Esperienza reale Tante amicizie, tanto sole, pochi pudori

Michele_80

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Ok ok, la gente sta andando in panico perché non ha aggiornamenti.l ahahah

Non sono sparito, né ho smesso di scrivere. Avrete aggiornamenti, non preoccupatevi.

Solo, abbiate pazienza. Studio, lavoro e ho una vita sociale prima ancora di scrivere. E dato che mi piace tenere un certo livello di scrittura (non sono Umberto Eco, ma cerco almeno di non scrivere la lista della spesa) mettermi a scrivere richiede del tempo.

Non abbiatemene, ma semplicemente ho anche altre priorità.

Se volete, visto che siete a corto di cose da leggere, fate pure domande e osservazioni qui. Rispondere a quelle richiede meno tempo.

Anche in privato, se per qualche motivo lo preferite. Risponderò quando avrò tempo, sappiatelo, ma risponderò.

Il prossimo capitolo è anche quasi ultimato, ma al momento sono piuttosto impegnato. Appena riuscirò a trovare del tempo libero per finirlo, lo pubblicherò, promesso.



Devi trovare i posti giusti. Se la gente li trovasse così facilmente, però, non ci sarebbe quel senso di libertà che c'è ora.

Però sì, nel posto giusto e con l'ambiente giusto, i luoghi di fiume sono molto liberi per tutti.
Come dici tu, giustamente, il problema è trovarli questi posti giusti! I tuoi racconti sono così emozionanti che non vediamo l'ora di leggere il prossimo capitolo, penso comprenderai da questo punto di vista l'impazienza di molti
 

frangy

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Questa parte è stata...difficile per svariati motivi (oltre alla mancanza di tempo, ma per quello basta la pazienza!). Avrei voluto semplicemente raccontarvi quello che Claudia raccontò a me il giorno dopo, ma non sarebbe bastato. Sono passati alcuni anni e la mia memoria non è perfetta.

Quindi la verità è che avevo molti meno dettagli di quanto avessi immaginato. Ho dovuto consultare direttamente le persone interessate, raccogliere consensi...un lavoraccio. Capire poi come riassemblare tutto e soprattutto come narrarlo è stato difficile.

Alla fine ho optato per accorpare tutto nella conversazione tra me e lei realmente avvenuta all'epoca. La maggior parte dei dettagli appartengono davvero alla conversazione originale (solo che magavi non li ricordavo), ma alcuni sono saltati fuori dopo, soprattutto in una nostra conversazione recente avvenuta proprio per scrivere questo racconto. Per agevolare la lettura e l'immersione, quindi, racconterò come se fosse stato raccontato tutto tre anni fa.

Ho provato a far scrivere questa parte a una delle due ragazze, sarebbe stato più intenso dal punto di vista delle sensazioni. Io posso raccontarvi ciò che mi è stato raccontato, quindi non posso sapere cosa hanno provato davvero. Ma non è stato possibile, quindi ho cercato di compensare aggiungendo qualche dettaglio della serata in questione.

Questo capitolo sarà comunque un po' anomalo rispetto agli altri, proprio perché non è un'esperienza diretta. Nonostante tutto, era necessario per introdurre alcuni fatti, quindi spero vi possa interessare nonostante qualche mancanza dal punto di vista descrittivo. Buona lettura!




Capitolo 3​

Parte 2​

Normalmente quando c'era da raccontarsi qualcosa, Claudia mi invitava a casa sua per fare aperitivo. Quella volta tuttavia non fu possibile, i genitori erano in casa e per di più avevano degli ospiti. Dovettimo cercare un luogo alternativo.

Claudia: E se per una volta facessimo un aperitivo in centro?

Samuele: Ci sta, solito posto?​

Claudia: Solito posto! Cerco qualcosa di figo da mettermi, dai!

Samuele: ...devo mettermi in tiro anch'io, quindi?​

Claudia: Nah, niente di esagerato, tranquillo Sam. È un ape in centro, mica un matrimonio.

"Niente di esagerato" per Claudia poteva significare tanto un jeans e una camicetta quanto un vestito da sera. Per buona misura, decisi di vestirmi "bene, ma non troppo", un pantalone beige attillato e una camicia bianca in lino.

Consapevoli che la serata avrebbe incluso una discreta quantità di alcool, decidemmo di andare in centro in bicicletta. Il tempo era bello ma in serata non era ancora torrido da essere ostile a una pedalata. Giunto in centro, lasciai la mia bicicletta in zona universitaria, dove si trovava anche il locale dove eravamo diretti. Feci giusto in tempo a legare la bicicletta e guardarmi intorno che una macchia bianca e nera mi saltò addosso per abbracciarmi.

"Saaam!" Claudia mi abbracciò energicamente senza nemmeno darmi il tempo di salutarla.
Ricambiai l'abbraccio, che durò più a lungo di un normale abbraccio di saluto. "Tutto bene Cla?" Le chiesi, tra il preoccupato e l'incuriosito.
Claudia mi lasciò libero. "Benissimo!" Il tono di voce era felice e il suo sorriso raggiante. "Mai stata meglio!"

Si allontanò da me di qualche passo così da poterci osservare reciprocamente. Era una nostra abitudine, ogni volta che uscivamo, giudicare i rispettivi vestiari. Claudia non deludeva mai. Indossava un pantalone in pelle attillato e un blazer bianco a maniche corte quasi completamente aperto sul petto. Sotto si poteva ammirare un bellissimo reggiseno in pizzo nero che le metteva in risalto il décolleté...e basta. Inutile dire che i suoi enormi seni erano i protagonisti dell'outfit: il blazer era così aperto che serviva più a coprirle le spalle che il petto.

"Sempre molto sobria tu, con le tue tette!" Commentai.
"Da come le hai squadrate, direi che ho fatto un buon lavoro!" Replicò, facendomi l'occhiolino.
"Senza dubbio. Ma...sei venuta così in bici?!" Commentai.
"Sì...perché?"
"Cla...porca miseria, almeno copriti nel tragitto. So che in un mondo ideale non dovrebbe essere così...ma è pericoloso, lo sai!" Le risposi. Ero genuinamente preoccupato che qualcuno non armato delle migliori intenzioni avesse potuto vederla. Soprattutto perché passava da un quartiere non esattamente borghese e non era al sicuro della propria automobile.
"Non sono stupida, ero molto più abbottonata in bici!" Nel dirlo, si chiuse il blazer fino a poco sotto il collo, come fosse una normale giacca. "Visto?!" Lo lasciò, lasciando di nuovo le sue tette scoperte.
"Con te non si può mai vincere." Scossi la testa. "Va be', comunque sei davvero strafiga, non c'è niente da fare!" Feci spallucce e le sorrisi genuinamente.
"Grazie!" Mi sorrise a sua volta. Faceva sempre la parte della vanesia, ma come tutti aveva un debole per i complimenti. "Però anche tu sei un gran figo, dai!" Si aggrappò a un mio braccio, senza nemmeno provare a non prendermelo tra le tette. Sbirciò alle mie spalle velocemente. "Te l'ho detto mille volte, ma un po' mi scoccia che tu abbia un culo più bello del mio...dai, andiamo, che ho voglia di bere qualcosa!" E nel dirlo mi diede una sonora pacca sul sedere.
"Ehi!" La rimproverai. "Cos'è tutta questa confidenza?!" Dissi ironicamente.
"Quante storie per uno schiaffetto! Con quel culetto e i pantaloni così...te lo meriti proprio, mi spiace!" Mi rispose, seguita da una risata.
"Non mi pare che io però abbia l'autorizzazione a fare lo stesso con te, nonostante i tuoi pantaloni siano decisamente più attillati!"
"Chi ha detto che non puoi?" Mi guardò. "Dai, quel che giusto è giusto, sono pronta!"

Non me lo feci ripetere e ricambiai lo schiaffo. Checché ne dicesse, il suo sedere abbondante era di tutto rispetto e lei lo sapeva benissimo, o non avrebbe optato per quelli che erano probabilmente i pantaloni più attillati che aveva nell'armadio.

"Ahi!" Si lamentò. "Potevi fare più piano!"
"Con quel culo così grosso e i pantaloni così attillati...te lo meritavi proprio, mi spiace!" La canzonai ripetendo quello che aveva detto poco prima.
"Touché!" Replicò semplicemente.

Subito dopo ci avviammo verso il locale che avevamo scelto, poco distante da dove avevamo lasciato le biciclette. Essendo l'orario "di punta" per gli aperitivi, il locale era già pieno e brulicante di persone. Ciononostante, provammo a intercettare una cameriera nella speranza che un tavolo per due fosse disponibile.

"Per due...?" Ci ribattè la cameriera. Notai chiaramente il suo sguardo essere catturato dal seno di Claudia. "Controllo, ok? Aspettate qui." Si allontanò.
"Oggi hai già rimorchiato la cameriera, complimenti!" Dissi a Claudia.
"Non è che se una ragazza mi guarda le tette è automaticamente lesbica eh! Ce le ho praticamente di fuori, ovvio che le sia caduto l'occhio...anzi, a me sembrava più che altro interessata a te!"
La cameriera ritornò. "Ok ragazzi, c'è un tavolino giù, se vi va bene vi accompagno."
Accettammo e la cameriera ci accompagnò nelle sale del piano di sotto, dove ci indicò poco distante un tavolino disponibile vicino al muro. "Il tavolo è quello lì in fondo, arrivo subito con i menù."

Era un posto abbastanza distanziato dagli altri tavoli, quindi ci avrebbe dato anche la privacy necessaria per l'argomento di discussione previsto.

"E infatti...ti ha squadrato il culo per tutto il tempo!" Mi canzonò Claudia una volta seduti.
"Eh, ma che dici? Era lei davanti a me...semmai gliel'ho squadrato io!" Ammisi.
"Quando ci ha indicato il tavolo invece di accompagnarci."
"Oh!" Realizzai che effettivamente avrebbe avuto tutto il tempo per farlo in quel frangente. "Va be', buon per lei allora!" Affermai sorridendo tronfio.
Claudia scosse la testa, sorridendo a sua volta. "Se tu fossi donna saresti sempre col culo e le tette di fuori!"
"Ah, come te, intendi?" Replicai prontamente.
"Va bene, va bene, due a zero per te." Scoppiò a ridere sonoramente. "Io e te abbiamo bisogno di ragazze che ci tengano testa, e non è facile." Disse a voce piuttosto alta ed enfatizzando il termine "ragazze".
In quel momento comparì la cameriera a prendere gli ordini. "Cosa vi porto ragazzi?" Ci sorrise. Ordinammo due Mojito. "Ve li porto subito!" Questa volta il sorriso era per me, senza ombra di dubbio. Si allontanò, dandoci le spalle e andando a prendere le ordinazioni a un altro tavolo.
"Ti ho appena salvato un possibile appuntamento con una ragazza con un bel culetto. Non c'è bisogno che mi ringrazi."

Non aveva torto. Dalla mia posizione potevo apprezzare facilmente il suo sedere avvolto in degli shorts in jeans attillati. Era una persona sportiva, a giudicare dalla tonicità del comparto gambe. "Ahhhh, ecco perché stavi praticamente urlando prima. Be', grazie, apprezzo il gesto." Claudia prima stava cercando di far capire alla ragazza che non stavamo assieme, e pareva aver funzionato.

"Non c'è di che!" Mi fece l'occhiolino. La cameriera ci superò in tutta fretta facendo svolazzare il suo caschetto color lilla - probabilmente diretta verso le cucine - ma nel passare accanto al nostro tavolo si prese un momento per sorridermi nuovamente. Non avevo mai fatto colpo su una ragazza così velocemente (né ci sarei mai riuscito in futuro), ma me ne compiacqui.
"Però...ti ricordo che io sono qui per sentire te, non solo per provarci con la cameriera carina!"
Claudia rise sotti i baffi. "Lo so, lo so! Appena arriva l'alcool ti racconto, promesso!"
La cameriera ricomparve poco dopo con i nostri cocktail e gli stuzzichini. "Ecco a voi! Scusami..." Si rivolse a Claudia. "Posso chiederti una cosa?"
"Certo!"
"Dove hai trovato quell reggiseno bellissimo?!" Indicò il reggiseno che indossava Claudia. "Mi piace un sacco!"
"Oh, ehm...non lo so, l'ho preso in prestito a mia madre a dire il vero. È lei quella appassionata di intimo, io di solito i reggiseni nemmeno li uso."
"Ho capito...ma, ascolta, se vi lasciassi il mio numero? Vorrei proprio sapere dove posso trovarlo, magari chiedi a tua madre e poi mi fai sapere?"
Claudia la guardò perplessa. "Sì, certo."

La ragazza scrisse il numero su uno dei fogli del suo blocchetto e lo lasciò sul tavolo. "Buon aperitivo ragazzi!" E se ne andò lanciandomi uno sguardo a dir poco intenso. Notai solo a quel punto, nella penombra del locale, i suoi occhi azzurri.

Sul tavolo ora c'era un foglietto con il numero di telefono, un nome (Camilla), un "finisco il turno a mezzanotte :)" e una freccetta che indicava verso il mio posto sul tavolo. "Accidenti...che scusa incredibile!" Esclamai. "Ok, a un certo punto pensavo ce l'avesse con te, e invece alla fine era davvero per me."
"Be', per mezzanotte sembra che dovrò tornare a casa. Abbiamo un po' di tempo!" Disse Claudia.

Mi affrettai a scrivere un breve messaggio alla cameriera (non volevo perdere l'occasione) per presentarmi e offrirmi disponibile alla fine del suo turno.

Facemmo tintinnare i nostri bicchieri. "Ora, per carità, mi vuoi raccontare di come hai spalmato il doposole a Carlotta o no?!"
"Certo che sì, non vedevo l'ora!" Sorseggiò il suo mojito. "Sam...una roba che tu non hai idea. Come cazzo fa Michele a gestirla tutta da solo?"
Sgranai gli occhi. "Oddio...cioè?!"
"Va be'...ti racconto tutto e faccio prima."
«Siamo tornati a casa assieme, e fin qui lo sapete tutti. Solo che...va be', c'era ancora mia mamma a casa, quindi lei e Carlotta si sono intrattenute un po' a parlare. Sai com'è Carlita, no? Va d'accordo con tutti...ma con mia madre ogni volta è una cosa impossibile. Tutto un "Ma come stai?" "Ma sei bellissima, ti sei abbronzata?" "Ma ti faccio un caffè!" E niente, ci siamo presi questo caffé. Cioè, simpatica mia mamma e tutto eh, ero solo io che avevo gli ormoni che comandavano al posto del cervello. Di solito mia madre è più celere nel capire quando deve lasciarmi sola con qualcuno...

Poi per carità, a un certo punto ha capito l'andazzo e ci ha finalmente lasciato andare: "Oh, ma siete appena tornate dal fiume, vorrete lavarvi, che stupida!". Anzi, è anche stata carina e si è assicurata di portar fuori mio padre per tutta la serata, quindi non è che mi voglio lamentare troppo, eh...

Quindi...niente, ci facciamo la doccia. Eravamo in bagno assieme e stavamo parlando di cose normali eh, niente di che. Sarò sincera: io ero un sacco in imbarazzo, non sapevo bene da che parte iniziare, perché da un lato ero eccitatissima ovviamente, dall'altro...è un'amica, da dove avrei dovuto iniziare?»
"Certo, capisco l'imbarazzo. Farebbe strano a chiunque..." Intervenni.
«Esattamente. Alla fine ha risolto lei il problema. Finito di docciarci mi ha letteralmente chiesto di spalmarle il doposole...potevo dirle di no?»
"No, non potevi. Eravate lì letteralmente per quello!" Concordai, ridacchiando.
"Quindi...siamo andati in camera, si è tolta l'asciugamano, l'ha messo sul mio letto e si è stesa. Sam...credimi, già così volevo morire. Ero un lago...eppure l'avevo già vista nuda, anche in passato eh."
"Va be', Cla, che c'entra..." Dissi. "Un conto è vedersi nudi e basta, un altro è vedersi nudi in una situazione chiaramente erotica. Dai, lo sai meglio di me che è il contesto a fare la differenza!"
«Lo so, lo so...hai ragione. È che in quel momento non ero molto lucida! Va be', comunque alla fine ho preso il doposole e ho iniziato davvero a spalmarglielo eh, cosa credi? A quel punto almeno la faccia dovevo mantenerla.

Diciamo che le cose hanno iniziato a cambiare piega quando mi ha detto tipo "Guarda che devi spalmarmela anche sul culo, guarda che ho preso il sole anche lì!". Giustamente eh, con quel perizoma minuscolo... E quindi...fine della storia, a quel punto mi sono fatta coraggio. Le sono salita a cavalcioni sulle gambe e gliel'ho spalmata sul sedere. Sam...sembrava non finire mai per quanto era grosso! Mi viene ancora da piangere dalla gioia a ripensarci.»
Sgranai gli occhi. "Ok, puoi provare a raccontarlo senza farmi morire di invidia?"
«No, volevi il racconto? Ora ascolti anche i dettagli!

Sam, davvero, un culo che non finiva mai. Poi a quel punto ero partita per la tangente, anche perché di base io non è che sia timida a letto! Però abbiamo comunque fatto con una certa calma...quando si è girata mi sono persa forse per un quarto d'ora solo a spalmarle la crema sulle tette. Lei a un certo punto se la stava ridendo di gusto, maledetta!

Comunque non ci credo che Carlita non è mai stata con una ragazza...era un sacco a suo agio per essere la prima volta. Quando sono scesa tra le sue gambe a leccargliela mi ha subito preso la testa tra le mani. Praticamente ha comandato lei!»
"Scusa eh..." Precisai. "Non credo che nel ricevere sesso orale ci sia grande differenza tra riceverlo da un uomo e da una donna. Ha fatto quello che ha sempre fatto, probabilmente!"
«Sì, nel riceverlo forse sì. Hai ragione.

Ma è una macchina da guerra, credimi. A parte che è venuta in qualcosa come tre minuti al massimo! Lei dice che è stato il contatto con la pelle morbida di un viso femminile, senza barba e annessi...e ci può stare eh, è la novità. Ma poi io volevo ricambiasse, no? Ci siamo abbracciate un po', sai, era appena venuta quindi mi sembrava il minimo darle un po' di coccole prima di pretendere che si tuffasse tra le mie gambe. Dopo neanche qualche minuto mi aveva già infilato due dita nella figa. Oh, io ero contentissima eh, pensavo che avrei ricevuto la mia meritatissima leccata...e l'ho ricevuta, ma lei ha voluto fare un sessantanove, era ancora carichissima.

Va be', l'ho accontentata volentieri, non fraintendermi. Poi con il sessantanove vengo prima, quindi meglio così! Ci ho messo pochissimo anche io, ovviamente...un po' per l'anticipazione e l'eccitazione accumulata, però anche lei è stata proprio brava. Per questo ti dicevo che è incredibile che non sia mai stata con una ragazza...con la lingua è una strega, ci sa fare benissimo. Devo chiedere a Mic come se la cava coi pompini...

Ah, dettaglio importantissimo...dopo che sono venuta poi lei voleva continuare, mica si è fermata! L'ho dovuta fermare io perché mi stava anche dando fastidio!»
"Davvero? Ma così, subito dopo l'orgasmo senza fermarsi?" Incalzai.
«Quasi subito! Forse trenta secondi dopo? Poi me l'ha spiegato...lei non ha fastidio subito dopo, se è dell'umore giusto è subito pronta a continuare. Le ho dovuto spiegare che a me serve un po' di tempo, almeno dieci minuti, non dico molto! Poi chiaramente lei era ancora eccitata. Io ormai ero lì, in mezzo alle sue gambe...ho dovuto continuare.»
"Eh sì, hai proprio dovuto." Dissi ironicamente, prendendola in giro.
"Volevo vedere te! Se stai facendo un sessantanove e vieni prima tu, che fai? Ti fermi e lasci la donzella insoddisfatta?" Mi chiese.
"Non sia mai, sono un cavaliere io!" Risposi. "Ma non ci credo mai che ti sia sembrato un dovere."
«Diciamo...un dovere e un piacere allo stesso tempo, dai. La stronzetta però man mano che lavoravo in mezzo alle sue gambe ogni tanto dava una leccatina, una toccatina. Cinque minuti dopo mi stava leccando di nuovo! Che di base come tempi ci sta, se sono nelle condizioni giuste, ma lei ci ha proprio tenuto a lavorarmi per benino.

Quando l'ho fatta venire la seconda volta però l'ho fermata. Ok che mi stava piacendo, però volevo anche un po' respirare!

Propongo di fare un'altra doccia, perché stavamo sudando tantissimo. E ovviamente mi è di nuovo saltata addosso! In doccia! Fino a quel momento ero stata io a toccare lei, più o meno. Sai, il doposole e tutto, no? Quando ha iniziato a toccarmi tutta in doccia avevo praticamente le cascate del Niagara in mezzo alle gambe. Cazzo, Carlita ha le mani d'oro. E non solo le mani...sembrava volesse mangiarmi, con quella bocca.

Oh, Samu...sai cosa vuol dire che appena si e piegata a mettermi la lingua in mezzo alle gambe sono venuta subito?! Subito subito, tre secondi al massimo. Mi sono messa a piangere per quanto è stato intenso.»
"Porca troia..." Commentai. "Se fa pompini bene la metà di come ti ha leccata, giuro che faccio carte false per farmelo succhiare."
"Consiglio vivamente, sono sicura che è bravissima." Annuì.
"Quindi...due orgasmi a testa, mica male."
«E tu credi sia finita?

Ci siamo docciate - questa volta per davvero - e abbiamo cucinato. Mi ha chiesto se poteva stare nuda per casa. A me, capisci?! Per me potete tutti stare nudi dove e come volete!

A parte che mentre cuciniamo c'erano le sue mani che volavano ovunque, non c'è stata una volta che mi avesse avuto a tiro senza palparmi il culo o le tette. Mai stato con una persona così presa dal mio corpo...e ne ho provate un po' eh.

Ma poi, così, mentre mangiamo, se ne esce con: "Ma lo sai che hai proprio dei bei capezzoli? È da stamattina che voglio morderteli..." Niente Samu, mi ha presa, messa sul tavolo e mi ha praticamente mangiata lì. Poi ci siamo spostati sul divano...l'abbiamo fatto di nuovo. Terzo orgasmo, per tutte e due. Ora capisco cosa intende Michele quando dice che non riesce a starle dietro, mamma mia...»
"Cazzo, Cla...neanche nei porno succedono cose del genere..." Esclamai.
"Samu... l'abbiamo fatto di nuovo la mattina dopo. E ho iniziato io perché ne avevo voglia. È più forte di me...vedo quelle tette e mi parte qualcosa dentro." Disse Claudia sommessamente.
"Secondo me a Michele fai un favore...vi dividete i compiti almeno." Affermai, parzialmente serio.
"Bisogna dire che Carlita me l'aveva detto anche, che sarebbe stata carica. Poverina, dice che non ha scopato per quattro giorni per arrivare così pronta. Quattro lunghissimi giorni..." Cantilenò Claudia, prendendo in giro la nostra amica.
"Quattro giorni...terribile..." Cantilenai anche io. "Quindi avevate già deciso da un po', almeno eri pronta."
"Sì, be', più o meno. Non mi aspettavo una roba del genere però." Claudia abbassò la voce e mi si avvicinò col capo. "Ho ancora la vagina irritata..."
La guardai con compassione. "Cazzo...mi spiace un sacco."
"Oh be'...ne è valsa la pena, per una volta." Rispose. "Ma le ho già detto che una roba così intensa non la possiamo fare spesso. A parte che magari non è che uno ne ha sempre voglia, ma non vorrei dover accendere un mutuo per comprare creme lenitive vaginali."
"Sì, ecco, magari una via di mezzo. O vi date il cambio tu e Mic."
"Sì, a entrambe le cose." Annuì pensierosa. "Anche perché lei ha già detto che la prossima volta vuole usare dildi e vibratori vari. Mi servirà un secchio di lubrificante se non sto attenta!"
"Ma che cazz...non sapevo fosse così assetata di sesso Carlotta." Esclami.
"...io in realtà sì, me l'aveva detto qualche volta. Ma provarlo in prima persona è stata un'altra cosa." Affermò, e rimase qualche istante in silenzio. "Oh, però c'è stato anche un altro effetto positivo!"
"Cioè?"
"Non mi sentivo così figa da...forse un anno! Oggi volevo vestirmi gnocca solo per me stessa, non per far rosicare quel coglione come a Capodanno." Disse, riferendosi al suo ex ragazzo. "Cioè, sono a tette di fuori solo perché lo voglio io. Che soddisfazione!"

Claudia aveva drasticamente cambiato discorso. Il racconto della folle notte saffica tra lei e Carlotta mi aveva eccitato e un po' avrei voluto sapere altri dettagli. Ma sarebbe stato fuori luogo chiederli, e sembrava proprio che Claudia volesse cambiare discorso, quindi mollai l'osso.

"Be', non me ne posso proprio lamentare!" Risi. E mi concedetti uno sguardo più lungo sul seno di Claudia. "Oh, però è vero, bellissimo questo reggiseno." Commentai. Era un'osservazione sincera: il reggiseno era chiaramente un capo intimo di qualità, con il pizzo molto curato e che metteva in risalto il seno in modo naturale. Ma era anche dovuta al fatto che era impossibile non fissarle le tette: trattandosi di Claudia, però, sapevo che non era un problema. Soprattutto con l'alcol in circolo, non mi trattenevo granché.
"Vero?!" Replicò tutta contenta. "Io ho pochissimi reggiseni, principalmente sportivi o comunque basic. Tanto li uso solo se strettamente necessario, di base preferisco stare senza. Invece mia mamma va matta per intimo e lingerie varia, non so quanti soldi ci spende...però quando ho bisogno di un reggiseno carino so dove trovarlo!"
"Sì, be', ti è andata bene che tu e tua mamma abbiate la stessa taglia!" Commentai. Non è che fosse esattamente comune avere un seno così grande.
"Ah, ma le tettone sono una cosa di famiglia!" Mi rispose. "Mia sorella uguale...abbiamo tutte più o meno la stessa taglia. Però i reggiseni li compra quasi tutti mamma e io e Vale se ne vogliamo uno lo rubiamo a lei!" Scoppiò a ridere. "E in teoria comunque non volevo nemmeno metterlo oggi, ma allo specchio mi è sembrato davvero un po' troppo eccessivo indossare il blazer senza nulla sotto per una serata in centro!"
"Volevi andare in giro senza?! Tu a volte sei proprio pazza..."
"Samu...se fosse stato un altro tipo di serata, l'avrei fatto. Ma qui, in centro, zona universitaria, prendendo la bici...rischiavo troppo. Ma ti posso garantire che senza ero proprio strafiga!"
"Va be', grazie al cazzo. Ovvio che con le tette di fuori sei strafiga." Commentai e scossi la testa.
"E comunque questo reggiseno è proprio bello, quindi valeva la pena indossarlo solo per farlo vedere!" Disse, guardandosi in mezzo al petto. "Anzi, mi dispiace coprirlo con il blazer!" Nel dirlo si sollevò i lembi del blazer, osservando accuratamente il proprio reggiseno.
"Allora toglilo!" Le dissi, scherzando.
"...quasi quasi." Disse, pensierosa. "Poi questa è una bralette, può passare per un top!" Esclamò entusiasta. Iniziai a pensare che l'alcol stesse facendo troppo effetto sui suoi già scarsi freni inibitori. "E fa pure caldo! Lo tolgo!" E con nonchalance sbottonò il blazer e lo sfilò, appoggiandolo sullo schienale della sua sedia.

Sì, era una bralette e con un po' di immaginazione poteva forse passare per un top. Forse con molta immaginazione. Ma il reggiseno era effettivamente splendido, con un pizzo molto curato e una serie di ricami che prendevano tutta la coppa, le spalline e la fascia sotto il seno. "Ok, sono ancora troppo sobria." Esordì, e alzò una mano per chiamare la cameriera.

Camilla si presentò nuovamente al nostro tavolo. "Ditemi...wow, quel reggiseno ti sta davvero benissimo!" Esclamò.
"Grazie! Mi sembrava un peccato coprirlo!" Rispose allegra. Alcolicamente allegra.
"Hai ragione, un vero peccato!" Rispose, e si mise a ridere. "Quindi, cosa vi porto?"
"Un altro mojito!" Esclamò Claudia, alzando la mano.
"Sì, fai altri due...e qualcos'altro da mangiare, perché qui stiamo partendo per la tangente!" Aggiunsi.
"Va bene, va bene!" Camilla era sorridente, mentre prendeva appunti. A un certo punto mi si avvicinò per dirmi qualcosa all'orecchio, facendomi saltare qualche battito cardiaco. "Ve li faccio fare leggeri i mojito? La tua amica mi sembra già troppo brilla."
La guardai con quella che probabilmente era una faccia da pesce lesso. "Ehm...sì, sì, mi sembra una buona idea."
"Grazie!" Disse ad alta voce. "Allora...ci vediamo dopo, giusto?" Mi disse.
"Ehm, sì, sì, certo!" Colsi miracolosamente al volo la palla.
Quando si allontanò, Claudia volle battermi il cinque. "Complimenti!"
Ricambiai il cinque. "Non cantare troppo presto vittoria, non è mica un appuntamento! Devo solo conoscerla!"
"Se lo dici tu..." Fece spallucce. "Comunque mi state guardando tutti le tette. Anche la cameriera." Lo disse come una semplice affermazione.

Mi guardai attorno. Oggettivamente era vero, ma non era una cosa così esagerata, probabilmente anche a causa della luce soffusa del locale: chi passava di là lanciava uno sguardo, qualcuno che era seduto in diretta linea visiva con lei di tanto in tanto lasciava cadere l'occhio. Nulla di fuori dall'ordinario per una come Claudia, che non lesinava mai con le scollature dei suoi abiti. "Mi sembra tutto nella norma, onestamente. Te le guardavano anche prima con la giacca..."
"Ma sì, ma sì..." Rispose Claudia. Nel frattempo Camilla ci portò i nostri drink. "Se nessuno fissa troppo, non mi dà fastidio. Le tette sono troppo belle per non essere guardate."
Camilla, che era ancora lì, si mise a ridere. "Hai ragione, tesoro! Ma se qualcuno ti infastidisce fammi un cenno, faccio scendere un mio collega molto...convincente." E si allontanò nuovamente a prendere nuove ordinazioni.

Sorseggiamo i nostri nuovi drink. Mi resi conto che era più leggero, quindi osservai la reazione di Claudia. Non sembrava essersene accorta. "Però è davvero carina, e mi stava guardando un sacco le tette anche lei. Non è che le chiedi se alla fine le piacciono anche le ragazze? Così, per curiosità!"
"Ehi, tu hai già rimorchiato Carlotta, lascia qualcosa anche a me!" Ribattei.
"Ops!" Si mise a ridere. "Hai ragione, te la lascio! Anche se poi a Carlotta puoi sempre chiedere se vi fate un giro assieme...figuriamoci se ti dice di no!"
"Lascio prima che facciate voi un po' di rodaggio, inutile mettere troppa carne al fuoco!" Affermai.
"Hai ragione..."

I discorsi da quel punto in poi si spostarono su altri argomenti: lo studio, principalmente, ma anche il cosa fare in futuro. Sapevamo che avremmo fatto entrambi l'università nella nostra città, ma io ero un po' stanco di vivere con i miei genitori. Claudia, dal canto suo, era più tranquilla perché in casa godeva di molta indipendenza con la complicità dei suoi genitori. Mentre lei poteva tranquillamente fare sesso in casa sua e addirittura permettersi di chiedere ai genitori di lasciarle casa libera per una sera, io dovevo accontentarmi dell'automobile, tra l'altro nemmeno mia. Avevo bisogno di vivere da solo, ma era una scelta che comportava dei costi economici non banali.

"Azz, tu hai bisogno proprio di un posto dove poter scopare, hai ragione..." Disse Claudia.
"Esatto. Capito...facciamo che oggi rimorchio Camilla. Dico per fare un esempio, eh. Dove andiamo? Non ho nemmeno la macchina...devo sperare che lei abbia un posto disponibile. Mi scoccia dipendere dagli altri."
"Forse..." Si mise a pensare. "Forse posso aiutarti, da questo punto di vista. Ma devo chiedere delle cose ai miei. So che abbiamo un monolocale in affitto qui in centro. Non è una reggia, ma dovrebbe essere decente...ma onestamente non so né quanto costerebbe l'affitto, né se è libero, quindi non facciamoci strane idee."
"Oh." Affermai, stupito. Non lo sapevo. "Be', sì, dipende dal prezzo e da quanto sono disposti ad aiutarmi i miei. Poi io vorrei anche lavorare nel frattempo, non voglio chiedere troppi soldi a casa. Però devo comunque parlarne con loro."

La discussione si protrasse per un po', ma man mano che il suo mojito veniva bevuto, Claudia si mostrò chiaramente troppo stanca e barcollante per continuare, e non era nemmeno mezzanotte. Fu strano, di solito lei reggeva molto meglio di me l'alcol, ma quella sera doveva essere stanca. Chiamò sua madre per farsi venire a prendere, in quelle condizioni anche il rientro in bicicletta era sconsigliabile. Provai una profonda invidia nel fatto che poteva tranquillamente chiamare sua madre e dirle che era troppo ubriaca per tornare da sola e chiedere un passaggio. E nel fatto che accettò di buon grado, nonostante fosse nel mezzo di una cena in compagnia.

Ci alzammo per andare a pagare, ma Claudia barcollava un po'. Le poggiai il blazer sulle spalle e la tenni sotto braccio. "Ma che è successo? Come mai sei già così ubriaca?"
"Forse non dovevo bermi anche quello spritz a casa..." Affermò.
"Ma che...hai bevuto anche prima?!" Escalamai. E io sapevo come li faceva lei gli spritz: con più Campari che prosecco.
"Uno spritz, nulla di più."
Non le credetti, ma non era il caso di insistere. Pagammo, e intercettai lo sguardo di Camilla. "Aspetto che la vengano a prendere, non la posso lasciare da sola." Le dissi. Mancava poco alla fine del suo turno.
"Certo, mi sembra ovvio. Ne approfitto così mi cambio un momento e mi dò una rinfrescata. Se non mi vedi quando rientri, aspettami qualche minuto!"

Accompagnai Claudia fuori e aspettamo sua madre. Si presentò in moto una decina di minuti dopo.

"Te la riconsegno, attenzione che fa fatica a stare in piedi." Dissi.
"Ma no, ma no, ho già smaltito un po'." Si staccò dal mio braccio, ed effettivamente riusciva almeno a stare in piedi.
"Ehi...ma quel reggiseno è mio!" Esclamò sua madre.
"Sì, mi sta bene vero?!" Disse fiera Claudia.
"Se sta bene a me, figuriamoci a te." Sorrise e scosse la testa. "L'importante è che tu non l'abbia macchiato, altrimenti ti stacco la testa."
"È intonso, posso confermare io." Intervenni a difesa di Claudia.
"Ottimo. E tu, signorina..." Si rivolse alla figlia. "Con questa fanno due favori di fila che mi devi ricambiare eh, ricordatelo!" Non lo disse come un rimprovero, ma come una semplice comunicazione.
"Sì mamma, lo so. Farò in modo di ricambiare, grazie!"

La madre mi ringraziò per aver aspettato fuori con Claudia, e la prese con sé. Io rientrai nel locale e mi sedetti al bancone. Camilla era lì ad aspettarmi.





Ottimo, sono riuscito a concludere questa parentesi. Mi sono reso conto di quanto sia difficile scrivere quando devo raccontare avvenimenti "di seconda mano", quindi cercherò di farlo il meno possibile (io, personalmente, non sono completamente soddisfatto della scrittura). Questa volta però era necessario, un po' perché - diciamocelo - la notte di intensa passione tra Claudia e Carlotta meritava di essere raccontata. Un po' perché è comunque un passaggio importante per delineare i protagonisti e perché altrimenti sarebbe difficile coglierne i riferimenti futuri.

Inoltre, parliamo dell'elefante nella stanza: Camilla. Non ho intenzione di raccontare subito quello che è successo con lei (quella sera? sere successive? chi lo sa!) perché togliere tempo alla narrazione dei fatti di tutti gli altri protagonisti e questo non vuole essere un racconto autocelebrativo delle mie sporadiche conquiste (nemmeno così numerose, comunque).

Potrei considerare in futuro l'idea di scrivere una sorta di "spin-off", quando magari ho bisogno di una pausa dagli eventi principali con il gruppo principale. Ma sarò sincero: lo farei per il puro gusto personale di scrivere riguardo degli avvenimenti piacevoli ed eccitanti per me. Ogni tanto è anche giusto farlo, no?

Al prossimo giro, quindi, si cambia capitolo. Piccolo salto temporale e si va in vacanza! So che in molti aspettavano questo momento, quindi priorità assoluta al nostro viaggio di gruppo.

Come sempre, domande, impressioni, opinioni e via dicendo sono bene accette! Mi farebbe piacere avere un feedback, sapere come sta andando e se e come vi sta piacendo ciò che scrivo e come lo scrivo. E ovviamente, se avete curiosità sui personaggi che posso soddisfare (non garantisco!), sono qui per voi.

A presto!
Complimenti per come scrivi, anche se tu, per questo racconto non sei soddisfatto. Cmq detto ciò, la vostra amicizia, la vostra complicità, è fantastica. Di Claudia che dire,da come la descrivi mi sembra di conoscerla in tutto e per tutto, in particolare dell'incontro per l'aperitivo, me la sono immaginata come se avessi fatto l'aperitivo io con lei ( magari ) e non tu. Bravo. 👍🔝🔝🔝👍
 
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Buonasera a tutti.

Colgo l'occasione per rinnovare il ringraziamento per i complimenti che mi continuate a fare.

Purtroppo una serie di impegni e imprevisti uno dietro l'altro mi stanno impedendo di mettermi a scrivere.

Non preoccupatevi, non sono scomparso affatto. Semplicemente non essendo la scrittura il mio lavoro, passa facilmente in secondo piano.

Credo che tutti abbiamo altre incombenze nella vita...capisco che per chi legge un capitolo, questo richieda una decina di minuti al massimo. Ma per me sono ore e ore di scrittura, rilettura, ecc. A volte, semplicemente, quelle ore non le ho o se ne ho ma sono poche preferisco dedicarle ad altre attività più importanti.

Abbiate pazienza, i nuovi capitoli arriveranno :)
 
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Finalmente sono riuscito a consegnarvi la prima parte del nuovo capitolo!

Mi scuso per il notevole ritardo, ma si sono susseguite una serie di incombenze una dietro l'altra. Prima ero occupato io, poi era occupato chi doveva rileggere il capitolo, poi di nuovo occupato io...

Cose della vita reale, sapete com'è.

Venendo a noi, questo sarà una parte introduttiva per il capitolo (i capitoli?) che riguardano la nostra vacanza alle Canarie. Capisco potrebbe risultare poco interessante, ma era importante fare una specie di "introduzione".

Buona lettura!



Capitolo 4
Parte 1


Carlotta: Mi raccomando, non fate tardi o vi ammazzo uno per uno, è una promessa!

Carlotta ci diede appuntamento nel primo pomeriggio in aeroporto, assicurandosi con grande calma e pace interiore che nessuno di noi facesse tardi. Riuscimmo a organizzarci con i miei genitori e quelli di Carlotta per farci accompagnare in aeroporto, e Carlotta si organizzò così bene che anche i nostri genitori sapevano dove saremmo andati, dove avremmo dormito, e quando saremmo partiti. Gli unici all'oscuro eravamo io, Claudia e Michele.

Tuttavia, io feci le mie ricerche sulle base dell'orario di partenza, e le destinazioni possibili erano due: Lanzarote e Tenerife. Almeno fui in grado di restringere il campo. Sapendo che Carmen aveva una casa in una delle isole Canarie, provai a contattarla nella speranza di poterci incontrare durante la vacanza. Ovviamente anche lei sapeva dove saremmo andati, ma ci disse che purtroppo la sua casa era già affittata per quel periodo. Un buco nell'acqua.

Una volta ritrovati tutti all'ingresso dell'aeroporto, finalmente Carlotta ci consegnò i biglietti e scoprimmo la destinazione: Lanzarote. E per di più sembrava avere organizzato tutto con grande attenzione. Si era occupata di avere un'automobile per muoverci e per il primo giorno, che non avremmo avuto l'auto, avevamo anche il transfer verso il posto dove avremmo soggiornato - che comunque era ancora un mistero.

Il morale era alle stelle, come prevedibile. Carlotta continuava a vantarsi di aver organizzato la vacanza perfetta, di aver trovato un posto bellissimo dove dormire e di essersi informata moltissimo sui posti da vedere e che il proprietario del posto dove avremmo alloggiato fosse anche disposto a farci da guida o darci indicazioni in base al bisogno.

Il viaggio procedette senza intoppi e il volo fu particolarmente comodo e piacevole (per quanto comodo e piacevole si possa definire un volo in una compagnia low-cost senza spazio per le gambe, si intende) e all'atterraggio sebbene fosse pomeriggio inoltrato c'era ancora molta luce. Ritirati i bagagli, uscimmo dall'aeroporto dove ci avrebbe dovuto aspettare il nostro transfer. Immaginavo avrebbe tenuto il classico foglietto con il cognome di Carlotta, ma in realtà riconoscerlo fu ancora più semplice del previsto: il nostro transfer era Carmen.

Le corsi incontro lasciando la valigia agli altri - con Claudia che nel frattempo urlava per la sorpresa - e ci avvolgemmo in un abbraccio lungo e intenso. Erano mesi che non ci vedevamo e io che mi ero bevuto la sua storia della casa già affittata non mi aspettavo affatto di trovarla lì ad accoglierci. Non ci fu bisogno di dirsi nulla, eravamo genuinamente felici di vederci. Fu un susseguirsi di baci e abbracci colmi di emozione con tutti gli altri, e ci volle qualche minuto prima che riuscimmo a parlare.

"Sei-una-maledetta-STRONZA!" Rimproverò Claudia a Carlotta, dandole dei colpi sulla spalla.
"AHIA AHIA!" Replicò Carlotta. "E io che pensavo vi avrebbe fatto piacere!"
"Piacere?!" Intervenne Michele. "Siamo felicissimi! Ma potevi dircelo, maledetta!"
"E poi che sorpresa sarebbe stata?!" Sostenne Carlotta.

Nel frattempo io e Carmen eravamo nuovamente abbracciati. Il mio rapporto con Carmen era secondo solo a quello con Claudia, e ciò non aveva nulla a che fare con il sesso - nonostante fosse una piacevole aggiunta. Averla potuta vedere così, all'improvviso, fu un'emozione così forte che mi fece venire gli occhi lucidi. In quel momento ero la persona più felice del mondo: ero in compagnia delle persone a cui volevo più bene in assoluto e con cui avrei passato una vacanza che non sarebbe potuta essere altro che indimenticabile.

"Ehm-ehm." Claudia si schiarì la gola per interromperci. "Lungi da me interrompere il vostro momento romantico, ma vorremmo parlare anche con Carmen, sapete!"
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e finalmente Carmen prese la parola. "Non sapete quanto sia stato difficile non dirvi nulla! Sam mi aveva anche chiesto se per caso ero in zona e potevamo vederci, non credo di aver mai mentito con così tanta difficoltà. Sono così felice di vedervi!"

Anche gli altri avevano un bel rapporto con Carmen. Lei veniva spesso in Italia e sebbene inizialmente lo facesse per venire a trovare me, si integrò ben presto con il resto del gruppo e quando era in Italia ne era una parte fondamentale. Sembrava sempre che ci conoscesse da una vita, anche se forse questo era dovuto alla sua innata socialità e capacità di andare d'accordo con chiunque.

"Credo che ormai sia ovvio, ma siete miei ospiti!" Affermò Carmen.
"Ah, giusto!" Disse Carlotta, colpendosi la fronte con la mano. "Che sbadata, devo ridarvi parte dei soldi che mi avete dato!"

Ci furono degli attimi di lotta tra di noi. Carlotta ci aveva chiesto una quota più alta del necessario (che comprendeva anche l'ipotetico costo per l'alloggio) per non farci insospettire, con l'intenzione di restituircela a carte scoperte. A quel punto però io e Claudia insistemmo per dare comunque quella quota a Carmen, visto che la casa lei e la sua famiglia la affittavano spesso e quindi per loro era una entrata mancata.

"Non ditelo neanche. Anche se la affittiamo, la usiamo spesso anche noi per passarci le vacanze. Per un paio di settimane non è un problema." Cercò di dissuaderci Carmen.
"Non se ne parla!" Insistette Claudia. "Come minimo hai una villetta sul mare con piscina privata."
Carmen rimase un attimo in silenzio. "No, dai, non è proprio sul mare, almeno dieci minuti, bisogna..."
"Visto?!" Continuò Claudia. "Non rompere le palle e accettali!"

Battibeccammo per un po', poi decidemmo saggiamente di riprendere il discorso una volta a casa di Carmen. Entrammo in un SUV grande abbastanza per ospitare tutti i nostri bagagli (con un po' di tecniche da Tetris). In poco più di mezz'ora percorremmo la strada che portava verso il sud dell'isola, costeggiando le affascinanti catene montuose di origine vulcanica che caratterizzano l'isola. Rocce e sabbia a perdita d'occhio costituivano un paesaggio a cui nessuno di noi era abituato. Certo, avevamo avuto la fortuna di viaggiare per l'Europa nonostante la nostra giovane età, ma era evidente come ci trovassimo in un ambiente completamente alieno a quello europeo o mediterraneo.

Un paio di svolte, e qualche paesino dopo, giungemmo a Castillo del Aguila, quello che potremmo definire un sobborgo prettamente residenziale affacciato alla costa sud dell'isola. Quando arrivammo a casa di Carmen fummo accolti in una piccola villetta con tanto di piscina privata annessa, come aveva correttamente predetto Claudia.

Ho già detto che Carmen è di famiglia ricca, e questo penso aiuti a consolidare l'idea. Eravamo in una villetta nel sud di Lanzarote, con tre camere da letto matrimoniali, due bagni, arredata splendidamente, e con una piscina privata e coperta da sguardi indiscreti. E aveva potuto permettersi di non affittarla per due settimane e concederla gratuitamente a un gruppo di amici.

"Ma questa casa è spaziale!" Commentò Claudia.
"Azz, Carmen...mi avevi detto che era grande, ma non pensavo così tanto!" Sostenne Carlotta.
"Dai, non è enorme. In 6 ci si sta bene, ma non larghi. Di solito la affittiamo a famiglie tedesche..." Rispose Carmen. Da brava ospite, aveva riempito il frigorifero di cibo e preparato tutte le camere come fossimo in un albergo. "Oh, non preoccupatevi per la pulizia e cose del genere, vengono a dare una rassettata tutte le mattine e puliscono una volta a settimana."

Cogliemmo al volo l'affermazione e ci accordammo almeno per pagare il servizio di pulizia della casa. Fortunatamente per i nostri sensi di colpa, accettò l'offerta. Il secondo dilemma, fu la divisione delle camere.

"Dai!" Insistette Claudia dopo alcuni scambi. "È casa tua, tieniti almeno una camera per te! Io e Sam abbiamo già dormito assieme, non c'è mica problema!"
"...ascolta Claudia, come te lo devo spiegare? Quando due persone si vogliono molto bene..." Iniziò Carmen.
"Oh. Ooooooh! Che stupida!" Reallizò Claudia improvvisamente. E per fortuna, perché io avevo una voglia matta di fare sesso con Carmen. "Certo che vi lascio in camera assieme, non ci avevo pensato che giustamente volevate anche scopare! Be', meglio così, ora ho un posto libero per ospitare Carlita ogni tanto!" Urlò verso Carlotta, che era nella sua camera.
"Ogni poco, vorrai dire!" Urlò in risposta Carlotta.
"Va bene, ma non lasciare Mic a secco!" Disse Claudia, ridendo.
"Impossibile, fidati! Anzi, almeno ci dividiamo il lavoro, che io non riesco a starle dietro." Disse Michele, uscendo dalla stanza a petto nudo.
"Mic, ma hai messo su più muscoli dall'ultima estate?" Disse languidamente Carmen, posando lo sguardo a lungo sul suo corpo.
"Uhm, può darsi? Mi sono allenato un bel po' per le gare quest'anno." Rispose Michele, senza farci troppo caso.
"Oh, Carmen, non me lo consumare!" Sentimmo nuovamente urlare Carlotta dalla sua camera.

Alcune risate e battutine dopo, e dopo aver finito di sistemare i nostri bagagli, decidemmo di fare una rapida doccia per rinfrescarci dalla fatica del viaggio. Ci dividemmo in coppie: iniziammo io e Michele e ci saremmo dati il cambio rispettivamente con Claudia e Carlotta (Carmen a differenza nostra era ancora pulita e profumata).

Essendo tra amici così intimi, non mi scomodai di entrare in bagno vestito o di portarmi il cambio. Lasciai i vestiti in camera per andare in bagno semplicemente in intimo.

"Samu, ma possibile che hai un culo più bello del mio?" Mi disse Carmen mentre uscivo.

Incassato volentieri il complimento di Carmen, per andare in bagno passai davanti alla camera di Michele e Carlotta, dove quest'ultima era stesa sul letto con il proprio smartphone in mano, in attesa di Michele. Si era liberata del vestito svolazzante che indossava poco prima e aveva addosso solo la parte di sotto dell'intimo. Alzò lo sguardo sentendomi passare.

"Aspetta, Sam! Ma...quello è un perizoma?!" Mi fermò alla soglia della porta.
"Sì...? Cos'è questo stupore? Mi pare che li usi anche tu!" Risposi con finto sarcasmo.
"Be', scusa se vederlo su un uomo è una vista insolita! Oh, sta meglio a te che a me eh, non fraintendermi...sai che hai proprio un bel culo?" Chiese retoricamente.
"Grazie tesoro, me lo state dicendo tutti! E tu sai che hai proprio delle belle tette?" Rilanciai.
"Sì, lo so!" Si strizzò le tette tra le mani e mi fece una linguaccia.

Mi avviai finalmente in doccia, e feci relativamente in fretta per lasciare il posto a Claudia il prima possibile. Legato un asciugamano in vita, uscii dal bagno, avvisai Claudia che era libero, e andai in camera. Lì Carmen era stesa prona sul letto. I pantaloncini sportivi che indossava erano così corti che lasciavano scoperta la parte iniziale delle natiche. La leggera canottiera le scopriva le spalle. Aveva un'abbronzatura dorata uniforme su tutta la pelle e fu inevitabile provare un po' di eccitazione a quella vista.

Mi slegai l'asciugamano dando le spalle a Carmen per cercare nella mia valigia qualcosa da indossare. Claudia fece un piccolo applauso alla vista del mio sedere, finché mi voltai verso di lei.

"Cazzo, Samu!" Commentò Carmen.

La vista delle tette di Carlotta prima, del culo di Carmen ora, e in generale una certa astinenza, mi avevano lasciato il pene in uno stato barzotto, nonostante non fosse completamente eretto.

"Sì?" Chiesi ironicamente.
"Non puoi starmi davanti così, col cazzo in vista!" Lamentò Carmen.
"Perché?! Non mi pare sia la prima volta!" Non era inizialmente mia intenzione provocarla, ma non mi lasciai sfuggire l'occasione. "E poi scusa, non morivi dalla voglia di succhiarlo fino all'altro giorno?"
"Certo che ho voglia, è proprio quello il problema!" Carmen sbuffò. Il discorso mi fece passare molto velocemente da "barzotto" a "quasi eretto". "Ho capito, ho capito!" Aggiunse, alla vista della mia erezione.

Carmen si alzò e chiuse la porta della camera, poi si sedette sul bordo del letto e mi fece cenno di avvicinarmi a lei.

"Vieni, fattelo succhiare, forza! E facciamo in fretta, non voglio far aspettare troppo gli altri."

Non me lo feci ripetere e appena fui nel suo raggio d'azione mi afferrò per il sedere e si tuffò sul mio cazzo, prendendolo fino in fondo e tenendolo in fondo alla gola per alcuni secondi, per poi staccarsi con un forte rumore di risucchio e lasciandomi il cazzo ricoperto della sua saliva.

"Ti sono mancata?" Mi chiese, guardandomi dal basso con un sorriso ammiccante.
"Da morire!" Risposi, sorridendole a mia volta.

Carmen amava il sesso orale, sia riceverlo che darlo. Normalmente avrei insistito per ricambiare, ma lei era ancora vestita di tutto punto e a breve saremmo usciti tutti assieme. Quindi, per una volta, mi godetti il movimento delle sue labbra su e giù lungo l'asta del mio cazzo senza pensare ad altro.

Mentre si muoveva avanti e indietro aveva l'accortezza di muovere la lingua sul glande ogni volta che le sue labbra erano vicine alla corona, per poi riaffondare fino a toccare il mio pube con il suo naso. Tutto ciò facendolo sembrare semplicissimo, come se fosse un atto completamente naturale.

Qualche minuto dopo si staccò con un forte suono bagnato, me lo prese nella sua mano destra e iniziò a muoverla, mentre con la sinistra mi afferrava i testicoli. Mi guardò con gli occhi spalancati.

"Succhiamele." Dissi semplicemente.

Li prese in bocca e iniziò a succhiarli e a rotearci attorno con la lingua, mentre con la mano continuava a masturbarmi. Sapevo che non era la sua cosa preferita e che lo faceva principalmente perché piaceva a me. Ma il punto era proprio questo: sapere che lo faceva per semplice dedizione rendeva tutto più eccitante.

Mentre lavorava sui miei testicoli con la lingua, aumentò la velocità della sua mano. I pompini erano la sua specialità, ma non è che non si difendesse bene con i lavori manuali. Anzi: iniziai presto ad ansimare, vicino all'orgasmo.

"Stai già per sborrare?" Mi disse con tono ironico, staccandosi dai miei testicoli e continuando a segarmi energicamente.
"Cazzo, se continui così ovvio..."
"Ottimo! Non fare lo stronzo e avvisami quanto stai sborrando, così ingoio tutto."

A questo punto ritengo doveroso rendervi partecipi di un particolare che la scrittura non può rendere in modo naturale e automatico. Non è un caso che Carmen utilizzasse il termine "sborra" e i suoi derivati così frequentemente. Di base, mi e sempre piaciuto che il sesso comprendesse un po' di conversazione e un po' di volgarità, ma l'accento spagnolo di Carmen le faceva pronunciare la parola "sborra" in un modo particolare che per qualche motivo trovavo molto eccitante.

Quando lo confessai a Carmen, iniziò a utilizzare il termine in maniera consapevole, più o meno spesso sulla base di quanto e come voleva eccitarmi. In quel momento voleva venissi in fretta, quindi lo utilizzò abbastanza spesso.

Proprio mentre la sua sega aumentava di ritmo e stavo per raggiungere l'orgasmo, bussarono alla nostra porta. "Scusate ragazzi, non voglio disturbare...ma non troviamo il fon da nessuna parte!" Era Carlotta, che stava chiaramente ridacchiando.
"Ma porca..." Sbottai.
Carmen si staccò dai miei testicoli per rispondere. "Arrivo!" Si alzò e mi lasciò col cazzo in tiro. "Mi spiace, più tardi continuiamo!" E mi lanciò un bacio.

Col cazzo ancora in completa erezione, fui costretto a guardare Carmen uscire dalla stanza per aiutare i nosti amici nella importantissima ricerca dell'asciugacapelli. "Non so nemmeno io dove sia, cerchiamolo." la sentii dire da dietro la porta. Conscio che quindi non sarebbe stata una ricerca veloce, decisi di rinunciare alle prestazioni orali della mia amica per il momento e mi rivestii.

Presi un paio di pantaloni in lino bianco e una semplice maglietta e uscii dalla camera. Nel frattempo la ricerca dell'asciugacapelli era andata a buon fine e mentre Claudia e Carlotta finivano di prepararsi, raggiunsi Carmen e Michele che erano seduti all'esterno. Carmen stava elogiando il fisico di Michele, e d'altronde non la si poteva biasimare: aveva indossato una T-shirt attillata che metteva in risalto i suoi muscoli prominenti.

"Ma c'è qualcuno con cui non ci provi?" Commentai scherzando, mentre prendevo posto accanto a loro.
"Quelli che non mi piacciono!" Mi replicò prontamente. "Siete tutti a rischio in questa vacanza!"
"Ti prego, non anche tu, già devo stare dietro a Carlotta..." Commentò Michele, scrollando la testa. "Non riuscirei a star dietro anche a te!"
"Che peccato! Meno male che c'è Sam allora!"
"Ah! Quindi ora io sarei il ripiego?!" Commentai con tono offeso.
"Non essere stupido, lo sai che per me non esistono ripieghi. Il problema è che mi piace troppa gente!" Mi lanciò sarcasticamente un bacio.
Scossi la testa. "Sarà una vacanza lunga." Mentii. In realtà sapevo che sarebbe passata troppo in fretta.
"Ma quindi voi scopate ancora, giusto?" Chiese Michele.
Annuimmo entrambi. "Quando nessuno dei due è impegnato, ovviamente." Aggiunse Carmen. "Che poi...se trovassi un ragazzo o una ragazza a cui non importa, io continuerei anche da impegnata eh."
"Va be', non è facile ma nemmeno impossibile." Replicò Michele. "Prendi me e Carlotta...cioè, non è che andiamo a farlo a destra e a sinistra, ma con persone fidate come Claudia..."
"Quindi è vero?!" Esclamò Carmen. "Non avevo capito se scherzavate o eravate seri..."
"Guarda...io sono uno che fa sesso spesso e volentieri, ma Carlotta è impossibile. Quindi, già per me non ci sarebbero problemi...ma così ho anche un po' di supporto per soddisfare l'assatanata." Scrollò le spalle. "Poi, che l'idea di Carlotta e Claudia che scopano me lo faccia venire duro, è un altro discorso."
"A proposito..." Intervenne Carmen. "Dove sono quelle due? La doccia l'avevano finita, no?" Si alzò e si guardò attorno.
"Io un'idea ce l'avrei..." Suggerì Michele, ridendo sotto i baffi.
"Anche io, ma non ho intenzione di farle divertire come vorebbero..."

Carmen si diresse a tutta velocità verso l'unica stanza con la porta chiusa e bussò forte. "Eh no principesse, continuate più tardi! Vestitevi che usciamo!"
"E daaaai, un minuto e veniamo!" Urlò da dentro la porta Carlotta. Non capii se il doppio senso fosse intenzionale...
"No no, io il mio pompino prima l'ho interrotto. Ora vi fermate anche voi!"
"Vai a finire il pompino allora!" Ribattè Carlotta.
"No, perché poi lasceremmo Mic da solo!"
"Fanne uno anche a lui!" Rispose di nuovo Carlotta, ridendo.
"Non rompete le palle e venite fuori!"
"Va bene, va bene, arriviamo!" Rispose Claudia, in un misto tra una risata e una lamentela.
"No, no, ora aprite la porta, non mi fido mica!"

Pochi attimi dopo la porta della stanza effettivamente si aprì. Ne uscì una Carlotta sorprendentemente vestita, che ci raggiunse con Carmen al seguito. Aveva uno dei suoi soliti abiti lunghi molto svolazzanti, probabilmente un abito da mare, bianco e con uno spacco molto alto a lato di una gamba. Anche lo scollo sul seno era molto generoso e mostrava una porzione abbondante del suo seno.

"Oh, non si può più nemmeno avere un momento di privacy qui!" Sbuffò Carlotta, sedendosi accanto a me.
"Lo stai dicendo proprio a me?" La rimproverai.
"Ops, vero, tu eri nella mia stessa posizione! Scusami!" Ridacchiò Carlotta. "Dai, siamo pari, hai ragione tu! Pace fatta?"
"Andata." Concordai. Ci stringemmo la mano in segno di pace.

Qualche minuto dopo uscì anche Claudia dalla sua stanza, indossando un paio di shorts in jeans e un semplice crop top bianco.

"Scusa Claudia, tesoro...ma sei sicura di voler uscire con quel top?" Chiese Carmen.
Claudia reagì stupita alla domanda di Carmen. "Sì...perché scusa?" Di certo Carmen non era tipa da farsi problemi per degli abiti troppo succinti, e comunque l'abbigliamento di Claudia non lo sembrava.
"Guarda che appena sollevi le braccia ti ritrovi con le tette di fuori!"
"Ma non è vero, guarda che copre abbastanza!" Detto ciò Claudio sollevò le braccia...e si ritrovò con le tette di fuori. "Ah." Esclamò semplicemente.
"Te l'avevo detto...oh, sei a Lanzarote, per carità, un paio di tette non stupiscono nessuno. Però magari se metti un reggiseno eviti di lasciarle di fuori contro la tua volontà!" Disse Carmen.
"Sì, certo, peccato che non ho mica portato reggiseni." Replicò Claudia. "E dubito che quelli di Carlotta mi starebbero."
"Magari il reggiseno di un costume?" Propose Carmen.
"No, non è un'opzione valida con i miei costumi...va be', il mio tentativo di non avere per una volta le tette di fuori è fallito miseramente, ci riprovo. Vado a cambiarmi il top."

Claudia rientrò in camera e ne uscì con un nuovo top decisamente più stabile: corto ma annodato sotto il seno, che lo metteva comunque molto in risalto - essendo piuttosto aderente - ma senza il rischio che uscisse tutto di fuori.

Carmen si assicurò che tutti ci portassimo una giacca per coprirci, dato che la sera col vento poteva fare anche molto fresco. Un avvertimento che si sarebbe rivelato presto fondamentale.

Il sole volgeva già al tramonto, ed eravamo tutti stanchi e affamati, motivo per cui rimandammo il nostro primo giro in spiaggia al giorno dopo. Carmen insistette per portarci a cena fuori (offrendo lei, ça va sans dire, nonostante le innumerevoli lamentele dei miei compagni di viaggio).

Dopo l'opera di convincimento di Carmen, riuscimmo a salire in auto alla volta di Playa Blanca, il paese adiacente a Castillo del Aguila, anch'esso con un'ampia zona residenziale ma caratterizzato anche da un lungomare ricco di locali e ristoranti. Carmen ci portò in un ristorante di pesce affacciato sul mare dai prezzi non esosi, ma di certo non economici.

"Qui in realtà è pieno di italiani e pizzerie, ma farvi mangiare pizza mi sarebbe sembrato offensivo." Disse saggiamente.

La cena fu estremamente piacevole. Pesce e crostacei erano ottimi, ma a farla da padrone fu la Malvasia Vulcanica, il vino bianco dolce tipico proprio dell'isola di Lanzarote. Per nostra fortuna, Michele è sempre stato un bevitore molto moderato e si prestò volentieri a farci da autista per il ritorno sorseggiando appena due calici in tutta la serata e permettendo a noi altri di darci dentro. E indovinate dove vanno a parare i discorsi di un gruppo di ragazzi appena diplomati che hanno bevuto un po'?

"Ma quindi? Questa storia che ora fate le robe a tre con Claudia?" Chiese incuriosita Carmen, rivolgendosi a Michele e Carlotta.
"Non facciamo robe a tre!" Commentò l'unico sobrio del gruppo.
"Non ancora, almeno! Prima o poi vi convincerò!" Aggiunse Carlotta.
"Non esiste, sei già abbastanza impegnativa dividendoci il lavoro. Non voglio fare di nuovo gli straordinari!" Ribattè Michele, facendoci ridere tutti quanti.
"E io mi sono un po' stancata di scopare con gli uomini." Aggiunse Claudia, più seria. "Onestamente? Per un po' preferirei far sesso solo con delle donne."
"E che problema c'è? C'è Carmen qui con noi, abbiamo trovato la terza!" Disse Carlotta, chiaramente più avanti di noi con l'alcol da come trascinava le parole.
"Ehi, ehi, non tiratemi in mezzo senza avvertire!" Replicò Carmen. "Io non sono pazza come te, ho un limite. E al contrario di Claudia, di solito faccio sesso sempre con Daniela, quindi per un po' ho voglia di cazzo."
"Uffaaaaaa!" Cantilenò Carlotta. "Poi dite sempre che sono pazza...non voglio scopare così tanto. Solo tre o quattro volte al giorno..." Continuò, un po' demoralizzata.
"Cazzo, Carlita!" Commentai. "Quattro volte al giorno è davvero tanto!"
"Per questo vi dicevo che me la smezzo con Claudia. Due volte io, due lei, e siamo tutti contenti. Io dopo la seconda onestamente proprio non riesco."
"Uffa, uffa, uffa!" Carlotta sbattè i piedi per terra come una bambina. "Va bene, niente cose a tre. Carmen ha voglia di cazzo, Claudia non ha voglia di cazzo...Sam, mi sei rimasto solo tu! Qualche volta che Carmen ti lascia libero fai un salto in camera mia. Dai, mi faccio perdonare per il pompino che ho interroto oggi pomeriggio...se Carmen non è gelosa." In quel momento, devo ammetterlo, mi montò quasi istantaneamente un'erezione.
"Io? Gelosa?!" Carmen si mise a ridere. "Non stiamo mica assieme! L'importante è che a fine giornata abbia abbastanza energia per pagare l'affitto alla padrona di casa..." E mi lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Dai, dai, non te lo consumo mica! Giusto un pompino, una spagnola, cose così..." Il tono di voce di Carlotta si era alzato e iniziavamo a temere di essere compresi dagli altri commensali.
"Vaaa bene, va bene, tu amore hai bevuto troppo. Ne parliamo quando sei sobria eh?" Intervenne Michele, un po' esasperato. "Quando beve è sempre così, ci sono abituato, tranquilli."
"Non è colpa mia se ho sempre voglia, daaaai." Biascicò Carlotta. Poi diede un bacio lungo e pieno di lingua al suo ragazzo, seguito da qualcosa sussurrato nell'orecchio.
Michele scosse la testa, ma sorrise. "Va bene, va bene, promesso!"

Carlotta già di suo non aveva molti freni inibitori, e di sesso si parlava spesso anche da sobri. Ma quando alzava troppo il gomito diventava particolarmente schietta e disinibita, al punto che rischiava facilmente di essere troppo diretta o troppo esplicita in ambienti poco adatti.

Per questo motivo, decidemmo che era il momento giusto per lasciare il locale dove ci trovavamo e dirigerci verso casa di Carmen. Carlotta si aggrappò al mio braccio da un lato e a quello di Michele dall'altro per riuscire a camminare dritta. Quando giungemmo all'auto di Carmen, Carlotta mi abbracciò improvvisamente.

"Sam, guarda che io ti voglio bene anche se non vuoi scopare con me eh!" Improvvisamente Carlotta si sentì in colpa, lo percepii chiaramente dal tono di voce.
"Lo so Carlita, lo so, tranquilla." Ricambiai l'abbraccio, stringendola più forte che potevo. "Ti voglio bene anche io."
"Anche se prima ti ho interrotto il pompino di Carmen?" Lo chiese con tono serio e preoccupato. "Lo so che non fate tutti sesso mille volte al giorno come me, scusami..."
"Certo, tranquilla." La rincuorai "Però non farci l'abitudine, ok?" Aggiunsi, scherzando.

Rimanemmo abbracciati. L'alcol, oltre a rimuovere freni inibitori di Carlotta, amplificava la sua già enorme empatia. In quel momento era seriamente preoccupata e dispiaciuta per aver interrotto il pompino di Carmen durante il pomeriggio, per quanto possa sembrare strano a dirsi. Mi sentii in dovere di offrirle il mio affetto e rassicurarla lasciando che decidesse lei il momento in cui sciogliere l'abbraccio.

In silenzio, restò tra le mie braccia per un minuto abbondante prima di ritenersi soddisfatta. "Grazie" fu l'unica altra parola che aggiunse. Le rivolsi il miglior sorriso che potessi fare per una delle mie migliori amiche.

In auto le ragazze - che erano sedute nei sedili di dietro - si addormentarono immediatamente, nonostante il tragitto fosse comunque abbastanza breve. Io tenni compagnia a Michele, essendo un po' più sobrio delle ragazze e riuscendo a rimanere sveglio.

Non conoscendo la strada e avendo bevuto un po' anche Michele, guidammo piano e scambiammo qualche parola.

"Tutto bene con Carlita, vero?" Chiesi verso la fine del tragitto. Ero leggermente preoccupato dalle rocambolesche avance di Carlotta nei miei confronti.
"Ma va, figurati. Quando beve fa sempre così, ci sono abituato."
"No, intendevo..."
"Lo so cosa intendevi, tranquillo. Lo so già da una vita che le piaci. Ormai lo sapete, siamo una coppia aperta." Mi disse con calma.
"Io non so esattamente come fate...non ci riuscirei con una persona di cui sono innamorato."
"Ognuno è diverso, no?" Disse saggiamente. "L'importante è che entrambi sappiamo e approviamo con chi andiamo, che si faccia sempre sesso sicuro...e basta. Il sesso è sesso, l'amore per noi è una cosa separata." Si prese un attimo di pausa. "È come andare a bere qualcosa, ok? Certo, la mia persona preferita con uscire a bere è Carlotta, ma nonostante ciò mi diverto anche a bere con gli amici."
"Oh, ok...un paragone un po' strano, ma ho capito cosa intendi."

La discussione morì a quel punto, perché fummo costretti a svegliare Carmen per capire dove girare tra le mille vie del sobborgo residenziale.

Arrivati a casa, ci prendemmo giusto il tempo necessario per andare tutti velocemente al bagno. Avevamo viaggiato tutti, avevamo bevuto...eravamo stanchi.

Dopo una rinfrescata diedi il cambio a Carmen. Rientrato in camera mi liberai dell'asciugamano e mi buttai nudo supino sul letto, ancora piuttosto stordito dall'alcool. Rimasi in uno stato di parziale torpore per un tempo non meglio definito, finché non sentii la porta della camera chiudersi.

Carmen aveva finito di farsi la doccia e la osservai pigramente mentre si liberava dell'asciugamano. La trovai bellissima, ma in quel momento ero abbastanza steso dall'alcool e dal sonno che mi limitai all'osservazione platonica. Credo che Carmen fu dello stesso avviso, si stese semplicemente accanto a me.

"Mi ero dimenticata che tu dormi nudo." Osservò ridacchiando.
"...è un problema?" Chiesi ironicamente.
"No no, anzi!" Ridacchiò nuovamente. "Oggi provo a dormire nuda anche io!" Lo disse come se fosse una grande proposta.
"Non si torna più indietro, ti avviso..." Avevo capito perfettamente che stava cercando di provocarmi, ma in quel momento il sonno dovuto all'alcol stava avendo la meglio e provai a sviare il discorso. "Non hai mai provato prima?"
"No...non so perché, non ci ho mai pensato. Ma vedere te nudo mi ha fatto venir voglia di provare!" Dal tono di voce, sembrò desistere dal tentativo provocatorio.

Mentre entrambi stavamo lentamente scivolando verso il meritato sonno, fummo bruscamente interrotti da degli inequivocabili gemiti provenienti dalla stanza accando alla nostra, dove dormivano Michele e Carlotta.

"Davvero...?" Commentò Carmen, infastidita per il risveglio inaspettato.
"Non ci provano nemmeno a trattenersi..." Commentai, un po' in fastidito anche io.

Potevamo sentire i gemiti e i sospiri di entrambi, ma Carlotta passò presto a urlare senza ritegno alcuno.

"Shhh, ci sentono!" Sentimmo lamentarsi Michele.
"Lo so!" Rispose Carlotta, rilasciando un altro gemito di piacere.

Io e Carmen ci guardammo, e contemporaneamente sospirammo e scotemmo la testa. Chiaramente non era ancora del tutto sobria.

"Be', almeno Mic ci ha provato." Sorrisi.
"Dai, sfondami!" Sentimmo ancora urlare Carlotta dall'altra parte del muro.
"Ma...sul serio?" Intervenne a bassa voce Carmen. "Ti stai eccitando?!" Esclamò, sorpresa.
Non aveva torto. Ero ancora infastidito dal risveglio, ma forse l'essere in debito di un orgasmo fece prevalere altre parti del mio corpo. "Non l'ho fatto apposta, davvero." Ed era vero.
"Va be', ormai siamo svegli, no?" Nel dirlo raggiunse il mio pene in erezione con la sua mano sinistra, muovendola lentamente lungo l'asta. "Avevamo lasciato qualcosa in sospeso oggi pomeriggio..."

Carmen scese tra le mie gambe e mi accolse delicamente in bocca. Iniziò un lento pompino, in palese contrasto con l'amplesso energico e fomentato che stava avvenendo dall'altra parte del muro. Non c'era esattamente passione in quel momento, quanto molta calma e grande fiducia. Sapevamo che quell'atto piaceva a entrambi e non c'era alcun motivo di fare in fretta, considerando soprattutto che non saremmo potuti tornare a dormire presto a causa della performance della nostra amica non troppo sobria.

Senza troppe cerimonie, Carmen interruppe temporaneamente il lavoro con la sua bocca per mettere le sue gambe ai lati della mia testa, sbattendomi letteralmente in faccia la sua vagina. Non ci fu bisogno di parlare: ricominciò il pompino solo dopo che iniziai a leccarla tra le gambe. Ci lasciammo quindi andare in un lento e pigro sessantanove, qualcosa di rodato e rilassante che portasse facilmente entrambi all'orgasmo. Venimmo qualche minuto dopo il rumoroso orgasmo di Carlotta, senza alcuna fanfara, e crollammo di nuovo nel sonno poco dopo senza nemmeno rendercene conto.



Come avrete potuto notare, niente sole e mare. Ho ritenuto fondamentale introdurre ancora un po' Carmen, anche sessualmente. Non c'è molto, ma c'è abbastanza per dare un'idea del tipo di persona che è...è ovvio che altri dettagli salteranno fuori col tempo.

Come sapete non sono un grande fan delle scene più "esplicite", nonostante mi diverta scriverle - ovviamente! Ma qui...capirete a un certo punto che era necessario rendervi partecipi.

La parte successiva è già in scrittura e sarà certamente più nelle corde della vera essenza di questi racconti. Se non saltano fuori altri improvvisi lavorativi e personali, dovrebbe arrivare presto!

Grazie a tutti per la pazienza :)
 

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Finalmente sono riuscito a consegnarvi la prima parte del nuovo capitolo!

Mi scuso per il notevole ritardo, ma si sono susseguite una serie di incombenze una dietro l'altra. Prima ero occupato io, poi era occupato chi doveva rileggere il capitolo, poi di nuovo occupato io...

Cose della vita reale, sapete com'è.

Venendo a noi, questo sarà una parte introduttiva per il capitolo (i capitoli?) che riguardano la nostra vacanza alle Canarie. Capisco potrebbe risultare poco interessante, ma era importante fare una specie di "introduzione".

Buona lettura!



Capitolo 4
Parte 1


Carlotta: Mi raccomando, non fate tardi o vi ammazzo uno per uno, è una promessa!

Carlotta ci diede appuntamento nel primo pomeriggio in aeroporto, assicurandosi con grande calma e pace interiore che nessuno di noi facesse tardi. Riuscimmo a organizzarci con i miei genitori e quelli di Carlotta per farci accompagnare in aeroporto, e Carlotta si organizzò così bene che anche i nostri genitori sapevano dove saremmo andati, dove avremmo dormito, e quando saremmo partiti. Gli unici all'oscuro eravamo io, Claudia e Michele.

Tuttavia, io feci le mie ricerche sulle base dell'orario di partenza, e le destinazioni possibili erano due: Lanzarote e Tenerife. Almeno fui in grado di restringere il campo. Sapendo che Carmen aveva una casa in una delle isole Canarie, provai a contattarla nella speranza di poterci incontrare durante la vacanza. Ovviamente anche lei sapeva dove saremmo andati, ma ci disse che purtroppo la sua casa era già affittata per quel periodo. Un buco nell'acqua.

Una volta ritrovati tutti all'ingresso dell'aeroporto, finalmente Carlotta ci consegnò i biglietti e scoprimmo la destinazione: Lanzarote. E per di più sembrava avere organizzato tutto con grande attenzione. Si era occupata di avere un'automobile per muoverci e per il primo giorno, che non avremmo avuto l'auto, avevamo anche il transfer verso il posto dove avremmo soggiornato - che comunque era ancora un mistero.

Il morale era alle stelle, come prevedibile. Carlotta continuava a vantarsi di aver organizzato la vacanza perfetta, di aver trovato un posto bellissimo dove dormire e di essersi informata moltissimo sui posti da vedere e che il proprietario del posto dove avremmo alloggiato fosse anche disposto a farci da guida o darci indicazioni in base al bisogno.

Il viaggio procedette senza intoppi e il volo fu particolarmente comodo e piacevole (per quanto comodo e piacevole si possa definire un volo in una compagnia low-cost senza spazio per le gambe, si intende) e all'atterraggio sebbene fosse pomeriggio inoltrato c'era ancora molta luce. Ritirati i bagagli, uscimmo dall'aeroporto dove ci avrebbe dovuto aspettare il nostro transfer. Immaginavo avrebbe tenuto il classico foglietto con il cognome di Carlotta, ma in realtà riconoscerlo fu ancora più semplice del previsto: il nostro transfer era Carmen.

Le corsi incontro lasciando la valigia agli altri - con Claudia che nel frattempo urlava per la sorpresa - e ci avvolgemmo in un abbraccio lungo e intenso. Erano mesi che non ci vedevamo e io che mi ero bevuto la sua storia della casa già affittata non mi aspettavo affatto di trovarla lì ad accoglierci. Non ci fu bisogno di dirsi nulla, eravamo genuinamente felici di vederci. Fu un susseguirsi di baci e abbracci colmi di emozione con tutti gli altri, e ci volle qualche minuto prima che riuscimmo a parlare.

"Sei-una-maledetta-STRONZA!" Rimproverò Claudia a Carlotta, dandole dei colpi sulla spalla.
"AHIA AHIA!" Replicò Carlotta. "E io che pensavo vi avrebbe fatto piacere!"
"Piacere?!" Intervenne Michele. "Siamo felicissimi! Ma potevi dircelo, maledetta!"
"E poi che sorpresa sarebbe stata?!" Sostenne Carlotta.

Nel frattempo io e Carmen eravamo nuovamente abbracciati. Il mio rapporto con Carmen era secondo solo a quello con Claudia, e ciò non aveva nulla a che fare con il sesso - nonostante fosse una piacevole aggiunta. Averla potuta vedere così, all'improvviso, fu un'emozione così forte che mi fece venire gli occhi lucidi. In quel momento ero la persona più felice del mondo: ero in compagnia delle persone a cui volevo più bene in assoluto e con cui avrei passato una vacanza che non sarebbe potuta essere altro che indimenticabile.

"Ehm-ehm." Claudia si schiarì la gola per interromperci. "Lungi da me interrompere il vostro momento romantico, ma vorremmo parlare anche con Carmen, sapete!"
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e finalmente Carmen prese la parola. "Non sapete quanto sia stato difficile non dirvi nulla! Sam mi aveva anche chiesto se per caso ero in zona e potevamo vederci, non credo di aver mai mentito con così tanta difficoltà. Sono così felice di vedervi!"

Anche gli altri avevano un bel rapporto con Carmen. Lei veniva spesso in Italia e sebbene inizialmente lo facesse per venire a trovare me, si integrò ben presto con il resto del gruppo e quando era in Italia ne era una parte fondamentale. Sembrava sempre che ci conoscesse da una vita, anche se forse questo era dovuto alla sua innata socialità e capacità di andare d'accordo con chiunque.

"Credo che ormai sia ovvio, ma siete miei ospiti!" Affermò Carmen.
"Ah, giusto!" Disse Carlotta, colpendosi la fronte con la mano. "Che sbadata, devo ridarvi parte dei soldi che mi avete dato!"

Ci furono degli attimi di lotta tra di noi. Carlotta ci aveva chiesto una quota più alta del necessario (che comprendeva anche l'ipotetico costo per l'alloggio) per non farci insospettire, con l'intenzione di restituircela a carte scoperte. A quel punto però io e Claudia insistemmo per dare comunque quella quota a Carmen, visto che la casa lei e la sua famiglia la affittavano spesso e quindi per loro era una entrata mancata.

"Non ditelo neanche. Anche se la affittiamo, la usiamo spesso anche noi per passarci le vacanze. Per un paio di settimane non è un problema." Cercò di dissuaderci Carmen.
"Non se ne parla!" Insistette Claudia. "Come minimo hai una villetta sul mare con piscina privata."
Carmen rimase un attimo in silenzio. "No, dai, non è proprio sul mare, almeno dieci minuti, bisogna..."
"Visto?!" Continuò Claudia. "Non rompere le palle e accettali!"

Battibeccammo per un po', poi decidemmo saggiamente di riprendere il discorso una volta a casa di Carmen. Entrammo in un SUV grande abbastanza per ospitare tutti i nostri bagagli (con un po' di tecniche da Tetris). In poco più di mezz'ora percorremmo la strada che portava verso il sud dell'isola, costeggiando le affascinanti catene montuose di origine vulcanica che caratterizzano l'isola. Rocce e sabbia a perdita d'occhio costituivano un paesaggio a cui nessuno di noi era abituato. Certo, avevamo avuto la fortuna di viaggiare per l'Europa nonostante la nostra giovane età, ma era evidente come ci trovassimo in un ambiente completamente alieno a quello europeo o mediterraneo.

Un paio di svolte, e qualche paesino dopo, giungemmo a Castillo del Aguila, quello che potremmo definire un sobborgo prettamente residenziale affacciato alla costa sud dell'isola. Quando arrivammo a casa di Carmen fummo accolti in una piccola villetta con tanto di piscina privata annessa, come aveva correttamente predetto Claudia.

Ho già detto che Carmen è di famiglia ricca, e questo penso aiuti a consolidare l'idea. Eravamo in una villetta nel sud di Lanzarote, con tre camere da letto matrimoniali, due bagni, arredata splendidamente, e con una piscina privata e coperta da sguardi indiscreti. E aveva potuto permettersi di non affittarla per due settimane e concederla gratuitamente a un gruppo di amici.

"Ma questa casa è spaziale!" Commentò Claudia.
"Azz, Carmen...mi avevi detto che era grande, ma non pensavo così tanto!" Sostenne Carlotta.
"Dai, non è enorme. In 6 ci si sta bene, ma non larghi. Di solito la affittiamo a famiglie tedesche..." Rispose Carmen. Da brava ospite, aveva riempito il frigorifero di cibo e preparato tutte le camere come fossimo in un albergo. "Oh, non preoccupatevi per la pulizia e cose del genere, vengono a dare una rassettata tutte le mattine e puliscono una volta a settimana."

Cogliemmo al volo l'affermazione e ci accordammo almeno per pagare il servizio di pulizia della casa. Fortunatamente per i nostri sensi di colpa, accettò l'offerta. Il secondo dilemma, fu la divisione delle camere.

"Dai!" Insistette Claudia dopo alcuni scambi. "È casa tua, tieniti almeno una camera per te! Io e Sam abbiamo già dormito assieme, non c'è mica problema!"
"...ascolta Claudia, come te lo devo spiegare? Quando due persone si vogliono molto bene..." Iniziò Carmen.
"Oh. Ooooooh! Che stupida!" Reallizò Claudia improvvisamente. E per fortuna, perché io avevo una voglia matta di fare sesso con Carmen. "Certo che vi lascio in camera assieme, non ci avevo pensato che giustamente volevate anche scopare! Be', meglio così, ora ho un posto libero per ospitare Carlita ogni tanto!" Urlò verso Carlotta, che era nella sua camera.
"Ogni poco, vorrai dire!" Urlò in risposta Carlotta.
"Va bene, ma non lasciare Mic a secco!" Disse Claudia, ridendo.
"Impossibile, fidati! Anzi, almeno ci dividiamo il lavoro, che io non riesco a starle dietro." Disse Michele, uscendo dalla stanza a petto nudo.
"Mic, ma hai messo su più muscoli dall'ultima estate?" Disse languidamente Carmen, posando lo sguardo a lungo sul suo corpo.
"Uhm, può darsi? Mi sono allenato un bel po' per le gare quest'anno." Rispose Michele, senza farci troppo caso.
"Oh, Carmen, non me lo consumare!" Sentimmo nuovamente urlare Carlotta dalla sua camera.

Alcune risate e battutine dopo, e dopo aver finito di sistemare i nostri bagagli, decidemmo di fare una rapida doccia per rinfrescarci dalla fatica del viaggio. Ci dividemmo in coppie: iniziammo io e Michele e ci saremmo dati il cambio rispettivamente con Claudia e Carlotta (Carmen a differenza nostra era ancora pulita e profumata).

Essendo tra amici così intimi, non mi scomodai di entrare in bagno vestito o di portarmi il cambio. Lasciai i vestiti in camera per andare in bagno semplicemente in intimo.

"Samu, ma possibile che hai un culo più bello del mio?" Mi disse Carmen mentre uscivo.

Incassato volentieri il complimento di Carmen, per andare in bagno passai davanti alla camera di Michele e Carlotta, dove quest'ultima era stesa sul letto con il proprio smartphone in mano, in attesa di Michele. Si era liberata del vestito svolazzante che indossava poco prima e aveva addosso solo la parte di sotto dell'intimo. Alzò lo sguardo sentendomi passare.

"Aspetta, Sam! Ma...quello è un perizoma?!" Mi fermò alla soglia della porta.
"Sì...? Cos'è questo stupore? Mi pare che li usi anche tu!" Risposi con finto sarcasmo.
"Be', scusa se vederlo su un uomo è una vista insolita! Oh, sta meglio a te che a me eh, non fraintendermi...sai che hai proprio un bel culo?" Chiese retoricamente.
"Grazie tesoro, me lo state dicendo tutti! E tu sai che hai proprio delle belle tette?" Rilanciai.
"Sì, lo so!" Si strizzò le tette tra le mani e mi fece una linguaccia.

Mi avviai finalmente in doccia, e feci relativamente in fretta per lasciare il posto a Claudia il prima possibile. Legato un asciugamano in vita, uscii dal bagno, avvisai Claudia che era libero, e andai in camera. Lì Carmen era stesa prona sul letto. I pantaloncini sportivi che indossava erano così corti che lasciavano scoperta la parte iniziale delle natiche. La leggera canottiera le scopriva le spalle. Aveva un'abbronzatura dorata uniforme su tutta la pelle e fu inevitabile provare un po' di eccitazione a quella vista.

Mi slegai l'asciugamano dando le spalle a Carmen per cercare nella mia valigia qualcosa da indossare. Claudia fece un piccolo applauso alla vista del mio sedere, finché mi voltai verso di lei.

"Cazzo, Samu!" Commentò Carmen.

La vista delle tette di Carlotta prima, del culo di Carmen ora, e in generale una certa astinenza, mi avevano lasciato il pene in uno stato barzotto, nonostante non fosse completamente eretto.

"Sì?" Chiesi ironicamente.
"Non puoi starmi davanti così, col cazzo in vista!" Lamentò Carmen.
"Perché?! Non mi pare sia la prima volta!" Non era inizialmente mia intenzione provocarla, ma non mi lasciai sfuggire l'occasione. "E poi scusa, non morivi dalla voglia di succhiarlo fino all'altro giorno?"
"Certo che ho voglia, è proprio quello il problema!" Carmen sbuffò. Il discorso mi fece passare molto velocemente da "barzotto" a "quasi eretto". "Ho capito, ho capito!" Aggiunse, alla vista della mia erezione.

Carmen si alzò e chiuse la porta della camera, poi si sedette sul bordo del letto e mi fece cenno di avvicinarmi a lei.

"Vieni, fattelo succhiare, forza! E facciamo in fretta, non voglio far aspettare troppo gli altri."

Non me lo feci ripetere e appena fui nel suo raggio d'azione mi afferrò per il sedere e si tuffò sul mio cazzo, prendendolo fino in fondo e tenendolo in fondo alla gola per alcuni secondi, per poi staccarsi con un forte rumore di risucchio e lasciandomi il cazzo ricoperto della sua saliva.

"Ti sono mancata?" Mi chiese, guardandomi dal basso con un sorriso ammiccante.
"Da morire!" Risposi, sorridendole a mia volta.

Carmen amava il sesso orale, sia riceverlo che darlo. Normalmente avrei insistito per ricambiare, ma lei era ancora vestita di tutto punto e a breve saremmo usciti tutti assieme. Quindi, per una volta, mi godetti il movimento delle sue labbra su e giù lungo l'asta del mio cazzo senza pensare ad altro.

Mentre si muoveva avanti e indietro aveva l'accortezza di muovere la lingua sul glande ogni volta che le sue labbra erano vicine alla corona, per poi riaffondare fino a toccare il mio pube con il suo naso. Tutto ciò facendolo sembrare semplicissimo, come se fosse un atto completamente naturale.

Qualche minuto dopo si staccò con un forte suono bagnato, me lo prese nella sua mano destra e iniziò a muoverla, mentre con la sinistra mi afferrava i testicoli. Mi guardò con gli occhi spalancati.

"Succhiamele." Dissi semplicemente.

Li prese in bocca e iniziò a succhiarli e a rotearci attorno con la lingua, mentre con la mano continuava a masturbarmi. Sapevo che non era la sua cosa preferita e che lo faceva principalmente perché piaceva a me. Ma il punto era proprio questo: sapere che lo faceva per semplice dedizione rendeva tutto più eccitante.

Mentre lavorava sui miei testicoli con la lingua, aumentò la velocità della sua mano. I pompini erano la sua specialità, ma non è che non si difendesse bene con i lavori manuali. Anzi: iniziai presto ad ansimare, vicino all'orgasmo.

"Stai già per sborrare?" Mi disse con tono ironico, staccandosi dai miei testicoli e continuando a segarmi energicamente.
"Cazzo, se continui così ovvio..."
"Ottimo! Non fare lo stronzo e avvisami quanto stai sborrando, così ingoio tutto."

A questo punto ritengo doveroso rendervi partecipi di un particolare che la scrittura non può rendere in modo naturale e automatico. Non è un caso che Carmen utilizzasse il termine "sborra" e i suoi derivati così frequentemente. Di base, mi e sempre piaciuto che il sesso comprendesse un po' di conversazione e un po' di volgarità, ma l'accento spagnolo di Carmen le faceva pronunciare la parola "sborra" in un modo particolare che per qualche motivo trovavo molto eccitante.

Quando lo confessai a Carmen, iniziò a utilizzare il termine in maniera consapevole, più o meno spesso sulla base di quanto e come voleva eccitarmi. In quel momento voleva venissi in fretta, quindi lo utilizzò abbastanza spesso.

Proprio mentre la sua sega aumentava di ritmo e stavo per raggiungere l'orgasmo, bussarono alla nostra porta. "Scusate ragazzi, non voglio disturbare...ma non troviamo il fon da nessuna parte!" Era Carlotta, che stava chiaramente ridacchiando.
"Ma porca..." Sbottai.
Carmen si staccò dai miei testicoli per rispondere. "Arrivo!" Si alzò e mi lasciò col cazzo in tiro. "Mi spiace, più tardi continuiamo!" E mi lanciò un bacio.

Col cazzo ancora in completa erezione, fui costretto a guardare Carmen uscire dalla stanza per aiutare i nosti amici nella importantissima ricerca dell'asciugacapelli. "Non so nemmeno io dove sia, cerchiamolo." la sentii dire da dietro la porta. Conscio che quindi non sarebbe stata una ricerca veloce, decisi di rinunciare alle prestazioni orali della mia amica per il momento e mi rivestii.

Presi un paio di pantaloni in lino bianco e una semplice maglietta e uscii dalla camera. Nel frattempo la ricerca dell'asciugacapelli era andata a buon fine e mentre Claudia e Carlotta finivano di prepararsi, raggiunsi Carmen e Michele che erano seduti all'esterno. Carmen stava elogiando il fisico di Michele, e d'altronde non la si poteva biasimare: aveva indossato una T-shirt attillata che metteva in risalto i suoi muscoli prominenti.

"Ma c'è qualcuno con cui non ci provi?" Commentai scherzando, mentre prendevo posto accanto a loro.
"Quelli che non mi piacciono!" Mi replicò prontamente. "Siete tutti a rischio in questa vacanza!"
"Ti prego, non anche tu, già devo stare dietro a Carlotta..." Commentò Michele, scrollando la testa. "Non riuscirei a star dietro anche a te!"
"Che peccato! Meno male che c'è Sam allora!"
"Ah! Quindi ora io sarei il ripiego?!" Commentai con tono offeso.
"Non essere stupido, lo sai che per me non esistono ripieghi. Il problema è che mi piace troppa gente!" Mi lanciò sarcasticamente un bacio.
Scossi la testa. "Sarà una vacanza lunga." Mentii. In realtà sapevo che sarebbe passata troppo in fretta.
"Ma quindi voi scopate ancora, giusto?" Chiese Michele.
Annuimmo entrambi. "Quando nessuno dei due è impegnato, ovviamente." Aggiunse Carmen. "Che poi...se trovassi un ragazzo o una ragazza a cui non importa, io continuerei anche da impegnata eh."
"Va be', non è facile ma nemmeno impossibile." Replicò Michele. "Prendi me e Carlotta...cioè, non è che andiamo a farlo a destra e a sinistra, ma con persone fidate come Claudia..."
"Quindi è vero?!" Esclamò Carmen. "Non avevo capito se scherzavate o eravate seri..."
"Guarda...io sono uno che fa sesso spesso e volentieri, ma Carlotta è impossibile. Quindi, già per me non ci sarebbero problemi...ma così ho anche un po' di supporto per soddisfare l'assatanata." Scrollò le spalle. "Poi, che l'idea di Carlotta e Claudia che scopano me lo faccia venire duro, è un altro discorso."
"A proposito..." Intervenne Carmen. "Dove sono quelle due? La doccia l'avevano finita, no?" Si alzò e si guardò attorno.
"Io un'idea ce l'avrei..." Suggerì Michele, ridendo sotto i baffi.
"Anche io, ma non ho intenzione di farle divertire come vorebbero..."

Carmen si diresse a tutta velocità verso l'unica stanza con la porta chiusa e bussò forte. "Eh no principesse, continuate più tardi! Vestitevi che usciamo!"
"E daaaai, un minuto e veniamo!" Urlò da dentro la porta Carlotta. Non capii se il doppio senso fosse intenzionale...
"No no, io il mio pompino prima l'ho interrotto. Ora vi fermate anche voi!"
"Vai a finire il pompino allora!" Ribattè Carlotta.
"No, perché poi lasceremmo Mic da solo!"
"Fanne uno anche a lui!" Rispose di nuovo Carlotta, ridendo.
"Non rompete le palle e venite fuori!"
"Va bene, va bene, arriviamo!" Rispose Claudia, in un misto tra una risata e una lamentela.
"No, no, ora aprite la porta, non mi fido mica!"

Pochi attimi dopo la porta della stanza effettivamente si aprì. Ne uscì una Carlotta sorprendentemente vestita, che ci raggiunse con Carmen al seguito. Aveva uno dei suoi soliti abiti lunghi molto svolazzanti, probabilmente un abito da mare, bianco e con uno spacco molto alto a lato di una gamba. Anche lo scollo sul seno era molto generoso e mostrava una porzione abbondante del suo seno.

"Oh, non si può più nemmeno avere un momento di privacy qui!" Sbuffò Carlotta, sedendosi accanto a me.
"Lo stai dicendo proprio a me?" La rimproverai.
"Ops, vero, tu eri nella mia stessa posizione! Scusami!" Ridacchiò Carlotta. "Dai, siamo pari, hai ragione tu! Pace fatta?"
"Andata." Concordai. Ci stringemmo la mano in segno di pace.

Qualche minuto dopo uscì anche Claudia dalla sua stanza, indossando un paio di shorts in jeans e un semplice crop top bianco.

"Scusa Claudia, tesoro...ma sei sicura di voler uscire con quel top?" Chiese Carmen.
Claudia reagì stupita alla domanda di Carmen. "Sì...perché scusa?" Di certo Carmen non era tipa da farsi problemi per degli abiti troppo succinti, e comunque l'abbigliamento di Claudia non lo sembrava.
"Guarda che appena sollevi le braccia ti ritrovi con le tette di fuori!"
"Ma non è vero, guarda che copre abbastanza!" Detto ciò Claudio sollevò le braccia...e si ritrovò con le tette di fuori. "Ah." Esclamò semplicemente.
"Te l'avevo detto...oh, sei a Lanzarote, per carità, un paio di tette non stupiscono nessuno. Però magari se metti un reggiseno eviti di lasciarle di fuori contro la tua volontà!" Disse Carmen.
"Sì, certo, peccato che non ho mica portato reggiseni." Replicò Claudia. "E dubito che quelli di Carlotta mi starebbero."
"Magari il reggiseno di un costume?" Propose Carmen.
"No, non è un'opzione valida con i miei costumi...va be', il mio tentativo di non avere per una volta le tette di fuori è fallito miseramente, ci riprovo. Vado a cambiarmi il top."

Claudia rientrò in camera e ne uscì con un nuovo top decisamente più stabile: corto ma annodato sotto il seno, che lo metteva comunque molto in risalto - essendo piuttosto aderente - ma senza il rischio che uscisse tutto di fuori.

Carmen si assicurò che tutti ci portassimo una giacca per coprirci, dato che la sera col vento poteva fare anche molto fresco. Un avvertimento che si sarebbe rivelato presto fondamentale.

Il sole volgeva già al tramonto, ed eravamo tutti stanchi e affamati, motivo per cui rimandammo il nostro primo giro in spiaggia al giorno dopo. Carmen insistette per portarci a cena fuori (offrendo lei, ça va sans dire, nonostante le innumerevoli lamentele dei miei compagni di viaggio).

Dopo l'opera di convincimento di Carmen, riuscimmo a salire in auto alla volta di Playa Blanca, il paese adiacente a Castillo del Aguila, anch'esso con un'ampia zona residenziale ma caratterizzato anche da un lungomare ricco di locali e ristoranti. Carmen ci portò in un ristorante di pesce affacciato sul mare dai prezzi non esosi, ma di certo non economici.

"Qui in realtà è pieno di italiani e pizzerie, ma farvi mangiare pizza mi sarebbe sembrato offensivo." Disse saggiamente.

La cena fu estremamente piacevole. Pesce e crostacei erano ottimi, ma a farla da padrone fu la Malvasia Vulcanica, il vino bianco dolce tipico proprio dell'isola di Lanzarote. Per nostra fortuna, Michele è sempre stato un bevitore molto moderato e si prestò volentieri a farci da autista per il ritorno sorseggiando appena due calici in tutta la serata e permettendo a noi altri di darci dentro. E indovinate dove vanno a parare i discorsi di un gruppo di ragazzi appena diplomati che hanno bevuto un po'?

"Ma quindi? Questa storia che ora fate le robe a tre con Claudia?" Chiese incuriosita Carmen, rivolgendosi a Michele e Carlotta.
"Non facciamo robe a tre!" Commentò l'unico sobrio del gruppo.
"Non ancora, almeno! Prima o poi vi convincerò!" Aggiunse Carlotta.
"Non esiste, sei già abbastanza impegnativa dividendoci il lavoro. Non voglio fare di nuovo gli straordinari!" Ribattè Michele, facendoci ridere tutti quanti.
"E io mi sono un po' stancata di scopare con gli uomini." Aggiunse Claudia, più seria. "Onestamente? Per un po' preferirei far sesso solo con delle donne."
"E che problema c'è? C'è Carmen qui con noi, abbiamo trovato la terza!" Disse Carlotta, chiaramente più avanti di noi con l'alcol da come trascinava le parole.
"Ehi, ehi, non tiratemi in mezzo senza avvertire!" Replicò Carmen. "Io non sono pazza come te, ho un limite. E al contrario di Claudia, di solito faccio sesso sempre con Daniela, quindi per un po' ho voglia di cazzo."
"Uffaaaaaa!" Cantilenò Carlotta. "Poi dite sempre che sono pazza...non voglio scopare così tanto. Solo tre o quattro volte al giorno..." Continuò, un po' demoralizzata.
"Cazzo, Carlita!" Commentai. "Quattro volte al giorno è davvero tanto!"
"Per questo vi dicevo che me la smezzo con Claudia. Due volte io, due lei, e siamo tutti contenti. Io dopo la seconda onestamente proprio non riesco."
"Uffa, uffa, uffa!" Carlotta sbattè i piedi per terra come una bambina. "Va bene, niente cose a tre. Carmen ha voglia di cazzo, Claudia non ha voglia di cazzo...Sam, mi sei rimasto solo tu! Qualche volta che Carmen ti lascia libero fai un salto in camera mia. Dai, mi faccio perdonare per il pompino che ho interroto oggi pomeriggio...se Carmen non è gelosa." In quel momento, devo ammetterlo, mi montò quasi istantaneamente un'erezione.
"Io? Gelosa?!" Carmen si mise a ridere. "Non stiamo mica assieme! L'importante è che a fine giornata abbia abbastanza energia per pagare l'affitto alla padrona di casa..." E mi lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Dai, dai, non te lo consumo mica! Giusto un pompino, una spagnola, cose così..." Il tono di voce di Carlotta si era alzato e iniziavamo a temere di essere compresi dagli altri commensali.
"Vaaa bene, va bene, tu amore hai bevuto troppo. Ne parliamo quando sei sobria eh?" Intervenne Michele, un po' esasperato. "Quando beve è sempre così, ci sono abituato, tranquilli."
"Non è colpa mia se ho sempre voglia, daaaai." Biascicò Carlotta. Poi diede un bacio lungo e pieno di lingua al suo ragazzo, seguito da qualcosa sussurrato nell'orecchio.
Michele scosse la testa, ma sorrise. "Va bene, va bene, promesso!"

Carlotta già di suo non aveva molti freni inibitori, e di sesso si parlava spesso anche da sobri. Ma quando alzava troppo il gomito diventava particolarmente schietta e disinibita, al punto che rischiava facilmente di essere troppo diretta o troppo esplicita in ambienti poco adatti.

Per questo motivo, decidemmo che era il momento giusto per lasciare il locale dove ci trovavamo e dirigerci verso casa di Carmen. Carlotta si aggrappò al mio braccio da un lato e a quello di Michele dall'altro per riuscire a camminare dritta. Quando giungemmo all'auto di Carmen, Carlotta mi abbracciò improvvisamente.

"Sam, guarda che io ti voglio bene anche se non vuoi scopare con me eh!" Improvvisamente Carlotta si sentì in colpa, lo percepii chiaramente dal tono di voce.
"Lo so Carlita, lo so, tranquilla." Ricambiai l'abbraccio, stringendola più forte che potevo. "Ti voglio bene anche io."
"Anche se prima ti ho interrotto il pompino di Carmen?" Lo chiese con tono serio e preoccupato. "Lo so che non fate tutti sesso mille volte al giorno come me, scusami..."
"Certo, tranquilla." La rincuorai "Però non farci l'abitudine, ok?" Aggiunsi, scherzando.

Rimanemmo abbracciati. L'alcol, oltre a rimuovere freni inibitori di Carlotta, amplificava la sua già enorme empatia. In quel momento era seriamente preoccupata e dispiaciuta per aver interrotto il pompino di Carmen durante il pomeriggio, per quanto possa sembrare strano a dirsi. Mi sentii in dovere di offrirle il mio affetto e rassicurarla lasciando che decidesse lei il momento in cui sciogliere l'abbraccio.

In silenzio, restò tra le mie braccia per un minuto abbondante prima di ritenersi soddisfatta. "Grazie" fu l'unica altra parola che aggiunse. Le rivolsi il miglior sorriso che potessi fare per una delle mie migliori amiche.

In auto le ragazze - che erano sedute nei sedili di dietro - si addormentarono immediatamente, nonostante il tragitto fosse comunque abbastanza breve. Io tenni compagnia a Michele, essendo un po' più sobrio delle ragazze e riuscendo a rimanere sveglio.

Non conoscendo la strada e avendo bevuto un po' anche Michele, guidammo piano e scambiammo qualche parola.

"Tutto bene con Carlita, vero?" Chiesi verso la fine del tragitto. Ero leggermente preoccupato dalle rocambolesche avance di Carlotta nei miei confronti.
"Ma va, figurati. Quando beve fa sempre così, ci sono abituato."
"No, intendevo..."
"Lo so cosa intendevi, tranquillo. Lo so già da una vita che le piaci. Ormai lo sapete, siamo una coppia aperta." Mi disse con calma.
"Io non so esattamente come fate...non ci riuscirei con una persona di cui sono innamorato."
"Ognuno è diverso, no?" Disse saggiamente. "L'importante è che entrambi sappiamo e approviamo con chi andiamo, che si faccia sempre sesso sicuro...e basta. Il sesso è sesso, l'amore per noi è una cosa separata." Si prese un attimo di pausa. "È come andare a bere qualcosa, ok? Certo, la mia persona preferita con uscire a bere è Carlotta, ma nonostante ciò mi diverto anche a bere con gli amici."
"Oh, ok...un paragone un po' strano, ma ho capito cosa intendi."

La discussione morì a quel punto, perché fummo costretti a svegliare Carmen per capire dove girare tra le mille vie del sobborgo residenziale.

Arrivati a casa, ci prendemmo giusto il tempo necessario per andare tutti velocemente al bagno. Avevamo viaggiato tutti, avevamo bevuto...eravamo stanchi.

Dopo una rinfrescata diedi il cambio a Carmen. Rientrato in camera mi liberai dell'asciugamano e mi buttai nudo supino sul letto, ancora piuttosto stordito dall'alcool. Rimasi in uno stato di parziale torpore per un tempo non meglio definito, finché non sentii la porta della camera chiudersi.

Carmen aveva finito di farsi la doccia e la osservai pigramente mentre si liberava dell'asciugamano. La trovai bellissima, ma in quel momento ero abbastanza steso dall'alcool e dal sonno che mi limitai all'osservazione platonica. Credo che Carmen fu dello stesso avviso, si stese semplicemente accanto a me.

"Mi ero dimenticata che tu dormi nudo." Osservò ridacchiando.
"...è un problema?" Chiesi ironicamente.
"No no, anzi!" Ridacchiò nuovamente. "Oggi provo a dormire nuda anche io!" Lo disse come se fosse una grande proposta.
"Non si torna più indietro, ti avviso..." Avevo capito perfettamente che stava cercando di provocarmi, ma in quel momento il sonno dovuto all'alcol stava avendo la meglio e provai a sviare il discorso. "Non hai mai provato prima?"
"No...non so perché, non ci ho mai pensato. Ma vedere te nudo mi ha fatto venir voglia di provare!" Dal tono di voce, sembrò desistere dal tentativo provocatorio.

Mentre entrambi stavamo lentamente scivolando verso il meritato sonno, fummo bruscamente interrotti da degli inequivocabili gemiti provenienti dalla stanza accando alla nostra, dove dormivano Michele e Carlotta.

"Davvero...?" Commentò Carmen, infastidita per il risveglio inaspettato.
"Non ci provano nemmeno a trattenersi..." Commentai, un po' in fastidito anche io.

Potevamo sentire i gemiti e i sospiri di entrambi, ma Carlotta passò presto a urlare senza ritegno alcuno.

"Shhh, ci sentono!" Sentimmo lamentarsi Michele.
"Lo so!" Rispose Carlotta, rilasciando un altro gemito di piacere.

Io e Carmen ci guardammo, e contemporaneamente sospirammo e scotemmo la testa. Chiaramente non era ancora del tutto sobria.

"Be', almeno Mic ci ha provato." Sorrisi.
"Dai, sfondami!" Sentimmo ancora urlare Carlotta dall'altra parte del muro.
"Ma...sul serio?" Intervenne a bassa voce Carmen. "Ti stai eccitando?!" Esclamò, sorpresa.
Non aveva torto. Ero ancora infastidito dal risveglio, ma forse l'essere in debito di un orgasmo fece prevalere altre parti del mio corpo. "Non l'ho fatto apposta, davvero." Ed era vero.
"Va be', ormai siamo svegli, no?" Nel dirlo raggiunse il mio pene in erezione con la sua mano sinistra, muovendola lentamente lungo l'asta. "Avevamo lasciato qualcosa in sospeso oggi pomeriggio..."

Carmen scese tra le mie gambe e mi accolse delicamente in bocca. Iniziò un lento pompino, in palese contrasto con l'amplesso energico e fomentato che stava avvenendo dall'altra parte del muro. Non c'era esattamente passione in quel momento, quanto molta calma e grande fiducia. Sapevamo che quell'atto piaceva a entrambi e non c'era alcun motivo di fare in fretta, considerando soprattutto che non saremmo potuti tornare a dormire presto a causa della performance della nostra amica non troppo sobria.

Senza troppe cerimonie, Carmen interruppe temporaneamente il lavoro con la sua bocca per mettere le sue gambe ai lati della mia testa, sbattendomi letteralmente in faccia la sua vagina. Non ci fu bisogno di parlare: ricominciò il pompino solo dopo che iniziai a leccarla tra le gambe. Ci lasciammo quindi andare in un lento e pigro sessantanove, qualcosa di rodato e rilassante che portasse facilmente entrambi all'orgasmo. Venimmo qualche minuto dopo il rumoroso orgasmo di Carlotta, senza alcuna fanfara, e crollammo di nuovo nel sonno poco dopo senza nemmeno rendercene conto.



Come avrete potuto notare, niente sole e mare. Ho ritenuto fondamentale introdurre ancora un po' Carmen, anche sessualmente. Non c'è molto, ma c'è abbastanza per dare un'idea del tipo di persona che è...è ovvio che altri dettagli salteranno fuori col tempo.

Come sapete non sono un grande fan delle scene più "esplicite", nonostante mi diverta scriverle - ovviamente! Ma qui...capirete a un certo punto che era necessario rendervi partecipi.

La parte successiva è già in scrittura e sarà certamente più nelle corde della vera essenza di questi racconti. Se non saltano fuori altri improvvisi lavorativi e personali, dovrebbe arrivare presto!

Grazie a tutti per la pazienza :)
perdonami ma forse ho perso un pezzo, io ero rimasto a camilla che ti aspettava al bancone..
 
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perdonami ma forse ho perso un pezzo, io ero rimasto a camilla che ti aspettava al bancone..
Non ti sei perso nulla, ho già detto che quell'avvenimento non lo racconterò a breve, perché diciamo che si allontana dal "filo narrativo" che ho tenuto fin'ora. Diciamo che il mio obiettivo non è mai stato vantarmi delle mie conquiste, ma raccontare altro.


Poi, se a furor di popolo tutti vogliono sapere di Camilla, posso prendere in considerazione l'idea di scrivere una sorta di spin-off :) ma darò la priorità ai racconti che coinvolgono il mio gruppo di amici intimi.
 

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Non ti sei perso nulla, ho già detto che quell'avvenimento non lo racconterò a breve, perché diciamo che si allontana dal "filo narrativo" che ho tenuto fin'ora. Diciamo che il mio obiettivo non è mai stato vantarmi delle mie conquiste, ma raccontare altro.


Poi, se a furor di popolo tutti vogliono sapere di Camilla, posso prendere in considerazione l'idea di scrivere una sorta di spin-off :) ma darò la priorità ai racconti che coinvolgono il mio gruppo di amici intimi.
grazie mille della delucidazione :) continua cosi
 

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Evvai! Aspettavamo con ansia questo nuovo capitolo!
Finalmente sono riuscito a consegnarvi la prima parte del nuovo capitolo!

Mi scuso per il notevole ritardo, ma si sono susseguite una serie di incombenze una dietro l'altra. Prima ero occupato io, poi era occupato chi doveva rileggere il capitolo, poi di nuovo occupato io...

Cose della vita reale, sapete com'è.

Venendo a noi, questo sarà una parte introduttiva per il capitolo (i capitoli?) che riguardano la nostra vacanza alle Canarie. Capisco potrebbe risultare poco interessante, ma era importante fare una specie di "introduzione".

Buona lettura!



Capitolo 4
Parte 1


Carlotta: Mi raccomando, non fate tardi o vi ammazzo uno per uno, è una promessa!

Carlotta ci diede appuntamento nel primo pomeriggio in aeroporto, assicurandosi con grande calma e pace interiore che nessuno di noi facesse tardi. Riuscimmo a organizzarci con i miei genitori e quelli di Carlotta per farci accompagnare in aeroporto, e Carlotta si organizzò così bene che anche i nostri genitori sapevano dove saremmo andati, dove avremmo dormito, e quando saremmo partiti. Gli unici all'oscuro eravamo io, Claudia e Michele.

Tuttavia, io feci le mie ricerche sulle base dell'orario di partenza, e le destinazioni possibili erano due: Lanzarote e Tenerife. Almeno fui in grado di restringere il campo. Sapendo che Carmen aveva una casa in una delle isole Canarie, provai a contattarla nella speranza di poterci incontrare durante la vacanza. Ovviamente anche lei sapeva dove saremmo andati, ma ci disse che purtroppo la sua casa era già affittata per quel periodo. Un buco nell'acqua.

Una volta ritrovati tutti all'ingresso dell'aeroporto, finalmente Carlotta ci consegnò i biglietti e scoprimmo la destinazione: Lanzarote. E per di più sembrava avere organizzato tutto con grande attenzione. Si era occupata di avere un'automobile per muoverci e per il primo giorno, che non avremmo avuto l'auto, avevamo anche il transfer verso il posto dove avremmo soggiornato - che comunque era ancora un mistero.

Il morale era alle stelle, come prevedibile. Carlotta continuava a vantarsi di aver organizzato la vacanza perfetta, di aver trovato un posto bellissimo dove dormire e di essersi informata moltissimo sui posti da vedere e che il proprietario del posto dove avremmo alloggiato fosse anche disposto a farci da guida o darci indicazioni in base al bisogno.

Il viaggio procedette senza intoppi e il volo fu particolarmente comodo e piacevole (per quanto comodo e piacevole si possa definire un volo in una compagnia low-cost senza spazio per le gambe, si intende) e all'atterraggio sebbene fosse pomeriggio inoltrato c'era ancora molta luce. Ritirati i bagagli, uscimmo dall'aeroporto dove ci avrebbe dovuto aspettare il nostro transfer. Immaginavo avrebbe tenuto il classico foglietto con il cognome di Carlotta, ma in realtà riconoscerlo fu ancora più semplice del previsto: il nostro transfer era Carmen.

Le corsi incontro lasciando la valigia agli altri - con Claudia che nel frattempo urlava per la sorpresa - e ci avvolgemmo in un abbraccio lungo e intenso. Erano mesi che non ci vedevamo e io che mi ero bevuto la sua storia della casa già affittata non mi aspettavo affatto di trovarla lì ad accoglierci. Non ci fu bisogno di dirsi nulla, eravamo genuinamente felici di vederci. Fu un susseguirsi di baci e abbracci colmi di emozione con tutti gli altri, e ci volle qualche minuto prima che riuscimmo a parlare.

"Sei-una-maledetta-STRONZA!" Rimproverò Claudia a Carlotta, dandole dei colpi sulla spalla.
"AHIA AHIA!" Replicò Carlotta. "E io che pensavo vi avrebbe fatto piacere!"
"Piacere?!" Intervenne Michele. "Siamo felicissimi! Ma potevi dircelo, maledetta!"
"E poi che sorpresa sarebbe stata?!" Sostenne Carlotta.

Nel frattempo io e Carmen eravamo nuovamente abbracciati. Il mio rapporto con Carmen era secondo solo a quello con Claudia, e ciò non aveva nulla a che fare con il sesso - nonostante fosse una piacevole aggiunta. Averla potuta vedere così, all'improvviso, fu un'emozione così forte che mi fece venire gli occhi lucidi. In quel momento ero la persona più felice del mondo: ero in compagnia delle persone a cui volevo più bene in assoluto e con cui avrei passato una vacanza che non sarebbe potuta essere altro che indimenticabile.

"Ehm-ehm." Claudia si schiarì la gola per interromperci. "Lungi da me interrompere il vostro momento romantico, ma vorremmo parlare anche con Carmen, sapete!"
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e finalmente Carmen prese la parola. "Non sapete quanto sia stato difficile non dirvi nulla! Sam mi aveva anche chiesto se per caso ero in zona e potevamo vederci, non credo di aver mai mentito con così tanta difficoltà. Sono così felice di vedervi!"

Anche gli altri avevano un bel rapporto con Carmen. Lei veniva spesso in Italia e sebbene inizialmente lo facesse per venire a trovare me, si integrò ben presto con il resto del gruppo e quando era in Italia ne era una parte fondamentale. Sembrava sempre che ci conoscesse da una vita, anche se forse questo era dovuto alla sua innata socialità e capacità di andare d'accordo con chiunque.

"Credo che ormai sia ovvio, ma siete miei ospiti!" Affermò Carmen.
"Ah, giusto!" Disse Carlotta, colpendosi la fronte con la mano. "Che sbadata, devo ridarvi parte dei soldi che mi avete dato!"

Ci furono degli attimi di lotta tra di noi. Carlotta ci aveva chiesto una quota più alta del necessario (che comprendeva anche l'ipotetico costo per l'alloggio) per non farci insospettire, con l'intenzione di restituircela a carte scoperte. A quel punto però io e Claudia insistemmo per dare comunque quella quota a Carmen, visto che la casa lei e la sua famiglia la affittavano spesso e quindi per loro era una entrata mancata.

"Non ditelo neanche. Anche se la affittiamo, la usiamo spesso anche noi per passarci le vacanze. Per un paio di settimane non è un problema." Cercò di dissuaderci Carmen.
"Non se ne parla!" Insistette Claudia. "Come minimo hai una villetta sul mare con piscina privata."
Carmen rimase un attimo in silenzio. "No, dai, non è proprio sul mare, almeno dieci minuti, bisogna..."
"Visto?!" Continuò Claudia. "Non rompere le palle e accettali!"

Battibeccammo per un po', poi decidemmo saggiamente di riprendere il discorso una volta a casa di Carmen. Entrammo in un SUV grande abbastanza per ospitare tutti i nostri bagagli (con un po' di tecniche da Tetris). In poco più di mezz'ora percorremmo la strada che portava verso il sud dell'isola, costeggiando le affascinanti catene montuose di origine vulcanica che caratterizzano l'isola. Rocce e sabbia a perdita d'occhio costituivano un paesaggio a cui nessuno di noi era abituato. Certo, avevamo avuto la fortuna di viaggiare per l'Europa nonostante la nostra giovane età, ma era evidente come ci trovassimo in un ambiente completamente alieno a quello europeo o mediterraneo.

Un paio di svolte, e qualche paesino dopo, giungemmo a Castillo del Aguila, quello che potremmo definire un sobborgo prettamente residenziale affacciato alla costa sud dell'isola. Quando arrivammo a casa di Carmen fummo accolti in una piccola villetta con tanto di piscina privata annessa, come aveva correttamente predetto Claudia.

Ho già detto che Carmen è di famiglia ricca, e questo penso aiuti a consolidare l'idea. Eravamo in una villetta nel sud di Lanzarote, con tre camere da letto matrimoniali, due bagni, arredata splendidamente, e con una piscina privata e coperta da sguardi indiscreti. E aveva potuto permettersi di non affittarla per due settimane e concederla gratuitamente a un gruppo di amici.

"Ma questa casa è spaziale!" Commentò Claudia.
"Azz, Carmen...mi avevi detto che era grande, ma non pensavo così tanto!" Sostenne Carlotta.
"Dai, non è enorme. In 6 ci si sta bene, ma non larghi. Di solito la affittiamo a famiglie tedesche..." Rispose Carmen. Da brava ospite, aveva riempito il frigorifero di cibo e preparato tutte le camere come fossimo in un albergo. "Oh, non preoccupatevi per la pulizia e cose del genere, vengono a dare una rassettata tutte le mattine e puliscono una volta a settimana."

Cogliemmo al volo l'affermazione e ci accordammo almeno per pagare il servizio di pulizia della casa. Fortunatamente per i nostri sensi di colpa, accettò l'offerta. Il secondo dilemma, fu la divisione delle camere.

"Dai!" Insistette Claudia dopo alcuni scambi. "È casa tua, tieniti almeno una camera per te! Io e Sam abbiamo già dormito assieme, non c'è mica problema!"
"...ascolta Claudia, come te lo devo spiegare? Quando due persone si vogliono molto bene..." Iniziò Carmen.
"Oh. Ooooooh! Che stupida!" Reallizò Claudia improvvisamente. E per fortuna, perché io avevo una voglia matta di fare sesso con Carmen. "Certo che vi lascio in camera assieme, non ci avevo pensato che giustamente volevate anche scopare! Be', meglio così, ora ho un posto libero per ospitare Carlita ogni tanto!" Urlò verso Carlotta, che era nella sua camera.
"Ogni poco, vorrai dire!" Urlò in risposta Carlotta.
"Va bene, ma non lasciare Mic a secco!" Disse Claudia, ridendo.
"Impossibile, fidati! Anzi, almeno ci dividiamo il lavoro, che io non riesco a starle dietro." Disse Michele, uscendo dalla stanza a petto nudo.
"Mic, ma hai messo su più muscoli dall'ultima estate?" Disse languidamente Carmen, posando lo sguardo a lungo sul suo corpo.
"Uhm, può darsi? Mi sono allenato un bel po' per le gare quest'anno." Rispose Michele, senza farci troppo caso.
"Oh, Carmen, non me lo consumare!" Sentimmo nuovamente urlare Carlotta dalla sua camera.

Alcune risate e battutine dopo, e dopo aver finito di sistemare i nostri bagagli, decidemmo di fare una rapida doccia per rinfrescarci dalla fatica del viaggio. Ci dividemmo in coppie: iniziammo io e Michele e ci saremmo dati il cambio rispettivamente con Claudia e Carlotta (Carmen a differenza nostra era ancora pulita e profumata).

Essendo tra amici così intimi, non mi scomodai di entrare in bagno vestito o di portarmi il cambio. Lasciai i vestiti in camera per andare in bagno semplicemente in intimo.

"Samu, ma possibile che hai un culo più bello del mio?" Mi disse Carmen mentre uscivo.

Incassato volentieri il complimento di Carmen, per andare in bagno passai davanti alla camera di Michele e Carlotta, dove quest'ultima era stesa sul letto con il proprio smartphone in mano, in attesa di Michele. Si era liberata del vestito svolazzante che indossava poco prima e aveva addosso solo la parte di sotto dell'intimo. Alzò lo sguardo sentendomi passare.

"Aspetta, Sam! Ma...quello è un perizoma?!" Mi fermò alla soglia della porta.
"Sì...? Cos'è questo stupore? Mi pare che li usi anche tu!" Risposi con finto sarcasmo.
"Be', scusa se vederlo su un uomo è una vista insolita! Oh, sta meglio a te che a me eh, non fraintendermi...sai che hai proprio un bel culo?" Chiese retoricamente.
"Grazie tesoro, me lo state dicendo tutti! E tu sai che hai proprio delle belle tette?" Rilanciai.
"Sì, lo so!" Si strizzò le tette tra le mani e mi fece una linguaccia.

Mi avviai finalmente in doccia, e feci relativamente in fretta per lasciare il posto a Claudia il prima possibile. Legato un asciugamano in vita, uscii dal bagno, avvisai Claudia che era libero, e andai in camera. Lì Carmen era stesa prona sul letto. I pantaloncini sportivi che indossava erano così corti che lasciavano scoperta la parte iniziale delle natiche. La leggera canottiera le scopriva le spalle. Aveva un'abbronzatura dorata uniforme su tutta la pelle e fu inevitabile provare un po' di eccitazione a quella vista.

Mi slegai l'asciugamano dando le spalle a Carmen per cercare nella mia valigia qualcosa da indossare. Claudia fece un piccolo applauso alla vista del mio sedere, finché mi voltai verso di lei.

"Cazzo, Samu!" Commentò Carmen.

La vista delle tette di Carlotta prima, del culo di Carmen ora, e in generale una certa astinenza, mi avevano lasciato il pene in uno stato barzotto, nonostante non fosse completamente eretto.

"Sì?" Chiesi ironicamente.
"Non puoi starmi davanti così, col cazzo in vista!" Lamentò Carmen.
"Perché?! Non mi pare sia la prima volta!" Non era inizialmente mia intenzione provocarla, ma non mi lasciai sfuggire l'occasione. "E poi scusa, non morivi dalla voglia di succhiarlo fino all'altro giorno?"
"Certo che ho voglia, è proprio quello il problema!" Carmen sbuffò. Il discorso mi fece passare molto velocemente da "barzotto" a "quasi eretto". "Ho capito, ho capito!" Aggiunse, alla vista della mia erezione.

Carmen si alzò e chiuse la porta della camera, poi si sedette sul bordo del letto e mi fece cenno di avvicinarmi a lei.

"Vieni, fattelo succhiare, forza! E facciamo in fretta, non voglio far aspettare troppo gli altri."

Non me lo feci ripetere e appena fui nel suo raggio d'azione mi afferrò per il sedere e si tuffò sul mio cazzo, prendendolo fino in fondo e tenendolo in fondo alla gola per alcuni secondi, per poi staccarsi con un forte rumore di risucchio e lasciandomi il cazzo ricoperto della sua saliva.

"Ti sono mancata?" Mi chiese, guardandomi dal basso con un sorriso ammiccante.
"Da morire!" Risposi, sorridendole a mia volta.

Carmen amava il sesso orale, sia riceverlo che darlo. Normalmente avrei insistito per ricambiare, ma lei era ancora vestita di tutto punto e a breve saremmo usciti tutti assieme. Quindi, per una volta, mi godetti il movimento delle sue labbra su e giù lungo l'asta del mio cazzo senza pensare ad altro.

Mentre si muoveva avanti e indietro aveva l'accortezza di muovere la lingua sul glande ogni volta che le sue labbra erano vicine alla corona, per poi riaffondare fino a toccare il mio pube con il suo naso. Tutto ciò facendolo sembrare semplicissimo, come se fosse un atto completamente naturale.

Qualche minuto dopo si staccò con un forte suono bagnato, me lo prese nella sua mano destra e iniziò a muoverla, mentre con la sinistra mi afferrava i testicoli. Mi guardò con gli occhi spalancati.

"Succhiamele." Dissi semplicemente.

Li prese in bocca e iniziò a succhiarli e a rotearci attorno con la lingua, mentre con la mano continuava a masturbarmi. Sapevo che non era la sua cosa preferita e che lo faceva principalmente perché piaceva a me. Ma il punto era proprio questo: sapere che lo faceva per semplice dedizione rendeva tutto più eccitante.

Mentre lavorava sui miei testicoli con la lingua, aumentò la velocità della sua mano. I pompini erano la sua specialità, ma non è che non si difendesse bene con i lavori manuali. Anzi: iniziai presto ad ansimare, vicino all'orgasmo.

"Stai già per sborrare?" Mi disse con tono ironico, staccandosi dai miei testicoli e continuando a segarmi energicamente.
"Cazzo, se continui così ovvio..."
"Ottimo! Non fare lo stronzo e avvisami quanto stai sborrando, così ingoio tutto."

A questo punto ritengo doveroso rendervi partecipi di un particolare che la scrittura non può rendere in modo naturale e automatico. Non è un caso che Carmen utilizzasse il termine "sborra" e i suoi derivati così frequentemente. Di base, mi e sempre piaciuto che il sesso comprendesse un po' di conversazione e un po' di volgarità, ma l'accento spagnolo di Carmen le faceva pronunciare la parola "sborra" in un modo particolare che per qualche motivo trovavo molto eccitante.

Quando lo confessai a Carmen, iniziò a utilizzare il termine in maniera consapevole, più o meno spesso sulla base di quanto e come voleva eccitarmi. In quel momento voleva venissi in fretta, quindi lo utilizzò abbastanza spesso.

Proprio mentre la sua sega aumentava di ritmo e stavo per raggiungere l'orgasmo, bussarono alla nostra porta. "Scusate ragazzi, non voglio disturbare...ma non troviamo il fon da nessuna parte!" Era Carlotta, che stava chiaramente ridacchiando.
"Ma porca..." Sbottai.
Carmen si staccò dai miei testicoli per rispondere. "Arrivo!" Si alzò e mi lasciò col cazzo in tiro. "Mi spiace, più tardi continuiamo!" E mi lanciò un bacio.

Col cazzo ancora in completa erezione, fui costretto a guardare Carmen uscire dalla stanza per aiutare i nosti amici nella importantissima ricerca dell'asciugacapelli. "Non so nemmeno io dove sia, cerchiamolo." la sentii dire da dietro la porta. Conscio che quindi non sarebbe stata una ricerca veloce, decisi di rinunciare alle prestazioni orali della mia amica per il momento e mi rivestii.

Presi un paio di pantaloni in lino bianco e una semplice maglietta e uscii dalla camera. Nel frattempo la ricerca dell'asciugacapelli era andata a buon fine e mentre Claudia e Carlotta finivano di prepararsi, raggiunsi Carmen e Michele che erano seduti all'esterno. Carmen stava elogiando il fisico di Michele, e d'altronde non la si poteva biasimare: aveva indossato una T-shirt attillata che metteva in risalto i suoi muscoli prominenti.

"Ma c'è qualcuno con cui non ci provi?" Commentai scherzando, mentre prendevo posto accanto a loro.
"Quelli che non mi piacciono!" Mi replicò prontamente. "Siete tutti a rischio in questa vacanza!"
"Ti prego, non anche tu, già devo stare dietro a Carlotta..." Commentò Michele, scrollando la testa. "Non riuscirei a star dietro anche a te!"
"Che peccato! Meno male che c'è Sam allora!"
"Ah! Quindi ora io sarei il ripiego?!" Commentai con tono offeso.
"Non essere stupido, lo sai che per me non esistono ripieghi. Il problema è che mi piace troppa gente!" Mi lanciò sarcasticamente un bacio.
Scossi la testa. "Sarà una vacanza lunga." Mentii. In realtà sapevo che sarebbe passata troppo in fretta.
"Ma quindi voi scopate ancora, giusto?" Chiese Michele.
Annuimmo entrambi. "Quando nessuno dei due è impegnato, ovviamente." Aggiunse Carmen. "Che poi...se trovassi un ragazzo o una ragazza a cui non importa, io continuerei anche da impegnata eh."
"Va be', non è facile ma nemmeno impossibile." Replicò Michele. "Prendi me e Carlotta...cioè, non è che andiamo a farlo a destra e a sinistra, ma con persone fidate come Claudia..."
"Quindi è vero?!" Esclamò Carmen. "Non avevo capito se scherzavate o eravate seri..."
"Guarda...io sono uno che fa sesso spesso e volentieri, ma Carlotta è impossibile. Quindi, già per me non ci sarebbero problemi...ma così ho anche un po' di supporto per soddisfare l'assatanata." Scrollò le spalle. "Poi, che l'idea di Carlotta e Claudia che scopano me lo faccia venire duro, è un altro discorso."
"A proposito..." Intervenne Carmen. "Dove sono quelle due? La doccia l'avevano finita, no?" Si alzò e si guardò attorno.
"Io un'idea ce l'avrei..." Suggerì Michele, ridendo sotto i baffi.
"Anche io, ma non ho intenzione di farle divertire come vorebbero..."

Carmen si diresse a tutta velocità verso l'unica stanza con la porta chiusa e bussò forte. "Eh no principesse, continuate più tardi! Vestitevi che usciamo!"
"E daaaai, un minuto e veniamo!" Urlò da dentro la porta Carlotta. Non capii se il doppio senso fosse intenzionale...
"No no, io il mio pompino prima l'ho interrotto. Ora vi fermate anche voi!"
"Vai a finire il pompino allora!" Ribattè Carlotta.
"No, perché poi lasceremmo Mic da solo!"
"Fanne uno anche a lui!" Rispose di nuovo Carlotta, ridendo.
"Non rompete le palle e venite fuori!"
"Va bene, va bene, arriviamo!" Rispose Claudia, in un misto tra una risata e una lamentela.
"No, no, ora aprite la porta, non mi fido mica!"

Pochi attimi dopo la porta della stanza effettivamente si aprì. Ne uscì una Carlotta sorprendentemente vestita, che ci raggiunse con Carmen al seguito. Aveva uno dei suoi soliti abiti lunghi molto svolazzanti, probabilmente un abito da mare, bianco e con uno spacco molto alto a lato di una gamba. Anche lo scollo sul seno era molto generoso e mostrava una porzione abbondante del suo seno.

"Oh, non si può più nemmeno avere un momento di privacy qui!" Sbuffò Carlotta, sedendosi accanto a me.
"Lo stai dicendo proprio a me?" La rimproverai.
"Ops, vero, tu eri nella mia stessa posizione! Scusami!" Ridacchiò Carlotta. "Dai, siamo pari, hai ragione tu! Pace fatta?"
"Andata." Concordai. Ci stringemmo la mano in segno di pace.

Qualche minuto dopo uscì anche Claudia dalla sua stanza, indossando un paio di shorts in jeans e un semplice crop top bianco.

"Scusa Claudia, tesoro...ma sei sicura di voler uscire con quel top?" Chiese Carmen.
Claudia reagì stupita alla domanda di Carmen. "Sì...perché scusa?" Di certo Carmen non era tipa da farsi problemi per degli abiti troppo succinti, e comunque l'abbigliamento di Claudia non lo sembrava.
"Guarda che appena sollevi le braccia ti ritrovi con le tette di fuori!"
"Ma non è vero, guarda che copre abbastanza!" Detto ciò Claudio sollevò le braccia...e si ritrovò con le tette di fuori. "Ah." Esclamò semplicemente.
"Te l'avevo detto...oh, sei a Lanzarote, per carità, un paio di tette non stupiscono nessuno. Però magari se metti un reggiseno eviti di lasciarle di fuori contro la tua volontà!" Disse Carmen.
"Sì, certo, peccato che non ho mica portato reggiseni." Replicò Claudia. "E dubito che quelli di Carlotta mi starebbero."
"Magari il reggiseno di un costume?" Propose Carmen.
"No, non è un'opzione valida con i miei costumi...va be', il mio tentativo di non avere per una volta le tette di fuori è fallito miseramente, ci riprovo. Vado a cambiarmi il top."

Claudia rientrò in camera e ne uscì con un nuovo top decisamente più stabile: corto ma annodato sotto il seno, che lo metteva comunque molto in risalto - essendo piuttosto aderente - ma senza il rischio che uscisse tutto di fuori.

Carmen si assicurò che tutti ci portassimo una giacca per coprirci, dato che la sera col vento poteva fare anche molto fresco. Un avvertimento che si sarebbe rivelato presto fondamentale.

Il sole volgeva già al tramonto, ed eravamo tutti stanchi e affamati, motivo per cui rimandammo il nostro primo giro in spiaggia al giorno dopo. Carmen insistette per portarci a cena fuori (offrendo lei, ça va sans dire, nonostante le innumerevoli lamentele dei miei compagni di viaggio).

Dopo l'opera di convincimento di Carmen, riuscimmo a salire in auto alla volta di Playa Blanca, il paese adiacente a Castillo del Aguila, anch'esso con un'ampia zona residenziale ma caratterizzato anche da un lungomare ricco di locali e ristoranti. Carmen ci portò in un ristorante di pesce affacciato sul mare dai prezzi non esosi, ma di certo non economici.

"Qui in realtà è pieno di italiani e pizzerie, ma farvi mangiare pizza mi sarebbe sembrato offensivo." Disse saggiamente.

La cena fu estremamente piacevole. Pesce e crostacei erano ottimi, ma a farla da padrone fu la Malvasia Vulcanica, il vino bianco dolce tipico proprio dell'isola di Lanzarote. Per nostra fortuna, Michele è sempre stato un bevitore molto moderato e si prestò volentieri a farci da autista per il ritorno sorseggiando appena due calici in tutta la serata e permettendo a noi altri di darci dentro. E indovinate dove vanno a parare i discorsi di un gruppo di ragazzi appena diplomati che hanno bevuto un po'?

"Ma quindi? Questa storia che ora fate le robe a tre con Claudia?" Chiese incuriosita Carmen, rivolgendosi a Michele e Carlotta.
"Non facciamo robe a tre!" Commentò l'unico sobrio del gruppo.
"Non ancora, almeno! Prima o poi vi convincerò!" Aggiunse Carlotta.
"Non esiste, sei già abbastanza impegnativa dividendoci il lavoro. Non voglio fare di nuovo gli straordinari!" Ribattè Michele, facendoci ridere tutti quanti.
"E io mi sono un po' stancata di scopare con gli uomini." Aggiunse Claudia, più seria. "Onestamente? Per un po' preferirei far sesso solo con delle donne."
"E che problema c'è? C'è Carmen qui con noi, abbiamo trovato la terza!" Disse Carlotta, chiaramente più avanti di noi con l'alcol da come trascinava le parole.
"Ehi, ehi, non tiratemi in mezzo senza avvertire!" Replicò Carmen. "Io non sono pazza come te, ho un limite. E al contrario di Claudia, di solito faccio sesso sempre con Daniela, quindi per un po' ho voglia di cazzo."
"Uffaaaaaa!" Cantilenò Carlotta. "Poi dite sempre che sono pazza...non voglio scopare così tanto. Solo tre o quattro volte al giorno..." Continuò, un po' demoralizzata.
"Cazzo, Carlita!" Commentai. "Quattro volte al giorno è davvero tanto!"
"Per questo vi dicevo che me la smezzo con Claudia. Due volte io, due lei, e siamo tutti contenti. Io dopo la seconda onestamente proprio non riesco."
"Uffa, uffa, uffa!" Carlotta sbattè i piedi per terra come una bambina. "Va bene, niente cose a tre. Carmen ha voglia di cazzo, Claudia non ha voglia di cazzo...Sam, mi sei rimasto solo tu! Qualche volta che Carmen ti lascia libero fai un salto in camera mia. Dai, mi faccio perdonare per il pompino che ho interroto oggi pomeriggio...se Carmen non è gelosa." In quel momento, devo ammetterlo, mi montò quasi istantaneamente un'erezione.
"Io? Gelosa?!" Carmen si mise a ridere. "Non stiamo mica assieme! L'importante è che a fine giornata abbia abbastanza energia per pagare l'affitto alla padrona di casa..." E mi lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Dai, dai, non te lo consumo mica! Giusto un pompino, una spagnola, cose così..." Il tono di voce di Carlotta si era alzato e iniziavamo a temere di essere compresi dagli altri commensali.
"Vaaa bene, va bene, tu amore hai bevuto troppo. Ne parliamo quando sei sobria eh?" Intervenne Michele, un po' esasperato. "Quando beve è sempre così, ci sono abituato, tranquilli."
"Non è colpa mia se ho sempre voglia, daaaai." Biascicò Carlotta. Poi diede un bacio lungo e pieno di lingua al suo ragazzo, seguito da qualcosa sussurrato nell'orecchio.
Michele scosse la testa, ma sorrise. "Va bene, va bene, promesso!"

Carlotta già di suo non aveva molti freni inibitori, e di sesso si parlava spesso anche da sobri. Ma quando alzava troppo il gomito diventava particolarmente schietta e disinibita, al punto che rischiava facilmente di essere troppo diretta o troppo esplicita in ambienti poco adatti.

Per questo motivo, decidemmo che era il momento giusto per lasciare il locale dove ci trovavamo e dirigerci verso casa di Carmen. Carlotta si aggrappò al mio braccio da un lato e a quello di Michele dall'altro per riuscire a camminare dritta. Quando giungemmo all'auto di Carmen, Carlotta mi abbracciò improvvisamente.

"Sam, guarda che io ti voglio bene anche se non vuoi scopare con me eh!" Improvvisamente Carlotta si sentì in colpa, lo percepii chiaramente dal tono di voce.
"Lo so Carlita, lo so, tranquilla." Ricambiai l'abbraccio, stringendola più forte che potevo. "Ti voglio bene anche io."
"Anche se prima ti ho interrotto il pompino di Carmen?" Lo chiese con tono serio e preoccupato. "Lo so che non fate tutti sesso mille volte al giorno come me, scusami..."
"Certo, tranquilla." La rincuorai "Però non farci l'abitudine, ok?" Aggiunsi, scherzando.

Rimanemmo abbracciati. L'alcol, oltre a rimuovere freni inibitori di Carlotta, amplificava la sua già enorme empatia. In quel momento era seriamente preoccupata e dispiaciuta per aver interrotto il pompino di Carmen durante il pomeriggio, per quanto possa sembrare strano a dirsi. Mi sentii in dovere di offrirle il mio affetto e rassicurarla lasciando che decidesse lei il momento in cui sciogliere l'abbraccio.

In silenzio, restò tra le mie braccia per un minuto abbondante prima di ritenersi soddisfatta. "Grazie" fu l'unica altra parola che aggiunse. Le rivolsi il miglior sorriso che potessi fare per una delle mie migliori amiche.

In auto le ragazze - che erano sedute nei sedili di dietro - si addormentarono immediatamente, nonostante il tragitto fosse comunque abbastanza breve. Io tenni compagnia a Michele, essendo un po' più sobrio delle ragazze e riuscendo a rimanere sveglio.

Non conoscendo la strada e avendo bevuto un po' anche Michele, guidammo piano e scambiammo qualche parola.

"Tutto bene con Carlita, vero?" Chiesi verso la fine del tragitto. Ero leggermente preoccupato dalle rocambolesche avance di Carlotta nei miei confronti.
"Ma va, figurati. Quando beve fa sempre così, ci sono abituato."
"No, intendevo..."
"Lo so cosa intendevi, tranquillo. Lo so già da una vita che le piaci. Ormai lo sapete, siamo una coppia aperta." Mi disse con calma.
"Io non so esattamente come fate...non ci riuscirei con una persona di cui sono innamorato."
"Ognuno è diverso, no?" Disse saggiamente. "L'importante è che entrambi sappiamo e approviamo con chi andiamo, che si faccia sempre sesso sicuro...e basta. Il sesso è sesso, l'amore per noi è una cosa separata." Si prese un attimo di pausa. "È come andare a bere qualcosa, ok? Certo, la mia persona preferita con uscire a bere è Carlotta, ma nonostante ciò mi diverto anche a bere con gli amici."
"Oh, ok...un paragone un po' strano, ma ho capito cosa intendi."

La discussione morì a quel punto, perché fummo costretti a svegliare Carmen per capire dove girare tra le mille vie del sobborgo residenziale.

Arrivati a casa, ci prendemmo giusto il tempo necessario per andare tutti velocemente al bagno. Avevamo viaggiato tutti, avevamo bevuto...eravamo stanchi.

Dopo una rinfrescata diedi il cambio a Carmen. Rientrato in camera mi liberai dell'asciugamano e mi buttai nudo supino sul letto, ancora piuttosto stordito dall'alcool. Rimasi in uno stato di parziale torpore per un tempo non meglio definito, finché non sentii la porta della camera chiudersi.

Carmen aveva finito di farsi la doccia e la osservai pigramente mentre si liberava dell'asciugamano. La trovai bellissima, ma in quel momento ero abbastanza steso dall'alcool e dal sonno che mi limitai all'osservazione platonica. Credo che Carmen fu dello stesso avviso, si stese semplicemente accanto a me.

"Mi ero dimenticata che tu dormi nudo." Osservò ridacchiando.
"...è un problema?" Chiesi ironicamente.
"No no, anzi!" Ridacchiò nuovamente. "Oggi provo a dormire nuda anche io!" Lo disse come se fosse una grande proposta.
"Non si torna più indietro, ti avviso..." Avevo capito perfettamente che stava cercando di provocarmi, ma in quel momento il sonno dovuto all'alcol stava avendo la meglio e provai a sviare il discorso. "Non hai mai provato prima?"
"No...non so perché, non ci ho mai pensato. Ma vedere te nudo mi ha fatto venir voglia di provare!" Dal tono di voce, sembrò desistere dal tentativo provocatorio.

Mentre entrambi stavamo lentamente scivolando verso il meritato sonno, fummo bruscamente interrotti da degli inequivocabili gemiti provenienti dalla stanza accando alla nostra, dove dormivano Michele e Carlotta.

"Davvero...?" Commentò Carmen, infastidita per il risveglio inaspettato.
"Non ci provano nemmeno a trattenersi..." Commentai, un po' in fastidito anche io.

Potevamo sentire i gemiti e i sospiri di entrambi, ma Carlotta passò presto a urlare senza ritegno alcuno.

"Shhh, ci sentono!" Sentimmo lamentarsi Michele.
"Lo so!" Rispose Carlotta, rilasciando un altro gemito di piacere.

Io e Carmen ci guardammo, e contemporaneamente sospirammo e scotemmo la testa. Chiaramente non era ancora del tutto sobria.

"Be', almeno Mic ci ha provato." Sorrisi.
"Dai, sfondami!" Sentimmo ancora urlare Carlotta dall'altra parte del muro.
"Ma...sul serio?" Intervenne a bassa voce Carmen. "Ti stai eccitando?!" Esclamò, sorpresa.
Non aveva torto. Ero ancora infastidito dal risveglio, ma forse l'essere in debito di un orgasmo fece prevalere altre parti del mio corpo. "Non l'ho fatto apposta, davvero." Ed era vero.
"Va be', ormai siamo svegli, no?" Nel dirlo raggiunse il mio pene in erezione con la sua mano sinistra, muovendola lentamente lungo l'asta. "Avevamo lasciato qualcosa in sospeso oggi pomeriggio..."

Carmen scese tra le mie gambe e mi accolse delicamente in bocca. Iniziò un lento pompino, in palese contrasto con l'amplesso energico e fomentato che stava avvenendo dall'altra parte del muro. Non c'era esattamente passione in quel momento, quanto molta calma e grande fiducia. Sapevamo che quell'atto piaceva a entrambi e non c'era alcun motivo di fare in fretta, considerando soprattutto che non saremmo potuti tornare a dormire presto a causa della performance della nostra amica non troppo sobria.

Senza troppe cerimonie, Carmen interruppe temporaneamente il lavoro con la sua bocca per mettere le sue gambe ai lati della mia testa, sbattendomi letteralmente in faccia la sua vagina. Non ci fu bisogno di parlare: ricominciò il pompino solo dopo che iniziai a leccarla tra le gambe. Ci lasciammo quindi andare in un lento e pigro sessantanove, qualcosa di rodato e rilassante che portasse facilmente entrambi all'orgasmo. Venimmo qualche minuto dopo il rumoroso orgasmo di Carlotta, senza alcuna fanfara, e crollammo di nuovo nel sonno poco dopo senza nemmeno rendercene conto.



Come avrete potuto notare, niente sole e mare. Ho ritenuto fondamentale introdurre ancora un po' Carmen, anche sessualmente. Non c'è molto, ma c'è abbastanza per dare un'idea del tipo di persona che è...è ovvio che altri dettagli salteranno fuori col tempo.

Come sapete non sono un grande fan delle scene più "esplicite", nonostante mi diverta scriverle - ovviamente! Ma qui...capirete a un certo punto che era necessario rendervi partecipi.

La parte successiva è già in scrittura e sarà certamente più nelle corde della vera essenza di questi racconti. Se non saltano fuori altri improvvisi lavorativi e personali, dovrebbe arrivare presto!

Grazie a tutti per la pazienza :)
Speriamo arrivino presto anche gli altri!
 

Giovanninocovelli

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Finalmente sono riuscito a consegnarvi la prima parte del nuovo capitolo!

Mi scuso per il notevole ritardo, ma si sono susseguite una serie di incombenze una dietro l'altra. Prima ero occupato io, poi era occupato chi doveva rileggere il capitolo, poi di nuovo occupato io...

Cose della vita reale, sapete com'è.

Venendo a noi, questo sarà una parte introduttiva per il capitolo (i capitoli?) che riguardano la nostra vacanza alle Canarie. Capisco potrebbe risultare poco interessante, ma era importante fare una specie di "introduzione".

Buona lettura!



Capitolo 4
Parte 1


Carlotta: Mi raccomando, non fate tardi o vi ammazzo uno per uno, è una promessa!

Carlotta ci diede appuntamento nel primo pomeriggio in aeroporto, assicurandosi con grande calma e pace interiore che nessuno di noi facesse tardi. Riuscimmo a organizzarci con i miei genitori e quelli di Carlotta per farci accompagnare in aeroporto, e Carlotta si organizzò così bene che anche i nostri genitori sapevano dove saremmo andati, dove avremmo dormito, e quando saremmo partiti. Gli unici all'oscuro eravamo io, Claudia e Michele.

Tuttavia, io feci le mie ricerche sulle base dell'orario di partenza, e le destinazioni possibili erano due: Lanzarote e Tenerife. Almeno fui in grado di restringere il campo. Sapendo che Carmen aveva una casa in una delle isole Canarie, provai a contattarla nella speranza di poterci incontrare durante la vacanza. Ovviamente anche lei sapeva dove saremmo andati, ma ci disse che purtroppo la sua casa era già affittata per quel periodo. Un buco nell'acqua.

Una volta ritrovati tutti all'ingresso dell'aeroporto, finalmente Carlotta ci consegnò i biglietti e scoprimmo la destinazione: Lanzarote. E per di più sembrava avere organizzato tutto con grande attenzione. Si era occupata di avere un'automobile per muoverci e per il primo giorno, che non avremmo avuto l'auto, avevamo anche il transfer verso il posto dove avremmo soggiornato - che comunque era ancora un mistero.

Il morale era alle stelle, come prevedibile. Carlotta continuava a vantarsi di aver organizzato la vacanza perfetta, di aver trovato un posto bellissimo dove dormire e di essersi informata moltissimo sui posti da vedere e che il proprietario del posto dove avremmo alloggiato fosse anche disposto a farci da guida o darci indicazioni in base al bisogno.

Il viaggio procedette senza intoppi e il volo fu particolarmente comodo e piacevole (per quanto comodo e piacevole si possa definire un volo in una compagnia low-cost senza spazio per le gambe, si intende) e all'atterraggio sebbene fosse pomeriggio inoltrato c'era ancora molta luce. Ritirati i bagagli, uscimmo dall'aeroporto dove ci avrebbe dovuto aspettare il nostro transfer. Immaginavo avrebbe tenuto il classico foglietto con il cognome di Carlotta, ma in realtà riconoscerlo fu ancora più semplice del previsto: il nostro transfer era Carmen.

Le corsi incontro lasciando la valigia agli altri - con Claudia che nel frattempo urlava per la sorpresa - e ci avvolgemmo in un abbraccio lungo e intenso. Erano mesi che non ci vedevamo e io che mi ero bevuto la sua storia della casa già affittata non mi aspettavo affatto di trovarla lì ad accoglierci. Non ci fu bisogno di dirsi nulla, eravamo genuinamente felici di vederci. Fu un susseguirsi di baci e abbracci colmi di emozione con tutti gli altri, e ci volle qualche minuto prima che riuscimmo a parlare.

"Sei-una-maledetta-STRONZA!" Rimproverò Claudia a Carlotta, dandole dei colpi sulla spalla.
"AHIA AHIA!" Replicò Carlotta. "E io che pensavo vi avrebbe fatto piacere!"
"Piacere?!" Intervenne Michele. "Siamo felicissimi! Ma potevi dircelo, maledetta!"
"E poi che sorpresa sarebbe stata?!" Sostenne Carlotta.

Nel frattempo io e Carmen eravamo nuovamente abbracciati. Il mio rapporto con Carmen era secondo solo a quello con Claudia, e ciò non aveva nulla a che fare con il sesso - nonostante fosse una piacevole aggiunta. Averla potuta vedere così, all'improvviso, fu un'emozione così forte che mi fece venire gli occhi lucidi. In quel momento ero la persona più felice del mondo: ero in compagnia delle persone a cui volevo più bene in assoluto e con cui avrei passato una vacanza che non sarebbe potuta essere altro che indimenticabile.

"Ehm-ehm." Claudia si schiarì la gola per interromperci. "Lungi da me interrompere il vostro momento romantico, ma vorremmo parlare anche con Carmen, sapete!"
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e finalmente Carmen prese la parola. "Non sapete quanto sia stato difficile non dirvi nulla! Sam mi aveva anche chiesto se per caso ero in zona e potevamo vederci, non credo di aver mai mentito con così tanta difficoltà. Sono così felice di vedervi!"

Anche gli altri avevano un bel rapporto con Carmen. Lei veniva spesso in Italia e sebbene inizialmente lo facesse per venire a trovare me, si integrò ben presto con il resto del gruppo e quando era in Italia ne era una parte fondamentale. Sembrava sempre che ci conoscesse da una vita, anche se forse questo era dovuto alla sua innata socialità e capacità di andare d'accordo con chiunque.

"Credo che ormai sia ovvio, ma siete miei ospiti!" Affermò Carmen.
"Ah, giusto!" Disse Carlotta, colpendosi la fronte con la mano. "Che sbadata, devo ridarvi parte dei soldi che mi avete dato!"

Ci furono degli attimi di lotta tra di noi. Carlotta ci aveva chiesto una quota più alta del necessario (che comprendeva anche l'ipotetico costo per l'alloggio) per non farci insospettire, con l'intenzione di restituircela a carte scoperte. A quel punto però io e Claudia insistemmo per dare comunque quella quota a Carmen, visto che la casa lei e la sua famiglia la affittavano spesso e quindi per loro era una entrata mancata.

"Non ditelo neanche. Anche se la affittiamo, la usiamo spesso anche noi per passarci le vacanze. Per un paio di settimane non è un problema." Cercò di dissuaderci Carmen.
"Non se ne parla!" Insistette Claudia. "Come minimo hai una villetta sul mare con piscina privata."
Carmen rimase un attimo in silenzio. "No, dai, non è proprio sul mare, almeno dieci minuti, bisogna..."
"Visto?!" Continuò Claudia. "Non rompere le palle e accettali!"

Battibeccammo per un po', poi decidemmo saggiamente di riprendere il discorso una volta a casa di Carmen. Entrammo in un SUV grande abbastanza per ospitare tutti i nostri bagagli (con un po' di tecniche da Tetris). In poco più di mezz'ora percorremmo la strada che portava verso il sud dell'isola, costeggiando le affascinanti catene montuose di origine vulcanica che caratterizzano l'isola. Rocce e sabbia a perdita d'occhio costituivano un paesaggio a cui nessuno di noi era abituato. Certo, avevamo avuto la fortuna di viaggiare per l'Europa nonostante la nostra giovane età, ma era evidente come ci trovassimo in un ambiente completamente alieno a quello europeo o mediterraneo.

Un paio di svolte, e qualche paesino dopo, giungemmo a Castillo del Aguila, quello che potremmo definire un sobborgo prettamente residenziale affacciato alla costa sud dell'isola. Quando arrivammo a casa di Carmen fummo accolti in una piccola villetta con tanto di piscina privata annessa, come aveva correttamente predetto Claudia.

Ho già detto che Carmen è di famiglia ricca, e questo penso aiuti a consolidare l'idea. Eravamo in una villetta nel sud di Lanzarote, con tre camere da letto matrimoniali, due bagni, arredata splendidamente, e con una piscina privata e coperta da sguardi indiscreti. E aveva potuto permettersi di non affittarla per due settimane e concederla gratuitamente a un gruppo di amici.

"Ma questa casa è spaziale!" Commentò Claudia.
"Azz, Carmen...mi avevi detto che era grande, ma non pensavo così tanto!" Sostenne Carlotta.
"Dai, non è enorme. In 6 ci si sta bene, ma non larghi. Di solito la affittiamo a famiglie tedesche..." Rispose Carmen. Da brava ospite, aveva riempito il frigorifero di cibo e preparato tutte le camere come fossimo in un albergo. "Oh, non preoccupatevi per la pulizia e cose del genere, vengono a dare una rassettata tutte le mattine e puliscono una volta a settimana."

Cogliemmo al volo l'affermazione e ci accordammo almeno per pagare il servizio di pulizia della casa. Fortunatamente per i nostri sensi di colpa, accettò l'offerta. Il secondo dilemma, fu la divisione delle camere.

"Dai!" Insistette Claudia dopo alcuni scambi. "È casa tua, tieniti almeno una camera per te! Io e Sam abbiamo già dormito assieme, non c'è mica problema!"
"...ascolta Claudia, come te lo devo spiegare? Quando due persone si vogliono molto bene..." Iniziò Carmen.
"Oh. Ooooooh! Che stupida!" Reallizò Claudia improvvisamente. E per fortuna, perché io avevo una voglia matta di fare sesso con Carmen. "Certo che vi lascio in camera assieme, non ci avevo pensato che giustamente volevate anche scopare! Be', meglio così, ora ho un posto libero per ospitare Carlita ogni tanto!" Urlò verso Carlotta, che era nella sua camera.
"Ogni poco, vorrai dire!" Urlò in risposta Carlotta.
"Va bene, ma non lasciare Mic a secco!" Disse Claudia, ridendo.
"Impossibile, fidati! Anzi, almeno ci dividiamo il lavoro, che io non riesco a starle dietro." Disse Michele, uscendo dalla stanza a petto nudo.
"Mic, ma hai messo su più muscoli dall'ultima estate?" Disse languidamente Carmen, posando lo sguardo a lungo sul suo corpo.
"Uhm, può darsi? Mi sono allenato un bel po' per le gare quest'anno." Rispose Michele, senza farci troppo caso.
"Oh, Carmen, non me lo consumare!" Sentimmo nuovamente urlare Carlotta dalla sua camera.

Alcune risate e battutine dopo, e dopo aver finito di sistemare i nostri bagagli, decidemmo di fare una rapida doccia per rinfrescarci dalla fatica del viaggio. Ci dividemmo in coppie: iniziammo io e Michele e ci saremmo dati il cambio rispettivamente con Claudia e Carlotta (Carmen a differenza nostra era ancora pulita e profumata).

Essendo tra amici così intimi, non mi scomodai di entrare in bagno vestito o di portarmi il cambio. Lasciai i vestiti in camera per andare in bagno semplicemente in intimo.

"Samu, ma possibile che hai un culo più bello del mio?" Mi disse Carmen mentre uscivo.

Incassato volentieri il complimento di Carmen, per andare in bagno passai davanti alla camera di Michele e Carlotta, dove quest'ultima era stesa sul letto con il proprio smartphone in mano, in attesa di Michele. Si era liberata del vestito svolazzante che indossava poco prima e aveva addosso solo la parte di sotto dell'intimo. Alzò lo sguardo sentendomi passare.

"Aspetta, Sam! Ma...quello è un perizoma?!" Mi fermò alla soglia della porta.
"Sì...? Cos'è questo stupore? Mi pare che li usi anche tu!" Risposi con finto sarcasmo.
"Be', scusa se vederlo su un uomo è una vista insolita! Oh, sta meglio a te che a me eh, non fraintendermi...sai che hai proprio un bel culo?" Chiese retoricamente.
"Grazie tesoro, me lo state dicendo tutti! E tu sai che hai proprio delle belle tette?" Rilanciai.
"Sì, lo so!" Si strizzò le tette tra le mani e mi fece una linguaccia.

Mi avviai finalmente in doccia, e feci relativamente in fretta per lasciare il posto a Claudia il prima possibile. Legato un asciugamano in vita, uscii dal bagno, avvisai Claudia che era libero, e andai in camera. Lì Carmen era stesa prona sul letto. I pantaloncini sportivi che indossava erano così corti che lasciavano scoperta la parte iniziale delle natiche. La leggera canottiera le scopriva le spalle. Aveva un'abbronzatura dorata uniforme su tutta la pelle e fu inevitabile provare un po' di eccitazione a quella vista.

Mi slegai l'asciugamano dando le spalle a Carmen per cercare nella mia valigia qualcosa da indossare. Claudia fece un piccolo applauso alla vista del mio sedere, finché mi voltai verso di lei.

"Cazzo, Samu!" Commentò Carmen.

La vista delle tette di Carlotta prima, del culo di Carmen ora, e in generale una certa astinenza, mi avevano lasciato il pene in uno stato barzotto, nonostante non fosse completamente eretto.

"Sì?" Chiesi ironicamente.
"Non puoi starmi davanti così, col cazzo in vista!" Lamentò Carmen.
"Perché?! Non mi pare sia la prima volta!" Non era inizialmente mia intenzione provocarla, ma non mi lasciai sfuggire l'occasione. "E poi scusa, non morivi dalla voglia di succhiarlo fino all'altro giorno?"
"Certo che ho voglia, è proprio quello il problema!" Carmen sbuffò. Il discorso mi fece passare molto velocemente da "barzotto" a "quasi eretto". "Ho capito, ho capito!" Aggiunse, alla vista della mia erezione.

Carmen si alzò e chiuse la porta della camera, poi si sedette sul bordo del letto e mi fece cenno di avvicinarmi a lei.

"Vieni, fattelo succhiare, forza! E facciamo in fretta, non voglio far aspettare troppo gli altri."

Non me lo feci ripetere e appena fui nel suo raggio d'azione mi afferrò per il sedere e si tuffò sul mio cazzo, prendendolo fino in fondo e tenendolo in fondo alla gola per alcuni secondi, per poi staccarsi con un forte rumore di risucchio e lasciandomi il cazzo ricoperto della sua saliva.

"Ti sono mancata?" Mi chiese, guardandomi dal basso con un sorriso ammiccante.
"Da morire!" Risposi, sorridendole a mia volta.

Carmen amava il sesso orale, sia riceverlo che darlo. Normalmente avrei insistito per ricambiare, ma lei era ancora vestita di tutto punto e a breve saremmo usciti tutti assieme. Quindi, per una volta, mi godetti il movimento delle sue labbra su e giù lungo l'asta del mio cazzo senza pensare ad altro.

Mentre si muoveva avanti e indietro aveva l'accortezza di muovere la lingua sul glande ogni volta che le sue labbra erano vicine alla corona, per poi riaffondare fino a toccare il mio pube con il suo naso. Tutto ciò facendolo sembrare semplicissimo, come se fosse un atto completamente naturale.

Qualche minuto dopo si staccò con un forte suono bagnato, me lo prese nella sua mano destra e iniziò a muoverla, mentre con la sinistra mi afferrava i testicoli. Mi guardò con gli occhi spalancati.

"Succhiamele." Dissi semplicemente.

Li prese in bocca e iniziò a succhiarli e a rotearci attorno con la lingua, mentre con la mano continuava a masturbarmi. Sapevo che non era la sua cosa preferita e che lo faceva principalmente perché piaceva a me. Ma il punto era proprio questo: sapere che lo faceva per semplice dedizione rendeva tutto più eccitante.

Mentre lavorava sui miei testicoli con la lingua, aumentò la velocità della sua mano. I pompini erano la sua specialità, ma non è che non si difendesse bene con i lavori manuali. Anzi: iniziai presto ad ansimare, vicino all'orgasmo.

"Stai già per sborrare?" Mi disse con tono ironico, staccandosi dai miei testicoli e continuando a segarmi energicamente.
"Cazzo, se continui così ovvio..."
"Ottimo! Non fare lo stronzo e avvisami quanto stai sborrando, così ingoio tutto."

A questo punto ritengo doveroso rendervi partecipi di un particolare che la scrittura non può rendere in modo naturale e automatico. Non è un caso che Carmen utilizzasse il termine "sborra" e i suoi derivati così frequentemente. Di base, mi e sempre piaciuto che il sesso comprendesse un po' di conversazione e un po' di volgarità, ma l'accento spagnolo di Carmen le faceva pronunciare la parola "sborra" in un modo particolare che per qualche motivo trovavo molto eccitante.

Quando lo confessai a Carmen, iniziò a utilizzare il termine in maniera consapevole, più o meno spesso sulla base di quanto e come voleva eccitarmi. In quel momento voleva venissi in fretta, quindi lo utilizzò abbastanza spesso.

Proprio mentre la sua sega aumentava di ritmo e stavo per raggiungere l'orgasmo, bussarono alla nostra porta. "Scusate ragazzi, non voglio disturbare...ma non troviamo il fon da nessuna parte!" Era Carlotta, che stava chiaramente ridacchiando.
"Ma porca..." Sbottai.
Carmen si staccò dai miei testicoli per rispondere. "Arrivo!" Si alzò e mi lasciò col cazzo in tiro. "Mi spiace, più tardi continuiamo!" E mi lanciò un bacio.

Col cazzo ancora in completa erezione, fui costretto a guardare Carmen uscire dalla stanza per aiutare i nosti amici nella importantissima ricerca dell'asciugacapelli. "Non so nemmeno io dove sia, cerchiamolo." la sentii dire da dietro la porta. Conscio che quindi non sarebbe stata una ricerca veloce, decisi di rinunciare alle prestazioni orali della mia amica per il momento e mi rivestii.

Presi un paio di pantaloni in lino bianco e una semplice maglietta e uscii dalla camera. Nel frattempo la ricerca dell'asciugacapelli era andata a buon fine e mentre Claudia e Carlotta finivano di prepararsi, raggiunsi Carmen e Michele che erano seduti all'esterno. Carmen stava elogiando il fisico di Michele, e d'altronde non la si poteva biasimare: aveva indossato una T-shirt attillata che metteva in risalto i suoi muscoli prominenti.

"Ma c'è qualcuno con cui non ci provi?" Commentai scherzando, mentre prendevo posto accanto a loro.
"Quelli che non mi piacciono!" Mi replicò prontamente. "Siete tutti a rischio in questa vacanza!"
"Ti prego, non anche tu, già devo stare dietro a Carlotta..." Commentò Michele, scrollando la testa. "Non riuscirei a star dietro anche a te!"
"Che peccato! Meno male che c'è Sam allora!"
"Ah! Quindi ora io sarei il ripiego?!" Commentai con tono offeso.
"Non essere stupido, lo sai che per me non esistono ripieghi. Il problema è che mi piace troppa gente!" Mi lanciò sarcasticamente un bacio.
Scossi la testa. "Sarà una vacanza lunga." Mentii. In realtà sapevo che sarebbe passata troppo in fretta.
"Ma quindi voi scopate ancora, giusto?" Chiese Michele.
Annuimmo entrambi. "Quando nessuno dei due è impegnato, ovviamente." Aggiunse Carmen. "Che poi...se trovassi un ragazzo o una ragazza a cui non importa, io continuerei anche da impegnata eh."
"Va be', non è facile ma nemmeno impossibile." Replicò Michele. "Prendi me e Carlotta...cioè, non è che andiamo a farlo a destra e a sinistra, ma con persone fidate come Claudia..."
"Quindi è vero?!" Esclamò Carmen. "Non avevo capito se scherzavate o eravate seri..."
"Guarda...io sono uno che fa sesso spesso e volentieri, ma Carlotta è impossibile. Quindi, già per me non ci sarebbero problemi...ma così ho anche un po' di supporto per soddisfare l'assatanata." Scrollò le spalle. "Poi, che l'idea di Carlotta e Claudia che scopano me lo faccia venire duro, è un altro discorso."
"A proposito..." Intervenne Carmen. "Dove sono quelle due? La doccia l'avevano finita, no?" Si alzò e si guardò attorno.
"Io un'idea ce l'avrei..." Suggerì Michele, ridendo sotto i baffi.
"Anche io, ma non ho intenzione di farle divertire come vorebbero..."

Carmen si diresse a tutta velocità verso l'unica stanza con la porta chiusa e bussò forte. "Eh no principesse, continuate più tardi! Vestitevi che usciamo!"
"E daaaai, un minuto e veniamo!" Urlò da dentro la porta Carlotta. Non capii se il doppio senso fosse intenzionale...
"No no, io il mio pompino prima l'ho interrotto. Ora vi fermate anche voi!"
"Vai a finire il pompino allora!" Ribattè Carlotta.
"No, perché poi lasceremmo Mic da solo!"
"Fanne uno anche a lui!" Rispose di nuovo Carlotta, ridendo.
"Non rompete le palle e venite fuori!"
"Va bene, va bene, arriviamo!" Rispose Claudia, in un misto tra una risata e una lamentela.
"No, no, ora aprite la porta, non mi fido mica!"

Pochi attimi dopo la porta della stanza effettivamente si aprì. Ne uscì una Carlotta sorprendentemente vestita, che ci raggiunse con Carmen al seguito. Aveva uno dei suoi soliti abiti lunghi molto svolazzanti, probabilmente un abito da mare, bianco e con uno spacco molto alto a lato di una gamba. Anche lo scollo sul seno era molto generoso e mostrava una porzione abbondante del suo seno.

"Oh, non si può più nemmeno avere un momento di privacy qui!" Sbuffò Carlotta, sedendosi accanto a me.
"Lo stai dicendo proprio a me?" La rimproverai.
"Ops, vero, tu eri nella mia stessa posizione! Scusami!" Ridacchiò Carlotta. "Dai, siamo pari, hai ragione tu! Pace fatta?"
"Andata." Concordai. Ci stringemmo la mano in segno di pace.

Qualche minuto dopo uscì anche Claudia dalla sua stanza, indossando un paio di shorts in jeans e un semplice crop top bianco.

"Scusa Claudia, tesoro...ma sei sicura di voler uscire con quel top?" Chiese Carmen.
Claudia reagì stupita alla domanda di Carmen. "Sì...perché scusa?" Di certo Carmen non era tipa da farsi problemi per degli abiti troppo succinti, e comunque l'abbigliamento di Claudia non lo sembrava.
"Guarda che appena sollevi le braccia ti ritrovi con le tette di fuori!"
"Ma non è vero, guarda che copre abbastanza!" Detto ciò Claudio sollevò le braccia...e si ritrovò con le tette di fuori. "Ah." Esclamò semplicemente.
"Te l'avevo detto...oh, sei a Lanzarote, per carità, un paio di tette non stupiscono nessuno. Però magari se metti un reggiseno eviti di lasciarle di fuori contro la tua volontà!" Disse Carmen.
"Sì, certo, peccato che non ho mica portato reggiseni." Replicò Claudia. "E dubito che quelli di Carlotta mi starebbero."
"Magari il reggiseno di un costume?" Propose Carmen.
"No, non è un'opzione valida con i miei costumi...va be', il mio tentativo di non avere per una volta le tette di fuori è fallito miseramente, ci riprovo. Vado a cambiarmi il top."

Claudia rientrò in camera e ne uscì con un nuovo top decisamente più stabile: corto ma annodato sotto il seno, che lo metteva comunque molto in risalto - essendo piuttosto aderente - ma senza il rischio che uscisse tutto di fuori.

Carmen si assicurò che tutti ci portassimo una giacca per coprirci, dato che la sera col vento poteva fare anche molto fresco. Un avvertimento che si sarebbe rivelato presto fondamentale.

Il sole volgeva già al tramonto, ed eravamo tutti stanchi e affamati, motivo per cui rimandammo il nostro primo giro in spiaggia al giorno dopo. Carmen insistette per portarci a cena fuori (offrendo lei, ça va sans dire, nonostante le innumerevoli lamentele dei miei compagni di viaggio).

Dopo l'opera di convincimento di Carmen, riuscimmo a salire in auto alla volta di Playa Blanca, il paese adiacente a Castillo del Aguila, anch'esso con un'ampia zona residenziale ma caratterizzato anche da un lungomare ricco di locali e ristoranti. Carmen ci portò in un ristorante di pesce affacciato sul mare dai prezzi non esosi, ma di certo non economici.

"Qui in realtà è pieno di italiani e pizzerie, ma farvi mangiare pizza mi sarebbe sembrato offensivo." Disse saggiamente.

La cena fu estremamente piacevole. Pesce e crostacei erano ottimi, ma a farla da padrone fu la Malvasia Vulcanica, il vino bianco dolce tipico proprio dell'isola di Lanzarote. Per nostra fortuna, Michele è sempre stato un bevitore molto moderato e si prestò volentieri a farci da autista per il ritorno sorseggiando appena due calici in tutta la serata e permettendo a noi altri di darci dentro. E indovinate dove vanno a parare i discorsi di un gruppo di ragazzi appena diplomati che hanno bevuto un po'?

"Ma quindi? Questa storia che ora fate le robe a tre con Claudia?" Chiese incuriosita Carmen, rivolgendosi a Michele e Carlotta.
"Non facciamo robe a tre!" Commentò l'unico sobrio del gruppo.
"Non ancora, almeno! Prima o poi vi convincerò!" Aggiunse Carlotta.
"Non esiste, sei già abbastanza impegnativa dividendoci il lavoro. Non voglio fare di nuovo gli straordinari!" Ribattè Michele, facendoci ridere tutti quanti.
"E io mi sono un po' stancata di scopare con gli uomini." Aggiunse Claudia, più seria. "Onestamente? Per un po' preferirei far sesso solo con delle donne."
"E che problema c'è? C'è Carmen qui con noi, abbiamo trovato la terza!" Disse Carlotta, chiaramente più avanti di noi con l'alcol da come trascinava le parole.
"Ehi, ehi, non tiratemi in mezzo senza avvertire!" Replicò Carmen. "Io non sono pazza come te, ho un limite. E al contrario di Claudia, di solito faccio sesso sempre con Daniela, quindi per un po' ho voglia di cazzo."
"Uffaaaaaa!" Cantilenò Carlotta. "Poi dite sempre che sono pazza...non voglio scopare così tanto. Solo tre o quattro volte al giorno..." Continuò, un po' demoralizzata.
"Cazzo, Carlita!" Commentai. "Quattro volte al giorno è davvero tanto!"
"Per questo vi dicevo che me la smezzo con Claudia. Due volte io, due lei, e siamo tutti contenti. Io dopo la seconda onestamente proprio non riesco."
"Uffa, uffa, uffa!" Carlotta sbattè i piedi per terra come una bambina. "Va bene, niente cose a tre. Carmen ha voglia di cazzo, Claudia non ha voglia di cazzo...Sam, mi sei rimasto solo tu! Qualche volta che Carmen ti lascia libero fai un salto in camera mia. Dai, mi faccio perdonare per il pompino che ho interroto oggi pomeriggio...se Carmen non è gelosa." In quel momento, devo ammetterlo, mi montò quasi istantaneamente un'erezione.
"Io? Gelosa?!" Carmen si mise a ridere. "Non stiamo mica assieme! L'importante è che a fine giornata abbia abbastanza energia per pagare l'affitto alla padrona di casa..." E mi lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Dai, dai, non te lo consumo mica! Giusto un pompino, una spagnola, cose così..." Il tono di voce di Carlotta si era alzato e iniziavamo a temere di essere compresi dagli altri commensali.
"Vaaa bene, va bene, tu amore hai bevuto troppo. Ne parliamo quando sei sobria eh?" Intervenne Michele, un po' esasperato. "Quando beve è sempre così, ci sono abituato, tranquilli."
"Non è colpa mia se ho sempre voglia, daaaai." Biascicò Carlotta. Poi diede un bacio lungo e pieno di lingua al suo ragazzo, seguito da qualcosa sussurrato nell'orecchio.
Michele scosse la testa, ma sorrise. "Va bene, va bene, promesso!"

Carlotta già di suo non aveva molti freni inibitori, e di sesso si parlava spesso anche da sobri. Ma quando alzava troppo il gomito diventava particolarmente schietta e disinibita, al punto che rischiava facilmente di essere troppo diretta o troppo esplicita in ambienti poco adatti.

Per questo motivo, decidemmo che era il momento giusto per lasciare il locale dove ci trovavamo e dirigerci verso casa di Carmen. Carlotta si aggrappò al mio braccio da un lato e a quello di Michele dall'altro per riuscire a camminare dritta. Quando giungemmo all'auto di Carmen, Carlotta mi abbracciò improvvisamente.

"Sam, guarda che io ti voglio bene anche se non vuoi scopare con me eh!" Improvvisamente Carlotta si sentì in colpa, lo percepii chiaramente dal tono di voce.
"Lo so Carlita, lo so, tranquilla." Ricambiai l'abbraccio, stringendola più forte che potevo. "Ti voglio bene anche io."
"Anche se prima ti ho interrotto il pompino di Carmen?" Lo chiese con tono serio e preoccupato. "Lo so che non fate tutti sesso mille volte al giorno come me, scusami..."
"Certo, tranquilla." La rincuorai "Però non farci l'abitudine, ok?" Aggiunsi, scherzando.

Rimanemmo abbracciati. L'alcol, oltre a rimuovere freni inibitori di Carlotta, amplificava la sua già enorme empatia. In quel momento era seriamente preoccupata e dispiaciuta per aver interrotto il pompino di Carmen durante il pomeriggio, per quanto possa sembrare strano a dirsi. Mi sentii in dovere di offrirle il mio affetto e rassicurarla lasciando che decidesse lei il momento in cui sciogliere l'abbraccio.

In silenzio, restò tra le mie braccia per un minuto abbondante prima di ritenersi soddisfatta. "Grazie" fu l'unica altra parola che aggiunse. Le rivolsi il miglior sorriso che potessi fare per una delle mie migliori amiche.

In auto le ragazze - che erano sedute nei sedili di dietro - si addormentarono immediatamente, nonostante il tragitto fosse comunque abbastanza breve. Io tenni compagnia a Michele, essendo un po' più sobrio delle ragazze e riuscendo a rimanere sveglio.

Non conoscendo la strada e avendo bevuto un po' anche Michele, guidammo piano e scambiammo qualche parola.

"Tutto bene con Carlita, vero?" Chiesi verso la fine del tragitto. Ero leggermente preoccupato dalle rocambolesche avance di Carlotta nei miei confronti.
"Ma va, figurati. Quando beve fa sempre così, ci sono abituato."
"No, intendevo..."
"Lo so cosa intendevi, tranquillo. Lo so già da una vita che le piaci. Ormai lo sapete, siamo una coppia aperta." Mi disse con calma.
"Io non so esattamente come fate...non ci riuscirei con una persona di cui sono innamorato."
"Ognuno è diverso, no?" Disse saggiamente. "L'importante è che entrambi sappiamo e approviamo con chi andiamo, che si faccia sempre sesso sicuro...e basta. Il sesso è sesso, l'amore per noi è una cosa separata." Si prese un attimo di pausa. "È come andare a bere qualcosa, ok? Certo, la mia persona preferita con uscire a bere è Carlotta, ma nonostante ciò mi diverto anche a bere con gli amici."
"Oh, ok...un paragone un po' strano, ma ho capito cosa intendi."

La discussione morì a quel punto, perché fummo costretti a svegliare Carmen per capire dove girare tra le mille vie del sobborgo residenziale.

Arrivati a casa, ci prendemmo giusto il tempo necessario per andare tutti velocemente al bagno. Avevamo viaggiato tutti, avevamo bevuto...eravamo stanchi.

Dopo una rinfrescata diedi il cambio a Carmen. Rientrato in camera mi liberai dell'asciugamano e mi buttai nudo supino sul letto, ancora piuttosto stordito dall'alcool. Rimasi in uno stato di parziale torpore per un tempo non meglio definito, finché non sentii la porta della camera chiudersi.

Carmen aveva finito di farsi la doccia e la osservai pigramente mentre si liberava dell'asciugamano. La trovai bellissima, ma in quel momento ero abbastanza steso dall'alcool e dal sonno che mi limitai all'osservazione platonica. Credo che Carmen fu dello stesso avviso, si stese semplicemente accanto a me.

"Mi ero dimenticata che tu dormi nudo." Osservò ridacchiando.
"...è un problema?" Chiesi ironicamente.
"No no, anzi!" Ridacchiò nuovamente. "Oggi provo a dormire nuda anche io!" Lo disse come se fosse una grande proposta.
"Non si torna più indietro, ti avviso..." Avevo capito perfettamente che stava cercando di provocarmi, ma in quel momento il sonno dovuto all'alcol stava avendo la meglio e provai a sviare il discorso. "Non hai mai provato prima?"
"No...non so perché, non ci ho mai pensato. Ma vedere te nudo mi ha fatto venir voglia di provare!" Dal tono di voce, sembrò desistere dal tentativo provocatorio.

Mentre entrambi stavamo lentamente scivolando verso il meritato sonno, fummo bruscamente interrotti da degli inequivocabili gemiti provenienti dalla stanza accando alla nostra, dove dormivano Michele e Carlotta.

"Davvero...?" Commentò Carmen, infastidita per il risveglio inaspettato.
"Non ci provano nemmeno a trattenersi..." Commentai, un po' in fastidito anche io.

Potevamo sentire i gemiti e i sospiri di entrambi, ma Carlotta passò presto a urlare senza ritegno alcuno.

"Shhh, ci sentono!" Sentimmo lamentarsi Michele.
"Lo so!" Rispose Carlotta, rilasciando un altro gemito di piacere.

Io e Carmen ci guardammo, e contemporaneamente sospirammo e scotemmo la testa. Chiaramente non era ancora del tutto sobria.

"Be', almeno Mic ci ha provato." Sorrisi.
"Dai, sfondami!" Sentimmo ancora urlare Carlotta dall'altra parte del muro.
"Ma...sul serio?" Intervenne a bassa voce Carmen. "Ti stai eccitando?!" Esclamò, sorpresa.
Non aveva torto. Ero ancora infastidito dal risveglio, ma forse l'essere in debito di un orgasmo fece prevalere altre parti del mio corpo. "Non l'ho fatto apposta, davvero." Ed era vero.
"Va be', ormai siamo svegli, no?" Nel dirlo raggiunse il mio pene in erezione con la sua mano sinistra, muovendola lentamente lungo l'asta. "Avevamo lasciato qualcosa in sospeso oggi pomeriggio..."

Carmen scese tra le mie gambe e mi accolse delicamente in bocca. Iniziò un lento pompino, in palese contrasto con l'amplesso energico e fomentato che stava avvenendo dall'altra parte del muro. Non c'era esattamente passione in quel momento, quanto molta calma e grande fiducia. Sapevamo che quell'atto piaceva a entrambi e non c'era alcun motivo di fare in fretta, considerando soprattutto che non saremmo potuti tornare a dormire presto a causa della performance della nostra amica non troppo sobria.

Senza troppe cerimonie, Carmen interruppe temporaneamente il lavoro con la sua bocca per mettere le sue gambe ai lati della mia testa, sbattendomi letteralmente in faccia la sua vagina. Non ci fu bisogno di parlare: ricominciò il pompino solo dopo che iniziai a leccarla tra le gambe. Ci lasciammo quindi andare in un lento e pigro sessantanove, qualcosa di rodato e rilassante che portasse facilmente entrambi all'orgasmo. Venimmo qualche minuto dopo il rumoroso orgasmo di Carlotta, senza alcuna fanfara, e crollammo di nuovo nel sonno poco dopo senza nemmeno rendercene conto.



Come avrete potuto notare, niente sole e mare. Ho ritenuto fondamentale introdurre ancora un po' Carmen, anche sessualmente. Non c'è molto, ma c'è abbastanza per dare un'idea del tipo di persona che è...è ovvio che altri dettagli salteranno fuori col tempo.

Come sapete non sono un grande fan delle scene più "esplicite", nonostante mi diverta scriverle - ovviamente! Ma qui...capirete a un certo punto che era necessario rendervi partecipi.

La parte successiva è già in scrittura e sarà certamente più nelle corde della vera essenza di questi racconti. Se non saltano fuori altri improvvisi lavorativi e personali, dovrebbe arrivare presto!

Grazie a tutti per la pazienza :)
Io ti giuro che mi faccio le peggio risate a leggerti ahhahaa
 

niels

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Finalmente sono riuscito a consegnarvi la prima parte del nuovo capitolo!

Mi scuso per il notevole ritardo, ma si sono susseguite una serie di incombenze una dietro l'altra. Prima ero occupato io, poi era occupato chi doveva rileggere il capitolo, poi di nuovo occupato io...

Cose della vita reale, sapete com'è.

Venendo a noi, questo sarà una parte introduttiva per il capitolo (i capitoli?) che riguardano la nostra vacanza alle Canarie. Capisco potrebbe risultare poco interessante, ma era importante fare una specie di "introduzione".

Buona lettura!



Capitolo 4
Parte 1


Carlotta: Mi raccomando, non fate tardi o vi ammazzo uno per uno, è una promessa!

Carlotta ci diede appuntamento nel primo pomeriggio in aeroporto, assicurandosi con grande calma e pace interiore che nessuno di noi facesse tardi. Riuscimmo a organizzarci con i miei genitori e quelli di Carlotta per farci accompagnare in aeroporto, e Carlotta si organizzò così bene che anche i nostri genitori sapevano dove saremmo andati, dove avremmo dormito, e quando saremmo partiti. Gli unici all'oscuro eravamo io, Claudia e Michele.

Tuttavia, io feci le mie ricerche sulle base dell'orario di partenza, e le destinazioni possibili erano due: Lanzarote e Tenerife. Almeno fui in grado di restringere il campo. Sapendo che Carmen aveva una casa in una delle isole Canarie, provai a contattarla nella speranza di poterci incontrare durante la vacanza. Ovviamente anche lei sapeva dove saremmo andati, ma ci disse che purtroppo la sua casa era già affittata per quel periodo. Un buco nell'acqua.

Una volta ritrovati tutti all'ingresso dell'aeroporto, finalmente Carlotta ci consegnò i biglietti e scoprimmo la destinazione: Lanzarote. E per di più sembrava avere organizzato tutto con grande attenzione. Si era occupata di avere un'automobile per muoverci e per il primo giorno, che non avremmo avuto l'auto, avevamo anche il transfer verso il posto dove avremmo soggiornato - che comunque era ancora un mistero.

Il morale era alle stelle, come prevedibile. Carlotta continuava a vantarsi di aver organizzato la vacanza perfetta, di aver trovato un posto bellissimo dove dormire e di essersi informata moltissimo sui posti da vedere e che il proprietario del posto dove avremmo alloggiato fosse anche disposto a farci da guida o darci indicazioni in base al bisogno.

Il viaggio procedette senza intoppi e il volo fu particolarmente comodo e piacevole (per quanto comodo e piacevole si possa definire un volo in una compagnia low-cost senza spazio per le gambe, si intende) e all'atterraggio sebbene fosse pomeriggio inoltrato c'era ancora molta luce. Ritirati i bagagli, uscimmo dall'aeroporto dove ci avrebbe dovuto aspettare il nostro transfer. Immaginavo avrebbe tenuto il classico foglietto con il cognome di Carlotta, ma in realtà riconoscerlo fu ancora più semplice del previsto: il nostro transfer era Carmen.

Le corsi incontro lasciando la valigia agli altri - con Claudia che nel frattempo urlava per la sorpresa - e ci avvolgemmo in un abbraccio lungo e intenso. Erano mesi che non ci vedevamo e io che mi ero bevuto la sua storia della casa già affittata non mi aspettavo affatto di trovarla lì ad accoglierci. Non ci fu bisogno di dirsi nulla, eravamo genuinamente felici di vederci. Fu un susseguirsi di baci e abbracci colmi di emozione con tutti gli altri, e ci volle qualche minuto prima che riuscimmo a parlare.

"Sei-una-maledetta-STRONZA!" Rimproverò Claudia a Carlotta, dandole dei colpi sulla spalla.
"AHIA AHIA!" Replicò Carlotta. "E io che pensavo vi avrebbe fatto piacere!"
"Piacere?!" Intervenne Michele. "Siamo felicissimi! Ma potevi dircelo, maledetta!"
"E poi che sorpresa sarebbe stata?!" Sostenne Carlotta.

Nel frattempo io e Carmen eravamo nuovamente abbracciati. Il mio rapporto con Carmen era secondo solo a quello con Claudia, e ciò non aveva nulla a che fare con il sesso - nonostante fosse una piacevole aggiunta. Averla potuta vedere così, all'improvviso, fu un'emozione così forte che mi fece venire gli occhi lucidi. In quel momento ero la persona più felice del mondo: ero in compagnia delle persone a cui volevo più bene in assoluto e con cui avrei passato una vacanza che non sarebbe potuta essere altro che indimenticabile.

"Ehm-ehm." Claudia si schiarì la gola per interromperci. "Lungi da me interrompere il vostro momento romantico, ma vorremmo parlare anche con Carmen, sapete!"
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e finalmente Carmen prese la parola. "Non sapete quanto sia stato difficile non dirvi nulla! Sam mi aveva anche chiesto se per caso ero in zona e potevamo vederci, non credo di aver mai mentito con così tanta difficoltà. Sono così felice di vedervi!"

Anche gli altri avevano un bel rapporto con Carmen. Lei veniva spesso in Italia e sebbene inizialmente lo facesse per venire a trovare me, si integrò ben presto con il resto del gruppo e quando era in Italia ne era una parte fondamentale. Sembrava sempre che ci conoscesse da una vita, anche se forse questo era dovuto alla sua innata socialità e capacità di andare d'accordo con chiunque.

"Credo che ormai sia ovvio, ma siete miei ospiti!" Affermò Carmen.
"Ah, giusto!" Disse Carlotta, colpendosi la fronte con la mano. "Che sbadata, devo ridarvi parte dei soldi che mi avete dato!"

Ci furono degli attimi di lotta tra di noi. Carlotta ci aveva chiesto una quota più alta del necessario (che comprendeva anche l'ipotetico costo per l'alloggio) per non farci insospettire, con l'intenzione di restituircela a carte scoperte. A quel punto però io e Claudia insistemmo per dare comunque quella quota a Carmen, visto che la casa lei e la sua famiglia la affittavano spesso e quindi per loro era una entrata mancata.

"Non ditelo neanche. Anche se la affittiamo, la usiamo spesso anche noi per passarci le vacanze. Per un paio di settimane non è un problema." Cercò di dissuaderci Carmen.
"Non se ne parla!" Insistette Claudia. "Come minimo hai una villetta sul mare con piscina privata."
Carmen rimase un attimo in silenzio. "No, dai, non è proprio sul mare, almeno dieci minuti, bisogna..."
"Visto?!" Continuò Claudia. "Non rompere le palle e accettali!"

Battibeccammo per un po', poi decidemmo saggiamente di riprendere il discorso una volta a casa di Carmen. Entrammo in un SUV grande abbastanza per ospitare tutti i nostri bagagli (con un po' di tecniche da Tetris). In poco più di mezz'ora percorremmo la strada che portava verso il sud dell'isola, costeggiando le affascinanti catene montuose di origine vulcanica che caratterizzano l'isola. Rocce e sabbia a perdita d'occhio costituivano un paesaggio a cui nessuno di noi era abituato. Certo, avevamo avuto la fortuna di viaggiare per l'Europa nonostante la nostra giovane età, ma era evidente come ci trovassimo in un ambiente completamente alieno a quello europeo o mediterraneo.

Un paio di svolte, e qualche paesino dopo, giungemmo a Castillo del Aguila, quello che potremmo definire un sobborgo prettamente residenziale affacciato alla costa sud dell'isola. Quando arrivammo a casa di Carmen fummo accolti in una piccola villetta con tanto di piscina privata annessa, come aveva correttamente predetto Claudia.

Ho già detto che Carmen è di famiglia ricca, e questo penso aiuti a consolidare l'idea. Eravamo in una villetta nel sud di Lanzarote, con tre camere da letto matrimoniali, due bagni, arredata splendidamente, e con una piscina privata e coperta da sguardi indiscreti. E aveva potuto permettersi di non affittarla per due settimane e concederla gratuitamente a un gruppo di amici.

"Ma questa casa è spaziale!" Commentò Claudia.
"Azz, Carmen...mi avevi detto che era grande, ma non pensavo così tanto!" Sostenne Carlotta.
"Dai, non è enorme. In 6 ci si sta bene, ma non larghi. Di solito la affittiamo a famiglie tedesche..." Rispose Carmen. Da brava ospite, aveva riempito il frigorifero di cibo e preparato tutte le camere come fossimo in un albergo. "Oh, non preoccupatevi per la pulizia e cose del genere, vengono a dare una rassettata tutte le mattine e puliscono una volta a settimana."

Cogliemmo al volo l'affermazione e ci accordammo almeno per pagare il servizio di pulizia della casa. Fortunatamente per i nostri sensi di colpa, accettò l'offerta. Il secondo dilemma, fu la divisione delle camere.

"Dai!" Insistette Claudia dopo alcuni scambi. "È casa tua, tieniti almeno una camera per te! Io e Sam abbiamo già dormito assieme, non c'è mica problema!"
"...ascolta Claudia, come te lo devo spiegare? Quando due persone si vogliono molto bene..." Iniziò Carmen.
"Oh. Ooooooh! Che stupida!" Reallizò Claudia improvvisamente. E per fortuna, perché io avevo una voglia matta di fare sesso con Carmen. "Certo che vi lascio in camera assieme, non ci avevo pensato che giustamente volevate anche scopare! Be', meglio così, ora ho un posto libero per ospitare Carlita ogni tanto!" Urlò verso Carlotta, che era nella sua camera.
"Ogni poco, vorrai dire!" Urlò in risposta Carlotta.
"Va bene, ma non lasciare Mic a secco!" Disse Claudia, ridendo.
"Impossibile, fidati! Anzi, almeno ci dividiamo il lavoro, che io non riesco a starle dietro." Disse Michele, uscendo dalla stanza a petto nudo.
"Mic, ma hai messo su più muscoli dall'ultima estate?" Disse languidamente Carmen, posando lo sguardo a lungo sul suo corpo.
"Uhm, può darsi? Mi sono allenato un bel po' per le gare quest'anno." Rispose Michele, senza farci troppo caso.
"Oh, Carmen, non me lo consumare!" Sentimmo nuovamente urlare Carlotta dalla sua camera.

Alcune risate e battutine dopo, e dopo aver finito di sistemare i nostri bagagli, decidemmo di fare una rapida doccia per rinfrescarci dalla fatica del viaggio. Ci dividemmo in coppie: iniziammo io e Michele e ci saremmo dati il cambio rispettivamente con Claudia e Carlotta (Carmen a differenza nostra era ancora pulita e profumata).

Essendo tra amici così intimi, non mi scomodai di entrare in bagno vestito o di portarmi il cambio. Lasciai i vestiti in camera per andare in bagno semplicemente in intimo.

"Samu, ma possibile che hai un culo più bello del mio?" Mi disse Carmen mentre uscivo.

Incassato volentieri il complimento di Carmen, per andare in bagno passai davanti alla camera di Michele e Carlotta, dove quest'ultima era stesa sul letto con il proprio smartphone in mano, in attesa di Michele. Si era liberata del vestito svolazzante che indossava poco prima e aveva addosso solo la parte di sotto dell'intimo. Alzò lo sguardo sentendomi passare.

"Aspetta, Sam! Ma...quello è un perizoma?!" Mi fermò alla soglia della porta.
"Sì...? Cos'è questo stupore? Mi pare che li usi anche tu!" Risposi con finto sarcasmo.
"Be', scusa se vederlo su un uomo è una vista insolita! Oh, sta meglio a te che a me eh, non fraintendermi...sai che hai proprio un bel culo?" Chiese retoricamente.
"Grazie tesoro, me lo state dicendo tutti! E tu sai che hai proprio delle belle tette?" Rilanciai.
"Sì, lo so!" Si strizzò le tette tra le mani e mi fece una linguaccia.

Mi avviai finalmente in doccia, e feci relativamente in fretta per lasciare il posto a Claudia il prima possibile. Legato un asciugamano in vita, uscii dal bagno, avvisai Claudia che era libero, e andai in camera. Lì Carmen era stesa prona sul letto. I pantaloncini sportivi che indossava erano così corti che lasciavano scoperta la parte iniziale delle natiche. La leggera canottiera le scopriva le spalle. Aveva un'abbronzatura dorata uniforme su tutta la pelle e fu inevitabile provare un po' di eccitazione a quella vista.

Mi slegai l'asciugamano dando le spalle a Carmen per cercare nella mia valigia qualcosa da indossare. Claudia fece un piccolo applauso alla vista del mio sedere, finché mi voltai verso di lei.

"Cazzo, Samu!" Commentò Carmen.

La vista delle tette di Carlotta prima, del culo di Carmen ora, e in generale una certa astinenza, mi avevano lasciato il pene in uno stato barzotto, nonostante non fosse completamente eretto.

"Sì?" Chiesi ironicamente.
"Non puoi starmi davanti così, col cazzo in vista!" Lamentò Carmen.
"Perché?! Non mi pare sia la prima volta!" Non era inizialmente mia intenzione provocarla, ma non mi lasciai sfuggire l'occasione. "E poi scusa, non morivi dalla voglia di succhiarlo fino all'altro giorno?"
"Certo che ho voglia, è proprio quello il problema!" Carmen sbuffò. Il discorso mi fece passare molto velocemente da "barzotto" a "quasi eretto". "Ho capito, ho capito!" Aggiunse, alla vista della mia erezione.

Carmen si alzò e chiuse la porta della camera, poi si sedette sul bordo del letto e mi fece cenno di avvicinarmi a lei.

"Vieni, fattelo succhiare, forza! E facciamo in fretta, non voglio far aspettare troppo gli altri."

Non me lo feci ripetere e appena fui nel suo raggio d'azione mi afferrò per il sedere e si tuffò sul mio cazzo, prendendolo fino in fondo e tenendolo in fondo alla gola per alcuni secondi, per poi staccarsi con un forte rumore di risucchio e lasciandomi il cazzo ricoperto della sua saliva.

"Ti sono mancata?" Mi chiese, guardandomi dal basso con un sorriso ammiccante.
"Da morire!" Risposi, sorridendole a mia volta.

Carmen amava il sesso orale, sia riceverlo che darlo. Normalmente avrei insistito per ricambiare, ma lei era ancora vestita di tutto punto e a breve saremmo usciti tutti assieme. Quindi, per una volta, mi godetti il movimento delle sue labbra su e giù lungo l'asta del mio cazzo senza pensare ad altro.

Mentre si muoveva avanti e indietro aveva l'accortezza di muovere la lingua sul glande ogni volta che le sue labbra erano vicine alla corona, per poi riaffondare fino a toccare il mio pube con il suo naso. Tutto ciò facendolo sembrare semplicissimo, come se fosse un atto completamente naturale.

Qualche minuto dopo si staccò con un forte suono bagnato, me lo prese nella sua mano destra e iniziò a muoverla, mentre con la sinistra mi afferrava i testicoli. Mi guardò con gli occhi spalancati.

"Succhiamele." Dissi semplicemente.

Li prese in bocca e iniziò a succhiarli e a rotearci attorno con la lingua, mentre con la mano continuava a masturbarmi. Sapevo che non era la sua cosa preferita e che lo faceva principalmente perché piaceva a me. Ma il punto era proprio questo: sapere che lo faceva per semplice dedizione rendeva tutto più eccitante.

Mentre lavorava sui miei testicoli con la lingua, aumentò la velocità della sua mano. I pompini erano la sua specialità, ma non è che non si difendesse bene con i lavori manuali. Anzi: iniziai presto ad ansimare, vicino all'orgasmo.

"Stai già per sborrare?" Mi disse con tono ironico, staccandosi dai miei testicoli e continuando a segarmi energicamente.
"Cazzo, se continui così ovvio..."
"Ottimo! Non fare lo stronzo e avvisami quanto stai sborrando, così ingoio tutto."

A questo punto ritengo doveroso rendervi partecipi di un particolare che la scrittura non può rendere in modo naturale e automatico. Non è un caso che Carmen utilizzasse il termine "sborra" e i suoi derivati così frequentemente. Di base, mi e sempre piaciuto che il sesso comprendesse un po' di conversazione e un po' di volgarità, ma l'accento spagnolo di Carmen le faceva pronunciare la parola "sborra" in un modo particolare che per qualche motivo trovavo molto eccitante.

Quando lo confessai a Carmen, iniziò a utilizzare il termine in maniera consapevole, più o meno spesso sulla base di quanto e come voleva eccitarmi. In quel momento voleva venissi in fretta, quindi lo utilizzò abbastanza spesso.

Proprio mentre la sua sega aumentava di ritmo e stavo per raggiungere l'orgasmo, bussarono alla nostra porta. "Scusate ragazzi, non voglio disturbare...ma non troviamo il fon da nessuna parte!" Era Carlotta, che stava chiaramente ridacchiando.
"Ma porca..." Sbottai.
Carmen si staccò dai miei testicoli per rispondere. "Arrivo!" Si alzò e mi lasciò col cazzo in tiro. "Mi spiace, più tardi continuiamo!" E mi lanciò un bacio.

Col cazzo ancora in completa erezione, fui costretto a guardare Carmen uscire dalla stanza per aiutare i nosti amici nella importantissima ricerca dell'asciugacapelli. "Non so nemmeno io dove sia, cerchiamolo." la sentii dire da dietro la porta. Conscio che quindi non sarebbe stata una ricerca veloce, decisi di rinunciare alle prestazioni orali della mia amica per il momento e mi rivestii.

Presi un paio di pantaloni in lino bianco e una semplice maglietta e uscii dalla camera. Nel frattempo la ricerca dell'asciugacapelli era andata a buon fine e mentre Claudia e Carlotta finivano di prepararsi, raggiunsi Carmen e Michele che erano seduti all'esterno. Carmen stava elogiando il fisico di Michele, e d'altronde non la si poteva biasimare: aveva indossato una T-shirt attillata che metteva in risalto i suoi muscoli prominenti.

"Ma c'è qualcuno con cui non ci provi?" Commentai scherzando, mentre prendevo posto accanto a loro.
"Quelli che non mi piacciono!" Mi replicò prontamente. "Siete tutti a rischio in questa vacanza!"
"Ti prego, non anche tu, già devo stare dietro a Carlotta..." Commentò Michele, scrollando la testa. "Non riuscirei a star dietro anche a te!"
"Che peccato! Meno male che c'è Sam allora!"
"Ah! Quindi ora io sarei il ripiego?!" Commentai con tono offeso.
"Non essere stupido, lo sai che per me non esistono ripieghi. Il problema è che mi piace troppa gente!" Mi lanciò sarcasticamente un bacio.
Scossi la testa. "Sarà una vacanza lunga." Mentii. In realtà sapevo che sarebbe passata troppo in fretta.
"Ma quindi voi scopate ancora, giusto?" Chiese Michele.
Annuimmo entrambi. "Quando nessuno dei due è impegnato, ovviamente." Aggiunse Carmen. "Che poi...se trovassi un ragazzo o una ragazza a cui non importa, io continuerei anche da impegnata eh."
"Va be', non è facile ma nemmeno impossibile." Replicò Michele. "Prendi me e Carlotta...cioè, non è che andiamo a farlo a destra e a sinistra, ma con persone fidate come Claudia..."
"Quindi è vero?!" Esclamò Carmen. "Non avevo capito se scherzavate o eravate seri..."
"Guarda...io sono uno che fa sesso spesso e volentieri, ma Carlotta è impossibile. Quindi, già per me non ci sarebbero problemi...ma così ho anche un po' di supporto per soddisfare l'assatanata." Scrollò le spalle. "Poi, che l'idea di Carlotta e Claudia che scopano me lo faccia venire duro, è un altro discorso."
"A proposito..." Intervenne Carmen. "Dove sono quelle due? La doccia l'avevano finita, no?" Si alzò e si guardò attorno.
"Io un'idea ce l'avrei..." Suggerì Michele, ridendo sotto i baffi.
"Anche io, ma non ho intenzione di farle divertire come vorebbero..."

Carmen si diresse a tutta velocità verso l'unica stanza con la porta chiusa e bussò forte. "Eh no principesse, continuate più tardi! Vestitevi che usciamo!"
"E daaaai, un minuto e veniamo!" Urlò da dentro la porta Carlotta. Non capii se il doppio senso fosse intenzionale...
"No no, io il mio pompino prima l'ho interrotto. Ora vi fermate anche voi!"
"Vai a finire il pompino allora!" Ribattè Carlotta.
"No, perché poi lasceremmo Mic da solo!"
"Fanne uno anche a lui!" Rispose di nuovo Carlotta, ridendo.
"Non rompete le palle e venite fuori!"
"Va bene, va bene, arriviamo!" Rispose Claudia, in un misto tra una risata e una lamentela.
"No, no, ora aprite la porta, non mi fido mica!"

Pochi attimi dopo la porta della stanza effettivamente si aprì. Ne uscì una Carlotta sorprendentemente vestita, che ci raggiunse con Carmen al seguito. Aveva uno dei suoi soliti abiti lunghi molto svolazzanti, probabilmente un abito da mare, bianco e con uno spacco molto alto a lato di una gamba. Anche lo scollo sul seno era molto generoso e mostrava una porzione abbondante del suo seno.

"Oh, non si può più nemmeno avere un momento di privacy qui!" Sbuffò Carlotta, sedendosi accanto a me.
"Lo stai dicendo proprio a me?" La rimproverai.
"Ops, vero, tu eri nella mia stessa posizione! Scusami!" Ridacchiò Carlotta. "Dai, siamo pari, hai ragione tu! Pace fatta?"
"Andata." Concordai. Ci stringemmo la mano in segno di pace.

Qualche minuto dopo uscì anche Claudia dalla sua stanza, indossando un paio di shorts in jeans e un semplice crop top bianco.

"Scusa Claudia, tesoro...ma sei sicura di voler uscire con quel top?" Chiese Carmen.
Claudia reagì stupita alla domanda di Carmen. "Sì...perché scusa?" Di certo Carmen non era tipa da farsi problemi per degli abiti troppo succinti, e comunque l'abbigliamento di Claudia non lo sembrava.
"Guarda che appena sollevi le braccia ti ritrovi con le tette di fuori!"
"Ma non è vero, guarda che copre abbastanza!" Detto ciò Claudio sollevò le braccia...e si ritrovò con le tette di fuori. "Ah." Esclamò semplicemente.
"Te l'avevo detto...oh, sei a Lanzarote, per carità, un paio di tette non stupiscono nessuno. Però magari se metti un reggiseno eviti di lasciarle di fuori contro la tua volontà!" Disse Carmen.
"Sì, certo, peccato che non ho mica portato reggiseni." Replicò Claudia. "E dubito che quelli di Carlotta mi starebbero."
"Magari il reggiseno di un costume?" Propose Carmen.
"No, non è un'opzione valida con i miei costumi...va be', il mio tentativo di non avere per una volta le tette di fuori è fallito miseramente, ci riprovo. Vado a cambiarmi il top."

Claudia rientrò in camera e ne uscì con un nuovo top decisamente più stabile: corto ma annodato sotto il seno, che lo metteva comunque molto in risalto - essendo piuttosto aderente - ma senza il rischio che uscisse tutto di fuori.

Carmen si assicurò che tutti ci portassimo una giacca per coprirci, dato che la sera col vento poteva fare anche molto fresco. Un avvertimento che si sarebbe rivelato presto fondamentale.

Il sole volgeva già al tramonto, ed eravamo tutti stanchi e affamati, motivo per cui rimandammo il nostro primo giro in spiaggia al giorno dopo. Carmen insistette per portarci a cena fuori (offrendo lei, ça va sans dire, nonostante le innumerevoli lamentele dei miei compagni di viaggio).

Dopo l'opera di convincimento di Carmen, riuscimmo a salire in auto alla volta di Playa Blanca, il paese adiacente a Castillo del Aguila, anch'esso con un'ampia zona residenziale ma caratterizzato anche da un lungomare ricco di locali e ristoranti. Carmen ci portò in un ristorante di pesce affacciato sul mare dai prezzi non esosi, ma di certo non economici.

"Qui in realtà è pieno di italiani e pizzerie, ma farvi mangiare pizza mi sarebbe sembrato offensivo." Disse saggiamente.

La cena fu estremamente piacevole. Pesce e crostacei erano ottimi, ma a farla da padrone fu la Malvasia Vulcanica, il vino bianco dolce tipico proprio dell'isola di Lanzarote. Per nostra fortuna, Michele è sempre stato un bevitore molto moderato e si prestò volentieri a farci da autista per il ritorno sorseggiando appena due calici in tutta la serata e permettendo a noi altri di darci dentro. E indovinate dove vanno a parare i discorsi di un gruppo di ragazzi appena diplomati che hanno bevuto un po'?

"Ma quindi? Questa storia che ora fate le robe a tre con Claudia?" Chiese incuriosita Carmen, rivolgendosi a Michele e Carlotta.
"Non facciamo robe a tre!" Commentò l'unico sobrio del gruppo.
"Non ancora, almeno! Prima o poi vi convincerò!" Aggiunse Carlotta.
"Non esiste, sei già abbastanza impegnativa dividendoci il lavoro. Non voglio fare di nuovo gli straordinari!" Ribattè Michele, facendoci ridere tutti quanti.
"E io mi sono un po' stancata di scopare con gli uomini." Aggiunse Claudia, più seria. "Onestamente? Per un po' preferirei far sesso solo con delle donne."
"E che problema c'è? C'è Carmen qui con noi, abbiamo trovato la terza!" Disse Carlotta, chiaramente più avanti di noi con l'alcol da come trascinava le parole.
"Ehi, ehi, non tiratemi in mezzo senza avvertire!" Replicò Carmen. "Io non sono pazza come te, ho un limite. E al contrario di Claudia, di solito faccio sesso sempre con Daniela, quindi per un po' ho voglia di cazzo."
"Uffaaaaaa!" Cantilenò Carlotta. "Poi dite sempre che sono pazza...non voglio scopare così tanto. Solo tre o quattro volte al giorno..." Continuò, un po' demoralizzata.
"Cazzo, Carlita!" Commentai. "Quattro volte al giorno è davvero tanto!"
"Per questo vi dicevo che me la smezzo con Claudia. Due volte io, due lei, e siamo tutti contenti. Io dopo la seconda onestamente proprio non riesco."
"Uffa, uffa, uffa!" Carlotta sbattè i piedi per terra come una bambina. "Va bene, niente cose a tre. Carmen ha voglia di cazzo, Claudia non ha voglia di cazzo...Sam, mi sei rimasto solo tu! Qualche volta che Carmen ti lascia libero fai un salto in camera mia. Dai, mi faccio perdonare per il pompino che ho interroto oggi pomeriggio...se Carmen non è gelosa." In quel momento, devo ammetterlo, mi montò quasi istantaneamente un'erezione.
"Io? Gelosa?!" Carmen si mise a ridere. "Non stiamo mica assieme! L'importante è che a fine giornata abbia abbastanza energia per pagare l'affitto alla padrona di casa..." E mi lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Dai, dai, non te lo consumo mica! Giusto un pompino, una spagnola, cose così..." Il tono di voce di Carlotta si era alzato e iniziavamo a temere di essere compresi dagli altri commensali.
"Vaaa bene, va bene, tu amore hai bevuto troppo. Ne parliamo quando sei sobria eh?" Intervenne Michele, un po' esasperato. "Quando beve è sempre così, ci sono abituato, tranquilli."
"Non è colpa mia se ho sempre voglia, daaaai." Biascicò Carlotta. Poi diede un bacio lungo e pieno di lingua al suo ragazzo, seguito da qualcosa sussurrato nell'orecchio.
Michele scosse la testa, ma sorrise. "Va bene, va bene, promesso!"

Carlotta già di suo non aveva molti freni inibitori, e di sesso si parlava spesso anche da sobri. Ma quando alzava troppo il gomito diventava particolarmente schietta e disinibita, al punto che rischiava facilmente di essere troppo diretta o troppo esplicita in ambienti poco adatti.

Per questo motivo, decidemmo che era il momento giusto per lasciare il locale dove ci trovavamo e dirigerci verso casa di Carmen. Carlotta si aggrappò al mio braccio da un lato e a quello di Michele dall'altro per riuscire a camminare dritta. Quando giungemmo all'auto di Carmen, Carlotta mi abbracciò improvvisamente.

"Sam, guarda che io ti voglio bene anche se non vuoi scopare con me eh!" Improvvisamente Carlotta si sentì in colpa, lo percepii chiaramente dal tono di voce.
"Lo so Carlita, lo so, tranquilla." Ricambiai l'abbraccio, stringendola più forte che potevo. "Ti voglio bene anche io."
"Anche se prima ti ho interrotto il pompino di Carmen?" Lo chiese con tono serio e preoccupato. "Lo so che non fate tutti sesso mille volte al giorno come me, scusami..."
"Certo, tranquilla." La rincuorai "Però non farci l'abitudine, ok?" Aggiunsi, scherzando.

Rimanemmo abbracciati. L'alcol, oltre a rimuovere freni inibitori di Carlotta, amplificava la sua già enorme empatia. In quel momento era seriamente preoccupata e dispiaciuta per aver interrotto il pompino di Carmen durante il pomeriggio, per quanto possa sembrare strano a dirsi. Mi sentii in dovere di offrirle il mio affetto e rassicurarla lasciando che decidesse lei il momento in cui sciogliere l'abbraccio.

In silenzio, restò tra le mie braccia per un minuto abbondante prima di ritenersi soddisfatta. "Grazie" fu l'unica altra parola che aggiunse. Le rivolsi il miglior sorriso che potessi fare per una delle mie migliori amiche.

In auto le ragazze - che erano sedute nei sedili di dietro - si addormentarono immediatamente, nonostante il tragitto fosse comunque abbastanza breve. Io tenni compagnia a Michele, essendo un po' più sobrio delle ragazze e riuscendo a rimanere sveglio.

Non conoscendo la strada e avendo bevuto un po' anche Michele, guidammo piano e scambiammo qualche parola.

"Tutto bene con Carlita, vero?" Chiesi verso la fine del tragitto. Ero leggermente preoccupato dalle rocambolesche avance di Carlotta nei miei confronti.
"Ma va, figurati. Quando beve fa sempre così, ci sono abituato."
"No, intendevo..."
"Lo so cosa intendevi, tranquillo. Lo so già da una vita che le piaci. Ormai lo sapete, siamo una coppia aperta." Mi disse con calma.
"Io non so esattamente come fate...non ci riuscirei con una persona di cui sono innamorato."
"Ognuno è diverso, no?" Disse saggiamente. "L'importante è che entrambi sappiamo e approviamo con chi andiamo, che si faccia sempre sesso sicuro...e basta. Il sesso è sesso, l'amore per noi è una cosa separata." Si prese un attimo di pausa. "È come andare a bere qualcosa, ok? Certo, la mia persona preferita con uscire a bere è Carlotta, ma nonostante ciò mi diverto anche a bere con gli amici."
"Oh, ok...un paragone un po' strano, ma ho capito cosa intendi."

La discussione morì a quel punto, perché fummo costretti a svegliare Carmen per capire dove girare tra le mille vie del sobborgo residenziale.

Arrivati a casa, ci prendemmo giusto il tempo necessario per andare tutti velocemente al bagno. Avevamo viaggiato tutti, avevamo bevuto...eravamo stanchi.

Dopo una rinfrescata diedi il cambio a Carmen. Rientrato in camera mi liberai dell'asciugamano e mi buttai nudo supino sul letto, ancora piuttosto stordito dall'alcool. Rimasi in uno stato di parziale torpore per un tempo non meglio definito, finché non sentii la porta della camera chiudersi.

Carmen aveva finito di farsi la doccia e la osservai pigramente mentre si liberava dell'asciugamano. La trovai bellissima, ma in quel momento ero abbastanza steso dall'alcool e dal sonno che mi limitai all'osservazione platonica. Credo che Carmen fu dello stesso avviso, si stese semplicemente accanto a me.

"Mi ero dimenticata che tu dormi nudo." Osservò ridacchiando.
"...è un problema?" Chiesi ironicamente.
"No no, anzi!" Ridacchiò nuovamente. "Oggi provo a dormire nuda anche io!" Lo disse come se fosse una grande proposta.
"Non si torna più indietro, ti avviso..." Avevo capito perfettamente che stava cercando di provocarmi, ma in quel momento il sonno dovuto all'alcol stava avendo la meglio e provai a sviare il discorso. "Non hai mai provato prima?"
"No...non so perché, non ci ho mai pensato. Ma vedere te nudo mi ha fatto venir voglia di provare!" Dal tono di voce, sembrò desistere dal tentativo provocatorio.

Mentre entrambi stavamo lentamente scivolando verso il meritato sonno, fummo bruscamente interrotti da degli inequivocabili gemiti provenienti dalla stanza accando alla nostra, dove dormivano Michele e Carlotta.

"Davvero...?" Commentò Carmen, infastidita per il risveglio inaspettato.
"Non ci provano nemmeno a trattenersi..." Commentai, un po' in fastidito anche io.

Potevamo sentire i gemiti e i sospiri di entrambi, ma Carlotta passò presto a urlare senza ritegno alcuno.

"Shhh, ci sentono!" Sentimmo lamentarsi Michele.
"Lo so!" Rispose Carlotta, rilasciando un altro gemito di piacere.

Io e Carmen ci guardammo, e contemporaneamente sospirammo e scotemmo la testa. Chiaramente non era ancora del tutto sobria.

"Be', almeno Mic ci ha provato." Sorrisi.
"Dai, sfondami!" Sentimmo ancora urlare Carlotta dall'altra parte del muro.
"Ma...sul serio?" Intervenne a bassa voce Carmen. "Ti stai eccitando?!" Esclamò, sorpresa.
Non aveva torto. Ero ancora infastidito dal risveglio, ma forse l'essere in debito di un orgasmo fece prevalere altre parti del mio corpo. "Non l'ho fatto apposta, davvero." Ed era vero.
"Va be', ormai siamo svegli, no?" Nel dirlo raggiunse il mio pene in erezione con la sua mano sinistra, muovendola lentamente lungo l'asta. "Avevamo lasciato qualcosa in sospeso oggi pomeriggio..."

Carmen scese tra le mie gambe e mi accolse delicamente in bocca. Iniziò un lento pompino, in palese contrasto con l'amplesso energico e fomentato che stava avvenendo dall'altra parte del muro. Non c'era esattamente passione in quel momento, quanto molta calma e grande fiducia. Sapevamo che quell'atto piaceva a entrambi e non c'era alcun motivo di fare in fretta, considerando soprattutto che non saremmo potuti tornare a dormire presto a causa della performance della nostra amica non troppo sobria.

Senza troppe cerimonie, Carmen interruppe temporaneamente il lavoro con la sua bocca per mettere le sue gambe ai lati della mia testa, sbattendomi letteralmente in faccia la sua vagina. Non ci fu bisogno di parlare: ricominciò il pompino solo dopo che iniziai a leccarla tra le gambe. Ci lasciammo quindi andare in un lento e pigro sessantanove, qualcosa di rodato e rilassante che portasse facilmente entrambi all'orgasmo. Venimmo qualche minuto dopo il rumoroso orgasmo di Carlotta, senza alcuna fanfara, e crollammo di nuovo nel sonno poco dopo senza nemmeno rendercene conto.



Come avrete potuto notare, niente sole e mare. Ho ritenuto fondamentale introdurre ancora un po' Carmen, anche sessualmente. Non c'è molto, ma c'è abbastanza per dare un'idea del tipo di persona che è...è ovvio che altri dettagli salteranno fuori col tempo.

Come sapete non sono un grande fan delle scene più "esplicite", nonostante mi diverta scriverle - ovviamente! Ma qui...capirete a un certo punto che era necessario rendervi partecipi.

La parte successiva è già in scrittura e sarà certamente più nelle corde della vera essenza di questi racconti. Se non saltano fuori altri improvvisi lavorativi e personali, dovrebbe arrivare presto!

Grazie a tutti per la pazienza :)
Grazie a te per il desiderato prosieguo 😉
 

stromae

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Finalmente sono riuscito a consegnarvi la prima parte del nuovo capitolo!

Mi scuso per il notevole ritardo, ma si sono susseguite una serie di incombenze una dietro l'altra. Prima ero occupato io, poi era occupato chi doveva rileggere il capitolo, poi di nuovo occupato io...

Cose della vita reale, sapete com'è.

Venendo a noi, questo sarà una parte introduttiva per il capitolo (i capitoli?) che riguardano la nostra vacanza alle Canarie. Capisco potrebbe risultare poco interessante, ma era importante fare una specie di "introduzione".

Buona lettura!



Capitolo 4
Parte 1


Carlotta: Mi raccomando, non fate tardi o vi ammazzo uno per uno, è una promessa!

Carlotta ci diede appuntamento nel primo pomeriggio in aeroporto, assicurandosi con grande calma e pace interiore che nessuno di noi facesse tardi. Riuscimmo a organizzarci con i miei genitori e quelli di Carlotta per farci accompagnare in aeroporto, e Carlotta si organizzò così bene che anche i nostri genitori sapevano dove saremmo andati, dove avremmo dormito, e quando saremmo partiti. Gli unici all'oscuro eravamo io, Claudia e Michele.

Tuttavia, io feci le mie ricerche sulle base dell'orario di partenza, e le destinazioni possibili erano due: Lanzarote e Tenerife. Almeno fui in grado di restringere il campo. Sapendo che Carmen aveva una casa in una delle isole Canarie, provai a contattarla nella speranza di poterci incontrare durante la vacanza. Ovviamente anche lei sapeva dove saremmo andati, ma ci disse che purtroppo la sua casa era già affittata per quel periodo. Un buco nell'acqua.

Una volta ritrovati tutti all'ingresso dell'aeroporto, finalmente Carlotta ci consegnò i biglietti e scoprimmo la destinazione: Lanzarote. E per di più sembrava avere organizzato tutto con grande attenzione. Si era occupata di avere un'automobile per muoverci e per il primo giorno, che non avremmo avuto l'auto, avevamo anche il transfer verso il posto dove avremmo soggiornato - che comunque era ancora un mistero.

Il morale era alle stelle, come prevedibile. Carlotta continuava a vantarsi di aver organizzato la vacanza perfetta, di aver trovato un posto bellissimo dove dormire e di essersi informata moltissimo sui posti da vedere e che il proprietario del posto dove avremmo alloggiato fosse anche disposto a farci da guida o darci indicazioni in base al bisogno.

Il viaggio procedette senza intoppi e il volo fu particolarmente comodo e piacevole (per quanto comodo e piacevole si possa definire un volo in una compagnia low-cost senza spazio per le gambe, si intende) e all'atterraggio sebbene fosse pomeriggio inoltrato c'era ancora molta luce. Ritirati i bagagli, uscimmo dall'aeroporto dove ci avrebbe dovuto aspettare il nostro transfer. Immaginavo avrebbe tenuto il classico foglietto con il cognome di Carlotta, ma in realtà riconoscerlo fu ancora più semplice del previsto: il nostro transfer era Carmen.

Le corsi incontro lasciando la valigia agli altri - con Claudia che nel frattempo urlava per la sorpresa - e ci avvolgemmo in un abbraccio lungo e intenso. Erano mesi che non ci vedevamo e io che mi ero bevuto la sua storia della casa già affittata non mi aspettavo affatto di trovarla lì ad accoglierci. Non ci fu bisogno di dirsi nulla, eravamo genuinamente felici di vederci. Fu un susseguirsi di baci e abbracci colmi di emozione con tutti gli altri, e ci volle qualche minuto prima che riuscimmo a parlare.

"Sei-una-maledetta-STRONZA!" Rimproverò Claudia a Carlotta, dandole dei colpi sulla spalla.
"AHIA AHIA!" Replicò Carlotta. "E io che pensavo vi avrebbe fatto piacere!"
"Piacere?!" Intervenne Michele. "Siamo felicissimi! Ma potevi dircelo, maledetta!"
"E poi che sorpresa sarebbe stata?!" Sostenne Carlotta.

Nel frattempo io e Carmen eravamo nuovamente abbracciati. Il mio rapporto con Carmen era secondo solo a quello con Claudia, e ciò non aveva nulla a che fare con il sesso - nonostante fosse una piacevole aggiunta. Averla potuta vedere così, all'improvviso, fu un'emozione così forte che mi fece venire gli occhi lucidi. In quel momento ero la persona più felice del mondo: ero in compagnia delle persone a cui volevo più bene in assoluto e con cui avrei passato una vacanza che non sarebbe potuta essere altro che indimenticabile.

"Ehm-ehm." Claudia si schiarì la gola per interromperci. "Lungi da me interrompere il vostro momento romantico, ma vorremmo parlare anche con Carmen, sapete!"
Ci sciogliemmo dall'abbraccio e finalmente Carmen prese la parola. "Non sapete quanto sia stato difficile non dirvi nulla! Sam mi aveva anche chiesto se per caso ero in zona e potevamo vederci, non credo di aver mai mentito con così tanta difficoltà. Sono così felice di vedervi!"

Anche gli altri avevano un bel rapporto con Carmen. Lei veniva spesso in Italia e sebbene inizialmente lo facesse per venire a trovare me, si integrò ben presto con il resto del gruppo e quando era in Italia ne era una parte fondamentale. Sembrava sempre che ci conoscesse da una vita, anche se forse questo era dovuto alla sua innata socialità e capacità di andare d'accordo con chiunque.

"Credo che ormai sia ovvio, ma siete miei ospiti!" Affermò Carmen.
"Ah, giusto!" Disse Carlotta, colpendosi la fronte con la mano. "Che sbadata, devo ridarvi parte dei soldi che mi avete dato!"

Ci furono degli attimi di lotta tra di noi. Carlotta ci aveva chiesto una quota più alta del necessario (che comprendeva anche l'ipotetico costo per l'alloggio) per non farci insospettire, con l'intenzione di restituircela a carte scoperte. A quel punto però io e Claudia insistemmo per dare comunque quella quota a Carmen, visto che la casa lei e la sua famiglia la affittavano spesso e quindi per loro era una entrata mancata.

"Non ditelo neanche. Anche se la affittiamo, la usiamo spesso anche noi per passarci le vacanze. Per un paio di settimane non è un problema." Cercò di dissuaderci Carmen.
"Non se ne parla!" Insistette Claudia. "Come minimo hai una villetta sul mare con piscina privata."
Carmen rimase un attimo in silenzio. "No, dai, non è proprio sul mare, almeno dieci minuti, bisogna..."
"Visto?!" Continuò Claudia. "Non rompere le palle e accettali!"

Battibeccammo per un po', poi decidemmo saggiamente di riprendere il discorso una volta a casa di Carmen. Entrammo in un SUV grande abbastanza per ospitare tutti i nostri bagagli (con un po' di tecniche da Tetris). In poco più di mezz'ora percorremmo la strada che portava verso il sud dell'isola, costeggiando le affascinanti catene montuose di origine vulcanica che caratterizzano l'isola. Rocce e sabbia a perdita d'occhio costituivano un paesaggio a cui nessuno di noi era abituato. Certo, avevamo avuto la fortuna di viaggiare per l'Europa nonostante la nostra giovane età, ma era evidente come ci trovassimo in un ambiente completamente alieno a quello europeo o mediterraneo.

Un paio di svolte, e qualche paesino dopo, giungemmo a Castillo del Aguila, quello che potremmo definire un sobborgo prettamente residenziale affacciato alla costa sud dell'isola. Quando arrivammo a casa di Carmen fummo accolti in una piccola villetta con tanto di piscina privata annessa, come aveva correttamente predetto Claudia.

Ho già detto che Carmen è di famiglia ricca, e questo penso aiuti a consolidare l'idea. Eravamo in una villetta nel sud di Lanzarote, con tre camere da letto matrimoniali, due bagni, arredata splendidamente, e con una piscina privata e coperta da sguardi indiscreti. E aveva potuto permettersi di non affittarla per due settimane e concederla gratuitamente a un gruppo di amici.

"Ma questa casa è spaziale!" Commentò Claudia.
"Azz, Carmen...mi avevi detto che era grande, ma non pensavo così tanto!" Sostenne Carlotta.
"Dai, non è enorme. In 6 ci si sta bene, ma non larghi. Di solito la affittiamo a famiglie tedesche..." Rispose Carmen. Da brava ospite, aveva riempito il frigorifero di cibo e preparato tutte le camere come fossimo in un albergo. "Oh, non preoccupatevi per la pulizia e cose del genere, vengono a dare una rassettata tutte le mattine e puliscono una volta a settimana."

Cogliemmo al volo l'affermazione e ci accordammo almeno per pagare il servizio di pulizia della casa. Fortunatamente per i nostri sensi di colpa, accettò l'offerta. Il secondo dilemma, fu la divisione delle camere.

"Dai!" Insistette Claudia dopo alcuni scambi. "È casa tua, tieniti almeno una camera per te! Io e Sam abbiamo già dormito assieme, non c'è mica problema!"
"...ascolta Claudia, come te lo devo spiegare? Quando due persone si vogliono molto bene..." Iniziò Carmen.
"Oh. Ooooooh! Che stupida!" Reallizò Claudia improvvisamente. E per fortuna, perché io avevo una voglia matta di fare sesso con Carmen. "Certo che vi lascio in camera assieme, non ci avevo pensato che giustamente volevate anche scopare! Be', meglio così, ora ho un posto libero per ospitare Carlita ogni tanto!" Urlò verso Carlotta, che era nella sua camera.
"Ogni poco, vorrai dire!" Urlò in risposta Carlotta.
"Va bene, ma non lasciare Mic a secco!" Disse Claudia, ridendo.
"Impossibile, fidati! Anzi, almeno ci dividiamo il lavoro, che io non riesco a starle dietro." Disse Michele, uscendo dalla stanza a petto nudo.
"Mic, ma hai messo su più muscoli dall'ultima estate?" Disse languidamente Carmen, posando lo sguardo a lungo sul suo corpo.
"Uhm, può darsi? Mi sono allenato un bel po' per le gare quest'anno." Rispose Michele, senza farci troppo caso.
"Oh, Carmen, non me lo consumare!" Sentimmo nuovamente urlare Carlotta dalla sua camera.

Alcune risate e battutine dopo, e dopo aver finito di sistemare i nostri bagagli, decidemmo di fare una rapida doccia per rinfrescarci dalla fatica del viaggio. Ci dividemmo in coppie: iniziammo io e Michele e ci saremmo dati il cambio rispettivamente con Claudia e Carlotta (Carmen a differenza nostra era ancora pulita e profumata).

Essendo tra amici così intimi, non mi scomodai di entrare in bagno vestito o di portarmi il cambio. Lasciai i vestiti in camera per andare in bagno semplicemente in intimo.

"Samu, ma possibile che hai un culo più bello del mio?" Mi disse Carmen mentre uscivo.

Incassato volentieri il complimento di Carmen, per andare in bagno passai davanti alla camera di Michele e Carlotta, dove quest'ultima era stesa sul letto con il proprio smartphone in mano, in attesa di Michele. Si era liberata del vestito svolazzante che indossava poco prima e aveva addosso solo la parte di sotto dell'intimo. Alzò lo sguardo sentendomi passare.

"Aspetta, Sam! Ma...quello è un perizoma?!" Mi fermò alla soglia della porta.
"Sì...? Cos'è questo stupore? Mi pare che li usi anche tu!" Risposi con finto sarcasmo.
"Be', scusa se vederlo su un uomo è una vista insolita! Oh, sta meglio a te che a me eh, non fraintendermi...sai che hai proprio un bel culo?" Chiese retoricamente.
"Grazie tesoro, me lo state dicendo tutti! E tu sai che hai proprio delle belle tette?" Rilanciai.
"Sì, lo so!" Si strizzò le tette tra le mani e mi fece una linguaccia.

Mi avviai finalmente in doccia, e feci relativamente in fretta per lasciare il posto a Claudia il prima possibile. Legato un asciugamano in vita, uscii dal bagno, avvisai Claudia che era libero, e andai in camera. Lì Carmen era stesa prona sul letto. I pantaloncini sportivi che indossava erano così corti che lasciavano scoperta la parte iniziale delle natiche. La leggera canottiera le scopriva le spalle. Aveva un'abbronzatura dorata uniforme su tutta la pelle e fu inevitabile provare un po' di eccitazione a quella vista.

Mi slegai l'asciugamano dando le spalle a Carmen per cercare nella mia valigia qualcosa da indossare. Claudia fece un piccolo applauso alla vista del mio sedere, finché mi voltai verso di lei.

"Cazzo, Samu!" Commentò Carmen.

La vista delle tette di Carlotta prima, del culo di Carmen ora, e in generale una certa astinenza, mi avevano lasciato il pene in uno stato barzotto, nonostante non fosse completamente eretto.

"Sì?" Chiesi ironicamente.
"Non puoi starmi davanti così, col cazzo in vista!" Lamentò Carmen.
"Perché?! Non mi pare sia la prima volta!" Non era inizialmente mia intenzione provocarla, ma non mi lasciai sfuggire l'occasione. "E poi scusa, non morivi dalla voglia di succhiarlo fino all'altro giorno?"
"Certo che ho voglia, è proprio quello il problema!" Carmen sbuffò. Il discorso mi fece passare molto velocemente da "barzotto" a "quasi eretto". "Ho capito, ho capito!" Aggiunse, alla vista della mia erezione.

Carmen si alzò e chiuse la porta della camera, poi si sedette sul bordo del letto e mi fece cenno di avvicinarmi a lei.

"Vieni, fattelo succhiare, forza! E facciamo in fretta, non voglio far aspettare troppo gli altri."

Non me lo feci ripetere e appena fui nel suo raggio d'azione mi afferrò per il sedere e si tuffò sul mio cazzo, prendendolo fino in fondo e tenendolo in fondo alla gola per alcuni secondi, per poi staccarsi con un forte rumore di risucchio e lasciandomi il cazzo ricoperto della sua saliva.

"Ti sono mancata?" Mi chiese, guardandomi dal basso con un sorriso ammiccante.
"Da morire!" Risposi, sorridendole a mia volta.

Carmen amava il sesso orale, sia riceverlo che darlo. Normalmente avrei insistito per ricambiare, ma lei era ancora vestita di tutto punto e a breve saremmo usciti tutti assieme. Quindi, per una volta, mi godetti il movimento delle sue labbra su e giù lungo l'asta del mio cazzo senza pensare ad altro.

Mentre si muoveva avanti e indietro aveva l'accortezza di muovere la lingua sul glande ogni volta che le sue labbra erano vicine alla corona, per poi riaffondare fino a toccare il mio pube con il suo naso. Tutto ciò facendolo sembrare semplicissimo, come se fosse un atto completamente naturale.

Qualche minuto dopo si staccò con un forte suono bagnato, me lo prese nella sua mano destra e iniziò a muoverla, mentre con la sinistra mi afferrava i testicoli. Mi guardò con gli occhi spalancati.

"Succhiamele." Dissi semplicemente.

Li prese in bocca e iniziò a succhiarli e a rotearci attorno con la lingua, mentre con la mano continuava a masturbarmi. Sapevo che non era la sua cosa preferita e che lo faceva principalmente perché piaceva a me. Ma il punto era proprio questo: sapere che lo faceva per semplice dedizione rendeva tutto più eccitante.

Mentre lavorava sui miei testicoli con la lingua, aumentò la velocità della sua mano. I pompini erano la sua specialità, ma non è che non si difendesse bene con i lavori manuali. Anzi: iniziai presto ad ansimare, vicino all'orgasmo.

"Stai già per sborrare?" Mi disse con tono ironico, staccandosi dai miei testicoli e continuando a segarmi energicamente.
"Cazzo, se continui così ovvio..."
"Ottimo! Non fare lo stronzo e avvisami quanto stai sborrando, così ingoio tutto."

A questo punto ritengo doveroso rendervi partecipi di un particolare che la scrittura non può rendere in modo naturale e automatico. Non è un caso che Carmen utilizzasse il termine "sborra" e i suoi derivati così frequentemente. Di base, mi e sempre piaciuto che il sesso comprendesse un po' di conversazione e un po' di volgarità, ma l'accento spagnolo di Carmen le faceva pronunciare la parola "sborra" in un modo particolare che per qualche motivo trovavo molto eccitante.

Quando lo confessai a Carmen, iniziò a utilizzare il termine in maniera consapevole, più o meno spesso sulla base di quanto e come voleva eccitarmi. In quel momento voleva venissi in fretta, quindi lo utilizzò abbastanza spesso.

Proprio mentre la sua sega aumentava di ritmo e stavo per raggiungere l'orgasmo, bussarono alla nostra porta. "Scusate ragazzi, non voglio disturbare...ma non troviamo il fon da nessuna parte!" Era Carlotta, che stava chiaramente ridacchiando.
"Ma porca..." Sbottai.
Carmen si staccò dai miei testicoli per rispondere. "Arrivo!" Si alzò e mi lasciò col cazzo in tiro. "Mi spiace, più tardi continuiamo!" E mi lanciò un bacio.

Col cazzo ancora in completa erezione, fui costretto a guardare Carmen uscire dalla stanza per aiutare i nosti amici nella importantissima ricerca dell'asciugacapelli. "Non so nemmeno io dove sia, cerchiamolo." la sentii dire da dietro la porta. Conscio che quindi non sarebbe stata una ricerca veloce, decisi di rinunciare alle prestazioni orali della mia amica per il momento e mi rivestii.

Presi un paio di pantaloni in lino bianco e una semplice maglietta e uscii dalla camera. Nel frattempo la ricerca dell'asciugacapelli era andata a buon fine e mentre Claudia e Carlotta finivano di prepararsi, raggiunsi Carmen e Michele che erano seduti all'esterno. Carmen stava elogiando il fisico di Michele, e d'altronde non la si poteva biasimare: aveva indossato una T-shirt attillata che metteva in risalto i suoi muscoli prominenti.

"Ma c'è qualcuno con cui non ci provi?" Commentai scherzando, mentre prendevo posto accanto a loro.
"Quelli che non mi piacciono!" Mi replicò prontamente. "Siete tutti a rischio in questa vacanza!"
"Ti prego, non anche tu, già devo stare dietro a Carlotta..." Commentò Michele, scrollando la testa. "Non riuscirei a star dietro anche a te!"
"Che peccato! Meno male che c'è Sam allora!"
"Ah! Quindi ora io sarei il ripiego?!" Commentai con tono offeso.
"Non essere stupido, lo sai che per me non esistono ripieghi. Il problema è che mi piace troppa gente!" Mi lanciò sarcasticamente un bacio.
Scossi la testa. "Sarà una vacanza lunga." Mentii. In realtà sapevo che sarebbe passata troppo in fretta.
"Ma quindi voi scopate ancora, giusto?" Chiese Michele.
Annuimmo entrambi. "Quando nessuno dei due è impegnato, ovviamente." Aggiunse Carmen. "Che poi...se trovassi un ragazzo o una ragazza a cui non importa, io continuerei anche da impegnata eh."
"Va be', non è facile ma nemmeno impossibile." Replicò Michele. "Prendi me e Carlotta...cioè, non è che andiamo a farlo a destra e a sinistra, ma con persone fidate come Claudia..."
"Quindi è vero?!" Esclamò Carmen. "Non avevo capito se scherzavate o eravate seri..."
"Guarda...io sono uno che fa sesso spesso e volentieri, ma Carlotta è impossibile. Quindi, già per me non ci sarebbero problemi...ma così ho anche un po' di supporto per soddisfare l'assatanata." Scrollò le spalle. "Poi, che l'idea di Carlotta e Claudia che scopano me lo faccia venire duro, è un altro discorso."
"A proposito..." Intervenne Carmen. "Dove sono quelle due? La doccia l'avevano finita, no?" Si alzò e si guardò attorno.
"Io un'idea ce l'avrei..." Suggerì Michele, ridendo sotto i baffi.
"Anche io, ma non ho intenzione di farle divertire come vorebbero..."

Carmen si diresse a tutta velocità verso l'unica stanza con la porta chiusa e bussò forte. "Eh no principesse, continuate più tardi! Vestitevi che usciamo!"
"E daaaai, un minuto e veniamo!" Urlò da dentro la porta Carlotta. Non capii se il doppio senso fosse intenzionale...
"No no, io il mio pompino prima l'ho interrotto. Ora vi fermate anche voi!"
"Vai a finire il pompino allora!" Ribattè Carlotta.
"No, perché poi lasceremmo Mic da solo!"
"Fanne uno anche a lui!" Rispose di nuovo Carlotta, ridendo.
"Non rompete le palle e venite fuori!"
"Va bene, va bene, arriviamo!" Rispose Claudia, in un misto tra una risata e una lamentela.
"No, no, ora aprite la porta, non mi fido mica!"

Pochi attimi dopo la porta della stanza effettivamente si aprì. Ne uscì una Carlotta sorprendentemente vestita, che ci raggiunse con Carmen al seguito. Aveva uno dei suoi soliti abiti lunghi molto svolazzanti, probabilmente un abito da mare, bianco e con uno spacco molto alto a lato di una gamba. Anche lo scollo sul seno era molto generoso e mostrava una porzione abbondante del suo seno.

"Oh, non si può più nemmeno avere un momento di privacy qui!" Sbuffò Carlotta, sedendosi accanto a me.
"Lo stai dicendo proprio a me?" La rimproverai.
"Ops, vero, tu eri nella mia stessa posizione! Scusami!" Ridacchiò Carlotta. "Dai, siamo pari, hai ragione tu! Pace fatta?"
"Andata." Concordai. Ci stringemmo la mano in segno di pace.

Qualche minuto dopo uscì anche Claudia dalla sua stanza, indossando un paio di shorts in jeans e un semplice crop top bianco.

"Scusa Claudia, tesoro...ma sei sicura di voler uscire con quel top?" Chiese Carmen.
Claudia reagì stupita alla domanda di Carmen. "Sì...perché scusa?" Di certo Carmen non era tipa da farsi problemi per degli abiti troppo succinti, e comunque l'abbigliamento di Claudia non lo sembrava.
"Guarda che appena sollevi le braccia ti ritrovi con le tette di fuori!"
"Ma non è vero, guarda che copre abbastanza!" Detto ciò Claudio sollevò le braccia...e si ritrovò con le tette di fuori. "Ah." Esclamò semplicemente.
"Te l'avevo detto...oh, sei a Lanzarote, per carità, un paio di tette non stupiscono nessuno. Però magari se metti un reggiseno eviti di lasciarle di fuori contro la tua volontà!" Disse Carmen.
"Sì, certo, peccato che non ho mica portato reggiseni." Replicò Claudia. "E dubito che quelli di Carlotta mi starebbero."
"Magari il reggiseno di un costume?" Propose Carmen.
"No, non è un'opzione valida con i miei costumi...va be', il mio tentativo di non avere per una volta le tette di fuori è fallito miseramente, ci riprovo. Vado a cambiarmi il top."

Claudia rientrò in camera e ne uscì con un nuovo top decisamente più stabile: corto ma annodato sotto il seno, che lo metteva comunque molto in risalto - essendo piuttosto aderente - ma senza il rischio che uscisse tutto di fuori.

Carmen si assicurò che tutti ci portassimo una giacca per coprirci, dato che la sera col vento poteva fare anche molto fresco. Un avvertimento che si sarebbe rivelato presto fondamentale.

Il sole volgeva già al tramonto, ed eravamo tutti stanchi e affamati, motivo per cui rimandammo il nostro primo giro in spiaggia al giorno dopo. Carmen insistette per portarci a cena fuori (offrendo lei, ça va sans dire, nonostante le innumerevoli lamentele dei miei compagni di viaggio).

Dopo l'opera di convincimento di Carmen, riuscimmo a salire in auto alla volta di Playa Blanca, il paese adiacente a Castillo del Aguila, anch'esso con un'ampia zona residenziale ma caratterizzato anche da un lungomare ricco di locali e ristoranti. Carmen ci portò in un ristorante di pesce affacciato sul mare dai prezzi non esosi, ma di certo non economici.

"Qui in realtà è pieno di italiani e pizzerie, ma farvi mangiare pizza mi sarebbe sembrato offensivo." Disse saggiamente.

La cena fu estremamente piacevole. Pesce e crostacei erano ottimi, ma a farla da padrone fu la Malvasia Vulcanica, il vino bianco dolce tipico proprio dell'isola di Lanzarote. Per nostra fortuna, Michele è sempre stato un bevitore molto moderato e si prestò volentieri a farci da autista per il ritorno sorseggiando appena due calici in tutta la serata e permettendo a noi altri di darci dentro. E indovinate dove vanno a parare i discorsi di un gruppo di ragazzi appena diplomati che hanno bevuto un po'?

"Ma quindi? Questa storia che ora fate le robe a tre con Claudia?" Chiese incuriosita Carmen, rivolgendosi a Michele e Carlotta.
"Non facciamo robe a tre!" Commentò l'unico sobrio del gruppo.
"Non ancora, almeno! Prima o poi vi convincerò!" Aggiunse Carlotta.
"Non esiste, sei già abbastanza impegnativa dividendoci il lavoro. Non voglio fare di nuovo gli straordinari!" Ribattè Michele, facendoci ridere tutti quanti.
"E io mi sono un po' stancata di scopare con gli uomini." Aggiunse Claudia, più seria. "Onestamente? Per un po' preferirei far sesso solo con delle donne."
"E che problema c'è? C'è Carmen qui con noi, abbiamo trovato la terza!" Disse Carlotta, chiaramente più avanti di noi con l'alcol da come trascinava le parole.
"Ehi, ehi, non tiratemi in mezzo senza avvertire!" Replicò Carmen. "Io non sono pazza come te, ho un limite. E al contrario di Claudia, di solito faccio sesso sempre con Daniela, quindi per un po' ho voglia di cazzo."
"Uffaaaaaa!" Cantilenò Carlotta. "Poi dite sempre che sono pazza...non voglio scopare così tanto. Solo tre o quattro volte al giorno..." Continuò, un po' demoralizzata.
"Cazzo, Carlita!" Commentai. "Quattro volte al giorno è davvero tanto!"
"Per questo vi dicevo che me la smezzo con Claudia. Due volte io, due lei, e siamo tutti contenti. Io dopo la seconda onestamente proprio non riesco."
"Uffa, uffa, uffa!" Carlotta sbattè i piedi per terra come una bambina. "Va bene, niente cose a tre. Carmen ha voglia di cazzo, Claudia non ha voglia di cazzo...Sam, mi sei rimasto solo tu! Qualche volta che Carmen ti lascia libero fai un salto in camera mia. Dai, mi faccio perdonare per il pompino che ho interroto oggi pomeriggio...se Carmen non è gelosa." In quel momento, devo ammetterlo, mi montò quasi istantaneamente un'erezione.
"Io? Gelosa?!" Carmen si mise a ridere. "Non stiamo mica assieme! L'importante è che a fine giornata abbia abbastanza energia per pagare l'affitto alla padrona di casa..." E mi lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Dai, dai, non te lo consumo mica! Giusto un pompino, una spagnola, cose così..." Il tono di voce di Carlotta si era alzato e iniziavamo a temere di essere compresi dagli altri commensali.
"Vaaa bene, va bene, tu amore hai bevuto troppo. Ne parliamo quando sei sobria eh?" Intervenne Michele, un po' esasperato. "Quando beve è sempre così, ci sono abituato, tranquilli."
"Non è colpa mia se ho sempre voglia, daaaai." Biascicò Carlotta. Poi diede un bacio lungo e pieno di lingua al suo ragazzo, seguito da qualcosa sussurrato nell'orecchio.
Michele scosse la testa, ma sorrise. "Va bene, va bene, promesso!"

Carlotta già di suo non aveva molti freni inibitori, e di sesso si parlava spesso anche da sobri. Ma quando alzava troppo il gomito diventava particolarmente schietta e disinibita, al punto che rischiava facilmente di essere troppo diretta o troppo esplicita in ambienti poco adatti.

Per questo motivo, decidemmo che era il momento giusto per lasciare il locale dove ci trovavamo e dirigerci verso casa di Carmen. Carlotta si aggrappò al mio braccio da un lato e a quello di Michele dall'altro per riuscire a camminare dritta. Quando giungemmo all'auto di Carmen, Carlotta mi abbracciò improvvisamente.

"Sam, guarda che io ti voglio bene anche se non vuoi scopare con me eh!" Improvvisamente Carlotta si sentì in colpa, lo percepii chiaramente dal tono di voce.
"Lo so Carlita, lo so, tranquilla." Ricambiai l'abbraccio, stringendola più forte che potevo. "Ti voglio bene anche io."
"Anche se prima ti ho interrotto il pompino di Carmen?" Lo chiese con tono serio e preoccupato. "Lo so che non fate tutti sesso mille volte al giorno come me, scusami..."
"Certo, tranquilla." La rincuorai "Però non farci l'abitudine, ok?" Aggiunsi, scherzando.

Rimanemmo abbracciati. L'alcol, oltre a rimuovere freni inibitori di Carlotta, amplificava la sua già enorme empatia. In quel momento era seriamente preoccupata e dispiaciuta per aver interrotto il pompino di Carmen durante il pomeriggio, per quanto possa sembrare strano a dirsi. Mi sentii in dovere di offrirle il mio affetto e rassicurarla lasciando che decidesse lei il momento in cui sciogliere l'abbraccio.

In silenzio, restò tra le mie braccia per un minuto abbondante prima di ritenersi soddisfatta. "Grazie" fu l'unica altra parola che aggiunse. Le rivolsi il miglior sorriso che potessi fare per una delle mie migliori amiche.

In auto le ragazze - che erano sedute nei sedili di dietro - si addormentarono immediatamente, nonostante il tragitto fosse comunque abbastanza breve. Io tenni compagnia a Michele, essendo un po' più sobrio delle ragazze e riuscendo a rimanere sveglio.

Non conoscendo la strada e avendo bevuto un po' anche Michele, guidammo piano e scambiammo qualche parola.

"Tutto bene con Carlita, vero?" Chiesi verso la fine del tragitto. Ero leggermente preoccupato dalle rocambolesche avance di Carlotta nei miei confronti.
"Ma va, figurati. Quando beve fa sempre così, ci sono abituato."
"No, intendevo..."
"Lo so cosa intendevi, tranquillo. Lo so già da una vita che le piaci. Ormai lo sapete, siamo una coppia aperta." Mi disse con calma.
"Io non so esattamente come fate...non ci riuscirei con una persona di cui sono innamorato."
"Ognuno è diverso, no?" Disse saggiamente. "L'importante è che entrambi sappiamo e approviamo con chi andiamo, che si faccia sempre sesso sicuro...e basta. Il sesso è sesso, l'amore per noi è una cosa separata." Si prese un attimo di pausa. "È come andare a bere qualcosa, ok? Certo, la mia persona preferita con uscire a bere è Carlotta, ma nonostante ciò mi diverto anche a bere con gli amici."
"Oh, ok...un paragone un po' strano, ma ho capito cosa intendi."

La discussione morì a quel punto, perché fummo costretti a svegliare Carmen per capire dove girare tra le mille vie del sobborgo residenziale.

Arrivati a casa, ci prendemmo giusto il tempo necessario per andare tutti velocemente al bagno. Avevamo viaggiato tutti, avevamo bevuto...eravamo stanchi.

Dopo una rinfrescata diedi il cambio a Carmen. Rientrato in camera mi liberai dell'asciugamano e mi buttai nudo supino sul letto, ancora piuttosto stordito dall'alcool. Rimasi in uno stato di parziale torpore per un tempo non meglio definito, finché non sentii la porta della camera chiudersi.

Carmen aveva finito di farsi la doccia e la osservai pigramente mentre si liberava dell'asciugamano. La trovai bellissima, ma in quel momento ero abbastanza steso dall'alcool e dal sonno che mi limitai all'osservazione platonica. Credo che Carmen fu dello stesso avviso, si stese semplicemente accanto a me.

"Mi ero dimenticata che tu dormi nudo." Osservò ridacchiando.
"...è un problema?" Chiesi ironicamente.
"No no, anzi!" Ridacchiò nuovamente. "Oggi provo a dormire nuda anche io!" Lo disse come se fosse una grande proposta.
"Non si torna più indietro, ti avviso..." Avevo capito perfettamente che stava cercando di provocarmi, ma in quel momento il sonno dovuto all'alcol stava avendo la meglio e provai a sviare il discorso. "Non hai mai provato prima?"
"No...non so perché, non ci ho mai pensato. Ma vedere te nudo mi ha fatto venir voglia di provare!" Dal tono di voce, sembrò desistere dal tentativo provocatorio.

Mentre entrambi stavamo lentamente scivolando verso il meritato sonno, fummo bruscamente interrotti da degli inequivocabili gemiti provenienti dalla stanza accando alla nostra, dove dormivano Michele e Carlotta.

"Davvero...?" Commentò Carmen, infastidita per il risveglio inaspettato.
"Non ci provano nemmeno a trattenersi..." Commentai, un po' in fastidito anche io.

Potevamo sentire i gemiti e i sospiri di entrambi, ma Carlotta passò presto a urlare senza ritegno alcuno.

"Shhh, ci sentono!" Sentimmo lamentarsi Michele.
"Lo so!" Rispose Carlotta, rilasciando un altro gemito di piacere.

Io e Carmen ci guardammo, e contemporaneamente sospirammo e scotemmo la testa. Chiaramente non era ancora del tutto sobria.

"Be', almeno Mic ci ha provato." Sorrisi.
"Dai, sfondami!" Sentimmo ancora urlare Carlotta dall'altra parte del muro.
"Ma...sul serio?" Intervenne a bassa voce Carmen. "Ti stai eccitando?!" Esclamò, sorpresa.
Non aveva torto. Ero ancora infastidito dal risveglio, ma forse l'essere in debito di un orgasmo fece prevalere altre parti del mio corpo. "Non l'ho fatto apposta, davvero." Ed era vero.
"Va be', ormai siamo svegli, no?" Nel dirlo raggiunse il mio pene in erezione con la sua mano sinistra, muovendola lentamente lungo l'asta. "Avevamo lasciato qualcosa in sospeso oggi pomeriggio..."

Carmen scese tra le mie gambe e mi accolse delicamente in bocca. Iniziò un lento pompino, in palese contrasto con l'amplesso energico e fomentato che stava avvenendo dall'altra parte del muro. Non c'era esattamente passione in quel momento, quanto molta calma e grande fiducia. Sapevamo che quell'atto piaceva a entrambi e non c'era alcun motivo di fare in fretta, considerando soprattutto che non saremmo potuti tornare a dormire presto a causa della performance della nostra amica non troppo sobria.

Senza troppe cerimonie, Carmen interruppe temporaneamente il lavoro con la sua bocca per mettere le sue gambe ai lati della mia testa, sbattendomi letteralmente in faccia la sua vagina. Non ci fu bisogno di parlare: ricominciò il pompino solo dopo che iniziai a leccarla tra le gambe. Ci lasciammo quindi andare in un lento e pigro sessantanove, qualcosa di rodato e rilassante che portasse facilmente entrambi all'orgasmo. Venimmo qualche minuto dopo il rumoroso orgasmo di Carlotta, senza alcuna fanfara, e crollammo di nuovo nel sonno poco dopo senza nemmeno rendercene conto.



Come avrete potuto notare, niente sole e mare. Ho ritenuto fondamentale introdurre ancora un po' Carmen, anche sessualmente. Non c'è molto, ma c'è abbastanza per dare un'idea del tipo di persona che è...è ovvio che altri dettagli salteranno fuori col tempo.

Come sapete non sono un grande fan delle scene più "esplicite", nonostante mi diverta scriverle - ovviamente! Ma qui...capirete a un certo punto che era necessario rendervi partecipi.

La parte successiva è già in scrittura e sarà certamente più nelle corde della vera essenza di questi racconti. Se non saltano fuori altri improvvisi lavorativi e personali, dovrebbe arrivare presto!

Grazie a tutti per la pazienza :)
Stupendo come sempre… abbiamo atteso ma ne è valsa la pena 😍😏
 

giotopless

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Grazie per il proseguimento, ne è valsa la pena di aspettare, è di gran lunga il racconto scritto meglio del sito oltre che uno dei più interessanti ed eccitanti, complimenti per il tuo modo di scrivere e grazie ancora per deliziarci con il racconto!
 

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