Esperienza reale Tante amicizie, tanto sole, pochi pudori

the ghost

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il racconto è molto bello, a tratti riconducibile ad una normalità che altri potrebbero aver avuto da ragazzi, magari appunto con un'amica o amico con cui si è instaurato un rapporto di solida amicizia senza coinvolgimento iniziale ma sempre con una certa tensione erotica tra i due. successo anche a me con una ragazza, pochi imbarazzi, mai successo niente di fisico, ma mentalmente c'era connessione molto forte per la quale tutti facevano il tifo perchè andassimo oltre.

continua a scrivere come ti viene, se devi mettere dettagli sessuali sono certo che lo farai con tatto e delicatezza. concordo su chi dice che un ottimo racconto erotico deve avere la giusta miscela di "linguaggio crudo" e linguaggio "educato". così come concordo che resta un piacere leggere qualcosa di non spinto agli eccessi, come spesso accade qui dentro.
 
OP
E

EnfantTerrible

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Ed eccoci alla terza parte del secondo capitolo. Alla fine ho deciso di usare toni..."coloriti", ma realistici, quindi senza esagerare ma nemmeno censurare e rispettando più o meno le parole usate nella realtà.

Piccola anticipazione: per chi si aspettava del sesso vero e proprio, potrebbe rimanere deluso. Questo alla fine è un intermezzo che ho voluto utilizzare per presentare un personaggio importante con tutte le sue caratteristiche e il suo rapporto con me.

Preannuncio anche che questo non è un punto di svolta sulla narrazione, quanto più un intermezzo. Quindi aspettatevi un ritorno ai "toni" precedenti.
Le scene esplicite sono limitate dalla semplice realtà dei fatti: non passo la mia vita a scopare tutti i giorni più volte al giorno, ci sono periodi in cui si fa più sesso, periodi in cui se ne fa meno. E tante volte il sesso, lo sappiamo, tende a essere ripetitivo (anche se soddisfacente). Quindi mi "limiterò" a raccontare ciò che è rilevante e interessante, non ogni singolo episodio sessualmente attivo.

Questa parte l'ho ritenuta tale, quindi ho voluto raccontarla. Buona lettura.

Capitolo 2​

Parte 3​

La mattina dopo fui svegliato dal bisogno di andare in bagno. Stanco e con un cerchio alla testa mi rigirai per un po', finché non sentii Claudia che faceva qualcosa nel suo armadio e aprii gli occhi.

"Oh, buongiorno principessa." Mi prese in giro. "Vi siete finalmente destata!"
"Oh, con calma eh. Puoi prendermi per il culo dopo il caffè, ok?" Ero abbastanza intrattabile la mattina prima di fare colazione e le risposi un po' male.
"Va bene, va bene." Chiese con tono di scusa Claudia. "Caffè e colazione sono pronti. Quando vuoi vieni in cucina. Puoi anche non rivestirti, i miei non tornano nemmeno per pranzo."
"Hmm." Mugugnai. Mi sollevai sul letto e mi resi conto di due problemi. Non avevo più l'intimo addosso e avevo un'enorme erezione. "Cazz..." Tentai timidamente di coprirmi con le lenzuola.
"Tranquillo Samu, eri già in quelle condizioni mentre dormivi, non hai più molto da nascondere." Sghignazzò. "Ti aspetto in cucina, ok?"

Mi lasciò in camera con la mia erezione, percependo chiaramente il mio imbarazzo. L'erezione era solo la tipica erezione mattutina, che svanì in fretta. Andai in bagno e ne approfittai per darmi una rinfrescata. Memore del fatto che i genitori di Claudia non ci sarebbero stati per un po', andai completamente nudo in sala da pranzo. Non c'era aria condizionata, ma l'aria del mattino era sufficientemente fresca, si stava bene.
Sul tavolo c'erano dei pancake con svariate marmellate, burri, sciroppo d'acero. Al centro del tavolo una caraffa con del caffè americano fumante. Si era data da fare. Inoltre, sulla sedia c'era un pratico asciugamano per evitare il contatto diretto con la pelle nuda. Aveva pensato a tutto.

"...da quanto cazzo sei sveglia?!" Chiesi, ancora confuso dall'assenza di caffeina
"Non molto, una mezz'oretta."
"Hai preparato tutta 'sta roba in solo mezz'ora?!"
"Sì, che te ne pare? Me la cavo?" Stava sorridendo, era fiera del suo lavoro ai fornelli.
"Altroché, grazie Cla!" La ringraziai e mi tuffai sulla colazione.
Non parlammo, Claudia rispettò la mia implicita richiesta di silenzio di prima mattina. Non controllai nemmeno il telefono per tutta la durata della colazione. Non era mia abitudine rovinarmi la mattina con messaggi o notizie. Soltanto dopo aver bevuto una sincera dose di caffè e aver addentato un paio di pancake, trovai il coraggio di parlare.
"Ma quindi...non mi hai strappato tu l'intimo stanotte, vero?" Chiesi ironicamente a Claudia.
"No, direi proprio di no." Rise. "Hai fatto tutto da solo."
"Comprensibile. Di solito dormo nudo, non sopporto costrizioni varie."
"E perché non ti sei spogliato direttamente?!" Chiese, giustamente.
"Perché ieri sono crollato nell'istante in cui mi sono poggiato sul letto. Non ho fatto in tempo." Risposi semplicemente.
"...ci stai prendendo gusto a questo roba di star nudi, eh?" Mi chiese Claudia.
Ci pensai su un momento. "Mah, sai, non è che sia una totale novità. È da una vita che dormo nudo, e in generale i vestiti li tengo il meno possibile addosso. Quindi non mi stupisce che mi piaccia estendere la nudità anche ad altre occasioni."
"Bene, bene, ho trovato finalmente un amico disposto a fare nudismo con me." Sorrise e mi fece un cuore con le mani.
"Quando vuoi tesoro, sempre disponibile!"
Finimmo la colazione e mi offrii di fare i piatti. Ci congedammo dopo aver rassettato un po' la casa: eravamo migliori amici, ma entrambi avevamo bisogno dei nostri spazi, quindi Claudia mi riaccompagnò gentilmente a casa di mio padre.

***

Salutati mio padre e la sua compagna, quindi andai in camera mia a rilassarmi. Dissi di voler riposare un po', così da assicurarmi un po' di tranquillità. Mio padre diede per scontato il fatto che avessi passato la notte fuori e non dissi nulla per screditare la sua tesi. Ero ancora eccitato a causa di tutti i discorsi della sera prima tra Claudia e Carlotta di cui ero stato partecipe. Provai quindi a contattare Carmen nella speranza di poter almeno parlare di sesso; non era una cosa inusuale, lo facevamo spesso quando eravamo in astinenza ed eravamo entrambi nel mood giusto. Talvolta le discussioni diventavano esplicite e si sfociava nel sexting. Sperai di trovare Carmen dell'umore giusto.

(Le conversazioni con Carmen avvengono sempre in un misto tra inglese, italiano e spagnolo, che però non riporterò fedelmente per facilitare la lettura. NdA).

Samuele: Hola! Come stai?​
Carmen: Ciao! Bene, anzi benissimo! Tu?
Samuele: Bene anche io! Mi sembri di ottimo umore, cosa ti è successo di così bello?!​
Carmen: Sono al mare! Io sono sempre felice quando sono al mare e al sole!
Samuele: Ah, che invidia! Non che io mi possa lamentare, qui si riesce ad andare al fiume e si sta bene...ma un po' mi manca il mare.​
Carmen: Sì, ma io sono sulla Barceloneta. Non è la stessa cosa, e soprattutto non è l'Italia!
Samuele: Ehi! Guarda che il fiume è molto bello e rilassante. E poi non è che sei alle Canarie...la Barceloneta è carina, ma abbiamo spiagge molto più belle qui in Italia. E dire che l'hai girata abbastanza...sto iniziando a offendermi!​
Carmen: No caro, non mi hai capito. A parte che qui abbiamo i servizi che avete a Rimini, ma con un mare almeno decente!
Ma non è per quello che la preferisco all'Italia. Lo so che avete delle spiagge stupende, quindi non c'è bisogno di offendersi :)
Samuele: E allora non capisco...cosa c'è lì che qui non c'è?​
Carmen: ...una mentalità migliore? ahahahah dai Sam, l'ultima volta che sono stata così in spiaggia in Italia sembravo un'aliena, ero l'unica!
📷 <Foto>

Carmen mi mandò una foto di lei in spiaggia, stesa sull'asciugamano a prendere il sole. Faceva una "V" con la mano e si mostrava a mezzo busto con le tette in vista. Era in topless. Non erano di certo le sue tette a sconvolgermi, né il fatto in sé per sé che fosse in topless: sapevo già da sempre che lo faceva, d'altronde a Barcellona non è mica una cosa rara. Ovviamente aver visto corpi nudi (o quasi) e attraenti nei giorni passati mi aveva fatto accumulare un po' di tensione sessuale, ma non era nulla che non fossi in grado di gestire.
Ad avermi fatto crescere tale tensione oltre un certo valore critico era stata Carlotta e il pensiero di lei impegnata in un rapporto saffico. Di certo Claudia non era la persona giusta con cui sfogare tale tensione, e nemmeno con Carlotta ritenni fosse il momento giusto. Con Carmen, d'altro canto, il sesso faceva parte del nostro rapporto di amicizia: per questo sapevo che la sua foto non era solo una foto delle sue tette, cose che normalmente non avrebbe sortito alcun effetto. Era una foto delle sue tette mandata specificatamente a me con l'intento di provocarmi. E riuscì perfettamente nel suo intento.

Samuele: Ahhhh, ma allora ce l'avete tutti con me in questo periodo. La smettete di mettervi tutte tette all'aria ahahah?! (no, non è vero, continuate pure!)​
Carmen: ...in che senso? Cos'è, l'Italia è diventata improvvisamente un paese civile?
Samuele: Non lo so, ma Carlotta, Claudia e una signora che abbiamo incontrato al fiume, tutte in topless. Perché a differenza delle spiagge, al fiume le donne italiane il reggiseno se lo tolgono più facilmente a quanto pare.​
Carmen: Ahhh, ma quindi le persone civili da voi vanno al fiume, non al mare!
Samuele: A quanto pare...🤷‍♂️ E poi dai, non siamo così incivili, non tutti!​
Carmen: Lo so, sto scherzando! Ma venite tutti qui a Barcellona, dai! Vi accogliamo a braccia aperte e con le tette al vento! ❤️ Va be', allora che ti ho mandato a fare la mia foto? Le tette di Claudia e Carlotta sono di un altro livello!
Samuele: Cazzate, sai benissimo che io apprezzo molto anche le tue ❤​
Carmen: Oh, che caro che sei, grazie! Vado fiera delle mie tettine eleganti! E poi hai ragione, ci passi sempre le ore sulle mie tette. E non dico che in questo momento mi dispiacerebbe eh...
Samuele: Oh, non me ne parlare. Son giorni che vedo tette ovunque. E anche un sacco di culi. Avere qualcosa da toccare non dispiacerebbe...​
Carmen: Oh no, anche culi?! Che peccato! Sarebbe una tragedia se ne vedessi un altro senza poterlo toccare, vero?!
📷 <Foto>

Mandò una foto di lei stesa prona, inquadrando bene il suo culo. Aveva un perizoma bianco.

Samuele: Allora sei stronza!​
Carmen: Ma no! ❤ lo so che hai un debole per il mio culetto, ti volevo solo fare un regalo!
Samuele: Sigh, mi manca il tuo culetto. E mi manca scopare.​
Carmen: E scopare il mio culetto, invece? Che ne pensi?

Strabuzzai gli occhi. Non avevamo mai nominato il sesso anale, era la prima volta. Avevo già iniziato da un po' a toccarmi da sopra i jeans, ma quel messaggio mi diede il colpo di grazia causandomi una prepotente erezione. Nessuno avrebbe osato entrare in camera mia senza bussare, quindi decisi di denudarmi completamente e cominciai a masturbarmi lentamente, riprendendo il lavoro iniziato sotto la doccia la sera prima.

Samuele: Be', non lo so, non ci ho mai provato! Ma se me lo proponi così...insomma, io sono sempre favorevole a fare nuove esperienze.​
Carmen: ...mi sto allenando, ok? Ho scoperto che mi piace avere cose nel culetto. Se per la prossima volta che ci vediamo mi sono abbastanza abituata, magari possiamo provare!
Samuele: Sì però non me lo puoi dire così! Già ero eccitato di mio...​
Carmen: Ascolta...io sono eccitata da stamattina, ero venuta al mare per rilassarmi un po'. E stava funzionando finché non ti sei fatto sentire! Non so te, ma io non posso nemmeno far nulla perché sono in pubblico!
Samuele: Oh, be', un peccato. Io invece sono solo in camera mia, posso farmi una sega senza problemi ❤​
Carmen: Vaffanculo. Almeno segati per me, allora!
Samuele: Per chi credi che mi stia segando ora, scusa? ❤​
Carmen: Però certo che sei cattivo...ho capito che eri carico e hai provato mandarmi un messaggio solo per parlare di porcate e sfogarti eh. Però se sono in pubblico, per di più mezza nuda in spiaggia...è proprio crudele.
Samuele: Veramente sei TU che mi hai mandato per prima una foto delle tue tette. E sei sempre tu che hai parlato di fare sesso anale dopo avermi mandato una foto del tuo culo...mi hai dato il colpo di grazia!​
Carmen: Ok, hai ragione. FORSE avevo voglia di sentirmi dire che ho delle belle tette. Un punto per te. E sempre FORSE avevo voglia di dirti che mi sto appassionando ad avere cose nel culetto.
Samuele: Almeno riconosci le tue colpe! Ma questa cosa del culetto...come è partita?​
Carmen: Mah, sai, nulla di che. Qualche settimana fa stavo Daniela (che a proposito, è qui con me e ti saluta!) mi ha chiesto se poteva mettermi un dito nel culetto, tutto qui.
Daniela era una sua amica e compagna di classe. Sapevo che ogni tanto finivano a letto assieme, quindi non fui troppo sorpreso dall'episodio raccontato. E in realtà sapevo che tra le due era Daniela era quella che esplorava di più e che spesso dava suggerimenti a Carmen, quindi era prevedibile che la cosa fosse partita da lei.
Samuele: Ah sì, succede sempre. Sei a bere qualcosa con un'amica e ti chiede di infilarti un dito nel culo. Un classico!​
Carmen: Che simpatico che sei! Stavamo facendo un sessantanove, ok? E me l'ha chiesto nel bel mezzo dell'atto...io già non ci stavo capendo piu nulla per colpa della sua lingua. Poi mentre me l'ha chiesto aveva già poggiato il dito e mi erano venute delle scariche elettriche.
Poi lo sai...non mi tiro mai indietro col sesso. Era solo un dito...perché non provare? Le ho detto di sì e niente...mi è piaciuto talmente tanto sono venuta nei 30 secondi successivi. E ho capito che è un territorio che vale la pena esplorare meglio!

Seguì un momento in cui avevo letto il suo messaggio ma non sapevo che rispondere. Pensai soltanto "Cazzo!", fissai il telefono, e continuai a muovere la mia mano. Carmen notò il momento di pausa.

Carmen: Oh no!!! Ma...non è che con questo piccolo racconto ti ho eccitato ancora di più?! Accidenti...forse non avrei dovuto dirti nulla!
Samuele: Stronza. Come se non l'avessi fatto di proposito...​
Carmen: Ops! Beccata 😜
Dai...io ti ho mandato due mie foto, mandamene una anche tu, così la posso usare dopo per...gli affari miei!
Aveva ragione, ricambiare era il minimo. Mi posizionai davanti allo specchio e scattai una foto di spalle, mostrando la mia schiena e il mio sedere e lasciando intravedere il mio pene in erezione di profilo. La mandai.
Carmen: Ok, cazzo. Non avrei dovuto chiedertela...lo sai che mi è venuta proprio voglia di succhiartelo?
Samuele: Cazzo, Carmen, non puoi dirmi così...​
Carmen: Certo che posso, è la verità! Dai, segati lentamente pensando a me che ti faccio un pompino ❤

La richiesta era esplcita...ma ce n'era un'altra implicita sebbene abbastanza chiara, almeno per me.
A Carmen piaceva giocare un po' con il controllo, sia quando lo subiva che quando lo esercitava. Nulla di esagerato, si rimaneva sempre sul soft e nulla era mai formulato come un ordine, ma era sufficiente per stimolare il bisogno di sentirsi in controllo della situazione. In quel momento mi sembrava evidente volesse essere lei a dirigere l'opera, e glielo lasciai fare: d'altronde ero io ad averla contattata per primo e ad aver bisogno di uno sfogo, quindi cederle il timone era il minimo che potessi fare.
E la cosa ovviamente non mi dispiaceva affatto. La mia estrema fiducia in Carmen faceva sì che stare per un po' sotto le sue richieste non pesava affatto. Perciò esaudii la sua richiesta e iniziai a muovere la mano sul mio cazzo più lentamente, immaginando uno dei suoi pompini. Sul sesso orale Carmen aveva pochi rivali, quindi trovai molto difficile controllare il ritmo della mia mano.

Samuele: Lo sto facendo. Anche se è difficile fare piano quando penso alla tua bocca...​
Carmen: Ohhh, era un complimento quello? Che carino che sei ❤ Dimmi quanto ti piacciono i miei pompini, dai!
Samuele: Te l'ho detto...​
Carmen: Non che non me l'hai detto! Voglio sentirti dire chiaramente quanto ti piacciono i miei pompini e a cosa stai pensando per segarti!

Era un segnale che Carmen volesse giocare un po' più esplicitamente. E a quel punto ero talmente in preda ai miei ormoni che abbandonare la delicatezza fu semplice.

Samuele: Nessuna succhia il cazzo come te. I tuoi pompini sono i migliori. E ora ti sto immaginando mentre mi succhi le palle, e la cosa mi fa eccitare ancora di più!​
Carmen: Ma sai che sei l'unico che mi ha mai chiesto esplicitamente di succhiargli le palle? Ti piace così tanto quando lo faccio?
Samuele: Sì. Mi piace da morire, e tu hai un vero talento nel farlo.​
Carmen: Allora...perché non ti fermi un attimo? Toccati le palle immaginando la mia bocca...pensa a quanto ti piace quando lo faccio, e non riprendere a segarti. Ti sto succhiando le palle, mica il cazzo.
Samuele: Va bene, lo faccio volentieri. Almeno così non vengo subito...​

Seguii la sua richiesta e spostai la mia mano dall'asta ai testicoli, stringendoli con delicatezza. Immaginai la sua bocca attorno a essi, calda e umida. Portai alla memoria l'ultima volta che l'aveva fatto, poco più di un mese fa, e mi ritrovai più eccitato di prima al ricordo delle sensazioni e dei suoni un po' osceni che faceva con la sua saliva.

Carmen: Stringile bene, mi raccomando! Pensi che verrai presto o puoi resistere ancora un po'?
Samuele: Posso resistere, se non porto di nuovo la mano sul cazzo.​
Carmen: Non lo fare, non lo fare! Tieni duro! Rallenta un po' magari...non voglio che vieni subito...
Samuele: La fai facile tu...​
Carmen: Dai, resisti! Giuro che quando rientro mi faccio un ditalino rileggendo la conversazione, ho il costume fradicio, aiuto!
Samuele: Non me ne faccio niente delle promesse...voglio le prove!​
Carmen: Va bene...se fai il bravo e sborri per me quando te lo dico io, dopo ti mando addirittura un video. Contento? ❤
Samuele: Non sarà facile, sto resistendo a fatica. Però per un tuo video posso resistere ❤️​
Carmen: Bravissimo! Tra la foto di prima e il fatto che ti stai segando per me...quel video te lo meriti proprio!

L'idea di avere un video di Carmen mentre si dava piacere rileggendo la nostra conversazione mi fece venire un brivido di piacere. Non vedevo l'ora e trattenere l'orgasmo, anche senza toccarmi direttamente il cazzo, stava diventando quasi impossibile. Poi pensai che magari nel video si sarebbe infilata un dito nel sedere, ed ebbi un fremito. Dovetti fermarmi e respirare profondamente.

Samuele: Sembra che oggi di seghe dovrò farmene due allora...perché io non ce la faccio più...​
Carmen: Oh, mi spiace, sto davvero esagerando...facciamo così, riprendi a segarti, ma piano, mi raccomando, non voglio ancora che vieni. Puoi farlo per me? Resisti ancora un minuto? ❤️❤️
Samuele: Sì, certo...ma per un minuto, perché di più è impossibile...​
Carmen: Adesso, muovi la mano un po' più veloce e poi...potresti immaginare di sborrarmi nel culo? Mi piacerebbe così tanto sentirmi riempire da te!

Ovviamente, a quel messaggio esplosi. Non mi passò molto per la testa, se non letteralmente quello che Carmen stessa mi aveva chiesto di immaginare. Lasciai andare il telefono e rimasi a fissare il soffito, inebetito dall'intenso orgasmo. Avevo accumulato così tanto nei giorni passati che l'erezione non accennava a scomparire, nonostante mi sentissi completamente svuotato.

Carmen: Lo so che sei venuto, non c'è bisogno che me lo dici ❤️
Samuele: ...Dio, una delle seghe più intense della mia vita.​
Carmen: Ooooh, davvero? ❤ Sono contenta di essere stata così brava! Per gli amici questo e altro ❤❤❤
Però più tardi questa conversazione me la rileggerò e mi farò un ditalino che tu non hai idea ahahah
Samuele: Mi farebbe molto piacere se lo facessi!​
Carmen: E ti mando un video, promesso ❤

I nostri discorsi si spostarono su toni più tranquilli: Carmen rispettò il fatto che dopo l'orgasmo ero ovviamente meno recettivo dal punto di vista sessuale. Non fu difficile, prima di essere persone che fanno sesso assieme io e Carmen eravamo ottimi amici e poiché erano alcuni giorni che non ci sentivamo avevamo un po' di episodi della nostra vita da raccontarci.
Quando fui richiamato al pranzo da mio padre, ci salutammo e mi promise nuovamente che quel video sarebbe arrivato. E arrivò nel primo pomeriggio.

Decisi di ritornare nuovamente nella mia camera per vederlo comodamente. Vederla all'inizio del video, completamente nuda che si sistemava sul proprio letto a gambe divaricate fu sufficiente per convincermi a mettermi nuovamente "in libertà". La mia speranza di vederla mentre si pentrava analmente con un dito fu delusa...ma solo perché invece delle dita usò un toy anale.
Sono una persona piuttosto attiva e nonostante mi piaccia concedermi al piacere in solitudine non tendo a farlo in continuazione. Ma le immagini sul mio smartphone mi fecero decidere che quel pomeriggio mi sarei dedicato a una seconda masturbazione, e che ne sarebbe valsa la pena. Fu difficile far coincidere il mio apice del piacere con la fine del video, ma mi sforzai di farlo per poter godere appieno della visione.

Decisi, per correttezza, di comunicare la cosa anche a Carmen.

Samuele: Sento di dovertelo dire: alla fine ho dovuto farmi un'altra sega.​
Carmen: Ero sicura ti sarebbe piaciuto il video ❤
Samuele: Grazie, è bellissimo. Lo riguarderò molte volte.​
Carmen: Te l'ho detto, per gli amici questo e altro!



E qui si conclude la terza parte di questo lungo capitolo. Ritenevo fosse fondamentale per introdurvi a Carmen e farvi capire che tipo di persone fosse (sia).

Prima o poi farò casino con i nomi...per ora mi sembra di no, ma se in futuro doveste notarli fatemelo pure presente. Purtroppo lavorare con nomi inventati è il modo migliore per confondersi.

Per il prossimo capitolo ci sarà da aspettare un po' di più, perché finora era già tutto pronto, il prossimo invece è ancora in stesura, quindi le attese si prolungheranno un po'.
Se nel frattempo volete darvi a commenti, critiche (purché educate le accetto volentieri!) o anche supposizioni e opinioni su persone, fatti narrati o ancora da narrare...fate pure, vi leggerò volentieri e risponderò a ciò che posso (nei limiti della privacy delle persone e del non rovinare le storie future con troppe anticipazioni).

Nel frattempo, vi auguro un buon fine settimana.
 

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Io ti stimo, dai tuoi racconti traspare un rispetto nel trattare le donne unico, il modo in cui l'amicizia con Claudia prevarica ogni desiderio sessuale è ammirevole, vorrei avere io il tuo self control ed il tuo saper dare alle donne i loro spazi senza diventare pressante...complimenti davvero. Il racconto che dirlo a fare è avvincente e molto ben scritto ed i personaggi sono vividi nella mente per come sono stati descritti.
 

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Sono quasi certo che se dovessi scrivere un libro, lo comprerei ad occhi chiusi.

Una domanda: quanta verità c’è in questi racconti in una percentuale che va da 1 a 100%? Quanto è verità e quanto e racconto inventato?

Grazie e continua così!!
 
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Io ti stimo, dai tuoi racconti traspare un rispetto nel trattare le donne unico, il modo in cui l'amicizia con Claudia prevarica ogni desiderio sessuale è ammirevole, vorrei avere io il tuo self control ed il tuo saper dare alle donne i loro spazi senza diventare pressante...complimenti davvero. Il racconto che dirlo a fare è avvincente e molto ben scritto ed i personaggi sono vividi nella mente per come sono stati descritti.
Credo che come molti, il mio modo di trattare le persone (non solo le donne) venga dall'educazione dei miei genitori.

Per quanto non siano così "avanti" come quelli di Claudia, sono comunque stati degli ottimi genitori.Per fare un esempio sono cresciuto abituato a vederli in compagnia di amici di entrambi i sessi, cosa che quindi per me è nornalissima.
Insomma...ho avuto degli esempi positivi da cui attingere. Sono stato molto fortunato da questo punto di vista.

Poi chiaramente crescendo così ho avuto principalmente amicizie femminili o affini alle mie. Di conseguenza mi sono ritrovato in una "bolla sociale" di persone a me affini, come succede a tutti d'altronde.

Con Claudia ti garantisco che non ho bisogno di alcun autocontrollo: il nostro rapporto è troppo fraterno che qualunque attività sessuale è fuori dal tavolo.

Certo, siamo comunque due adulti che si ritengono fisicamente attraenti, quindi ci sono battute e allusioni...ma tutto qui.

Rinnovo sempre i ringraziamenti per i complimenti sulla scrittura, fanno molto piacere! Sapere di essere riuscito a rendere "vivi" i personaggi (che sono davvero vivi ahah) è la cosa migliore.

Bravissimo.
Sono quasi certo che se dovessi scrivere un libro, lo comprerei ad occhi chiusi.

Una domanda: quanta verità c’è in questi racconti in una percentuale che va da 1 a 100%? Quanto è verità e quanto e racconto inventato?

Grazie e continua così!!
Se volessi mai intraprendere una carriera da scrittore, ve lo farò sapere ahahah

Di puramente inventato non c'è nulla, ma qualcosa è stato alterato... Diciamo che è fedele al 90%?

Ovviamente il racconto non rispetta sempre al 100% l'ordine e il tempo in cui i fatti si sono svolti.
A volte potrei accorpare eventi che in realtà erano separati e viceversa, per esempio. Magari per non avere troppi episodi troppo brevi o episodi lunghissimi.

Poi chiaramente nomi e descrizioni possono essere leggermente alterati per tutelare un minimo le identità. Giusto per evitare che queste persone vengano riconosciute da sconosciuti; chi ci conosce già ci riconoscerà comunque, ovviamente.

Ma i fatti e le azioni dei personaggi... Sono tutti accaduti realmente.
 

w la fica

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Ancora una domanda, perché non mi sembra di aver letto da nessuna parte la risposta, ma i fatti a quando risalgono? Cioè era il periodo dell’ultimo anno alle superiori, ma tu quanti anni hai attualmente?

Grazie…
 
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Ancora una domanda, perché non mi sembra di aver letto da nessuna parte la risposta, ma i fatti a quando risalgono? Cioè era il periodo dell’ultimo anno alle superiori, ma tu quanti anni hai attualmente?

Grazie…
C'è un indizio nel primo racconto, qualcuno infatti ci è arrivato ;)

Se per il prossimo capitolo non hai ancora indovinato, te lo svelerò io in PM!
 

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bel racconto, scritto bene e coinvolgente! non vedo l'ora di leggere nuovi capitoli e scoprire se realmente tu e Claudia riuscirete a non scopare neanche una volta :D
 
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Terzo capitolo...il capitolo potrebbe essere un intermezzo e la prima parte chiamiamola una sorta di preludio. Più o meno...?

Non starò a raccontarvi ogni singola volta in cui siamo andati al fiume, ogni singolo topless o nudità incontrata in quei frangenti...vi annoiereste, secondo me. Penso si capisca dal testo quanto spesso ci andassimo e come i nostri corpi non fossero certo dei segreti per noi.

Se avete domande specifiche riguardo questi avvenimenti, magari posso raccogliere tutte le domande e fare una risposta unica per tutti, ben strutturata e ben scritta, in cui rispondo alle vostre curiosità (quelle che non sarebbero anticipazioni per racconti futuri, ovviamente!). In caso contrario, andrò semplicemente avanti con i racconti.

Qualcuno si è fatto sfuggire l'indizio messo (involontariamente, tra l'altro!) nel primo racconto per suggerire quando si sono svolti i fatti. C'è l'età e l'anno di nascita di una persona...più facile di così! ;) Ne dedurrete che sono comunque fatti piuttosto recenti, e comunque in un modo o nell'altro, andando avanti nei racconti, capirete molto chiaramente quando si svolgono.


Capitolo 3​

Parte 1​

Io e Claudia durante la settimana successiva eravamo andati al fiume tutti i pomeriggi, e oramai incontravamo così spesso Giusy che il nostro rapporto si stava delineando come una vera amicizia, pur con le ovvie differenze dovute alle età così lontane. Ci contattava spesso per sapere se uno di noi andava al fiume per poter stare in compagnia. Anche per questa ragione, io e Claudia eravamo un po' contrariati dal fatto che Michele e Carlotta non erano ancora tornati lì con noi, quindi quel giovedì Claudia insistette fare un selfie con me (e le sue tette in bella vista!) e mandarlo sul gruppo con Michele e Carlotta.

Claudia: Certo che ogni tanto potreste anche unirvi a noi eh!
Carlotta: Claudia, ti odio! Eravamo impegnati tutta la settimana, non potevamo :(
Michele: Ahhhh, è Claudia quella dietro alle tette, non l'avevo notata!
Claudia: Mic, non ti ricordavo così galante!
Carlotta: Non capisco, chi sta scrivendo ora? Claudia o le sue tette?
Claudia: ...fanculo a tutti e due, siete solo invidiosi ❤
Carlotta: Guarda, di tutto ciò di cui potremmo essere invidiosi, delle tue tette proprio no! Direi che io mi difendo benissimo!
Samuele: Dai, venite anche voi la prossima volta, così almeno le tette le vediamo dal vivo!​

Qualche presa in giro, qualche punzecchiamento, e qualche commento sulle tette di Claudia più tardi, riuscimmo a metterci d'accordo per andare assieme al fiume il giorno dopo.
Chiedemmo a Giusy e ci fosse stata anche lei, ci avrebbe fatto piacere presentarla alla nostra coppia di amici, ma ci disse di essere impegnata. A conclusione della giornata sia io che Claudia eravamo un po' tristi per il doverci rivestire. Nudi stavamo meglio.

"Domani dovremmo chiedere anche agli altri se vogliono star nudi." Disse Claudia.
"Sì, potremmo provare. Non credo si farebbero troppi problemi..." Risposi
"O di sicuro non sarebbe un problema se volessimo spogliarci solo noi, anche se loro decidessero di non farlo." Continuò Claudia. "Dai, se domani è ancora così tranquillo qui e non c'è nessuno glielo chiediamo." Concluse.

***

Quando il giorno dopo andammo a prendere Michele e Carlotta all'uscita da scuola erano entusiasti di poter venire nuovamente al fiume. Pare che l'ultima volta avessero molto apprezzato e che quindi durante la settimana erano stati davvero impegnati.

"Dai dai dai, non vedo l'ora di stendermi al sole!" Commentò Carlotta. "Sono ancora così bianca!"
"Non sperare di abbronzarti troppo con me." Intervenne Claudia, che era alla guida. "Crema solare ovunque e non si discute, chiaro?"
"Ok, ok. Me la metti tu però, vero?" La tensione sessuale dietro questa domanda era evidente.
"Ti piacerebbe!" Replicò pronta Claudia.
"Certo, ma piacerebbe di più a te!"

Claudia si prese un secondo per rispondere. "...facciamo che ti spalmo il doposole più tardi, in privato, così almeno non diamo spettacolo in pubblico!"
"Ma io volevo lo spettacolo!" Replicai.
"No no!" Rispose Carlotta. "Queste son cose che facciamo in privato, vero?" Claudia e Carlotta si diedero il cinque come per suggellare l'accordo. Non capii quanto fossero serie in quel momento.
"Comunque davvero, quest'anno pare che almeno non avrò il segno del reggiseno, che è una cosa che ODIO!"
"Su questo siamo in due, fidati. Non c'è cosa peggiore che indossare abiti scollati e far vedere il segno del reggiseno."
"Non parlarmene! Ho comprato questo vestito per il matrimonio di mia cugina che ha una scollatura praticamente fino all'ombelico. Una figata, ma è impossibile il segno non si veda...pensavo di fare delle lampade per evitarlo, ma se posso abbronzarmi naturalmente lo prefrisco! E costa meno..."
Il tema abbronzatura ci accompagnò per gran parte del viaggio. O meglio, accompagnò Carlotta e Claudia, che monopolizzarono la discussione.
Quando arrivammo al fiume...c'era gente. Molta più del solito.

"Azz, si vede che è il primo venerdì caldo e che siamo quasi a giugno." Claudia si guardò attorno. "Va be', andiamo al solito posto, di solito lì non c'è molta gente."

Notai un po' di delusione negli occhi di Carlotta, che probabilmente sperava in un po' più di privacy, mentre iniziavamo ad avviarci verso l'ansa del fiume che eravamo soliti frequentare. Al nostro solito posto, questa volta, si potevano vedere delle persone: quattro, per la precisione.

"Visto? Lì non c'è quasi nessuno." Disse Claudia, indicando l'ansa ombreggiata da lontano.
"Quasi, hai ragione." Rispose Carlotta.

Attraversato il fiume e avvicinatici all'ansa, potemmo notare chi erano i nostri vicini. Una coppia di ragazze, prone sul loro telo a prendere il sole, occupavano il primo tratto di sabbia. Poco più distante, una coppia che era probabilmente appena arrivata: erano ancora vestiti e si erano intrattenuti a fare alcune foto. Per poter sfruttare l'ombra, avremmo dovuto metterci in mezzo alle due coppie.
Claudia prese l'iniziativa e si chinò verso la coppia di ragazze, che sembrava essere stanziata lì da un po' e stava chiacchierando a bassa voce.

"Scusate...scusate...?" Chiese Claudia con gentilezza, interrompendo il loro discorso.

Una delle due ragazze si girò verso di lei. "Sì...?" Si sollevò sui gomiti. Notai solo in quell'istante che non indossava il reggiseno.

"Vi disturba se ci mettiamo qui vicino, che c'è ombra dove lasciare le cose?"
"No, no, figurati." Rispose la ragazza, che si voltò verso l'altra, in cerca di conferma.
"Solo..." L'altra ragazza si sollevò per parlare con Claudia e rivolgendosi anche noi altri. "Non mettete musica, vero?" Non indossava nemmeno lei il reggiseno. Iniziai a pensare che in questa zona il topless fosse una pratica comune.
"No no no, assolutamente!" Rispose Carlotta, questa volta. Sembrava aver riacquistato la voglia di vivere. "Al massimo parliamo, quello sì, ma niente musica."
"Allora ok." Rispose la ragazza, sorridendo. "Noi veniamo qui perché si sta tranquilli, di là c'è sempre un casino..." Disse indicando con lo sguardo il tratto di fiume più a monte.
"Concordo." Rispose Claudia. Nel frattempo avevamo iniziato a sistemare le nostre cose. "Qui la gente è più tranquilla, non rompe le palle."
"Sì, sembra essere in un posto completamente diverso. Peccato perché di là ci son le cascate che son belline." Ripose la prima ragazza.
Nel frattempo, io e Michele ci eravamo spogliati ed eravamo già in costume. Stendemmo al sole i nostri teli.
"Lo so." Rispose Claudia. Aveva steso il suo telo al sole, poco distante da una delle ragazze, e si era sfilata il vestito lungo che indossava. Aveva già addosso un costume a perizoma nero, ma sopra indossava ancora un normale reggiseno intimo. Un semplice reggiseno nero, che slacciò velocemente liberando i seni con un sonoro "Aaaah!". "Però magari dopo un bagnetto alle cascate lo faccio lo stesso, magari aspetto che ci sia un po' meno gente che schiamazza."

Carlotta seguì a ruota Claudia. Indossava una T-shirt bianca con dei disegni colorati e degli shorts in jeans. Il costume era lo stesso della volta precedente, ma dopo aver tolto la maglietta slacciò immediatamente anche il reggiseno, rimanendo anche lei in topless.
In un attimo, l'unica persona ad avere il petto coperto era la ragazza della coppia vicino a noi. Tutti gli altri, uomini e donne, erano in quella che potremmo definire una situazione perfettamente egalitaria: eravamo tutti in topless.
La presenza di altre persone, chiaramente, annullò l'iniziale idea di me e Claudia di proporre una sessione di nudismo in allegra compagnia. Ce ne facemmo una ragione e in poco tempo eravamo tutti stesi a crogiolarci al sole e parlare di scuola ed esami. Mentre Claudia e Carlotta erano perse in un qualche discorso di filosofia, mi isolai mentalmente e mi concentrai su uno dei miei passatempi preferiti: osservare con attenzione il luogo e le persone che mi circondano.

Era una giornata di sole intenso, e faceva davvero molto caldo. Nonostante ciò soffiava un discreto vento, evento raro da quelle parti, che rendeva piacevole la permanenza al sole nonostante la calura. Per questo motivo, nessuno dei presenti era all'ombra della vegetazione ed eravamo tutti distesi al sole, sulla comoda sabbia del letto del fiume.
Ero poggiato sui gomiti, semidisteso tra Claudia e Carlotta, rivolto verso il fiume. Alla mia destra, poco oltre Claudia, le due ragazze che avevamo disturbato.
La prima ragazza, più vicina a me, era la prima con cui aveva parlato Claudia: una ragazza minuta, nelle forme e nelle dimensioni. Era ancora distesa prona, stava sonnecchiando, forse, con la testa rivolta verso la sua compagna. La sua compagna di abbronzatura, accanto a lei, si era voltata a pancia in su. Teneva in mano un libro, che le faceva sia da lettura che da ombra per il viso. Chiaramente più alta e piazzata della prima, aveva anche una pelle più scura e uniformemente abbronzata, anche sul seno.
A fare da sfondo alle due ragazze vi era la parte a monte del fiume. Le cascatelle erano ancora visibili, e si potevano vedere le persone in miniatura muoversi, tuffarsi, nuotare. Si sentiva qualche schiamazzo, smorzato abbastanza dalla distanza e dalla conformazione del letto del fiume da non rappresentare un fastidio. Lo sguardo cadde a quel punto su Claudia, alla mia immediata destra, che parlava con Carlotta, alla mia sinistra. Entrambe erano seduta con la schiena dritta e le gambe incrociate.
Il corpo di Claudia ovviamente lo conoscevo bene, avevo avuto modo di osservarlo molto negli ultimi giorni. Mi concedetti comunque uno sguardo più lungo su di lei e sul suo seno. Se ne accorse, ma non ci diede peso né mi disse nulla, continuando a discorrere di filosofia. Mi piaceva spiegarle che quando la guardavo la apprezzavo come si apprezza un'opera d'arte, da cui mica avrei distolto lo sguardo! Ovviamente non era esattamente la stessa cosa, uno sfondo di attrazione sessuale era presente, ma non era mai invasivo.
Carlotta, dall'altro lato, era una vista completamente diversa. Lei continuava a definirsi spesso grassa...e sebbene non fosse una falsità e il suo sovrappeso fosse evidente, nessuno di noi avrebbe mai osato utilizzare lo stesso termine per apostrofarla. Non per gentilezza, ma perché lei era molto di più del suo peso, sia caratterialmente che esteticamente.
Credo che tutti e tre avremmo affermato senza colpo ferire che era una bellissima ragazza, ma soprattutto che era molto attraente. Chiaramente, il suo carattere e il suo modo di fare fornivano un sostanziale contributo in questa direzione.
Anche con lei il mio sguardo si soffermò principalmente sui suoi seni a dir poco generosi. Non che avessi scelta, erano letteralmente davanti alla mia faccia. Carlotta, d'altro canto, non sembrava curarsene minimamente: sono sicuro fosse consapevole che li stessi guardando, ma non ha mai nascosto di apprezzare i nostri sguardi di apprezzamento e a volte Michele scherzava sul fatto che si mettesse in tiro più per me e Claudia che per lui.
Mi resi conto in quel momento che la sua pelle tendeva ad abbronzarsi facilmente: aveva già lo stesso colorito di Claudia, e i capezzoli dal colore molto scuro suggerivano una carnagione più mediterranea.
Il resto delle sue forme, molto abbondanti, nascondeva quasi del tutto il minuscolo perizoma che avevamo già visto la scorsa volta. Pur senza vederla, non avevo dubbi che il suo sedere avesse completamente assorbito la parte posteriore dell'indumento: probabilmente da lontano sarebbe sembrata nuda.

Alle sue spalle, Michele era steso prono, con le braccia a fargli da cuscino e il viso rivolto verso di noi. Sia io che Claudia potevamo chiaramente vedere che in realtà il suo sguardo era in rivolto - comprensibilmente - verso il culo della sua ragazza. Nessuno osò biasimarlo e c'era una discreta probabilità che Carlotta avesse scelto di dargli le spalle di proposito.
In quella posizione, le spalle di Michele sembravano ancora più grandi del solito. Il suo fisico da nuotatore, scolpito da anni di allenamento, era davvero bellissimo. E in questo caso posso affermare con serietà di averlo apprezzato come avrei apprezzato una statua greca. Era difficile distogliere lo sguardo dalla sua muscolatura definita, dalle spalle fino alle gambe. E un velo di sudore che luccicava al sole lo rendevano una vista piacevole a prescindere dal proprio orientamento sessuale.
Incrociammo lo sguardo e si rese conto di essere stato sorpreso nell'indugiare sulle forme posteriori di Carlotta. Mi fece una smorfa di compiacimento e scosse il capo, come a dirmi "Non sai cosa ti stai perdendo". Annuii col capo, dandogli ragione.

Infine, sorpassando con lo sguardo qualche arbusto, sullo sfondo della vallata del fiume vi era la coppia arrivata poco prima di noi ad alcuni metri di distanza. Non avevo ancora avuto modo di soffermarmi su di loro, distratto dal sistemare gli asciugamani e mettermi d'accordo con i miei amici. Il ragazzo, sarò schietto, era piuttosto anonimo e ricordarne le fattezze a distanza di tempo è difficile. Capelli corti, né magro né grasso. Non sembrava essere particolarmente entusiasta di trovarsi lì: impugnava il suo smartphone con aria annoiata.
La ragazza quasi sicuramente era colei che aveva proposto questa gita. Stesa con la schiena al sole, aveva slacciato i lacci posteriori del proprio reggiseno a motivi floreali per non lasciare i segni e ascoltava musica con delle cuffiette. Muoveva la testa a tempo, facendo ondeggiare la sua folta chioma riccia, e mimava le parole con le labbra. La sua espressione sorridente era in totale contrasto con quella visibilmente annoiata del suo amico (o ragazzo?).
Notai come la ragazza lanciava spesso sguardi verso il nostro gruppo. Inizialmente erano decisamente rivolti a me e Michele, ma poi iniziò a soffermarsi più spesso sulle ragazze. Ma d'altronde, come biasimarla?
Dopo del tempo la discussione di filosofia delle due ragzze finì e si concessero a chiacchiere più frivole. Michele si era addormentato, io invece indossai le cuffie e iniziai a rilassarmi ascoltando musica e osservandomi pigramente attorno. Notai casualmente la coppia scambiarsi delle parole. Tolsi le cuffie - perché in fondo sono un inguaribile pettegolo - ma erano troppo distanti per sentire cosa stessero dicendo.
La ragazza, forse stanca di stare stesa, si sollevò e si mise seduta, tenendo il reggiseno al petto col braccio durante il movimento. Una volta seduta, il reggiseno riusciva a reggersi da solo senza essere riallacciato grazie alle dimensioni generose del suo seno. Mi ritrovai ad apprezzare l'aspetto formoso della ragazza.
Sfilò le cuffie e si rivolse al ragazzo per dirgli qualcosa, il quale in risposta scosse la testa. Gli si rivolse nuovamente, seguì un nuovo diniego con la testa seguito da un "Non se ne parla!" che poteva essere udito anche da noi. Michele aprì un occhio, era sveglio. La loro discussione, dopo un altro paio di battute scambiate a voce più bassa, iniziò a diventare chiara a tutti.

"Non essere stupido!" Lamentò la ragazza.
"Ah, lo stupido ora sarei io? Sei tu che te ne esci con certe idee assurde..." Il ragazzo alzò la voce.
"Ma quali idee assurde?! È una cosa normale!"
"No che non è normale!" Disse il ragazzo a voce decisamente troppo alta.
"Ma non vedi che sembro io quella strana?" Disse la ragazza con un tono quasi disperato indicando nella nostra direzione.
"Non me ne frega un cazzo degli altri! Tu provaci e giuro che ne ne vado!"
"Se te ne vai non scomodarti nemmeno a contattarmi più, eh! Non puoi continuare a fare così, se continui con me hai chiuso!" Anche la ragazza aveva alzato un po' la voce.
"Provaci, dai! Mettimi alla prova, guarda che io non scherzo!"
"Oh, ma vaffanculo!" Concluse la ragazza.
D'impeto, la ragazza sfilò il suo reggiseno da sopra la testa e rimase in topless. Il ragazzo rimase a bocca aperta per alcuni secondi, poi si alzò e iniziò a raccogliere davvero le sue cose.
"Te ne vai davvero?!" Chiese la ragazza.
"Te l'avevo detto."
Dopo aver raccolto le sue cose, il ragazzo iniziò a incamminarsi.
"Sono solo un paio di tette! Cresci, coglione!"

La ragazza gli sollevò contro un sonoro dito medio. Il ragazzo la ignorò e andò via per davvero, lasciando sola quella che probabilmente era appena diventata la sua ex ragazza.
Tutti eravamo in silenzio, sconvolti dal litigio a cui avevamo appena assistito. La ragazza si piegò su se stessa, portando le ginocchia al petto e coprendo così anche il seno, forse in un impeto di pudore improvviso. Anche a qualche metro di distanza, si poteva chiaramente capire che il suo umore era sotto i piedi e probabilmente stava per scoppiare a piangere.

"State qui, ci penso io. Voi riprendete a parlare, non state in silenzio, altrimenti diventa pesante da sostenere!" Disse Carlotta.

Carlotta era senza dubbio la più sensibile ed empatica del gruppo ed era anche colei che riusciva a trovare sempre le parole giuste al momento giusto. Anche quando Claudia e Walter si lasciarono, nonostante fossi io il migliore amico di Claudia e nonostante fui il primo a saperlo e confortarla, fu Carlotta quella che riuscì a far riprendere davvero Claudia, e anche in fretta. Era una delle sue qualità migliori.
Si alzò in piedi, recuperò un pacco di fazzoletti dal suo zaino e andò a porlo alla ragazza. Si piegò sulle ginocchia accanto a lei e le cinse una spalla con il braccio, accarezzandola. Iniziarono a scambiarsi delle parole a voce troppo bassa per essere udita. Noi, nel frattempo, riprendemmo a parlare di scuola ed esami. Il discorso era ovviamente un po' forzato e finto, ma ci sforzammo di farlo sembrare naturale.
Dopo svariati minuti la voce di Carlotta e dell'altra ragazza divenne più alta e potei ascoltare i loro discorsi.

"Dai, non c'è bisogno che vai via, ormai sei qui, goditi la giornata e il sole." Disse Carlotta.
La ragazza la guardò e annuì, poi disse qualcosa di non udibile.
"Non c'è mica nulla di male, è importante anche un po' di tempo per se stessi. Però se proprio non vuoi stare sola, puoi unirti a noi, sono sicura che farebbe piacere anche agli altri." Carlotta aveva sfoderato il suo irresistibile tono di voce caldo e colmo di gentilezza. Ci sapeva fare con le persone, e lo sapevamo tutti, per questo non l'abbiamo fermata dall'andare a consolare la ragazza.
"No, non voglio disturbarvi..." Rispose in maniera appena percettibile.
"Non ci disturbi affatto, tranquilla. Anzi, ci farebbe piacere!" Non potevo vederlo perché ci dava le spalle, ma ero sicuro che Carlotta avesse sfoggiato uno dei suoi sorrisi migliori.
"Sicura...?"
"Certo! E ti dirò...se vuoi sfogarti con qualche sconosciuto su quello che è appena successo, saremo felici di ascoltarti. Se non altro perché siamo tutti dei gran pettegoli e quindi siamo curiosi." Commentò scherzosamente Carlotta.
La ragazza rise alle parole di Carlotta, poi annuì. "Va bene...se non vi scoccia, preferirei avere un po' di compagnia."
"Bravissima così si fa!" Commentò felice Carlotta. "Vuoi rimetterti il reggiseno? Magari ti fa sentire più a tuo agio."
"Ma...siete tutte senza!"
"E quindi? Non ci imbarazziamo mica a vedere un reggiseno!" Commentò ironicamente Carlotta. "Hai bisogno di rilassarti, fai qualunque cosa ti faccia sentire più tranquilla."
"Io..." Prese il reggiseno che aveva poco prima poggiato sul suo telo.
"Vuoi una mano a riallacciare il reggiseno?" Propose Carlotta. La ragazza sembrava decisa, ma stava ancora coprendosi il petto con le proprie ginocchia.
"...no, non c'è bisogno. Davvero. Fanculo il reggiseno e fanculo quello stronzo." Prese il reggiseno e lo lanciò violentemente verso il fiume. Cadde su un tratto fangoso, poco distante dall'acqua.
"Bravissima!" Carlotta batté le mani. "Però quello dopo lo raccogliamo, vero?" Disse, ridacchiando.
"Sì, sì, non voglio inquinare il fiume, ci mancherebbe!" Rispose, ridendo di cuore. Sembrava finalmente una risata sincera.
"Vieni, ti presento gli altri allora!"

Carlotta si alzò in piedi e tese una mano verso la ragazza. Questa esitò un attimo, poi la afferrò. Rimasero ferme in quella posizione per alcuni secondi, finché la ragazza decise di tirarsi su con l'aiuto di Carlotta.
Vennero verso di noi, con Carlotta che quasi la trascinava per mano e la ragazza che camminava goffamente. Si poteva capire che aveva l'istinto di coprirsi il petto, perché sembrava non sapere dove mettere con cui stava tenendo il suo telo.

"Bene ragazzi, ecco a voi Veronica! Fate da bravi e salutate!"

Ci alzammo in piedi e ci presentammo a turno stringendoci la mano. Parlava delicatamente, ma non potevo distinguere se fosse per sua naturale timidezza o perché si sentiva "esposta". Quando fu il mio turno di stringerle la mano ed ebbi occasione di guardarla da vicino, notai che aveva degli enormi occhi verdi. Mi distrassero al punto che la mia stretta di mano durò qualche secondo in più del previsto.
Facemmo posizionare il telo di Veronica vicino ai nostri e iniziammo a parlare di cosa facevamo tutti nulla vita. Domanda che sembrava stupida per dei liceali come noi, ma lei era al primo anno di università, era una fuori sede, per cui viveva da sola e aveva una vita molto più interessante della nostra.
Mentre gesticolava le sue braccia vagavano all'altezza del suo petto, coprendo prima l'una e poi l'altra tetta, in maniera goffa e quasi comica. Era chiaro che stesse cercando di non farlo mentre l'istinto le diceva diversamente.
Per fortuna, una mezz'ora di chiacchiere dopo sembrava essersi rilassata e abituata alla situazione. Le braccia e le mani si muovevano in maniera spontanea e sembrava completamente a suo agio. Dal canto nostro, noi avevamo fatto di tutto per farglielo pesare il meno possibile: senza metterci d'accordo nessuno aveva mai abbassato lo sguardo sul suo seno, cosa che comunque sarebbe stata naturale e per nulla offensiva, e ci sforzavamo tutti di guardarla negli occhi. Non che fosse difficile, a essere sincero: i suoi enormi occhi verdi avevano conquistato tutti, non solo me.
Veronica si rivelò estremamente simpatica, con un sacco di hobby interessanti e un sacco di cose da dire. Non volle, tuttavia, toccare l'argomento del suo (ex?) ragazzo e nessuno di noi insistette. Sebbene la curiosità fosse tanta.

Le discussioni scemarono e lentamente ci riposizionammo tutti al sole. Io e Carlotta rimanemmo seduti sui nostri teli a leggere, gli altri optarono per stendersi e rilassarsi o sonnecchiare. Veronica non aveva nemmeno ripreso le sue cuffie, si era semplicemente stesa a occhi chiusi a riposare. Solo in quel momento notai un lieve segno del costume, indizio che questa non era la sua prima giornata di tintarella. Mentre leggevo mi sorpresi a sollevare spesso lo sguardo verso di lei per osservare questo e quel dettaglio del suo corpo.
Uno dei miei sguardi alle sue tette avvenne proprio nel momento in cui aveva deciso di aprire gli occhi per guardarsi attorno. Abituato con le mie amiche, con le quali uno sguardo in più non era di certo un problema, non mi ero preoccupato di essere troppo discreto e me ne resi conto quando era ormai troppo tardi. Spostai lo sguardo verso il suo volto, convinto di trovare fastidio, ma Veronica invece mi rivolse un semplice sorriso e richiuse gli occhi. Sollevato, tornai alla mia lettura e alle occhiate fugaci, felice di non averla infastidita.
Il caldo iniziava a farsi sentire più prepotentemente, eravamo tutti al sole da un bel po' ed eravamo cotti. Sebbene il pomeriggio si stesse inoltrando e il sole fosse più basso, era ancora lontano dall'essere nascosto dalla scarpata e quindi c'era bisogno di rinfrescarsi.

"Facciamo un bagno? Inizio ad avere caldo..." Proposi.
Seguirono teste che annuivano e mugolii sommessi di approvazione. "Andiamo di là, alle cascatelle?" Propose Claudia.
"Sì, ci sta." Risposi.
"Ragazze, venite con noi?" Claudia si rivolse alle due ragazze accanto a noi. "Il grosso della gente è andato via, si starà più tranquilli."
Claudia aveva ragione. C'erano ancora molte persone, ma non tante come quando eravamo arrivati e non c'era nessuno che schiamazzasse o sembrasse molesto. "Quasi quasi..." Commentò una delle ragazze.
"Dai, dai, andiamo!" Claudia si rivolse questa volta a Carlotta, le tese una mano e la fece sollevare.
"Aspetta, fammi riprendere il reggiseno!" Commentò Carlotta.
"E a cosa ti serve? Sei stata tette al vento finora, mi sembra tardi per avere pudori improvvisi!" Replicò Claudia.
"Sì, ma lì c'è altra gente, e poi sono grassa, attirerò l'attenzione..."
Carlotta fece una faccia sconvolta e indignata. "Ma chi se ne frega se sei grassa o no! Certo che attirerai l'attenzione, perché sei bellissima! Poche storie e non osare coprire quel capolavoro di tette che ti ritrovi!"
Claudia le andò di spalle e spinse Carlotta verso le cascate. Carlotta fece un po' di resistenza ma alla fine cedette alle insistenze di Claudia e si avviarono assieme verso le cascate, mano nella mano. A seguirle le nostre due vicine di asciugamano.
"Voi se volete raggiungerci vi aspettiamo!" Disse Claudia rivolta a me, Michele e Veronica.
"Voi andate pure." Commentò Michele, ancora steso al sole e nuovamente impegnato a leggere qualcosa. "Sto bene qua, vi guardo la roba se volete."
"Ti va?" Mi rivolsi a Veronica.
"Sì, certo!" Mi rispose con un enorme sorriso.
"Hai bisogno del reggiseno? Se vuoi vado a recuperarlo." Mi offrii gentilmente. Da un lato avrei preferito non si coprisse per il banalissimo fatto che apprezzavo la vista dei suoi seni. Ma mi sembrava opportuno offrirle l'opportunità ricoprirsi qualora ne sentisse il bisogno: d'altronde era probabilmente il suo primo topless e aveva appena litigato col ragazzo, era in una situazione delicata.
"C'è tanta gente di là...?" Si sporse per guardare verso le cascate.
Osservai anche io con lei. "Be' sì, c'è un po' di gente, anche se meno di prima." C'era probabilmente una dozzina di persone, forse qualcuna in più.
Diede un altro sguardo. "Ma sì, dai, chi se ne importa! Tanto ne hanno di tette da guardare, vuoi che si mettano a fissare le mie?"
"Stai tranquilla, qui la gente è più abituata rispetto al mare. E comunque ci siamo noi, se qualcuno dovesse essere molesto lo mettiamo a posto!" Risposi con una certa sicurezza, cercando di trasmetterle quanta più fiducia possibile.

Mi alzai e le porsi una mano per aiutarla a fare lo stesso. Accertati che Michele sarebbe rimasto lì a controllare le cose, ci avviammo verso le cascate anche noi.
Effettivamente il paesaggio nei dintorni delle piccole cascate era più piacevole. Sebbene ci fosse meno vegetazione e nulla che offrisse un riparo naturale dal sole, l'acqua del torrente cadeva da un piccolo dislivello formando una cascata larga abbastanza da permettere a un paio di persone di posizionarvici sopra e usufruire di una sorta di idromassaggio naturale. Questa cascata poi si apriva su una piccola piscina naturale, sufficientemente profonda per fare una nuotata. Sul un lato della piscina vi erano la spiaggia e le rocce sulle quali si affacciava anche il sentiero da cui eravamo arrivati. Dall'altro lato le rocce formavano una piccola parete costeggiata qua e là da sporgenze rocciose che potevano essere sfruttate come sedute per stare al sole.
Carlotta e Claudia avevano già occupato la cascata, mentre le altre due ragazze erano immerse su un lato della piscina, sedute contro la roccia. Io e Veronica ci sedemmo invece su delle rocce vicine alle cascate per stare vicini alle nostre amiche. Notai Veronica guardarsi attorno con un accenno di preoccupazione: c'erano ancora un po' di persone stese sulla spiaggia, molti teli e qualche ombrellone. Tra l'altro, il nostro gruppo non era l'unico scevro di reggiseni: una coppia di ragazze sedute sulle rocce e una signora solitaria seduta a leggere sul torrente erano a petto scoperto. Perciò nessuno sembrò fare particolarmente caso a noi o alle altre ragazze: qualcuno gettò degli sguardi, ma non in modo diverso rispetto a quanto sarebbe potuto accadere se avessero indossato i reggiseni.
Veronica si guardò attorno inizialmente con un minimo di preoccupazione, o almeno così mi sembrò. Ma si tranquillizzò in fretta notando come le persone attorno a lei continuarono a comportarsi come prima del nostro arrivo. Ci sedemmo vicino alla cascatella, dove si erano posizionate intanto Carlotta e Claudia.

"Voi venite spesso qui?" Veronica si rivolse improvvisamente a me.
"Io e Claudia abbastanza spesso, sì. Mic e Carlotta sono stati impegnati ultimamente." Risposi.
"È bello qui, me l'ha consigliato una mia compagna di corso qualche settimana fa. Molto più semplice che arrivare fino al mare...ma poi mi piace anche perché è un posto più tranquillo."
"Sì, decisamente. Lo apprezzo molto anche io per questo, c'è meno gente e meno calca." Concordai con lei.
"Non capisco perché Max non volesse venirci, che coglione..." Mi rispose. Aveva finalmente tirato fuori il discorso. Non risposi subito dandole qualche secondo per decidere se continuare il discorso o cambiarlo. "Penso che ormai l'abbiate capito tutti eh..." Continuò. "Max era il mio ragazzo. Le cose non stavano andando da un po' eh, però era venuto a trovarmi e visto che mi avevano consigliato questo posto pensavo che venirci insieme sarebbe stato un momento di coppia carino. Invece si è messo di impegno per essere un coglione anche oggi, come sempre."
"Be', devo dire che avevo notato anche io che sembrava stare qui controvoglia, in effetti..."
"Vero?! Non vuole mai fare un cazzo. In giro no, a mangiar fuori no, in spiaggia sì ma solo dietro casa sua. Oh, non ha voluto nemmeno dormire da me perché ho due coinquiline, è andato a dormire da un suo amico...e indovina quindi quante volte abbiamo scopato in due settimane? Una, capito? UNA!" Veronica sbottò ed era visibilmente arrabbiata, ma per fortuna non semprava sull'orlo delle lacrime come prima. "E poi dà di matto se dico di volermi mettermi in topless? Ah, no, proprio no, che tornasse a fare il bigotto represso nel suo paesino del cazzo...se lui non vuole apprezzare le mie tette, almeno ora lo potranno fare gli altri!"
Veronica stava parlando solo con me in teoria, ma i toni si erano alzati e ora anche Claudia e Carlotta erano all'ascolto. Non intervennero per educazione, ma io mi sentii in dovere di dire qualcosa.
"Be', se le cose stanno così, mi sembra ci fossero già tanti altri problemi no? Poi se pensa di poter avere voce in capitolo sul tuo indossare o meno uno stupido reggiseno del costume, se vuoi la mia opinione personale, è stato meglio perderlo che trovarlo, no?" Dissi.
"Ma fosse solo quello...lui vuole sempre avere un sacco di voce in capitolo su un sacco di cose. Non sai che storie mi fa, anzi faceva, se mettevo un vestito corto o scollato. Dio..."
"Ma..." Decisi di azzardare una domanda. "Con tutti questi problemi...perché stavate ancora assieme?"
Veronica sospirò. "Abitudine. Stavamo insieme da 5 anni, ci siamo fidanzati al liceo. Sai, ti sembra quasi strano pensare di non stare più assieme a una persona, a quel punto. Solo che lui è strano forte, ma ho iniziato a rendermene conto quando sono andata via di casa. Già lui ha cercato di convincermi a non venire qui, poi dopo che sono venuta ha iniziato a dire che fossi cambiata. E sai cosa? Aveva ragione, sono cambiata...ma in meglio! Ho smesso di restare indietro per accontentare un deficiente come lui."

Le lamentele verso il suo ex ragazzo continuarono ancora per un po', con anche Claudia e Carlotta che iniziarono a intervenire dando man forte alle sue opinioni. Veronica era tutto fuorché triste in quel momento, le offrimmo la valvola di sfogo di cui aveva bisogno e la lasciammo liberarsi di quello che era evidentemente un enorme peso.

"Ma...voi siete restati tutto il tempo al sole." Commentò Claudia quando il discorso sembrava essere volto al termine. "Venite sotto le cascate anche voi, vi lasciamo il posto! Magari torniamo a fare compagnia a Mic che sarà solo da un po'."

Detto ciò ci cedettero il posto, che occupammo volentieri. Inizialmente fummo titubanti perché l'acqua che scorreva dalla cascata era fredda, ma una volta abituati ci rilassammo e iniziammo a godere dell'idromassaggio naturale offerto dal fiume. Claudia e Carlotta nel frattempo si congedarono e tornarono verso valle.

"Certo che sono proprio stupida, io che mi faccio problemi a comprare una brasiliana..." Commentò Veronica dopo aver osservato i culi delle mie amiche.
"Ma no, perché problemi per una semplice brasiliana? È praticamente la norma, ormai!" Chiesi un po' stupito.
"Eh, che ne so, chiedilo a Max, lui ha sempre detto che era un po' troppo." Rispose.
"Ma che vuol dire? Saranno cazzi tuoi se vuoi mettere uno slip, una brasiliana o un perizoma no?" Ribattei, sconvolto.
"Sai...in realtà due settimane fa avevo comprato proprio un perizoma, volevo indossarlo oggi con lui per fargli una sorpresa...ma con l'andazzo di questi giorni ci ho rinunciato. E col senno di poi, probabilmente si sarebbe pure incazzato."
"Chi ha il pane non ha i denti..." Commentai senza pensarci troppo.
"Oh, e il pane sarei io, giusto?" Mi chiese in risposta, e si mise a ridere. "Non rispondere, non rispondere, ho capito lo stesso! E comunque hai proprio ragione, ad averci perso è solo lui oggi, di certo non io. Forse è il momento di cambiare un po' vita per me..."
"Se posso essere schietto...a me sembra che il vostro rapporto fosse un po' tossico. E che lui avesse qualche mania di controllo o che ti considerasse di sua proprietà. Non esiste che lui, io, o chiunque altro possano dirti cosa indossare o cosa non indossare. Cioè, se al mare ci vuoi andare nuda, cazzi tuoi, mica suoi. E se ci vuoi andare in muta da sub, rimangono comunque cazzi tuoi, non suoi." Commentai schietto ma con serietà.
"Lo so, lo so, hai ragione. Voi ve la vivete proprio bene devo dire, poi nessuno di voi è minimamente geloso!"
"Michele e gelosia non possono nemmeno stare nella stessa frase, fidati. E lo stesso vale per Carlotta." Risposi, consapevole della recente discussione tra Carlotta e Claudia. "Ma anche io e Claudia, mai stati gelosi con i nostri rispettivi partner...anzi, il suo ultimo ragazzo è diventato un ex proprio perché era geloso di me. E Claudia non sopporta la gente gelosa..."
"Aspetta...tu e Claudia non state assieme?!" Mi chiese, come tanti prima di lei.
"Ormai sono abituato a questa domanda...no. Mai stati assieme, niente sesso, mai nemmeno un bacetto. Zero."
Sgranò gli occhi. "Oddio, scusami! È che sembrava proprio ve la intendesse un sacco..."
"Ed è vero, siamo molto intimi e siamo migliori amici. E basta."
"Che bella amicizia la vostra...e dico anche con Michele e Carlotta. Sembrate tutti così sereni, nessuna gelosia..." Commentò. "Certo che poi parlo io, che trovavo inconcepibile fare topless, men che meno con degli amici..."
"Be', mica tanto inconcepibile, no? È letteralmente quello che stai facendo ora mi pare!" Feci osservare a Veronica. "Ora, capisco che ci siamo appena conosciuti e magari non siamo proprio 'amici amici', ma oramai mi sembri a tuo agio, no? Ti sottovaluti troppo secondo me."
"Eh, in effetti..." Nel dirlo, Veronica abbassò lo sguardo sul suo seno e senza pensarci prese le sue tette tra le mani, le soppesò un momento e le lasciò nuovamente. "Siete voi però che mi avete fatta sentire a mio agio, siete davvero tutti troppo carini!" E nel dirlo mi rivolse un altro sorriso.
"Ti ringrazio, ma credimi, non abbiamo fatto nulla di speciale. Hai fatto tutto da sola!"

Ci scambiammo ancora una manciata di cordiali complimenti ("Grazie a te!", "No, grazie a te!" e così via), e poi ricominciammo a raccontarci un po' delle nostre vite sotto il rilassante getto della cascata. La conversazione era molto piacevole e fui felice che nonostante lei fosse in un mondo ancora a me sconosciuto - l'università - la poca differenza di età non pesò affatto.
Lasciammo dopo un po' il posto sotto le cascate alle altre due ragazze e tornammo ai nostri teli. Questa volta, a differenza dell'andata, la lasciai camminare davanti a me e maledii mentalmente il suo ex ragazzo per averla spinta a indossare un semplice slip. Con le sue forme morbide e i fianchi larghi le mortificava oggettivamente la forma del sedere, nonostante rimanesse comunque un bel vedere.
Quando tornammo ai teli il sole stava iniziando a scomparire dietro la scarpata. Ci trattenemmo ancora per un'ora circa, poi decidemmo di comune accordo che era il caso di tornare. Claudia si offrì di accompagnare a casa Veronica, che era arrivata con i mezzi pubblici e per di più ora era sola. Prima di salutarci, ci scambiammo il numero di telefono e la promessa di vederci qualche volta. A seguire fu accompagnato a casa anche Michele, poi io. Chiesi se in serata ci saremmo incontrati per un aperitivo o qualcosa del genere.

"Non credo..." Rispose Claudia. "Devo spalmare il doposole a Carlotta!"
Feci probabilmente una faccia molto stupita, ma colsi al volo la metafora. "Certo, certo, ovvio!" Risposi ridendo. "Se mai dovessi stancarti e avessi bisogno di un cambio fammi sapere eh!"

Carlotta si mise a ridere particolarmente forte, poi ci salutammo. Nel farlo, Claudia mimò con le labbra "Ti faccio sapere!"


Un'ultima cosa...ovviamente tutto ciò che scrivo lo scrivo per un motivo: o perché è interessante il racconto in sé, o perchè mi serve introddurre un personaggio, un luogo o una situazione particolare. La terza parte del capitolo precedente era entrambe le cose, per esempio: volevo introdurre Carmen, ma per farlo ho scelto una scambio di messaggi "divertente" da raccontare.

E questo capitolo invece? Secondo voi a cosa serve? Il cliff-hanger alla fine è quasi ovvio a cosa porterà, ça va sans dire. Ma c'è dell'altro: perché mai dovrei spendere tante parole per una persona se poi questa non si rivelerà importante in futuro?

Sbizzarritevi con le ipotesi, anche se per le risposte dovrete attendere un po'!
 

Michele_80

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Terzo capitolo...il capitolo potrebbe essere un intermezzo e la prima parte chiamiamola una sorta di preludio. Più o meno...?

Non starò a raccontarvi ogni singola volta in cui siamo andati al fiume, ogni singolo topless o nudità incontrata in quei frangenti...vi annoiereste, secondo me. Penso si capisca dal testo quanto spesso ci andassimo e come i nostri corpi non fossero certo dei segreti per noi.

Se avete domande specifiche riguardo questi avvenimenti, magari posso raccogliere tutte le domande e fare una risposta unica per tutti, ben strutturata e ben scritta, in cui rispondo alle vostre curiosità (quelle che non sarebbero anticipazioni per racconti futuri, ovviamente!). In caso contrario, andrò semplicemente avanti con i racconti.

Qualcuno si è fatto sfuggire l'indizio messo (involontariamente, tra l'altro!) nel primo racconto per suggerire quando si sono svolti i fatti. C'è l'età e l'anno di nascita di una persona...più facile di così! ;) Ne dedurrete che sono comunque fatti piuttosto recenti, e comunque in un modo o nell'altro, andando avanti nei racconti, capirete molto chiaramente quando si svolgono.


Capitolo 3​

Parte 1​

Io e Claudia durante la settimana successiva eravamo andati al fiume tutti i pomeriggi, e oramai incontravamo così spesso Giusy che il nostro rapporto si stava delineando come una vera amicizia, pur con le ovvie differenze dovute alle età così lontane. Ci contattava spesso per sapere se uno di noi andava al fiume per poter stare in compagnia. Anche per questa ragione, io e Claudia eravamo un po' contrariati dal fatto che Michele e Carlotta non erano ancora tornati lì con noi, quindi quel giovedì Claudia insistette fare un selfie con me (e le sue tette in bella vista!) e mandarlo sul gruppo con Michele e Carlotta.

Claudia: Certo che ogni tanto potreste anche unirvi a noi eh!
Carlotta: Claudia, ti odio! Eravamo impegnati tutta la settimana, non potevamo :(
Michele: Ahhhh, è Claudia quella dietro alle tette, non l'avevo notata!
Claudia: Mic, non ti ricordavo così galante!
Carlotta: Non capisco, chi sta scrivendo ora? Claudia o le sue tette?
Claudia: ...fanculo a tutti e due, siete solo invidiosi ❤
Carlotta: Guarda, di tutto ciò di cui potremmo essere invidiosi, delle tue tette proprio no! Direi che io mi difendo benissimo!
Samuele: Dai, venite anche voi la prossima volta, così almeno le tette le vediamo dal vivo!​

Qualche presa in giro, qualche punzecchiamento, e qualche commento sulle tette di Claudia più tardi, riuscimmo a metterci d'accordo per andare assieme al fiume il giorno dopo.
Chiedemmo a Giusy e ci fosse stata anche lei, ci avrebbe fatto piacere presentarla alla nostra coppia di amici, ma ci disse di essere impegnata. A conclusione della giornata sia io che Claudia eravamo un po' tristi per il doverci rivestire. Nudi stavamo meglio.

"Domani dovremmo chiedere anche agli altri se vogliono star nudi." Disse Claudia.
"Sì, potremmo provare. Non credo si farebbero troppi problemi..." Risposi
"O di sicuro non sarebbe un problema se volessimo spogliarci solo noi, anche se loro decidessero di non farlo." Continuò Claudia. "Dai, se domani è ancora così tranquillo qui e non c'è nessuno glielo chiediamo." Concluse.

***

Quando il giorno dopo andammo a prendere Michele e Carlotta all'uscita da scuola erano entusiasti di poter venire nuovamente al fiume. Pare che l'ultima volta avessero molto apprezzato e che quindi durante la settimana erano stati davvero impegnati.

"Dai dai dai, non vedo l'ora di stendermi al sole!" Commentò Carlotta. "Sono ancora così bianca!"
"Non sperare di abbronzarti troppo con me." Intervenne Claudia, che era alla guida. "Crema solare ovunque e non si discute, chiaro?"
"Ok, ok. Me la metti tu però, vero?" La tensione sessuale dietro questa domanda era evidente.
"Ti piacerebbe!" Replicò pronta Claudia.
"Certo, ma piacerebbe di più a te!"

Claudia si prese un secondo per rispondere. "...facciamo che ti spalmo il doposole più tardi, in privato, così almeno non diamo spettacolo in pubblico!"
"Ma io volevo lo spettacolo!" Replicai.
"No no!" Rispose Carlotta. "Queste son cose che facciamo in privato, vero?" Claudia e Carlotta si diedero il cinque come per suggellare l'accordo. Non capii quanto fossero serie in quel momento.
"Comunque davvero, quest'anno pare che almeno non avrò il segno del reggiseno, che è una cosa che ODIO!"
"Su questo siamo in due, fidati. Non c'è cosa peggiore che indossare abiti scollati e far vedere il segno del reggiseno."
"Non parlarmene! Ho comprato questo vestito per il matrimonio di mia cugina che ha una scollatura praticamente fino all'ombelico. Una figata, ma è impossibile il segno non si veda...pensavo di fare delle lampade per evitarlo, ma se posso abbronzarmi naturalmente lo prefrisco! E costa meno..."
Il tema abbronzatura ci accompagnò per gran parte del viaggio. O meglio, accompagnò Carlotta e Claudia, che monopolizzarono la discussione.
Quando arrivammo al fiume...c'era gente. Molta più del solito.

"Azz, si vede che è il primo venerdì caldo e che siamo quasi a giugno." Claudia si guardò attorno. "Va be', andiamo al solito posto, di solito lì non c'è molta gente."

Notai un po' di delusione negli occhi di Carlotta, che probabilmente sperava in un po' più di privacy, mentre iniziavamo ad avviarci verso l'ansa del fiume che eravamo soliti frequentare. Al nostro solito posto, questa volta, si potevano vedere delle persone: quattro, per la precisione.

"Visto? Lì non c'è quasi nessuno." Disse Claudia, indicando l'ansa ombreggiata da lontano.
"Quasi, hai ragione." Rispose Carlotta.

Attraversato il fiume e avvicinatici all'ansa, potemmo notare chi erano i nostri vicini. Una coppia di ragazze, prone sul loro telo a prendere il sole, occupavano il primo tratto di sabbia. Poco più distante, una coppia che era probabilmente appena arrivata: erano ancora vestiti e si erano intrattenuti a fare alcune foto. Per poter sfruttare l'ombra, avremmo dovuto metterci in mezzo alle due coppie.
Claudia prese l'iniziativa e si chinò verso la coppia di ragazze, che sembrava essere stanziata lì da un po' e stava chiacchierando a bassa voce.

"Scusate...scusate...?" Chiese Claudia con gentilezza, interrompendo il loro discorso.

Una delle due ragazze si girò verso di lei. "Sì...?" Si sollevò sui gomiti. Notai solo in quell'istante che non indossava il reggiseno.

"Vi disturba se ci mettiamo qui vicino, che c'è ombra dove lasciare le cose?"
"No, no, figurati." Rispose la ragazza, che si voltò verso l'altra, in cerca di conferma.
"Solo..." L'altra ragazza si sollevò per parlare con Claudia e rivolgendosi anche noi altri. "Non mettete musica, vero?" Non indossava nemmeno lei il reggiseno. Iniziai a pensare che in questa zona il topless fosse una pratica comune.
"No no no, assolutamente!" Rispose Carlotta, questa volta. Sembrava aver riacquistato la voglia di vivere. "Al massimo parliamo, quello sì, ma niente musica."
"Allora ok." Rispose la ragazza, sorridendo. "Noi veniamo qui perché si sta tranquilli, di là c'è sempre un casino..." Disse indicando con lo sguardo il tratto di fiume più a monte.
"Concordo." Rispose Claudia. Nel frattempo avevamo iniziato a sistemare le nostre cose. "Qui la gente è più tranquilla, non rompe le palle."
"Sì, sembra essere in un posto completamente diverso. Peccato perché di là ci son le cascate che son belline." Ripose la prima ragazza.
Nel frattempo, io e Michele ci eravamo spogliati ed eravamo già in costume. Stendemmo al sole i nostri teli.
"Lo so." Rispose Claudia. Aveva steso il suo telo al sole, poco distante da una delle ragazze, e si era sfilata il vestito lungo che indossava. Aveva già addosso un costume a perizoma nero, ma sopra indossava ancora un normale reggiseno intimo. Un semplice reggiseno nero, che slacciò velocemente liberando i seni con un sonoro "Aaaah!". "Però magari dopo un bagnetto alle cascate lo faccio lo stesso, magari aspetto che ci sia un po' meno gente che schiamazza."

Carlotta seguì a ruota Claudia. Indossava una T-shirt bianca con dei disegni colorati e degli shorts in jeans. Il costume era lo stesso della volta precedente, ma dopo aver tolto la maglietta slacciò immediatamente anche il reggiseno, rimanendo anche lei in topless.
In un attimo, l'unica persona ad avere il petto coperto era la ragazza della coppia vicino a noi. Tutti gli altri, uomini e donne, erano in quella che potremmo definire una situazione perfettamente egalitaria: eravamo tutti in topless.
La presenza di altre persone, chiaramente, annullò l'iniziale idea di me e Claudia di proporre una sessione di nudismo in allegra compagnia. Ce ne facemmo una ragione e in poco tempo eravamo tutti stesi a crogiolarci al sole e parlare di scuola ed esami. Mentre Claudia e Carlotta erano perse in un qualche discorso di filosofia, mi isolai mentalmente e mi concentrai su uno dei miei passatempi preferiti: osservare con attenzione il luogo e le persone che mi circondano.

Era una giornata di sole intenso, e faceva davvero molto caldo. Nonostante ciò soffiava un discreto vento, evento raro da quelle parti, che rendeva piacevole la permanenza al sole nonostante la calura. Per questo motivo, nessuno dei presenti era all'ombra della vegetazione ed eravamo tutti distesi al sole, sulla comoda sabbia del letto del fiume.
Ero poggiato sui gomiti, semidisteso tra Claudia e Carlotta, rivolto verso il fiume. Alla mia destra, poco oltre Claudia, le due ragazze che avevamo disturbato.
La prima ragazza, più vicina a me, era la prima con cui aveva parlato Claudia: una ragazza minuta, nelle forme e nelle dimensioni. Era ancora distesa prona, stava sonnecchiando, forse, con la testa rivolta verso la sua compagna. La sua compagna di abbronzatura, accanto a lei, si era voltata a pancia in su. Teneva in mano un libro, che le faceva sia da lettura che da ombra per il viso. Chiaramente più alta e piazzata della prima, aveva anche una pelle più scura e uniformemente abbronzata, anche sul seno.
A fare da sfondo alle due ragazze vi era la parte a monte del fiume. Le cascatelle erano ancora visibili, e si potevano vedere le persone in miniatura muoversi, tuffarsi, nuotare. Si sentiva qualche schiamazzo, smorzato abbastanza dalla distanza e dalla conformazione del letto del fiume da non rappresentare un fastidio. Lo sguardo cadde a quel punto su Claudia, alla mia immediata destra, che parlava con Carlotta, alla mia sinistra. Entrambe erano seduta con la schiena dritta e le gambe incrociate.
Il corpo di Claudia ovviamente lo conoscevo bene, avevo avuto modo di osservarlo molto negli ultimi giorni. Mi concedetti comunque uno sguardo più lungo su di lei e sul suo seno. Se ne accorse, ma non ci diede peso né mi disse nulla, continuando a discorrere di filosofia. Mi piaceva spiegarle che quando la guardavo la apprezzavo come si apprezza un'opera d'arte, da cui mica avrei distolto lo sguardo! Ovviamente non era esattamente la stessa cosa, uno sfondo di attrazione sessuale era presente, ma non era mai invasivo.
Carlotta, dall'altro lato, era una vista completamente diversa. Lei continuava a definirsi spesso grassa...e sebbene non fosse una falsità e il suo sovrappeso fosse evidente, nessuno di noi avrebbe mai osato utilizzare lo stesso termine per apostrofarla. Non per gentilezza, ma perché lei era molto di più del suo peso, sia caratterialmente che esteticamente.
Credo che tutti e tre avremmo affermato senza colpo ferire che era una bellissima ragazza, ma soprattutto che era molto attraente. Chiaramente, il suo carattere e il suo modo di fare fornivano un sostanziale contributo in questa direzione.
Anche con lei il mio sguardo si soffermò principalmente sui suoi seni a dir poco generosi. Non che avessi scelta, erano letteralmente davanti alla mia faccia. Carlotta, d'altro canto, non sembrava curarsene minimamente: sono sicuro fosse consapevole che li stessi guardando, ma non ha mai nascosto di apprezzare i nostri sguardi di apprezzamento e a volte Michele scherzava sul fatto che si mettesse in tiro più per me e Claudia che per lui.
Mi resi conto in quel momento che la sua pelle tendeva ad abbronzarsi facilmente: aveva già lo stesso colorito di Claudia, e i capezzoli dal colore molto scuro suggerivano una carnagione più mediterranea.
Il resto delle sue forme, molto abbondanti, nascondeva quasi del tutto il minuscolo perizoma che avevamo già visto la scorsa volta. Pur senza vederla, non avevo dubbi che il suo sedere avesse completamente assorbito la parte posteriore dell'indumento: probabilmente da lontano sarebbe sembrata nuda.

Alle sue spalle, Michele era steso prono, con le braccia a fargli da cuscino e il viso rivolto verso di noi. Sia io che Claudia potevamo chiaramente vedere che in realtà il suo sguardo era in rivolto - comprensibilmente - verso il culo della sua ragazza. Nessuno osò biasimarlo e c'era una discreta probabilità che Carlotta avesse scelto di dargli le spalle di proposito.
In quella posizione, le spalle di Michele sembravano ancora più grandi del solito. Il suo fisico da nuotatore, scolpito da anni di allenamento, era davvero bellissimo. E in questo caso posso affermare con serietà di averlo apprezzato come avrei apprezzato una statua greca. Era difficile distogliere lo sguardo dalla sua muscolatura definita, dalle spalle fino alle gambe. E un velo di sudore che luccicava al sole lo rendevano una vista piacevole a prescindere dal proprio orientamento sessuale.
Incrociammo lo sguardo e si rese conto di essere stato sorpreso nell'indugiare sulle forme posteriori di Carlotta. Mi fece una smorfa di compiacimento e scosse il capo, come a dirmi "Non sai cosa ti stai perdendo". Annuii col capo, dandogli ragione.

Infine, sorpassando con lo sguardo qualche arbusto, sullo sfondo della vallata del fiume vi era la coppia arrivata poco prima di noi ad alcuni metri di distanza. Non avevo ancora avuto modo di soffermarmi su di loro, distratto dal sistemare gli asciugamani e mettermi d'accordo con i miei amici. Il ragazzo, sarò schietto, era piuttosto anonimo e ricordarne le fattezze a distanza di tempo è difficile. Capelli corti, né magro né grasso. Non sembrava essere particolarmente entusiasta di trovarsi lì: impugnava il suo smartphone con aria annoiata.
La ragazza quasi sicuramente era colei che aveva proposto questa gita. Stesa con la schiena al sole, aveva slacciato i lacci posteriori del proprio reggiseno a motivi floreali per non lasciare i segni e ascoltava musica con delle cuffiette. Muoveva la testa a tempo, facendo ondeggiare la sua folta chioma riccia, e mimava le parole con le labbra. La sua espressione sorridente era in totale contrasto con quella visibilmente annoiata del suo amico (o ragazzo?).
Notai come la ragazza lanciava spesso sguardi verso il nostro gruppo. Inizialmente erano decisamente rivolti a me e Michele, ma poi iniziò a soffermarsi più spesso sulle ragazze. Ma d'altronde, come biasimarla?
Dopo del tempo la discussione di filosofia delle due ragzze finì e si concessero a chiacchiere più frivole. Michele si era addormentato, io invece indossai le cuffie e iniziai a rilassarmi ascoltando musica e osservandomi pigramente attorno. Notai casualmente la coppia scambiarsi delle parole. Tolsi le cuffie - perché in fondo sono un inguaribile pettegolo - ma erano troppo distanti per sentire cosa stessero dicendo.
La ragazza, forse stanca di stare stesa, si sollevò e si mise seduta, tenendo il reggiseno al petto col braccio durante il movimento. Una volta seduta, il reggiseno riusciva a reggersi da solo senza essere riallacciato grazie alle dimensioni generose del suo seno. Mi ritrovai ad apprezzare l'aspetto formoso della ragazza.
Sfilò le cuffie e si rivolse al ragazzo per dirgli qualcosa, il quale in risposta scosse la testa. Gli si rivolse nuovamente, seguì un nuovo diniego con la testa seguito da un "Non se ne parla!" che poteva essere udito anche da noi. Michele aprì un occhio, era sveglio. La loro discussione, dopo un altro paio di battute scambiate a voce più bassa, iniziò a diventare chiara a tutti.

"Non essere stupido!" Lamentò la ragazza.
"Ah, lo stupido ora sarei io? Sei tu che te ne esci con certe idee assurde..." Il ragazzo alzò la voce.
"Ma quali idee assurde?! È una cosa normale!"
"No che non è normale!" Disse il ragazzo a voce decisamente troppo alta.
"Ma non vedi che sembro io quella strana?" Disse la ragazza con un tono quasi disperato indicando nella nostra direzione.
"Non me ne frega un cazzo degli altri! Tu provaci e giuro che ne ne vado!"
"Se te ne vai non scomodarti nemmeno a contattarmi più, eh! Non puoi continuare a fare così, se continui con me hai chiuso!" Anche la ragazza aveva alzato un po' la voce.
"Provaci, dai! Mettimi alla prova, guarda che io non scherzo!"
"Oh, ma vaffanculo!" Concluse la ragazza.
D'impeto, la ragazza sfilò il suo reggiseno da sopra la testa e rimase in topless. Il ragazzo rimase a bocca aperta per alcuni secondi, poi si alzò e iniziò a raccogliere davvero le sue cose.
"Te ne vai davvero?!" Chiese la ragazza.
"Te l'avevo detto."
Dopo aver raccolto le sue cose, il ragazzo iniziò a incamminarsi.
"Sono solo un paio di tette! Cresci, coglione!"

La ragazza gli sollevò contro un sonoro dito medio. Il ragazzo la ignorò e andò via per davvero, lasciando sola quella che probabilmente era appena diventata la sua ex ragazza.
Tutti eravamo in silenzio, sconvolti dal litigio a cui avevamo appena assistito. La ragazza si piegò su se stessa, portando le ginocchia al petto e coprendo così anche il seno, forse in un impeto di pudore improvviso. Anche a qualche metro di distanza, si poteva chiaramente capire che il suo umore era sotto i piedi e probabilmente stava per scoppiare a piangere.

"State qui, ci penso io. Voi riprendete a parlare, non state in silenzio, altrimenti diventa pesante da sostenere!" Disse Carlotta.

Carlotta era senza dubbio la più sensibile ed empatica del gruppo ed era anche colei che riusciva a trovare sempre le parole giuste al momento giusto. Anche quando Claudia e Walter si lasciarono, nonostante fossi io il migliore amico di Claudia e nonostante fui il primo a saperlo e confortarla, fu Carlotta quella che riuscì a far riprendere davvero Claudia, e anche in fretta. Era una delle sue qualità migliori.
Si alzò in piedi, recuperò un pacco di fazzoletti dal suo zaino e andò a porlo alla ragazza. Si piegò sulle ginocchia accanto a lei e le cinse una spalla con il braccio, accarezzandola. Iniziarono a scambiarsi delle parole a voce troppo bassa per essere udita. Noi, nel frattempo, riprendemmo a parlare di scuola ed esami. Il discorso era ovviamente un po' forzato e finto, ma ci sforzammo di farlo sembrare naturale.
Dopo svariati minuti la voce di Carlotta e dell'altra ragazza divenne più alta e potei ascoltare i loro discorsi.

"Dai, non c'è bisogno che vai via, ormai sei qui, goditi la giornata e il sole." Disse Carlotta.
La ragazza la guardò e annuì, poi disse qualcosa di non udibile.
"Non c'è mica nulla di male, è importante anche un po' di tempo per se stessi. Però se proprio non vuoi stare sola, puoi unirti a noi, sono sicura che farebbe piacere anche agli altri." Carlotta aveva sfoderato il suo irresistibile tono di voce caldo e colmo di gentilezza. Ci sapeva fare con le persone, e lo sapevamo tutti, per questo non l'abbiamo fermata dall'andare a consolare la ragazza.
"No, non voglio disturbarvi..." Rispose in maniera appena percettibile.
"Non ci disturbi affatto, tranquilla. Anzi, ci farebbe piacere!" Non potevo vederlo perché ci dava le spalle, ma ero sicuro che Carlotta avesse sfoggiato uno dei suoi sorrisi migliori.
"Sicura...?"
"Certo! E ti dirò...se vuoi sfogarti con qualche sconosciuto su quello che è appena successo, saremo felici di ascoltarti. Se non altro perché siamo tutti dei gran pettegoli e quindi siamo curiosi." Commentò scherzosamente Carlotta.
La ragazza rise alle parole di Carlotta, poi annuì. "Va bene...se non vi scoccia, preferirei avere un po' di compagnia."
"Bravissima così si fa!" Commentò felice Carlotta. "Vuoi rimetterti il reggiseno? Magari ti fa sentire più a tuo agio."
"Ma...siete tutte senza!"
"E quindi? Non ci imbarazziamo mica a vedere un reggiseno!" Commentò ironicamente Carlotta. "Hai bisogno di rilassarti, fai qualunque cosa ti faccia sentire più tranquilla."
"Io..." Prese il reggiseno che aveva poco prima poggiato sul suo telo.
"Vuoi una mano a riallacciare il reggiseno?" Propose Carlotta. La ragazza sembrava decisa, ma stava ancora coprendosi il petto con le proprie ginocchia.
"...no, non c'è bisogno. Davvero. Fanculo il reggiseno e fanculo quello stronzo." Prese il reggiseno e lo lanciò violentemente verso il fiume. Cadde su un tratto fangoso, poco distante dall'acqua.
"Bravissima!" Carlotta batté le mani. "Però quello dopo lo raccogliamo, vero?" Disse, ridacchiando.
"Sì, sì, non voglio inquinare il fiume, ci mancherebbe!" Rispose, ridendo di cuore. Sembrava finalmente una risata sincera.
"Vieni, ti presento gli altri allora!"

Carlotta si alzò in piedi e tese una mano verso la ragazza. Questa esitò un attimo, poi la afferrò. Rimasero ferme in quella posizione per alcuni secondi, finché la ragazza decise di tirarsi su con l'aiuto di Carlotta.
Vennero verso di noi, con Carlotta che quasi la trascinava per mano e la ragazza che camminava goffamente. Si poteva capire che aveva l'istinto di coprirsi il petto, perché sembrava non sapere dove mettere con cui stava tenendo il suo telo.

"Bene ragazzi, ecco a voi Veronica! Fate da bravi e salutate!"

Ci alzammo in piedi e ci presentammo a turno stringendoci la mano. Parlava delicatamente, ma non potevo distinguere se fosse per sua naturale timidezza o perché si sentiva "esposta". Quando fu il mio turno di stringerle la mano ed ebbi occasione di guardarla da vicino, notai che aveva degli enormi occhi verdi. Mi distrassero al punto che la mia stretta di mano durò qualche secondo in più del previsto.
Facemmo posizionare il telo di Veronica vicino ai nostri e iniziammo a parlare di cosa facevamo tutti nulla vita. Domanda che sembrava stupida per dei liceali come noi, ma lei era al primo anno di università, era una fuori sede, per cui viveva da sola e aveva una vita molto più interessante della nostra.
Mentre gesticolava le sue braccia vagavano all'altezza del suo petto, coprendo prima l'una e poi l'altra tetta, in maniera goffa e quasi comica. Era chiaro che stesse cercando di non farlo mentre l'istinto le diceva diversamente.
Per fortuna, una mezz'ora di chiacchiere dopo sembrava essersi rilassata e abituata alla situazione. Le braccia e le mani si muovevano in maniera spontanea e sembrava completamente a suo agio. Dal canto nostro, noi avevamo fatto di tutto per farglielo pesare il meno possibile: senza metterci d'accordo nessuno aveva mai abbassato lo sguardo sul suo seno, cosa che comunque sarebbe stata naturale e per nulla offensiva, e ci sforzavamo tutti di guardarla negli occhi. Non che fosse difficile, a essere sincero: i suoi enormi occhi verdi avevano conquistato tutti, non solo me.
Veronica si rivelò estremamente simpatica, con un sacco di hobby interessanti e un sacco di cose da dire. Non volle, tuttavia, toccare l'argomento del suo (ex?) ragazzo e nessuno di noi insistette. Sebbene la curiosità fosse tanta.

Le discussioni scemarono e lentamente ci riposizionammo tutti al sole. Io e Carlotta rimanemmo seduti sui nostri teli a leggere, gli altri optarono per stendersi e rilassarsi o sonnecchiare. Veronica non aveva nemmeno ripreso le sue cuffie, si era semplicemente stesa a occhi chiusi a riposare. Solo in quel momento notai un lieve segno del costume, indizio che questa non era la sua prima giornata di tintarella. Mentre leggevo mi sorpresi a sollevare spesso lo sguardo verso di lei per osservare questo e quel dettaglio del suo corpo.
Uno dei miei sguardi alle sue tette avvenne proprio nel momento in cui aveva deciso di aprire gli occhi per guardarsi attorno. Abituato con le mie amiche, con le quali uno sguardo in più non era di certo un problema, non mi ero preoccupato di essere troppo discreto e me ne resi conto quando era ormai troppo tardi. Spostai lo sguardo verso il suo volto, convinto di trovare fastidio, ma Veronica invece mi rivolse un semplice sorriso e richiuse gli occhi. Sollevato, tornai alla mia lettura e alle occhiate fugaci, felice di non averla infastidita.
Il caldo iniziava a farsi sentire più prepotentemente, eravamo tutti al sole da un bel po' ed eravamo cotti. Sebbene il pomeriggio si stesse inoltrando e il sole fosse più basso, era ancora lontano dall'essere nascosto dalla scarpata e quindi c'era bisogno di rinfrescarsi.

"Facciamo un bagno? Inizio ad avere caldo..." Proposi.
Seguirono teste che annuivano e mugolii sommessi di approvazione. "Andiamo di là, alle cascatelle?" Propose Claudia.
"Sì, ci sta." Risposi.
"Ragazze, venite con noi?" Claudia si rivolse alle due ragazze accanto a noi. "Il grosso della gente è andato via, si starà più tranquilli."
Claudia aveva ragione. C'erano ancora molte persone, ma non tante come quando eravamo arrivati e non c'era nessuno che schiamazzasse o sembrasse molesto. "Quasi quasi..." Commentò una delle ragazze.
"Dai, dai, andiamo!" Claudia si rivolse questa volta a Carlotta, le tese una mano e la fece sollevare.
"Aspetta, fammi riprendere il reggiseno!" Commentò Carlotta.
"E a cosa ti serve? Sei stata tette al vento finora, mi sembra tardi per avere pudori improvvisi!" Replicò Claudia.
"Sì, ma lì c'è altra gente, e poi sono grassa, attirerò l'attenzione..."
Carlotta fece una faccia sconvolta e indignata. "Ma chi se ne frega se sei grassa o no! Certo che attirerai l'attenzione, perché sei bellissima! Poche storie e non osare coprire quel capolavoro di tette che ti ritrovi!"
Claudia le andò di spalle e spinse Carlotta verso le cascate. Carlotta fece un po' di resistenza ma alla fine cedette alle insistenze di Claudia e si avviarono assieme verso le cascate, mano nella mano. A seguirle le nostre due vicine di asciugamano.
"Voi se volete raggiungerci vi aspettiamo!" Disse Claudia rivolta a me, Michele e Veronica.
"Voi andate pure." Commentò Michele, ancora steso al sole e nuovamente impegnato a leggere qualcosa. "Sto bene qua, vi guardo la roba se volete."
"Ti va?" Mi rivolsi a Veronica.
"Sì, certo!" Mi rispose con un enorme sorriso.
"Hai bisogno del reggiseno? Se vuoi vado a recuperarlo." Mi offrii gentilmente. Da un lato avrei preferito non si coprisse per il banalissimo fatto che apprezzavo la vista dei suoi seni. Ma mi sembrava opportuno offrirle l'opportunità ricoprirsi qualora ne sentisse il bisogno: d'altronde era probabilmente il suo primo topless e aveva appena litigato col ragazzo, era in una situazione delicata.
"C'è tanta gente di là...?" Si sporse per guardare verso le cascate.
Osservai anche io con lei. "Be' sì, c'è un po' di gente, anche se meno di prima." C'era probabilmente una dozzina di persone, forse qualcuna in più.
Diede un altro sguardo. "Ma sì, dai, chi se ne importa! Tanto ne hanno di tette da guardare, vuoi che si mettano a fissare le mie?"
"Stai tranquilla, qui la gente è più abituata rispetto al mare. E comunque ci siamo noi, se qualcuno dovesse essere molesto lo mettiamo a posto!" Risposi con una certa sicurezza, cercando di trasmetterle quanta più fiducia possibile.

Mi alzai e le porsi una mano per aiutarla a fare lo stesso. Accertati che Michele sarebbe rimasto lì a controllare le cose, ci avviammo verso le cascate anche noi.
Effettivamente il paesaggio nei dintorni delle piccole cascate era più piacevole. Sebbene ci fosse meno vegetazione e nulla che offrisse un riparo naturale dal sole, l'acqua del torrente cadeva da un piccolo dislivello formando una cascata larga abbastanza da permettere a un paio di persone di posizionarvici sopra e usufruire di una sorta di idromassaggio naturale. Questa cascata poi si apriva su una piccola piscina naturale, sufficientemente profonda per fare una nuotata. Sul un lato della piscina vi erano la spiaggia e le rocce sulle quali si affacciava anche il sentiero da cui eravamo arrivati. Dall'altro lato le rocce formavano una piccola parete costeggiata qua e là da sporgenze rocciose che potevano essere sfruttate come sedute per stare al sole.
Carlotta e Claudia avevano già occupato la cascata, mentre le altre due ragazze erano immerse su un lato della piscina, sedute contro la roccia. Io e Veronica ci sedemmo invece su delle rocce vicine alle cascate per stare vicini alle nostre amiche. Notai Veronica guardarsi attorno con un accenno di preoccupazione: c'erano ancora un po' di persone stese sulla spiaggia, molti teli e qualche ombrellone. Tra l'altro, il nostro gruppo non era l'unico scevro di reggiseni: una coppia di ragazze sedute sulle rocce e una signora solitaria seduta a leggere sul torrente erano a petto scoperto. Perciò nessuno sembrò fare particolarmente caso a noi o alle altre ragazze: qualcuno gettò degli sguardi, ma non in modo diverso rispetto a quanto sarebbe potuto accadere se avessero indossato i reggiseni.
Veronica si guardò attorno inizialmente con un minimo di preoccupazione, o almeno così mi sembrò. Ma si tranquillizzò in fretta notando come le persone attorno a lei continuarono a comportarsi come prima del nostro arrivo. Ci sedemmo vicino alla cascatella, dove si erano posizionate intanto Carlotta e Claudia.

"Voi venite spesso qui?" Veronica si rivolse improvvisamente a me.
"Io e Claudia abbastanza spesso, sì. Mic e Carlotta sono stati impegnati ultimamente." Risposi.
"È bello qui, me l'ha consigliato una mia compagna di corso qualche settimana fa. Molto più semplice che arrivare fino al mare...ma poi mi piace anche perché è un posto più tranquillo."
"Sì, decisamente. Lo apprezzo molto anche io per questo, c'è meno gente e meno calca." Concordai con lei.
"Non capisco perché Max non volesse venirci, che coglione..." Mi rispose. Aveva finalmente tirato fuori il discorso. Non risposi subito dandole qualche secondo per decidere se continuare il discorso o cambiarlo. "Penso che ormai l'abbiate capito tutti eh..." Continuò. "Max era il mio ragazzo. Le cose non stavano andando da un po' eh, però era venuto a trovarmi e visto che mi avevano consigliato questo posto pensavo che venirci insieme sarebbe stato un momento di coppia carino. Invece si è messo di impegno per essere un coglione anche oggi, come sempre."
"Be', devo dire che avevo notato anche io che sembrava stare qui controvoglia, in effetti..."
"Vero?! Non vuole mai fare un cazzo. In giro no, a mangiar fuori no, in spiaggia sì ma solo dietro casa sua. Oh, non ha voluto nemmeno dormire da me perché ho due coinquiline, è andato a dormire da un suo amico...e indovina quindi quante volte abbiamo scopato in due settimane? Una, capito? UNA!" Veronica sbottò ed era visibilmente arrabbiata, ma per fortuna non semprava sull'orlo delle lacrime come prima. "E poi dà di matto se dico di volermi mettermi in topless? Ah, no, proprio no, che tornasse a fare il bigotto represso nel suo paesino del cazzo...se lui non vuole apprezzare le mie tette, almeno ora lo potranno fare gli altri!"
Veronica stava parlando solo con me in teoria, ma i toni si erano alzati e ora anche Claudia e Carlotta erano all'ascolto. Non intervennero per educazione, ma io mi sentii in dovere di dire qualcosa.
"Be', se le cose stanno così, mi sembra ci fossero già tanti altri problemi no? Poi se pensa di poter avere voce in capitolo sul tuo indossare o meno uno stupido reggiseno del costume, se vuoi la mia opinione personale, è stato meglio perderlo che trovarlo, no?" Dissi.
"Ma fosse solo quello...lui vuole sempre avere un sacco di voce in capitolo su un sacco di cose. Non sai che storie mi fa, anzi faceva, se mettevo un vestito corto o scollato. Dio..."
"Ma..." Decisi di azzardare una domanda. "Con tutti questi problemi...perché stavate ancora assieme?"
Veronica sospirò. "Abitudine. Stavamo insieme da 5 anni, ci siamo fidanzati al liceo. Sai, ti sembra quasi strano pensare di non stare più assieme a una persona, a quel punto. Solo che lui è strano forte, ma ho iniziato a rendermene conto quando sono andata via di casa. Già lui ha cercato di convincermi a non venire qui, poi dopo che sono venuta ha iniziato a dire che fossi cambiata. E sai cosa? Aveva ragione, sono cambiata...ma in meglio! Ho smesso di restare indietro per accontentare un deficiente come lui."

Le lamentele verso il suo ex ragazzo continuarono ancora per un po', con anche Claudia e Carlotta che iniziarono a intervenire dando man forte alle sue opinioni. Veronica era tutto fuorché triste in quel momento, le offrimmo la valvola di sfogo di cui aveva bisogno e la lasciammo liberarsi di quello che era evidentemente un enorme peso.

"Ma...voi siete restati tutto il tempo al sole." Commentò Claudia quando il discorso sembrava essere volto al termine. "Venite sotto le cascate anche voi, vi lasciamo il posto! Magari torniamo a fare compagnia a Mic che sarà solo da un po'."

Detto ciò ci cedettero il posto, che occupammo volentieri. Inizialmente fummo titubanti perché l'acqua che scorreva dalla cascata era fredda, ma una volta abituati ci rilassammo e iniziammo a godere dell'idromassaggio naturale offerto dal fiume. Claudia e Carlotta nel frattempo si congedarono e tornarono verso valle.

"Certo che sono proprio stupida, io che mi faccio problemi a comprare una brasiliana..." Commentò Veronica dopo aver osservato i culi delle mie amiche.
"Ma no, perché problemi per una semplice brasiliana? È praticamente la norma, ormai!" Chiesi un po' stupito.
"Eh, che ne so, chiedilo a Max, lui ha sempre detto che era un po' troppo." Rispose.
"Ma che vuol dire? Saranno cazzi tuoi se vuoi mettere uno slip, una brasiliana o un perizoma no?" Ribattei, sconvolto.
"Sai...in realtà due settimane fa avevo comprato proprio un perizoma, volevo indossarlo oggi con lui per fargli una sorpresa...ma con l'andazzo di questi giorni ci ho rinunciato. E col senno di poi, probabilmente si sarebbe pure incazzato."
"Chi ha il pane non ha i denti..." Commentai senza pensarci troppo.
"Oh, e il pane sarei io, giusto?" Mi chiese in risposta, e si mise a ridere. "Non rispondere, non rispondere, ho capito lo stesso! E comunque hai proprio ragione, ad averci perso è solo lui oggi, di certo non io. Forse è il momento di cambiare un po' vita per me..."
"Se posso essere schietto...a me sembra che il vostro rapporto fosse un po' tossico. E che lui avesse qualche mania di controllo o che ti considerasse di sua proprietà. Non esiste che lui, io, o chiunque altro possano dirti cosa indossare o cosa non indossare. Cioè, se al mare ci vuoi andare nuda, cazzi tuoi, mica suoi. E se ci vuoi andare in muta da sub, rimangono comunque cazzi tuoi, non suoi." Commentai schietto ma con serietà.
"Lo so, lo so, hai ragione. Voi ve la vivete proprio bene devo dire, poi nessuno di voi è minimamente geloso!"
"Michele e gelosia non possono nemmeno stare nella stessa frase, fidati. E lo stesso vale per Carlotta." Risposi, consapevole della recente discussione tra Carlotta e Claudia. "Ma anche io e Claudia, mai stati gelosi con i nostri rispettivi partner...anzi, il suo ultimo ragazzo è diventato un ex proprio perché era geloso di me. E Claudia non sopporta la gente gelosa..."
"Aspetta...tu e Claudia non state assieme?!" Mi chiese, come tanti prima di lei.
"Ormai sono abituato a questa domanda...no. Mai stati assieme, niente sesso, mai nemmeno un bacetto. Zero."
Sgranò gli occhi. "Oddio, scusami! È che sembrava proprio ve la intendesse un sacco..."
"Ed è vero, siamo molto intimi e siamo migliori amici. E basta."
"Che bella amicizia la vostra...e dico anche con Michele e Carlotta. Sembrate tutti così sereni, nessuna gelosia..." Commentò. "Certo che poi parlo io, che trovavo inconcepibile fare topless, men che meno con degli amici..."
"Be', mica tanto inconcepibile, no? È letteralmente quello che stai facendo ora mi pare!" Feci osservare a Veronica. "Ora, capisco che ci siamo appena conosciuti e magari non siamo proprio 'amici amici', ma oramai mi sembri a tuo agio, no? Ti sottovaluti troppo secondo me."
"Eh, in effetti..." Nel dirlo, Veronica abbassò lo sguardo sul suo seno e senza pensarci prese le sue tette tra le mani, le soppesò un momento e le lasciò nuovamente. "Siete voi però che mi avete fatta sentire a mio agio, siete davvero tutti troppo carini!" E nel dirlo mi rivolse un altro sorriso.
"Ti ringrazio, ma credimi, non abbiamo fatto nulla di speciale. Hai fatto tutto da sola!"

Ci scambiammo ancora una manciata di cordiali complimenti ("Grazie a te!", "No, grazie a te!" e così via), e poi ricominciammo a raccontarci un po' delle nostre vite sotto il rilassante getto della cascata. La conversazione era molto piacevole e fui felice che nonostante lei fosse in un mondo ancora a me sconosciuto - l'università - la poca differenza di età non pesò affatto.
Lasciammo dopo un po' il posto sotto le cascate alle altre due ragazze e tornammo ai nostri teli. Questa volta, a differenza dell'andata, la lasciai camminare davanti a me e maledii mentalmente il suo ex ragazzo per averla spinta a indossare un semplice slip. Con le sue forme morbide e i fianchi larghi le mortificava oggettivamente la forma del sedere, nonostante rimanesse comunque un bel vedere.
Quando tornammo ai teli il sole stava iniziando a scomparire dietro la scarpata. Ci trattenemmo ancora per un'ora circa, poi decidemmo di comune accordo che era il caso di tornare. Claudia si offrì di accompagnare a casa Veronica, che era arrivata con i mezzi pubblici e per di più ora era sola. Prima di salutarci, ci scambiammo il numero di telefono e la promessa di vederci qualche volta. A seguire fu accompagnato a casa anche Michele, poi io. Chiesi se in serata ci saremmo incontrati per un aperitivo o qualcosa del genere.

"Non credo..." Rispose Claudia. "Devo spalmare il doposole a Carlotta!"
Feci probabilmente una faccia molto stupita, ma colsi al volo la metafora. "Certo, certo, ovvio!" Risposi ridendo. "Se mai dovessi stancarti e avessi bisogno di un cambio fammi sapere eh!"

Carlotta si mise a ridere particolarmente forte, poi ci salutammo. Nel farlo, Claudia mimò con le labbra "Ti faccio sapere!"


Un'ultima cosa...ovviamente tutto ciò che scrivo lo scrivo per un motivo: o perché è interessante il racconto in sé, o perchè mi serve introddurre un personaggio, un luogo o una situazione particolare. La terza parte del capitolo precedente era entrambe le cose, per esempio: volevo introdurre Carmen, ma per farlo ho scelto una scambio di messaggi "divertente" da raccontare.

E questo capitolo invece? Secondo voi a cosa serve? Il cliff-hanger alla fine è quasi ovvio a cosa porterà, ça va sans dire. Ma c'è dell'altro: perché mai dovrei spendere tante parole per una persona se poi questa non si rivelerà importante in futuro?

Sbizzarritevi con le ipotesi, anche se per le risposte dovrete attendere un po'!
Racconto molto piacevole e bel "debutto" per Veronica. Certo che quel fiume stuzzica il topless più di molte spiagge! Ho come la sensazione che questa Veronica, così come Giusy, entreranno prima o poi ancor più stabilmente non solo nei racconti ma anche in qualcosa di più (Canarie, per esempio? Hai visto mai che non si siano aggregate anche loro)... possibile?
 

Shambalaja

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Interessante l'ingresso di Veronica, penso sia scontato dire che parteciperà a qualche attività sessuale del gruppo ma sto immaginando che non succederà con te. O almeno, non solo con te
 

Spodestato

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Come sempre è un piacere leggerti e i dettagli fanno la differenza, questo ultimo capitolo è stato secondo me quello in cui la tua scrittura si rispecchia di più, se è vero che ami osservare, lo è altrettanto il modo in cui hai speso mille parole per gesti e situazioni molto comuni, rendendoli quasi rari. Complimenti. Continuerò a leggerti con piacere
 

giopipa

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Scrittura fantastica e trama che si arricchisce di personaggi che sulla carta si incastrerebbero alla perfezione.
Carlotta Claudia è una trama già scritta direi , per Veronica speriamo che si unisca alla vostra cerchia di "poco pudore" in un percorso di scoperta di nuovi orizzonti, la butto così sarebbe perfetta per una bella cosa a 3;)

...facci sapere al più presto.
Mi fai venire la voglia di riprendere in mano l'ultimo racconto che ho lasciato incompiuto...

Sarebbe cosa assai gradita , i tuoi racconti sono sempre splendidi!
 

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