Esperienza reale Sottomissione di una moglie (in)fedele

Marred

"Level 0"
Messaggi
10
Punteggio reazione
45
Punti
13
Buongiorno a tutti. Ho aperto questo thread perché vorrei raccontarvi una esperienza che mi è capitata alcuni anni fa.
A scanso di equivoci, quello che sto per scrivere è realmente accaduto, anche se, essendo passati un bel po' di anni, dovrò sopperire agli eventuali vuoti di memoria con descrizioni/situazioni verosimili, ma mi sforzerò di essere quanto più fedele alla realtà di ciò che è avvenuto.
Bene, direi di iniziare con la prima parte del racconto.

Siamo nell'autunno del 2017 e, in quel periodo, durante il pomeriggio, avevo preso l'abitudine di affacciarmi, ogni tanto, in una chat casuale.
Non lo facevo per scopi ben precisi (e che voi potreste immaginare :cool:), in quanto, a parte che, ovviamente non mi mostravo in volto, mi presentavo in video anche vestito.
Era giusto una curiosità e, perché no, la voglia di beccare qualche ragazza e, dopo averci chiacchierato un po', provare a fare del sexting "particolare".

Infatti, da un po' di tempo mi ero avvicinato al BDSM soft, mi eccitava da morire la sottomissione, laddove il tutto si poteva trasformare in un sottile gioco di seduzione dove la "sottomessa" di turno dimostrava di provare piacere a ricevere ordini e ad eseguirli di fronte ad un estraneo del quale, però, aveva una minima garanzia di potersi fidare.

E, devo essere sincero, di ragazze “disponibili” a giocare ne trovavo, addirittura con una di esse ho stretto un vero e proprio rapporto non solo di amicizia ma anche di tutt’altro tenore ;).

Però non voglio parlarvi di questa, ma di un’altra donna che mi è capitato di conoscere.

Un giorno mi metto davanti al pc, mi collego al sito ed inizio a scorrere velocemente da una schermata ad un’altra (molti di voi lo sapranno, ma per quei pochi che ancora non hanno avuto modo di sondare questo strano mondo, sappiate che il 99% di chi frequenta quei siti è un uomo che se lo sta menando senza ritegno).

Ad un certo punto, mi appare davanti una coppia in penombra che, chiaramente, non si è fatta vedere in volto.

Scambio un “ciao” e mi rispondono con un altro “ciao”.

A quel punto, siccome non hanno chiuso, provo ad avviare una chiacchierata.

Scrivo che sono sorpreso di vedere una coppia e chiedo come mai sono in quel sito.

Mi rispondono che sono sposati con prole e che si sono collegati per provare a fare qualcosa di diverso rispetto alla solita scopata di routine, giusto per ravvivare la monotonia coniugale.

A quel punto prendo la palla al balzo e gli dico che sono un master (mentendo clamorosamente perché, fino ad allora, non ho avuto nessuna reale esperienza di D/s) e che, se ne hanno voglia, posso provare ad impartirgli qualche ordine.

Acconsentono.

“Bene, allora fate tutto quello che vi ordino senza discutere” scrivo nel prompt.

Lei si piega verso il pc per rispondere e ho una visione più nitida del suo fisico.

E’ magra, indossa un reggiseno di pizzo bianco, con un seno non esagerato ma nemmeno piatto.

Successivamente scoprirò che si tratta di una terza misura abbondante … ma non andiamo troppo avanti altrimenti vi tolgo il divertimento di scoprire per gradi cosa accadrà in seguito :).

I capelli non sono troppo lunghi (piegandosi in avanti noto che sono biondi e che lambiscono appena le spalle).

Mi scrive “OK”

Vi riporto il dialogo che ne è seguito dove I (sono io) D (è lei) e U (è il marito).

I: “bene, rimani in piedi di fronte al video in modo tale che possa vedere completamente il tuo corpo dalle cosce al collo e il tuo uomo si avvicini da dietro”

L: “va bene”

Lei si sistema di fronte al pc, facendo attenzione a non mostrare il viso. Però ho la visione quasi completa del suo corpo e posso farmi un’idea più precisa di come è fatta.

Ad occhio e croce stimo che abbia un’età sicuramente sopra la trentina, ma voglio essere più sicuro e scrivo: “ditemi la vostra età”.

U: “io 56, lei 38"

Noto, quindi, che si tratta di una coppia che ha un bel po’ di differenza d’età…

Ma la cosa mi interessa poco o niente, per quanto, come avrò modo di scrivere più in la questo sarà un fattore determinante per ciò che succederà tra di noi.

I: “bene, noto che tu sei abbastanza maturo, mentre lei è nell’età migliore per essere sottomessa. Ora lei sarà una schiava in balia delle mie voglie e tu sarai il mio servo che eseguirà i miei ordini su di lei. Servo, allunga le mani lungo le sue spalle e prendile i seni tra i palmi!”

Cinge la moglie con le braccia, le fa scivolare da dietro ed inizia a stringere le mani sui seni.

Lei ha un leggero sussulto, cosa che non sfugge ai miei occhi e che mi fa intuire che si sta eccitando.

I: “ora toglile il reggiseno ed inizia a stuzzicare con le dita i capezzoli”.

Le slaccia il reggiseno e mi appare in primo piano la vista dei seni.

Come immaginavo sono seni di una bella milf, ben fatti con due capezzoli evidenti e già turgidi.

Lui inizia a massaggiarli ma, per i miei gusti, lo sta facendo con troppa delicatezza.

I: “non va bene! tu ora sei la mia schiava e le mani che ti stanno toccando sono le mie! Sto dando ordini al tuo uomo ma, come ti ho già detto, è come se stessi io dietro di te”.

E aggiungo: “chiudi gli occhi, e tu, servo, inizia a stringere questi capezzoli tra le dita, voglio sentirla gemere”

Inizia a stringere con più decisione e lei dapprima ha un movimento brusco quasi a volersi divincolare perché, evidentemente, avverte dolore, ma poi noto che si rilassa e inizia a ondeggiare sui fianchi.

E’ evidente che il trattamento che sta subendo le piace e dedico di andare più a fondo.

I: “servo, ora fai scendere una mano giù e infilala nello slip”.

Esegue e la mano destra si insinua nello slip.

Lei si inarca leggermente in avanti e lascia intravedere il mento e la bocca.

Noto che l’ha leggermente aperta e ciò conferma la mia impressione che inizia a godere di ciò che sta subendo.

I: “accendete il microfono, perché voglio sentire come geme la mia troia!”

Lo attivano e lei dice: “sì, Padrone”

Sento per la prima volta la sua voce, dal tono caldo e abbastanza sensuale e mi pare di scorgere un accento del nord (io sono meridionale).

Quella parola “Padrone”, detta in quel modo mi da la certezza che il gioco ormai è sulla giusta strada.

Io non parlo ma continuo a scrivere: “bene, vedo che hai capito chi sono io, ora capirai cosa vuol dire essere sottomessa” e proseguo: “abbassa lo slip affinché lui possa frugarti per bene in phica e prepararla per quello che ti farò tra poco”

Si abbassa lo slip.

I: “ora il servo deve iniziare a masturbarti prima piano poi sempre più forte ma tu non devi assolutamente venire, altrimenti subirai una punizione”.

Inizia a toccarla sempre con maggior veemenza e lei ad ogni movimento della mano di lui ondeggia vistosamente.

Sento il suo fiato farsi più profondo e dalla sua bocca iniziano ad uscire flebili gemiti che diventano via via più forti.

E’ evidente che sta per venire e scrivo: “aumenta il ritmo!”

Lui esegue e io: “servo, ora infila due dita e spingi in dentro … come se la stessi uncinando”.

Lo fa e lei, non appena lui la forza con decisione, non si trattiene ed esplode in un orgasmo.

I: “vedo che non hai rispettato gli ordini e sei venuta. Ora subirai una punizione. Servo, girala di schiena allo schermo e dalle 5 schiaffi su ognuna delle due chiappe”.

Esegue, la gira di spalle e posso osservare il culo.

Non è molto piccolo, ma nemmeno un culone.

Si tratta di un culo discreto per una quasi quarantenne e, benché tramite schermo non è possibile avere una definizione perfetta, non mi sembra di scorgere cellulite o smagliature.

Inizia a schiaffeggiarlo, prima timidamente, ma poi su mio ordine aumenta la forza.

Lei alle prime manate non sembra accusare il colpo, ma poi, quando gli schiaffi si fanno più intensi inizia a lamentarsi, ma, stoicamente, li subisce tutti e dieci.

I: “servo, fammi vedere come è diventato rosso il culo della mia schiava”.

Si scosta e mostra lo spettacolo: il culo ha accusato i colpi perché è bello rosso e, a tratti, si intravedono anche alcune ditate stampate su di esso.

I: “ti è piaciuta la punizione, schiava?”

L: “sì Padrone, ammetto che dopo i primi momenti di dolore, poi ho avuto come una piacevole sensazione di calore”

I: “servo, visto che la schiava è stata brava e non si è opposta alla punizione deve essere premiata. Ora la metti a pecora, di lato in modo che io possa osservare la scena e la scopi in phica”.

Si girano, lei si mette a 90 a favore di camera, stando attenta a non mostrare il volto e lui si sfila lo slip (era già a torso nudo).

Constato che è visibilmente eccitato e quindi in tiro, ma noto anche che non è particolarmente dotato (avrà avuto un cazzo lungo non più di 12-14 cm)

Si avvicina da dietro e attende un mio cenno.

I: “impalala con un colpo solo”

Punta il cazzo sulla phica della moglie e lo affonda dentro.

Lei barcolla e ha un contraccolpo in avanti tanto da rischiare di cadere e ciò non si verifica solo perché ha la prontezza di appoggiarsi con la mano sinistra sulla scrivania facendo leva.

I: “scopala più forte che puoi e tu, schiava, immagina che sia io a farlo, sebbene, ti avviso, che il mio cazzo è più lungo di quello che hai dentro e quindi lo sentiresti molto di più”.

Inizia a martellarla con foga e dopo nemmeno 2-3 minuti le sborra dentro.

Si sfila, si avvicina alla tastiera del pc e mi liquida con un semplice: “grazie” e chiude la chat.

La cosa, se da un lato mi lascia dell’amaro in bocca (so benissimo che non avrò più modo di rivedere quella coppia e, per giunta, in tutto il tempo che abbiamo chattato, io non mi sono nemmeno toccato ma, sinceramente, non so se l’avrei fatto, per quanto, lo confesso, fossi molto eccitato) dall’altro me l’aspetto visto il contesto in cui il tutto è avvenuto.

Chiudo anch’io il sito e mi dedico ad altre attività lavorative pensando, ai tanto in tanto a quanto avvenuto poco prima e soprattutto a come quella situazione mi abbia eccitato in un modo diverso e nuovo.

continua …
 
seconda parte

Dopo quella volta non ho più pensato di rincontrare quella coppia.

Però, un giorno, mentre come mio solito skippavo da una chat all’altra, mi imbatto in una donna.

Era in primo piano, con una camicetta bianca, con i primi tre bottoni aperti che lasciavano intravedere una seno nudo.

Lì per lì, non ci ho fatto caso…

Lei non ha chiuso immediatamente ed io ne ho approfittato per scrivere il consueto “ciao” per tentare un approccio.

Non risponde, ma continua ad osservare (almeno credo, perché, il viso non riuscivo a vederlo se non dal mento fino alla bocca).

Passa un minuto abbondante durante il quale io continuo a scrivere fasi di circostanza del tipo “complimenti, sei bellissima” … “anni?” … “ti va di giocare” e cose di questo tipo.

Ad un tratto mi accorgo che sta scrivendo.

“ma tu non sei quello che alcuni giorni fa mi ha sottomesso con mio marito?”

Salto sulla sedia.

Non è possibile! C’era una probabilità su mille di beccarla nuovamente e ci sono riuscito, penso.

Mi affretto a rispondere: “Sì, sono io” aggiungendo uno smile

E lei: “sai, ti stavo cercando da giorni”

I: “come mai?”

L: “quella volta mi è piaciuto molto come mi hai trattata, mi sono sentita, per la prima volta, davvero posseduta, anche se a farlo è stato mio marito. Ma è stato molto diverso … mi ha preso come non l’aveva mai fatto”.

Segue una lunga chiacchierata che non sto a riportarvi integralmente, primo perché non me la ricordo nei dettaglio, secondo perché vi tedierei.

Comunque, da questa lunga chat che abbiamo avuto quel pomeriggio sono emersi alcuni interessanti dettagli.

Mi ha detto di essere sposata da circa 10 anni a quell’uomo che è un professionista con uno studio privato dove lei svolge il ruolo di segretaria.

Lo studio non è sempre aperto al pubblico in quanto lui svolge l’attività anche presso un’altra sede e, quindi, spesso lei si ritrova da sola in studio, come in quel frangente.

Però il dettaglio più importante di tutti è quello relativo al loro rapporto: forse anche a causa della grande differenza di età, il loro rapporto stava attraversando una fase di stasi dal punto di vista sessuale e stavano provando a ravvivarlo collegandosi, qualche volta, alla chat.

E mi ha anche confessato che, dopo quel giorno che ci eravamo incrociati, mi stava cercando perché avevo acceso in lei un qualcosa che non riusciva ancora ad identificare.

Le ho risposto che forse, non sapendolo, era portata alla sottomissione e se ne aveva voglia potevamo approfondire, ma, chiaramente, non in quella sede.

Le ho dunque proposto di scambiarci un contatto più diretto e “sicuro” e lei mi ha dato il suo skype.

Ho quindi ricambiato e, in un attimo, ci siamo ritrovati, a tu per tu, su skype.

riporto una sintesi della chat che ne è seguita

I: “bene, quindi, ti piacerebbe essere dominata nuovamente?”

L: “sì, ma ho paura di iniziare un gioco che può diventare pericoloso”

I: “tranquilla, non ci vediamo in volto, non sappiamo chi siamo, quindi, non c’è alcun pericolo”

La convinco e quindi inizia il gioco.

I: “ora sbottona completamente la camicia”

Esegue ma mi accorgo che è tesa

Allora per farla sciogliere un po’ le ordino: “accarezzati il seno, indugiando sui capezzoli, li voglio vedere turgidi”

Inizia ad accarezzarlo, ma lo fa in modo troppo delicato.

I: “non va bene così … devi essere più decisa. Prendi i capezzoli tra due dita ed inizia a tirare verso l’esterno”

Lo fa e si lascia sfuggire un “ahi”

I: “ti fa male?”

L: “Sì”

I: “dobbiamo decidere una safe word che mi dirai quando vuoi sospendere o fermarti. ti propongo di dire semplicemente “stop” e mi fermerò”.

L: “va bene”

I: “ora però continuiamo, ti va?”

L: “sì”

I: “continua a stringere i capezzoli e mettiti in piedi, voglio vedere come sei sotto”

Si alza, continuando a torturarsi i capezzoli e noto che ha un pantalone nero.

I: “abbassa il pantalone”

Slaccia il bottone e fa scendere giù il pantalone.

Ha uno slip nero, in pizzo, nulla di estremamente sexy, ma, sulla sua pelle color latte risalta moltissimo.

I: “ora ti devo visionare … voglio valutare attentamente la “merce” prima di prenderla”

Rimane immobile davanti allo schermo del pc e la osservo attentamente

I: “sfila anche lo slip, siedi sulla poltrona e apri le gambe”

Si toglie anche lo slip, si mette comoda e allarga le gambe.

Finalmente ho una visione chiara della sua phica.

E’ rasata, carnosa al punto giusto, le grandi labbra sono abbastanza accentuate … una bella phica ma ho l’impressione che non sia abbastanza slabbrata.

PS per poter ricordarmi esattamente com’era e descriverla al meglio ho rivisto alcune foto che mi ha mandato durante i nostri incontri :)

I: “aprila per bene”

Scosta le labbra con le dita e vedo una invitante apertura alla cui estremità superiore spunta un clitoride ben evidente.

I: “sei bagnata, troia!”

L: “sì, mi sto eccitando moltissimo”

I: “ora ti dimostro come può eccitarsi e godere una vera schiava. Inizia a schiaffeggiare la phica”

Inizia a farlo, timidamente anche perché noto che è abbastanza sensibile in quel punto

I: “più forte!”

Aumenta il ritmo degli schiaffi e inizia a diventare rossa.

Ad ogni schiaffo sento un suo gemito segno che inizia a prendere gusto.

I: “ora infila le dita, inizia con uno, poi due, tre e così via fino a quando non la forzi con tutte e 4”

Esegue e inizia ad allargarsi la phica

Devo essere sincero, non pensavo riuscisse a farle entrare tutte e quattro, ma tra un gemito e un sospiro le 4 dita sono dentro, seppure solo le punte, a mo’ di cuneo

I: “forzala di più, spingi dentro … ti insegnerò ad aprirti talmente la phica che ti sentirai una troia sfondata e rotta”

A queste mie parole, aumenta il ritmo, quasi a voler accelerare la sua venuta.

Ma il mio intento è anche quello di educarla a trattenere gli orgasmi e ad averli al mio comando

I: “non devi venire se non te lo dico, quindi, regola il ritmo”

Rallenta il movimento

I: “sfrega il clitoride con l’altra mano, ma prima sputaci sopra le dita”

Si bagna di saliva le dita e inizia a masturbarsi il clitoride

La vedo in difficoltà, non credo riuscirà a trattenersi dall’avere un orgasmo ed, infatti, viene in modo molto evidente. Si lascia sfuggire un grido liberatorio e non posso non notare come è allagata.

Si sentono le dita sfregare su una phica inzuppata all’inverosimile e le gambe tremare, il tutto accompagnato da un fremito che le attraversa il corpo.

I: “sei venuta senza il mio permesso. Ti aspetta una punizione. La prossima volta che ci vediamo, procurati delle mollette, degli elastici un righello e una confezione di pennarelli che voglio divertirmi un po’”.

Ci salutiamo e ci diamo appuntamento a qualche giorno dopo, quando sarà nuovamente sola in studio.

continua …
 
parte 3

Ci siamo rivisti alcuni giorni dopo e lei si è procurata quanto avevo richiesto: alcune mollette di quelle che si usano per stendere il bucato, un bel righello in plastica e una confezione di matite colorate da 24.

Ma oltre a tutto ciò, si è presentata con un bel passamontagna nero che lasciava intravedere gli occhi e la sua bocca.

L’ho osservata bene e devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso sia del suo sguardo (gli occhi castani di un bel taglio, anche se di dimensione normale) che, soprattutto, della sua bocca, carnosa al punto giusta: ottima per un pompino, ho subito pensato … e chissà se quel pompino non me l’abbia fatto in futuro … ma questo lo scoprirete solo se continuerete a leggere la mia storia :)

Ho subito esordito: “brava, ottima idea! ora posso vederti in tutta la tua persona, cercherò anche io di procurami, la prossima volta, un passamontagna così potremo interagire anche con gli occhi e la bocca”.

Sono seguiti un po’ di convenevoli di rito con una lunga chiacchierata durante la quale abbiamo parlato di molte cose che ci riguardano e ci siamo conosciuti ancora meglio.

Ad un certo punto, le ho detto: “ora basta chiacchiere, spogliati!”

Questo mio ordine, buttato lì, in modo così diretto ed imprevisto, l’ha spiazzata … non se l’aspettava.

Però, dopo un attimo, si è alzata ed ha iniziato un lento spogliarello che, devo essere sincero, mi ha eccitato molto.

Si è filata il maglione, sotto il quale mi si è parato un bel seno nudo con i capezzoli già turgidi, segno che la troia si stava già eccitando.

Nel mentre stava per abbassarsi i pantaloni le ho detto: “prima di mostrami la tua phica, voglio sapere dalla tua bocca che sei per me”

L: “la tua schiava”

I: “non solo, sei anche la mia…”

E’ rimasta immobile, non sapeva cosa rispondere.

Allora ho scritto: “ora ti dico cosa sei per me”.

L: “cosa?”

I: “Sei la mia schiava, ma, sappi, che per diventarlo in tutto e per tutto, ti trasformerò nella mia personalissima troia … ti addestrerò a comportarti da vera troia, disinibita senza pudore nei miei confronti e pronta a tutto pur di soddisfare le mie voglie”.

L: “farò di tutto per soddisfarti, Padrone, fammi diventare la tua troia!”

I: “continua a spogliarti”

Si sfila anche i pantaloni e abbassa gli slip facendoli scivolare a terra.

I: “allarga le gambe, mettiti le dita in phica e fammi vedere quanto sei bagnata, troia!”

Si passa le mani tra le gambe divaricate, avvicina le dita alla cam e non posso che notare che sono fradice

I: “vedo che ti stai eccitando come una lurida cagna in calore!”

A quel punto, non posso più trattenermi.

Mi avvicino alla cam, apro la cerniera dei pantaloni e tiro fuori il cazzo che ormai era duro da un bel po’

La vista del mio arnese la spiazza nuovamente.

Ma sembra apprezzare molto perché mi dice: “hai un bel cazzo, quanto lo vorrei ora qui”.

Si avvicina con la bocca alla cam, tira fuori la lingua e fa il gesto come se lo volesse leccare.

Ma non fa in tempo a realizzare che mi ritraggo, lo rinfilo dentro e dico: “come ti sei permessa di simulare un pompino! Non sei autorizzata a prendere iniziativa: devi attendere i miei ordini prima di fare qualsiasi cosa in tema di sesso”.

I: “ora subirai la punizione in modo che tu possa iniziare a capire cosa vuol dire essere una schiava ubbidiente. Sconterai sia quella dell’altro giorno che quella per la mancanza appena commessa”.

L: “va bene Padrone, sono pronta ad essere punita”.

I: “prendi due mollette”

Le prende

I: “ora stuzzica i capezzoli fino a farli diventare turgidi e poi pinzali bene”

Inizia a giocare con i capezzoli

I: “bagnali con la saliva”

Si infila le dita in bocca e tira giù un bel po’ di saliva che spalma sui capezzoli e riprende a massaggiarli

I: “mi sembra che siano pronti, pinzali”

Prende la prima molletta e non senza timore la fissa al capezzolo sinistro.

Il grido di dolore che emette è netto e molto acuto.

I: “ti fa male, troia, vero?”

L: “Sì”

I: “meglio, anche perché questo è un dolore al quale devi abituarti. Pinza anche l’altro”

Lo fa e caccia un altro grido

I: “bene. Ora, per alleviarti il dolore, masturbati un po’, ma attenta, guai a te se mi accorgo che hai un orgasmo”

Inizia a stimolarsi, con il palmo della mano, il clitoride.

Poi insinua due dita nella fessura che, si sente dal rumore, è allagata

I: “sei eccitata, vero?”

L: Sì, tantissimo, non immaginavo di potermi eccitare in questo modo … mi stai facendo scoprire un lato di me che non pensavo esistesse”

I: “siamo ancora agli inizi, vedrai come ti farò diventare … anelerai affinché io ti possa usare, perché più lo farò, più ti sentirai una troia persa e più ti renderò schiava”

A queste mie parole, prova ad aumentare il ritmo, ma la fermo.

I: “basta così, altrimenti credo che verrai a breve. Il tuo piacere te lo devi guadagnare, lo devi considerare come un regalo che ti faccio per essere stata una brava schiava e, ogni volta che decido di farti venire, dovrai ringraziarmi”.

Si ferma.

I: “infilati le dita in phica quanto più in profondità puoi, raccogli quanto più umori possibile, poi avvicinale alla bocca e leccale per bene … così ti renderai conto che sapore ha l’eccitazione di una schiava”.

continua ...
 
Back
Top Bottom