TheLazy

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Ciao a tutti, eccomi con un nuovo racconto di esperienza reale. Fatemi sapere che ve ne pare!


Marta indossava un vestitino a fiori molto leggero, una delle sue tenute estive casalinghe. Era un piccolo pezzo di stoffa elasticizzato all'altezza del seno e che terminava ben sopra il ginocchio, senza alcun vezzo particolare, niente spalline né spacchi.
Era tesa ma divertita, seguiva il gioco trepidante, osservando ogni carta che buttavo e ponderando ogni singola mossa. Solo pochi minuti prima avevamo deciso di rendere più interessante quella partita a carte, mettendo in palio un premio piccante.
Il sette di danari uscì nell'ultima mano e fui fortunato a prenderlo io, perché si rivelò la carta decisiva per la mia vittoria.

"Bravo hai vinto!"
"Eh sì, ho vinto. Ora devi premiarmi"

Nel dire quelle parole il cuore prese a tamburellare, mentre mi guardavo intorno scrutando eventuali spettatori dai palazzi circostanti. Era agosto, la città era vuota e la strada dove abitavamo ancora di più.

"Beh, andiamo dentro così ti dò il premio"
"No no, il premio me lo dai qua"
"Qua? Ma non è possibile"

Senza aggiungere altro mi alzai e spensi la luce del balcone. Poi mi sedetti di nuovo al tavolino e la guardai. Una strana luce era riflessa nei suoi occhi marroni e aveva quel mezzo sorriso malizioso che mi fa impazzire.

"Ora siamo al buio, non ci vede nessuno"
"E che premio vorresti?"
"Fammi dare una sbirciatina..." Dissi indicandole il seno.

Marta si portò la mano sulla parte superiore del vestito, mentre si guardava intorno. Le finestre illuminate erano lontane, i nostri vicini dormivano o non erano in casa. Lasciò scivolare un dito tra stoffa e pelle e scoprì la sua tetta destra.
Sotto la luce delle stelle, il contrasto tra l'abbronzatura e il segno bianco era ancora più eccitante. Sentii il cazzo indurirsi e ingrossarsi nelle mutande, tanto che dovetti spostarlo e permettere alla cappella di uscire fuori dai pantaloncini sportivi che indossavo.
Allungai la mano e presi a toccargli il seno scoperto, le mie dita coprivano e massaggiavano la sua seconda piena, spesso fermandosi sul capezzolo che, sotto il loro tocco, era diventato turgido.
Senza dire una parola, le scoprii anche l’altro seno, lasciando libere entrambe le sette alla brezza estiva. Marta si alzò e si sedette sopra le mie gambe. Prima di baciarla, osservai le mie mani sulle sue tette per qualche secondo. Erano fresche ed eccitanti. Mentre ci baciavamo, le infilai la mano sotto la gonna, raggiungendo subito il suo sesso umido.
Le sfilai le mutandine e iniziai a masturbarla, prima con un dito, poi con due. La sua fighetta era bagnatissima, si staccò dalle mie labbra e si lasciò andare a piccoli gemiti. Sentendola così, mi arrapai ancora di più.

“Ti piace così?”
“Siiiii”
“Quanto mi arrapi”
“Fammi vedere…”

Mi tirò fuori il cazzo e prese a segarlo con voracità.

“Quanto sei duro…”
“Succhiamelo…”

Si fermò per guardarsi intorno, le sue labbra si piegarono in un sorriso malizioso. Ci guardammo negli occhi e lei si passo lentamente la lingua sulle labbra. La baciai ficcandole tutta la lingua in bocca, ero arrapato come non mai.
Lei si staccò e, finalmente, si inginocchiò e prese a leccarmi il cazzo. Sentivo che stavo per venire, perciò la fermai e la feci alzare. La poggiai di spalle alla ringhiera e iniziai a baciarla, mentre le mie mani dalle cosce salivano fino al culo. Le tirai su il vestito, scoprendo una delle sue parti migliori.

“Così però ci vedono…” mi disse.
“Beh le cose belle vanno mostrate..” le risposi sorridendo.
“Allora forse anche questa dovrebbe essere mostrata?” mi disse con una faccia da finta innocente, mentre si scopriva la figa bagnata.
“Ora devo dartelo”
“Sì, andiamo dentro…”

Marta entrò in casa, ma non potevo resistere fino alla camera da letto, così le scesi tutto il vestito e la feci poggiare sul tavolo della sala a 90 gradi.
La penetrai lì, il mio cazzo entrava indisturbato mentre lei ansimava.

“Ti piace così?”
“Oh siiiii”
“Fammi sentire quanto ti piace…”

Iniziò a gemere più forte, adoravo quando alzava la voce mentre scopavamo. Alternavo colpi forti e lenti e spesso le restavo dentro per farglielo sentire tutto, mentre con le dita le stimolavo il buchetto del culo.

“Mi hai eccitato un sacco. Lo sai?”
“Bene, allora lo farò più spesso…”

A quelle parole sentii che c’ero. Uscii e le venni sulla schiena e sullo spacco del culo. Il mio sperma le colava nel canale dove continuavo a strisciare il cazzo, poi la abbracciai da dietro e tornai con le mani sulle tette.
 

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