Racconto di fantasia Messaggi nella notte

go.reebr.com/smartpop/ea3073cf49966c595b834b62398ee762f8dcd1b73e13426c3c6c1b18ecd90d03?userId=2e2b18c26b4f1b49e006863d1c7afab0605c89a5050590947e11bf2d48a0cac7

Lucci823

"Level 8"
1 Anno di Phica.net
Messaggi
3,392
Punteggio reazione
13,866
Punti
119
Age
39
Sofia Marelli era uno dei volti più amati della televisione italiana. Brillante, raffinata, capace di passare da un'intervista politica a una serata di gala senza mai perdere un grammo di autenticità. I suoi fan erano migliaia, forse milioni, e ogni giorno riceveva montagne di messaggi sui social. La maggior parte erano complimenti banali, richieste d’autografi, dichiarazioni di ammirazione innocua.

Una sera di primavera, però, accadde qualcosa di diverso.

Era da poco finita la diretta del suo talk-show. Le luci dello studio erano spente, il trucco si stava sciogliendo sul suo viso stanco. Sofia, come suo rito personale, si infilò nel taxi che la riportava a casa e aprì il telefono per svuotare la mente. Tra i tanti messaggi, uno attirò la sua attenzione.

Non era né scontato né troppo invadente. Un semplice:
"Buonasera Sofia. Non voglio disturbarti, ma ci tenevo a dirti che sei la mia compagnia anche nei momenti più intimi. Ti penso quando sono solo. Sei splendida, e mi fai sentire vivo."

Sofia abbassò il telefono per un attimo. Un leggero sorriso le sfiorò le labbra. Non era un messaggio volgare: c'era un certo rispetto, un imbarazzo velato nelle parole. C'era... sincerità.

Contro ogni prudenza, decise di rispondere.

"Grazie di avermelo detto con delicatezza. È curioso sapere di suscitare emozioni così... personali."
Premette "Invia" prima che potesse pentirsene.

Non dovette aspettare molto. Il ragazzo — si firmava semplicemente "Luca" — le rispose quasi subito.
"Non pensavo mi avresti mai risposto. Sei davvero come sembri in TV: gentile e vera. Scusami se sono stato indiscreto."

Sofia, ancora nel taxi che sobbalzava sui sampietrini, si trovò a riflettere. Quante volte le avevano fatto complimenti fasulli, adulazioni frettolose? Questo, invece, aveva avuto il coraggio di spogliarsi — non solo in senso fisico — e mostrarle qualcosa di genuino.

"Non è indiscrezione se è detto con rispetto." gli scrisse.
"Posso chiederti da quanto tempo mi segui?"

Luca raccontò che aveva iniziato a guardarla anni prima, per caso, in una trasmissione domenicale. La sua voce, disse, era "come una carezza che si trasforma in marea". Aveva sviluppato una sorta di attaccamento segreto, innocuo ma intenso. E sì, qualche volta, nei suoi momenti di solitudine più profonda, immaginava di sentire le sue parole bisbigliate nell'orecchio.

La conversazione proseguì per tutta la notte.

Sofia scoprì che Luca era un giovane uomo intelligente, appassionato di libri e cinema, molto diverso dall’immagine del fan ossessionato. I suoi messaggi non erano volgari: parlavano di desiderio ma anche di ammirazione, di sogni a occhi aperti, di quell'adorazione fragile che a volte si prova verso chi si vede solo da lontano.

In un momento di audacia — o forse di complicità — Sofia scrisse:
"E se ti dicessi che anche a me piace sapere di avere questo effetto su qualcuno?"

Seguì un lungo silenzio digitale. Poi, Luca rispose:
"Mi faresti sentire il ragazzo più fortunato del mondo, anche solo immaginandolo."

La notte era diventata quasi alba. Sofia spense il telefono infine, adagiandolo sul comodino, e si addormentò con un sorriso enigmatico sulle labbra.

Era una sensazione nuova per lei: l'idea di essere desiderata non solo per l'immagine pubblica, per il sorriso studiato o il vestito impeccabile, ma per qualcosa di più umano, più crudo. In quell'intimità virtuale, si sentiva finalmente reale.

E capì che, forse, anche lei aveva bisogno di essere immaginata così.
 
Nei giorni successivi, il pensiero di Luca continuava a riaffiorare nella mente di Sofia, come un sussurro appena percepito. Tra una riunione e un servizio fotografico, trovava il tempo di scorrere i messaggi e sorridere tra sé. Non era solo la dolcezza di quelle parole a colpirla: era la strana sensazione di essere vista davvero, oltre i riflettori, oltre l'immagine perfetta.

Una sera, rientrata a casa dopo una lunga registrazione, si abbandonò sul divano, ancora truccata, con una coperta leggera sulle gambe. Istintivamente, aprì la chat.

"Sei sveglio?" scrisse.

La risposta arrivò dopo pochi minuti.
"Sempre, se sei tu a cercarmi."

Sofia sentì un calore insolito salirle dal petto alle guance. Non era il solito flirt sterile a cui era abituata; c’era qualcosa di puro, di vulnerabile in quel modo di parlarsi.

"Raccontami una fantasia che hai avuto su di me" digitò, stupita dal coraggio che le tremava nelle dita.

Luca esitò. Lo percepiva dai puntini di digitazione che sparivano e riapparivano. Finalmente il messaggio arrivò:

"Sei nel tuo studio. Indossi quella camicetta bianca che ti sta così bene, i capelli raccolti in modo disordinato. Ti avvicini alla telecamera, ma anziché parlare al pubblico, parli solo a me. La tua voce è bassa, calda. Ogni parola è per me solo. Mi dici cose che non puoi dire in TV. E io... non riesco a staccare gli occhi da te."

Sofia rilesse il messaggio più volte, come se volesse imprimerlo nella mente.

Si accorse che stava ridendo piano, un riso morbido, quasi adolescenziale.

"Ti piace pensarmi così?"
"Molto. Più di quanto dovrei."


Un brivido le corse lungo la schiena. C’era una tensione nuova, come corde tese tra loro due, invisibili ma inesorabili.
Per la prima volta da molto tempo, si sentiva libera di essere solo Sofia — non la conduttrice, non il volto pubblico — ma una donna. Una donna desiderata.

In un impeto, scattò una foto: il suo viso senza trucco, i capelli sciolti in onde disordinate, la coperta che lasciava intravedere una spalla nuda. Nulla di volgare. Solo... intimo.
La inviò senza commenti.

La risposta di Luca tardò qualche minuto. Quando arrivò, era solo una parola:
"Meravigliosa."

Poi aggiunse:
"Sembra di essere lì con te. Di poterti sfiorare."

Sofia chiuse gli occhi un momento. Sentiva il cuore battere forte, non per paura, ma per l'emozione inaspettata che quell'incontro virtuale stava accendendo. Un incontro nato per caso, cresciuto nell'ombra discreta dei messaggi notturni, come un fiore che sboccia al riparo dal mondo.

Quella notte, senza bisogno di dirlo, capirono entrambi che qualcosa di prezioso era nato.

E forse, presto, avrebbero voluto di più che parole.
 
Nei giorni successivi, il pensiero di Luca continuava a riaffiorare nella mente di Sofia, come un sussurro appena percepito. Tra una riunione e un servizio fotografico, trovava il tempo di scorrere i messaggi e sorridere tra sé. Non era solo la dolcezza di quelle parole a colpirla: era la strana sensazione di essere vista davvero, oltre i riflettori, oltre l'immagine perfetta.

Una sera, rientrata a casa dopo una lunga registrazione, si abbandonò sul divano, ancora truccata, con una coperta leggera sulle gambe. Istintivamente, aprì la chat.

"Sei sveglio?" scrisse.

La risposta arrivò dopo pochi minuti.
"Sempre, se sei tu a cercarmi."

Sofia sentì un calore insolito salirle dal petto alle guance. Non era il solito flirt sterile a cui era abituata; c’era qualcosa di puro, di vulnerabile in quel modo di parlarsi.

"Raccontami una fantasia che hai avuto su di me" digitò, stupita dal coraggio che le tremava nelle dita.

Luca esitò. Lo percepiva dai puntini di digitazione che sparivano e riapparivano. Finalmente il messaggio arrivò:

"Sei nel tuo studio. Indossi quella camicetta bianca che ti sta così bene, i capelli raccolti in modo disordinato. Ti avvicini alla telecamera, ma anziché parlare al pubblico, parli solo a me. La tua voce è bassa, calda. Ogni parola è per me solo. Mi dici cose che non puoi dire in TV. E io... non riesco a staccare gli occhi da te."

Sofia rilesse il messaggio più volte, come se volesse imprimerlo nella mente.

Si accorse che stava ridendo piano, un riso morbido, quasi adolescenziale.

"Ti piace pensarmi così?"
"Molto. Più di quanto dovrei."


Un brivido le corse lungo la schiena. C’era una tensione nuova, come corde tese tra loro due, invisibili ma inesorabili.
Per la prima volta da molto tempo, si sentiva libera di essere solo Sofia — non la conduttrice, non il volto pubblico — ma una donna. Una donna desiderata.

In un impeto, scattò una foto: il suo viso senza trucco, i capelli sciolti in onde disordinate, la coperta che lasciava intravedere una spalla nuda. Nulla di volgare. Solo... intimo.
La inviò senza commenti.

La risposta di Luca tardò qualche minuto. Quando arrivò, era solo una parola:
"Meravigliosa."

Poi aggiunse:
"Sembra di essere lì con te. Di poterti sfiorare."

Sofia chiuse gli occhi un momento. Sentiva il cuore battere forte, non per paura, ma per l'emozione inaspettata che quell'incontro virtuale stava accendendo. Un incontro nato per caso, cresciuto nell'ombra discreta dei messaggi notturni, come un fiore che sboccia al riparo dal mondo.

Quella notte, senza bisogno di dirlo, capirono entrambi che qualcosa di prezioso era nato.

E forse, presto, avrebbero voluto di più che parole.
Bella la seconda parte
 
Le notti successive divennero una consuetudine.
Sofia e Luca si cercavano senza nemmeno bisogno di accordarsi. Quando il mondo esterno taceva, i loro telefoni prendevano vita, e con loro anche quel filo invisibile che li univa sempre più stretti.

Quella sera, fu Luca a scriverle per primo.

"Non riesco a smettere di pensarti. A volte chiudo gli occhi e ti immagino qui, seduta sul mio letto, con quell’aria impertinente che riesci a nascondere così bene in TV."

Sofia, stesa tra le lenzuola di raso, sorrise.
Aveva spento le luci, lasciando accesa solo la piccola abat-jour che gettava ombre morbide sulla stanza.

"Cosa mi faresti, se fossi lì?"
scrisse, con dita leggere e un battito irregolare nel petto.

Dopo pochi secondi, la risposta:
"Mi avvicinerei piano. Non ti toccherei subito. Mi piacerebbe guardarti mentre ti sfili lentamente quella camicetta... lasciandola cadere a terra."

Sofia inspirò profondamente. C'era qualcosa di elettrico in quelle parole — il desiderio crudo, sì, ma anche un rispetto struggente, come se ogni suo gesto fosse sacro.

Decise di giocare.
Senza pensarci troppo, scattò una nuova foto: un dettaglio — solo la curva del collo, la spalla nuda e l’ombra di un sorriso sulle labbra. Nulla di esplicito, tutto lasciato all'immaginazione.
Gliela inviò, senza aggiungere testo.

Quasi subito, il messaggio di Luca lampeggiò:

"Sei più bella di qualsiasi fantasia io abbia mai avuto."

Poi aggiunse, con un coraggio tremante:

"Posso confessarti una cosa?"

"Dimmi,"
rispose Sofia.

"Mentre ti immagino... mentre ti scrivo... non riesco a trattenermi. Le tue parole, il sapere che ci stai pensando anche tu, mi fanno perdere il controllo."

Sofia sentì il respiro accelerare. Chiuse gli occhi un istante, assaporando la sensazione di essere il motore nascosto di quel desiderio distante, eppure palpabile.

"Non trattenerlo," scrisse piano.
"Voglio che tu mi pensi. Voglio che ti lasci andare, sapendo che in qualche modo io sono lì, con te."

Dall'altra parte, il silenzio durò più a lungo. Come se anche le parole avessero bisogno di cedere il passo ai gesti.

Poi un ultimo messaggio, breve, carico di tensione:

"Sto chiudendo gli occhi. Sto pensando a te. A come sarebbe averti tra le mani. E questa volta... sei tu a guidarmi."

Sofia restò a lungo a fissare il telefono, le dita che accarezzavano distrattamente la tela liscia delle lenzuola.

Non avevano bisogno di vedersi — non ancora.
In quella distanza vibrante, in quelle immagini sussurrate tra le righe, stavano costruendo qualcosa di più profondo, più potente.

Qualcosa che, presto, nessuno dei due avrebbe più potuto contenere.
 
Back
Top Bottom