Esperienza reale Nuovi orizzonti di coppia - ATTO II

alfredoa

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Per chi volesse leggere il precedente atto:


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ATTO II

PARTE 1

Nessuno di noi due aveva ancor avuto il coraggio di affrontare l’argomento. Dopo quella fatidica notte, sia io che lei avevamo evitato in ogni modo di parlare di quello che era successo.

Nell’ultimo giorno di vacanza avevamo visitato insieme a Marco e Alessia un paesino poco distante, gustato qualche specialità locale e la vacanza era finita lì. Non riuscivo molto a guardare Alessia in faccia, ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano il mio cervello faceva partire una carellata di immagini che mi ero scolpito nella mente.

Con Marco i rapporti erano cordiali come al solito, anche se un po’ più ingessati rispetto ai giorni precedenti. Fu solo dopo il caffè che ci trovammo da soli io e lui e intavolammo una breve conversazione sui recenti avvenimenti, prima che le nostre donne tornassero.

Iniziò a scusarsi ancora per la camicia, ma lo interruppi subito: -Figurati dai, non c’erano altre soluzioni! Piuttosto, ora che siamo soli, volevo chiederti se era tutto ok fra te e Alessia in primis e poi anche fra di noi ovviamente. Sai, non è che cose di questo genere ci capitano ogni giorno e onestamente oggi non so bene cosa dire o dove guardare... -.

-Mi piace il fatto che ti preoccupi anche per noi e non l’hai solo vista come un’occasione per sfogare i nostri istinti, bravo! – rispose subito- Ma non preoccuparti, io e Alessia ci conosciamo da poco ma su queste cose abbiamo un’intesa pazzesca. Ci è bastato uno sguardo ieri per capirci e decidere fino a dove spingerci, per me è stata una notte indimenticabile e basta- e si interruppe per finire l’ultimo sorso di caffè.

Io non sapevo bene cosa dire ancora, stavo cercando di elaborare questa curiosa situazione in cui mi trovavo.

Mentre i miei pensieri vagavano, Marco riprese: -E guarda che queste cose non è che ci capitano ogni giorno sai, ad Alessia piace mostrarsi un po’ ogni tanto e fare qualche giochino in posti pericolosi, ma non ci eravamo mai spinti così lontano! Con altre persone nella stanza intendo... Per farti capire, non avevo mai visto la mia ragazza leccare un’altra donna di fronte a me!-.

-Beh, quella è stata una sorpresa incredibile anche per me. Ma in fondo avevo sempre sospettato che se ci fosse stata una possibilità la mia lei non si sarebbe tirata indietro- conclusi.

Ma Marco, turbato, non lasciò cadere la conversazione: -Scusami se mi intrometto, ma da come parli sembra quasi che non abbiate ancora parlato da ieri, non è così vero?-.

Il mio silenzio fu una risposta sufficiente.

-Guarda caro, noi magari non ci conosciamo da tanto e mi dirai di andare a quel paese con i miei consigli, ma ti consiglio di parlarle il prima possibile! Non avete mica fatto qualcosa di male, più aspettate e più vi si creeranno strane idee in testa! Ne stai parlando con me adesso e ti stai sentendo già meglio immagino, parlane anche con lei cazzo!- disse, infervorandosi verso la fine del discorso.

Il suo fervore si fermò subito alla vista delle nostre ragazze che tornavano dal bagno.
Era stata una sosta alla toilette più lunga degli abituali tempi femminili, quindi immaginai che anche loro avessero avuto un qualche confronto su ieri notte, ma nonostante le parole di Marco che avevo appena ascoltato e le probabili parole di Alessia per la mia lei, continuammo ad ignorare la questione.

Il viaggio di ritorno fu piacevole e arrivati davanti alla porta di casa ci salutammo finalmente. Con fare scherzoso, al momento di baciare sulla guancia la mia ragazza per salutarla, Alessia disse ridendo: -Sulla guancia eh, che se no diventa un’abitudine!-. E dopo questa battuta lei e Marco uscirono di scena, lasciandoci soli di fronte ad una questione che non sapevamo come affrontare.

Era evidente che ne io ne lei osavamo fare il primo passo. Dal lato mio, ciò che più mi frenava era la paura degli effetti di questa discussione.

Non facevo fatica ad immaginare uno scenario in cui la mia ragazza, urlandomi contro, mi accusava di essere un porco e che se fosse stato per me Marco poteva anche scoparla di fronte ai miei occhi, che non sapevo essere geloso e via dicendo.

Quello della gelosia era infatti un tasto dolente fra noi due, perchè era ormai da un po’ di tempo che ne provavo sempre di meno e lei puntualmente me lo faceva notare. Significava forse che non l’amavo?

NO, l’esatto opposto, come avevo cercato più volte di farle capire senza successo.

Ero a tal punto innamorato di lei che avrei messo la sua felicità e soddisfazione prima della mia in ogni contesto. Voleva baciare una donna? Se la cosa le dava piacere, che lo facesse! Voleva provare un’ esperienza con un altro uomo? Non ero mai arrivato a questo estremo prima di allora, ma ora anche questo pensiero si inseriva naturalmente nel modo in cui avevo iniziato da tempo ad intendere il rapporto fra me e lei.

Un rapporto di fiducia totale, una chiara distinzione fra mente e corpo e un tentativo di abbracciare i nostri istinti e fantasie, piuttosto che nasconderli o addirtuttura negare che esistessero a noi stessi.

Un mondo senza gelosia sarebbe stato un mondo migliore a mio parere, un sentimento che non doveva esistere e portava solo un sacco di problemi.

Certo, il pensiero che la sua bocca fosse entrata anche solo indirettamente in contatto con lo sperma di Marco mi faceva ancora sobbalzare lo stomaco, ma non quanto avrebbe fatto anni fa con altre ragazze che avevo avuto.

La domanda quindi era solo una a quel punto, cosa pensava lei di di tutto quello che era successo? Era arrabbiata? Si vergognava? Si era forse resa conto che la persona che voleva accanto nella sua vita era una donna e non un uomo (altamente improbabile)? Al termine di questa conversazione la nostra relazione avrebbe raggiunto un punto di non ritorno (già più probabile)?

Questi pensieri accompagnarono me e forse anche lei per una lunga settimana. Le nostre vite e i rispettivi lavori ripresero normali, fino ad arrivare al weekend successivo.

Fu un sabato mattina che non ce la feci più a sopportare quell’ignorare forzatamente tutto ciò che era successo pochi giorni prima. Avevo dormito malissimo e mentre eravamo seduti a fare colazione trovai finalmente il coraggio di introdurre l’argomento.

-Non ce la faccio più amore, davvero, dobbiamo parlarne. So che anche tu stai cercando di fare finta di nulla, ma io sono arrivato al limite, sto impazzendo! Posso chiederti cosa ne pensi di tutto quello che abbiamo fatto con Alessia e Marco lo scorso weekend!?!-.

La mia ragazza posò con tutta la calma di questo mondo la sua tazza di tè e mi guardò dritto in faccia.

-Finalmente ti decidi a parlare! Pensavo che avresti continuato così fino alla fine dell’anno ormai... cosa vuoi che ti dica? Visto che hai portato tu fuori l’argomento inizia a dire tu per primo cosa ne pensi!- disse.
Il suo tono non era arrabiato, era triste. Potevo addirittura vedere alcune lacrime fare la loro comparsa sul suo volto, era evidente che avessimo aspettato troppo per parlare di questa cosa e le emozioni si erano accumulate in entrambi per tutta la settimana.

Non aspettò neanche una mia risposta che mi sommerse con le sue parole. Era un discorso piuttosto confuso, espresso a un volume di voce variabile a seconda degli argomenti toccati. Si andava dal fatto che non me ne fregava più nulla di lei (prevedibile) al mio presunto gioco del silenzio condotto per più di una settimana che l’aveva portata in questo stato.

Ma più andava avanti, più il discorso prendeva una piega imprevista.

-Insomma, alla fine mi sono lasciata andare, come mi avevi sempre detto tu e ora non hai neanche più il coraggio di parlarmi, non è così? Tanti discorsi da grande uomo sulla gelosia e ora mi consideri peggio di una puttana, non è vero? Dimmelo almeno in faccia che ti faccio schifo, così posso prendere le mie cose e andarmene!!!- concluse, e io in quel momento sperai ardentemente che i nostri vicini quella mattina fossero usciti e molto lontani da casa.

Preccupazione per i vicini a parte, ero spiazzato dalle sue parole. Cercai di fermare il suo pianto accarenzadole la testa e una volta finito di sfogarsi iniziai a dirle ciò che pensavo: -Siamo stati due deficienti, avremo dovuto parlarne giorni fa. Non penso nulla di quello che hai detto e ti amo più di prima se possibile. Avevo paura che tu volessi lasciarmi onestamente, non il contrario... –.

Venni interrotto subito a questa frase: -No scusami, tu avevi paura che io volessi lasciarti dopo quello che è successo? Ma se sono stata io a fare venire Ale di fronte al suo ragazzo mentre si faceva una sega guardandoci! É nella mia bocca che ho sentito il sapore di un altro uomo, dopo anni che sto con te! E tu pensavi che quella che voleva lasciarti dopo tutto questo sarei stata io? Mica mi hai obbligato tu a fare queste cose, le ho fatte perchè in quel momento ero infoiata e avevo perso il controllo! –.

Il suo punto di vista era comprensibile in effetti, ora che ci pensavo. Strano che in tutti gli scenari che mi ero immaginato questa sua reazione fosse rimasta per me imprevedibile, ma era un dato di fatto che dal punto di vista fisico la persona che aveva avuto più interazioni con la coppia di amici era stata lei, se non addirittura l’unica.

-Guarda, io a queste cose non ci avevo manco pensato onestamente, quello che hai fatto con Alessia mi ha fatto solo impazzire nel senso positivo del termine. Non ti ho mai considerato una puttana, anzi, e sapere che in quel momento la visione del tuo corpo stava dando piacere ad un’altra persona non mi ha disturbato...- cercai di spiegare, con difficoltà.

Ma la mia lei sembrava non sentire ragioni:- Ok, ho capito, basta! Tu non hai problemi e come al solito sei quello maturo e razionale, ottimo! Il problema allora sono io e come mi sento, tu non hai notato un cosa importante. Se quella notte Marco si fosse avvicinato anche solo 5cm di più, probabilmente io glielo avrei preso in bocca senza pensarci due volte. Capisci questa cosa?-.

Rimasi per un attimo in silenzio, meditando la mia risposta. Eravamo in un terreno pericolosissimo, una minima parola sbagliata e tutto poteva precipitare di nuovo.

-No, non credo sarebbe successo così come dici tu- risposi convintamente – in tutto quello che abbiamo fatto quella notte, non stai considerando un dettaglio fondamentale, che cambia tutto-.
-E cioè?!- fece lei curiosa.
-Non ci siamo mai persi di vista, ogni volta che facevi qualcosa io ero li con te e tu mi guardavi. E un paio di volte se non ricordo male mi hai anche chiesto se andava tutto bene o non ci fosse qualcosa che mi dava fastidio. Non dico che non ti piacesse quello che stavi facendo, ma lo stavi facendo anche per me e lo sapevi. Entrambi eravamo partecipi di tutto, anche se in modi diversi- conclusi, meravigliandomi delle parole perfette che erano uscite dalla mia bocca.

Anche lei rimase per un attimo interdetta, non sapendo bene cosa rispondere.

-Capisco quello che dici- disse in tono preoccupato -ma se succedesse di nuovo? Chi ci garantisce che saremo sempre della stessa idea? Come faccio ad essere sicura che una volta non farò un passo troppo lungo e tutto si rovinerà?-.

- Innanzitutto ci chiederemo sempre a vicenda se una cosa va bene o no all’altro, come tu hai saputo fare una settimana fa- replicai sorridendo -e in secondo luogo, spero tu non voglia fare cose di questo genere troppo spesso ora, non sono sicuro di essermi ancora ripreso del tutto-.

La conversazione sembrava essersi conclusa senza troppi danni, la mia ragazza si stava finalmente calmando e le lacrime avevamo smesso di scendere sul suo viso già da tempo. Mentre sparecchiavamo insieme la tavola mi sembrò addirittura di vedere un sorrisino sul volto.

Tutto sommato me l’ero cavata abbastanza bene, pensai, rimaneva solo da capire se quel sorrisino era un modo di esprimere il suo sollievo o faceva presagire ben altro.

CONTINUA...
 

giannibgod

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complimenti davvero per il racconto! esprimi uno spaccato di vita fatto non solo di spiriti animaleschi ma anche di sentimenti e rispetto! cosa che al giorno d'oggi manca in tante situazioni.
 

Suez

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Mi sembrano le premesse migliori per creare un’ottima complicità, anche superando paure e resistenze. Attendo impaziente il seguito…
 
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alfredoa

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Un piccolo capitolo di transizione, purtroppo necessario :)


PARTE II

Le giornate passavano tranquille dopo la nostra parentesi in montagna e il chiarimento successivo. Per parecchie settimane tutto tornò alla norma, senza nuovi exploit in campo sessuale. Anzi, nonostante le qualità della mia lei in certi momenti la mia mente divagava un po’ troppo, immaginandoci (sempre insieme ovviamente) in strane situazioni.

Iniziava a fare sempre più caldo e fu un giorno in cui le temperature erano particolarmente alte che iniziò fra noi una delle discussioni più classiche fra le coppie, ossia dove andiamo in vacanza quest’anno?

Di getto la mia risposta fu: -Basta montagna direi, questa volta si va al mare!-.
La mia lei concordò subito, evidentemente sapeva che quell’inverno avevamo davvero abusato della montagna viste tutte le volte in cui ci eravamo andati.
Iniziammo così ad informarci per varie mete, ma nessuna ci stuzziacava particolarmente.

L’Italia era ormai improponibile come prezzi e le isole spagnole erano già piene. Ad un certo punto smisi di guardare i posti più turistici, iniziando a cercare itinerari più alternativi, fino a che in un forum trovai il racconto di viaggio di una coppia che aveva attraversato i balcani in auto, fino alle coste greche.

Interessante, pensai, una coppia di nostri amici aveva fatto un viaggio simile un paio di anni fa e magari potevano darci qualche dritta utile. A onor del vero non impazzivo troppo per questi nostri amici, soprattutto per la lei della coppia. L’avevo sempre trovata molto chiusa mentalmente e a volte compativo il suo compagno, ma tant’è, ci servivano consigli di prima mano e così organizzammo una pizzata un venerdì sera, mossi solo e unicamente da secondi fini.

La serata passò senza grandi avvenimenti e una volta giunti al dolce iniziai a introdurre l’argomento delle vacanze e il nostro amico iniziò a darci consigli su consigli, dalle tappe migliori a quanto avevano speso in media.

Mentre mi appuntavo tutto, ad un certo punto il nostro amico disse: -Ovviamente tutto questo se vi piace andare in vacanza in tenda, ça va sans dire... –.
-Scusami, hai detto tenda? – chiesi con gli occhi spalancati di sorpresa.
-Certo, a meno che tu non voglia spendere un capitale! Non siete mai andati in tenda prima d’ora?!- replicò lui stupito.

Onestamente le vacanze in tenda non le avevo mai prese in considerazione, mi era sempre sembrato assurdo andare a complicarsi la vita mentre ci si doveva rilassare. Guardai la mia ragazza con fare sospettoso, che a quanto pare non condivideva le mie idee quella sera.
-No, al signorino non piacciono i campeggi, sono troppo scomodi per i suoi gusti. Per un’estate però potremmo anche provare in fondo! Come sono i campeggi da quelle parti? E soprattutto, dove sono le spiagge più belle lungo il percorso che ci avete detto?- chiese la mia lei molto interessata.

A quel punto intervenne la nostra amica, che era rimasta in silenzio finora: -Guarda, sui campeggi in quelle zone nulla da dire, basta che leggi un po’ di recensioni e ne trovi quanti ne vuoi e buoni. Sulle spiagge invece lasciamo perdere, ogni volta era un’impresa trovarne una giusta!-.
-In che senso? Acqua sporca? Troppi sassi? - feci io preoccupato. Il mare era una parte fondamentale di quella vacanza per me.
- No, il mare è sempre bellissimo lì, il problema sono i pervertiti!- rispose indignata, lasciando sia me che la mia compagna sbigottiti.
-Scusami Clara, cosa hai detto? Pervertiti? Su tutte le spiagge?- chiese la mia lei, con aria divertita.
-Sì, ti giuro!- continuo la nostra amica con un tono sempre più schifato -non ovunque ovviamente, una volta che superi la Croazia va meglio, ma finchè non arrivi un po’ più in giù metà delle spiagge sono una roba indecente, la maggior parte della gente è mezzanuda o totalmente nuda! E non è che si nascondono eh, ti ricordi amore quel tizio che ci si è avvicinato con tutto in mostra e ti ha chiesto l’accendino? Uno schifo guarda e le donne, mamma mia... ti giuro io stavo male-.

Il ragazzo di Clara cercava di darsi un’aria altrettanto schifata, tuttavia non risultava troppo convicente, almeno a me.
-Ma Clara, stai solo dicendo che siete capitati in qualche spiaggia nudista, non c’è nulla di male. Fare il bagno senza avere il costume bagnato dopo non deve essere poi così male, soprattutto per noi donne...- cercò di calmarla la mia lei.
-No no no no, ma cosa stai dicendo?!? Mica ci siamo spogliati noi, sei matta? A volte venivamo circondati senza neanche rendercene conto, arrivavamo sulla spiaggia deserta la mattina presto e dopo qualche ora era pieno di quella gente. Tu cosa avresti fatto in situazioni del genere scusa?!- chiese Clara con fare sicuro.
-Se tutti intorno a me erano nudi cosa avrei fatto? Mi sarei spogliata anche io ovviamente, chi se ne frega! Non guardarmi così dai, non deve essere così male. E il mio amore non avrebbe nulla in contrario, anzi, si godrebbe il panorama. Mica puoi pretendere che guardino solo le nostre forme per il resto della loro vita su- concluse la mia dolce metà, lasciando l’altra parte del tavolo scandalizzata.

Mentre la coppia di nostri amici era senza parole, iniziai a pensare meglio a cosa significasse una vacanza su quei lidi. Non avevo considerato il fattore nudismo, devo ametterlo, ma ora la cosa aveva risvegliato in me certe istinti che avevo cercato di sopire negli ultimi mesi. Per quanto mi riguardava la scelta era presa.
Dopo esserci salutati fuori dal ristorante (il saluto fra le due donne fu particolarmente freddo), una volta saliti in macchina comunicai la mia preferenza per la meta delle nostre vacanze.
Ovviamente anche la mia lei era della stessa idea dopo le conversazioni di quella serata, ma il suo problema adesso era un’altro.

-Siamo un po’ fuori allenamento con queste cose, non credi? Forse dovremmo rinfrescarci la memoria. Hai ancora quella famosa lista a casa vero?- mi chiese, con fare molto poco innocente.


CONTINUA...
 
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alfredoa

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PARTE 3

I giorni successivi alla scelta della nostra meta estiva furono molto frenetici per me (almeno mentalmente).
Mancavano ancora quasi due mesi alla nostra vacanza, ma volevo essere sicuro che ogni più piccola tappa del nostro viaggio sarebbe stata perfetta e ovviamente il miei migliori alleati erano i vari siti e blog scritti da persone che quel viaggio l'avevano già fatto.

Per ovvi motivi non chiedetti più nulla alla nostra coppia di amici, dal momento che come potrete immaginare un buon 50% delle mie richerche si concentravano su attività che sicuramente loro (o almeno lei) non avrebbero approvato.

In meno di un paio di settimane, consultandomi con la mia lei, tirammo fuori un programmino niente male che ci avrebbe portato ad esplorare la maggior parte della Croazia e della Serbia, con una sosta in Istria di qualche giorno sulla via del ritorno per rilassarci completamente prima di rincasare.

Quella parte finale soprattutto era molto interessante per me, dal momento che il campeggio che avevamo scelto era uno dei tanti campeggi FKK che pullulavano in quelle zone.
Avremmo vissuto per la prima volta un'esperienza naturista totale, non limitata a parti di un albergo o in una sauna. C'era anche una spiaggia poco distante dal campeggio che prometteva molto bene a sentire altri forumisti, ma di questo non ne avevo voluto ancora parlare con la mia lei.

Una volta completato il nostro piano fu il momento di pensare al desiderio della mia compagna di arrivare preparati alla vacanza, che a quanto pareva era più collegato alla sua preoccupazione di non mostrare segni del costume inestetici in quelle spiagge.

Era ormai Giugno inoltrato quando recuperai la mia famosa lista e scorrendola mi accorsi che la mia mentalità era notevolmente cambiata da quando l'avevo stilata. Alcuni posti che ai tempi avevo ritenuto davvero azzardati ora mi sembravano molto più fattibili ed ero quasi sicuro che anche la mia ragazza la pensasse così.

Partii quindi dal presupposto che a prescindere dall'ambiente che avremmo trovato quello che serviva alla mia lei era un posto in cui stare nuda a prendere il sole.
La spiaggetta che avevo individuato vicino a casa mi ispirava molto per la comodità nel raggiungerla, ma gli avvertimenti sui possibili guardoni mi frenevano ancora un po', non tanto per il fatto che guardassero (per carità, ormai quella cosa era stata ampiamente superata) ma per la possibilità di incappare in situazioni spiacevoli. Trovai quindi almeno una alternativa da presentare a chi avrebbe preso la scelta finale, una delle poche spiagge italiane storicamente naturiste in Italia che si trovava ad un solo cambio di treno dalla più vicina città sul mare raggiungibile da dove abitivamo.

La sera presentai alla mia lei il dubbio che avevo, ma come ormai solito quando si parlava di questi temi, le sue idee mi sorpresero.
-Manca ancora più di un mese alla partenza- rispose- sicuramente un solo pomeriggio a prendere il sole non mi basta. Proviamole tutte e due no? Prima una e poi l'altra, così non dobbiamo neanche scegliere. E visto che domani è già sabato e non mi va di fare le cose di fretta, direi di iniziare da quella vicina a noi! Va bene?-.

Non mi aspettavo proprio di dovermi denudare già il giorno seguente e preso alla sprovvista acconsentii pensarci troppo.

La mattina seguente partimmo non troppo di buon’ora, una breve sosta al supermercato per prendere qualcosa da mangiare al sacco ed eccoci al parcheggio di cui avevo letto in internet, da cui un sentiero di avrebbe portato in quella famigerata spiaggetta sul fiume.

Il terreno era piuttosto accidentato e il sentiero da un certo punto in poi si era fatto sempre più selvatico, tanto che un paio di volte la mia ragazza chiese se fossi così sicuro che era la strada giusta. Eravamo arrivati a quasi mezz’ora di camminata ed anche io iniziavo ormai a dubitarne quando all’improvviso dopo una curva la vegetazione sparì all’improvviso, lasciando spazio ad una spiaggia piuttosto piccola ma molto affascinante.

Nonostante fosse già quasi ora di pranzo la frequentazione del posto era ancora piuttosto ridotta. Sul lato sinisto da dove eravamo sbucati v’erano al massimo una decina di persone, tutti uomini, intenti a godersi i raggi del sole. Sul lato destro invece, un po’ più roccioso e meno accogliente, si potevano scorgere un’altra decina di persone, ma fra queste vi erano sicuramente almeno due o tre coppie, a giudicare dalla forme dei corpi. Addirittura, all’estremità della spiaggia, si poteva scorgere una donna sola.

Tutti erano seminudi e le poche zone del corpo che erano coperte lo erano solo per motivi pratici, di sicuro non per pudicizia.
-Cosa ne dici?- domandai curioso, sottovoce- non è poi così male, anche se sento qualche occhiata di troppo...-.
-Sì, non è male tutto sommato. E per le occhiate pazienza, mi avevi preparato al peggio ma non mi sembra poi così drammatica la situazione. E per di più- proseguì la mia lei, facendo un cenno alla parte sinistra della spiaggetta- secondo me tanti lì non sono neanche troppo interessati a quello che ho da offrire-.
-Beh, ora che me lo fai notare...- risposi, osservando che effettivamernte su quel lato almeno metà degli uomini sembravano essere lì in coppia.

Posizionammo gli asciugamani poco lontano dalla fine del sentiero, leggermente a destra in modo da rispettare la divisione naturale che a quanto pare si era creata. In men che non si dica e senza pensarci due volte vidi la mia ragazza spogliarsi di ogni cosa che aveva indosso, mostrando come ormai suo solito una cura perfetta delle zone normalmente più nascoste.

Seguii rapidamente il suo esempio, non senza sentirmi un po’ osservato da un lato della spiaggia (forse era solo una mia paturnia mentale, chi lo sa) e mi sdraiai con lei.

Prendere il sole in quel modo era davvero un’altra cosa. La mattinata scorreva rapidamente e dopo esserci spalmati la crema solare a vicenda con la giusta dose di malizia, ci eravamo dedicati alla lettura. Mangiato il nostro pranzo al sacco provammo anche ad immergerci nel fiume, ma l’acqua era davvero troppo fredda per i miei gusti e solo la mia ragazza riusci ad entrare con tutto il corpo.

Fu quello il primo momento in cui sentii un incrociarsi di sguardi che poco si addicevano al normale sprito naturista, e con mia grande sorpresa tanti di quegli sguardi che indugiavano sulla mia ragazza che nuotava senza pensieri venivano anche dalla parte più insospettabile della spiaggia.
Sicuramente anche lei lo notò e tornati alle nostre salviette si avvolse con molto cura il corpo per asciugarsi, dando meno spettacolo di quanto la gente orami si aspettava dopo quel bagno.

Fu mentre la mia lei stava dormendo ed io ero nel bel mezzo di un capitolo molto interessante che successe una cosa che mai avrei potuto prevedere in quella giornata.
Un ragazzo solo, piuttosto nella norma in quanto ad aspetto fisico, stava infatti emergendo dal boschetto e per un breve istante i nostri sguardi sorpresi si incrociarono. Nessuno dei poteva più fare finta di nulla ora e con fare rassegnato iniziò a dirigersi verso di noi, probabilmente solo per non risultare maleducato.

Cercando di apparire il più possibile naturale, ignorando la posizione indecente che la mia ragazza aveva assunto con le gambe mentre dormiva, salutai il nuovo arrivato: -Ciao Lorenzo, che sorpresa! Non mi aspettavo proprio di trovarti qua!-.
Lorenzo era una vecchia conoscenza risalente alle scuole superiori, molto famoso all’epoca nel nostro istituto in quanto giravano insistenti voci sulla sua omosessualità, cosa che a lui a quanto pare infastidiva fino ad un certo punto.
Vederlo lì non fu per niente una sorpresa per me quindi, ma lui continuava ad avere un aria piuttosto imbarazzata. Immaginando i motivi della sua difficoltà, il mio primo pensiero fu di metterlo a suo agio trasferendo l’imbarazzo da lui alla mia lei.

Con un gentile leggero colpo sul sedere la invitai a svegliarsi e a salutare il nuovo arrivato. Presa così alla sprovvista mente dormiva, la sua prima reazione fu di coprirsi con la parte del telo libera, ma ben presto si ricordò dove fosse e non ci fece più caso.
Dissipato l’imbarazzo iniziale e dopo qualche chiacchera Lorenzo decise di stabilirsi accanto a noi. In fondo alle superiori eravamo sempre andati più che d’accordo, molte nostre idee erano simili ed era stato solo un caso che le nostre vite si fossero così allontanate negli ultimi anni.

Anche la mia ragazza pareva apprezzare la sua compagnia e la nudità non creava assolutamente alcun problema. Mano a mano che la confidenza degli anni perduti si stava ristabilendo, gli argomenti si fecero sempre più piccanti, fino ad arrivare al vero motivo della sua presenza su quella spiaggia.

-Ma davvero non lo sapevate? Questo è uno dei ritrovi gay più famosi della nostra zona, almeno in estate- disse Lorenzo sorpreso ad un certo punto.
Fu la mia lei a rispondere: -Non ne avevamo proprio idea guarda, noi stavamo solo cercando un posto dove abbronzarci un po’ senza costume! Ma ha senso immagino per voi uomini, in un posto così potete capire meglio al primo sguardo se l’altro ha quello che cercate o meno...- disse ammiccante, spostando lo sguardo in mezzo alle gambe del mio vecchio amico.

- Già- fece lui, senza alcun imbarazzo- è come un grande negozio di salsicce, poi quando hai scelto vai nelle frasche dietro alla spiaggia e concludi come preferisci-.
Date le nostre bocche splancate per lo stupore, il nostro amico si sentii in dovere di darci qualche spiegazione in più: -Ok, dalle vostre facce immagino non sapeste neanche questo. Ma non preoccupatevi, sono tutti molto discreti ed educati. In più lo scorrere del fiume copre qualsiasi rumore molesto, quindi potete stare tranquillamente qui a prendere il sole senza essere disturbati-.

Ma il discorso non voleva essere chiuso così rapidamente dalla mia lei a quanto pare.
-Cioè, tu mi vuoi dire che appena dietro quegli alberi ci sono uomini che se lo stanno succhiando a vicenda e così via? A cui non fa niente essere visti da altri e dare spettacolo?
- Eh no cara, non solo uomini. A volte mi è capitato di vedere donne con i loro maritini entrare lì dentro e anche loro sanno dare degli ottimi spettacoli, pur non essendo il mio genere preferito- fece Lorenzo.

L’interesse della mia dolce metà a questo tema era davvero palese, quasi sfacciato. E sicuramente non volevo perdermi questa occasione per assecondarlo. Con un tono sinceramente incuriosito chiesi al mio amico se per caso non si potesse dare un’occhiata, senza disturbare ne partecipare ovviamente.
- Non vedo il problema se volete fare un po’ i guardoni, anzi- rispose convinto- in fondo chi entra lì dentro lo fa anche per essere guardato. Certo magari ora non è il massimo, con questo caldo non ci sarà molto da vedere, ma appena l’aria si rinfresca sarò felice di farvi da guida!-.

Io e la mia lei ci guardammo un secondo negli occhi a vicenda per verificare che entrambi fossimo sulla stessa lunghezza d’onda, e fu quasi contemporanemente che uscì un OK convinto dalle nostre bocche.

CONTINUA...
 
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alfredoa

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PARTE 4

L’attesa era davvero estenuante, ma la mia lei non mostrava nessuna impazienza.
Continuava a prendere il sole beata, espondendo tutta la sua nuda bellezza a Lorenzo senza curarsene troppo.

Per quanto si fosse aperto con noi sui reali motivi per cui frequentava quella spiaggetta, non potevo fare a meno di notare che la maggior parte dei suoi sguardi non finivano in mezzo alle mie gambe come ci si sarebbe aspettati, ma in mezzo a quelle della mia ragazza.

Questo ovviamente non contribuiva a stemperare la mia tensione. Cercando di autoanalizzarmi infatti, mi pareva ormai chiaro che la mia mente apprezzasse questo tipo di situazioni e il mostrare la mia dolce metà iniziava ad essere una droga.

Più il tempo passava e più la spiaggetta sul fiume continuava a riempirsi, nella maggior parte dei casi di frequentatori maschili, che periodicamente iniziavano a sparire e ricomparire in quella macchia dietro il lato sinitro della spiaggia. Ad un certo punto persino una coppia abbastanza su d’età, la cui lei aveva un seno piuttosto prosperoso ma ormai cadente, si diresse in quella direzione passandoci proprio d’avanti.

Pur non essendo molto attirato da quella visione, approfittai per chiedere al nostro amico se ormai non fosse il caso di dare un’occhiata.
-Sei impaziente eh!- disse Lorenzo- OK, andiamo pure, volevo vedere se si alzava qualcuno di più interessante ma oggi non è proprio giornata. La tua bella è pronta?-.
-Certo che sì- rispose scattando in piedi- ma dici di entrare così? O è meglio rivestirsi un po’?-.
-Mah, fa freschino in effetti all’ombra lì sotto... forse ti conviene mettere su qualcosina, specie se pensare di stare fermi a guardare per un po’- rispose il mio amico.
A questa informazione, la mia ragazza ci pensò su un attimo e alla fine decise che la mia maglietta poteva bastare (data la nostra differenza di altezza questa le copriva tutta la zona pube senza problemi).

Il trenino si incamminò, in testa il nostro anfitrione, in mezzo lei e a chiudere il gruppo io, che mi godevo la vista del sedere della mia ragazza che ogni tanto sbucava fra un passo e l’altro dalla mia maglietta.

Un piccolo sentierino si intrufolava nel boschetto dietro la spiaggia e noi iniziammo a seguirlo. Mi ero immaginato un’ampia radura appena dietro quegli alberi, ma in realtà quello che ci aspettava era una piccola ragnatela di sentieri più piccoli con degli spiazzi molto ridotti sotto ad alcuni alberi.

Durante la nostra passeggiata alcuni uomini stavano tornando indietro, probabilmente già abbastanza soddisfatti della loro esperienza.
Ovviamente tutti erano abbastanza incuriositi dalla componente femminile del nostro gruppo, che a quanto pare era una merce rara in quella zona (specie se così giovane). Addiritura alla vista della mia lei mi sembrò che uno di questi uomini cambiò idea sull’uscire e tornò indetro, ma il bello doveva ancora arrivare.

Mentre cercavo di capire con lo sguardo se davvero quell’uomo stava tornando indietro aspettandosi chissà cosa, non mi accorsi che la mia ragazza si era fermata improvvisamente e la urtai leggermente. Il motivo del suo stop mi fu abbastanza chiaro: davanti a noi infatti c’era un uomo piuttosto su d’età, inginocchiato, che stava intrattenendo un altro uomo leggermente più giovane con la sua bocca.

A poca distanza da loro, un’altra figura maschile si stava godendo lo spettacolo toccandosi.

La mia metà sembrava davvero interessata a quella scena, soprattutto quella di sesso orale, mentre Lorenzo sembrava più soffermare il suo sguardo sull’attrezzo dello spettatore, che era effettivamente di dimensioni chiaramente notevoli anche per me che non ero un’intenditore.

Era la prima volta che vedevamo una scena del genere dal vivo e la cosa interessava molto ad entrambi. Il nostro compagno di avventura iniziava già a mostrare una certa tensione nelle parti basse, mentre io per quanto incuriosito non ero così coinvolto. Spostai lo sguardo ancora sulla mia lei, e notai come la sua espressione fosse davvero concentrata.

Cercando di rispettare il silenzio quasi religioso del luogo, mi avvicinai al suo orecchio per chiederle se le piaceva così tanto quello che stava vedendo. Lei in tutta risposta mi guardò storto, quasi infastidita per averle rovinato il momento, ma poi ripensandoci prese la mia mano più vicina a lei e senza farsi notare troppo la portò fra le sue cosce.

Era seriamente bagnata, raramente arrivava a questi livelli. Il mio dito indice sentendo quel ben di dio fu inevitambilmente portato ad entrare, senza che lei opponesse troppe resistenze.

Incoraggiato da quello che stavamo facendo, anche Lorenzo iniziò lentamente a toccarsi, senza curarsi troppo che fra noi e lui c’era meno di un metro. Ovviamente la mia ragazza iniziò a gettare degli sguardi anche a lui e alla sua attività.
Quando provai ad inserirle il secondo dito, che scivolò dentro senza alcuna difficoltà, un piccolo gemito di piacere attirò l’attenzione del nostro amico, che si trovo ad incrociare lo sguardo con la mia lei.

Entrambi si sorrisero a vicenda in un modo molto complice, probabilmente dovuto al piacere misto a imbarazzo che stavano provando insieme. Alla visione di quelle occhiate la mia erezione finalmente arrivò, ma continuai a concentrarmi sul mio lavoro.

Lo spettatore della coppia di uomini iniziò ad un certo punto a guardare insistentemente Lorenzo, ma lui scosse la testa in maniera molto decisa. Evidentemente, nonostante le dimensioni quello non era davvero il suo tipo. Questi la prese molto sportivamente, distolto lo sguardo iniziò subito ad aumentare il ritmo della sua masturbazione e nel girò di un paio di minuti potemmo tutti vedere il suo sperma cadere a grandi fiotti a terra. Soddisfatto, lasciò la scena passandoci di poco accanto.

L’uomo più attempato nel frattempo aveva iniziato a muovere la mano sul sedere dell’altro, probabilmente cercando di entrare. Quel gesto parve mandare fuori di testa ancora di più la mia lei, che mugolò ancora senza però trattenersi troppo stavolta.

Lorenzo iniziava a rivolgere sempre di più lo sguardo al lavoro della mia mano e il suo respiro si faceva sempre più pesente. Fu in quel momento che l’uomo più giovane davanti a noi cedette e riempì la bocca del suo compagno di giochi, il quale ingoiò tutto con piacere in maniera molto plateale.

Immaginando che anche questa scena dovesse avere avuto un effetto notevole sulla mia lei, cominciai ad assumere un ritmo sempre più veloce con le mie dita e a giudicare dal suo respiro non doveva mancarle molto.

A quel punto iniziavo ad essere anche io seriamente eccitato, nonstante non stessi ricevendo nessuno stimolo a differenza delle persone che mi circondavano. Ma ormai stavo iniziando a comprendere quella parte di me nascosta fino a poco tempo fa e come sfamarla. Fino a quel momento la masturbazione alla mia lei era stata molto discreta, semicoperta dalla maglietta e con i nostri corpi a nascondere le nostre intimità.
Ero sicuro però a questo punto che Lorenzo non disdegnasse anche la visione dei corpi femminili e gli sarebbe piacuto vedere di più.
Facendo quindi appoggiare di più la schiena della mia compagna al mio petto, iniziai lentamente a girarla verso di lui, scoprendole piano piano il corpo con la mano libera dalla mia maglietta.

La scena stava diventando insostenibile per tutti, me compreso. Stavo masturbando la mia ragazza, ormai vicina all’orgasmo, di fronte ad un mio vecchio compagno di scuola che si stava dando piacere a sua volta. Continuavo a fare scorrere la maglietta sempre più su, liberando di nuovo i seni della mia compagna. A quella vista anche Lorenzo iniziò ad ansimare sempre più forte, anche a lui doveva mancare poco.

Ad un certo punto la mia ragazza si girò con la testa, guardandomi brevemente negli occhi prima di iniziare a baciarmi appassionatamente, lasciando i contorni della mia bocca pieni della sua saliva.

Mi susssurrò:- Dimmi qualcosa, ti prego! Qualunque cosa!-.

Il mio pene premeva sempre di più sulla sua schiena e non sapevo fino a dove avrei potuto spingermi in quel momento. L’unica cosa a cui avevo pensato mi sembrava davvero troppo, ma lei intercettando i miei pensieri parlò ancora: -Non preoccuparti, non pensarci troppo. Parla-.

Ok- dissi- prendi la mano di Lorenzo, fagli toccare le tue tette mentre ti faccio venire!-.

Lei mi guardò stupita. Forse non si aspettava così tanto, ma dopo un secondo di smarrimento mi sorrise e si rivolse al nostro amico: -Hai sentito? Ti va di toccarmi un po’? Sò che è tutto il giorno che le guardi tanto...-.

Senza aspettare la risposta, prese la mano libera e se la portò primo seno che gli capitò.
Lui non si scompose più di tanto e iniziò subito a impastare quella seconda abbondante. Ogni tanto si soffermava sui capezzoli, stringendoli fra il pollice e l’indice quasi a farle male, senza sapere che quella era una delle cose che più piacevano alla mia lei.

Dopo pochi secondi infatti la mia ragazza esplose in un lungo orgasmo, ansimando fin troppo rumorosamente visto il luogo.

Quegli ansimi furono apprezzati anche da Lorenzo, che senza riuscire più a trattenersi scaricò tutto il suo seme sulle cosce della mia lei, mancando di poco la mia mano che aveva appena finito di darle piacere.
In tutto questo, la coppia di uomini era rimasta estasiata a guardarci.

CONTINUA...
 

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