Racconto di fantasia Quella maiala della zia - parte 3

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A settembre accettai il posto di lavoro offertomi da mr Osvaldo. Non fu una decisione semplice: in primis per il bel rapporto che era nato con Anna , che non volevo perderla ( le vacanze estive le venne a trascorrere da me...la presentai come la mia ragazza) che lavorando per lo stesso titolare l'idea che sicuramente qualche pettegolezzo di corridoio aziendale mi avrebbe reso "protagonista ". Mi venne offerto anche di vivere da loro ma di natura cerco sempre di essere autonomo (trovai un monolocale adatto a me è soprattutto al portafoglio).
Nuova vita, dunque.
Anna viveva con i genitori e ci vedevamo quotidianamente fuori dall' orario di lavoro: in azienda raramente dato che lei in amministrazione e io giù nel reparto. Non volle sapere mai se ci fosse stato occasione per me di tornare a letto con Ada: raramente frequentavo la villa ma in nessun caso ci fu occasione, neanche l'avessi cercata. Diversamente per lei che continuava a "soddisfare " il capo: lo sapevo fin dall'inizio a cosa andassi incontro. Lasciai al tempo di cambiare le cose.
Arrivò dicembre: Jessica (figlia di Osvaldo) si sarebbe sposata. Fui invitato anche io.
Vuolsi che , oltre come conoscente di famiglia nonché dipendente del boss, mi venne chiesto di aiutare nei preparativi del ricevimento nuziale, dato che come location venne scelta proprio la villa.
Il sabato mattina mi recai in villa: mi aprì Alvaro, poco più in là in giardino un ragazzo che non conoscevo intento a lavare con una canna delle sedie. Sulla porta di casa Ada che come mi notò, gridando il mio nome mi venne incontro: non era una giornata fredda, si stava bene nonostante fosse dicembre. Il maglione in plade che indossava rendevano le tette ancora più grosse. Mi presentò al ragazzo, che nel frattempo si avvicinò a noi al richiamo della signora: lui è Mario, figlio di Osvaldo, tornato per l'occasione del matrimonio della sorella: studente universitario della mia stessa età.
Chiesi disposizioni sul da farsi e ci mettemmo a lavoro per la festa che si sarebbe tenuta il giorno dopo.
Ci dividevamo i compiti, ognuno in autonomia: a me è Alvaro spettava di sistemare una serie di funghi sotto il tendone gigantesco riscaldare nel caso fosse stato freddo. Il pranzo si sarebbe tenutoli dentro.
Occorrevano altre sedie, Alvaro mi indirizzo' dove trovarle, mandandomici da solo perché lui impossibilitato per un problema al ginocchio che lo mettevano in crisi nell'affrontare le scale : su in soffitta della villa. Andai, con la speranza di affrontare Ada...magari per una ripassatina...
Entrai in villa: non c'era nessuno, tutto silenzio. Scale per salire al piano di sopra e altra scala che portava in mansarda/soffitto, accessibile aprendo una porta. Aprii e salii la scalinata buia ma c'era luce artificiale che proveniva da sopra...sentii delle voci: Ada e Mario era la dentro.
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Salii le scale fino al pianerottolo attivando la modalità felino: poco importava essere "scoperto", il problema di certo non era mio. Alla porta aperta dava a un locale, ambiente unico utilizzato come una sorta di magazzino: su di un lato fila accastonate di sedie che aspettavano me, mobili e bauli vari e in centro fila di lenzuola ad asciugare su corde tenute da una parete e un'altra tagliando la stanza a mo' di separe', oltre queste, all' angolo in fondo, uno grosso specchio rifletteva il lato opposto, non osservabile da dov' ero per via delle lenzuola stese, Mario a calzoni calati con Ada impegnata in un pompino. Nonostante l'acustica della stanza smorzata da le tante cianfrusaglie ammucchiate qua e là, si usciva chiaramente lo sciallaquare di saliva della porca intenta a sbocchinare il ragazzo.
"Cavolo...sei proprio brava con la bocca..."
"Dubitavi? Aspetta il resto..."
Per un attimo indietraggiai, mi appoggiai e pensai, sorridendo, tra me e me, come quella vacca non perde occasione di farsi impalare, era una vera e propria malattia.
Allungai il collo di nuovo all'interno, continuava a pomparlo: ero eccitato, sia per quello che per i ricordi.
Quando si staccò dal cazzo in tiro del ragazzo, Ada si rivolse verso un tavolo appoggiandocisi con i gomiti. Senza parlare, il ragazzo gli scoprì,quel tanto che serviva, il culo abbassandogli il leggins e le mutandine e la penetro'. Osservai per un po' fino a quando decisi di andare via.
Quando tornai sa Alvaro mi chiese delle sedie. "Dobbiamo pazientare...la mansarda è impegnata" gli dissi con filo di ironia. Mi guardò attonito immaginandosi cosa fosse successo.
 
Ultima modifica:
In compagnia di Alvaro si continuava ai preparativi. Quando rividi Mario gironzolare in giardino mi abilitai per il carico di sedie che mi spettava. Ultimo viaggio di sedie e affrontai Ada percorrendo la sala. " ...non si perde mai occasione?" Gli dissi ma non afferrò.
"Su...in mansarda..."
"Caspita...ma sempre te ti ci trovi in mezzo..."
Mi girai intorno, eravamo soli. Mi avvicinai per baciarla, non oppose resistenza e pomiciammo per un po'.
"Dai...Non è il caso ora... torna dagli altri..." . Lo feci dopo avergli palpato le tette...mi mancavano da tanto!
Poco prima che finissimo di pranzare arrivò Jessica per sincerarsi che tutto procedesse in regola, ci teneva a fare bella figura, sicuramente più del padre che a malapena si sedette a tavola per pranzare, perennemente impegnata nelle attività aziendali: infatti poco dopo ando via.
C'era rimasta poca roba da sistemare, il grosso dei preparativi era fatto: fiori e abbobbi vari si sarebbero sistemati la mattina stessa, oltre alla ristorazione che se ne occupavano degli esterni addetti al catering.
Trovai occasione per scambiare due parole con Jessica. Dissi che volevo approfittare di lasciarle il mio regalo di nozze per evitare la confusione del giorno seguente.
Entrammo in casa, trovai il mio pensierino impacchettato e glielo diedi: era un quadro fatto su mia richiesta per l'occasione da un amico artista. Piacque molto a lei, quasi commossa mi ringraziò con un bacio...sulla bocca.
Ci guardammo intensamente.
"Il regalo è bellissimo...ma avrei preferito altro da te...". Mi irrigidii a quella frase. Si allontanò per uscire dalla casa e voltandosi a me, senza dire una parola mi invitò a seguirla. Lo feci a distanza: i soggetti presenti non si curavano minimamente. Sempre stando a distanza di sicurezza da lei, percorse tutto il giardino: scendeva giù ai box dei cavalli. Sempre per non destare sospetti, la raggiunsi facendo altra strada tra le siepi.
Entrai e lei che aspettava già avendo tolto il giubbotto appoggiato su una transenna. Limonando di brutto ci impossessammo rapidamente dei rispettivi sessi: lei masturbandomi e io infilando la mano tra le sue gambe. Liberatici poi dei pantaloni, si adagio' su una grossa panca: rapidamente la penetrai con energia. Ero eccitatissimo, specie con una figa del genere. Mi feci valere resistendo a qualche cambio posizione, soprattutto alla sua richiesta di penetrarla in culo: culo magnifico e delizioso...scaricai tutto lì dentro.
Risistemati fui il primo a uscire, lei avrebbe aspettato un po'
"Non avevo organizzato l'addio al nubilato...aspettavo solo te..." disse prima che ci separammo.
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Quando mi rivide Ada mi prese in disparte:" vi ho visti...quella puttanella...anche il giorno prima del suo matrimonio "
Dalle mie parti si dice "Il bue dice cornuto all' asino ". C'era ancora rivalità tra le due, non mi spiegavo il perché
"Ora sarai scarico...pazienza...pensavo di ricompensarti io per tutto quello che hai fatto". Presi la palla in balzo " per te ho tutte le forze apposto"
"Seee...Non ci credo"
"Provaci"
Andammo in mansarda, stavolta chiudemmo la porta a chiave. Alla vista di quelle tettone, appena liberate dalla maglia, mi tornò duro come il marmo. Mi feci cavalcare come solo lei sapeva fare.
Durante la scopata a smorzacandela disse:" sono meglio io di quella troietta, vero?".
"Sai... sono stato il primo ad incularla..."
"... è meglio il mio" rispose staccandosi da me e mettendosi a pecorina la analizzai senza esitare. Al momento di venire lo tirai fuori e messosi di fronte le schizzai tutto in faccia e sulle tette.
 
Ultima modifica:
La mattina dopo tutto fighetto e pimpante passo a prendere l'amata Anna. Si fece attendere, classico di donne, non poco e quando si decise, a mo' di sfilata si intrufolo' nel mio pandino: bel completino lungo sul rosso e tacchi alti, al sedersi in macchina si intravedeva dallo spacco il motivo delle autoreggenti...mi venne l'acquolina in bocca. Con una scusa tornai a casa mia per una ripassatina...ovvio che lei acconsentì.
Facemmo giustamente un po' di ritardo. Arrivati lì già tanta gente qua e là per il giardino, in lontananza Marco e ragazza ci facevano segno. Ci avvicinammo a loro, mentre le ragazze si facevano i complimenti rispettivamente, io e l'amico eravamo indaffarati a scrutare le varie fighette che scorazzavano in giardino. Mi fece segno su una in particolare, bella donna, molto elegante, La madre di Jessica "ecco da dove è uscita...gnocca com' è "pensai.
Qualche battutina osè di troppo e ci ritrovammo alle nostre spalle zia Ada: "finito di fare i depravati?". Vestita di un lungo abito blu elettrico e tacchi vertiginosi con inevitabile décolleté che invitava a infilare la ceppa nel grosso spacco tra le tette: rimanemmo senza fiato io e Marco a quella vista di porcaggine. Gli facemmo tanti complimenti e ci riavicinammo alle nostre per prendere posto: la cerimonia sta' per iniziare.
Trovato posto a sedere dove dinanzi era allestita una cappella tutta addobbata, due figure tra cui una donna con fascia tricolore (La sindaca, un figone da paura) aspettavano. Arrivarono anche lo sposo e tutta la troupe di invitati mancanti e da lì a poco l'entrata in scena della futura sposa accompagnata da padron Osvaldo. Non c'erano dubbi sulla bellezza di Jessica ma in abito da sposa era da infarto...una fata. Appena iniziò la cerimonia, Alvaro si avvicinò a noi "sentite voi due...abbiamo bisogno di voi dentro ". Io e Marco ci guardammo e obbedienti lo seguimmo. Arrivati in casa ci disse " occorrono altre sedie...sapete dove trovarle" e se nde andò.
Arrivati in mansarda, la zia era lì che aspettava proprio noi: "ci avete messo tempo ad arrivare..."
"Sappiamo già cosa fare..."
"Voi non sapete un bel niente... andiamo di là...Marco...nel tuo appartamento ( in un locale di fronte è stato ricavato un monolocale dove alloggiava l'amico).
Marco aprì e ci intrufoliamo dentro. Chiusa la porta a chiave la zia si rivolse a noi con più serenità: "ascoltate...oggi mi sento abbastanza trascurata...mi fate un po' compagnia...tesorini miei" e si sedette sul letto. Avevamo capito di che compagnia aveva bisogno: feci la prima mossa. Mi avvicinai a lei e lo tirai fuori. Lei se ne impossesso' subito prendendoselo in bocca. Marco rimase per un po' ad osservare e fece la stessa cosa , cacciandoselo e segando ci osservava. Mi staccai e mi misi da parte favorendo all'amico lo stesso trattamento di pompino. Mi liberai dei pantaloni e mi sedetti al fianco della zia infilando una mano sotto la gonna massaggiandole in mezzo alle gambe, mentre mi segava senza staccare la bocca dal cazzo di Marco. Mi misi a pancia in su e messosi a pecora si rimpossesso del mio cazzo per pomparlo e l'amico, alzandole la gonna la penetro' in fica. Marco venne scaricando tutto dentro di lei. " ...ora tu mi riempi il culo " si rivolse a me e così feci, posizionandomi dietro di lei la sodomizzai per schizzare fino all' ultima goccia bel suo ano.
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Tornati alla festa io e Marco, nessuno sembrava destare sospetti, comprese le nostre ragazze. Da lì a poco, conclusosi il rito del matrimonio, ci dirigemmo verso i neo sposi per gli auguri: ovvio che quando toccò a me dare gli auguri alla sposa ci fu un inevitabile scambio di sguardi maliziosi tra me e la Jessica.
Classico aperitivo e via al banchetto con tanto di musica live, vario genere per accontentare un po' tutti.
La festa proseguì alla grande: champagne e varie pientanze afrodisiache resero allegre gran parte delle presenze, compresa la mia Anna anche per via di qualche moscone di troppo che gli girava intorno, per evitare di fare la parte dello zimbello di turno ma soprattutto che eccitava anche me da morire per come fosse vestita, riuscii a convincere Marco di darmi le chiavi del suo appartamentino per passare un po' di tempo con la mia amorosa.
Eccitati e allegri ci precipitammo su per amoreggare indisturbati. Era più focosa del solito: una volta dentro mi fiondai su di lei spogliandola facendola rimanere solo in autoreggenti e tacchi a spillo. Mi impossessai , bloccandola per le gambe leccandole la passera come meglio sapessi fare e una volta spogliato anche io ci liberammo anche in un 69.
La penetrai in una missionaria: godevamo come pazzi tutti e due , anche più rumorosi del solito, quando qualcuno busso' alla porta. Ci bloccammo per capire chi fosse, forse Marco..., ribussano... era Ada: "ragazzi...aprite...per favore..."
Anna storse il naso. Mi alzai per andare alla porta. Ero nudo ma aprii quel tanto per vedere e chiederle cosa volesse. "...posso entrare...per favore..."
Mi girai verso Anna, lei annicchiata su un lato, acconsenti facendo segno con la testa. Ada entrò e chiuse la porta: " scusatemi ragazzi... avevo capito che eravate qui...Non voglio dare fastidio, continuate a fare quello che state facendo ". Avevo perso un po' di vigore e senza dire niente tornai tra le braccia di Anna e limonammo. Anche lei non si curò più di tanto dell' intrusa e masturbandomi una volta ripresa forza della ceppa dura mi cavalco' sotto gli occhi attenti di Ada immobile al nostro spettacolo.
Non mi accorsi di come e quando la zia si liberò dei vestiti rimanendo anche lei solo di autoreggenti e calzature, che salì sul letto al nostro fianco per palpare la mia amazzone che continuava imperterrita a cavalcarmi e si baciarono. Non perdo occasione di afferrare un tettone di Ada mente limonava la mia morosa.
 
Ultima modifica:
Sapevo delle tendenze bisessuali della mia ragazza e non era la prima volta che la vedevo tribulare con la porca di Ada: la cosa mi eccitava da impazzire. Anna si staccò da me per concentrarsi a soddisfare la signora leccandole la fica: per un po' le lasciai fare osservando passivamente i loro intrecci. Non sapendo la reazione delle due su una mia ipotetica iniziativa di possedere qualcuna di loro, mi concentrai sulla mia amorosa, che immersa con la testa tra le cosce della Ada, la penetrai in fica...un trenino magnifico.
Alle parole di desiderio di Ada di essere scopata, Anna reagì penetrandola con 3 dita facendo squirtare la zia che godeva urlando: ipoteticamente qualcuno poteva pure sentire se si fosse trovato nei paraggi, ma a noi poco importava...in quelle circostanze su perde facilmente il controllo.
La zia ricambio' il favore ad Anna penetrandola con le dita strofinando selvaggiamente il palmo della mano tra le gambe di lei: alla vista del culo di Ada la penetrai in fica. Poco dopo venne anche Anna anticipando un lungo grido di piacere. Ci si poteva annegare degli umori delle due donne, un odore intenso percettibile anche da raffreddato. Mi ritrovai in badia delle due donne e una volta disteso sul letto si contendevano il pene alternandosi su esso senza invidia. Mi fecero sborrare: il mio seme depositato sul mio addome venne leccato dalle due fino all'ultima goccia.
 
Stanco e scarico mi rivestii mentre loro tornarono ad amoreggiare: non avevano proprio voglia di smettere. Decisi di lasciarle li e di tornare alla festa.
Trovai Marco e gli dissi che la cosa andava per le lunghe, scusandomi per il fatto che avesse trovato il letto un po' disastrato.
Passò un oretta...Ada e Anna non si degnavano di tornare. Decisi di andargli a fare visita, quasi mi preoccupai, sarà successo qualcosa?
Tornai all' appartamento di Marco: la porta era aperta. Mi affacciai: la colf stava risistemando il letto, le due non c'erano. Non le dissi niente e tornai giù: non avevo idea di dove fossero, eppure non sono mai tornate alla festa. Mi insospettii non poco, da quella vacca di Ada mi sarei aspettato di tutto. Cercando di rizzare le orecchie per captare qualche presenza nelle varie camere della villa...niente. Lasciai perdere e tornai giù aprofittando prima di andare in bagno. Chiuso dentro sentii rumori di tacchi e alcune parole mi fecero capire che fossero loro due che stavano attraversando il corridoio. Quando uscii le seguivo a distanza mentre scendevano le scale. Non attraversarono la sala per uscire fuori ma continuarono a scendere per il sotterraneo dove erano ricavate una cantinetta, e una tavernetta, accessibile anche dall' esterno in direzione piscina.
Le seguii, credendo che fossero uscite proprio da lì per tornare fuori. Le pesanti tende non permettevano di vedere all' esterno. Nel momento che decisi di farmi notare, una voce maschile dall' interno, mi bloccò: mi nascosi dietro un separe' rimanendo al buio, la sola luce era quella che filtrava dalle tende. Stando in silenzio non potevano comunque notarmi.
Ada tornò indietro passandomi a meno di mezzo metro per chiudere la porta a chiave, il nascondiglio funzionava alla grande. I tre si accomodorono su un grosso divano: li vedevo chiaramente di fronte a me, non conoscevo il tipo, mai visto, probabilmente un invitato.
Immaginavo cosa sarebbe successo: un po' infastidito dalla cosa, non bastava il mio di cazzo che ce ne sarebbe stato bisogno di altro? Soprattutto assistere alla mia morosa che si farebbe scopare da un altro? Non potendo fare niente, neanche di andare via, accettai la cosa.
Il tipo era uno dei tanti amanti di Ada: chiacchierarono per un po', ragionamenti vari fino alla fatidica conclusione di Ada:" devi sapere, cara, che Leo ha un pisello enorme!". Rizzai le orecchie...ci siamo...
Subito dopo il tipo si alzò, era alto e massiccio e in men che non si dica liberò l'asta fuori: non era duro, pendeva verso il basso ma di circonferenza colossale. Le due osservavano mentre pian piano il tipo si denudo' completamente per avvicinarsi a Ada che senza esitare glielo prese con ambo le mani per schiaffarselo in bocca. Anna osservava di lato.
Diversi minuti di pompino selvaggio, non diventò completamente duro ma quella ceppa assunse delle proporzioni gigantesche: scherzando Ada fece vedere che aveva le stesse dimensioni del suo avambraccio, accostandoselo di lato.
"Anna...cara...se vuoi favorire fai pure..."
"No...Non mi interessa..." alla risposta mi sentii rincuorato.
Il tipo si sedette sul divano, tenendo sempre con una mano la sua spada, come per non perderlo mentre Ada si liberò dei vestiti. Come se fosse la prima volta per me, vedere quelle mammellone libere mi eccitarono.
Salì in groppa al bull e con un po' di fatica se lo infilò. A smorzacandela avviata, Anna sempre a loro fianco si tirò quando possibile la gonna su, accostandosi le mutandine si sgilletto' la fica alla vista dei due amanti, continuando sempre anche dopo i vari cambi di posizioni.
"Anna preparati...quello che vedrai ora è fuori dal comune ". Il tipo stava impalando Ada a pecorina e all' ordine di lei lo sfilò, e si mise di fronte a lei appena seduta e masturbandosi le scarico tutto addosso: il primo getto centro' in pieno la faccia, seguirono diversi schizzi, copiosissimi che praticamente affogarono la vacca che con i palmi delle mani aperte a mo' di meraviglia...grondava di sperma dappertutto, fin sopra le tettone.
 
I tre abbandonarono la tavernetta nello stesso tempo. Io attesi qualche minuto per svignarmela senza essere scoperto tornando con modalità gatto alla festa.
Seduto allo stesso tavolo con Marco, la ragazza e Anna si cercava di fare discorsi vaghi.
Alla prima occasione Anna mi disse:"Non ti sei chiesto dove sono stata tutto questo tempo?"
"Certo che si...eri con Ada... ti ho lasciato con lei...ovvio "
"Si...ma sapessi cosa abbiamo fatto!"
Facendo finta di niente le chiesi cosa mi fossi perso.
" Ehm... mi ha fatto conoscere un suo amico..."
"Cioè..." da finto interessato " che significa conoscere..."
" ...conoscere in quel senso!" rispose con un filo di voce.
" Cioè... dopo che lo hai fatto con me, non contenta di ciò, hai avuto bisogno di un altro cazzo?"
" Non volevo mica... ma era enorme...Non ho resistito..."
Mentiva alla grande: fingendo di essere dispiaciuto e meravigliato mi prendevo tempo per capire perché mi stava dicendo quella bugia.
" sono stata onesta a dirtelo... a differenza di te che non mi hai detto che ti sei fatta a Jessica...perdipiu' proprio ieri."
Mi stava crescendo un po' di rabbia: perché quella stronza di Ada gli ha spifferato questa cosa.
"Te lo avrei detto prima o poi...scusa" risposi.
"Vabe'... fa niente...".
Tante cose mi passavano per la mente, soprattutto quella che mi volesse mollare.
Lasciammo così il discorso. La sentivo più distante. Si continuò al proseguimento della festa.
Arrivò il momento di tornare a casa e appena arrivati sotto casa sua Anna mi disse: "...forse è meglio che ci prendiamo una pausa". Rimasi sbalordito: gli chiesi perché ma rispose solo con una scrollata di spalle. Non capivo: mi accarezzo' la guancia e aggiunse:" forse è meglio per tutti e due...".
"Spero che ci ripenserai presto..." dissi e la baciai in bocca...mi assecondo' con un bel intreccio di lingue.
Ci salutammo e scese dalla macchina.
 
La cosa mi innervosiva non poco: neanche tanto per il fatto di essere stato mollato da Anna, ma il comportamento di Ada che le ha spifferato tutto.
Il giorno dopo, a lavoro, trovai l' occasione di vedere Marco e confessargli l'accaduto. Anche lui si stupì e temeva che anche lui potesse avere lo stesso trattamento: lui ci teneva molto alla sua ragazza e la cosa lo turbava.
Qualche giorno dopo Ada mi chiamò dicendo di passare a casa per un favore: gli dissi di sì ma gli feci buca...Non volevo vederla. I giorni passavano e a ogni sua richiesta di vedermi mettevo qualche scusa.
Un sabato mattina me la ritrovai al bar sotto casa mia dove ero occupato a fare colazione. Dopo esserci salutati, non tardo' molto ad arrivare al sodo:"perché ti rifiuti di vedermi?"
Evitai di essere vago e gli risposi che ero incazzato con lei .
"Errore è stato il tuo di esserti scopato Jessica...lo sapevi che io non volevo!".
"I cazzi tuoi no?"risposi "dopotutto tu fai la troia in ogni occasione..."
"Non ti permettere di parlarmi in quel modo..."
"Faccio quello che mi pare..." andai via lasciandola là sola .
Quella sua presunzione mi diede ancora più fastidio: pensavo di vendicarmi ma non avevo idea di come. Si sapeva che fosse un puttanone: spifferare qualcosa a Osvaldo non sarebbe servito a niente...ma ci doveva pur essere qualcosa che si doveva tenete nascosta quella vacca.
Trovai modo di contattare Jessica telefonicamente e gli raccontai tutto: alla mia richiesta di vendetta non esitò a dirmi che potevo contare su di lei. Infatti fu proprio la Jessica a proporre un piano: Ada abitualmente vedeva con un industriale della città, nemico di affari di suo padre Osvaldo, che ovviamente non avrebbe mai tollerato questa cosa se lo scoprisse. Si doveva trovare solo il modo di sgamarli.
L'occasione si verificò per via di padron Osvaldo che per motivi di lavoro dovette stare fuori zona per un paio di giorni. Sicuramente Ada si sarebbe vista con la concorrenza.
Jessica pensò a tutto: dando per scontato che si fossero visti in villa, assoldo' i domestici come sentinelle, nel caso che si verificasse l'incontro clandestino.
Infatti, proprio la sera stessa, Jessica venne avvisata e mi chiamò: " ho appena parlato con Alvaro: la stronza era a telefono con quello e si sono dati l'appuntamento alle 9.00 stasera. Se ti va gli facciamo visita...ti passo a prendere ".
Come pianificato, Jessica mi venne a prendere in compagnia del marito che sapeva tutto di quello che doveva fare. Messosi d'accordo con il giardiniere saremmo entrati nella proprietà dal retro, senza farci scoprire.
Ada era sola in casa oltre ai domestici. Dovevamo aspettare l'arrivo dell' amante: lo facemmo stando chiusi nell'appartamento dei domestici che comunque sapevano tutto: rientrarono, dopo essere stati congedati dalla signora all' arrivo del tipo. "Andranno giù in tavernetta" disse la cuoca.
Jessica, il marito ed io uscimmo e come ladri costeggiammo il lato dell' abitazione fino ad arrivare alla grossa vetrata della tavernetta: le luci erano accese ma non c'era nessuno dentro. Le grosse tende erano tolte (Jessica ordinò alla domestica di spenderle per lavarle, così si aveva una visuale libera, nel caso che si fossero incontrati la dentro. L'alternativa era la camera da letto ma Ada non si sarebbe mai permessa di scopare nel letto che divideva col suo compagno. Nel caso che fossero andati in un altra camera o sala o mansarda il piano sarebbe saltato. Avevamo tutto a nostro favore).
Ci mettemmo a un lato, nell' ombra, a fianco di una siepe. Non ci volle tanto per l'arrivo degli amanti. Venne posizionata una telecamera che avrebbe ripreso tutto. Da dentro non si sarebbero accorti di niente.
Non persero tempo in chiacchiere che subito iniziarono gli amoreggiamenti: Ada in vestaglia, se ne liberò rimanendo in abbigliamento sexy da sballo... calze e reggicalze con tacco da bagascia, corpetto e reggiseno tutto rigorosamente di pizzo e nero...proprio un troione di serie A.
Il tizio si spoglio' mentre la signora si tolse solo mutandine e reggiseno e iniziarono le danze: spettacolo eccitante. Mi venne duro ma non potei fare niente: contrariamente gli altri due, anch'essi eccitati da quello che si vedeva si cominciarono a toccare. Stando al buio non si vedeva niente ma gli ansimi e sciacquetii fecero capire che si stavano masturbando a vicenda.
Dall' interno i due continuavano ignari lo schiamazzo, non si sentiva niente purtroppo. Jessica e marito andarono oltre: disinderessandosi dello spettacolo, lei si chino' verso di lui e gli fece un pompino...a mezzo metro da me sempre nell' ombra.
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Presi dalla passione Jessica e consorte si allontanarono sicuramente per scopare da qualche parte più in tranquillità. Io approfittai per tirarmelo fuori già terribilmente duro da farmi male e mi segai alla vista di Ada che cavalcava freneticamente il fortunato sul tavolone: troppo eccitato sborrai subito...alcuni schizzi arrivarono sul vetro, possibilmente potevano essere anche visti ma non ci potei fare niente.
Passò un bel po' di tempo quando tornò Jessica. Bisbigliai :"sola?"
"Si... abbiamo approfittato...sai com' è..."
"Giusto...dove lo hai lasciato?"
" se ne tornato in macchina... penso che quello che abbiamo è più che sufficiente...Non credi?"
"Si...infatti...possiamo smontare allora!"
All' interno i due continuavano alla grande.
" ancora scopando?"disse Jessica asservando all' interno.
"Non concede un po' di respiro quella vacca... stanno al secondo round"risposi.
Rimanemmo tranquilli ad osservare. Furbamente me lo tirai di nuovo fuori menandomi lentamente.
" ma ti stai masturbando ?" Era buio, non poteva vedere ma Jessica lo capì.
"Eh sì...".
"Aspetta che ti do una mano io...ma facciamo in fretta...Non vorrei che torna Ivo"
Me lo prese e mi sego', si avvicinò al fianco e le palpai il culo. Ada era intenta a uno dei suoi fantastici pompini: quando il tipo sborro' in faccia alla maiala lo feci anche io soddisfatto anche per così poco di quella sega fattomi da quel figone di Jessica.
Là dentro non so se avrebbero continuato: ripresa la telecamera andammo via raggiungendo Ivo che era in auto.
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La prima parte del piano era riuscita alla perfezione. Jessica, alla prima occasione mi fece avere una copia del filmato. Dovevamo capire ora come sfruttare quel materiale che avevamo a disposizione. Jessica approfittò di quel video per ricattarla: l'intenzione di Ada era di sposarsi con Osvaldo per accaparrarsi una fetta di eredità, ma con quel video in giro si sfumo' il suo piano.
Io mi presi più tempo e alla prima occasione di assenza di Osvaldo per i suoi soliti viaggi di lavoro mi presentai in villa da Ada.
Mi fece accomodare, era tanto che non avevamo rapporti, rimanemmo freddi e distaccati. In giro per casa la cuoca, Alvaro sicuramente fuori in giardino.
"Ti sei deciso di farmi perdonare " disse
"Forse..."risposi "a certe condizioni però!"
"Sentiamo..."
"Questi due giorni, in assenza di Osvaldo, rimarrò qui e scoperemo senza sosta"
"Okay...tranquillo...per così poco..."
"C'è altro..." proseguìi: avrei ottenuto la stessa cosa anche senza il video! " scoperai Alvaro in presenza mia...e della cuoca...anzi voglio scoparmela ".
"Questa cosa non si può " disse" Jenny non sa di me e Alvaro "
"Questo è un problema tuo..."tirai fuori la videocassetta dalla borsa che avevo.
Capì il contenuto senza chiederlo. " quella stronza...anzi...stronzi tutti e due " scura di volto guardava il pavimento.
Rimasi in silenzio, aspettai una sua mossa.
"Non si può " balbetto' "Jenny non deve sapere questa cosa...in questo modo si rovinerà il rapporto di quella coppia". Aveva ragione, loro non c'entravano niente dopotutto. " Okay...lasciamo perdere i domestici... questi due giorni scopero' qualche tua amica...scegli tu...una la mattina, una il pomeriggio e una la sera e ovviamente anche per domani...complessivamente Mi troverai 6 donne...organizza tu che sei brava" detto questo me lo tirai fuori e mi masturbai.
"Rimettilo dentro..." facendo segno che jenny era di là in cucina.
"Me ne frego..." risposi continuando a segare. Inevitabile la cuoca che attraversò la sala mi vide all' opera abbassò lo sguardo arrossendo per quella situazione.
"Ok..." disse..."andiamo su allora..."
"No...Non hai capito allora. Chiama qualche amica...ora..."
"Uff...ok...". Si alzò per dirigersi al telefono. Io rimisi la ceppa dentro.
Dopo 10 minuti tornò e disse: "devi pazientare un oretta"
"Ok... dov'è che mi sistemo? Va benissimo anche la tavernetta "
"Vada per la tavernetta..."
Con l'aria da sborone, mi alzai per scendere giù, lei mi seguì quasi impacciata. Arrivati, girai un po' per il locale è mi rivolsi a lei chiedendole di chi si trattava.
"...era quella sera al privee...tra le presenti...Non so se hai avuto modo di conoscerla"
"Boh...Non so...l'importante che sia brava" dissi cominciandomi a spogliare rimanendo completamente nudo e sedendomi sul divano. Vedendomi in quel modo, innesco' in lei la sua modalità di ninfomane , quando cercò di avvicinarsi a me mi allontanai "No...adesso non tocca a te". Non era mai stata abituata a rifiuti, la mise in disagio. Era comunque dura a resistere a quella vacca che mordendosi il labbro si sedette su una sedia a gambe spalancate si toccava la passera attraverso il pantalone.
L'attesa durò il tempo dovuto. Ada venne chiamata dalla domestica: tornò su e tempo qualche minuto si ripresento' in compagnia di una signora, sulla cinquantina, mai vista, abbastanza elegante e formosa. L'impatto di vedermi completamente nudo la imbarazzo' non poco...Non se l'aspettava. Ci presentammo rompendo subito il ghiaccio.
La signora si sedette al mio fianco cominciando a toccarmi. Anche Ada si sedette: credeva di partecipare anche lei. Allungò la mano per afferrare il mio cazzo e le dissi:"No...Non tocca a te...sai cosa devi fare!" Rattristita Ada si alzò e andò via.
 
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Accontentai come meglio potessi fare alla signora: adoro le milf...hanno una marcia in più e non solo.
Se ne andò e io rimasi seduto, senza rivestirmi mi accesi una sigaretta dopo aver trovato un posacenere: cosa che dava fastidio a Ada ma non me ne fregai minimamente.
Tornò dopo che la sua amica lasciò la casa. "Allora...soddisfatto?" Vide che fumavo ma non mi disse niente, anche se era chiaro il messaggio che non gli andava giù neanche quello.
"Si...insomma...mi aspettavo di meglio! Desidererei una con.le tette enormi...come le tue...anzi più grosse...giganti ". Guardò in aria sbuffando.
Era ora di pranzo. "Mangeremo qui"dissi "ordina che venga attrezzato qua il tavolo per il pranzo"dissi con tono autoritario aggiungendo "piuttosto perché non ti vesti di qualche capo più sexy? Anzi no... vengo io a scegliere cosa puoi indossare"
Era ai miei ordini e sapevo che la cosa la faceva inbestialire. Rimanendo sempre nudo la seguii fin nella sua camera da letto, non curandomi che l'unica presenza (la colf) potesse vedermi così: ero proprio spavaldo e insolente. Al guardaroba, abbastanza fornito, scelsi un bel vestito, pezzo unico, a righe: glielo feci indossare. Era abbastanza attillato, le righe rendevano le tette ancora più grosse, ovvio senza intimo sotto. Gli feci indossare anche delle autoreggenti: mi tornò duro e mi masturbai osservandola vestirsi.
Tornammo in tavernetta e aspettammo in silenzio la colf che , imbarazzata della mia nudità, allestiva il tavolo.
Dopo pranzato tornò Jenny la colf per sparecchiare e lavare i cocci vari al lavabo del cucinino: mentre lei faceva questo dandoci ovviamente le spalle andai verso Ada ancora seduta a tavolo e taciturna, la invitai ad alzarsi e darmi le spalle, la feci chinare e alzandole la gonna rapidamente la penetrai in fica: la Scopai in presenza della poveretta di Jenny costretta a subire passivamente tutto ciò. Ada se lo fece fare senza opporre resistenza: quando sentii che il calore e gli umori della fica accennavano che stava godendo lo tirai fuori interrompendo la chiavata. Volevo conservare il seme per la scopata successiva: la giornata era lunga.
Non disse niente ma era chiaro in volto che ci rimase male.
"A che ora verrà la prossima?"
"Alle 4..."rispose scocciata.
"Ok...aspettiamo..."risposi sistemandomi sul divano e accendendo la tv.
Ada aveva l'aria di non sapere cosa fare. Al suo cenno di andare via la bloccai a voce: "dove vai?"
"In bagno...di sopra "
"E anche di là il bagno...Usa quello"
"Mi stai sequestrando a casa mia?
"...il bagno è anche qua" conclusi facendo segno alla porticina di fronte.
Precise le 4.00 arrivò un altra sua amica. Ada salì per farla entrare e come prima la accompagnò fino in tavernetta dove io già me lo tenevo duro e dritto masturbandomi.
Una volta presentati non perdemmo tempo in chiacchiere: infatti la signora in questione subito si fiondo' sul cazzo per ciucciarmelo. Ada cercò di andare via e a voce la bloccai: " rimani...su... guardaci mentre scopiamo" dissi godendomi quel pompino. Così fece, sedendosi su una sedia e guardare passivamente quella scopata
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Anche in questo caso feci il mio meglio con più contentezza: la signora di turno, anche se abbastanza snella ( poco seno ahimè) era molto abile con la bocca con tanto di socchiotti alle palle rese comunque la cosa molto interessante, sotto lo sguardo attento e incazzato di Ada, impotente come non mai le sarebbe successo in vita di assistere ina scopata senza far niente.
Passata questa manche, come di prassi, breve social time e la signora andò via.
Ada tardo' a tornare da me ma poco importava: approfittai di un altra sigaretta.
Quando si ripresento' subito dissi:" ti avevo detto tettona e mi Ti presenti con una piatta..."
"Se vuoi due tettone...ci sarebbero le mie" rispose appoggiandosi le mani sulla sua balconata!".
"...voglio di più!"
"Perché sei così stronzo ?"
"Obbedisci e procurami quello che ti chiedo "
"Va...va..." con voce scocciata aggiungendo " ...il signorino quando desidera ricevere la prossima dama?
"Appena dopo cena sarebbe l'ideale" dissi coricandomi sul divano.
Rimanemmo per un po' così senza fare a dire niente e mi decisi di farmi una doccia usufruendo del bagnone che hanno ai piani alti. Attraversai tutta la casa sempre nudo al completo. Fatta la doccia tornai in tavernetta però con accappatoio e ciabatte.
Lei era in sala e mi raggiunse dopo un po' chiedendomi cosa preferivo per cena. Non avevo preferenze, purché quello di cenare sempre lì in tavernetta.
Seduto sul divano con tv accesa si ripresento' Ada dicendomi che a minuti avremmo cenato.
"Ho bisogno di un massaggio..." dissi aprendomi l'accappatoio e prendendomi il pisello moscio.
"Ho l'occorrente su' se vuoi..."
"Fallo!".
Tornò con un paio di flaconi. Si inginocchio' dinanzi a me , ne aprì uno, era un gel profumato, distribuendone una parte sulle sue mani e inizio a massaggiarmi parte del pube, la sacca delle palle e l'asta che prese vigore man mano che procedeva al massaggio, molto lentamente. Quando arrivò Jenny con il vassoio della cena , Ada non interruppe quello che stava facendo.
"Scusate..." timidamente disse la colf " è tornato Marco... cenera' con voi qua giù ?"
"Si..."risposi ansimando al massaggio di cappella con le dita " non c'è nessun problema".
Dopo un po' la fermai e mi richiusi l'accappatoio e diedi via libera a Ada .
Si presentò Marco ignaro della mia presenza :"...e tu qua...cazzo ci fai?" Nonostante la presenza di sua zia gli raccontai tutto. Rimase muto e dopo un po' sentendo comunque una certa atmosfera tesa, specie da parte di Ada, preferì andare via dicendo che avrebbe cenato fuori.
Arrivò la nuova amica che stavamo ancora cenando: un colosso di femmina... alta che avrebbe superato la mia statura anche senza tacchi ma soprattutto grossa...tettone grosse come cocomeri, cicciottella al punto giusto...un bel po' di carne a disposizione.
Dopo presentati, Si sedette al tavolo con noi, Ada gli offrì un bicchiere di vino. Si presentò Jenny ma la Ada la congedo' dicendole che ci avrebbe pensato lei a sistemare tutto.
Chiacchierammo del più e del meno per una mezz'ora. Ada si allontanò dalla sala dopo aver sistemato tutto nel lavello della cucina: rimanemmo soli io e la signorona già con occhi allupati sulla sua preda, in questo caso il sottoscritto. Notandomi in accappatoio disse:" non sarai mica pronto per andare a nanna ?"
" diciamo che sono pronto..." e mi alzai aprendolo e mostrandomi già in bella erezione
" caspita che forza, ragazzo..." rispose con entusiasmo.
Feci il giro del tavolo per avvicinarmi a lei, tenendoli il cazzo con una mano dondolandoglielo di fronte a lei. Si alzò: di altezza superava me mi co appiccicai e girandola a 180 gradi per strusciarmi sul suo culone enorme. La aiutai a slacciarsi i pantaloni, abbassandoli insieme all' intimo, rapidamente si chino' appoggiandosi al tavolo e la penetrai in fica furiosamente: rumore dei corpi al ritmo di chiavata, nonostante così grossa aveva una figa stretta, gemeva forsennata.
Tornò Ada ma io continuavo senza curarmi di lei: quelle chiappone enormi erano più che invitanti. "Non avete perso tempo" borbotto'.
Mi staccai. Una volta liberata del vestiario la signora, mi raggiunse sul divano per sedersi su di me: le tettone avvolgevano completamente la mia testa...parecchi chili di mammelle spettacolari. Mi fece una smorzacandela molto vivace: venne parecchi lubrificando parecchio i nostri sessi ancora in penetrazione. Quando si stanco' si adagio' di fianco esausta. Le afferrai una coscia e la chiavai di nuovo.
Mi fermai e facendola mettere in pancia in su, salì in groppa inprigionando la ceppa tra le tettone che lo fecero sparire completamente e con rapidi movimenti di bacino e tette sbrodolai tutto il mio contenuto lì in mezzo.
 
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Soddisfatto anche del femminone di turno aspettai che andassero via (Ada la accompagnò alla porta) per attivare un altra parte del piano: già d'accordo con Jessica di far assistere a Ada la scopata tra noi due : sarebbe andata su tutte le furie!. Presi il telefono e la chiamai per dargli via libera: era comunque sola dato che il marito era di turno la notte ed erano già passate le 22.00.
Quando tornò Ada mi trovò sul solito divano i compagnia di sigaretta. Prese posto anche lei sorgendo il naso dalla puzza di fumo e disse:"Soddisfatto della giornata?"
"...la notte è lunga... dobbiamo pianificare la giornata di domani". Mi alzai per prendere la mia borsa buttata in un angolo e tirai fuori un quotidiano: in alcune pagine spazi di annunci di incontri hot. Ne avevo evidenziato qualcuno che mi interessava. Dissi:" dunque...contatta queste due...combina l'incontro una per domani mattina e l'altra per il pomeriggio. Le andrai a prendere, portarle qui da me e ovviamente pagarle"
"Già mi ero attivata per altro..."
"Dopo si vedrà..."
Nel frattempo mi rilassai sul divano e le dissi di ciucciarmelo. Non se lo fece ripetere.
Temporeggiavo per l'ingresso in scena di Jessica che sarebbe arrivata, entrando in casa dato che aveva le chiavi e sicuramente assistere a un bel battibecco tra le due.
Il pompino doveva essere solo un passatempo: era sempre magnifica col lavoro di bocca. Cercavo di distrarmi per evitare che finissimo di scopare...era faticoso.
Giunsero i primi rumori di presenza che si prestava a raggiungere la tavernetta: quando Ada sollevò la testa dalla mia ceppa per voltarsi verso l'ingresso con la comparsa di Jessica ci fu un gelo artico. "Cazzo ci fai tu qua...stronza..."
"Questa è ancora casa mia..." la ragazza con tanto di arie rispose.
Ada si staccò da me per affrontare da vicino la nuova arrivata: temevo che sarebbero arrivate alle mani, perciò mi alzai anche io per evitare lo scontro. Fortunatamente non fu così: se ne dissero di tutti i colori mentre pian piano Jessica si impossesso' del mio membro segandomi mentre teneva vivo il dibattito con Ada
"Devi stare zitta e muta...sai a cosa vai incontro..." concluse Jessica divorandosi il cazzo.
Ada, impietrita subiva quel nuovo attacco. Gli venne esplicitamente detto dalla ragazza di non andare via e rimanere lì fino a scopata conclusa: guardandola in volto mi fece quasi pena ma mi concentrai su quel figone di Jessica impegnata sul mio sesso
 
Jessica adagiandosi su di me guidò il cazzo nella sua fica iniziando a cavalcarmi. Ada, con lo sguardo verso il vuoto, da tutt' altra parte a noi , era tristissima, umiliata, sembrava quasi che piangesse: la cosa, in fondo, mi turbava un po'. Jessica se ne accorse della mia reazione, si avvicinò al mio orecchio sussurrando "ha avuto una bella lezione...credo che gli basta ". Risposi di si. Effettivamente era così: è stato vendicativo con gli interessi...era troppo così.
Jessica si staccò da me, raccolse le sue cos'è, si rivesti' e se ne andò nel silenzio totale.
Rimasi diversi minuti con Ada, muti.
Decisi di farla finita e ritrovando i miei vestiti poggiati su una sedia all' angolo mi rivestii anche io nell' indifferenza totale della signora.
Me ne andai senza salutare. Avevo già pronta la lettera di dimissioni che avrei consegnato il giorno dopo in azienda: me ne tornavo a casa mia, lontano da quella realtà a tratti difficile da gestire.
Con Troppe emozioni si rischia si sa.
 
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