sentiva da prima di uscire di casa, apri whatsapp e trovo alcuni suoi messaggi dei quali lei non si era accorta. Rispose ai messaggi e poi cercò di prendere sonno, mentre rigirandosi nel letto per trovare la posizione giusta continuava a pensare al suo ragazzo. Le mancava davvero tanto, erano quasi 2 mesi che non lo vedeva. Le mancava stare con lui, uscire con lui, ridere con lui, le mancavano tutti i bei momenti che trascorsi insieme. Piano piano, complice l'alcol, inizio anche a riflettere su un'altra mancanza che aveva in quel momento a causa della distanza: il sesso.
Maddalena ha sempre adorato il sesso, in ogni sua forma. È stata molto precoce rispetto alle altre. A poco più di 12 anni si era masturbata per la prima volta e poco più di un anno dopo aveva perso la verginità. Da allora, in questi 7 anni, di ragazzi tra le sue gambe ne erano passati, almeno una ventina secondo lei che faticava a tenere conto di tutti. Ad essere sinceri non erano passati solo ragazzi ma anche qualche ragazza, da quando a neanche 15 anni aveva scoperto i piaceri del sesso tra donne con la sua migliore amica. Per una come lei, una che tanti suoi amici definivano scherzosamente come una malata di sesso, 2 mesi di astinenza erano proprio innaturali. Certo lei si dava da fare da sola il più possibile, aveva anche comprato un piccolo vibratore, ma non le bastava. Le fantasie scarseggiavano sempre più, trovare un porno che le piacesse era sempre più difficile e le cose che poteva fare da sola erano poche e quindi ripetitive.
Li nel suo letto faceva sempre più caldo e i pensieri si facevano sempre più spinti. L'alcol le aveva allentato i freni inibitori e quindi decise di videochiamare il suo fidanzato, voleva godere e voleva che lui la vedesse mentre lo faceva. Ma era notte fonda e lui probabilmente dormiva e infatti non rispose. Maddalena era un po' delusa ma ormai voleva godere. Si alzò e andò a prendere il vibratore, lo accese e se lo passo sul collo, poi sulle labbra, lo leccò e senti il sapore del suo piacere che era rimasto lì dalla volta prima. Le piaceva leccare e annusare il suo vibratore impregnato di lei prima di iniziare ad usarlo. Cambio modalità di vibrazione e fece per metterlo nelle mutande quando si fermò. Accidenti. Aveva dimenticato di ricaricarlo e si era spento, la batteria era morta. Decise di lasciare stare e di dormire, la voglia era tanta ma il sonno era di più, e poi il giorno dopo avrebbe avuto tutto il tempo di divertirsi. Si mise la mano nelle mutande e inizio ad accarezzarsi in maniera delicata, quasi impercettibile e si addormento così.
La mattina dopo quando si svegliò si ritrovò così come si era lasciata. Con una mano nelle mutande e tanta voglia di godere. Ma adesso l'alcol della sera prima invece di amplificare la voglia la stava un po' allentando con i suoi immancabili effetti collaterali. Aveva un po' di mal di testa e si sentiva intontita e rimase lì a letto a fissare il soffitto, la mano ancora nelle mutande. Riprese ad accarezzarsi, in quella maniera delicata e quasi impercettibile con cui aveva concluso la sera precedente.
Le piaceva molto giocare con se stessa in quel modo. Molto spesso le sue sessioni di masturbazione iniziavano così, iniziava ad accarezzarsi e poi finiva per volerne sempre di più, fino a quando quelle dita non finivano dentro di lei, talvolta violentemente, cercando di placare la sua incolmabile voglia.
Proprio nel momento in cui stava per intensificare le sue carezze fu interrotta. Di nuovo. Avevano bussato alla porta della sua camera. Si alzò e andò ad aprire. Era Nicole, che come al suo solito entro nella stanza di Maddalena e inizio a girare intorno, a parlare, a ridere e scherzare. Quando Nicole uscì dalla camera, Maddalena decise di andare a farsi una doccia per riprendersi un po' dal mal di testa. Si sarebbe occupata di placare la sua voglia più tardi. Entro in bagno, si spogliò e apri l'acqua. Mentre aspettava che la vasca si riempisse iniziò a guardarsi allo specchio nella sua nudità.
Guardarsi nuda era una cosa che faceva spesso, le piaceva moltissimo. Ormai, alla soglia dei 20 anni, aveva imparato ad apprezzare quello che vedeva nello specchio. Crescendo però non sempre si era piaciuta. La cosa che più non le piaceva era il suo seno, lo trovava piccolo e con una forma sgraziata. Col tempo però aveva iniziato ad apprezzarlo, anche per il fatto che le consentiva di non dover usare il reggiseno che lei detestava. Il suo culo invece le era sempre piaciuto, era la cosa che più apprezzava del suo fisico da sempre ed era anche la cosa più apprezzata dagli altri.
La vasca era finalmente piena e Maddalena si immerse in quell'acqua calda. Rimase lì a lungo, cadde addirittura in un sonno leggerissimo per quel minuto. Si svegliò quando Nicole dalla cucina le urlò di uscire perché il pranzo era quasi pronto. Maddalena si svegliò da quel leggero sonno e si sentiva rinata, il mal di testa era scomparso, il bagno caldo le aveva fatto bene. Dopo essersi rivestita, andò in cucina e pranzò con le sue coinquiline. Dopo pranzo tornò in camera e guardò un film. Per le oltre 2 ore di durata del film Maddalena aveva tenuto una mano nei pantaloni e si era accarezzata come aveva fatto la mattina, aiutata però dall'assenza delle mutande, che dopo il bagno aveva deciso di non mettere. Alla fine del film, che per la sua figa era stato un, seppur piacevole, supplizio decise che era arrivato il momento di godere una volta per tutte, di liberare finalmente quell'orgasmo che dalla sera prima non vedeva l'ora di esplodere dentro di lei. Decise di fare le cose per bene. Andò a chiudere a chiave la porta della camera e poi si spogliò completamente, prese il vibratore e andò sul letto. Li inizio a giocare con le sue piccole tette. Inizialmente le massaggiava con delicatezza poi aumento l'intensità e nel frattempo sentiva i suoi capezzoli indurirsi. Quando furono completamente eretti si dedicò a loro, iniziò a toccarli e tirarli per poi spingerli completamente in dentro e renderli nuovamente piatti prima di tirarli ancora. Giocare coi capezzoli era una delle cose che più le dava piacere, erano sempre al centro delle sue attenzioni sia quando si masturbava sia quando faceva sesso col suo ragazzo. La sua figa iniziava a risentire del trattamento ai capezzoli e reclamava le giuste attenzioni e quindi una prima mano inizio lentamente a scendere. Giunte alla metà le dita di Maddalena si trovano in un lago di umori. Era bagnatissima. Il suo corpo aveva bisogno di venire. Immerse due dita dentro di lei che entrarono con estrema facilità e le diedero una fortissima scossa di piacere. Le dita iniziarono ad entrare ed uscire da lei, mentre l'altra mano che inizialmente aveva continuato a torturare i capezzoli, si spostò lentamente verso il suo clitoride. Quando si sfiorò il clitoride per la prima volta, Maddalena ebbe un sobbalzo. Era gonfio come raramente lo era stato, se si fosse messa a giocarci un po' più intensamente sarebbe venuta nel giro di 2 minuti. Ma lei non voleva ancora venire. Voleva che quell'orgasmo che aveva dentro, e che sentiva già enorme, crescesse se possibile ancora di più. Voleva un orgasmo che la travolgesse completamente. E per ottenerlo doveva continuare a negarlo. Continuò quindi così, le dita di una mano che entravano ed uscivano da lei e quelle dell'altra mano che facevano la spola tra il suo clitoride e i capezzoli. Maddalena, che stava godendo moltissimo, si rese conto che per la prima volta da tanto tempo non stava guardando porno. L'eccitazione che ora la possedeva era nata spontaneamente dentro di lei e non era stata indotta volontariamente da se stessa. E questo non le capitava da tanto. Dopo un po' le dita che la stavano penetrando lasciarono posto al vibratore, che inizialmente usò da spento a mo' di dildo per penetrarsi. Ma non le bastava. E così dopo poco lo accese e il suo godimento aumento esponenzialmente. Aveva dovuto smettere di toccarsi il clitoride, era troppo eccitata e rischiava di venire anche solo sfiorandolo un po' più intensamente del dovuto. E lei non voleva assolutamente venire così presto, anche se un orgasmo era in realtà l'unica cosa che desiderava. Continuò quindi a torturarsi così, aveva perso la cognizione del tempo, esistevano solo lei, il suo corpo e il suo piacere. Era persa nelle sue fantasie erotiche quando lo squillare del suo telefono la riportò al mondo reale.
Era stata interrotta quasi sul più bello. Ancora una volta.
Continua.
Maddalena ha sempre adorato il sesso, in ogni sua forma. È stata molto precoce rispetto alle altre. A poco più di 12 anni si era masturbata per la prima volta e poco più di un anno dopo aveva perso la verginità. Da allora, in questi 7 anni, di ragazzi tra le sue gambe ne erano passati, almeno una ventina secondo lei che faticava a tenere conto di tutti. Ad essere sinceri non erano passati solo ragazzi ma anche qualche ragazza, da quando a neanche 15 anni aveva scoperto i piaceri del sesso tra donne con la sua migliore amica. Per una come lei, una che tanti suoi amici definivano scherzosamente come una malata di sesso, 2 mesi di astinenza erano proprio innaturali. Certo lei si dava da fare da sola il più possibile, aveva anche comprato un piccolo vibratore, ma non le bastava. Le fantasie scarseggiavano sempre più, trovare un porno che le piacesse era sempre più difficile e le cose che poteva fare da sola erano poche e quindi ripetitive.
Li nel suo letto faceva sempre più caldo e i pensieri si facevano sempre più spinti. L'alcol le aveva allentato i freni inibitori e quindi decise di videochiamare il suo fidanzato, voleva godere e voleva che lui la vedesse mentre lo faceva. Ma era notte fonda e lui probabilmente dormiva e infatti non rispose. Maddalena era un po' delusa ma ormai voleva godere. Si alzò e andò a prendere il vibratore, lo accese e se lo passo sul collo, poi sulle labbra, lo leccò e senti il sapore del suo piacere che era rimasto lì dalla volta prima. Le piaceva leccare e annusare il suo vibratore impregnato di lei prima di iniziare ad usarlo. Cambio modalità di vibrazione e fece per metterlo nelle mutande quando si fermò. Accidenti. Aveva dimenticato di ricaricarlo e si era spento, la batteria era morta. Decise di lasciare stare e di dormire, la voglia era tanta ma il sonno era di più, e poi il giorno dopo avrebbe avuto tutto il tempo di divertirsi. Si mise la mano nelle mutande e inizio ad accarezzarsi in maniera delicata, quasi impercettibile e si addormento così.
La mattina dopo quando si svegliò si ritrovò così come si era lasciata. Con una mano nelle mutande e tanta voglia di godere. Ma adesso l'alcol della sera prima invece di amplificare la voglia la stava un po' allentando con i suoi immancabili effetti collaterali. Aveva un po' di mal di testa e si sentiva intontita e rimase lì a letto a fissare il soffitto, la mano ancora nelle mutande. Riprese ad accarezzarsi, in quella maniera delicata e quasi impercettibile con cui aveva concluso la sera precedente.
Le piaceva molto giocare con se stessa in quel modo. Molto spesso le sue sessioni di masturbazione iniziavano così, iniziava ad accarezzarsi e poi finiva per volerne sempre di più, fino a quando quelle dita non finivano dentro di lei, talvolta violentemente, cercando di placare la sua incolmabile voglia.
Proprio nel momento in cui stava per intensificare le sue carezze fu interrotta. Di nuovo. Avevano bussato alla porta della sua camera. Si alzò e andò ad aprire. Era Nicole, che come al suo solito entro nella stanza di Maddalena e inizio a girare intorno, a parlare, a ridere e scherzare. Quando Nicole uscì dalla camera, Maddalena decise di andare a farsi una doccia per riprendersi un po' dal mal di testa. Si sarebbe occupata di placare la sua voglia più tardi. Entro in bagno, si spogliò e apri l'acqua. Mentre aspettava che la vasca si riempisse iniziò a guardarsi allo specchio nella sua nudità.
Guardarsi nuda era una cosa che faceva spesso, le piaceva moltissimo. Ormai, alla soglia dei 20 anni, aveva imparato ad apprezzare quello che vedeva nello specchio. Crescendo però non sempre si era piaciuta. La cosa che più non le piaceva era il suo seno, lo trovava piccolo e con una forma sgraziata. Col tempo però aveva iniziato ad apprezzarlo, anche per il fatto che le consentiva di non dover usare il reggiseno che lei detestava. Il suo culo invece le era sempre piaciuto, era la cosa che più apprezzava del suo fisico da sempre ed era anche la cosa più apprezzata dagli altri.
La vasca era finalmente piena e Maddalena si immerse in quell'acqua calda. Rimase lì a lungo, cadde addirittura in un sonno leggerissimo per quel minuto. Si svegliò quando Nicole dalla cucina le urlò di uscire perché il pranzo era quasi pronto. Maddalena si svegliò da quel leggero sonno e si sentiva rinata, il mal di testa era scomparso, il bagno caldo le aveva fatto bene. Dopo essersi rivestita, andò in cucina e pranzò con le sue coinquiline. Dopo pranzo tornò in camera e guardò un film. Per le oltre 2 ore di durata del film Maddalena aveva tenuto una mano nei pantaloni e si era accarezzata come aveva fatto la mattina, aiutata però dall'assenza delle mutande, che dopo il bagno aveva deciso di non mettere. Alla fine del film, che per la sua figa era stato un, seppur piacevole, supplizio decise che era arrivato il momento di godere una volta per tutte, di liberare finalmente quell'orgasmo che dalla sera prima non vedeva l'ora di esplodere dentro di lei. Decise di fare le cose per bene. Andò a chiudere a chiave la porta della camera e poi si spogliò completamente, prese il vibratore e andò sul letto. Li inizio a giocare con le sue piccole tette. Inizialmente le massaggiava con delicatezza poi aumento l'intensità e nel frattempo sentiva i suoi capezzoli indurirsi. Quando furono completamente eretti si dedicò a loro, iniziò a toccarli e tirarli per poi spingerli completamente in dentro e renderli nuovamente piatti prima di tirarli ancora. Giocare coi capezzoli era una delle cose che più le dava piacere, erano sempre al centro delle sue attenzioni sia quando si masturbava sia quando faceva sesso col suo ragazzo. La sua figa iniziava a risentire del trattamento ai capezzoli e reclamava le giuste attenzioni e quindi una prima mano inizio lentamente a scendere. Giunte alla metà le dita di Maddalena si trovano in un lago di umori. Era bagnatissima. Il suo corpo aveva bisogno di venire. Immerse due dita dentro di lei che entrarono con estrema facilità e le diedero una fortissima scossa di piacere. Le dita iniziarono ad entrare ed uscire da lei, mentre l'altra mano che inizialmente aveva continuato a torturare i capezzoli, si spostò lentamente verso il suo clitoride. Quando si sfiorò il clitoride per la prima volta, Maddalena ebbe un sobbalzo. Era gonfio come raramente lo era stato, se si fosse messa a giocarci un po' più intensamente sarebbe venuta nel giro di 2 minuti. Ma lei non voleva ancora venire. Voleva che quell'orgasmo che aveva dentro, e che sentiva già enorme, crescesse se possibile ancora di più. Voleva un orgasmo che la travolgesse completamente. E per ottenerlo doveva continuare a negarlo. Continuò quindi così, le dita di una mano che entravano ed uscivano da lei e quelle dell'altra mano che facevano la spola tra il suo clitoride e i capezzoli. Maddalena, che stava godendo moltissimo, si rese conto che per la prima volta da tanto tempo non stava guardando porno. L'eccitazione che ora la possedeva era nata spontaneamente dentro di lei e non era stata indotta volontariamente da se stessa. E questo non le capitava da tanto. Dopo un po' le dita che la stavano penetrando lasciarono posto al vibratore, che inizialmente usò da spento a mo' di dildo per penetrarsi. Ma non le bastava. E così dopo poco lo accese e il suo godimento aumento esponenzialmente. Aveva dovuto smettere di toccarsi il clitoride, era troppo eccitata e rischiava di venire anche solo sfiorandolo un po' più intensamente del dovuto. E lei non voleva assolutamente venire così presto, anche se un orgasmo era in realtà l'unica cosa che desiderava. Continuò quindi a torturarsi così, aveva perso la cognizione del tempo, esistevano solo lei, il suo corpo e il suo piacere. Era persa nelle sue fantasie erotiche quando lo squillare del suo telefono la riportò al mondo reale.
Era stata interrotta quasi sul più bello. Ancora una volta.
Continua.