Esperienza reale Racconto di fantasia Tale madre, tale figlio!

dplover91

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I seguenti racconti sono un mix di esperienze reali e fantasia, voglio spiegare perchè:
- I racconti reali si riferiscono a cose che ho visto con miei occhi
- I racconti di fantasia invece si basano su cose che mi sono state dette e che per tale ragione non ho visto. In questi, basandomi su ciò che mi è stato detto, ho costruito lastoria

A tal proposito, onde evitare possibili fraintendimenti o altro, voglio mettere in chiaro una serie di cose:
- Non mostro foto di mia madre, è inutile che me le chiedete anche in privato perchè non lo faccio visto il rispetto che ho nei suoi confronti
- Non ho mai avuto e non ho il desiderio di scoparmi mia madre, quindi non accetto consigli o commenti del tipo “fattela” o “scopatela” perchè non è mio interesse nella maniera più totale
- Tra me e mia madre non c’è mai stato nulla e mai ci sarà nulla: mi sono limitato alla semplice curiosità di spulciare tra le sue mutande dopo alcune serate ma non sono mai andato oltre
- Sono dell’idea che ognuno possa vivere la sua vita privata come meglio crede, quindi non giudicherò nessuno: se voi vi siete fatti vostra madre o avete intenzione di farlo, buon per voi, non vi giudicherò ma non voglio nemmeno essere giudicato perchè io non ho alcun interesse a fare lo stesso con la mia
- Pubblico questi racconti perchè mi piace scrivere: ho coltivato questa passione sin da bambino; ho pubblicato su Amazon diversi libri scritti nel tempo libero, ma mai mi sono fiondato sui racconti di natura erotica. A ciò si aggiunge una passione per il sesso e per alcune pratiche particolari (tale madre tale figlio, la genetica non mente mai, vi dirò dopo) ed il gioco è fatto
- Indicherò prima di ogni parte se si tratta di una cosa reale che ho visto oppure se si tratta di una cosa che ho fantasticato, indicando ciò che mi è stato detto per vie traverse sul conto di mia madre. Troverete questa indicazione ben prima di ciascun racconto. Ad ogni modo, troverete tutte le note prima di ciascun racconto perchè non mi piace dire stronzate, tanto meno fare il supereroe o prendere in giro la gente
- Sono accettati consigli su come migliorare i racconti

Racconto reale - Mia mamma 30enne

Parto ovviamente con l’introduzione. Mia madre si chiama Antonia, ha 50 anni (51 a dicembre) e mi ha avuto quando aveva 18 anni. È sempre stata una madre single, e se fino a qualche anno fa era una bellissima ragazza, ora è una donna altrettanto affascinante e bella.
Intelligente, laureata in giurisprudenza con il massimo dei voti, ha una classe innata: mai volgare, fisico tonico che però non mette mai in mostra in maniera volgare, dedica tantissimo tempo alla forma fisica (viene con me in palestra e quando chiusa a correre) ed all’alimentazione (condividiamo la stessa nutrizionista e dietologa). Alta 1,70, ha una terza di seno, capelli mori e lisci (lunghezza caschetto ma non è un caschetto vero e proprio visto che arrivano sopra le spalle), fisico asciutto, viso affusato con tratti delicati e ben definito e zigomi alta con mascella delicata, ha una pelle molto chiara (che ho ereditato anch’io). Le sopracciglia sono delineate e piene, con forma arcuata che segue il contorno degli occhi quasi a mandorla, con ciglie lunghe e folte che accentuano lo sguardo. Il naso ha invece una forma delicata e dritta, mentre le labbra sono piene e ben definite con colore naturale che esalta con un rossetto leggermente rosa.
Alla terza di seno bilancia un sedere a mandolino che, anche quando non vuole, viene messo in risalto dalle gonne al ginocchio che porta o dai vestiti a tubino più lunghi.

Il suo stile di classe, il suo fare che a molti potrebbe far sembrare “altezzosa” la rendono una donna con un fascino esagerato, e ciò lo noto soprattutto quando usciamo insieme. Quando entriamo in un locale per pranzare o cenare, la maggior parte degli uomini si gira per guardarla.

Tutto ciò, però, ho scoperto da quando avevo 15 anni, è solo apparenza. Mia madre infatti ha una vita privata e sessuale estremamente attiva e sebbene - di recente - abbia scoperto che non è una che la dà a tutti, non si nasconde quando deve sfogare le sue pulsioni.

Quando avevo 14-15 anni, e lei quindi era una giovane 32enne, andavo ovviamente sempre in giro con lei ed in determinate circostanze era un continuo di complimenti ed ammiccamenti. Dal cassiere al supermercato al vicino di casa, passando per il giardiniere che veniva a farci il prato e l’imbianchino, senza dimenticare nostri conoscenti, non smettevano di provocarla. Lei però non gli ha mai dato troppa confidenza ed anzi, quando eravamo soli non faceva altro che offenderli per dirmi che erano una banda “di porci viziati che hanno solo secondi fini”. Ovviamente io essendo piccolo mi bevevo tutto, ma la situazione è cambiata intorno ai 16 anni quando, vuoi per gli ormoni a mille, vuoi per gli amici che mi facevano battute (che evidentemente avevano sentito a casa), ho aperto gli occhi.

Intorno ai 16 anni infatti ho scoperto il porno in tutto il suo splendore, e come la maggior parte dei ragazzini di quell’età ho iniziato a masturbarmi costantemente. Non sono mancate le occasioni in cui quando lei era al lavoro mi fiondavo nella sua camera per masturbarmi con gli assorbenti o i suoi perizoma di pizzo, le autoreggenti ed i reggiseno semitrasparenti.

A quell’età, rispetto ad ora che faccio palestra e crossfit, giocavo a calcio nella squadra del mio quartiere. Purtroppo la mia “carriera” è stata molto breve ed ho dovuto abbandonare a causa di un infortunio.

Ricordo precisamente cosa avvenne qualche giorno prima: eravamo usciti di casa insieme per andare a comprare i libri scolastici quando incrociammo per strada un signore che io non conoscevo ma lei si, che sembrava la conoscesse, il quale le chiedeva come andasse a lavoro e del più e del meno. La discussione diventò lentamente ammiccante, ma mia madre la spense subito (non so se gli fece un cenno o meno) e si salutarono. Il signore in questione era sulla 40ina, alto 1,80m, palestrato (aveva un dorsale spaventoso e due bicipiti di ferro), capelli bianchi brizzolati corti, ed era senza barba. Durante la chiacchierata con mia madre si era rivolto a me dicendomi cose tipo “che classe deve fare questo bel giovanotto?” e domande simili, mentre quando si rivolgeva a mia madre il tono cambiava in maniera radicale.
Sulla strada per la libreria, avevo chiesto a mia madre chi fosse quel tipo, e lei mi disse che era “un signore che collabora con l’azienda per cui lavoro io” e che l’aveva aiutata in varie circostanze lavorative.

Passa qualche giorno ed inizia la preparazione atletica per la stagione. Il mister ci dà appuntamento ogni lunedì, mercoledì e venerdì alle 17 per la seduta di allenamento. Tutto procede per il verso giusto: io esco da scuola alle 15, prendo il pullman, vado a fare allenamento ed alle 21 circa sono a casa. Tranne un mercoledì: il mister ha un improvviso lutto a casa e quando arrivo al campo di calcio ci dicono che la seduta è rinviata al giorno successivo. A questo punto non mi resta che fare altro che prendere il pullman e tornare a casa.

In quel periodo mi sentivo con una ragazza che poi sarebbe diventata la mia fidanzata, con cui ho avuto le prime esperienze (si, lo so tardi rispetto alla media!). Nel tragitto, approfittando della Summer Card ancora attiva, le ho telefonato spiegandole tutto e dicendole che la sera ci saremmo potuti vedere per un giro, e che sarei passato a prenderla con il mio scooter alle 21 sotto casa.

Finita la telefonata, arrivo a casa. Nostro nonno ha lasciato a mia madre in eredità un appartamento sulle colline bolognesi di due piani, che abbiamo ristrutturato e rimodernato. Mia madre, affidandosi ad una sua amica architetta, l’ha divisa in due piani: piano notte quello superiore e piano giorno quello inferiore. Al piano inferiore abbiamo la cucina, il soggiorno, stanzino, camera degli ospiti, bagno piccolo ed un garage. Al piano superiore invece ci sono 2 bagni e 2 camere da letto ed una stanza-ripostiglio dove mettiamo i panni sporchi. Le entrate sono tre: si può entrare dal garage, che ha una porta comunicante con lo stanzino, dalla cucina o, tramite la scala esterna, direttamente al piano superiore, trovandosi nel corridoio.

Incauto ed inconscio di ciò che mi sarei trovato davanti, entro come al solito dalla cucina, ma non so per quale motivo non chiamo mia madre con il mio classico “Mààà” appena apro la porta. Piuttosto, convinto di essere da solo visto che in quell’orario mia madre è solitamente in ufficio e sta tornando a casa, sono stranamente silenzioso (mia madre mi dice che quando entro a casa sembro un terremoto).

Sento degli strani rumori provenire dal soggiorno, dove la porta è aperta. Mi affaccio e vedo una scena assurda, che in un primo momento mi sconvolse: mia madre era stesa sul divano, con la mano del tipo con cui aveva parlato qualche giorno prima in bocca, e lui con il suo membro enorme la stava scopando nella fica con insistenza. I due erano entrambi sudatissimi: mia madre aveva i capelli bagnatissimi e lui era sudatissimo ovunque: il sudore metteva in evidenza il suo fisico marmoreo ed i suoi addominali,che evidentemente facevano eccitare da morire mia madre che, una volta cambiata posizione, si inginocchiò e gli succhiò quel cazzo durissimo ed enorme (io sono molto grande di circonferenza e di lunghezza sono nella media, ma quello era tipo enorme) dicendogli “mammamia quanto sei bono” mentre gli leccava gli addominali. Lui era in completa estasi e stava quasi per venire quando mia madre lo frenò e gli disse “e no, così è troppo facile, io non sono ancora soddifatta. Hai aspettato tanto e dopo 20 minuti già vuoi sborrare? Su, ora voglio che mi scopi a terra, stenditi e mi impalo, devo comandare io, non decidi tu quando venire, quel cazzo è mio e ne faccio ciò che voglio”. Detto fatto, il suo cazzo sparì quasi totalmente nella fica di mia madre, che nel mentre si era chinata verso di lui baciandolo appassionatamente. Quell’uomo era stremato, e bastarono pochi colpi per vedere il suo liquido seminale sgorgare della fica di mia madre, che non soddisfatta lo leccò tutto e dopo dieci minuti lo fece diventare di nuovo duro con un pompino da urlo, il quale si concluse con una seconda venuta in bocca.

Io ero impietrito, e la sera raccontai tutto alla ragazza con cui mi stavo frequentando che, essendo più giovane di me, si limitò a bollare il tutto come “una cosa normale, noi donne siamo come voi uomini”. Io ero esterrefatto.

Questa però è stata solo la prima volta che l’ho beccata ed era svariati anni fa, ma ancora più assurde sono le storie che ho saputo del lavoro. Ora ha quasi 51 anni e la situazione è migliorata.
 
Ultima modifica:
Storia intrigante, d'accordo sul fatto che alla fine anche loro hanno gli stessi pensieri nostri e le stesse fantasie, probabilmente sono meno propense a confessarle molto spesso perche si vergognano

Spero continuerai i l racconto che si fa molto interessante
 
Storia intrigante, d'accordo sul fatto che alla fine anche loro hanno gli stessi pensieri nostri e le stesse fantasie, probabilmente sono meno propense a confessarle molto spesso perche si vergognano

Spero continuerai i l racconto che si fa molto interessante
Si certo che continuerò, appena ho una mezz'ora di tempo scrivo la seconda parte :)
 
Parte 2 - Il momento in cui sono rimasto traumatizzato? (racconto reale)

La visione per la prima volta di mia madre che scopava con un uomo mi aveva lascato esterrefatto. Parlandone con quella che ormai era diventata la mia ragazza non riuscivo a dare un senso ai miei pensieri.

Subito dopo il fattaccio sono andato via di casa per tornare un’ora dopo, per non destare troppi sospetti e soprattutto non imbarazzare mia madre. Quando torno a casa, la trovo davanti alla TV con la vestaglia addosso: all’ingresso faccio il rumore che mi è ormai classico, la saluto, lei mi abbraccia come sempre ma è chiaro che nell’aria ci fosse qualcosa di diverso. Mia madre infatti appare allegra, rilassata, quasi soddisfatta: dà la sensazione di poterle chiedere qualsiasi cosa che tanto mi direbbe di si. Quando ero piccolo ciò avveniva quando fumava:non so per quale motivo infatti si rilassava, ed io ne approfittavo per chiederle giocattoli o altro.Poi si è tolta il vizio e non ho potuto più utilizzare questo espediente.

Dicevamo, appena entrato a casa mi abbraccia e bacia, mi chiede dell’allenamento ed io le dico del lutto del mister. Inventandomi una bugia, le dico che mi sono fermato con il mio amico Flavio ad una sala giochi a fare una partita a carambola in attesa del pullman. Le chiedo com’è andata la giornata e lei in un mix tra sarcastico e malizioso mi risponde con “stressante, oggi è stata veramente stressante”. Io faccio finta di nulla, d’altronde non ho visto e sentito nulla, e probabilmente senza averla vista all’opera mai avrei collegato quello “stressante” alla scopata epica che si era fatta qualche ora prima, sul divano dove stavamo parlando.

È innegabile però che dentro di me qualcosa fosse cambiato: dopo i convenvoli di rito infatti vado a fare la doccia e sotto l’acqua ripenso ancora a quello che ho visto prima. Mia madre prima dominata, e poi dominante, su quel cazzo gigantesco con un glande enorme. Lei, tutta sudata, col trucco colato e con le calze strappate che lo cavalcava nel soggiorno di casa nostra invitandolo a non venire perchè non ancora soddisfatta. Il suo cazzo, che ogni volta che entrava nella fica di mia madre (da dove ero uscito io), che diventava sempre più lucido, un chiaro sintomo di come fosse fradicia ed eccitata. E poi il momento in cui ho visto l’orgasmo di quel 40enne, che urlava come un forsennato e cercava di sollevarsi con il busto e muoveva le gambe tremanti, mentre mia madre lo spingeva verso il basso e continuava a cavalcarlo mentre lui, quasi disperato (togliete il quasi) si metteva le mani davanti agli occhi perchè stremato. Ripensavo al momento dell’orgasmo di mia madre, con il cazzo dell’uomo quasi moscio ed ancora nella fica: si contorceva e metteva in mostra i suoi addominali, in un movimento innaturale durato quasi un minuto, per poi scoppiare in una risata malefica seguita da un “si, ora si…finalmente!”. Quattro parole che avevano fatto eccitare nuovamente il suo amante (se così si può definire) che, preso dalla sfida, si rialzò e con il suo enorme pene ancora duro se lo fece segare prima di intimarla a prenderlo in bocca ed ingoiare fino all’ultimo centilitro di sperma.

Ripensando a quelle scene, sotto la doccia, il mio pene si risvegliò e diventò rapidamente duro. Nonostante l’eccitazione però, ricordai che stavo parlando di mia madre e per tale ragione evitai di segarmi, nonostante fosse duro come il marmo. “Stasera mi vedo con Arianna, risolve lei”, pensai tra me e me. Ma non fu così, come vedremo poco dopo.

A cena, come accade ancora oggi, io e mia madre parliamo molto. Non è una di quelle che ha vietato gli smartphone a tavola, ma dal momento che siamo in due a casa parliamo delpiù e del meno: alcune volte non accendiamo nemmeno la TV. Ora che sono più grande, i momenti di questo tipo sono riservati solo alla cena, visto che a pranzo siamo entrambi via per lavoro, quindi condensiamo tutto in quell’ora che stiamo a tavola.
Quella sera non andò diversamente, ed il tono della discussione non cambiò: sono abile nel nascondere le mie emozioni ed anche il turbamento (ed eccitamento?) che avevo dentro dopo aver visto quella scena riuscivo a tenerlo a bada. Le dissi che sarei uscito con Arianna, una ragazza con cui mi vedevo e che faticavo ancora a definire la mia fidanzata (anche se di fatto lo era, ma non in via ufficiale) e lei mi raccomandò una cosa: “tratta sempre le ragazze con garbo ed educazione, gli uomini di oggi sono abituati a trattarle come delle puttanelle con cui fare solo sesso, ma non essere anche tu così perchè poi resti solo”. Si, certo, dopo aver visto come si faceva trattare da quel tipo sicuro le avrei dato ascolto. Fatto sta che mi disse di tornare a casa a mezzanotte perchè il giorno dopo avevo scuola ed io seguii alla lettera l’ordine della capitana.

Alle 21 sono sotto casa della tipa, sale sullo scooter, andiamo in centro, beviamo una cosa ma lei si accorge subito che c’è qualcosa che non va in me.
Come detto poco sopra, svuotai il sacco subito:
“Oggi sono tornato a casa prima perchè non c’era allenamento, come ti avevo detto, ed ho trovato mia madre… mia madre
“..tua madre?
“mia madre…” facevo quasi fatica a dirlo. Poi tirai un sospiro e dissi “..scopare violentemente con uno, ho visto cose da film porno davvero, non credevo di avere a casa una pornostar”
Le raccontai tutto per filo e per segno e lei non fece una piega. Ancora oggi è una ragazza dalla mentalità molto aperta, ed infatti disse prima “ah…wow!”, il che scatenò in me una razione stile “ma che cazzo stai dicendo”, e poi evidentemente spinta dalla mia reazione disse “è una cosa normale, anche noi donne abbiamo delle pulsioni come voi, evidentemente a tua mamma piace così”. La mia risposta fu “..ma quindi mia mamma è una troia?”, e lei accarezzandomi la faccia mi sussurrò nell’orecchio “probabilmente, ma che te frega? Con la sua fica ed il suo culo fa quello che vuole, e poi hai visto quanto è figa? Magari ad arrivarci alla sua età così, io e le mie amiche faremmo carte false, ne parliamo spesso”.

La sera continuò in maniera tranquilla, alle 23 la riaccompagnai a casa e poco prima ci appartammo. Lei iniziò ad accarezzarmi ma non riuscivo ad essere duro, per non so quale motivo. Arianna provò in tutti i modi a farmelo indurire,anche prendendomelo in bocca ma il fratellino non rispondeva agli stimoli. “Sarà lo stress”, disse. La accompagnai a casa e ci salutammo.

Tornato a casa, mia madre dormiva beatamente nel suo letto. Io ripensavo a quello che era successo e, miracolo,il mio uccello si indurì nuovamente.Tentai di segarmi ma dopo 30 minuti si riammosciò e non riuscii a venire. Prima di addormentarmi mi chiesi: mia madre mi ha traumatizzato? E se non riesco più a fare sesso? Sono ipocondriaco, e le domande mi tennero sveglio quasi tutta la notte, prima di addormentarmi.

Tuttavia, non fu quella la cosa che mi traumatizzò realmente, ma un’altra situazione in cui trovai mia madre e che ancora oggi mi accompagna ed è stata spiegata dalla terapista come il motivo per cui mi piace fare alcune cose.

Ancora oggi, però, ho il “problema” di non venire facilmente e di non eccitarmi con facilità: prima che mi diventi duro la situazione deve essere davvero bollente e, complice anche una circonferenza che come dicevo prima è superiore alla media (pur con una lunghezza normale), l’orgasmo arriva con molto ritardo.
 
Almeno diciamo il tuo è stato un togliere il velo traumatico... Davvero interessante come certe dinamiche abbiano ripercussioni anche a distanza di anni.
 
Almeno diciamo il tuo è stato un togliere il velo traumatico... Davvero interessante come certe dinamiche abbiano ripercussioni anche a distanza di anni.
ci sono altre cose che mi hanno influenzato ancora di più. Appena possibile le scrivo, sperando sia di vostro gradimenro
 
Parte 3 - La situazione si sblocca (racconto reale)
La routine quotidiana continuava senza troppi problemi, e con Arianna eravamo sempre più uniti. Nonostante ciò, però, continuavo ad avere qualche problema a letto soprattutto legato alla difficoltà a raggiungere l’orgasmo, cosa che non avveniva ovviamente per lei dal momento che - per dirla in parole povere - poteva godere del mio cazzo duro per tempi prolungati raggiungendo facilmente l’orgasmo.

Tra un impegno e l’altro, avevo notato che il tipo di cui vi ho parlato nel primo racconto gironzolava sempre più a casa, sebbene mia madre non l’avesse mai presentato a me come il suo fidanzato o compagno. Nei miei confronti però era sempre educato ed abbastanza disponibile: quando avevo bisogno di qualcosa mi aiutava sempre volentieri e si comportava con gran rispetto verso di me.

In questo lasso di tempo capitò altre volte di spiare mia madre mentre scopava. Il copione era sempre lo stesso, tranne una volta quando lui evidentemente preso dall’eccitazione era quello dominante della coppia. Mi riferisco alla scopata che vidi di ritorno dalla gita scolastica: a casa mi accompagnò il padre di Arianna. Questa volta però non ci fu bisogno di entrare dentro casa per capire cosa stesse succedendo: avevo visto la sua macchina parcheggiata vicino a quella di mia madre nel retro della nostra abitazione. Rispetto alle altre volte avevano per lo meno avuto la decenza di trasferirsi nella camera da letto, con la porta socchiusa (forse si aspettavano il mio arrivo). Quando passai la prima volta non sentii alcun rumore apparente, ed infatti mi fiondai subito in camera mia per dormire. Qualche minuto dopo però iniziai a sentire rumori strani ed affacciandomi alla camera vidi che, a differenza delle altre volte, era lui e dare il ritmo del gioco, con mia madre quasi completamente sottomessa che non poteva fare altro che prendere quell’enorme cazzone nella sua fica. La scena andò avanti per qualche minuto, e quando lui la mise a pecorella, con il viso rivolto verso la porta (cosa che mi eccitò non poco ,visto che sembrava stesse guardando me), da bravo cavallo le diede anche qualche schiaffo sul suo culetto perfetto e la spinse per i capelli. Il finale fu quello che potete intuire, con lui che le veniva copiosamente sul viso, per poi concludere il tutto con: “sta troia, mi sono dovuto prendere il viagra per riuscirci” e mia madre, con aria soddisfatta, che gli diceva “si, ma la prossima volta facciamo quello che ti ho detto. Me l’hai promesso”. Non so a cosa si riferissero.

Iniziò l’estate e non li beccai più in situazioni come queste, ma la situazione tra me e Arianna cambiò radicalmente quando, in estate, mia madre andò in trasferta per qualche giorno lasciandomi a casa da solo sotto la supervisione di una zia che di tanto in tanto mi chiamava e telefonava. Ovviamente, io passavo le giornate a casa con Arianna, che veniva a casa a guardare film, serie tv e scopare.

Il mio problema con l’eiaculazione continuò fin quando una sera non “esplose” letteralmente. Dopo mezz’ora di scopata infatti il mio cazzo si ammosciò completamente, il che fece ovviamente infuriare la mia ragazza che mi accusò di non essere troppo partecipe ed addirittura di avere tra la testa qualcun’altra. Scoppiò in un pianto isterico auto accusandosi di essere una asessuata non in grado di scopare, ed io ovviamente la calmai dicendole che non era assolutamente così. Quella notte restò a dormire a casa, e fece lo stesso anche nei giorni successivi: era un momento quanto mai delicato della nostra relazione e volevo stare quanto più vicino alla mia ragazza.

La sera dopo io non avevo molta voglia di scopare, mentre lei premeva per riprovarci. Dopo una cena tranquilla, andammo in camera da letto e dopo un bacio ed una carezza finìì con il cazzo duro fuori dalle mutande e nella sua bocca. Inutile dire che non venni in alcun modo, ma ad una certa Arianna si bloccò e, massaggiandomi le palle,mi disse: “ho una sorpresa per te, chiudi gli occhi e riprili quando te lo dico io”. Sentii dei rumori strani e quando mi disse di riaprirli la trovai con la lingerie di mia madre. Inizialmente ebbi un sussulto di stupore, ma poi lei mi disse amorevolmente, baciandomi e sussurandomelo nell’orecchio, “vediamo se così ci riesco”. Ricordo che le saltai addosso come una tigre, strappandole di dosso reggiseno, autoreggenti e perizoma (azzurro trasparente) e dopo due o tre colpi venni copiosamente nella sua fica, urlando come mai prima di allora. Lei ovviamente era soddisfattisima, e ridendomentre si sgrillettava la figa piena di sborra, mi disse “problema risolto, trauma passato”.

Il problema però è che quello che sarebbe successo da li a qualche settimana avrebbe sconvolto per sempre la mia sessualità ed i miei desideri sessuali, e quella fu solo una calma apparente. La nostra normalità a letto durò pochissimo.
 
Parte 4 - Blackout (storia reale)
Ovviamente, non ho mai saputo a cosa si riferisse mia madre quando diceva “si, ma la prossima volta facciamo quello che ti ho detto. Me l’hai promesso”, per un semplice motivo: quell’uomo non l’ho più visto. E per circa un anno non ho più avuto modo di assistere alle performance sessuali di mia madre che, nel frattempo, aveva cambiato lavoro. Attualmente mia madre lavora per un importante studio di architettura di Bologna, tra cui sono passate anche personalità importanti del mondo dello spettacolo: ho la casa piena di mia madre insieme a VIP, politici, imprenditori e co. Non dirò ovviamente di quale studio si tratta, ma tenete bene a mente questo aspetto perchè sarà centrale anche nei racconti successivi (quelli che si baseranno su ciò che mi è stato raccontato e detto).

Resta il fatto che il nuovo lavoro la glorificava e glorifica tutt’oggi non poco: attualmente è una 51enne in carriera con un ottimo stipendio che le ha consentito di tenermi da sola all’università - dove mi sono laureato in legge con il massimo dei voti - e di permettermi di completare gli studi.

Ma riavvolgiamo i nastri e torniamo al passato. Come dicevamo, dell’amico di mia madre non vi era più traccia ed io avevo superato il “trauma”: il sesso con Arianna ora filava liscio e nonostante i miei tempi, che ahimè mantengo anche ora, riuscivo a raggiungere stabilmente l’orgasmo, tirando fuori flotte di sperma che la facevano felice come non mai, dal momento che si sentiva gratificata ed amata anche sessualmente e non solo sentimentalmente.

Per i miei 18anni non ho organizzato la classica festa con gli amici ma piuttosto ho preferito i soldi che, messi insieme a quelli che avevo da parte, ho utilizzato per un viaggio in Norvegia insieme alla mia ragazza. In quel periodo il mio quartiere era stato preso d’assalto dai ladri, ed anche nella nostra abitazione c’era stato un tentativo di entrare, sventato poi dall’arrivo di una macchina che aveva fatto scappare i ladri. Inutile dire che mia madre aveva il panico a mille, e per tale ragione decidemmo di installare un antifurto e coprire praticamente ogni angolo della casa con telecamere di sorveglianza con audio bidirezionale e registrazione 24/7.

Parto per la Norvegia, e lascio a mia madre le raccomandazioni classiche (in quanto poco tech): attivare l’antifurto quando fuori casa, disattivare i sensori di movimento delle telecamere quando in casa, altrimenti gli smartphone sarebbero stati sommersi da notifiche. Per i primi tre giorni, complici anche le mie chiamate continue a mia madre, fece bene i compiti, ma al quarto giorno successe qualcosa di strano.

Arrivata a casa, infatti, mia madre mi confermò di aver spento l’allarme ed attivato le telecamere. Nella notte però ci fu un blackout e conseguentemente, la mattina, si riattivò tutto da solo, fotocamere e sensori di movimento inclusi. Era sabato e da qualche settimana aveva preso l’abitudine di fare colazione a casa con una sua amica e collega di lavoro, Alessia, che era poco più piccola di lei ma con cui aveva una discreta confidenza. Alessia ha tutt’ora dei capelli lunghi ed ondulati castano chiaro che d’estate diventano quasi biondi, sopracciglia folte e ben definite con leggera curva naturale, occhi grandi ed espressivi verdi che vengono accentuati ulteriormente dalle ciglia lunghe, un naso piccolo e ben proporzionato ed una bocca ampia che nasconde quella che è la cosa che mi fa eccitare di più di lei: dei denti bianchi e regolari che le conferiscono un sorriso luminoso e coinvolgente. La pelle è chiarissima, sembra quasi irlandese. Inutile dire che c’ho provato in tutti i modi a scoparmela ma non c’è mai stato modo. Vabbè, misteri della vita.

Ricordo comunque che erano le 10 di mattina e il mio telefono vibrava di continuo perchè i sensori di movimento della telecamera della cucina erano molto sensibili: li avevo impostati così perchè essendoci l’ingresso della casa, è necessario ricevere immediatamente l’alert qualora ci sia qualcuno dentro. Quella volta però non fu così. Aprii la notifica e vidi che mia madre era in cucina con Alessia con una tazza di thè in mano e le due parlavano normalmente. Erano da sole a casa, nelle altre stanze non c’era nessuno: insomma, mia madre non si era accorta del blackout e non aveva impostato correttamente le telecamere. Provai a chiamarla, ma il telefono era al piano di sopra e quindi ciaone.

Le notifiche continuarono ad arrivare e nel frattempo Arianna andò a farsi la doccia ed a prepararsi per uscire. Io ero da solo sul letto, in mutande, dovevo solo vestirmi ed ero pronto. Avevo il telecomando della TV in mano, ma non c’era modo di trovare nulla di italiano quindi lasciai il televisore acceso giusto per compagnia. Ad un certo punto però aprii di nuovo l’app perchè volevo avvisare mia madre, col microfono bidirezionale, del fastidio che mi stavano dando le notifiche. Aprii la telecamera della cucina, attivai l’audio e sentii la seguente discussione:
Alessia: “ma che stronzo, mi ha proprio preso per una puttana di merda, ma ti pare trattare una donna così?”
Mia madre: “ma scusa tu che gli avevi detto?”
“Io con il capo ho sempre avuto un pò di soggezione, e sono sempre stata molto disponibile e cordiale con lui, in tutti i sensi, non so se mi spiego..”
“Ti spieghi ti spieghi, ma d’altronde con lui o fai così oppure è la fine, però ammettiamolo che piace anche a noi, su. È una cosa che abbiamo fatto tutte, o quasi”.
“Sicuramente è un bell’uomo, ed anche molto dotato, ha un cazzo gigantesco che la prima volta che abbiamo scopato sulla scrivania lo sentivo fino al ventre, ma proprio per questo motivo ci sono sempre andata con i piedi di piombo, ho paura. Però non credevo si potesse spingere fino a quel punto”. Ero scioccato, Alessia aveva anche fatto con le mani il segno del pene del loro capo, che sembrava essere quasi 20cm
“Ma dimmi una cosa, cosa ha fatto con te di così strano?”. Ok, il mio fratellino stava iniziando a risvegliarsi
“No, dimmi tu cosa ha fatto con te” rispose Alessia. A questo punto mia madre le raccontò di come il suo capo una sera, dopo qualche mese, l’avesse invitata a casa sua e tra un bicchiere di vino e l’altro (mia madre non regge l’alcol, è quasi astemia), se la fosse portata a letto con sua estrema soddisfazione.
“Con me è andato oltre. Mi hanno scopato in due”
La reazione di mia madre fu misto tra eccitamento e stupore: “in che senso in due?”
“In due…insieme”
A questo punto Alessia iniziò a raccontare di come la cosa fosse partita per scherzo: raccontò che lei ha un debole per il capo, e che si concedeva senza troppi problemi perchè le piaceva davvero come uomo. Tuttavia, questa volta a lui si aggiunse anche un altro collega ed i due se le scoparono insieme: “prima uno alla volta, poi insieme”
Mia madre le chiese i dettagli della scopata: la sua voce sembrava essere radicalmente cambiata, forse presa dall’eccitazione: “e com’è stato?”
Alessia, a questo punto,raccontò di come “all’inizio mi hanno fatto molto male, poi però ho avuto una sensazione di pienezza e soddisfazione che non ho mai avvertito prima di ora: credo di non avere mai avuto orgasmi come quelli prima d’ora, mi sentivo quasi come se stessi volando. Il problema però è che alla fine mi sono sentita un oggetto. Anche perchè loro non hanno fatto nulla per farmi sentire diversamente"
Mia madre non rispose, Alessia la continuava a guardare mentre lei sembrava nel suo mondo fin quando non tornò sulla terra e disse “ah…si…già..bello. Cioè, volevo dire, già”. Era evidente come a mia madre quel racconto fosse piaciuto. Ma la cosa più assurda era che dopo tutto questo racconto, le due tornarono a bere il thè e parlare del più e del meno. Avevo il cazzo che mi stava letteralmente esplodendo nelle mutande, perchè mi immaginavo Alessia, il mio sogno erotico, scopata da due in ufficio. Io avrei fatto carte false per scoparmela anche da solo, figuriamoci insieme ad un altro uomo.

Arianna nel frattempo era uscita dalla doccia ed aveva subito buttato l’occhio sul mio pene in erezione. Nemmeno il tempo di dirlo e ce l’aveva già in bocca: dopo una mezzoretta fummo costretti a fare di nuovo la doccia prima di uscire. Potete immaginare bene perchè.

Il problema però fu un altro: da quel momento in poi, per la prima volta in assoluto nella mia vita, avevo voglia di scoprire le fantasie sessuali di mia madre, e questo mi provocava erezioni potentissime: il solo pensiero che io stessi dall’altra parte del mondo e lei a casa a scopare,me lo faceva venire di marmo. E questo era un problema.
 
Parte 4 - Blackout (storia reale)
Ovviamente, non ho mai saputo a cosa si riferisse mia madre quando diceva “si, ma la prossima volta facciamo quello che ti ho detto. Me l’hai promesso”, per un semplice motivo: quell’uomo non l’ho più visto. E per circa un anno non ho più avuto modo di assistere alle performance sessuali di mia madre che, nel frattempo, aveva cambiato lavoro. Attualmente mia madre lavora per un importante studio di architettura di Bologna, tra cui sono passate anche personalità importanti del mondo dello spettacolo: ho la casa piena di mia madre insieme a VIP, politici, imprenditori e co. Non dirò ovviamente di quale studio si tratta, ma tenete bene a mente questo aspetto perchè sarà centrale anche nei racconti successivi (quelli che si baseranno su ciò che mi è stato raccontato e detto).

Resta il fatto che il nuovo lavoro la glorificava e glorifica tutt’oggi non poco: attualmente è una 51enne in carriera con un ottimo stipendio che le ha consentito di tenermi da sola all’università - dove mi sono laureato in legge con il massimo dei voti - e di permettermi di completare gli studi.

Ma riavvolgiamo i nastri e torniamo al passato. Come dicevamo, dell’amico di mia madre non vi era più traccia ed io avevo superato il “trauma”: il sesso con Arianna ora filava liscio e nonostante i miei tempi, che ahimè mantengo anche ora, riuscivo a raggiungere stabilmente l’orgasmo, tirando fuori flotte di sperma che la facevano felice come non mai, dal momento che si sentiva gratificata ed amata anche sessualmente e non solo sentimentalmente.

Per i miei 18anni non ho organizzato la classica festa con gli amici ma piuttosto ho preferito i soldi che, messi insieme a quelli che avevo da parte, ho utilizzato per un viaggio in Norvegia insieme alla mia ragazza. In quel periodo il mio quartiere era stato preso d’assalto dai ladri, ed anche nella nostra abitazione c’era stato un tentativo di entrare, sventato poi dall’arrivo di una macchina che aveva fatto scappare i ladri. Inutile dire che mia madre aveva il panico a mille, e per tale ragione decidemmo di installare un antifurto e coprire praticamente ogni angolo della casa con telecamere di sorveglianza con audio bidirezionale e registrazione 24/7.

Parto per la Norvegia, e lascio a mia madre le raccomandazioni classiche (in quanto poco tech): attivare l’antifurto quando fuori casa, disattivare i sensori di movimento delle telecamere quando in casa, altrimenti gli smartphone sarebbero stati sommersi da notifiche. Per i primi tre giorni, complici anche le mie chiamate continue a mia madre, fece bene i compiti, ma al quarto giorno successe qualcosa di strano.

Arrivata a casa, infatti, mia madre mi confermò di aver spento l’allarme ed attivato le telecamere. Nella notte però ci fu un blackout e conseguentemente, la mattina, si riattivò tutto da solo, fotocamere e sensori di movimento inclusi. Era sabato e da qualche settimana aveva preso l’abitudine di fare colazione a casa con una sua amica e collega di lavoro, Alessia, che era poco più piccola di lei ma con cui aveva una discreta confidenza. Alessia ha tutt’ora dei capelli lunghi ed ondulati castano chiaro che d’estate diventano quasi biondi, sopracciglia folte e ben definite con leggera curva naturale, occhi grandi ed espressivi verdi che vengono accentuati ulteriormente dalle ciglia lunghe, un naso piccolo e ben proporzionato ed una bocca ampia che nasconde quella che è la cosa che mi fa eccitare di più di lei: dei denti bianchi e regolari che le conferiscono un sorriso luminoso e coinvolgente. La pelle è chiarissima, sembra quasi irlandese. Inutile dire che c’ho provato in tutti i modi a scoparmela ma non c’è mai stato modo. Vabbè, misteri della vita.

Ricordo comunque che erano le 10 di mattina e il mio telefono vibrava di continuo perchè i sensori di movimento della telecamera della cucina erano molto sensibili: li avevo impostati così perchè essendoci l’ingresso della casa, è necessario ricevere immediatamente l’alert qualora ci sia qualcuno dentro. Quella volta però non fu così. Aprii la notifica e vidi che mia madre era in cucina con Alessia con una tazza di thè in mano e le due parlavano normalmente. Erano da sole a casa, nelle altre stanze non c’era nessuno: insomma, mia madre non si era accorta del blackout e non aveva impostato correttamente le telecamere. Provai a chiamarla, ma il telefono era al piano di sopra e quindi ciaone.

Le notifiche continuarono ad arrivare e nel frattempo Arianna andò a farsi la doccia ed a prepararsi per uscire. Io ero da solo sul letto, in mutande, dovevo solo vestirmi ed ero pronto. Avevo il telecomando della TV in mano, ma non c’era modo di trovare nulla di italiano quindi lasciai il televisore acceso giusto per compagnia. Ad un certo punto però aprii di nuovo l’app perchè volevo avvisare mia madre, col microfono bidirezionale, del fastidio che mi stavano dando le notifiche. Aprii la telecamera della cucina, attivai l’audio e sentii la seguente discussione:
Alessia: “ma che stronzo, mi ha proprio preso per una puttana di merda, ma ti pare trattare una donna così?”
Mia madre: “ma scusa tu che gli avevi detto?”
“Io con il capo ho sempre avuto un pò di soggezione, e sono sempre stata molto disponibile e cordiale con lui, in tutti i sensi, non so se mi spiego..”
“Ti spieghi ti spieghi, ma d’altronde con lui o fai così oppure è la fine, però ammettiamolo che piace anche a noi, su. È una cosa che abbiamo fatto tutte, o quasi”.
“Sicuramente è un bell’uomo, ed anche molto dotato, ha un cazzo gigantesco che la prima volta che abbiamo scopato sulla scrivania lo sentivo fino al ventre, ma proprio per questo motivo ci sono sempre andata con i piedi di piombo, ho paura. Però non credevo si potesse spingere fino a quel punto”. Ero scioccato, Alessia aveva anche fatto con le mani il segno del pene del loro capo, che sembrava essere quasi 20cm
“Ma dimmi una cosa, cosa ha fatto con te di così strano?”. Ok, il mio fratellino stava iniziando a risvegliarsi
“No, dimmi tu cosa ha fatto con te” rispose Alessia. A questo punto mia madre le raccontò di come il suo capo una sera, dopo qualche mese, l’avesse invitata a casa sua e tra un bicchiere di vino e l’altro (mia madre non regge l’alcol, è quasi astemia), se la fosse portata a letto con sua estrema soddisfazione.
“Con me è andato oltre. Mi hanno scopato in due”
La reazione di mia madre fu misto tra eccitamento e stupore: “in che senso in due?”
“In due…insieme”
A questo punto Alessia iniziò a raccontare di come la cosa fosse partita per scherzo: raccontò che lei ha un debole per il capo, e che si concedeva senza troppi problemi perchè le piaceva davvero come uomo. Tuttavia, questa volta a lui si aggiunse anche un altro collega ed i due se le scoparono insieme: “prima uno alla volta, poi insieme”
Mia madre le chiese i dettagli della scopata: la sua voce sembrava essere radicalmente cambiata, forse presa dall’eccitazione: “e com’è stato?”
Alessia, a questo punto,raccontò di come “all’inizio mi hanno fatto molto male, poi però ho avuto una sensazione di pienezza e soddisfazione che non ho mai avvertito prima di ora: credo di non avere mai avuto orgasmi come quelli prima d’ora, mi sentivo quasi come se stessi volando. Il problema però è che alla fine mi sono sentita un oggetto. Anche perchè loro non hanno fatto nulla per farmi sentire diversamente"
Mia madre non rispose, Alessia la continuava a guardare mentre lei sembrava nel suo mondo fin quando non tornò sulla terra e disse “ah…si…già..bello. Cioè, volevo dire, già”. Era evidente come a mia madre quel racconto fosse piaciuto. Ma la cosa più assurda era che dopo tutto questo racconto, le due tornarono a bere il thè e parlare del più e del meno. Avevo il cazzo che mi stava letteralmente esplodendo nelle mutande, perchè mi immaginavo Alessia, il mio sogno erotico, scopata da due in ufficio. Io avrei fatto carte false per scoparmela anche da solo, figuriamoci insieme ad un altro uomo.

Arianna nel frattempo era uscita dalla doccia ed aveva subito buttato l’occhio sul mio pene in erezione. Nemmeno il tempo di dirlo e ce l’aveva già in bocca: dopo una mezzoretta fummo costretti a fare di nuovo la doccia prima di uscire. Potete immaginare bene perchè.

Il problema però fu un altro: da quel momento in poi, per la prima volta in assoluto nella mia vita, avevo voglia di scoprire le fantasie sessuali di mia madre, e questo mi provocava erezioni potentissime: il solo pensiero che io stessi dall’altra parte del mondo e lei a casa a scopare,me lo faceva venire di marmo. E questo era un problema.
una curiosità ma le telecamere potevi attivarle e disattivarle da remoto? sarebbe stato il non plus ultra
 
Parte 5 - Parte l’immaginazione (storia inventata)
E qui partiamo con le mie fantasie. Il racconto che pubblicherò ora è frutto della mia immaginazione e si basa su quello che ho sentito nella parte 4.

Subito dopo la discussione con la sua amica Alessia, mia madre andò sotto la doccia per masturbarsi violentemente. Al mio ritorno a casa, la sera dopo, la trovai sul divano con la sua solita vestaglia ed in tenuta rilassata, pronta per la nuova settimana lavorativa. Era domenica sera e come sempre sarebbe andata a letto presto poichè la mattina successiva la sveglia sarebbe suonata presto. Inoltre, la settimana che sarebbe partita da lì a poche ore si sarebbe rivelata piuttosto particolare e movimentata per lei.

Il lunedì andò in ufficio tirata come non mai: gonna fino alle ginocchia blu, camicetta bianca con giacca nera sopra, lingerie nere, autoreggenti color carne e perizoma dello stesso colore. Appena arrivata un ufficio tutti furono attirati da quello stile “particolare”, non in linea con quello suo classico. Sia i più giovani che i più navigati, non le tolsero gli occhi di dosso fin quando non raggiunse il suo ufficio.

La giornata passò abbastanza tranquilla, quando alle 16 mi manda il messaggio che la sera sarebbe tornata tardi al lavoro. Dopo avermi inviato questo messaggio, chiese subito una riunione in ufficio con il capo, per parlare di alcune questioni.

La riunione inizia alle ore 17, quando l’ufficio era praticamente vuoto. Mia madre si presenta nello studio al terzo piano con in mano un paio di cartelleed una penna. Apre la porta, saluta il capo ed iniziano a parlare di alcune cose di lavoro e di alcuni progetti da consegnare. In particolare ,l’attenzione finisce su alcuni ritardi per un cliente, che fanno infuriare non poco il capo che pretende sempre massima precisione per non rovinare la reputazione dello studio. “Non possiamo fare a chi figli e chi figliastri” disse il capo, con mia madre che, evidentemente riferendosi ad altro, rispose con un “già, lo penso anche io”.
Sistemata la questione lavoro, il capo si sedette vicino a lei dall’altra parte della scrivania, e tra una discussione e l’altra, una chiacchiera sulla famiglia e sulle vacanze, si ritrovò con la mano poggiata sulla sua gamba. Il suo occhio fu attirato però dalla lingerie che indossava mia madre e dal suo reggiseno semi trasparente, ma lei se ne accorse del suo sguardo e, maliziosamente, si risistemò. “Non vorrei distrarlo, so che in questo periodo è impegnato con…altro”, disse. Il capo non capì l’allusione: ma nonostante ciò continuò il suo tour sulle gambe di mia madre, arrivando alla gonna. Mia madre, dal suo canto, aveva capito l’antifona e tolse la mano, ritirandosi e rimettendosi apposto. Il capo però non mollò e spostò le sue attenzioni sul viso, che accarezzò con l’indice mentre snocciolava di progetti futuri e di come “ormai sei diventata una delle punte di diamante di questo studio”. “Non si direbbe”, piccata anche questa volta. Nel frattempo però aveva intravisto un gonfiore tra le gambe del capo, un chiaro sintomo di come la sua strategia stesse funzionando.
Il tira e molla andò avanti per diversi minuti fin quando il capo non gettò la spugna e le infilò la lingua in bocca, tenendola per la nuca. Passò poco prima che le gambe di mia madre si aprissero per mostrare la sua fica rasata con il laser rosa, perfetta, profumata e contornata da quella lingerie trasparente che fu stesso il capo a tirare giù mentre le sollevava la gonna e infilava la sua testa tra le sue gambe per leccarla, facendola godere e contorcere sulla sedia che era diventata fradicia dai suoi umori.
“Eh no, così è troppo semplice. Non fare l’egoista” disse il capo, che tirò fuori il suo membro duro per farselo leccare in un pompino da urlo.
“Ah pure egoista, ora” disse mia madre, che per fargliela pagare gli tirò un morso provocandogli dolore.
“Oggi siamo particolarmente monelle, eh? Andato male il weekend?” rispose il capo, che nel frattempo l’aveva girata a pecora e glielo aveva infilato nella fica, facendola aggrappare alla scrivania.
“Andato malissimo,ma vediamo di rimediare” rispose mia madre tra un gemito e l’altro, prima di cambiare posizione e smorza candela. Arrivò il momento in cui il capo voleva venire ma mia madre lo prese per le palle e strizzandogliele, gli disse: “dove vorresti andare tu? Tu non vai da nessuna parte. Com’è la storia che Alessia ve la siete scopata in due ed a me hai dato solo questo misero cazzo che ormai non sento nemmeno più? Hai paura che un altro cazzo possa farmi godere troppo rispetto al tuo?”.
Il capo non riusciva a parlare dal dolore: lei gli mollò le palle e, con il cazzo moscio, lui disse che quanto successo con Alessia era stato solo una casualità. Mia madre però lo intimò a fare il possibile altrimenti non se ne sarebbe andata più. il capo alzò immediatamente il telefono e chiamò il suo socio, invitandolo a raggiungerlo in ufficio.

Appena arrivato, trovò i due nudi in ufficio: il capo con il cazzo moscio, mia madre stesa sul divano.
“Oh no, di nuovo? Ma io non ho il cazzo di marmo” disse appena vide arrivare l’altro. Mia madre non aspettò due secondi che già stava in ginocchio a sbocchinarli entrambi. Questa volta la parte del leone la fece il collega del capo, che a sua volta era ancora stremato e preso dall’eccitazione venne dopo pochi secondi. Il collega invece nella prima fase soddisfò a pieno mia madre, anche spingendosi all’anale, che lei accolse senza remore e senza aprire bocca, visto che ce l’aveva piena con il cazzo del capo.
“Adesso esaudiamo il tuo desiderio” disse il capo, mentre faceva un cenno al suo socio. Questo si stese sul divano che era presente in ufficio e mia madre, con la faccia rivolta verso di lui, si infilò il cazzo nuovamente duro nella fica. Dall’altra parte della stanza il capo, con il suo cazzo gigantesco e nuovamente gonfio, guardò con aria di sfida la scena e dopo essersi sputato sul glande, lo spinse con decisione nel culo di mia madre che lo accolse con un “finalmente due!”. I due alternarono le pompate per diversi minuti, prima di scambiarsi le posizioni. Mia madre era stremata, ma il capo no, ed infatti afferrandola per i capelli le disse “ora tocca a me”,evidentemente riferendosi a quanto le aveva fatto prima. I due si diedero ancora il cambio e fecero un’altra doppia penetrazione infilandogli i cazzi fino alle palle, con il socio che manteneva i capelli a mia madre, tutti sudati, ed il capo che la schiaffeggiava in faccia e sul culo mentre gemeva e godeva, e le veniva nel culo.

Ovviamente non starò qui a dire il numero di volte in cui mi sono masturbato su tale fantasia, anche se tutto stava per cambiare.
 
Parte 6 - La sfida (storia reale)

Finita la scuola, iniziai l’università ed il tempo trascorso a casa era sempre di meno. Conseguentemente, con l’inizio dei corsi ebbi sempre meno tempo da trascorrere con mia madre, che continuava la sua vita ed il suo lavoro. Solitamente, passavo del tempo con lei nel fine settimana: il sabato pomeriggio uscivo con lei per fare un aperitivo in centro, prima di uscire con la mia fidanzata, sempre Arianna.

Il nostro rapporto non aveva subito alcun cambiamento o modifica: eravamo sempre molto affiatati e discreti l’uno con gli altri. Io non facevo molte domande sulla sua vita privata,e lei si limitava a chiedermi se fosse tutto ok con Arianna, che adorava ed invitava spesso a casa anche quando io ero fuori. Tra le due c’era una certa sintonia ed a me non poteva che far piacere.

Complici i nostri orari diversi, ed uno sconto che avevo con l’università, cambiai palestra. Dopo svariati anni, quindi, non andavo più con lei a fare sport, il che fu per certi versi traumatico.

La forma fisica di mia madre era al top: aveva torto quel poco di grasso che le era rimasto ed ora era ancora più in forma. Quando uscivamo insieme sentivo gli apprezzamenti delle persone, che parlando tra loro osservavano come fosse una figa da paura quella ragazza che si accompagnava a me. Un pomeriggio mia madre mi chiese di accompagnarla dal commercialista per fare alcune pratiche: lo studio era in un posto lontano da casa nostra e siccome aveva avuto qualche problema con la vista non se la sentiva di guidare così tanto.

Ad accoglierci nello studio c’era una signora sui 45anni, di bella presenza: sorridente, gambe grandi, più alta di mia madre, con poco trucco e con un profumo che lasciava la scia. Dopo i convenevoli del caso, ci fece entrare nello studio dove ci attendeva il nostro storico commercialista, a cui si era aggiunto il figlio che stava facendo “praticantato”, se così si dice.

Notai subito una certa attenzione, quasi morbosa, da parte di mia madre nei confronti di questo ragazzo sui 35 anni: capelli ricci, poca barba, senza occhiali, con la camicia sbottonata che faceva intravedere un pettorale allenato, una giacca blu scuro con tanto di spilla che metteva in mostra il marchio. Nei nostri confronti il ragazzo si è posto in maniera molto gentile, chiamando sempre mia madre “signora” e dandole del lei, mentre con me ovviamente parlò poco per il semplice fatto che non avevo molto da dire visto che la pratica riguardava mia madre. Notai però una cosa: anche se il padre poneva delle domande a mia madre, lei rispondeva quasi esclusivamente al figlio. Poco dopo arrivò l’assistente dello studio in camera a portarci un caffè, che io bevvi velocemente senza metterci lo zucchero come sempre. Mia madre pose l’attenzione su alcuni sguardi che si scambiò il ragazzo con l’assistente, e guardò di traverso me quasi come per volermi dire con gli occhi “qui gatta ci cova”. Sta il fatto che dopo qualche ora finimmo di fare le pratiche e tornammo a casa.

In macchina ovviamente parlammo di quello che ci aveva detto il commercialista, quando ad un punto senza un apparente perchè iniziai a parlare dell’assistente del commercialista.
“Carina quella signora, ma chi è?”
“È l’assistente dello studio, è sempre li”
“in che senso è sempre lì? Lavora lì?”
“Si, sta sempre allo studio”
“Beh, se lavora li è ovvio che la trovi sempre”
“Si si, so io perchè sta lì”
“..cioè?”
“È cosa risaputa che sia l’amante del commercialista”
“Ma chi? Il vecchio o il giovane?”
“Il vecchio”
“Ah, credevo il giovane”
“Perchè dici così?”
“Su, mamma, lo sai anche tu. Quel giovanotto se l’è mangiata con gli occhi appena è entrata”
“Eppure non è nulla di che: è una vecchia secca, poco tonica, che non si sa nemmeno vestire e mi sembra anche discretamente scema”
“E sta cattiveria da dove salta fuori?”
“Non è cattiveria, è la verità”
“Mah, sarà, però sai com’è: la nave scuola serve anche ai giovani”
“In che senso?”
“Nel senso che alcuni hanno bisogno di una nave scuola prima di..passare allo step successivo”
“Parla chiaro, non sto capendo”
“Mamma, se tu pensi che quella sia anche l’amante del figlio il motivo è solo uno: deve fare cose grosse a letto, altrimenti non si spiega. Anche se per me è comunque una bella donna”
“Cioè tu reputi quella una bella donna? Più bella di me?”
“Ma che c’entra, avete quasi 10 anni di differenza e poi tu sei mia madre”

La discussione morì del tutto, e lì lì non ci pensai più di tempo anche quando arrivato a casa. Il giorno dopo, andai in università ed essendo giovedì, come sempre, mi fermai incentro per un classico aperitivo (e serata) con gli amici, visto che il giorno dopo non c’erano i corsi. A farmi compagnia fino a tardi ci furono due amiche, con cui bevemmo più del solito, perdendo praticamente tutti i freni inibitori. Tra un Campari ed un altro, una di queste mi confidò di come la sua amica avesse un debole per me, e le due avevano fatto una scommessa su chi sarebbe riuscita a scoparmi per prima. Nonostante il livello alcolico piuttosto alto, declinai l’offerta e dissi che non avevo in alcun modo intenzione di partecipare al loro gioco anche per rispetto della mia ragazza che nel frattempo si era trasferita a Milano per studiare e con cui mi vedevo ogni 15 giorni circa: un weekend salivo io ed uno scendeva lei, ma quel fine settimana non fu possibile per motivi che francamente adesso non ricordo.

Con una delle due ragazze in questione, ovvero quella a cui avevo confidato che non avevo alcuna intenzione di tradire la mia ragazza, restammo in giro fino alle 2 di notte, per prendere la più classica delle pizzette per “asciugare” l’alcol. Il suo atteggiamento nei miei confronti cambiava a vista d’occhio fin quando non mi confidò che non sapeva se sarebbe riuscita a continuare l’università a causa di gravi problemi finanziari a casa. Scoppiò in un pianto liberatorio ed io non potei fare altro che abbracciarla affettuosamente per consolarla, fin quando questa non ebbe la brillante idea di infilarmi la lingua in bocca. Volete per l’alcol, volete perchè praticamente non vedevo la mia ragazza da 2 settimane, mi lasciai andare ed anche io feci lo stesso, fin quando non iniziò a modermi le labbra, cosa che mi fece subito tirare dietro. “Sono una a cui piace dominare, posso farti vedere e fare cose che nemmeno puoi immaginare” mi disse, toccandomi il pantalone dove si intravedeva un inizio di erezione. La mia reazione fu freddissima: le tolsi subito la mano, la salutai senza nemmeno avvicinarmi e le dissi che dovevo tornare a casa perchè si era fatto tardi e stavo in giro dalla mattina. Nel frattempo infatti mia madre mi aveva scritto un messaggio per sapere dove stessi, e le risposi che stavo per tornare a casa.

Ovviamente non feci parola di nessuno di quanto successo, tanto meno alla mia ragazza. La tipa che mi infilò la lingua in bocca non si fece sentire fino al giorno successivo, quando dal nulla mi scrisse “ma sei morto?”. Inizialmente avevo pensato di non rispondere, dopo di che iniziammo la discussione e bollai il tutto come un “errore dettato dai Campari di troppo”. Lei però era chiaro come non fosse sbronza come aveva fatto credere, ed infatti rincarò la dose dicendomi: “vabbè ok quello che vuoi, la mia offerta però è valida: ti faccio vedere i sorci verdi”. Inutile dire che passò qualche settimana e la cosa finì alle orecchie della mia ragazza, a cui feci vedere i messaggi dimostrandole che non le avevo dato corda.

Le due però continuarono a provocare, seppur singolarmente e mai insieme. Il problema fu quando per puro caso finii in un progetto universitario insieme, che ci fece stare sempre più vicini ed anche a studiare a casa. Alternavamo una settimana a casa sua ed una a casa mia, ed il fattaccio avvenne quando andai per la seconda volta a casa sua. Avevo avuto una discussione con la sua “amica” che mi aveva ancora una volta detto porcate di ogni tipo, facendomi scendere tutto il sangue dal cervello all’uccello, quando mi presentai a casa sua in erezione totale. In precedenza mi aveva detto di andare a casa sua perchè libera visto che i suoi genitori erano fuori per un viaggio e suo fratello era andato dalla ragazza.
Appena mi aprì la porta, con un jeans che metteva in evidenza il suo culo marmoreo da giocatrice di pallavolo, non potei fare altro che portarle la sua mano sul mio pacco per farle subito capire la situazione. Mentre mi faceva un pompino da urlo, con io che le tenevo i capelli e le accarezzavo la faccia, le dissi “la tua amica ha detto che mi vuole dominare e questa è la reazione vediamo tu cosa sei capace di fare”. Non spiccicò una parola e si mise in ginocchio, dandomi praticamente via libera a qualsiasi cosa.
È da quel momento che è iniziato ad affiorare in me il desiderio di dominare le donne, e che ha portato anche alla rottura con la fidanzata dell’epoca (poi vi dirò perchè). La scopata fu all’insegna delle offese di ogni tipo da parte mia nei suoi confronti: la presi per i capelli e mentre lei stava a quattro zampe la trascinai sul letto dei suoi genitori dove la scopai prima nella fica e poi nel culo, facendola urlare come un’ossessa al punto che per non far sentire i vicini fu costretta ad afferrare con la bocca le lenzuola. Lei era in completa balia di me, e si faceva fare davvero di tutto: la scopavo in fica infilandole un dito nel culo, le infilavo tutta la mano nella fica bagnata mentre glielo appoggiavo nel culo. Utilizzai una cintura come guinzaglio mentre mi faceva un pompino per farle arrivare il cazzo più in gola, le dissi di leccarmi il buco del culo ed obbedì senza dire nulla, MI FECE UNA SEGA CON I PIEDI (una fantasia erotica che avevo da sempre) e si fece sborrare anche sugli occhi e soprattutto sui capelli (cosa che la mia fidanzata dell’epoca odiava). Ma non solo: dopo qualche minuto andammo insieme sotto la doccia e riprendemmo a scopare di nuovo: il mio cazzo sorprendentemente era di nuovo duro e le venni dentro mentre scopavamo sulla lavatrice usciti dalla doccia. Era una vera dea del sesso e, nonostante non ne fossi ancora incoscio, mi aveva fatto scoprire una fantasia che non avevo mai abbracciato prima d’ora.

Di ritorno a casa, avevo pensato a ciò che era successo ed avevo di nuovo il cazzo durissimo, ma probabilmente anche a causa dello scarso afflusso di sangue al cervello, mi venne in mente la discussione con mia madre sul figlio del commercialista. E li pensai ai commenti di mia madre sul figlio del commercialista e sulla sua assistente. La cosa mi solleticò non molto, e qualche conferma la ebbi solo dopo.
 
Parte 6 - La sfida (storia reale)

Finita la scuola, iniziai l’università ed il tempo trascorso a casa era sempre di meno. Conseguentemente, con l’inizio dei corsi ebbi sempre meno tempo da trascorrere con mia madre, che continuava la sua vita ed il suo lavoro. Solitamente, passavo del tempo con lei nel fine settimana: il sabato pomeriggio uscivo con lei per fare un aperitivo in centro, prima di uscire con la mia fidanzata, sempre Arianna.

Il nostro rapporto non aveva subito alcun cambiamento o modifica: eravamo sempre molto affiatati e discreti l’uno con gli altri. Io non facevo molte domande sulla sua vita privata,e lei si limitava a chiedermi se fosse tutto ok con Arianna, che adorava ed invitava spesso a casa anche quando io ero fuori. Tra le due c’era una certa sintonia ed a me non poteva che far piacere.

Complici i nostri orari diversi, ed uno sconto che avevo con l’università, cambiai palestra. Dopo svariati anni, quindi, non andavo più con lei a fare sport, il che fu per certi versi traumatico.

La forma fisica di mia madre era al top: aveva torto quel poco di grasso che le era rimasto ed ora era ancora più in forma. Quando uscivamo insieme sentivo gli apprezzamenti delle persone, che parlando tra loro osservavano come fosse una figa da paura quella ragazza che si accompagnava a me. Un pomeriggio mia madre mi chiese di accompagnarla dal commercialista per fare alcune pratiche: lo studio era in un posto lontano da casa nostra e siccome aveva avuto qualche problema con la vista non se la sentiva di guidare così tanto.

Ad accoglierci nello studio c’era una signora sui 45anni, di bella presenza: sorridente, gambe grandi, più alta di mia madre, con poco trucco e con un profumo che lasciava la scia. Dopo i convenevoli del caso, ci fece entrare nello studio dove ci attendeva il nostro storico commercialista, a cui si era aggiunto il figlio che stava facendo “praticantato”, se così si dice.

Notai subito una certa attenzione, quasi morbosa, da parte di mia madre nei confronti di questo ragazzo sui 35 anni: capelli ricci, poca barba, senza occhiali, con la camicia sbottonata che faceva intravedere un pettorale allenato, una giacca blu scuro con tanto di spilla che metteva in mostra il marchio. Nei nostri confronti il ragazzo si è posto in maniera molto gentile, chiamando sempre mia madre “signora” e dandole del lei, mentre con me ovviamente parlò poco per il semplice fatto che non avevo molto da dire visto che la pratica riguardava mia madre. Notai però una cosa: anche se il padre poneva delle domande a mia madre, lei rispondeva quasi esclusivamente al figlio. Poco dopo arrivò l’assistente dello studio in camera a portarci un caffè, che io bevvi velocemente senza metterci lo zucchero come sempre. Mia madre pose l’attenzione su alcuni sguardi che si scambiò il ragazzo con l’assistente, e guardò di traverso me quasi come per volermi dire con gli occhi “qui gatta ci cova”. Sta il fatto che dopo qualche ora finimmo di fare le pratiche e tornammo a casa.

In macchina ovviamente parlammo di quello che ci aveva detto il commercialista, quando ad un punto senza un apparente perchè iniziai a parlare dell’assistente del commercialista.
“Carina quella signora, ma chi è?”
“È l’assistente dello studio, è sempre li”
“in che senso è sempre lì? Lavora lì?”
“Si, sta sempre allo studio”
“Beh, se lavora li è ovvio che la trovi sempre”
“Si si, so io perchè sta lì”
“..cioè?”
“È cosa risaputa che sia l’amante del commercialista”
“Ma chi? Il vecchio o il giovane?”
“Il vecchio”
“Ah, credevo il giovane”
“Perchè dici così?”
“Su, mamma, lo sai anche tu. Quel giovanotto se l’è mangiata con gli occhi appena è entrata”
“Eppure non è nulla di che: è una vecchia secca, poco tonica, che non si sa nemmeno vestire e mi sembra anche discretamente scema”
“E sta cattiveria da dove salta fuori?”
“Non è cattiveria, è la verità”
“Mah, sarà, però sai com’è: la nave scuola serve anche ai giovani”
“In che senso?”
“Nel senso che alcuni hanno bisogno di una nave scuola prima di..passare allo step successivo”
“Parla chiaro, non sto capendo”
“Mamma, se tu pensi che quella sia anche l’amante del figlio il motivo è solo uno: deve fare cose grosse a letto, altrimenti non si spiega. Anche se per me è comunque una bella donna”
“Cioè tu reputi quella una bella donna? Più bella di me?”
“Ma che c’entra, avete quasi 10 anni di differenza e poi tu sei mia madre”

La discussione morì del tutto, e lì lì non ci pensai più di tempo anche quando arrivato a casa. Il giorno dopo, andai in università ed essendo giovedì, come sempre, mi fermai incentro per un classico aperitivo (e serata) con gli amici, visto che il giorno dopo non c’erano i corsi. A farmi compagnia fino a tardi ci furono due amiche, con cui bevemmo più del solito, perdendo praticamente tutti i freni inibitori. Tra un Campari ed un altro, una di queste mi confidò di come la sua amica avesse un debole per me, e le due avevano fatto una scommessa su chi sarebbe riuscita a scoparmi per prima. Nonostante il livello alcolico piuttosto alto, declinai l’offerta e dissi che non avevo in alcun modo intenzione di partecipare al loro gioco anche per rispetto della mia ragazza che nel frattempo si era trasferita a Milano per studiare e con cui mi vedevo ogni 15 giorni circa: un weekend salivo io ed uno scendeva lei, ma quel fine settimana non fu possibile per motivi che francamente adesso non ricordo.

Con una delle due ragazze in questione, ovvero quella a cui avevo confidato che non avevo alcuna intenzione di tradire la mia ragazza, restammo in giro fino alle 2 di notte, per prendere la più classica delle pizzette per “asciugare” l’alcol. Il suo atteggiamento nei miei confronti cambiava a vista d’occhio fin quando non mi confidò che non sapeva se sarebbe riuscita a continuare l’università a causa di gravi problemi finanziari a casa. Scoppiò in un pianto liberatorio ed io non potei fare altro che abbracciarla affettuosamente per consolarla, fin quando questa non ebbe la brillante idea di infilarmi la lingua in bocca. Volete per l’alcol, volete perchè praticamente non vedevo la mia ragazza da 2 settimane, mi lasciai andare ed anche io feci lo stesso, fin quando non iniziò a modermi le labbra, cosa che mi fece subito tirare dietro. “Sono una a cui piace dominare, posso farti vedere e fare cose che nemmeno puoi immaginare” mi disse, toccandomi il pantalone dove si intravedeva un inizio di erezione. La mia reazione fu freddissima: le tolsi subito la mano, la salutai senza nemmeno avvicinarmi e le dissi che dovevo tornare a casa perchè si era fatto tardi e stavo in giro dalla mattina. Nel frattempo infatti mia madre mi aveva scritto un messaggio per sapere dove stessi, e le risposi che stavo per tornare a casa.

Ovviamente non feci parola di nessuno di quanto successo, tanto meno alla mia ragazza. La tipa che mi infilò la lingua in bocca non si fece sentire fino al giorno successivo, quando dal nulla mi scrisse “ma sei morto?”. Inizialmente avevo pensato di non rispondere, dopo di che iniziammo la discussione e bollai il tutto come un “errore dettato dai Campari di troppo”. Lei però era chiaro come non fosse sbronza come aveva fatto credere, ed infatti rincarò la dose dicendomi: “vabbè ok quello che vuoi, la mia offerta però è valida: ti faccio vedere i sorci verdi”. Inutile dire che passò qualche settimana e la cosa finì alle orecchie della mia ragazza, a cui feci vedere i messaggi dimostrandole che non le avevo dato corda.

Le due però continuarono a provocare, seppur singolarmente e mai insieme. Il problema fu quando per puro caso finii in un progetto universitario insieme, che ci fece stare sempre più vicini ed anche a studiare a casa. Alternavamo una settimana a casa sua ed una a casa mia, ed il fattaccio avvenne quando andai per la seconda volta a casa sua. Avevo avuto una discussione con la sua “amica” che mi aveva ancora una volta detto porcate di ogni tipo, facendomi scendere tutto il sangue dal cervello all’uccello, quando mi presentai a casa sua in erezione totale. In precedenza mi aveva detto di andare a casa sua perchè libera visto che i suoi genitori erano fuori per un viaggio e suo fratello era andato dalla ragazza.
Appena mi aprì la porta, con un jeans che metteva in evidenza il suo culo marmoreo da giocatrice di pallavolo, non potei fare altro che portarle la sua mano sul mio pacco per farle subito capire la situazione. Mentre mi faceva un pompino da urlo, con io che le tenevo i capelli e le accarezzavo la faccia, le dissi “la tua amica ha detto che mi vuole dominare e questa è la reazione vediamo tu cosa sei capace di fare”. Non spiccicò una parola e si mise in ginocchio, dandomi praticamente via libera a qualsiasi cosa.
È da quel momento che è iniziato ad affiorare in me il desiderio di dominare le donne, e che ha portato anche alla rottura con la fidanzata dell’epoca (poi vi dirò perchè). La scopata fu all’insegna delle offese di ogni tipo da parte mia nei suoi confronti: la presi per i capelli e mentre lei stava a quattro zampe la trascinai sul letto dei suoi genitori dove la scopai prima nella fica e poi nel culo, facendola urlare come un’ossessa al punto che per non far sentire i vicini fu costretta ad afferrare con la bocca le lenzuola. Lei era in completa balia di me, e si faceva fare davvero di tutto: la scopavo in fica infilandole un dito nel culo, le infilavo tutta la mano nella fica bagnata mentre glielo appoggiavo nel culo. Utilizzai una cintura come guinzaglio mentre mi faceva un pompino per farle arrivare il cazzo più in gola, le dissi di leccarmi il buco del culo ed obbedì senza dire nulla, MI FECE UNA SEGA CON I PIEDI (una fantasia erotica che avevo da sempre) e si fece sborrare anche sugli occhi e soprattutto sui capelli (cosa che la mia fidanzata dell’epoca odiava). Ma non solo: dopo qualche minuto andammo insieme sotto la doccia e riprendemmo a scopare di nuovo: il mio cazzo sorprendentemente era di nuovo duro e le venni dentro mentre scopavamo sulla lavatrice usciti dalla doccia. Era una vera dea del sesso e, nonostante non ne fossi ancora incoscio, mi aveva fatto scoprire una fantasia che non avevo mai abbracciato prima d’ora.

Di ritorno a casa, avevo pensato a ciò che era successo ed avevo di nuovo il cazzo durissimo, ma probabilmente anche a causa dello scarso afflusso di sangue al cervello, mi venne in mente la discussione con mia madre sul figlio del commercialista. E li pensai ai commenti di mia madre sul figlio del commercialista e sulla sua assistente. La cosa mi solleticò non molto, e qualche conferma la ebbi solo dopo.
Sempre più coinvolgente
 
Parte 7 - 2+2=5 (storia reale)

Quella scopata ha segnato per sempre la mia vita sessuale. Il fine settimana successivo tornò Arianna e passammo un pò del tempo insieme, ma si accorse subito che non ero molto soddisfatto ed infatti non eiaculai come al mio solito. Ovviamente mai avrebbe immaginato il mio tradimento, e dopo la scopata finimmo a parlare sul letto. Mi disse che alcune sue amiche erano finite in un giro non buono nella Milano bene, che consisteva in serate con persone più anziane di loro che erano disposte a pagarle pur di annusarle. Lei ovviamente disse di non aver partecipato a nulla di questo tipo, e mi giurò amore per sempre.

Nel mio inconscio però si era fatta largo un’idea: condividerla con un altro uomo. So che non avrebbe mai accettato, ma erano diverse settimane che guardavo video di orge e gangbang e mi eccitavo come non mai a pensare alla mia ragazza in quella situazione. Gli feci una battuta durante una scopata, quando le dissi: “godi così con un solo cazzo, immagina con due cosa potresti fare”. Lei però non colse e presa dai suoi gemiti non sentì nemmeno. Vabbè, ci avevo provato,come non detto.

Il fine settimana proseguì regolarmente, ed il lunedì andai di nuovo a scopare con la mia schiavetta. Si era creata una situazione che mi soddisfava a pieno sessualmente, ma mi faceva sentire sporco dentro. Anche a lei durante la scopata feci la stessa battuta, ma la sua risposta su “oh..interessante”. Li però non ci diedi troppo peso in quanto troppo preso dalla mia eiaculazione.

Tornai a casa sorprendentemente presto, quando incrociai nell’incrocio prima di casamia una macchina familiare: era quella del commercialista, ed all’interno c’era una sagoma che non ero riuscito a riconoscere a causa del buio, che come ho detto anche in precedenza ha reso la zona terreno fertile per i ladri.

Arrivato a casa, c’era il silenzio più totale ma in casa c’era mia madre. Salii al piano di sopra e sentii che era sotto la doccia. Preso dall’eccitamento, mi assicurai che fosse lì ed andai (non so per quale motivo) nel ripostiglio con i bianchi sporchi: qui trovai l’intimo di mia madre ed i suoi panni che aveva messo al lavoro. L’aspetto particolare era che il tanga era ancora fradicio, un chiaro sintomo di come l’avesse tolta da poco e che qualcuno l’aveva fatta allagare. Non persi tempo, tirai fuori il mio cazzo e mi segai su quell’intimo, tenendo tra l’altra mano e vicino alla bocca il suo reggiseno che profumava del suo Chanel. Bastarono 3-4 colpi per venire copiosamente su quelle mutande: al termine della sega mi facevo schifo da solo. Ma cosa avevo combinato?

Nella notte ripensai spesso a quanto avvenuto in quella giornata, e guardai ancora una volta un film porno in cui la pornostar prendeva due cazzi in contemporanea:era sopraffatta da quegli uccelli che la trapanavano davanti e dietro, ed i due maschi godevano come degli ossessi, come confermato anche dalle copiose sborrate. La scena aveva come protagonista Tori Black, nella sua prima DP, una scena su cui ancora oggi mi sego regolarmente. Sborrai sul lenzuolo che portai subito nel cesto dei panni sporchi, dove c’era l’altra mia sborra che avevo lasciato qualche ora prima sugli umori della fica di mia madre.

La mattina successiva mia madre mi chiese perchè avevo cambiato il letto, ed in un mix d’imbarazzo e bugie dissi che l’avevo sporcato con un gelato e mi faceva schifo dormire in un lenzuolo sporco. Lei abboccò e senza controllare nulla mise tutto in lavatrice.

A metà mattinata mi chiamò insolitamente per chiedermi a che ora sarei tornato a casa nel pomeriggio. Io le dissi che avevo da fare alcune cose in segreteria in università e che quindi mi sarei rimasto in zona universitaria per la cena. Quasi entusiasta, mi diede appuntamento a casa.
Finiti i corsi andai a pranzo con i compagni d’università e quindi in segreteria, ma trovai chiuso perchè il responsabile che mi serviva aveva avuto un problema. A questo punto non mi restava altro che tornare a casa: provai a telefonare mia madre ma non rispose. Non pensai minimamente a controllare le telecamere, quindi presi il pullman e tornai a casa.

Arrivato a casa, vidi parcheggiata a qualche isolato di distanza la macchina che avevo visto la sera prima, davanti alla casa del nostro vicino. Entrai in casa, salii le scale e fui attratto da alcuni cigolii strani. In camera, c’era mia madre che cavalcava il figlio del commercialista che le toccava le tette e la teneva per i fianchi. Lì per lì fui quasi schifato da quella visione, ma mi venne istantaneamente duro quando quel ragazzo, quasi incredulo, prese lo smartphone ed iniziò a filmare mia madre mentre lo cavalcava, prima che questa le prendesse il cellulare e lo buttasse a terra, schiaffeggiandolo ed offendendolo. “Ma che mi hai preso per una cazzo di puttana, che mi filmi?” le chiese, e la sua risposta soprendentemente non fu d’imbarazzo (cosa che avrei fatto io), ma anzi, la fece scendere dal suo pisello e le disse “si, ed ora da brava puttana te lo fai mettere nel culo”. Mia madre si ritrasse e disse che non l’aveva mai fatto e che non se la sentiva, ma lui non volle sapere ragioni e la costrinse prima a fargli un pompino, e poi dopo che glielo aveva lubrificato per bene, si infilò il profilattico e glielo spinse dietro. I primi colpi furono netti, dopo di che iniziò a pompare lentamente fin quando non lo fece entrare tutto. Mia madre era evidentemente dolorante, non stava godendo in alcun modo e quasi le venne da piangere, ma lui impererrito continuò ad incularla fin quando non riempì il preservativo con la sua sborra. Io andai via, ed il giorno dopo mia madre faceva fatica a camminare. Quando le chiesi cosa fosse successo, mi disse che si era fatta male in palestra mentre faceva squat. Ma lo squat che avevo visto io era un altro.
 
Parte 7 - 2+2=5 (storia reale)

Quella scopata ha segnato per sempre la mia vita sessuale. Il fine settimana successivo tornò Arianna e passammo un pò del tempo insieme, ma si accorse subito che non ero molto soddisfatto ed infatti non eiaculai come al mio solito. Ovviamente mai avrebbe immaginato il mio tradimento, e dopo la scopata finimmo a parlare sul letto. Mi disse che alcune sue amiche erano finite in un giro non buono nella Milano bene, che consisteva in serate con persone più anziane di loro che erano disposte a pagarle pur di annusarle. Lei ovviamente disse di non aver partecipato a nulla di questo tipo, e mi giurò amore per sempre.

Nel mio inconscio però si era fatta largo un’idea: condividerla con un altro uomo. So che non avrebbe mai accettato, ma erano diverse settimane che guardavo video di orge e gangbang e mi eccitavo come non mai a pensare alla mia ragazza in quella situazione. Gli feci una battuta durante una scopata, quando le dissi: “godi così con un solo cazzo, immagina con due cosa potresti fare”. Lei però non colse e presa dai suoi gemiti non sentì nemmeno. Vabbè, ci avevo provato,come non detto.

Il fine settimana proseguì regolarmente, ed il lunedì andai di nuovo a scopare con la mia schiavetta. Si era creata una situazione che mi soddisfava a pieno sessualmente, ma mi faceva sentire sporco dentro. Anche a lei durante la scopata feci la stessa battuta, ma la sua risposta su “oh..interessante”. Li però non ci diedi troppo peso in quanto troppo preso dalla mia eiaculazione.

Tornai a casa sorprendentemente presto, quando incrociai nell’incrocio prima di casamia una macchina familiare: era quella del commercialista, ed all’interno c’era una sagoma che non ero riuscito a riconoscere a causa del buio, che come ho detto anche in precedenza ha reso la zona terreno fertile per i ladri.

Arrivato a casa, c’era il silenzio più totale ma in casa c’era mia madre. Salii al piano di sopra e sentii che era sotto la doccia. Preso dall’eccitamento, mi assicurai che fosse lì ed andai (non so per quale motivo) nel ripostiglio con i bianchi sporchi: qui trovai l’intimo di mia madre ed i suoi panni che aveva messo al lavoro. L’aspetto particolare era che il tanga era ancora fradicio, un chiaro sintomo di come l’avesse tolta da poco e che qualcuno l’aveva fatta allagare. Non persi tempo, tirai fuori il mio cazzo e mi segai su quell’intimo, tenendo tra l’altra mano e vicino alla bocca il suo reggiseno che profumava del suo Chanel. Bastarono 3-4 colpi per venire copiosamente su quelle mutande: al termine della sega mi facevo schifo da solo. Ma cosa avevo combinato?

Nella notte ripensai spesso a quanto avvenuto in quella giornata, e guardai ancora una volta un film porno in cui la pornostar prendeva due cazzi in contemporanea:era sopraffatta da quegli uccelli che la trapanavano davanti e dietro, ed i due maschi godevano come degli ossessi, come confermato anche dalle copiose sborrate. La scena aveva come protagonista Tori Black, nella sua prima DP, una scena su cui ancora oggi mi sego regolarmente. Sborrai sul lenzuolo che portai subito nel cesto dei panni sporchi, dove c’era l’altra mia sborra che avevo lasciato qualche ora prima sugli umori della fica di mia madre.

La mattina successiva mia madre mi chiese perchè avevo cambiato il letto, ed in un mix d’imbarazzo e bugie dissi che l’avevo sporcato con un gelato e mi faceva schifo dormire in un lenzuolo sporco. Lei abboccò e senza controllare nulla mise tutto in lavatrice.

A metà mattinata mi chiamò insolitamente per chiedermi a che ora sarei tornato a casa nel pomeriggio. Io le dissi che avevo da fare alcune cose in segreteria in università e che quindi mi sarei rimasto in zona universitaria per la cena. Quasi entusiasta, mi diede appuntamento a casa.
Finiti i corsi andai a pranzo con i compagni d’università e quindi in segreteria, ma trovai chiuso perchè il responsabile che mi serviva aveva avuto un problema. A questo punto non mi restava altro che tornare a casa: provai a telefonare mia madre ma non rispose. Non pensai minimamente a controllare le telecamere, quindi presi il pullman e tornai a casa.

Arrivato a casa, vidi parcheggiata a qualche isolato di distanza la macchina che avevo visto la sera prima, davanti alla casa del nostro vicino. Entrai in casa, salii le scale e fui attratto da alcuni cigolii strani. In camera, c’era mia madre che cavalcava il figlio del commercialista che le toccava le tette e la teneva per i fianchi. Lì per lì fui quasi schifato da quella visione, ma mi venne istantaneamente duro quando quel ragazzo, quasi incredulo, prese lo smartphone ed iniziò a filmare mia madre mentre lo cavalcava, prima che questa le prendesse il cellulare e lo buttasse a terra, schiaffeggiandolo ed offendendolo. “Ma che mi hai preso per una cazzo di puttana, che mi filmi?” le chiese, e la sua risposta soprendentemente non fu d’imbarazzo (cosa che avrei fatto io), ma anzi, la fece scendere dal suo pisello e le disse “si, ed ora da brava puttana te lo fai mettere nel culo”. Mia madre si ritrasse e disse che non l’aveva mai fatto e che non se la sentiva, ma lui non volle sapere ragioni e la costrinse prima a fargli un pompino, e poi dopo che glielo aveva lubrificato per bene, si infilò il profilattico e glielo spinse dietro. I primi colpi furono netti, dopo di che iniziò a pompare lentamente fin quando non lo fece entrare tutto. Mia madre era evidentemente dolorante, non stava godendo in alcun modo e quasi le venne da piangere, ma lui impererrito continuò ad incularla fin quando non riempì il preservativo con la sua sborra. Io andai via, ed il giorno dopo mia madre faceva fatica a camminare. Quando le chiesi cosa fosse successo, mi disse che si era fatta male in palestra mentre faceva squat. Ma lo squat che avevo visto io era un altro.
Spettacolo, continua se puoi
 
Parte 8 - La prima educazione si impara in famiglia! (storia reale)

Ciò che succede a casa influenza in maniera importante il nostro essere. Conseguentemente, anche ciò che continuavo a vedere ha avuto un’influenza importante sul mio io e sulla mia sessualità, soprattutto. Nel corso degli anni, come dicevo in precedenza, mi è capitato di beccare più volte mia madre in compagnia di uomini. Una volta, ero a casa malato e la vidi tornare a casa in macchina con un signore: solo che questo stette fermo per qualche minuto davanti casa in macchina. Non ci misi poco a prendere un binocolo per scoprire mia madre che gli stava facendo un pompino mentre lui le infilava due dita nella fica, salvo poi ingoiare e tornare a casa come se nulla fosse.

La scena che avevo visto prima, con il figlio del commercialista, diede il via a quella che all’epoca consideravo una follia ma che con il senno di poi non è stata tale. La relazione con Arianna andava sempre peggio perchè ci vedevamo sempre molto poco e durante le scopate non facevamo altro che litigare. La goccia che fece traboccare il vaso fu una scopata in cui, probabilmente preso dall’eccitazione, la scambiai per l’altra ed iniziai a scoparla violentemente. La cosa non le piacque ed alla fine le confidai il desiderio di voler fare qualcosa di diverso, anche una cosa a tre. Lei mi mandò sonoramente a fare in culo e mi mollò. Nonostante ciò però non riuscivo a stare male perchè trovavo totale appagamento nell’altra ragazza che essendo completamente schiava del mio cazzo, mi faceva faredavvero ciò che volevo. La particolarità però è che con lei non avevo la necessità di condivisione, ed a far aumentare la libido ci pensavano le frasi che mi pronunciava durante la scopata, da “questo cazzo ogni volta diventa sempre più grosso” a “fai più forte”, passando per “lo voglio sentire fino alla gola”. Iniziai a regalarle dell’intimo come si deve ed ogni volta prima di andare a casa sua le chiedevo di farsi trovare come volevo io: una volta in autoreggenti, una volta con la coda di cavallo, una volta con collare e cavigliera, un’altra con un vestitino nero senza mutande, un’altra invece con gonna e stivali. Giocavamo e scopavamo come gli ossessi al punto che le comprai un dildo che utilizzammo durante un rapporto per simulare una doppia. La cosa la eccitò talmente tanto che per la prima volta in assoluto squirtò, il che aumentò ulteriormente la mia erezione e la mia sborrata, che si fece ancora più copiosa. Avevamo raggiunto un livello talmente elevato di intesa sessuale che non di rado ci capitava di scopare anche nei bagni dei locali dove andavamo, magari con la speranza che qualcuno si aggiungesse, ma ciò non è mai successo.

Parlando seriamente, mi confidò di come volesse provare davvero una cosa a tre, ed io in un mix tra eccitato e stupito le dissi che ero d’accordo ma che ovviamente la scelta del terzo doveva essere suo. “Posso capire i giochi e quello che vuoi, ma devi decidere tu chi deve essere il terzo”, le dissi. Lei mi rispose che aveva in mente un ragazzo con cui aveva scopato prima e che era bravo: “visto che il tuo è già abbastanza grande di circonferenza, preferisco un terzo ‘normale’,visto che è la prima volta”. Le diedi semaforo verde, ed organizzò il tutto. Nei giorni precedenti scopammo poco e principalmente facemmo sesso anale, per preparare la strada.

Arrivò il fatidico sabato ed io avevo gli ormoni a mille: mi ero depilato, avevo il cuore a mille e la mattina le dissi che “nonostante tutto, il gioco lo comando io”. Lei mi disse di si, ma mi esortò a fare piano perchè aveva molta paura.

Per l’occasione, prenotammo un bnb in una zona appartata. Intorno alle 12 arrivammo io e la ragazza, mentre solo intorno alle 15 arrivò il terzo. Nel frattempo, avevamo parlato del più e del meno e fatto un pò di sesso orale, senza andare troppo oltre: “non vorrei si ammosciasse troppo, te lo voglio infilare bello duro” le dissi, ridendo. Lei di risposta mi baciò la cappella e rivolgendosi al mio pene gli disse “ci vediamo tra poco”.

Ci sedemmo sul divano: lei inizialmente si sedette vicino a me ma io, dopo una scuola a 360 gradi di film porno, la feci sedere al centro. Prendemmo un caffè e demmo inizio ai giochi: diedi il via afferrandola per la nuca mentre la baciavo sul collo. Lei nel frattempo aveva accavallato le gambe ma io gliele avevo aperte:sentivo la mano dell’altro ragazzo tra le sue mutandine, mentre io la limonavo duro. Nel frattempo lei aveva poggiato la mano sul mio pacco, ed io le dissi di non essere scortese: “solo a me? fai la brava”, capì subito e fecelo stesso con l’altro ragazzo. Eravamo abbastanza duri per passare alle cose serie: “su, inginocchiati” le dissi, ed entrambi tirammo fuori i nostri cazzi duri. Quello dell’altro ragazzo era più lungo di me ma meno largo. Ad una prima vista mi sentivo in imbarazzo, mentre lui non guardò nemmeno il mio. “Divertiti, ma non troppo” le disse, tirando fuori il suo uccello dalla bocca per paura che potesse venire.
Il primo a scoparla fu lui, che mi chiese quasi il permesso, “con gli ospiti bisogna essere sempre cordiali”. Lei si mise stesa sul divano e mentre faceva un pompino a me, aveva aperto le gambe ma, contrariamente a quanto potesse pensare, l’altro ragazzo glielo aveva messo nel culo e non nella fica! Questa decisione la fece sussultare e quasi saltare dal divano, ma io preso dall’eccitamento la fermai e le dissi “dove vuoi andare? Fai la brava!”. Tempo qualche minuto ed il bastone dell’altroragazzo era quasi interamente nel suo ano: lei nel frattempo aveva iniziato a farmi un pompino facendomi sentire il suo piercing sulla cappella, cosa che odiavo e che mi dava profondo fastidio.

Cambiammo posizione e toccò a me che glielo infila tutto nella fica: era bagnatissima, e mene accorsi subito: “allora lo vedi che fai solo scena?” le dissi, riferendomi a quanto fatto prima. Invitai anche l’altro ad assaggiare la sua fica spettacolare, dopo di che mi bastò dire “è arrivato il momento” perchè lei capisse e si impalò sul mio cazzo, infilandolo nel culo mentre invitava l’altro a metterglielo nella vagina. Io ero completamente immobile, esentivo le pareti della sua fica dilatarsi e l’altro cazzo entrare ed uscire: quasi toccava la mia cappella, che era diventata ancora più gonfia. Dopo qualche minuto ci sincronizzammo e quando uno usciva dalla vagina, l’altro entrava nel culo. Lei era in nostra completa balia, ed ebbe un orgasmo multiplo sui nostri cazzi che vennero quasi insieme al suo interno. Mi aspettavo di meglio, onestamente, ma l’eccitazione era troppa e non riuscimmo nemmeno a cambiare posizione: avevo legambe che mi tremavano, ero completamente sudato e mi girava la testa. Eravamo tutti e tre sfiniti, ci andammo a docciare a turno e lei mi ringraziò per questa esperienza. Io ovviamente le dissi che non ero completamente soddisfatto, e che non finiva qui. Finite le docce, cenammo insieme e ci salutammo.
 
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