- Messaggi
- 111
- Punteggio reazione
- 1,498
- Punti
- 99
Era passata appena una settimana dal mio arrivo in azienda, e stavo ancora cercando di orientarmi in quell'ambiente nuovo e frenetico. Nonostante la mia timidezza e la naturale tendenza a rimanere in disparte, ero riuscito a fare una buona impressione sui miei colleghi. Ero il "simpaticone" della situazione, quello che non parlava molto, ma quando lo faceva, strappava sempre un sorriso a qualcuno.
Uno dei primi volti che avevo incontrato era stato quello di Raffaella, una delle impiegate più veterane dell'azienda. A quasi 50 anni, Raffaella era una presenza impossibile da ignorare. Con i suoi capelli rossi e ricci che sembravano danzare intorno al suo viso, il corpo curvy che portava con orgoglio, e uno smalto azzurro per ricordare la sua città, Napoli, che decorava le sue mani, Raffaella era l'incarnazione dell'energia pura.
Estroversa e impulsiva, non passava giorno senza che la sua risata risuonasse tra le pareti dell'ufficio. Non era raro vederla trascinare qualche collega fuori per un aperitivo improvvisato o organizzare serate che si trasformavano in feste memorabili.
Una sera, poco prima di lasciare l'ufficio, Raffaella mi si avvicinò con uno sguardo malizioso. "Allora, novellino, come te la stai cavando? Spero che il nostro zoo non ti abbia ancora spaventato."
Sorrisi, cercando di non lasciar trasparire troppo la mia timidezza. "No, tutto bene. È un ambiente vivace, e devo dire che non mi aspettavo di trovarmi così bene."
Lei mi scrutò con attenzione, il suo sguardo intenso che sembrava leggermi dentro. "Sai, mi piaci. Sei diverso dagli altri. C'è una sorta di mistero in te, qualcosa che mi incuriosisce."
Non sapevo come rispondere, e Raffaella rise, forse percependo il mio disagio. "Ascolta," continuò, "sto organizzando una piccola serata a casa mia. Solo io, te, e un buon bicchiere di vino. Ti va?"
La proposta mi colse di sorpresa. Non era insolito che Raffaella invitasse i colleghi a uscire, ma un invito così personale mi fece battere il cuore un po' più forte. Senza sapere bene cosa aspettarmi, accettai.
L'appartamento di Raffaella, un piccolo e accogliente spazio nel cuore di Torino, rifletteva la sua personalità vivace e unica. Le pareti erano decorate con fotografie di viaggi, dipinti colorati, e piccoli oggetti che raccontavano storie di feste passate e avventure vissute. Era un luogo che emanava calore e un'energia accogliente, proprio come la sua padrona di casa.
Mi sentivo un po' nervoso mentre varcavo la soglia, ma Raffaella sembrava completamente a suo agio, muovendosi con disinvoltura per l'appartamento mentre preparava un bicchiere di vino per entrambi. La sua presenza era magnetica, e nonostante il mio solito riserbo, mi trovai rapidamente a mio agio.
Ci sedemmo sul divano, il bicchiere di vino tra le mani, e iniziammo a chiacchierare. La conversazione fluiva naturalmente, come se ci conoscessimo da sempre. Mi raccontò delle sue figlie ormai grandi, delle sue avventure in gioventù, e di quanto amasse la vita. Io, da parte mia, cercai di aprirmi un po' di più, condividendo pensieri e sentimenti che raramente avevo espresso.
Col passare dei minuti, l'atmosfera divenne più intima. Raffaella si avvicinò leggermente, e la sua mano si posò casualmente sulla mia. Il contatto fu elettrico, e per un momento ci fu solo silenzio, interrotto solo dal battito dei nostri cuori. Il suo sguardo si fissò sul mio, e vidi nei suoi occhi qualcosa di diverso, un'intensità che non avevo mai percepito prima.
“Mi sei piaciuto dal primo momento in cui ti ho visto,” sussurrò, la sua voce appena un soffio. “C'è qualcosa in te che non riesco a ignorare.”
Prima che potessi rispondere, Raffaella si avvicinò ancora di più, e il suo volto era ora a pochi centimetri dal mio. La tensione tra noi era palpabile, e ogni mia incertezza svanì mentre i suoi occhi cercavano i miei, chiedendo senza parole se fossi pronto a lasciarmi andare.
Poi, senza alcun preavviso, si spostò ancora più vicina, e le sue labbra sfiorarono le mie in un bacio delicato, ma carico di emozione. Non era solo un gesto fisico, ma un'espressione di tutto ciò che si era accumulato tra di noi in quella settimana di conoscenza e scoperta.
Il bacio si fece più profondo, e il mondo intorno a noi sembrò svanire. Ogni pensiero, ogni preoccupazione, ogni dubbio scomparve mentre mi lasciavo trasportare dall'energia e dalla passione di quel momento. Le sue mani si mossero lungo il mio busto, e la sensazione del suo tocco mi fece venire i brividi.
Il nostro contatto si fece più intenso, e capii che quella scintilla che era scoccata tra noi non era solo il frutto di un'attrazione momentanea, ma qualcosa di più profondo, di più reale.
Uno dei primi volti che avevo incontrato era stato quello di Raffaella, una delle impiegate più veterane dell'azienda. A quasi 50 anni, Raffaella era una presenza impossibile da ignorare. Con i suoi capelli rossi e ricci che sembravano danzare intorno al suo viso, il corpo curvy che portava con orgoglio, e uno smalto azzurro per ricordare la sua città, Napoli, che decorava le sue mani, Raffaella era l'incarnazione dell'energia pura.
Estroversa e impulsiva, non passava giorno senza che la sua risata risuonasse tra le pareti dell'ufficio. Non era raro vederla trascinare qualche collega fuori per un aperitivo improvvisato o organizzare serate che si trasformavano in feste memorabili.
Una sera, poco prima di lasciare l'ufficio, Raffaella mi si avvicinò con uno sguardo malizioso. "Allora, novellino, come te la stai cavando? Spero che il nostro zoo non ti abbia ancora spaventato."
Sorrisi, cercando di non lasciar trasparire troppo la mia timidezza. "No, tutto bene. È un ambiente vivace, e devo dire che non mi aspettavo di trovarmi così bene."
Lei mi scrutò con attenzione, il suo sguardo intenso che sembrava leggermi dentro. "Sai, mi piaci. Sei diverso dagli altri. C'è una sorta di mistero in te, qualcosa che mi incuriosisce."
Non sapevo come rispondere, e Raffaella rise, forse percependo il mio disagio. "Ascolta," continuò, "sto organizzando una piccola serata a casa mia. Solo io, te, e un buon bicchiere di vino. Ti va?"
La proposta mi colse di sorpresa. Non era insolito che Raffaella invitasse i colleghi a uscire, ma un invito così personale mi fece battere il cuore un po' più forte. Senza sapere bene cosa aspettarmi, accettai.
L'appartamento di Raffaella, un piccolo e accogliente spazio nel cuore di Torino, rifletteva la sua personalità vivace e unica. Le pareti erano decorate con fotografie di viaggi, dipinti colorati, e piccoli oggetti che raccontavano storie di feste passate e avventure vissute. Era un luogo che emanava calore e un'energia accogliente, proprio come la sua padrona di casa.
Mi sentivo un po' nervoso mentre varcavo la soglia, ma Raffaella sembrava completamente a suo agio, muovendosi con disinvoltura per l'appartamento mentre preparava un bicchiere di vino per entrambi. La sua presenza era magnetica, e nonostante il mio solito riserbo, mi trovai rapidamente a mio agio.
Ci sedemmo sul divano, il bicchiere di vino tra le mani, e iniziammo a chiacchierare. La conversazione fluiva naturalmente, come se ci conoscessimo da sempre. Mi raccontò delle sue figlie ormai grandi, delle sue avventure in gioventù, e di quanto amasse la vita. Io, da parte mia, cercai di aprirmi un po' di più, condividendo pensieri e sentimenti che raramente avevo espresso.
Col passare dei minuti, l'atmosfera divenne più intima. Raffaella si avvicinò leggermente, e la sua mano si posò casualmente sulla mia. Il contatto fu elettrico, e per un momento ci fu solo silenzio, interrotto solo dal battito dei nostri cuori. Il suo sguardo si fissò sul mio, e vidi nei suoi occhi qualcosa di diverso, un'intensità che non avevo mai percepito prima.
“Mi sei piaciuto dal primo momento in cui ti ho visto,” sussurrò, la sua voce appena un soffio. “C'è qualcosa in te che non riesco a ignorare.”
Prima che potessi rispondere, Raffaella si avvicinò ancora di più, e il suo volto era ora a pochi centimetri dal mio. La tensione tra noi era palpabile, e ogni mia incertezza svanì mentre i suoi occhi cercavano i miei, chiedendo senza parole se fossi pronto a lasciarmi andare.
Poi, senza alcun preavviso, si spostò ancora più vicina, e le sue labbra sfiorarono le mie in un bacio delicato, ma carico di emozione. Non era solo un gesto fisico, ma un'espressione di tutto ciò che si era accumulato tra di noi in quella settimana di conoscenza e scoperta.
Il bacio si fece più profondo, e il mondo intorno a noi sembrò svanire. Ogni pensiero, ogni preoccupazione, ogni dubbio scomparve mentre mi lasciavo trasportare dall'energia e dalla passione di quel momento. Le sue mani si mossero lungo il mio busto, e la sensazione del suo tocco mi fece venire i brividi.
Il nostro contatto si fece più intenso, e capii che quella scintilla che era scoccata tra noi non era solo il frutto di un'attrazione momentanea, ma qualcosa di più profondo, di più reale.