Una cena con dolce finale [GAY - BSX]

nordè

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Rebecca era l’unica mia amica a sapere tutto di me: delle mie fantasie più nascoste, da quella di vestirmi ogni tanto da donna in privato, per il solo gusto di passare pomeriggi in autoreggenti e tacco dodici passeggiando per casa o riordinando la stanza, fino alle mie fantasie più bisex ma mai realizzate.
Una sera, come accadeva spesso, mi invitò a cena da lei. Arrivai prima di tutti gli altri per darle una mano a preparare il tutto. Non ero il solo invitato, c’erano anche sue ex colleghe di corso, conoscenti e amici vari. Fu una serata molto lieta, i tipici simposi a vino e chiacchiere più disparate dal sesso alla filosofia, passando per la politica e l’arte.
Fra i vari commensali in modo particolare mi colpì Niccolò che mi sosteneva in ogni discussione come fosse un mio fedele scudiero o una spalla.
Durante la cena Rebecca andò un attimo in cucina per prendere altro vino e andai con lei per aiutarla. Arrivati in cucina sorridendo in modo sornione mi disse “Hai fatto colpo stasera..”. Convinto che si riferisse ad una delle tante sue amiche risposi “Ah si? E su quale delle tante?”
“Ma come non ti sei accorto di nulla? Parlo di Niccolò”. Presi la sua frase come una battuta provocante, cosa non nuova “Esageri sempre Reby. Abbiamo semplicemente le stesse idee”.
“Certo ma se a questo ci aggiungi che è bisex come te la situazione cambia”. “Come? Ma..è fantastico!” Non riuscì a finire la risposta quando Niccolò apparve silenzioso e sorridente in cucina per chiedere di andare un attimo nella sua stanza a prendere una cosa dalla giacca. Non so quanto fossi vistosamente in imbarazzo ma nonostante ciò riuscì d’istinto a farfugliare un “Ehm Reby ho dimenticato anch’io il telefono nella giacca vado un attimo con lui”.
In silenzio ed imbarazzati io e Niccolò ci ritrovammo chiusi nella stanza di Reby da soli. In realtà solo lì mi ricordai che il telefono era sulla tavola, cosa che anche Niccolò si ricordò bene ed infatti ruppe il ghiaccio: “Guarda che il telefono è sulla tavola, l’hai usato poco tempo fa per mostrami un’opera di Pierre et Gilles”. Con le gote rosse di fuoco e la gola secca riuscì solo a rispondere “Ah già..che sbadato” e improvvisai una sortita dalla stanza a testa bassa ma Niccolò mi bloccò.
“Guarda che ho sentito tutto ciò che vi stavate dicendo in cucina tu e Reby” e prendendomi da un polso mi attirò a se e cingendomi con un braccio dietro la schiena, iniziò a baciarmi.
La testa mi scoppiava non avevo mai baciato un uomo, non avevo mai avuto alcun contatto fisico con un uomo, ci fantasticavo spesso ma l’avevo sempre reputata una semplice fantasia. Non avevo fatto caso al fisico di Niccolò, altro, petto da nuotatore, braccia forti.
Dopo essere stato inerme e passivo fra le sue braccia con la sua lingua nella mia bocca decisi di lasciarmi andare all’istinto. Allungai una mano sui suoi pantaloni e mi accorsi della sua erezione con stupore. Forse non aspettava altro, si sbottonò all’istante restando con gli slip e mi fece inginocchiare. Un mix di sensazioni mi invase, mi sentì schifato, terrorizzato ma eccitato nello stesso tempo. L’odore di maschio mi pizzicava la lingua ma mi attirava. Iniziai a leccarlo per bene da sopra agli slip, con la lingua sentì la compattezza e le vene pulsare ma decisi subito di scartare il regalo.
Per prima cosa baciai il suo pene al centro e lo inondai di baci per permettere alle mie labbra di conoscere un nuovo mondo, poi toccò alla lingua..iniziai a leccarlo su e giù con velocità per poi fermarmi ad ogni dettaglio: la sensazione della cappella liscia, poi la sua base ruvida, poi il corpo del pene venoso e per finire i suoi testicoli carichi di gioia ed eccitazione.
I suoi gemiti di eccitazione mi inorgoglivano ed erano la prova che ero piuttosto bravo per questo continuai con passione facendolo adesso assaggiare alla mia bocca fino all’inizio della gola. Ancora una volta prendendomi da un polso mi portò su letto dove continuai nel sesso orale per un altro po’ di tempo fino a quando non lo vidi allungare la mano verso la sua giacca e disse “Ecco cosa ero venuto a prendere dalla giacca”. Uscì un preservativo, la sola vista mi fece sentire le farfalle nello stomaco..adrenalina e paura si contendevano il mio stomaco.
Con una certa passività obbedì al suo ordine di togliermi gli slip e mettermi a carponi, ero terrorizzato.
L’ansia aumentò quando iniziai a sentire le sue dita giostrare con il mio ano, Niccolò sentì la mia tensione ma mi tranquillizzò “Ehi non irrigidirti, non ti farò male, forse solo all’inizio ma sarà piacevole dopo”. Così come era accaduto all’inizio del tutto ben presto l’istinto portò a lasciarmi andare, trasportato dalle onde verso isole sconosciute. Ma non potetti non sentire dolore quando iniziò a penetrarmi ma lo fece con calma, oserei dire dolcezza. L’eccitazione gradualmente tornò a salire: sentivo la sua presa virile e forte tenermi dai fianchi ma mi scopava ancora con dolcezza..fino ai miei primi gemiti poi la strada era aperta. Urla di dolore e goduria insieme vollero liberarsi dalla mia bocca ma le soffocai in una coperta. Mentre Niccolò si lasciava andare a piccoli sbuffi di respiro di fatica. Mi girò mettendomi supino e tenendomi le mani continuò a scoparmi. Sentì una vertigine di sensazioni e per un attimo ebbi seriamente paura di star per farmi la pipì addosso ed infatti sentì il mio pene eiaculare in modo strano, mai provato.
Non riuscì a trattenere un gemito urlato quando con foga tolse il pene dal mio ano, si tolse con furia il preservativo e..mi inondò di calda gioia.
 

sivaer

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Rebecca era l’unica mia amica a sapere tutto di me: delle mie fantasie più nascoste, da quella di vestirmi ogni tanto da donna in privato, per il solo gusto di passare pomeriggi in autoreggenti e tacco dodici passeggiando per casa o riordinando la stanza, fino alle mie fantasie più bisex ma mai realizzate.
Una sera, come accadeva spesso, mi invitò a cena da lei. Arrivai prima di tutti gli altri per darle una mano a preparare il tutto. Non ero il solo invitato, c’erano anche sue ex colleghe di corso, conoscenti e amici vari. Fu una serata molto lieta, i tipici simposi a vino e chiacchiere più disparate dal sesso alla filosofia, passando per la politica e l’arte.
Fra i vari commensali in modo particolare mi colpì Niccolò che mi sosteneva in ogni discussione come fosse un mio fedele scudiero o una spalla.
Durante la cena Rebecca andò un attimo in cucina per prendere altro vino e andai con lei per aiutarla. Arrivati in cucina sorridendo in modo sornione mi disse “Hai fatto colpo stasera..”. Convinto che si riferisse ad una delle tante sue amiche risposi “Ah si? E su quale delle tante?”
“Ma come non ti sei accorto di nulla? Parlo di Niccolò”. Presi la sua frase come una battuta provocante, cosa non nuova “Esageri sempre Reby. Abbiamo semplicemente le stesse idee”.
“Certo ma se a questo ci aggiungi che è bisex come te la situazione cambia”. “Come? Ma..è fantastico!” Non riuscì a finire la risposta quando Niccolò apparve silenzioso e sorridente in cucina per chiedere di andare un attimo nella sua stanza a prendere una cosa dalla giacca. Non so quanto fossi vistosamente in imbarazzo ma nonostante ciò riuscì d’istinto a farfugliare un “Ehm Reby ho dimenticato anch’io il telefono nella giacca vado un attimo con lui”.
In silenzio ed imbarazzati io e Niccolò ci ritrovammo chiusi nella stanza di Reby da soli. In realtà solo lì mi ricordai che il telefono era sulla tavola, cosa che anche Niccolò si ricordò bene ed infatti ruppe il ghiaccio: “Guarda che il telefono è sulla tavola, l’hai usato poco tempo fa per mostrami un’opera di Pierre et Gilles”. Con le gote rosse di fuoco e la gola secca riuscì solo a rispondere “Ah già..che sbadato” e improvvisai una sortita dalla stanza a testa bassa ma Niccolò mi bloccò.
“Guarda che ho sentito tutto ciò che vi stavate dicendo in cucina tu e Reby” e prendendomi da un polso mi attirò a se e cingendomi con un braccio dietro la schiena, iniziò a baciarmi.
La testa mi scoppiava non avevo mai baciato un uomo, non avevo mai avuto alcun contatto fisico con un uomo, ci fantasticavo spesso ma l’avevo sempre reputata una semplice fantasia. Non avevo fatto caso al fisico di Niccolò, altro, petto da nuotatore, braccia forti.
Dopo essere stato inerme e passivo fra le sue braccia con la sua lingua nella mia bocca decisi di lasciarmi andare all’istinto. Allungai una mano sui suoi pantaloni e mi accorsi della sua erezione con stupore. Forse non aspettava altro, si sbottonò all’istante restando con gli slip e mi fece inginocchiare. Un mix di sensazioni mi invase, mi sentì schifato, terrorizzato ma eccitato nello stesso tempo. L’odore di maschio mi pizzicava la lingua ma mi attirava. Iniziai a leccarlo per bene da sopra agli slip, con la lingua sentì la compattezza e le vene pulsare ma decisi subito di scartare il regalo.
Per prima cosa baciai il suo pene al centro e lo inondai di baci per permettere alle mie labbra di conoscere un nuovo mondo, poi toccò alla lingua..iniziai a leccarlo su e giù con velocità per poi fermarmi ad ogni dettaglio: la sensazione della cappella liscia, poi la sua base ruvida, poi il corpo del pene venoso e per finire i suoi testicoli carichi di gioia ed eccitazione.
I suoi gemiti di eccitazione mi inorgoglivano ed erano la prova che ero piuttosto bravo per questo continuai con passione facendolo adesso assaggiare alla mia bocca fino all’inizio della gola. Ancora una volta prendendomi da un polso mi portò su letto dove continuai nel sesso orale per un altro po’ di tempo fino a quando non lo vidi allungare la mano verso la sua giacca e disse “Ecco cosa ero venuto a prendere dalla giacca”. Uscì un preservativo, la sola vista mi fece sentire le farfalle nello stomaco..adrenalina e paura si contendevano il mio stomaco.
Con una certa passività obbedì al suo ordine di togliermi gli slip e mettermi a carponi, ero terrorizzato.
L’ansia aumentò quando iniziai a sentire le sue dita giostrare con il mio ano, Niccolò sentì la mia tensione ma mi tranquillizzò “Ehi non irrigidirti, non ti farò male, forse solo all’inizio ma sarà piacevole dopo”. Così come era accaduto all’inizio del tutto ben presto l’istinto portò a lasciarmi andare, trasportato dalle onde verso isole sconosciute. Ma non potetti non sentire dolore quando iniziò a penetrarmi ma lo fece con calma, oserei dire dolcezza. L’eccitazione gradualmente tornò a salire: sentivo la sua presa virile e forte tenermi dai fianchi ma mi scopava ancora con dolcezza..fino ai miei primi gemiti poi la strada era aperta. Urla di dolore e goduria insieme vollero liberarsi dalla mia bocca ma le soffocai in una coperta. Mentre Niccolò si lasciava andare a piccoli sbuffi di respiro di fatica. Mi girò mettendomi supino e tenendomi le mani continuò a scoparmi. Sentì una vertigine di sensazioni e per un attimo ebbi seriamente paura di star per farmi la pipì addosso ed infatti sentì il mio pene eiaculare in modo strano, mai provato.
Non riuscì a trattenere un gemito urlato quando con foga tolse il pene dal mio ano, si tolse con furia il preservativo e..mi inondò di calda gioia.

Non male, direi molto ben raccontata. Forse fin troppo rapido nell'arrivare al dunque, ma si legge volentieri
 

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