Per chi volesse leggere il precedente atto:
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ATTO II
PARTE 1
Nessuno di noi due aveva ancor avuto il coraggio di affrontare l’argomento. Dopo quella fatidica notte, sia io che lei avevamo evitato in ogni modo di parlare di quello che era successo.
Nell’ultimo giorno di vacanza avevamo visitato insieme a Marco e Alessia un paesino poco distante, gustato qualche specialità locale e la vacanza era finita lì. Non riuscivo molto a guardare Alessia in faccia, ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano il mio cervello faceva partire una carellata di immagini che mi ero scolpito nella mente.
Con Marco i rapporti erano cordiali come al solito, anche se un po’ più ingessati rispetto ai giorni precedenti. Fu solo dopo il caffè che ci trovammo da soli io e lui e intavolammo una breve conversazione sui recenti avvenimenti, prima che le nostre donne tornassero.
Iniziò a scusarsi ancora per la camicia, ma lo interruppi subito: -Figurati dai, non c’erano altre soluzioni! Piuttosto, ora che siamo soli, volevo chiederti se era tutto ok fra te e Alessia in primis e poi anche fra di noi ovviamente. Sai, non è che cose di questo genere ci capitano ogni giorno e onestamente oggi non so bene cosa dire o dove guardare... -.
-Mi piace il fatto che ti preoccupi anche per noi e non l’hai solo vista come un’occasione per sfogare i nostri istinti, bravo! – rispose subito- Ma non preoccuparti, io e Alessia ci conosciamo da poco ma su queste cose abbiamo un’intesa pazzesca. Ci è bastato uno sguardo ieri per capirci e decidere fino a dove spingerci, per me è stata una notte indimenticabile e basta- e si interruppe per finire l’ultimo sorso di caffè.
Io non sapevo bene cosa dire ancora, stavo cercando di elaborare questa curiosa situazione in cui mi trovavo.
Mentre i miei pensieri vagavano, Marco riprese: -E guarda che queste cose non è che ci capitano ogni giorno sai, ad Alessia piace mostrarsi un po’ ogni tanto e fare qualche giochino in posti pericolosi, ma non ci eravamo mai spinti così lontano! Con altre persone nella stanza intendo... Per farti capire, non avevo mai visto la mia ragazza leccare un’altra donna di fronte a me!-.
-Beh, quella è stata una sorpresa incredibile anche per me. Ma in fondo avevo sempre sospettato che se ci fosse stata una possibilità la mia lei non si sarebbe tirata indietro- conclusi.
Ma Marco, turbato, non lasciò cadere la conversazione: -Scusami se mi intrometto, ma da come parli sembra quasi che non abbiate ancora parlato da ieri, non è così vero?-.
Il mio silenzio fu una risposta sufficiente.
-Guarda caro, noi magari non ci conosciamo da tanto e mi dirai di andare a quel paese con i miei consigli, ma ti consiglio di parlarle il prima possibile! Non avete mica fatto qualcosa di male, più aspettate e più vi si creeranno strane idee in testa! Ne stai parlando con me adesso e ti stai sentendo già meglio immagino, parlane anche con lei cazzo!- disse, infervorandosi verso la fine del discorso.
Il suo fervore si fermò subito alla vista delle nostre ragazze che tornavano dal bagno.
Era stata una sosta alla toilette più lunga degli abituali tempi femminili, quindi immaginai che anche loro avessero avuto un qualche confronto su ieri notte, ma nonostante le parole di Marco che avevo appena ascoltato e le probabili parole di Alessia per la mia lei, continuammo ad ignorare la questione.
Il viaggio di ritorno fu piacevole e arrivati davanti alla porta di casa ci salutammo finalmente. Con fare scherzoso, al momento di baciare sulla guancia la mia ragazza per salutarla, Alessia disse ridendo: -Sulla guancia eh, che se no diventa un’abitudine!-. E dopo questa battuta lei e Marco uscirono di scena, lasciandoci soli di fronte ad una questione che non sapevamo come affrontare.
Era evidente che ne io ne lei osavamo fare il primo passo. Dal lato mio, ciò che più mi frenava era la paura degli effetti di questa discussione.
Non facevo fatica ad immaginare uno scenario in cui la mia ragazza, urlandomi contro, mi accusava di essere un porco e che se fosse stato per me Marco poteva anche scoparla di fronte ai miei occhi, che non sapevo essere geloso e via dicendo.
Quello della gelosia era infatti un tasto dolente fra noi due, perchè era ormai da un po’ di tempo che ne provavo sempre di meno e lei puntualmente me lo faceva notare. Significava forse che non l’amavo?
NO, l’esatto opposto, come avevo cercato più volte di farle capire senza successo.
Ero a tal punto innamorato di lei che avrei messo la sua felicità e soddisfazione prima della mia in ogni contesto. Voleva baciare una donna? Se la cosa le dava piacere, che lo facesse! Voleva provare un’ esperienza con un altro uomo? Non ero mai arrivato a questo estremo prima di allora, ma ora anche questo pensiero si inseriva naturalmente nel modo in cui avevo iniziato da tempo ad intendere il rapporto fra me e lei.
Un rapporto di fiducia totale, una chiara distinzione fra mente e corpo e un tentativo di abbracciare i nostri istinti e fantasie, piuttosto che nasconderli o addirtuttura negare che esistessero a noi stessi.
Un mondo senza gelosia sarebbe stato un mondo migliore a mio parere, un sentimento che non doveva esistere e portava solo un sacco di problemi.
Certo, il pensiero che la sua bocca fosse entrata anche solo indirettamente in contatto con lo sperma di Marco mi faceva ancora sobbalzare lo stomaco, ma non quanto avrebbe fatto anni fa con altre ragazze che avevo avuto.
La domanda quindi era solo una a quel punto, cosa pensava lei di di tutto quello che era successo? Era arrabbiata? Si vergognava? Si era forse resa conto che la persona che voleva accanto nella sua vita era una donna e non un uomo (altamente improbabile)? Al termine di questa conversazione la nostra relazione avrebbe raggiunto un punto di non ritorno (già più probabile)?
Questi pensieri accompagnarono me e forse anche lei per una lunga settimana. Le nostre vite e i rispettivi lavori ripresero normali, fino ad arrivare al weekend successivo.
Fu un sabato mattina che non ce la feci più a sopportare quell’ignorare forzatamente tutto ciò che era successo pochi giorni prima. Avevo dormito malissimo e mentre eravamo seduti a fare colazione trovai finalmente il coraggio di introdurre l’argomento.
-Non ce la faccio più amore, davvero, dobbiamo parlarne. So che anche tu stai cercando di fare finta di nulla, ma io sono arrivato al limite, sto impazzendo! Posso chiederti cosa ne pensi di tutto quello che abbiamo fatto con Alessia e Marco lo scorso weekend!?!-.
La mia ragazza posò con tutta la calma di questo mondo la sua tazza di tè e mi guardò dritto in faccia.
-Finalmente ti decidi a parlare! Pensavo che avresti continuato così fino alla fine dell’anno ormai... cosa vuoi che ti dica? Visto che hai portato tu fuori l’argomento inizia a dire tu per primo cosa ne pensi!- disse.
Il suo tono non era arrabiato, era triste. Potevo addirittura vedere alcune lacrime fare la loro comparsa sul suo volto, era evidente che avessimo aspettato troppo per parlare di questa cosa e le emozioni si erano accumulate in entrambi per tutta la settimana.
Non aspettò neanche una mia risposta che mi sommerse con le sue parole. Era un discorso piuttosto confuso, espresso a un volume di voce variabile a seconda degli argomenti toccati. Si andava dal fatto che non me ne fregava più nulla di lei (prevedibile) al mio presunto gioco del silenzio condotto per più di una settimana che l’aveva portata in questo stato.
Ma più andava avanti, più il discorso prendeva una piega imprevista.
-Insomma, alla fine mi sono lasciata andare, come mi avevi sempre detto tu e ora non hai neanche più il coraggio di parlarmi, non è così? Tanti discorsi da grande uomo sulla gelosia e ora mi consideri peggio di una puttana, non è vero? Dimmelo almeno in faccia che ti faccio schifo, così posso prendere le mie cose e andarmene!!!- concluse, e io in quel momento sperai ardentemente che i nostri vicini quella mattina fossero usciti e molto lontani da casa.
Preccupazione per i vicini a parte, ero spiazzato dalle sue parole. Cercai di fermare il suo pianto accarenzadole la testa e una volta finito di sfogarsi iniziai a dirle ciò che pensavo: -Siamo stati due deficienti, avremo dovuto parlarne giorni fa. Non penso nulla di quello che hai detto e ti amo più di prima se possibile. Avevo paura che tu volessi lasciarmi onestamente, non il contrario... –.
Venni interrotto subito a questa frase: -No scusami, tu avevi paura che io volessi lasciarti dopo quello che è successo? Ma se sono stata io a fare venire Ale di fronte al suo ragazzo mentre si faceva una sega guardandoci! É nella mia bocca che ho sentito il sapore di un altro uomo, dopo anni che sto con te! E tu pensavi che quella che voleva lasciarti dopo tutto questo sarei stata io? Mica mi hai obbligato tu a fare queste cose, le ho fatte perchè in quel momento ero infoiata e avevo perso il controllo! –.
Il suo punto di vista era comprensibile in effetti, ora che ci pensavo. Strano che in tutti gli scenari che mi ero immaginato questa sua reazione fosse rimasta per me imprevedibile, ma era un dato di fatto che dal punto di vista fisico la persona che aveva avuto più interazioni con la coppia di amici era stata lei, se non addirittura l’unica.
-Guarda, io a queste cose non ci avevo manco pensato onestamente, quello che hai fatto con Alessia mi ha fatto solo impazzire nel senso positivo del termine. Non ti ho mai considerato una puttana, anzi, e sapere che in quel momento la visione del tuo corpo stava dando piacere ad un’altra persona non mi ha disturbato...- cercai di spiegare, con difficoltà.
Ma la mia lei sembrava non sentire ragioni:- Ok, ho capito, basta! Tu non hai problemi e come al solito sei quello maturo e razionale, ottimo! Il problema allora sono io e come mi sento, tu non hai notato un cosa importante. Se quella notte Marco si fosse avvicinato anche solo 5cm di più, probabilmente io glielo avrei preso in bocca senza pensarci due volte. Capisci questa cosa?-.
Rimasi per un attimo in silenzio, meditando la mia risposta. Eravamo in un terreno pericolosissimo, una minima parola sbagliata e tutto poteva precipitare di nuovo.
-No, non credo sarebbe successo così come dici tu- risposi convintamente – in tutto quello che abbiamo fatto quella notte, non stai considerando un dettaglio fondamentale, che cambia tutto-.
-E cioè?!- fece lei curiosa.
-Non ci siamo mai persi di vista, ogni volta che facevi qualcosa io ero li con te e tu mi guardavi. E un paio di volte se non ricordo male mi hai anche chiesto se andava tutto bene o non ci fosse qualcosa che mi dava fastidio. Non dico che non ti piacesse quello che stavi facendo, ma lo stavi facendo anche per me e lo sapevi. Entrambi eravamo partecipi di tutto, anche se in modi diversi- conclusi, meravigliandomi delle parole perfette che erano uscite dalla mia bocca.
Anche lei rimase per un attimo interdetta, non sapendo bene cosa rispondere.
-Capisco quello che dici- disse in tono preoccupato -ma se succedesse di nuovo? Chi ci garantisce che saremo sempre della stessa idea? Come faccio ad essere sicura che una volta non farò un passo troppo lungo e tutto si rovinerà?-.
- Innanzitutto ci chiederemo sempre a vicenda se una cosa va bene o no all’altro, come tu hai saputo fare una settimana fa- replicai sorridendo -e in secondo luogo, spero tu non voglia fare cose di questo genere troppo spesso ora, non sono sicuro di essermi ancora ripreso del tutto-.
La conversazione sembrava essersi conclusa senza troppi danni, la mia ragazza si stava finalmente calmando e le lacrime avevamo smesso di scendere sul suo viso già da tempo. Mentre sparecchiavamo insieme la tavola mi sembrò addirittura di vedere un sorrisino sul volto.
Tutto sommato me l’ero cavata abbastanza bene, pensai, rimaneva solo da capire se quel sorrisino era un modo di esprimere il suo sollievo o faceva presagire ben altro.
CONTINUA...
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ATTO II
PARTE 1
Nessuno di noi due aveva ancor avuto il coraggio di affrontare l’argomento. Dopo quella fatidica notte, sia io che lei avevamo evitato in ogni modo di parlare di quello che era successo.
Nell’ultimo giorno di vacanza avevamo visitato insieme a Marco e Alessia un paesino poco distante, gustato qualche specialità locale e la vacanza era finita lì. Non riuscivo molto a guardare Alessia in faccia, ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano il mio cervello faceva partire una carellata di immagini che mi ero scolpito nella mente.
Con Marco i rapporti erano cordiali come al solito, anche se un po’ più ingessati rispetto ai giorni precedenti. Fu solo dopo il caffè che ci trovammo da soli io e lui e intavolammo una breve conversazione sui recenti avvenimenti, prima che le nostre donne tornassero.
Iniziò a scusarsi ancora per la camicia, ma lo interruppi subito: -Figurati dai, non c’erano altre soluzioni! Piuttosto, ora che siamo soli, volevo chiederti se era tutto ok fra te e Alessia in primis e poi anche fra di noi ovviamente. Sai, non è che cose di questo genere ci capitano ogni giorno e onestamente oggi non so bene cosa dire o dove guardare... -.
-Mi piace il fatto che ti preoccupi anche per noi e non l’hai solo vista come un’occasione per sfogare i nostri istinti, bravo! – rispose subito- Ma non preoccuparti, io e Alessia ci conosciamo da poco ma su queste cose abbiamo un’intesa pazzesca. Ci è bastato uno sguardo ieri per capirci e decidere fino a dove spingerci, per me è stata una notte indimenticabile e basta- e si interruppe per finire l’ultimo sorso di caffè.
Io non sapevo bene cosa dire ancora, stavo cercando di elaborare questa curiosa situazione in cui mi trovavo.
Mentre i miei pensieri vagavano, Marco riprese: -E guarda che queste cose non è che ci capitano ogni giorno sai, ad Alessia piace mostrarsi un po’ ogni tanto e fare qualche giochino in posti pericolosi, ma non ci eravamo mai spinti così lontano! Con altre persone nella stanza intendo... Per farti capire, non avevo mai visto la mia ragazza leccare un’altra donna di fronte a me!-.
-Beh, quella è stata una sorpresa incredibile anche per me. Ma in fondo avevo sempre sospettato che se ci fosse stata una possibilità la mia lei non si sarebbe tirata indietro- conclusi.
Ma Marco, turbato, non lasciò cadere la conversazione: -Scusami se mi intrometto, ma da come parli sembra quasi che non abbiate ancora parlato da ieri, non è così vero?-.
Il mio silenzio fu una risposta sufficiente.
-Guarda caro, noi magari non ci conosciamo da tanto e mi dirai di andare a quel paese con i miei consigli, ma ti consiglio di parlarle il prima possibile! Non avete mica fatto qualcosa di male, più aspettate e più vi si creeranno strane idee in testa! Ne stai parlando con me adesso e ti stai sentendo già meglio immagino, parlane anche con lei cazzo!- disse, infervorandosi verso la fine del discorso.
Il suo fervore si fermò subito alla vista delle nostre ragazze che tornavano dal bagno.
Era stata una sosta alla toilette più lunga degli abituali tempi femminili, quindi immaginai che anche loro avessero avuto un qualche confronto su ieri notte, ma nonostante le parole di Marco che avevo appena ascoltato e le probabili parole di Alessia per la mia lei, continuammo ad ignorare la questione.
Il viaggio di ritorno fu piacevole e arrivati davanti alla porta di casa ci salutammo finalmente. Con fare scherzoso, al momento di baciare sulla guancia la mia ragazza per salutarla, Alessia disse ridendo: -Sulla guancia eh, che se no diventa un’abitudine!-. E dopo questa battuta lei e Marco uscirono di scena, lasciandoci soli di fronte ad una questione che non sapevamo come affrontare.
Era evidente che ne io ne lei osavamo fare il primo passo. Dal lato mio, ciò che più mi frenava era la paura degli effetti di questa discussione.
Non facevo fatica ad immaginare uno scenario in cui la mia ragazza, urlandomi contro, mi accusava di essere un porco e che se fosse stato per me Marco poteva anche scoparla di fronte ai miei occhi, che non sapevo essere geloso e via dicendo.
Quello della gelosia era infatti un tasto dolente fra noi due, perchè era ormai da un po’ di tempo che ne provavo sempre di meno e lei puntualmente me lo faceva notare. Significava forse che non l’amavo?
NO, l’esatto opposto, come avevo cercato più volte di farle capire senza successo.
Ero a tal punto innamorato di lei che avrei messo la sua felicità e soddisfazione prima della mia in ogni contesto. Voleva baciare una donna? Se la cosa le dava piacere, che lo facesse! Voleva provare un’ esperienza con un altro uomo? Non ero mai arrivato a questo estremo prima di allora, ma ora anche questo pensiero si inseriva naturalmente nel modo in cui avevo iniziato da tempo ad intendere il rapporto fra me e lei.
Un rapporto di fiducia totale, una chiara distinzione fra mente e corpo e un tentativo di abbracciare i nostri istinti e fantasie, piuttosto che nasconderli o addirtuttura negare che esistessero a noi stessi.
Un mondo senza gelosia sarebbe stato un mondo migliore a mio parere, un sentimento che non doveva esistere e portava solo un sacco di problemi.
Certo, il pensiero che la sua bocca fosse entrata anche solo indirettamente in contatto con lo sperma di Marco mi faceva ancora sobbalzare lo stomaco, ma non quanto avrebbe fatto anni fa con altre ragazze che avevo avuto.
La domanda quindi era solo una a quel punto, cosa pensava lei di di tutto quello che era successo? Era arrabbiata? Si vergognava? Si era forse resa conto che la persona che voleva accanto nella sua vita era una donna e non un uomo (altamente improbabile)? Al termine di questa conversazione la nostra relazione avrebbe raggiunto un punto di non ritorno (già più probabile)?
Questi pensieri accompagnarono me e forse anche lei per una lunga settimana. Le nostre vite e i rispettivi lavori ripresero normali, fino ad arrivare al weekend successivo.
Fu un sabato mattina che non ce la feci più a sopportare quell’ignorare forzatamente tutto ciò che era successo pochi giorni prima. Avevo dormito malissimo e mentre eravamo seduti a fare colazione trovai finalmente il coraggio di introdurre l’argomento.
-Non ce la faccio più amore, davvero, dobbiamo parlarne. So che anche tu stai cercando di fare finta di nulla, ma io sono arrivato al limite, sto impazzendo! Posso chiederti cosa ne pensi di tutto quello che abbiamo fatto con Alessia e Marco lo scorso weekend!?!-.
La mia ragazza posò con tutta la calma di questo mondo la sua tazza di tè e mi guardò dritto in faccia.
-Finalmente ti decidi a parlare! Pensavo che avresti continuato così fino alla fine dell’anno ormai... cosa vuoi che ti dica? Visto che hai portato tu fuori l’argomento inizia a dire tu per primo cosa ne pensi!- disse.
Il suo tono non era arrabiato, era triste. Potevo addirittura vedere alcune lacrime fare la loro comparsa sul suo volto, era evidente che avessimo aspettato troppo per parlare di questa cosa e le emozioni si erano accumulate in entrambi per tutta la settimana.
Non aspettò neanche una mia risposta che mi sommerse con le sue parole. Era un discorso piuttosto confuso, espresso a un volume di voce variabile a seconda degli argomenti toccati. Si andava dal fatto che non me ne fregava più nulla di lei (prevedibile) al mio presunto gioco del silenzio condotto per più di una settimana che l’aveva portata in questo stato.
Ma più andava avanti, più il discorso prendeva una piega imprevista.
-Insomma, alla fine mi sono lasciata andare, come mi avevi sempre detto tu e ora non hai neanche più il coraggio di parlarmi, non è così? Tanti discorsi da grande uomo sulla gelosia e ora mi consideri peggio di una puttana, non è vero? Dimmelo almeno in faccia che ti faccio schifo, così posso prendere le mie cose e andarmene!!!- concluse, e io in quel momento sperai ardentemente che i nostri vicini quella mattina fossero usciti e molto lontani da casa.
Preccupazione per i vicini a parte, ero spiazzato dalle sue parole. Cercai di fermare il suo pianto accarenzadole la testa e una volta finito di sfogarsi iniziai a dirle ciò che pensavo: -Siamo stati due deficienti, avremo dovuto parlarne giorni fa. Non penso nulla di quello che hai detto e ti amo più di prima se possibile. Avevo paura che tu volessi lasciarmi onestamente, non il contrario... –.
Venni interrotto subito a questa frase: -No scusami, tu avevi paura che io volessi lasciarti dopo quello che è successo? Ma se sono stata io a fare venire Ale di fronte al suo ragazzo mentre si faceva una sega guardandoci! É nella mia bocca che ho sentito il sapore di un altro uomo, dopo anni che sto con te! E tu pensavi che quella che voleva lasciarti dopo tutto questo sarei stata io? Mica mi hai obbligato tu a fare queste cose, le ho fatte perchè in quel momento ero infoiata e avevo perso il controllo! –.
Il suo punto di vista era comprensibile in effetti, ora che ci pensavo. Strano che in tutti gli scenari che mi ero immaginato questa sua reazione fosse rimasta per me imprevedibile, ma era un dato di fatto che dal punto di vista fisico la persona che aveva avuto più interazioni con la coppia di amici era stata lei, se non addirittura l’unica.
-Guarda, io a queste cose non ci avevo manco pensato onestamente, quello che hai fatto con Alessia mi ha fatto solo impazzire nel senso positivo del termine. Non ti ho mai considerato una puttana, anzi, e sapere che in quel momento la visione del tuo corpo stava dando piacere ad un’altra persona non mi ha disturbato...- cercai di spiegare, con difficoltà.
Ma la mia lei sembrava non sentire ragioni:- Ok, ho capito, basta! Tu non hai problemi e come al solito sei quello maturo e razionale, ottimo! Il problema allora sono io e come mi sento, tu non hai notato un cosa importante. Se quella notte Marco si fosse avvicinato anche solo 5cm di più, probabilmente io glielo avrei preso in bocca senza pensarci due volte. Capisci questa cosa?-.
Rimasi per un attimo in silenzio, meditando la mia risposta. Eravamo in un terreno pericolosissimo, una minima parola sbagliata e tutto poteva precipitare di nuovo.
-No, non credo sarebbe successo così come dici tu- risposi convintamente – in tutto quello che abbiamo fatto quella notte, non stai considerando un dettaglio fondamentale, che cambia tutto-.
-E cioè?!- fece lei curiosa.
-Non ci siamo mai persi di vista, ogni volta che facevi qualcosa io ero li con te e tu mi guardavi. E un paio di volte se non ricordo male mi hai anche chiesto se andava tutto bene o non ci fosse qualcosa che mi dava fastidio. Non dico che non ti piacesse quello che stavi facendo, ma lo stavi facendo anche per me e lo sapevi. Entrambi eravamo partecipi di tutto, anche se in modi diversi- conclusi, meravigliandomi delle parole perfette che erano uscite dalla mia bocca.
Anche lei rimase per un attimo interdetta, non sapendo bene cosa rispondere.
-Capisco quello che dici- disse in tono preoccupato -ma se succedesse di nuovo? Chi ci garantisce che saremo sempre della stessa idea? Come faccio ad essere sicura che una volta non farò un passo troppo lungo e tutto si rovinerà?-.
- Innanzitutto ci chiederemo sempre a vicenda se una cosa va bene o no all’altro, come tu hai saputo fare una settimana fa- replicai sorridendo -e in secondo luogo, spero tu non voglia fare cose di questo genere troppo spesso ora, non sono sicuro di essermi ancora ripreso del tutto-.
La conversazione sembrava essersi conclusa senza troppi danni, la mia ragazza si stava finalmente calmando e le lacrime avevamo smesso di scendere sul suo viso già da tempo. Mentre sparecchiavamo insieme la tavola mi sembrò addirittura di vedere un sorrisino sul volto.
Tutto sommato me l’ero cavata abbastanza bene, pensai, rimaneva solo da capire se quel sorrisino era un modo di esprimere il suo sollievo o faceva presagire ben altro.
CONTINUA...