Fililadi315

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Nervosamente accese una sigaretta per ingannare l’attesa, si erano dati un orario preciso, ma lei non era puntuale, non lo era mai...a volte spariva, poi riappariva, non sapeva che tipo di persona fosse e questo, più che in altre circostanze, aveva acceso la sua curiosità.
Era sempre stata criptica, non si era mai scoperta più di tanto, aveva lasciato immaginare e l’immaginazione aveva corso forte creando aspettative e tensione.
Era iniziato tutto quasi per scherzo, e tale era rimasto, per giorni in lui c’era stata la consapevolezza che forse avrebbe potuto toccare quel corpo che di sfuggita, in poche nebulose immagini, aveva visto per alcuni attimi.

Credeva che lo scherzo si tramutasse in una beffa e pensava di essere lì da solo e che da solo, di li a pochi minuti, sarebbe dovuto tornarsene a casa, mestamente…
Invece lei arrivò, sorridendo, anche lei un po' imbarazzata, ma sicura di se.
Si salutarono, una stretta di mano, un bacio sulla guancia ed una mano che appoggiandosi sulla schiena voleva avere la sensazione concreta della presenza di quel corpo.
Prendere un caffè poteva sembrare rischioso, per cui salirono in macchina, avevano voglia di parlare, di raccontarsi, di conoscersi...quello che si erano detti era etereo mentre adesso prendeva corpo e rappresentava l’esatto essere di due persone normalissime accomunate a prima vista dalla sola voglia di utilizzarsi per trasgredire una normalità definita tale solo dalle bigotte convenzioni sociali.

Guidare e riuscire a parlare guardando negli occhi una persona non è il massimo e prima di ritrovarsi pericolosamente con una ruota fuori strada presero la decisione che sarebbe stato meglio fermarsi.
Fermandosi ebbero la possibilitĂ  di guardarsi mentre parlavano e poter valutare quelle espressioni e quella mimica che a volte, se non sempre, denotano, imbarazzo e desiderio.
Entrambi sapevano di non trovarsi lì semplicemente per parlare del freddo pungente o di quanto le giornate si fossero allungate, erano lì perché il desiderio proprio a quel punto li aveva portati.
Nessuno se la sentiva di avvicinarsi troppo, nessuno se la sentiva di fare il primo passo; poi un telefono squillò e ruppe l’impasse che si era creata.
Era l’operatrice di un call center che solertemente, dal viva voce della macchina, informava di quali mirabolanti offerte fossero state riservate per l’acquisto dell’ultima performante aspiramaterassi senza fili.

Declinata gentilmente l’offerta della sfortunata operatrice di turno i due scoppiarono a ridere, quel siparietto aveva mosso le acque e adesso ridendo si erano avvicinati...se ne resero conto e continuarono ad accostarsi di più fino a quando le bocche si toccarono e poi si aprirono una sopra l’altra.

Inizialmente il bacio fu timido, quasi esplorativo, poi rendendosi entrambi conto che il dado era tratto si lasciarono andare consapevoli che quello sarebbe stato solamente l’eccitante preludio di qualcos’altro…

Baciandola lui lascio che le proprie mani si spostassero sui seni di lei, da sopra il maglione li strinse, li accarezzò e poi incassato il consenso decise di spostare le mani sulla sua nuda pelle per accorgersi di quei due capezzoli che duri tra le dita tradivano, se mai ce ne fosse stato bisogno, eccitazione e voglia di giocare.
Fu un sussulto di eventi che li portò, dopo varie esplorazioni, a ritrovarsi abbracciati sui sedili posteriori della macchina con lui che non riusciva più a contenere la propria eccitazione dentro i pantaloni e lei che seduta sopra lui non riusciva a nascondere la propria soddisfazione per il merito di averlo portato a quel punto.

Non ci fu una richiesta esplicita, ma un consenso non dato che fece si che i due corpi si unissero ritrovandosi lui a muoversi dentro di lei, mentre le lingue continuavano a cercarsi e scambiarsi sapori ed umori.

I movimenti di lui si fecero più intensi, lei scivolava intorno a lui con un ritmo serrato, la temperatura si era alzata, il sudore scendeva dalla fronte sugli occhi, lui li chiuse, scosse la testa e quando nuovamente li aprì si trovò ad osservare fuori dalla finestra di camera le cime degli alberi che si muovevano sotto i colpi di una fredda tramontana, si passò una mano sul viso bagnato di sudore, la giornata era iniziata, era stato tutto un sogno, dovette farsi una doccia per togliersi di dosso l’odore di quell’esperienza, in fretta mise in bocca due biscotti scese le scale di casa aprì il portone e sorridendo salì in macchina...si sarebbe diretto al bar e quel giorno il caffè lo avrebbe preso da solo...
 
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