Una ragazza timida

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Dall'ultimo incontro a casa di Giorgio sono passati tre giorni, e Paolo ha sempre quella frase di Sonia che gli ronza in testa: 'Se a Greta sta bene, certo che sì! Il mio numero ce l'hai, fammi sapere' riferito ad un eventuale incontro a tre.

'Il problema è che Greta, timida com'è, si lascia andare soltanto con me, e cadono le inibizioni quando si ubriaca' pensa tra sé e sé mentre torna con la mente a quei baci e quelle strusciatine con Helen 'e da ubriaca non se ne parla nemmeno.'

Passano alcuni giorni, in cui si vede con Greta.

Poi si decide, prende il telefono e scorre tra i numeri "Ok, basta pensarci troppo. Ci provo. Se va va, altrimenti pazienza!"

Il telefono squilla, la chiamata viene presa "Paolo? Che strano, sentirti chiamare... Tutto ok?"
P "Sì, sì, tutto ok, Helen, ciao! Come stai?"
H "Io sto bene, ma... Come mai mi chiami?"
P "Ecco, sì, scusa se ti disturbo, ma, volevo chiederti una cosa. Diciamo un favoe!"
"Ok" risponde Helen un po' titubante "Cosa ti serve?"
P "Ecco... Sai che Greta ha, come dire... una... chiamiamola predilezione... per te, no?"
H "Predilezione? Ahahahah! Se chiami 'predilezione' una che quando beve ti limona pesante e rimpiange di non avere il cazzo per infilartelo dovunque, allora sì, diciamo che ha una predilezione!"
P "Ahahahah! Sì ecco, volevo usare un termine sobrio, ma diciamo che hai reso il mio sforzo abbastanza inutile!"
H "Ahahahah! Scusa, non volevo... È solo che 'predilezione' posso usarlo se sono al bar e devo scegliere tra bere un caffè e un ginseng, non per una cosa del genere."
P "Hai ragione. Comunque... Sai che Greta ha questa cosa per te, no?"
H "Sì sì, l'avevo intuito."
P "Pensa - oh, io però non ti ho detto niente eh! - pensa che spesso, quando la lecco, sussurra il tuo nome!"
H "Davvero? Beh... Non è che mi sorprenda. Penso di averle acceso la fantasia quella volta che, mentre chiacchieravamo tra noi, ho raccontato di una scopata con Lucrezia, e lei era particolarmente attenta."
P "Dalle torto! Ahahahah!"
H "Ahahah! Scemo! Comunque, dimmi..."
P "Sì, scusa... Ecco, Greta non si proporrebbe mai da sobria, e di certo non vorrei che arrivasse ad ubriacarsi per trovare il coraggio, però sono sicurissimo che se facessi tu la prima mossa, lei poi si lascerebbe andare. Che ne pensi?"
H "Beh, l'idea è intrigante, davvero... Io ho sempre evitato perché è sempre così timida e riservata... Quasi come se fosse intimorita. Ma non so se ad Ema vada giù l'idea che scopi con te e Greta, anche se è per sbloccare lei."
P "Oh no, no... Io pensavo soltanto tu e lei, da sole."
H "Ah, solo io e lei, dici?"
P "Beh, se vuoi coinvolgere anche le altre ragazze, vedi tu, ma secondo me, almeno per la prima volta, sarebbe meglio se fosse soltanto con te."
H "Ok dai... Se la cosa è tra ragazze, ad Ema non disturba, anzi... Lo sfrutta come stimolo per giocare. Va bene, ci penso io!"
P "Grazie Helen, ti sono debitore!"
H "Macché! Dai, ora ti lascio, perché ho un sacco di cose da fare a casa. Ciao ciao!"
P "Ciao!"

"Beh, che ti ha detto?" gli chiede Greta in evidente stato di agitazione.
"Tutto ok, tesoro, l'hai sentita, no? Ha accettato!" conferma Paolo.
"Oddio, e adesso?" Greta inizia ad avere un attacco di panico.
P "Tesoro, mi hai chiesto tu di chiamarla e di far finta che tu non sapessi nulla. Non preoccuparti, ha detto che ci pensa lei."
G "Sicuro? Non è che te l'ha detto per prenderti in giro?"
P "Perché avrebbe dovuto prendermi in giro? Poteva semplicemente dire di no, inventare una scusa qualunque e declinare la richiesta. Invece ha accettato, quindi stai calma."
G "Eh, la fai facile tu!"

Plin plin! Plin plin!
G "Oddio, un messaggio!" prende il telefono "È Helen!, che faccio?"
P "Leggilo, no?"
Greta lo apre "Ha creato una chat di gruppo, l'ha chiamata 'Mare 🌴🌊🍹', ha messo tutte le ragazze. Ma non le avevi detto solo noi due?"
P "Certo che gliel'ho detto, mi hai sentito, no? Leggi, dai, magari non è come pensi!"
G "Ok, leggo 'Ciao a tutte! Per domani, se non avete impegni, sto organizzando un pomeriggio al mare. Chi si unisce a me?' Che le scrivo?"
P "Ci andresti, se fosse una giornata qualunque?"
G "Beh, sì!"
P "E allora scrivile di sì! Considerala come una normalissima giornata al mare con le tue amiche, dai..."
G "Mmmh... Le scrivo che pensavo fossimo solo noi due."
Paolo la interrompe subito "Ferma, ma sei scema? Così capisce che era tutto organizzato! Scrivile soltanto di sì!"
G "Uff, sì, hai ragione. Ok 'Ciao ragazze! Che bella idea! Sì, dai, domani ci rilassiamo al mare, non vedo l'ora! Ne ho proprio bisogno!"
P "Ecco, brava! Un semplice messaggio, senza fronzoli."
Greta legge la chat, ha un sussulto "Lucrezia ha detto che viene! E anche Flavia! Oh cazzo, viene anche Ale!"
P "E allora?"
G "No no no no, scrivo che ho avuto un imprevisto e non posso più andare!"
P "Veramente faresti una cazzata del genere? Sarebbe parecchio sospetta, come cosa, no?"
G "E allora che faccio?" visibilmente agitata e in preda al panico.
P "Senti, si tartta di una giornata al mare tra amiche. Helen mi ha detto che ha sempre evitato di provarci per via della tua timidezza. E questo mi sembra un segnale di intelligenza, no? O quantomeno di empatia."
G "Davvero ha detto così?"
P "Non hai sentito mentre ci parlavo?"
G "Pensavo di aver capito male."
P "Invece hai capito benissimo. Fatto sta che, da parte di qualcuno che dice una cosa del genere non mi aspetto gesti eclatanti o cose che possano metterti in imbarazzo davanti ad altri."
G "Mmmh... Sì, forse hai ragione. Ok, allora... Speriamo bene."
P "Ma certo! Vieni qui, stupidina!" la abbraccia, infondendole sicurezza. "Sarà una bellissima giornata tra amiche. Vivitela in questo modo."
"Grazie" gli dice lei accarezzandogli il viso.
Lui le sorride e le dà un bacio, tenero e dolcissimo.

Plin plin! Plin plin!
Greta riprende il telefono in mano "Vale non può. Saremo solo in 5, allora. Helen dice che fa il giro e ci viene a prendere con la macchina, passerà alle 2." Si guarda "Oddio, devo depilarmi le gambe, non posso andare al mare così!" Guarda Paolo "Scusa, facciamo l'amore un'altra volta, devo andare a casa a prepararmi!"
Gli dà un bacio a stampo e scappa a gambe levate.
'Ok ho capito, oggi si va di mano' pensa Paolo senza aver nemmeno tentato di obiettare.
 
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L'orologio scorre lento, i secondi sono interminabili, il tic tac delle lancette è snervante.

Plin plin! Plin plin!
Un messaggio! Il telefono scivola tra le mani sudate 'Stiamo arrivando, tieniti pronta! ❤️'
'Ok, calmati adesso...' pensa Greta tra sè e sè 'Ha ragione Paolo, è solo un pomeriggio al mare tra amiche.' Un respiro profondo, poi un altro, poi un altro ancora. Funziona.

Un altro messaggio 'Siamo qui fuori! 😘'
Ci siamo. Un ultimo respiro profondo, prende la borsa ed esce.
"Ciaooooooooooo!" le grida dal finestrino Alessandra, salutandola con un vistoso movimento della mano.
"Ciao ragazzeeee!" risponde Greta che intanto ha aperto il bagagliaio e infilato la borsa. Lo chiude, sale sul sedile posteriore, a fianco a Flavia, che all'ultimo momento si sfila e si sposta di lato, facendola mettere al centro, tra lei e Lucrezia.
"Scusa Greta, ma detesto stare seduta in mezzo! E poi c'è un caldo tremendo, ho bisogno di stare a fianco al finestrino" si giustifica.
G "E quindi devo soffocare io."
F "Chi tardi arriva male alloggia!" replica, scatenando le risate delle altre.
"Stronza!" ribatte Greta dandole un buffetto al fianco.
"No! Ferma!" si scansa subito Flavia, che soffre terribilmente il solletico.
"Beh, devo venire lì dietro e mettervi in punizione?" dice Helen in tono di finto rimprovero girandosi verso di loro.
"Non stiamo facendo niente!" obietta Lucrezia "Dai, andiamo? Non vedo l'ora di tuffarmi in acqua!"
Helen si gira e parte.

Musica, chiacchiere e risate. Greta si rasserena presto, immersa in quell'atmosfera leggera che soltanto l'estate riesce a trasmettere. Il viaggio è breve. O forse è lungo, ma la rilassatezza di quel momento lo fa apparire breve, chissà. Arrivano, parcheggiano e scendono in fretta.
"Non ne potevo più!" dice Helen mentre si stiracchia.
"A chi lo dici!" le risponde Alessandra, che fa altrettanto.
Lucrezia apre subito il bagagliaio, e senza perdere tempo, apre la borsa frigo, passando la bottiglia gelata sul viso e sul collo "Aaaaah! Finalmente! Helen, nota per la prossima macchina: prenderla con il clima!"
H "Il clima c'è, ma è rotto."
L "Fallo aggiustare, no?"
H "Me li dai tu i 2000 euro che mi hanno chiesto in concessionaria? Non li vale nemmeno tutta la macchina."
G "2000? Così tanto?"
Helen solleva la mano e la chiude a pugno, lasciando sollevate indice e medio e facendoli oscillare, come a ribadire il concetto.
"Pagalo in natura!" le suggerisce Flavia, suscitando le risate delle altre.
"Così Fabry mi ammazza! E poi dai... Non so se l'hai visto, il meccanico della concessionaria, ma fa veramente schifo! Nemmeno se mi comprasse una villa con piscina, guarda! Quando sono andata a fargliela vedere, mi guardava in un modo viscido, sembrava quasi che mi volesse saltare addosso da un momento all'altro. Anche a Fabry ha dato fastidio."
L "Davvero? E che ha fatto?"
H "Niente, ma mi ha detto che era al limite per scoppiare, un altro minuto e l'avrebbe riempito di botte! Fidatevi, avrebbe fatto schifo anche a voi."
F "Certi uomini sono davvero incapaci di discrezione."
"Sì, mamma mia... Morale della favola, se volete salire nella mia macchina, sopportate il caldo." chiude il discorso Helen mentre prende la borsa dal bagagliaio.

Il tragitto dal parcheggio alla spiaggia è un breve tratto di terra battuta coperto sui due lati da una rigogliosa pineta, e una volta superati gli immancabili chioschetti e bar, la vista si apre alla sabbia bianchissima e finissima della spiaggia, che quasi si perde da una parte e dall'altra per quanto è lunga. Il mare ondeggia lentamente sul bagnasciuga, regalando quel suono magico e rilassante che nient'altro è in grado di dare. Qua e là qualche scoglio che emerge dalla sabbia e dall'acqua, e sparsi per tutta la lunghezza, gruppi e gruppetti di persone, famiglie, coppie, persone in solitaria, che per quanto numerosi si disperdono nella lunghezza sterminata della spiaggia.

Flavia fa un lungo e profondo respiro "Aaaaah! Che meraviglia!"
H "Che bella idea, ho avuto!"
A "Concordo, Helen, brava! Dovremmo farlo più spesso."
L "Impegni permettendo, io ci sono tutte le volte che lo chiedete. Non si può dire di no ad un posto del genere."
"Ci sistemiamo vicino a quegli scogli? È riparato, e abbastanza isolato dalla folla" fa notare Helen "E poi non è troppo lontano dal bar, se più tardi vogliamo prenderci qualcosa."
G "Ci sto. Andiamo."
Greta fa il primo passo, ma è Helen a mettersi alla guida del gruppo, che raggiunge il posto designato in pochi istanti.

Giù le borse, al riparo all'ombra dello scoglio, infradito ammucchiate in un angolo e teli stesi.
Flavia abbassa gli shorts, li raccoglie e li mette nella borsa, scoprendo un tanga nero praticamente invisibile, coordinato ad un reggiseno a triangolo. Alessandra fa altrettanto con il prendisole, appallottolato in un angolo, indossa un più sobrio spezzato formato da reggiseno giallo e slip rossi. Helen sfila il top e il gonnellino, liberando perizoma e reggiseno a triangolo bianchi, che poco lasciano all'immaginazione.
Quando si gira verso Lucrezia, Greta la vede con un coordinato reggiseno a fascia e brasiliana, con fantasia floreale.
Ora tocca a lei: solleva la canottiera, mettendo in mostra il reggiseno blu a coppa, poi abbassa i pantaloncini e scopre gli slip dello stesso colore. Mette via i vestiti, e quando alza lo sguardo, vede Flavia sfoggiare un disinibito topless. Con altrettanta naturalezza e disinvoltura fa Helen, che porta le mani dietro le schiena e slaccia il reggiseno.

I suoi seni! Quei meravigliosi seni! Accidenti, che visione! 'Non fissarglieli, stupida! Altrimenti rovinerai tutto' pensa tra sè e sè. Distoglie lo sguardo, facendo finta di nulla, mentre Lucrezia e Alessandra sistemano i teli per terra.
"Io vado a fare un tuffo, chi mi segue?" chiede Lucrezia guardando le ragazze.
"Io adesso no, voglio rilassarmi un po' qui" risponde Flavia.
"Idem" segue a ruota Alessandra.
"Vengo io! Mi ci vuole un tuffo rinfrescante" dice Helen avvicinandosi all'amica.
Greta ci pensa su "Mmmh... Ma sì dai, vengo anch'io. Datemi solo un minuto per sistemare le cose" dice mentre appoggia le sue cose sul fianco ombreggiato dello scoglio. "Sono pronta. Andiamo?"
"Andiamo" le fa eco Helen sorridendo.
"A dopo" le saluta Flavia che nel frattempo si è distesa, con le tette orgogliosamente al vento.

"Forza ragazze, non vedo l'ora!" dice Lucrezia mentre si incammina verso l'acqua a passo svelto, quasi saltellando, seguita da Helen e subito dopo da Greta. Quell'ordine non è casuale: per niente al mondo Greta si sarebbe persa la visione del culo tondo, sodo e perfetto di Helen. Peccato solo non poter ammirare le tette che saltellano seguendo il suo passo svelto.
Appena l'acqua le arriva alle ginocchia, Lucrezia si lancia in un tuffo liberatorio, per riemergere più in là, con i capelli bagnati che le cadono sul viso, da cui si libera con un movimento veloce delle mani "Aaaaaah! È stupenda! Resterei qui tutto il giorno!"
"Sììììììììììììì!" grida Helen mentre corre verso l'amica, per lanciarcisi addosso. Greta rimane più indietro, le due ragazze lo notano.
"Dai, vieni! Che fai lì? Corri, non fare la timida!" la incitano. In realtà, per una volta la sua esitazione non è dovuta alla timidezza, ma al voler vedere l'oggetto dei suoi desideri lanciarsi contro un'altra ragazza, in questo caso Lucrezia, e sperimentarne le sensazioni. E infatti, una scarica le corre lungo la schiena, quando vede quelle forme praticamente perfette riemergere giocose e impertinenti, i capezzoli turgidi per il contatto con l'acqua.
"Arrivo!" grida infine, tuffandosi con più discrezione di quanto non abbiano fatto loro e raggiungendole poco dopo. "Aaaaah! Avevi ragione, l'acqua è fantastica!"
"Finalmente!" le dice Lucrezia, che si sistema il reggiseno, bagnato e aderente sulla pelle. "Uff..."
"Che c'è?" chiede Helen.
L "È il reggiseno... Lo sto mettendo oggi per la prima volta. In camerino era così carino, mi piaceva tanto, anche come mi stava... Ma adesso che è bagnato, mi si appiccica alla pelle e mi dà fastidio, e poi mi rimane strano addosso."
"Toglilo, allora" replica l'amica con una naturalezza tale che se l'avesse detto a Greta, l'avrebbe fatto senza fiatare.
"Mmmh... Dici?" chiede Lucrezia che cerca ancora di metterlo a posto. "Peccato non poterlo più rendere, ormai. La targhetta è andata, e comunque l'ho usato..."
"Dico" conclude in maniera pragmatica Helen.
Dopo aver tentato invano di sistemarlo un'ultima volta, Lucrezia si convince, porta le mani dietro la schiena, e con un movimento rapido lo slaccia, avvolgendolo sul polso e liberando un seno bello quasi quanto quello di Helen. "Aaaaah! Che liberazione! Sì guarda, meglio così!" dice poi rivolgendosi all'amica "Sarei rimasta tutto il tempo a sistemarlo da una parte e dall'altra, sarebbe stata una rottura e basta."
"Beh, ora tocca a te!" dice Helen girandosi verso Greta.
"Io? Cosa? Nooo, tu sei matta!" obietta lei arrossendo improvvisamente.
"Oooh, ma dai, Greta! Siamo tra noi, non ci sono ragazzi, qui!" le dice Lucrezia guardandosi intorno per convincerla.
G "No, non posso! Voi avete seni bellissimi, il mio invece è bruttissimo!"
"Cooosa? Bruttissimo?!?! Ahahahah! Ma dai, non ho mai sentito una scemenza tanto grande! Si vede da qui che è splendido." le dice Helen nel tentativo di convincerla.
"E poi, così, mettiamo Ale in soggezione..." si aggiunge Lucrezia. "L'unica rimasta delle ragazze con il reggiseno indosso... Appena ti vedrà, non lo sopporterà e se lo toglierà subito, vedrai"
G "Ahahah! Dici?"
L "Dico. La conosco bene, quella troietta, non sopporta di sentirsi esclusa, fosse anche per una cosa del genere."
G "Mmmh... Ok..." Convinta da questo gioco, Greta porta le mani dietro la schiena, si abbassa fino a che l'acqua le copre le spalle, e infine sgancia il reggiseno, avvolgendolo anche lei al polso, come ha fatto Lucrezia poco prima, anche se su di lei rimane più sporgente, date le coppe."
H "Visto? Non era mica tanto difficile. Dai, facci vedere, così ti diamo un parere."
Greta sorride imbarazzata "O-ok..." Lentamente, sforzandosi di non coprirsi con le mani, si alza, mostrando i seni intirizziti dall'acqua, i capezzoli turgidi.
Helen e Lucrezia gliele guardano "Beh, proprio non capisco perché ti vergognassi. Hai delle tette davvero belle!" Helen allunga una mano "Posso?" chiede subito dopo, quasi ritraendola.
Greta annuisce, seguendo con gli occhi il movimento della mano.
Un brivido e una scossa, quasi non riesce a trattenere un gemito, quando vede (e soprattutto sente) quella mano appoggiata al suo seno.
Helen la guarda negli occhi, le sorride "Belle alla vista, sode al tatto... Davvero non capisco di cosa ti lamenti. Sono sicura che Paolo ci si diverte un sacco, vero?"
Greta ridacchia imbarazzata "Beh... Sì! Quando lo facciamo, alla fine quasi devo mettermi gli impacchi, per quanto me le stringe"
"Ahahahahah!" scoppiano a ridere tutte e tre.
"Beh, se avete finito di fare le timide lesbiche adolescenti da film porno, io mi farei una nuotata fin là" dice Lucrezia allungando una mano verso una scogliera.
Helen toglie la mano e si gira nella direzione indicata da Lucrezia "Ci sto. L'ultima che arriva rimane nuda!" urla infine, tuffandosi a tradimento e nuotando più veloce che può.
"Ehi, non vale!" protesta Lucrezia. "Che stronza!" commenta poi, tuffandosi anche lei quando si accorge che Helen non la sente più.
'Oh cazzo! Mi tocca sbrigarmi, o va a finire che mi fanno togliere anche gli slip!' pensa Greta, che subito si tuffa e nuota a più non posso per raggiungerle e superarne almeno una, per non arrivare ultima.
 
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Una bracciata dietro l'altra, Greta nuota. Strana sensazione, l'acqua a contatto con i capezzoli. Strana e piacevole 'Quasi quasi lo faccio sempre' le si insinua il pensiero in testa. Nel frattempo, raggiunge Lucrezia, che nonostante gli sforzi non riesce a stare dietro Helen. E finalmente la supera 'Sìììììììì!' pensa 'Non dovrò stare con la figa al vento! E se invece lo volessi?' si chiede improvvisamente pensando che se l'acqua sui capezzoli è così piacevole, chissà sulle labbra... Inconsciamente rallenta, si lascia superare, ma la competizione ha la meglio. 'Oh cazzo!' pensa, quando realizza che arrivare ultima significherebbe perdere. Riprende a nuotare, nuovamente come prima: una bracciata dietro l'altra, e non raggiungendo per poco perfino Helen, che emerge dall'acqua e si strizza i capelli.

"Nuoti bene!" le dice, mentre la guarda alzarsi sullo scoglio a fianco.
"Grazie! Sì, mi è sempre piaciuto nuotare, lo faccio tutte le estati" risponde Greta strizzandosi i capelli anche lei, come l'amica.
"Abbiamo una vincitrice, a quanto pare", cambia poi discorso Helen mentre aiuta Lucrezia a uscire dall'acqua.
"Certo che se l'avessi detto per tempo, a quest'ora ci saresti tu al mio posto" obietta Lucrezia.
H "Ahahahah! È proprio per quello che non l'ho fatto!"
"Perché? Ti imbarazza?" le chiede Lucrezia maliziosamente.
"IO? In imbarazzo? Figurati! Non mi imbarazza affatto stare nuda tra amiche. Ma una sfida è una sfida, e io non volevo perdere" ribatte Helen.
Lucrezia le guarda il perizoma "In effetti non sembri in imbarazzo anche così" risonde, indicandole il perizoma bianco che, bagnato, è diventato un velo trasparente che non lascia nulla all'immaginazione, aderente alle labbra perfettamente lisce.
Greta abbassa lo sguardo verso il pube di Helen. Fortuna che è appena uscita dall'acqua, altrimenti sarebbe stato difficile non associare i suoi capezzoli turgidi all'eccitazione datale da quella visione!
Helen dà uno sguardo al suo perizoma, poi guarda Lucrezia "Esatto. E l'avrei comunque tolto, se avessi perso. Ma siccome a perdere sei stata tu... Forza, paga pegno!"
Senza dire nulla, Lucrezia porta le mani sui fianchi della brasiliana e la abbassa fino a metà coscia "Contenta?" le chiede girando poi il viso verso Greta, che da quella posizione riesce a malapena a vederla di lato.
H "Mmmh... No! Il pegno era 'L'ultima resta nuda', non 'L'ultima abbassa l'intimo'. Forza, come mamma ti ha fatta!"
Greta ridacchia "Mi sa che Helen ha ragione!"
L "Sì sì, ha ragione, però sei l'unica che ce l'ha fatta vedere..."
"Greta è arrivata seconda. Se avesse perso, sono sicura che non si sarebbe tirata indietro, come no ti tirerai indietro tu. Dico benel Greta?" le chiede Helen prendendo le sue difese.
"Verissimo! Ad un certo punto, hai anche recuperato il vantaggio che ero riuscita a ottenere" dice Greta a Lucrezia mentendo sulla vera motivazione "Peggio per te se non sei riuscita a conservarlo, altrimenti adesso i miei slip sarebbero qui" alza il braccio e ruota la mano chiusa a pugno, indicando il polso libero.
"Un impegno è un impegno" la incalza Helen. Messa alle corde, Lucrezia abbassa la brasiliana fino alle ginocchia, facendola poi definitivamente cadere con un movimento delle gambe, per poi raccoglierlo con un piede e prenderlo in mano.
"Contente adesso?" chiede infine facendo un giro su se stessa con le braccia larghe, come a mettersi in mostra.
"Hai solo pagato pegno!" risponde Helen.
"Hai solo pagato pegno!" le fa il verso Lucrezia in tono da sfottò, mentre si incammina verso l'insenatura più in fondo.

Helen guarda Greta, ridacchia "Si incazza da morire quando perde!"
"Mi incazzo anch'io! Non tanto per il pegno, quanto per orgoglio" risponde Greta mentre insieme all'amica raggiunge Lucrezia.
"E quindi non l'avresti fatto?" le chiede.
G "Un pegno è un pegno, certo che l'avrei fatto. E senza far finta di non capire, dato che era chiarissimo."
H "Eri tanto ritrosa a togliere il reggiseno, prima, e adesso dici che avresti tolto gli slip senza batter ciglio?"
"È la sicurezza di chi sa che non deve farlo, ecco perché risponde così" interviene Lucrezia, che si è sdraiata, nuda, su uno scoglio pianeggiante e liscio.
"Visto che non ho perso, non lo saprai mai!" le dice Greta, buttando di tanto in tanto l'occhio sulla sua figa, pelosa ma curatissima, con un taglio a triangolino. Sfila il reggiseno dal polso e lo lascia cadere per terra.
"Ahahahahah! Brava Gretaaaa!!!!" le urla Helen applaudendo.
Lei le sorride e le fa l'occhiolino "Penso che farò una nuotata, così mi rinfresco" annuncia infine. Si gira di spalle, si piega e si tuffa, allontanandosi e riavvicinandosi poco dopo.
"Lucrezia! Luu!" la chiama dall'acqua.
Lei alza lo sguardo "Cosa vuoi?" le chiede ancora stizzita per la risposta ricevuta.
"Custodiscili per me, finché non torno" le dice Greta lanciandole un fagotto nero.
Mentre si allontana, Lucrezia lo apre "Helen! Si è tolta gli slip!"
"Cosa?" esclama Helen che si gira di scatto per guardarli. "Ahahahah! Adoro quella ragazza! Praticamente te le ha suonate due volte, e questa è bella forte!"
"Che troia" sussurra Lucrezia, più divertita che irritata.
 
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Mentre nuota, Greta si gode il piacevole solletico dell'acqua che le scorre sulle labbra, aumentato da quello sui capezzoli. 'Cosa mi sono persa finora' pensa. Nuota intorno alla scogliera, la supera per ritrovarsi in un anfratto lontano dalla vista delle due amiche. Si ferma, appoggiando i piedi sul fondo e si guarda intorno, per assicurarsi di non essere vista ed evitare figuracce. Appoggia le mani sull'inguine, le sposta per aprire le labbra. L'acqua, fresca e stupenda, le accarezza il sesso.
"Aaaaahh!" le scappa un gemito incontrollato. Si zittisce subito con una mano alla bocca, si guarda intorno imbarazzata. Ok, nessuno in vista, fortunatamente. Continua a guardarsi intorno, ma inizia a solleticarsi le labbra con le dita, accompagnata dalle carezze dell'acqua.

Senza smettere di guardarsi intorno con lo sguardo vigile, le dita di una mano scivolano dentro, mentre con l'altra tiene le labbra aperte. Per la prima volta, si sta masturbando in acqua. L'aveva fatto altre volte, sotto la doccia, ma le sensazioni dell'acqua fresca che la solletica in quel modo sono completamente diverse, più intense. Le dita sono ormai completamente dentro, con il pollice stimola il clitoride, si sta masturbando furiosamente. Chiude gli occhi, le labbra gonfie e pulsanti, il viso paonazzo nonostante sia immersa fino al collo nell'acqua che l'accarezza ovunque. Le gambe tremanti, il brivido e l'orgasmo che salgono e la inondano come una marea, facendole lanciare un grido che tenta di smorzare per quanto può.
Riprende fiato, e insieme ad esso, il controllo di sè, mentre si regge agli scogli per non perdere l'equilibrio.

Si guarda nuovamente intorno, terrorizzata all'idea di essere spiata. O sentita. Nessuno in vista, menomale. 'Quanto sono rimasta qui? Merda, sarà meglio tornare da Helen e Lucrezia! Un minuto, poi vado' pensa, godendosi ancora il brivido di quel ditalino così forte e intenso, probabilmente uno dei migliori di tutta la sua vita, e migliore anche di molte scopate avute con Paolo e con Michele, quando stavano insieme. Emerge dall'acqua, fino all'imbelico, si guarda. Sarà forse il senso di pace che prova in quel momento, sarà l'apprezzamento fatto prima da Helen, ma per la prima volta i suoi seni le piacciono. Se li tocca: pieni, sodi, tondi, i capezzoli turgidi. Se li tocca e sorride: 'Ci sono tette più brutte delle mie, in effetti. Molto più brutte'. Li lascia andare, si tuffa, immergendosi e nuotando sott'acqua 'Adesso è davvero il momento di tornare'.

"Finalmente!" esclama Helen quando la vede spuntare dall'insenatura in cui si era rintanata.
"Ho fatto un giro qui intorno" le risponde Greta. "Mi passi gli slip?" chiede poi, rivolta a Lucrezia.
"Questi?" le chiede lei in tono sarcastico sventolandoli "Perché non li vieni a prendere?"
"Dai! Mica posso uscire così!" ribatte Greta.
"Perché? Io posso stare con la figa al vento e tu no?" replica Lucrezia allargando le gambe per sottolineare la sua obiezione.
"Beh, no... È solo che..." istintivamente guarda Helen e arrossisce imbarazzata.
"È solo che poi io resto l'unica che la copre?" interviene lei.
"Ehm... No no... Però..." Greta entra nel panico.
"Se tolgo il perizoma, ci stai a venire fuori dall'acqua?" propone Helen.
"Così siamo pari tutte e tre" aggiunge Lucrezia.
Greta fa un lungo respiro "Ok, ci sto" accetta infine.
"E sia!" Helen porta le mani sui fianchi del perizoma e in maniera del tutto naturale lo abbassa, lasciandolo cadere alle caviglie e allontanandolo col piede.
Senza accorgesene, Greta le fissa la figa: liscia, gonfia, le labbra perfettamente aderenti. Se avesse un pene, l'erezione emergerebbe dall'acqua e arriverebbe sotto la gola.
"Tocca a te, adesso!" le dice Lucrezia in tono di sfida.
'E adesso? Merda, non dovevo lanciarle gli slip!' pensa Greta mentre Lucrezia e Helen la guardano in attesa che faccia qualcosa. Panico. Più sta ferma, più sembra che si stiano spazientendo.
"Ok, fatemi spazio, sennò non riesco a salire" dice alla fine.
Helen indietreggia, Greta si arrampica e si tira su, liberando le tette. Sale ancora e scopre il culo, poi si mette in piedi. Si sforza di non coprirsi, ostentando sicurezza e disinvoltura, ma in realtà vorrebbe soltanto buttarsi di nuovo in acqua.
"Uuuh! Rossa naturale!" esclama Lucrezia.
"Dai! Finiscila!" la rimprovera Greta, che si piega istintivamente, coprendosi con le mani.
"Ma dai, era per scherzare! Mi piace molto come la tieni, pelosa ma curata... Più curata della mia, in realtà" dice Lucrezia mentre si guarda l'inguine per esaminare la ricrescita sui lati.
"Non te la sei sistemata prima di uscire?" le chiede Helen.
L "Beh... Non era previsto che prendesse aria, in realtà, quindi non mi sono preoccupata. E poi, sono ancora corti per toglierli".
H "Fai la ceretta?"
L "Sì, e se i peli sono corti, oltre a fare un male tremendo, cioè, più del normale, è anche inutile, quindi aspetto che crescano ancora un po'."
"Io faccio col laser" risponde Helen portandosi una mano sul pube e guardandosi "Così per un po' sono a posto, e la pelle diventa liscia liscia". Se la accarezza per sottolineare il commento. Il movimento non passa inosservato a Greta.
L "Lo farei anche io, ma costa un botto!"
H "Vero, ma se ci pensi, con le cerette devi starci dietro di più, e alla fine, se sommi le spese di ogni volta, non è che risparmi tantissimo..."
"Tu come fai?" chiede poi a Greta, che ad ascoltarle chiacchierare così liberamente si è rilassata.
G "Eh? Io? Beh..." se la guarda "A me la depilazione... diciamo integrale, non piace su di me. A te sta benissimo" le dice sorridendo "Ma io non ho un fisico da depilazione completa."
"Ahahahahah! Che scemenza! Non esiste un fisico da depilazione completa o un fisico da depilazione parziale. Alla fine, te la fai come piace a te, non come pensi che ti stia sul fisico!"
L "Verissimo. Io ce l'ho avuta in tutti i modi... Pelo folto, liscia, rasata, strisciolina, triangolo... Non so, manca solo la forma a cuore, e poi siamo a posto! Ahahahahah!"
Ridono tutte e tre, mentre si sdraiano a prendere il sole. Normalmente, l'idea di prendere il sole nuda sarebbe follia, ma lì, con Helen e Lucrezia si sente protetta, e il vento che le sfiora le labbra e il pube è una piacevola novità. Vada per questa abbronzatura integrale, allora...

"Penso sia ora di tornare, Flavia e Ale saranno preoccupate" Il silenzio rotto da Helen la fa sobbalzare. "Siamo qui da almeno un paio d'ore!"
"Cosa? Che dici?" chiede Lucrezia frastornata, svegliata anche lei dall'improvviso intervento di Helen.
Helen indica il sole "Guardate il sole com'è calato. Se non sono già andate a denunciare la nostra scomparsa, poco ci manca." Si alza e afferra il perizoma, indossandolo velocemente.
"Che palle! Stavo così bene, qui..." protesta Lucrezia, che si alza e si stiracchia. Si guarda poi intorno in cerca della brasiliana, che aveva abbandonato in disparte insieme al reggiseno. Li prende e indossa la brasiliana.
Anche Greta afferra il bikini, lo indossa iniziando dal reggiseno.
L "Non eravamo d'accordo che saremmo tornate in spiaggia in topless?"
G "Sì? Non ricordo..."
Helen la incoraggia "Ma sì, dai! Avevamo detto che l'avremmo fatto per vedere la reazione di Alessandra, ricordi? Scommetto che lancerà il reggiseno il più lontano possibile, appena si renderà conto di essere l'unica ad indossarlo."
"E topless sia!" ribatte Greta togliendo nuovamente il reggiseno per legarlo al polso. "Questi però li indosso!" dice mentre piega una gamba alla volta per infilarle negli slip.
"Ahahahah! Beh sì! Non è una spiaggia nudista, altrimenti, per quanto mi riguarda, il mio perizoma sarebbe rimasto nella borsa. Anzi, direttamente a casa"
Le ragazze ridono, mentre si allontanano per tornare in spiaggia.

Ed ecco nuovamente quel piacevole solletico dell'acqua sui capezzoli...
 
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Il tragitto è breve, tornano indietro in pochi minuti. Appoggiano i piedi sul fondo, l'acqua alle spalle, si incamminano verso la spiaggia. Il livello dell'acqua scende, istintivamente Greta piega un braccio davanti a sè.
"Non fare così" le dice in tono rassicurante Helen mentre con la mano le abbassa il braccio.
"Sì, hai ragione" risponde Greta, che si sforza di non coprirsi man mano che si avvicinano e l'acqua scende. Si guarda le tette: iniziano a scoprirsi le areole, sempre di più, poi i capezzoli, ovviamente inturgiditi dall'acqua 'Ci siamo' pensa. Le tette sono sempre più esposte, l'acqua scende sotto la coppa. 'Se ce la faccio adesso, non avrò più vergogna a farlo' si ripete in testa.
L'acqua arriva all'ombelico, scende ancora. La tentazione di coprirsi è forte, si impone di non farlo. Guarda Helen e Lucrezia, la naturalezza con cui sobbalzano le loro tette mentre camminano le dà forza. Se le guarda: anche le sue sobbalzano, tanto, forse troppo. 'Non coprirti, stupida!'.
Gli slip sono fuori, le cosce emergono via via. Poi le ginocchia. Vede Flavia e Alessandra, che stanno chiacchierando sui teli: Flavia seduta con le gambe incrociate, le tette che svettano prepotenti, Alessandra sdraiata sulla pancia, con il culo bene in vista coperto a malapena dal tanga giallo. 'Tanga giallo? Non aveva un bikini rosso?'

"Ehi ciao! Che fine avevate fatto?" chiede Alessandra quando finalmente le vede, facendo girare Flavia.
"Abbiamo trovato un'insenatura riparata, siamo state un po' lì" le risponde Lucrezia.
A "Vedo... Non vi siete messe un po' di crema?"
L "Non ce l'avevamo con noi. Ma la zona era riparata, non ci siamo scottate."
Il cuore di Greta batte all'impazzata, quando vede che Alessandra ha notato il suo topless. 'Non coprirti!'.
"Vi siete divertite?" chiede Alessandra mostrando indifferenza.
"Sì, siamo state divinamente" interviene Helen "Dovremmo tornarci tutte insieme, lì dove siamo state, vedrete come si sta bene."
"Adesso però non è che mi vada tanto... Si sta così bene qui..." protesta Alessandra che si piega per prendersi da bere dalla borsa.
Greta si inginocchia e fruga nella borsa, guarda il telefono: nessuna notifica. Per ora è riuscita a non coprirsi, è già un successo.

"Psst! Greta!" Si gira di scatto, verso il sussurro che la chiama. È Helen, che le fa un cenno con la testa e un occhiolino di intesa. Si gira nella direzione che le ha indicato, vede Alessandra in ginocchio davanti alla borsa appallottolare il reggiseno e metterlo via.
Helen si avvicina a Greta, le si mette a fianco "Che ti dicevo?" le sussurra "Quella troietta non sopporta di sentirsi esclusa!" ridacchia, coprendosi la bocca con una mano.
Quel momento, quella sensazione di condividere un segreto che è solo loro: Greta si sente parte di qualcosa di unico, che appartiene a lei, ad Helen e a Lucrezia. Guarda Alessandra, in qualche modo in quel momento si sente superiore a lei: la complicità con Helen e Lucrezia era nata in maniera così spontanea e naturale, l'avevano creata insieme, mentre Alessandra l'aveva dovuta cercare, per non sentirsi rifiutata. Ora sì che l'imbarazzo per il topless, a cui ha quasi rischiato di rinunciare, è davvero senza senso! Ridacchia insieme a Helen, poi cerca, e trova, lo sguardo complice di Lucrezia, che trattiene a stento una risata. Quel topless aveva creato un legame tra loro tre, e niente l'avrebbe spezzato. Finalmente quell'istinto di coprirsi con il braccio è sparito, e anzi in quel momento si chiede come sia stato possibile averlo avuto. Prende un elastico dalla borsa, si alza e porta le mani sui capelli. Le tette si sollevano, le mostra con sicurezza, mentre lega i capelli con l'elastico.

"Facciamo una partita a beachvolley?" chiede Lucrezia, che ha osservato con attenzione Greta e ha capito.
"Uuuuuh! Sììììì!" risponde subito Greta, eccitata all'idea di poterle esibire durante la partita.
"Ma è tardi!" protesta Flavia.
"Ma dai, mezz'ora! Giusto per fare un po' di movimento prima di rientrare" insiste Lucrezia con il pallone in mano.
Flavia guarda l'orologio al polso, sospira "Mezz'ora! Non un minuto di più. Metto il timer, ok?"
Greta non sta più nella pelle.
 
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Disposte in cerchio, le ragazze iniziano a giocare. Lucrezia batte la palla, che Alessandra respinge verso Flavia, che lancia su Greta, e che a sua volta passa a Helen. Ad ogni passaggio, le tette sobbalzano e dondolano, in maniera diverse a seconda delle dimensioni e della morbidezza, ma lo spettacolo è senza dubbio incredibilmente eccitante, e per Greta, essere parte di quello spettacolo è qualcosa di impagabile. Quasi le dispiace che non abbiano deciso di giocare nude, ma forse, nonostante la situazione e l'eccitazione, non sarebbe riuscita ad arrivare a tanto. Un conto è stare nude in un'insenatura riparata, un altro farlo in una spiaggia che, per quanto poco affollata, è comunque piena di estranei. Anzi, si sorprende di come sia riuscita a stare in topless, lei che le prime volte che scopava con Michele prima e con Paolo poi si copriva e pretendeva che la luce fosse spenta, e adesso si ritrova a saltare e correre con le tette al vento, circondata da altre ragazze altrettanto disinibite (se non di più).

Guarda le altre tette. Quelle di Helen sono di gran lunga le sue preferite, forse perché sono proprio di Helen, ma anche quelle di Alessandra non scherzano. Per non parlare di quelle di Lucrezia. E cazzo, anche Flavia ha un paio di tette divine! Magari, in mezzo a così tante tette splendide, anche le sue non sembrano niente male...
"Helen, come fai ad avere le tette così ferme? Ti stai muovendo più di tutte noi, eppure non si muovono di un millimetro!" chiede improvvisamente Lucrezia a Helen, suscitando la curiosità delle altre, che si fermano a guardarle.
"Non so" risponde lei, stringendone istintivamente una con la mano.
"Scusa, ma devo capire" replica Lucrezia, che si avvicina e allunga una mano, stringendole l'altra tetta.
"Le hai per caso rifatte?" le chiede mentre gliela palpa.
"Sei scema? Certo che no! Ti pare che non ve l'avrei detto, se me le fossi rifatte?" risponde piccata lei.
"Sono sodissime!" esclama l'amica.
"Eh, buongiorno! Sempre state così! Le tue sono più grandi, è normale che siano più morbide" replica lei stringendole una tetta.
"Le mie sono più piccole delle tue, eppure si muovono lo stesso" le risponde Alessandra facendo due saltelli dimostrativi.
H "Eh beh, ognuna le ha diverse da quelle delle altre... Guarda Flavia: lei ha le tette più grandi anche di quelle di Lucre, è ovvio che quando si muove, le tette si muovono di conseguenza". Lei e Lucrezia abbassano le mani.
"Decisamente sì!" conferma Flavia, che le fa dondolare scuotendo le spalle e suscitando le risate delle altre.
"E comunque, anche quelle di Greta restano belle ferme, quando si muove" dichiara improvvisamente Helen rendendola protagonista degli sguardi delle altre. Affonda definitivamente il colpo: "Vi posso garantire che sono sode quanto le mie!"
"Effettivamente sembrano sode" ammette Alessandra.
"Beh sì" conferma Greta guardandosele "Ma sono anche più piccole, però."
"I ragazzi si dividono in due categorie: quelli che amano le tette grandi e quelli che amano le tette sode. E comunque, le tue sono grandi quanto basta per rientrare in entrambe le categorie" le dice Flavia avvicinandosi.
G "Tu rientri senz'altro nella prima categoria."
F "Beh sì... Però si difendono bene anche al tatto" le dice mentre le prende una mano "Senti?" se la appoggia su una tetta.
Incoraggiata dall'autorizzazione implicita ma palese, Greta la stringe "Sì, si difendono benissimo! Ahahahah!" Ridono entrambe.
"Vuoi provare le mie?" le chiede d'impulso, quasi come a volersi mettere in pari.
"Va bene" risponde Flavia, prontamente che si piega verso Greta e le succhia un capezzolo palpandole l'altra tetta, con evidente sorpresa delle amiche, compresa la diretta interessata, che per lo stupore non muove un singolo muscolo.
"Flavia! Che fai? Ahahahah!" interviene Lucrezia.
Flavia si gira, guardandola "Beh, Greta non mi ha chiesto se volessi toccarle, ma se volessi provarle. E per provarle, una toccatina non è certo sufficiente..." Poi si gira verso Greta "Sei d'accordo?" e senza attendere la risposta, riprende a succhiare, suscitando le risate divertite delle altre.
Da canto suo, Greta la guarda, non riuscendo a reagire in alcun modo. Però le labbra e la lingua di Flavia sono totalmente diverse da quelle di Paolo, più delicate, più leggere, e in definitiva, più eccitanti. Il respiro si fa più affannoso, mentre istintivamente chiude le gambe, le guance si tingono di rosso.

"Ragazze, se avete finito di scopare, io vorrei riprendere a giocare" le interrompe bruscamente Alessandra con il pallone in mano. Greta si desta dalla trance in cui era caduta, Flavia si alza e le sorride "Helen ha ragione, le tue tette sono splendide!"
"Ehm... Grazie" risponde lei timidamente, abbassando lo sguardo.
"Possiamo continuare?" insiste infine Alessandra.
"Beh, veramente si è fatto tardi... Penso che sia il caso di rientrare" risponde Helen.
"Di già?" protesta Ale.
H "Sì. Se volete continuare la serata però, possiamo ordinare pizze e mangiarle da me."
"Serata tra ragazze? Ci sto!" dice Flavia.
"Sì dai, mi piace l'idea" segue Lucrezia.
H "Ale? Greta? Che ne dite? Una serata lontana dai maschietti, solo tra noi."
A "Sì, che bella idea! Devo chiamare Andre, però, perché dovevamo uscire insieme."
G "Una serata noi 5 quindi?"
H "Beh, pensavo di chiedere anche a Vale, quindi sarebbe una serata a 6, se c'è anche lei."
Greta sorride "Ok, ci sto! Ma devo andare a casa a cambiarmi, prima"
"Siamo tra noi... Potete fare la doccia a casa e mettervi quello che avete, se volete, così non perdiamo tempo" propone Helen.
G "Sicura?" chiede titubante.
"Sicura" le sorride lei.
"Va bene, allora" dice Greta sorridendo.
"Sììììììììììììì!" esulta Helen alzando le braccia. "Chiamo Vale!" prende il telefono e si allontana.
Flavia si avvia verso la sua borsa, prende gli shorts. Prima di infilarli, si tocca il perizoma "Uff, è ancora umido" e senza impaccio, lo abbassa, appallottolandolo e infilandolo nella borsa. Da dietro, Greta scorge la figa, mentre Flavia si piega per infilare gli shorts.
Lucrezia ha rimesso il reggiseno e sta piegando il telo per metterlo via.
Helen intanto si avvicina "Vale c'è, le ho detto per le 9 a casa. L'ho avvisata di non vestirti troppo figa, altrimenti ci fa sfigurare"
"Ottima idea" risponde Alessandra, che si è rivestita, ed è pronta.
Nel frattempo, anche Greta si è rivestita: reggiseno, pantaloncini e infine canottiera.
"Eh, fate facile voi! Aspettatemi, io ero al telefono!" protesta Helen che cerca in fretta e furia di sistemarsi.
"Ok, possiamo andare" dichiara infine dopo aver dato uno sguardo intorno per assicurarsi di non dimenticare nulla.
 

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Flavia si avvia verso la sua borsa, prende gli shorts. Prima di infilarli, si tocca il perizoma "Uff, è ancora umido" e senza impaccio, lo abbassa, appallottolandolo e infilandolo nella borsa. Da dietro, Greta scorge la figa, mentre Flavia si piega per infilare gli shorts.
Questo è stato il colpo di scena.. Continua!
 

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Dall'ultimo incontro a casa di Giorgio sono passati tre giorni, e Paolo ha sempre quella frase di Sonia che gli ronza in testa: 'Se a Greta sta bene, certo che sì! Il mio numero ce l'hai, fammi sapere' riferito ad un eventuale incontro a tre.

'Il problema è che Greta, timida com'è, si lascia andare soltanto con me, e cadono le inibizioni quando si ubriaca' pensa tra sé e sé mentre torna con la mente a quei baci e quelle strusciatine con Helen 'e da ubriaca non se ne parla nemmeno.'

Passano alcuni giorni, in cui si vede con Greta.

Poi si decide, prende il telefono e scorre tra i numeri "Ok, basta pensarci troppo. Ci provo. Se va va, altrimenti pazienza!"

Il telefono squilla, la chiamata viene presa "Paolo? Che strano, sentirti chiamare... Tutto ok?"
P "Sì, sì, tutto ok, Helen, ciao! Come stai?"
H "Io sto bene, ma... Come mai mi chiami?"
P "Ecco, sì, scusa se ti disturbo, ma, volevo chiederti una cosa. Diciamo un favoe!"
"Ok" risponde Helen un po' titubante "Cosa ti serve?"
P "Ecco... Sai che Greta ha, come dire... una... chiamiamola predilezione... per te, no?"
H "Predilezione? Ahahahah! Se chiami 'predilezione' una che quando beve ti limona pesante e rimpiange di non avere il cazzo per infilartelo dovunque, allora sì, diciamo che ha una predilezione!"
P "Ahahahah! Sì ecco, volevo usare un termine sobrio, ma diciamo che hai reso il mio sforzo abbastanza inutile!"
H "Ahahahah! Scusa, non volevo... È solo che 'predilezione' posso usarlo se sono al bar e devo scegliere tra bere un caffè e un ginseng, non per una cosa del genere."
P "Hai ragione. Comunque... Sai che Greta ha questa cosa per te, no?"
H "Sì sì, l'avevo intuito."
P "Pensa - oh, io però non ti ho detto niente eh! - pensa che spesso, quando la lecco, sussurra il tuo nome!"
H "Davvero? Beh... Non è che mi sorprenda. Penso di averle acceso la fantasia quella volta che, mentre chiacchieravamo tra noi, ho raccontato di una scopata con Lucrezia, e lei era particolarmente attenta."
P "Dalle torto! Ahahahah!"
H "Ahahah! Scemo! Comunque, dimmi..."
P "Sì, scusa... Ecco, Greta non si proporrebbe mai da sobria, e di certo non vorrei che arrivasse ad ubriacarsi per trovare il coraggio, però sono sicurissimo che se facessi tu la prima mossa, lei poi si lascerebbe andare. Che ne pensi?"
H "Beh, l'idea è intrigante, davvero... Io ho sempre evitato perché è sempre così timida e riservata... Quasi come se fosse intimorita. Ma non so se ad Ema vada giù l'idea che scopi con te e Greta, anche se è per sbloccare lei."
P "Oh no, no... Io pensavo soltanto tu e lei, da sole."
H "Ah, solo io e lei, dici?"
P "Beh, se vuoi coinvolgere anche le altre ragazze, vedi tu, ma secondo me, almeno per la prima volta, sarebbe meglio se fosse soltanto con te."
H "Ok dai... Se la cosa è tra ragazze, ad Ema non disturba, anzi... Lo sfrutta come stimolo per giocare. Va bene, ci penso io!"
P "Grazie Helen, ti sono debitore!"
H "Macché! Dai, ora ti lascio, perché ho un sacco di cose da fare a casa. Ciao ciao!"
P "Ciao!"

"Beh, che ti ha detto?" gli chiede Greta in evidente stato di agitazione.
"Tutto ok, tesoro, l'hai sentita, no? Ha accettato!" conferma Paolo.
"Oddio, e adesso?" Greta inizia ad avere un attacco di panico.
P "Tesoro, mi hai chiesto tu di chiamarla e di far finta che tu non sapessi nulla. Non preoccuparti, ha detto che ci pensa lei."
G "Sicuro? Non è che te l'ha detto per prenderti in giro?"
P "Perché avrebbe dovuto prendermi in giro? Poteva semplicemente dire di no, inventare una scusa qualunque e declinare la richiesta. Invece ha accettato, quindi stai calma."
G "Eh, la fai facile tu!"

Plin plin! Plin plin!
G "Oddio, un messaggio!" prende il telefono "È Helen!, che faccio?"
P "Leggilo, no?"
Greta lo apre "Ha creato una chat di gruppo, l'ha chiamata 'Mare 🌴🌊🍹', ha messo tutte le ragazze. Ma non le avevi detto solo noi due?"
P "Certo che gliel'ho detto, mi hai sentito, no? Leggi, dai, magari non è come pensi!"
G "Ok, leggo 'Ciao a tutte! Per domani, se non avete impegni, sto organizzando un pomeriggio al mare. Chi si unisce a me?' Che le scrivo?"
P "Ci andresti, se fosse una giornata qualunque?"
G "Beh, sì!"
P "E allora scrivile di sì! Considerala come una normalissima giornata al mare con le tue amiche, dai..."
G "Mmmh... Le scrivo che pensavo fossimo solo noi due."
Paolo la interrompe subito "Ferma, ma sei scema? Così capisce che era tutto organizzato! Scrivile soltanto di sì!"
G "Uff, sì, hai ragione. Ok 'Ciao ragazze! Che bella idea! Sì, dai, domani ci rilassiamo al mare, non vedo l'ora! Ne ho proprio bisogno!"
P "Ecco, brava! Un semplice messaggio, senza fronzoli."
Greta legge la chat, ha un sussulto "Lucrezia ha detto che viene! E anche Flavia! Oh cazzo, viene anche Ale!"
P "E allora?"
G "No no no no, scrivo che ho avuto un imprevisto e non posso più andare!"
P "Veramente faresti una cazzata del genere? Sarebbe parecchio sospetta, come cosa, no?"
G "E allora che faccio?" visibilmente agitata e in preda al panico.
P "Senti, si tartta di una giornata al mare tra amiche. Helen mi ha detto che ha sempre evitato di provarci per via della tua timidezza. E questo mi sembra un segnale di intelligenza, no? O quantomeno di empatia."
G "Davvero ha detto così?"
P "Non hai sentito mentre ci parlavo?"
G "Pensavo di aver capito male."
P "Invece hai capito benissimo. Fatto sta che, da parte di qualcuno che dice una cosa del genere non mi aspetto gesti eclatanti o cose che possano metterti in imbarazzo davanti ad altri."
G "Mmmh... Sì, forse hai ragione. Ok, allora... Speriamo bene."
P "Ma certo! Vieni qui, stupidina!" la abbraccia, infondendole sicurezza. "Sarà una bellissima giornata tra amiche. Vivitela in questo modo."
"Grazie" gli dice lei accarezzandogli il viso.
Lui le sorride e le dà un bacio, tenero e dolcissimo.

Plin plin! Plin plin!
Greta riprende il telefono in mano "Vale non può. Saremo solo in 5, allora. Helen dice che fa il giro e ci viene a prendere con la macchina, passerà alle 2." Si guarda "Oddio, devo depilarmi le gambe, non posso andare al mare così!" Guarda Paolo "Scusa, facciamo l'amore un'altra volta, devo andare a casa a prepararmi!"
Gli dà un bacio a stampo e scappa a gambe levate.
'Ok ho capito, oggi si va di mano' pensa Paolo senza aver nemmeno tentato di obiettare.
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Il viaggio scorre velocemente. Helen alla guida, a fianco Lucrezia, dietro Alessandra, al centro fra Greta e Flavia. La musica non disturba le chiacchiere tra ragazze, e allo stesso tempo contribuisce a dare leggerezza alla giornata.

"Ragazze, faccio la doccia per prima, così poi preparo la tavola e sistemo, ok?" dice Helen.
"Basta che fai in fretta, altrimenti ci mettiamo tutta la sera soltanto per le docce" obietta Flavia.
"Io in cinque minuti sono pronta. Mica come te, che devi metterti la cremina per evitare le rughe, e il rassodante per le cosce, e il doposole per l'abbronzatura..." risponde Helen lanciandole una frecciatina e provocando una risata nelle altre.
"Ooooh! Senti senti! Flavia, come ribatti?" chiede Lucrezia in tono di sfida.
"Eh, le piacerebbe a Helen avere l'abbronzatura come la mia! Non sono mica come lei, che deve mettere la protezione 50 altrimenti si brucia! Quanto alle cosce... Chissà quanto sarebbe contento Emanuele, se Helen fosse snodata quando me!" replica Flavia.
"Ahia! Questa merita una risposta a tono, Helen!" dice Lucrezia punzecchiandola, divertita, come le altre, dalla situazione che si è creata.
"Certo le gambe le apri molto più di me" risponde Helen sottolineando il doppio senso e scatenando un brusio nelle altre "ma sono sicura che se facessi un pompino a Fabrizio come so fare io, mi implorerebbe all'istante di farle da insegnante."
"Ahahahah! Qui è dura recuperare!" dice Alessandra.
"Beh, anche io sono sicura di una cosa, e cioè che SE e QUANDO a Helen cresceranno le tette" dice Flavia abbassando la canottiera e mettendo il petto in fuori, per farle apparire più grandi "allora FORSE potrà fare ad Ema spagnole come quelle che faccio io a Fabry!" se le afferra con le mani e le stringe.
A "Ahahahah! Questa non me l'aspettavo! Ti ha fregata, Helen!"
Greta ascolta divertita, buttando lo sguardo sulle tette di Flavia e ripensando a quando, in spiaggia, le ha succhiato le sue. Istintivamente, chiude le gambe.
"Lo so, le mie spagnole non saranno mai belle quanto le sue" ammette Helen "Ma almeno a 40 anni, o a 50, potrò continuare a fare topless con le mie tettine piccole e sode. E alte. Flavia, invece? Traccierà i percorsi per le biglie?"
"Whoa!!!" in macchina esplode un boato. "Mi sa che abbiamo una vincitrice!" dice Lucrezia, che si gira verso i sedili posteriori, mentre Flavia solleva nuovamente la canottiera e si sistema.
"Ne riparleremo a 40 anni" conclude Flavia, che accusa il colpo.

"E comunque non abbiamo risolto il problema delle docce. Se ce le facciamo tutte, ci mettiamo una vita" aggiunge dopo un breve momento di silenzio.
"La doccia è grande, possiamo farla in coppie, così rispariamo tempo, e io risparmio acqua" propone Helen.
"Tirchia!" ribatte Flavia.
"A me sta bene. Così si fa più in fretta" dice Lucrezia appoggiando l'idea di Helen.
"Ok... Se serve a fare prima..." interviene dopo un lungo ma attento silenzio Greta.
"Ah ci sei!" le dice Helen "Pensavo di averti lasciata nei parcheggi! Ahahah!"
G "Ah-ha! Sì, ci sono."
H "Allora è deciso. Io e te, Greta, ok?"
G "Ok"
"Io la faccio con Ale" propone Lucrezia "Così Flavia può leccarsi le ferite in santa pace."
"Ahahahah!" risata generale.
"Così Flavia può leccarsi le ferite" ripete Flavia facendo il verso a Lucrezia.

"Ok ragazze" dice infine Helen che si ferma davanti al garage e lo apre con il telecomando "Siamo arrivate" chiude il viaggio entrando.
Le ragazze scendono, sgranchendosi dal viaggio.
 
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La casa si riempie in fretta. Una fortuna che i genitori siano fuori per tutto il weekend. Helen aveva già fatto programmi con Ema per il giorno successivo, ma quella giornata era per sole donne, e ovviamente, sapendo quali erano le intenzioni di Paolo e Greta, aveva preteso di conoscere ogni dettaglio, e fino a quel momento, di carne al fuoco ce n'era parecchia, e altra aspettava di essere messa a cuocere. Greta era stata piuttosto recettiva fino a quel momento, e non c'erano ragioni per cui non dovesse continuare ad esserlo, considerando soprattutto che era il vero motivo per cui adesso è lì. Si era anzi stupita della facilità con cui era rimasta nuda, anche se solo con lei e Lucrezia, ma soprattutto di vederla giocare in topless in una spiaggia davanti a tutti, anche se gli estranei erano a distanza. La Greta che aveva conosciuto fino a quel momento si sarebbe presentata in spiaggia con un costume intero che copriva tutto, e non avrebbe mai osato nemmeno prenderla in mano, la palla, per paura che i movimenti mettessero in evidenza le sue forme. Ma ormai il vaso di Pandora era aperto, ed era sua ferma intenzione scoprire quanto fosse profondo.

Ma adesso ci sono questioni più urgenti.
"Fino a che non vi fate la doccia, evitate di sedervi, sennò poi mi tocca pulire dappertutto" dichiara con tono solenne.
"E che facciamo, giochiamo alle belle statuine?" protesta Alessandra.
"Ci sono delle sedie, in giardino. Sedetevi lì, intanto" suggerisce Helen.
A "Possiamo almeno bere qualcosa? Sto crepando di sete!"
H "Che palle, santo cielo! C'è da bere in frigorifero, prendete dei bicchieri e servitevi, ma non toccate niente prima della doccia, chiaro?"
"Sì sì, chiaro" chiude Alessandra, diretta verso la cucina.

"Greta, noi siamo le prime. Andiamo?" le dice Helen chiamandola con un cenno del capo.
"Arrivo" risponde lei, che la raggiunge mentre la segue a passo svelto.
"E vedete di fare in fretta, che dobbiamo entrarci anche noi!" le dice Lucrezia dal giardino, seduta sulla sedia a godersi il bel tempo.
"Ci mettiamo il tempo che ci occorre!" sentenzia Helen mentre chiude la porta girandosi verso Greta.
"Ah, che rottura di palle sono, a volte!" sorride guardando Greta e sgranando gli occhi.
"Ahahahah! Sì, ma è bello avere amiche che rompono le palle in questo modo" risponde Greta.
"Comunque ha ragione, ci conviene fare in fretta, altrimenti mi distruggono la casa" dice mentre inizia a spogliarsi. Via il top e il gonnellino, è il turno di reggiseno e perizoma.
Ignorando di essere notata, Greta le fissa nuovamente i seni, quei seni meravigliosi e perfetti! Poi scende sul ventre, piatto e liscio, e mentre Helen si gira (non sapendo che lo sta facendo apposta per farsi guardare), Greta può ammirarle il sedere, sodo, alto e piccolo: un altro dettaglio perfetto di quel corpo che è l'apoteosi dell'eros.
"Vuoi una mano per spogliarti?" le chiede Helen che intanto si è girata e accenna ad avvicinarsi a lei.
"Cosa?" chiede lei, improvvisamente svegliatasi da quella sorta di trance che il corpo di Helen riesce a darle.
"Se vuoi, ti spoglio io" ripete sorridente Helen, che ha portato le mani sull'orlo della canottiera. "Non mi dirai che sei tornata timida... Dopo oggi, non avrebbe proprio alcun senso."
"Ah no, no, figurati! Ero solo sovrappensiero!" Distolto lo sguardo e ritrovato il controllo, Greta fa un passo indietro e slaccia i pantaloncini, sfilandoli velocemente insieme agli slip, e lanciandole un impercettibile sguardo di sfida, come a dirle 'Visto? Non sono più in imbarazzo'. Poi sfila la canottiera e slaccia il reggiseno, restando nuovamente nuda di fronte alla sua amica.
Senza indugi, entrano nella doccia, chiudendo l'anta e facendo scorrere l'acqua, che cade sui loro corpi imperlandoli.
"Scusa Helen, posso farti una domanda?" chiede Greta rompendo il silenzio.
"Certo, tutto quello che vuoi" risponde Helen, che sta sciacquando i capelli.
"Cosa fai per essere così... ehm..." titubando leggermente, le indica il pube con un cenno del viso "così... liscia?"
"Ah, parli della depilazione?" Helen si guarda, sporge il bacino in avanti, facendolo bagnare dal getto della doccia e porta una mano sul pube, come a metterlo in evidenza "Faccio col laser dall'estestista, mi libera dalla rottura per mesi."
"Non è pericoloso?" chiede Greta titubante.
H "Beh, devi andare da un'estetista brava e che abbia tutte le certificazioni in regola. Col laser non si scherza. Comunque, se ne trovi una che sa il fatto suo, puoi stare tranquilla. Perché? Pensavi di farlo anche tu?"
"Beh, sì, ci avevo pensato. Forse è arrivato il momento di liberarsi di questi peli" dice Greta mentre si guarda portandosi anche lei una mano sul pube.
H "Non ti sei mai depilata?"
G "Sì, una volta, ma la ricrescita è stata fastidiosissima."
H "Come l'hai fatto?"
G "Col rasoio."
Helen spalanca gli occhi per lo stupore "Col rasoio? Ma sei matta? Ci credo che hai rinunciato, poi!"
G "Eh, lo so... Avevo pensato anche alle creme depilatorie, ma non è che mi fidi tanto... E nemmeno delle cerette. Le uso per le gambe, ma sull'inguine mi fa paura."
H "Le creme hanno lo stesso risultato del laser, ma la durata non è paragonabile. Ogni due settimane devi dare una ripassata. La ceretta te la sconsiglio anche io, ti resta infiammata e inutilizzabile per un paio di giorni."
G "Eh, immaginavo..."
Helen si gira verso Greta "Se vuoi, io ho ancora una crema da parte. Dovrebbe essere ancora buona."
G "Cosa? Dici adesso?"
"Sì" risponde lei sorridendo "Te la metto io, così ti faccio vedere come si fa."
G "Oddio, ma si fa tardi, così! Le ragazze si arrabbieranno!"
"Si fottano, sono ospiti a casa mia, se c'è da attendere, attendono" replica Helen facendo sorprendere Greta per il tono perentorio "E poi non ci vorrà molto, un minuto per applicarla e 5 per lasciare agire."
"Ok, mi hai convinta" risponde Greta con una sicurezza che non corrisponde alla titubanza che prova "Cosa devo fare?"
"Siediti lì" Helen indica il wc "Sul bordo, gambe larghe".
"Posso asciugarmi prima di sedermi?" chiede Greta.
H "Sì, ma non lì, lascia la pelle umida".
'Non c'è bisogno dell'acqua per questo' pensa tra sè e sè Greta, mentre esegue cercando di nascondere la goffaggine.
Helen indossa l'accappatoio e avvolge i capelli in un asciugamano a mo' di turbante, poi fruga nell'armadietto "Eccole" sorride infine. Si gira e si inginocchia davanti a Greta "Aprile bene". Greta esegue senza fiatare, come se fosse una recluta che avesse appena ricevuto un comando dal suo sergente.
"Ora resta così, ci metto un attimo" Helen si versa un po' di crema sulla punta delle dita e la spalma sul pube di Greta.
"Aaaaah!" sussulta lei, che istintivamente piega le gambe per chiuderle.
"Tienile aperte, altrimenti non riesco" protesta l'amica.
Greta le riapre, porta le mani sull'interno cosce, così da aiutarsi. Il tocco di Helen è delicato, leggero, completamente diverso da quello di Paolo. Certo, le circostanze sono diverse, Paolo non le ha mai spalmato nulla, se non la crema protettiva nella schiena quando vanno al mare. Di certo non lì in mezzo alle gambe, dove invece Helen, concentrata nel suo compito, sembra prenderci gusto. Il respiro si fa affannoso.
"Ecco fatto. Lascia agire per qualche minuto" conclude infine Helen, che si rialza e si lava le mani.
"E poi?" chiede Greta.
Helen le sorride "Poi passiamo la spatolina per togliere via la crema, e ci sciacquiamo per pulire."
"Non era meglio farlo in camera?" chiede Greta, preoccupata che le ragazze protestino per il lungo tempo in bagno.
"In camera sarebbe stato complicato. E comunque, poi saremmo dovute tornare qui per finire. Resta così, ti dico io quando sei pronta" Helen toglie l'asciugamano dalla testa e si pettina i capelli con la spazzola, poi si guarda in giro. "Non ho portato un cambio pulito, merda!"
G "Non ce l'ha nessuna, in realtà. Perlomeno, io non ce l'ho, non so le altre."
H "Non hai un costume di ricambio?"
G "Sì, quello ce l'ho, ma non ho un cambio per maglietta e pantaloncini"
H "Ah, non preoccuparti, quello sarà sufficiente. Tanto siamo a casa mia, possiamo stare come vogliamo."
G "Dici?"
"Certo" conferma Helen "Per quanto mi riguarda, puoi anche girare per casa nuda."
G "Ahahahah! Dai! Che figura ci farei, in giro nuda a casa tua?"
"Capirai il problema... Quando sono da sola, a volte lo faccio. Oppure se sono con amiche e mi devo cambiare, resto nuda senza problemi. Tra noi non ha molto senso, no?" risponde Helen che torna ad inginocchiarsi davanti a Greta con una piccola spatola in mano "Ok, ci siamo". Poi torna sull'argomento, mentre inizia a passarla sul pube per ripulirlo "Tu non lo fai mai a casa tua?"
G "Io? Noo, scherzi? Appena esco dalla doccia, mi infilo subito l'accappatoio per paura che entri qualcuno."
H "Non avete un po' di privacy a casa? Non so, chiudere le porte a chiave, bussare prima di entrare..."
G "Non molta, in realtà... A casa le porte chiuse a chiave sono proibite, e anche per il fatto di bussare, beh... Non è che lo facciamo molto."
H "Davvero? Per me sarebbe inconcepibile. Cioè, a casa c'è abbastanza libertà, nel senso che se capita di vedere i miei o mio fratello nudi non succede niente, e idem loro con me, però non sopporterei di fare la doccia sapendo che qualcuno potrebbe entrare da un momento all'altro. Metti che mi venga voglia di masturbarmi, o anche solo di guardarmi nuda allo specchio: mi sentirei violata". La spatola continua a scorrere.
G "Eh, infatti non le faccio molto spesso queste cose, proprio per paura che qualcuno mi veda farlo."
H "Beh, oggi sentiti libera di fare tutto quello che vuoi. Se vuoi chiuderti in camera a masturbarti, nessuno entrerà a interromperti"
"Ok, grazie" risponde Greta liquidando la proposta come una semplice cortesia.
Helen passa un panno per finire di pulire, alza lo sguardo, incrociando il suo "Dico sul serio, fai quello che ti senti di fare". Poi, da seria, un sorriso le si dipinge sul volto "Ti direi di fare come se fossi a casa tua, ma forse non sarebbe il caso!"
"Ahahahah! Sì, hai proprio ragione!" risponde Greta ridendo di gusto.
Helen le guarda nuovamente il pube "Ok, ho finito. Vai a sciacquarti".
Greta si alza, si infila sotto la doccia ed esegue, anche stavolta con lo zelo di un soldato che abbia ricevuto un ordine. Poi si guarda, e non crede ai suoi occhi. La pelle completamente liscia, le labbra perfettamente visibili. Istintivamente si accarezza "Aaaahm!! È sensibilissima!" esclama sorpresa, mentre si piega per lo stimolo.
"Sì, verissimo! È uno dei motivi per cui mi piace tenerla così" conferma Helen sorridendo mentre la guarda toccarsi.
Da canto suo, con delicatezza, Greta porta nuovamente le dita sulle labbra, le scappa una risatina "Ihihih!", poi appoggia le spalle alla parete, si guarda allargando leggermente le gambe. Passa due dita al centro, trova il clitoride "Mmmmh!".
"Non male, vero?" le chiede Helen "Vedrai come sarà più intenso il sesso con Paolo... O con chiunque lo farai."
Senza darle ascolto, Greta porta anche l'altra mano sulle labbra, le allarga mettendo indice e medio a V e scoprendo il clitoride inizia a stimolarlo. Chiude gli occhi, socchiude la bocca e inizia a gemere piano.
"Dovresti sentire quanto è più intenso il sesso orale, una cosa da mandarti in coma!" dice Helen che le si avvicina togliendo l'asciugamano, mentre i capezzoli di Greta si inturgidiscono.
Le si inginocchia davanti, appoggia le mani sulle cosce. Greta si desta improvvisamente, ha un sussulto, guarda Helen in ginocchio davanti alla sua figa. "Sì, ho fatto proprio un bel lavoro!" le dice guardandola poi dal basso "Se vuoi, ti posso dare la crema che mi è avanzata. Io non la uso più, da quando faccio col laser".
"N-no, non devi disturbarti... La comprerò nei prossimi giorni" risponde Greta.
H "Non essere sciocca, se non la dò a te, andrà sprecata. Visto il risultato, sarebbe davvero un peccato!"
"O-ok, allora... Beh... grazie" risponde Greta accennando un sorriso, con le mani ancora sulla figa aperta.
"Vediamo adesso se ho fatto un buon lavoro anche da un punto di vista funzionale, non solo estetico" le dice Helen guardandole la figa liscia e morbida.
"Sembrerebbe... di sì" accenna ad una risposta Greta con un po' di titubanza.
"Io pensavo a qualcosa di più incisivo..." e senza aspettare una replica, Helen dà una leccata alle labbra, passando la lingua per tutta la lunghezza, dal perineo fino all'inguine.
"Aaaaaaahhhhh!" urla Greta, presa completamente di sorpresa. Helen conclude la leccata con un bacio sul clitoride.
"Com'è andata?" le chiede poi guardandola dal basso verso l'alto.
"Oddio, beh... Bene, credo" risponde Greta.
"Credi? Allora dobbiamo riprovare!" replica lei dando un'altra leccata, stavolta con la lingua più stretta e spingendo la punta dentro la fessura. Greta è bloccata dall'eccitazione.
"Bene? Direi molto bene, a giudicare dagli umori!" le dice poi Helen sorridendo.
Greta le sorride "S-sì... Direi di sì"
"Allora continuiamo". Helen dà un'altra leccata, più profonda, le afferra il culo e lo tira a sè, infilando la faccia in mezzo alle cosce di Greta, che passa le dita nei capelli di Helen, stringendoli per l'eccitazione "Mmmmmmhhhh!" I gemiti sono incontrollabili.
Senza smettere di leccarla e succhiarla, Helen sale con una mano, portandola davanti e stringendole un seno. Greta porta la mano sulla sua, alza una gamba, appoggiando la coscia sulla spalla di Helen, che le fa sentire la lingua su tutto il pube, facendola bagnare come mai le era capitato.

"Oddio, vengo!" geme improvvisamente Greta con il volto paonazzo e la pella imperlata di sudore. "Helen sorride tra sè e sè, spinge la lingua nella fessura, la passa poi lungo tutta la lunghezza, lecca il clitoride con la punta. Greta si blocca, i muscoli si irrigidiscono, l'addome si contrae, e con un urlo soffocato, quasi un lamento, con i capelli di Helen stretti nelle dita della mano, arriva un orgasmo liberatorio, così a lungo sognato e desiderato, su cui aveva tante volte fantasticato, sia quando si masturbava per conto suo che quando scopava con Paolo, a volte giocando con lui a fingere che fosse lì, ma altre volte, senza dirgli nulla, immaginando che fosse lei, magari con le dita o con qualche giocattolo, a penetrarla.
Poco alla volta, riprende fiato, mentre abbassa la coscia e appoggia il piede a terra.
Helen si alza, le sorride "Quando sei liscia, è tutta un'altra cosa"
Greta le sorride di rimando "Beh... Penso che sia anche per la tua lingua..." arrossisce leggermente.
"Paolo e Michele non ti hanno mai leccata?" le chiede.
"Non in questo modo" ammette Greta. "Penso che sia il tocco femminile."
H "Possiamo sempre verificare questa teoria, se vuoi"
G "E come?"
Helen si gira di lato, appoggiando le spalle alla parete e portando il bacino in avanti "Una lingua ce l'hai anche tu, no?" le dice sorridendo.

Toc toc toc toc!

"Beh, siete morte, lì dentro?" chiede improvvisamente Lucrezia dall'altra parte della porta.
"Uff, che palle!" dice Helen "Stiamo uscendo, un momento!" urla rivolta alla porta.
"Menomale che dovevate fare in fretta! Ci siete più di mezz'ora!"
H "Ok ok, arriviamo!" poi si gira verso Greta "Mi sa che dobbiamo uscire."
"Mmmh... Penso di sì..." concorda Greta con un leggero tocco di delusione.
Entrambe escono dalla doccia, Greta sistema l'asciugamano alla meglio, mentre Helen apre la porta nuda "Il bagno è libero" dice a Lucrezia.
"Alla buon'ora! Menomale che hai detto che ci mettevate poco..." le risponde quest'ultima.
H "Ho detto che ci avremmo messo il tempo necessario."
"Perché ci avete messo così tanto? Stavate scopando?" chiede Lucrezia in tono scherzoso.
A questa domanda, Greta arrossisce improvvisamente, abbassando lo sguardo. Lucrezia se ne accorge e ridacchia tra sè e sè.
"E se anche fosse?" ribatte Helen "Gelosa?"
L "Ma figurati! Te l'ho leccata tante di quellle volte che tra il sapore della tua figa e quello del cazzo di Giorgio non so quale conosco meglio!"
"Ahahahah! Che risposta da troia!" risponde Helen mentre le dà una fugace stretta ad una tetta.
"Dai, che si fa tardi! E non abbiamo ancora ordinato le pizze!" protesta Lucrezia sfilandosi dalla mano di Helen mentre entra "Aleeee!"
Dal giardino, Alessandra le raggiunge in pochi istanti "È il nostro turno?"
L "Sì"
"Finalmente!" esclama varcando la porta "Pensavo che sarei dovuta restare così tutto il tempo."
"Cercate di fare in fretta, che deve farla anche Flavia" ricorda loro Helen.
"Voi due ci state mezz'ora e dite a noi di fare in fretta? Che faccia da culo!" protesta Lucrezia che intanto si sta spogliando, così come Alessandra.
H "Ok ok, scusate... Non l'abbiamo fatto apposta. Però cercate di fare in fretta, ok?"
"Uff, che palle! Ok, faremo in fretta!" mentre Lucrezia battibecca con Helen, Alessandra si è infilata sotto la doccia e ha iniziato a sciacquarsi.
"Dai Helen, andiamo, sennò Flavia resta da sola" le interrompe Greta.
"Tranquilla, è appena arrivata Vale, non è da sola" le dice Lucrezia sfilando la brasiliana.
"Non è comunque carino lasciare due ospiti da sole" conclude Helen "Dai Greta, andiamo."
"Buona doccia" dice Greta uscendo dal bagno. Chiude la porta mentre Lucrezia si infila sotto il getto d'acqua con Alessandra.
"Vai da loro, per piacere. Io mi metto qualcosa addosso e arrivo" chiede Helen a Greta.
"Pensavo che non avessi problemi a stare nuda in casa, con le tue amiche" le dice Greta con un leggero e involontario tono di sfida.
"Certo che no! Andiamo allora" risponde Helen raccogliendo la sfida.
 
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"Ciao Vale!" grida Helen mentre corre per abbracciarla.
"Ehm... Ciao" risponde Valeria perplessa nel vederla nuda.
"E questo?" chiede Flavia.
"Niente di che, solo una piccola sfida con Greta" le risponde Helen mentre abbraccia Valeria, che indossa un leggero vestito estivo a fiori.
F "Cioè? Ti ha sfidato a venire in giardino nuda?"
Helen si distacca dall'abbraccio "No, non esattamente. Parlavamo di intimità e privacy e le ho detto che non ho problemi a stare nuda in casa con le mie amiche, mi ha chiesto di dimostrarlo."
"Sì sì... Ogni scusa è buona per stare con le tette e la figa al vento, vero?" ribatte Flavia lanciandole una frecciatina.
H "Per quanto mi riguarda, vi ci potete mettere anche voi. Come ho detto a Greta, sentitevi libere di stare come a casa vostra, e ti fare tutto quello che vi pare."
"Oddio, nuda in casa di altri non ci sono mai stata. Cioè, da Michele, dopo aver scopato, o a casa di altri, sempre dopo aver scopato, ma così, solo per senso di libertà, no" commenta Valeria "È per questo che hai l'asciugamano addosso?" chiede a Greta "Aspetti di esserti asciugata per stare nuda anche tu?"
"No no... Ho il costume di ricambio nella borsa, adesso lo metto. Sono venuta così per salutarti" chiarisce Greta.
"Sebbene l'invito sia esteso a tutte, ovviamente" chiarisce Helen lanciandole uno sguardo impercettibilmente malizioso.
"Menomale che dovevi starci cinque minuti, in bagno!" protesta Flavia "Ci sareste state almeno mezz'ora!"
"Ci abbiamo messo il tempo che ci occorreva. Dovevamo darci anche una sistemata non programmata, altrimenti avremmo fatto più in fretta" chiarisce Helen.
"Heleeen!" Lucrezia la chiama dal bagno.
"Uff, scusate... Vado a vedere che vogliono" si scusa Helen allontanandosi.
Nel frattempo, Greta afferra la borsa, appoggiata in un angolo in mezzo alle altre, e fruga per prendere il ricambio.

"Che c'è?" chiede Helen a Lucrezia, che si è affacciata dal bagno.
"Cosa possiamo usare per asciugarci?" le chiede lei, bagnata e sgocciolante.
"Ah già! Ho scordato di darvi gli asciugamani. Sono dentro quell'armadietto" dice Helen mentre glielo indica.
"E com'è che sei nuda?" le chiede Lucrezia.
"È un po' lunga da spiegare, ma oggi ho deciso che non ci sono regole a riguardo. Se vi va di girare così per casa, siate libere di farlo. L'ho detto anche alle altre" spiega Helen "E per dare l'esempio, ho iniziato io per prima" conclude facendo un giro su sé stessa.
L "Mmmh... Nuda non saprei... Magari sto in topless."
Helen sorride "Come vuoi. Ti metti in topless anche tu, Ale?"
"In topless? Non lo so, vediamo... Ho il cambio nella borsa. Sono questi?" le chiede Alessandra che ha preso due asciugamani dall'armadietto.
H "Sì sì, quelli. Fammi un favore, prendine uno anche per Flavia e appendilo lì."
"Ok" sorride lei mentre ne porge uno a Lucrezia e si avvolge con l'altro.
L "A proposito, dì a Flavia che il bagno è libero."
"Ok" annuisce Helen che si allontana.

"Flavia, il bagno è libero" le dice Helen appena uscita in giardino.
"Finalmente" ribatte lei mentre si alza ed entra in casa.
Greta intanto ha indossato un bikini nero, con coppe a triangolo e perizoma. Helen la guarda sorpresa: un costume del genere non se lo sarebbe aspettato da lei, lei che per andare in spiaggia spiaggia aveva scelto un coordinato decisamente più casto. Un sorriso le si dipinge sul volto: forse la giornata può regalare ancora tante soddisfazioni.
Mentre Helen si siede sulla sedia appena liberata da Flavia, spuntano Alessandra e Lucrezia. La prima con un bikini bianco, simile a quello di Greta, sollevata al pensiero di non essere l'unica, in quel momento, a coprirsi completamente, mentre la seconda, come anticipato pochi minuti prima alla padrona di casa, in topless, con un piccolo tanga rosso "Ciao Vale" la salutano entrambe baciandola a turno le guance.
"Ah ma quindi è vera, questa cosa del nudo... Pensavo fosse uno scherzo architettato ai miei danni per convincermi a togliermi tutto" confessa Valeria.
"Certo che è vero!" protesta fingendosi offesa Helen "E poi, perché avremmo dovuto convincerti a toglierti tutto?"
"Beh, non ero con voi al mare, magari volevate vendicarvi... Oppure sapevate che sarei stata l'unica che si era preparata prima di uscire, e non volevate sfigurare" le dice Valeria.
"Mi sembrano motivazioni ridicole" ribatte Helen "E comunque, ora che l'hai detto, in effetti sei l'unica che si è agghindata di tutto punto. Nessuna di noi ha un cambio con sé, a parte il costume, il che mi ha dato l'idea della regola della serata."
"Vuoi che mi tolga il vestito?" le chiede Valeria.
"La regola è che devi stare come vuoi tu. Col vestito, senza vestito, in topless, nuda... Anzi, se vuoi, in camera ho un piumino, se volessi coprirti" la incalza Helen con tono sarcastico sul finale, suscitando le risate delle altre.
"Ah-ah! Scema! Ok ok, ho capito!" Valeria si alza dalla sedia e afferra il vestito dall'orlo e lo solleva, scoprendo un paio di semplici slip rosa. Il vestito sale, liberando sempre più ampie porzioni di pelle e il seno, piccolo ma sodo, con gonfii capezzoli rosa. 'Nessuna di noi li ha così' pensa Greta mentre glieli guarda. Valeria intanto passa il vestito oltre la testa e lo stende sull'avambraccio piegato in orizzontale.
"Contenta?" chiede poi a Helen allargando le braccia.
"Io? Devi esserlo tu" le risponde quest'ultima.
V "Dove posso metterlo?"
H "Vai pure in camera, appoggialo sul letto." Valeria entra in casa. Se avesse aspettato qualche secondo, avrebbe incrociato anche Flavia, che, considerandola ormai una sorta di sfida personale con Helen - almeno, da quel battibecco in macchina - si presenta anche lei completamente nuda.
"Beh, ordiniamo? Dov'è finita Vale?" chiede, non vedendola.
"Vale è entrata ad appoggiare il vestito in camera, sta arrivando" risponde Greta.
"Allora, ordiniamo? Io avrei fame" insiste Flavia.
"Ok, il tempo che arriva e ordiniamo" le risponde con tono seccato Helen, che ha capito il gioco di Flavia.
"In effetti, avrei fame anche io" dichiara infine Valeria dall'ingresso.
"Possiamo ordinare" dice Helen rivolta a Flavia mentre prende il telefono "Come volete le pizze?"
"Verdure"
"Capricciosa"
"Prosciutto e funghi"
"Caprese"
"Bufala"
"Ok, io opto per una 4 stagioni" commenta Helen mentre compone il numero "Buonasera! Vorrei ordinare sei pizze. Per le 9".
"Mentre Helen le ordina, apparecchiamo?" propone Greta.
"Ok, ci sto. Prendo posate e bicchieri" dice Flavia.
A "Mangiamo qui fuori o dentro casa?" Greta fa spallucce.
"Non vorrei che la sera facesse più fresco. Io direi dentro" propone Lucrezia.
"Ok, le pizze arrivano alle 9" dice Helen che intanto ha chiuso la telefonata "Prepariamo?"
"Stavamo pensando di cenare dentro" dice Lucrezia.
"Sì, per me va bene. Così siamo anche più libere" dice Helen con tono di approvazione.
"E dentro sia" conclude Greta mentre si alza dalla sedia per guadagnare la porta, seguita dalle altre.
 
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"Beh, quanto ci mettono? Ho fame" protesta Lucrezia portandosi una mano allo stomaco.
"Eh ragazze, il tipo ha detto alle 9... Sono le 9 meno un quarto" puntualizza Helen guardando l'orologio appeso alla parete.
"Chi apre la porta al ragazzo delle consegne?" chiede Valeria, guardandosi le tette per lasciare intendere che lei non può.
"Io direi Alessandra o Greta, dato che sono le uniche due vestite" propone Lucrezia.
"Noi? Veramente, anche noi, per quanto coperte, siamo comunque in intimo..." ribatte Alessandra mentre guarda lei e Greta, che risponde al suo sguardo approvando l'obiezione.
"Beh, da che mondo è mondo, è la padrona di casa ad aprire la porta" interviene Flavia guardando Helen con tono di sfida e suscitando le risate e gli incitamenti da parte delle altre.
"Dovrei presentarmi a lui così?" chiede Helen.
F "Se ti imbarazza, lo capisco eh..."
H "Nessun imbarazzo. Non sarebbe certo il primo estraneo che mi vede nuda."
"Allora è deciso" conclude Flavia pregustando la vittoria.
"E a te imbarazza?" le chiede improvvisamente Helen rilanciando la sfida.
"A me? Che c'entro io?" chiede Flavia, colta alla sprovvista.
"Oh-oh... Qualcuna qui se la sta facendo sotto, sembra..." la incalza Helen, mentre le altre seguono appassionate quello che ormai sembra essere uno scontro aperto.
"Figurati... Io ADORO essere guardata! È solo che, non essendo casa mia, non vedo perché debba farlo io" ribatte Flavia cercando di trovare una buona scusa per lasciare che sia Helen l'unica ad esporsi. Non tanto per pudore (di quello ne ha sempre avuto ben poco) quanto per non dovergliela dare vinta.
"Allora facciamo così" le propone Helen "Io gli apro la porta, poi quando lui mi dà le pizze e mi dice il totale, io entro e le appoggio sul tavolo, e tu vai a pagarlo, così come sei."
"Tutto qui?" ribatte Flavia che ostenta sicurezza nonostante si senta con le spalle al muro.
"Tutto qui. Ci stai?" chiede Helen mentre allunga la mano per suggellare il patto.
F "E se non ci sto, cosa perdo?"
"La faccia" sentenzia Helen lanciandole addosso un inaspettato macigno.

Din don! "Le pizze!"

"Allora, ci stai o no? Sono arrivate le pizze" chiede impaziente Helen.
"Ci sto" le dice infine Flavia stringendole la mano.

Din don! Din don!

Helen apre il cancello, e quando dallo spioncino vede il fattorino davanti alla porta, la apre, mostrandosi "Ciao!" gli dice sfoggiando una serenità irreale.
"Ehm... Ho... ho portato le pizze" risponde lui davanti a questo spettacolo inaspettato.
"Sì, dammele pure" replica lei allungando le braccia per prenderle. Lui gliele porge. "Quanto fa?"
"Sono... sono... aspetta..." lui si allunga sopra la pila di cartoni per guardare il prezzo sullo scontrino "Ehm... 50?"
"Me lo stai chiedendo?" chiede Helen che si è accorta di avere davanti a sé un ragazzo nel pallone e ridendo con fare civettuolo "Dai, controllo io" si gira per portare le pizze dentro, mostrandogli il culo e aprendo ancora di più la porta. Dall'ingresso, lui intravvede le altre ragazze, ma non riesce a scorgere granché.
Helen appoggia le pizze sul tavolo e guarda lo scontrino "Sono 50" dice in direzione di Flavia, che nel frattempo aveva già preso il portafogli dalla borsa.
"Ok" risponde lei mentre si avvicina al ragazzo, che vedendo arrivare anche lei completamente nuda arrossisce vistosamente.
"50, giusto?" inizia a frugare nel portafogli, prende una banconota e gliela porge sfoggiando un sorriso smagliante "Ecco."
"Ehm... g-grazie" risponde lui afferrandola timidamente.
"Ma no, grazie a te! Sei stato puntualissimo!" Flavia appoggia un braccio sul bordo della porta e piega leggermente il fianco, lasciandosi ammirare dal ragazzo, che al contrario, per non apparire poco professionale, si sforza di non guardare "Beh, c'era scritto alle 9..." risponde infine.
"E infatti sono arrivate alle 9 in punto! Come ti chiami?" gli chiede lei sorridente.
"S-Simone" balbetta lui.
F "Simone. Metteremo una nota positiva per te, nella recensione della pizzeria."
S "G-Grazie."
"Ti inviterei ad entrare, ma sai... Poi una di noi resterebbe senza pizza" lo provoca Flavia.
"Oh, no, no, grazie lo stesso" le risponde Simone, che con enorme fatica cerca di riprendere un minimo di controllo "Comunque, ho altre pizze da consegnare, poi devo tornare, fare altre consegne... Sai com'è..."
"Sì, so com'è" risponde Flavia mostrando comprensione "Ma un piccolo premio lo meriti comunque" e senza dargli il tempo di realizzare, porta una mano dietro la sua nuca e lo tira a sé, premendo le labbra sulle sue per un bacio con la lingua osceno, di quelli che dà quando ha voglia di sentirsi troia fino in fondo, con enorme sorpresa delle ragazze, che assistono alla scena ridacchiando in silenzio senza farsi vedere.
Dal canto suo, Simone ha ormai perso ogni cognizione, e in preda all'eccitazione più sfrenata, afferra una tetta di Flavia con la mano e inizia a palparla.
Flavia lo lascia fare per qualche secondo, poi gli prende il polso e gli abbassa la mano, guardandolo dopo essere indietreggiata "Così può bastare, direi" gli dice sorridente.
Poi scivola dietro la porta "Alla prossima, Simone" e la chiude dietro di sé.
 
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Chiusa la porta, per il divertimento delle altre, Flavia e Helen si lanciano uno sguardo di intesa e di sfida al tempo stesso, intrigate dalla complicità che si è appena creata tra loro. Flavia appoggia i cartoni sul tavolo, li apre uno ad uno e li distribuisce. Le ragazze si siedono intorno al tavolo, apparecchiato per l'occasione.

Greta inizia a tagliare la pizza: alla sua sinistra c'è Helen, proseguono il giro Lucrezia, Alessandra, Valeria, e infine Flavia, che lo chiude seduta alla destra di Greta.
"Mmmh! Che buona!" esclama Lucrezia dopo aver addentato un morso.
"Sì, sono fantastiche" le risponde Helen "Quando non abbiamo voglia di cucinare, chiamiamo e ce le portano in fretta... Stanno qui vicino, di solito non c'è da attendere tanto, ma oggi è sabato..."
F "Mi devi dare il numero, assolutamente"
H "Certo. Così magari te le fai portare da Simone" dice con una punta di malizia.
"Scusa, ma se siete clienti abituali, non ti rompeva farti vedere così?" interrompe Valeria, che sembra aver letto nel pensiero a Greta.
"Il solito ragazzo è in malattia, questo che è venuto oggi lo sostituisce per qualche giorno. Ce l'ha detto lui stesso l'altra volta che è venuto, ci ha detto che avrebbe fatto due settimane e poi via. Se i miei calcoli sono corretti, dovrebbe finire domani, lunedì torna quello vecchio."
V "Sei andata sul sicuro, quindi."
"Sì, quella di aprire la porta al fattorino nuda, o al corriere o al postino, era una mia fantasia che volevo realizzare già da tempo" risponde Helen ridacchiando "Avrei preferito che ci fosse Ema, per farci una scopata colossale subito dopo, ma anche così va bene. Tanto mi tornerà una voglia matta, quando glielo racconterò."
V "E a Fabry glielo racconterai, Flavia?" chiede Lucrezia rivolta verso l'amica.
"Gli racconto tutte le scopate che mi faccio senza di lui, figurati se una cosa del genere lo disturba" risponde lei con un tono leggermente stizzito per aver sentito un'amica mettere in dubbio la sua lealtà.
"Oh, merda!" esclama Lucrezia, che si sporge in avanti dopo aver fatto cadere una goccia di salsa su una tetta.
"Un attimo e viene via!" dice Helen con tono rassicurante mentre si piega per leccarla via, approfittando per una fugace leccata anche al capezzolo, che si risveglia come per magia.
L "Sei come il sig. Wolf, tu: risolvi problemi!"
H "Problemi come questo li risolvo in un lampo. È per ciò che di solito viene dopo che ci metto un po' di più" dice facendo ridere le altre.
"Hai bisogno di una mano anche tu?" dice poi girandosi verso Greta.
"Io? Ehm... No no, sono a posto" risponde lei impacciata per l'improvviso faro puntato addosso.
"Beh, eppure hai il reggiseno sporco, guarda" replica Helen, che prende una punta di salsa dalla sua pizza con il dito e glielo appoggia sulla coppa "Vedi?"
"Dai, ma così sei stronza però!" interviene Alessandra.
"Non è colpa mia..." si giustifica Helen "Ma adesso bisogna toglierlo per evitare che si sporchi di più... E faresti bene a farlo anche tu, Ale... Lavare quel reggiseno bianco è un casino, fidati di me."
"Sì sì, l'ho capito che ci vuoi tutte e sei nude" appoggia la fetta di pizza sul cartone, si pulisce le mani e le porta dietro la schiena, sganciando il reggiseno e liberando le tette. Inaspettatamente però, porta anche le mani sotto il tavolo, si solleva leggermente e si piega poi di lato verso il basso, alzando poco dopo il perizoma e lanciandolo verso Helen "Contenta adesso?"
"Sììììì!" esulta Helen, mentre le altre ridono di gusto.
"Immagino che adesso tocchi a me, allora..." risponde infine Greta. Si gira verso Helen "Ad una condizione: lo lavi tu, e se la macchia non va via, me lo ricompri tale e quale, ok?"
"Abbiamo un patto" conclude Helen porgendole la mano, che, dopo una leggera titubanza, Greta stringe.
"Ma dimmi tu cosa mi tocca fare!" dice con un tono di finta lamentela mentre alza gli occhi al cielo e si libera del reggiseno, per la gioia degli occhi delle ragazze, felici di vederle la timidezza svanire pezzo dopo pezzo.

Riprendono a chiacchierare normalmente, finiscono di mangiare, continuano a bere.
"Senti, Helen, è previsto l'arrivo di altre persone, oltre a Simone?" chiede Lucrezia ad un certo punto.
H "Avevamo parlato di una serata tra noi, no? L'arrivo di SImone era necessario per farci portare le pizze, io non avevo voglia di uscire a prenderle, molto più comodo farsele portare. E poi avevo un'occasione d'oro per realizzare questa fantasia."
"Buono a sapersi" replica Lucrezia che si alza e si siede sul divano dietro di lei, piegandosi in avanti e togliendo il tanga rosso, che lancia in un angolo del divano "Visto che siamo tra noi, almeno mi metto più libera."
"Sentiti libera come se fossi con Giorgio" la rassicura Helen girandosi verso di lei.
L "Se fossi con Giorgio, probabilmente adesso staremmo scopando, ma tu hai detto solo donne..."
H "Se vuoi masturbarti, i miei toys sono nel secondo cassetto in basso della libreria, in camera mia."
L "Non potrei mai usare quelli di un'altra... Io sono molto gelosa dei miei, e come non li darei a nessuna, così non uso quelli di nessuna."
H "Come vuoi... Fai da sola, allora... Se cambi idea, sai dove sono" le dice girandosi di nuovo verso il tavolo "Questo vale anche per voi, eh... Secondo cassetto in basso della libreria."
"Posso sceglierlo?" chiede subito Flavia.
"Non avevo dubbi che saresti stata la prima" le risponde Helen. Almeno, questo avrebbe voluto risponderle, ma nonostante tra loro sia ormai una sfida aperta, si tiene il commento per sè, consapevole che avrebbe rischiato di rovinare l'atmosfera, se Flavia se la fosse presa "Certo che sì" si limita quindi a dire dopo un istante di riflessione "Anzi, vado a prenderli. Greta, mi dai una mano?"
"Eh, io?" chiede come risvegliata improvvisamente da uno strano torpore.
"Sì, tu. Dai, andiamo" la incita Helen prendendole la mano e trascinandola in camera.

Arrivate, Helen chiude la porta "Stai bene?" chiede all'amica.
"Sì sì" risponde laconica Greta.
H "Spero non te la sia presa per la storia del reggiseno, prima... Che non l'abbia vissuta come una forzatura, ecco."
G "No no, figurati... Solo che è stato... strano. Non mi aspettavo questa mossa da parte tua, tutto qui."
Helen sorride "Sembra che abbia avuto effetto, però."
G "Cosa intendi?"
H "Intendo che adesso dovrò lavarti anche il perizoma, penso..."
Greta abbassa lo sguardo: è fradicia "Scusa, scusa!" dice improvvisamente piegandosi e coprendois le mani, come a proteggersi.
H "Ma quale scusa? Lucrezia e Flavia si vogliono masturbare, e tu ti scusi per un po' di umori? Anzi, guarda, se me lo dai, domani te lo faccio avere come nuovo insieme al reggiseno."
G "Sicura?" le chiede mentre rilassa i muscoli.
H "Oppure te lo ricompro, come d'accordo."
"Ok" risponde infine Greta dopo averci pensato un po'. Mentre lo sfila, pensa che Valeria sia l'unica a non averla ancora vista nuda, ma del resto era stata lei stessa a fare il primo passo, e la cosa la incitava non poco "Dove lo lascio?" le chiede poi tenendo il perizoma in mano.
"Buttalo lì sul letto" le risponde lei con un cenno distratto della mano, inginocchiata verso il cassetto "Ecco, prendi questi" le porge un rabbit e un dildo di grosse dimensioni. Greta li prende. Mentre Helen si alza, Greta vede che ha in mano un ovetto con telecomando e un vibratore "Andiamo?"
"Non bastano per tutte" osserva Greta.
"Ce li facciamo bastare" risolve Helen con un sorriso "Lucrezia non lo userà, almeno così dice... E poi... quello - indica l'vetto con un cenno della testa - è più divertente se si usa in due." Escono entrambe dalla stanza, tornano in soggiorno.

"Eccoci qui" si annuncia Helen mentre entrambe appoggiano i suoi toys sul tavolo "Prendetene e godetene tutte!" Risata generale, compresa Lucrezia, che ha lentamente iniziato a toccarsi sul divano, con le gambe aperte.
"Non bastano per tutte" ripete Alessandra come Greta pochi istanti prima, ma con un tono più polemico.
"Basteranno, fidati" le sorride Helen.

A Greta non sfugge che anche Alessandra è rimasta nuda.
 
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"Questo è mio" dichiara Flavia reclamando il possesso del dildo. Helen prende l'ovetto, lo porge a Greta "Tieni, mettilo".
"Come lo devo mettere?" chiede lei.
"Siediti, ti aiuto io" le propone infine Helen.
Greta si siede sul divano, dando le spalle a Lucrezia, Helen si inginocchia davanti a lei e le allarga le gambe. La guarda, con uno sguardo dolce e rassicurante, Greta si lascia guidare. Helen prende l'ovetto e lo spinge lentamente dentro. Greta ha un sussulto.
"E adesso?" chiede.
"Adesso ci penso io" le risponde con tono malizioso Helen, mentre le sventola il telecomando davanti "Tu pensa solo a rilassarti."
G "Posso chiudere le gambe?"
H "Sì sì, fai pure."
Alessandra ha preso il vibratore, e a Valeria non resta che il rabbit "Non ne ho mai usato uno... Come si usa?" chiede.
"Lo metti dentro come un normale vibratore" spiega Helen girandosi verso di lei "Le due orecchiette le appoggi al clitoride, quindi lo puoi usare solo davanti, mentre il dildo e il vibratore che hanno preso Flavia e Alessandra si possono usare anche dietro".
"Sì, decisamente sì" interviene Alessandra, sdraiata di schiena sulla poltrona con le gambe piegate sul petto e il vibratore che va avanti e indietro nel culo.
"Guarda che lo devi accendere, sennò ti perdi buona parte del divertimento" le suggerisce Helen.
"Poi lo accendo. Adesso voglio" chiude leggermente gli occhi "abituarmi."
Helen si gira verso Greta, che riprende il discorso interrotto da Valeria "Ci pensi tu, quindi?"
Helen accenna un sorriso malizioso, preme un pulsante per un istante, sufficiente a far sussultare Greta, che stringe istintivamente le cosce lanciando un gemito "Aaahhm!"
"Fidati di me" le dice infine mentre si alza e si allontana, lasciando che la sua amica possa guardarle il culo ancheggiare.

Alle sue spalle, sullo stesso divano Lucrezia ha indice e medio della mano destra infilate a stimolare il punto G, l'altra mano a stringersi un seno, titillandosi il capezzolo turgidissimo "Mmmmh!" i gemiti che lancia non sono indifferenti a Greta, che sposta il viso e assiste alla scena.
La guarda e si morde il labbro inferiore.
Bzzzz!
"Aaahhh!" Greta chiude nuovamente le gambe, rannicchiandosi istintivamente: Helen ha acceso l'ovetto e a distanza osserva la scena con attenzione. Un'altra scossa, leggermente più prolungata, e il viso di Greta si contorce in una smorfia di piacere.
'Troppo presto' pensa Helen, che rilascia subito il pulsante. Greta rilassa i muscoli, riprende fiato, ansimando leggermente, in parte per l'ovetto, in parte per Lucrezia, che ha ripreso a guardare. Helen decide di lasciarla fare 'Vediamo che succede' pensa.
Greta allarga una coscia, senza pensarci troppo porta una mano sul clitoride e lentamente inizia a massaggiarlo con la punta delle dita.
'Interessante' osserva Helen, che regola l'intensità dell'ovetto al minimo e lo accende, per poi aumentarla gradualmente, poco per volta.
Perso ogni controllo, Greta si lascia andare a gemiti misti a gridolini strozzati "Ahhhh!" "Mmmmhhhh!" che fanno bagnare Helen incredibilmente.

"Aaaah! Che troia!" Helen si gira improvvisamente.
La voce è quella di Valeria, piegata a 69 su Flavia, sdraiata a terra con le gambe spalancate mentre le spinge il rabbit dentro. Per tutta risposta, Flavia le sta leccando avidamente la figa e palpando con foga il culo.
'Non poteva che essere per Flavia, ovviamente!' pensa Helen, che riprende a concentrarsi su Greta.
Si avvicina, appoggia il telecomando acceso al suo fianco, si inginocchia e le allarga le gambe "Te l'ho detto che ci avrei pensato io, no?"
In preda agli spasmi, Greta non riesce a risponderle. L'unica cosa in grado di fare è guardarla ansimante, con la bocca spalancata. Sorridendo, Helen abbassa il viso, dà una leccata al clitoride e le accarezza i fianchi, salendo con le mani. Le appoggia sulle tette, le palpa senza smettere di leccare. Greta piega la testa indietro, contro il bordo del divano, appoggia i piedi sul cuscino e si gode la lingua e le labbra di Helen, che è passata dal leccarle il clitoride a succhiarglielo. L'intensità del piacere è tanta che non riesce nemmeno a lanciare urli o gemere: istintivamente afferra la testa di Helen e gliela tiene premuta contro la figa. Sorpresa ed eccitata da tanta energia, Helen riesce a malapena a respirare, ma non si ferma nemmeno quando le dita di Greta si piegano ad artiglio: è il momento dell'orgasmo, che sembra durare un'infinità, e che blocca Greta nella posizione in cui si trova.

Finalmente, Helen sente la presa allentarsi: alza lo sguardo, vede la bocca di Lucrezia che succhia un capezzolo di Greta.
Prende il telecomando e spegne l'ovetto "Ah, ecco perché hai goduto così!"
Greta riprende fiato, vede Lucrezia succhiarle il seno.
Lucrezia si mette seduta, la guarda "Scusa, ma dopo aver finito, mi sono girata verso di voi e ho visto la scena, non ho resistito" si giustifica ridacchiando.
"No, va bene così" risponde Greta ancora stordita mentre elabora quanto appena accaduto.
"Greta è ko per un po', temo, e io non ho ancora fatto niente... Ci pensi tu, Lucre?" le chiede Helen.
Lucrezia le sorride, si allunga verso di lei e dà un bacio. Helen si alza e le salta addosso, iniziando a limonarla e a palparla ovunque.

Con le gambe ancora spalancate e la confusione che poco a poco si dipana dalla testa come una nebbia che evapora al sole, Greta realizza che forse sì, è davvero bella come le dicono tutti, e come ci si è sentita per qualche momento durante il pomeriggio al mare. Di fianco a lei, le lingue di Helen e Lucrezia si intrecciano in un vortice che coinvolge anche le loro mani, le loro gambe e le loro menti.
 
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Greta si guarda intorno: a fianco a lei, Lucrezia e Helen premono i bacini uno contro l'altro, limonando e accarezzandosi ovunque; più distante, Valeria e Flavia, impegnate in un 69 pieno di gemiti, con Valeria, carponi sopra Flavia, che spinge il dildo nel culo di quest'ultima, la quale risponde con il viso ben infilato tra le sue cosce. In disparte Alessandra, che ha osservato la scena di lei con Helen senza perdersi un solo istante, usando il vibratore mentre le guardava. Lo sfila, le sorride e si alza, avvicinandosi.
"Quell'affarino può essere tremendo" le dice poi sedendosi accanto.
"Cosa?" chiede Greta girandosi di scatto verso Alessandra.
"L'ovetto" replica lei sorridendo "Io ne ho uno simile, che però si comanda tramite app. La prima volta, l'ho usato da sola. Ero in camera mia, e mi ha procurato l'orgasmo più intenso che avessi provato fino a quel momento. Andrea sa che ce l'ho, e a volte lo usiamo insieme, ma non gli ho mai detto quanto è fantastico perché altrimenti pensa che possa fare a meno di lui. Dovresti provarlo con Paolo."
"Con Paolo? Beh, e come faccio se questo ce l'ho dentro a..." chiede Greta.
"Lo metto dietro quando Andre entra davanti, e lo metto davanti quando entra dietro" risponde serenamente.
"Dietro? intendi... cioè... analmente?" istintivamente, Greta porta una mano su una chiappa.
Alessandra annuisce "Vuoi provare? Fingiamo che questo" le mostra il dildo "sia Paolo".
"Beh, non saprei..." Greta è dubbiosa.
"Sarà divertente" insiste Alessandra "Dai, stenditi" dice appoggiandole una mano sulla spalla e spingendo leggermente. Greta si lascia guidare e si distende sul divano.
Alessandra si siede davanti alle sue gambe mentre gliele apre. Solo ieri, una cosa del genere sarebbe stata impensabile per Greta, non sarebbe mai riuscita a stare con il seno scoperto davanti a nessuno che non fosse il suo ragazzo, e adesso è lì, nuda, con le gambe spalancate davanti ad una delle sue amiche, e nemmeno la più stretta, pronta a farsi scopare da lei. Si sente diversa, disinibita, vogliosa, pronta a qualunque cosa succederà quella notte: in una parola, troia. In quel momento, le piace da matti.

"Con Paolo fai mai sesso anale?" le chiede Alessandra.
"Qualche volta" risponde Greta.
"Mmmh... Ok, allora per questa volta, usiamo il vibratore davanti, ok?" propone lei.
"Ok..." annuisce Greta.
Alessandra allunga due dita e le infila nella figa di Greta, che ha un sussulto. La trova incredibilmente bagnata mentre le spinge dentro per afferrare l'ovetto. Com'era facile intuire, lo estrae senza difficoltà.
"Vuoi che lo metta io, lo ce la fai da sola?" le chiede poi.
G "Fallo tu, per piacere..."
"Ok" risponde sorridendo "In questo caso, dovrai facilitarmi l'ingresso tu. Allarga l'apertura con le mani"
Greta esegue senza la minima obiezione.
Alessandra sfrutta gli umori che ancora vvolgono l'ovetto come lubrificante per inserirlo dietro. Lo spinge, entra senza difficoltà, a parte un leggero sforzo iniziale a cui Greta ha reagito con una leggera smorfia.
A "Vuoi comandare l'ovetto o il vibratore?"
"Mmmh..." Greta prende coraggio "E se facessimo come loro?" propone indicando con un cenno della testa Helen e Lucrezia, impegnate a premersi le fighe una contro l'altra, con le gambe incrociate tra loro, in quella che è meglio conosciuta come 'forbice'.
Alessandra sorride, e senza dire niente si alza, le afferra le caviglie e gliele tiene larghe, poi si siede sul divano, allungando le gambe verso Greta e incrociandole con le sue, fino a che le loro fighe si sfiorano. Porta le mani sulle sue cosce e inizia a muovere il bacino, strofinando leggermente le labbra contro quelle di Greta, che andando a tastoni cerca e finalmente trova il telecomando dell'ovetto. Lo accende alla vibrazione minima, poi lo appoggia. Da canto suo, Alessandra preme leggermente verso Greta, si piega in avanti e con una mano le sfiora una tetta. Greta allunga un braccio e fa altrettanto, stringendo però la mano in una decisa palpata.
Poco alla volta, prendono ritmo, aumentando man mano i movimenti del bacino, fino a che dietro Alessandra spuntano due mani che le afferrano le tette, e da dietro, Valeria le lecca il collo. A fianco a loro compare Flavia, con la pelle imperlata di sudore, che si china verso Greta, facendo oscillare le tettone, e le dà un vorace bacio alle labbra accompagnandolo ad una piena palpata ad una tetta, a cui lei non si sottrae e a cui anzi, presa dal momento, risponde infilandole la lingua in bocca e tirandola a sè.

Incuranti del tempo che vola, le ragazze si godono quel momento di estasi, a cui si aggiungono infine anche Helen e Lucrezia: la prima leccando da dietro la figa di Flavia, che per tutta risposta allarga le gambe, e l'altra afferrando la tetta libera di Greta e mettendosi in ginocchio con la figa in bella vista davanti a lei e a portata della sua bocca e di quella di Flavia, che non si lasciano sfuggire l'occasione.

La temperatura nella stanza è ora un fuoco, Greta si sente scoppiare per l'eccitazione, gli orgasmi arrivano a ripetizione: per lei, per Alessandra, per Flavia, Lucrezia, Helen e Valeria, fino a perderne il conto. I corpi si contorcono, fighe e bocche si incrociano, ormai non si sa chi sta leccando la figa di chi, né di chi sono le mani che palpano. Quello che Greta sa è che si sente palpata, leccata e scopata ovunque, e che è andata molto oltre quelle che potevano essere le aspettative della serata.

Le ore scorrono, la prima ad arrendersi è Valeria, che dopo l'ennesimo orgasmo si sposta per accasciarsi sulla poltrona a peso morto, addormentandosi con il sorriso sulle labbra dopo pochi istanti. La seconda ad abbandonare il campo è Lucrezia, e subito dopo la segue Alessandra.
Greta invece si mette in disparte a guardare Flavia e Helen, che si sono punzecchiate tutto il giorno, per finire poi a scopare come due forsennate, leccandosi a vicenda e appellandosi negli istanti liberi in modi che non aveva mai sentito, e che per certi versi la facevano anche sorridere: "troia" e "zoccola" sono i più comuni, ma non mancano anche i vari "Sei talmente puttana che con 10 euro ti faccio scopare nel culo da un esercito" a cui l'altra replica "E se lo faccio io, tu mi fai anche lo sconto". Greta realizza che quello è il loro modo di riappacificarsi.

"Cazzo, non ce la faccio più, l'ultimo mi ha stesa" dice infine Flavia.
"Ok, basta, anche io sono sfinita. Ho la figa che mi brucerà per giorni, mi sa che Ema dovrà andare avanti a seghe per un po'" risponde Helen, che si accascia a terra e riprende fiato.
Si gira poi verso Greta "Come stai?" le chiede.
G "Sto da Dio! Ma anche io sono sfinita... Quel cosetto che ho infilato dietro però è una rivelazione, mi sa che lo prenderò anche io"
H "Domani ti aiuto a comprarne uno più moderno... Quello è un vecchio modello, col telecomando. Ale ne ha uno che funziona con l'app."
G "Sì, me l'ha detto."
H "Ok" le sorride, si allunga verso di lei e le dà un bacio a stampo sulle labbra "Sono morta... Faccio una doccia, vuoi farla anche tu?"
G "Sì, ne ho decisamente bisogno."
F "Posso farla anche io?"
H "Sì, ma solo doccia... Se vuoi scopare, fai da sola o con Greta, se ne ha ancora voglia" si guarda intorno "Le altre sono tutte ko, mi sa."
F "No, figurati... Sono distrutta, voglio solo dormire, adesso."
"Ok, allora, andiamo" dice infine Helen mentre a fatica si alza e insieme a Greta e Flavia si dirige in bagno.
 
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Dopo la doccia, Helen, Flavia e Greta si buttano a peso morto sul divano, addormentandosi praticamente subito.

La notte scorre tranquila, i raggi del primo sole mattutino non intaccano il sonno del gruppo.

La prima a svegliarsi è Lucrezia, che come spesso fa quando si sveglia, si accarezza lentamente, aprendo appena le gambe e stimolandosi le labbra e il clitoride. Tenendo gli occhi chiusi, e ancora assonnata, riprende a masturbarsi silenziosamente.

Poco dopo è il turno di Alessandra, rannicchiata sulla poltrona lì vicino: apre gli occhi e vede Lucrezia impegnata a darsi piacere, la guarda sorridendo, si gode la scena, in silenzio per non rompere la magia.

La terza a svegliarsi è Valeria. Si alza, apre la porta per uscire in giardino, ma il rumore della maniglia distoglie Lucrezia, che gira lo sguardo in direzione dell'amica, che incurante esce e si stiracchia sbadigliando energicamente. Lucrezia vede che Alessandra la sta guardando, e senza fermarsi, ma anzi girando leggermente il bacino verso l'amica, le sorride, lasciandosi guardare.

A seguire Greta, che si era addormentata in mezzo tra Helen e Flavia, girata verso quest'ultima, con la faccia infilata tra le sue enormi tette. Gira prima il bacino, poi il viso, e si accorge della silenziosa complicità tra Alessandra e Lucrezia, che abbassa una gamba, per regalare anche a lei una visione del suo ditalino. A differenza di Alessandra però, Greta non resta con le mani in mano. Svegliarsi tra Flavia e il suo sogno erotico Helen e assistere a Lucrezia che si masturba non la lascia indifferente, e piega una gamba, iniziando anche lei a toccarsi, ma con più energia dell'amica, tanto che i movimenti svegliano Helen, appoggiata a lei.

"Mmmh... Che succede?" chiede con un filo di voce aprendo appena un occhio.
"Ehm, scusa... Non volevo svegliarti" sussurra Greta senza fermarsi.
H "Cos'è tutta questa voglia di ditalini appena sveglia?"
G "Non è colpa mia..." si giustifica "Mi sono svegliata e ho visto Lucrezia che si masturbava, e mi è venuta voglia. La colpa è sua, prenditela con lei"
Helen si gira verso Lucrezia "Siete due zoccole" sentenzia infine.
"Non te lo sei mai fatto un ditalino appena sveglia?" le chiede Lucrezia senza fermarsi.
H "Certo che sì, ma..."
"E allora non rompere" la interrompe bruscamente mentre con una mano si strofina il clitoride e con l'altra si palpa una tetta.
"Mah... Fate come vi pare" conclude Helen alzandosi e raggiungendo Valeria in giardino.
Greta si sistema mettendosi più comoda e Flavia scivola in avanti, non trovando più il corpo dell'amica a fare da sostegno, che allunga la mano libera su Lucrezia e le palpa l'altra tetta.

Mentre Alessandra le guarda silenziosamente e senza muoversi, Lucrezia e Greta si avvicinano, fino ad abbracciarsi e limonare, palpandosi e masturbandosi a vicenda. Si mettono a 69, con Lucrezia sopra, si leccano.

Flavia si sveglia proprio nel momento dell'orgasmo non proprio silenziosissimo di Greta. "Troie" commenta sorridendo. Si allunga sulla figa di Lucrezia e le dà un bacio seguito da una fugace leccata. Da canto suo, Greta approfitta delle tette che si ritrova a portata di bocca, le succhia un capezzolo, facendola ridere.
"Ahahahah! Non perdi occasione, eh?" le dice senza spostarsi. Greta continua, e porta una mano sulla figa di Flavia, che a sua volta dà un'altra leccata a quella di Lucrezia, le afferra le chiappe e inizia a succhiargliela. Lucrezia alza il viso, iniziando a gemere.

Helen e Valeria rientrano in casa. "Non avevo dubbi che ti unissi a loro" dice Helen rivolta a Flavia "Quando avete finito, di là c'è la cucina, se volete fare colazione." Si gira verso Alessandra "Hai fame? Vuoi venire a mangiare?"
"Arrivo" risponde laconica lei, mentre le altre due si allontanano verso la cucina.
Si preparano il caffè, spalmano marmellata sulle fette. Poco dopo le raggiunge Alessandra "C'è posto?" chiede.
"Certo" risponde Helen, che le indica uno sgabello con un cenno della testa. Alessandra ci si siede, si prepara il caffè.

Mentre mangiano e chiacchierano, vedono spuntare Flavia, poi Greta e infine Lucrezia. "Buongiorno!" le saluta Valeria in tono sarcastico.
"L'ha detto ieri Helen, di fare quello che volevamo" risponde Flavia quasi giustificandosi.
"E chi vi dice niente? Avete fatto bene, se vi andava" le rassicura Helen, chiamata in causa.
"Beh, mi sono svegliata, ho visto lei che si dava da fare, e mi è venuta voglia" dice Greta arrossendo leggermente.
"Ne è valsa la pena?" le chiede Helen sorridendo.
"Beh, ecco... Il migliore orgasmo della giornata" risponde Greta suscitando le risate delle altre. Poi guarda l'orologio appeso alla parete "Mi sa però che tra un po' devo andare, ho appuntamento con Paolo per pranzo."
H "Ma sì, fai colazione, poi ti prepari e vai."
"Ok" le risponde Greta son un sorriso.
"Poi vado anche io, nel pomeriggio ho da fare" interviene Alessandra.
"Io no, ma non posso stare qui in pianta stabile" aggiunge Valeria.
"Ragazze, la regola di ieri vale anche oggi, e praticamente ogni volta che ci ritroviamo qui: fate come volete" dice Helen in tono rassicurante.

Colazione, doccia e vestiti, e in breve tempo Greta, Alessandra, Valeria e Lucrezia sono pronte per andare. Flavia e ovviamente Helen sono ancora nude.
"Tu non vieni?" le chiede Lucrezia.
"No, resto ancora" risponde Flavia "Helen mi deve ancora un orgasmo, e lo voglio stamattina" spiega guardando l'amica.
"Ok, fateci sapere com'è andata, poi" conclude Lucrezia mentre insieme alle altre tre esce di casa, lasciandole sole.
 
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Paolo e Greta suonano il campanello.

Din Don!

Pochi istanti di attesa, un'attesa che per Greta sembra infinita, e Sonia apre la porta, sorridente "Venite, ragazzi, entrate pure!"
Paolo prende Greta per mano, entrano insieme.

Greta ha il cuore a mille.

Erano passati 4 giorni da quel magico ed epifanico sabato. Appena rientrata a casa, Greta aveva chiamato Paolo, si erano incontrati e lei gli era letteralmente saltata addosso, baciandolo e toccandolo in ogni punto disponibile. L'aveva spogliato con una foga che la rendeva irriconoscibile, e con altrettanta foga avevano scopato: il tutto mentre lei gli raccontava per filo e per segno ogni minimo dettaglio di quella giornata, di quella notte e perfino della mattina successiva. E più Greta raccontava, più Paolo si eccitava, e chiedeva: in quante avevano fatto topless in spiaggia, chi di loro ti ha vista nuda, com'erano al tatto le tette della altre, chi ti ha leccato la figa, ecc.
Ad ogni domanda, Greta rispondeva con quanti più particolari poteva, cercando di fare leva su quelli che riteneva i più succosi: forma e dimensione dei seni, naturalezza, sfrontatezza o esibizionismo nel mostrarli, la voglia da parte sua di prenderli per sè, l'eccitazione nel saperli a portata della sue mani.

Ad ogni orgasmi, interrompeva il racconto per godersi il cazzo di Paolo, riprendere fiato qualche minuto e poi iniziare una nuova scopata, ovviamente accompagnata da un nuovo episodio di quell'esperienza incredibile. "Come ti sei sentita alla fine di tutto?" le aveva chiesto ad un certo punto Paolo.
"Troia" aveva risposto lei senza indugiare "Come non mai".
"Mi dispiace" aveva replicato istintivamente Paolo, sapendo che per lei quell'appellativo aveva sempre avuto un'accezione estremamente negativa.
"Ti dispiace?" gli aveva chiesto ironica lei, che per rimarcare il concetto muoveva il bacino con maggiore intensità "Io l'ho adorato! Ieri notte, ma anche stamattina, avrei fatto qualunque cosa mi fosse passata per la testa, o mi avessero chiesto, senza limiti o ripensamenti. È stata una delle esperienze più intense che abbia mai vissuto, e non vedo l'ora che succeda di nuovo!"
P "Vuoi scopare nuovamente con le tue amiche?"
G "Sì, ovviamente, con alcune di loro non è successo nulla di che. Ma intendo dire che vorrei fare nuovamente qualcosa di così intenso."
P "Chiamo i miei amici?"
G "Tutti quanti? No, non pensavo a questo."
Paolo si era fermatao "Conosci Sonia? È stata la nostra insegnante al liceo, e gira voce che si diverta parecchio a fare queste cose" le aveva detto senza scendere nei dettagli.
G "Ma chi, la mamma di Giorgio?"
P "Esatto, lei."
G "E dici che ci starebbe?"
P "Beh, tentar non nuoce."
G "Sì, ma che figura ci faresti se ti dicesse di no?"
P "Non preoccuparti, me la sbrigo io."
G "Mmmh, non lo so... Mi sembra vecchia."
P "Esperta, casomai!" mentre glielo diceva, aveva dato una spinta più forte, come a rimarcare il concetto.
G "Dici?"
P "Certo! E comunque, non trovi sia una gran gnocca?"
G "Beh, sì... Mi sembra anche ben messa... Ma ho paura di fare figuracce."
P "Male che vada, la faccio io! Fidati di me."
G "Se facciamo figure di merda, te la faccio pagare!"
P "Affare fatto!" le aveva detto infine sapendo che ormai era fatta.

E il giorno dopo, come concordato con Greta, aveva chiamato Sonia.
"Sei riuscito a convincerla, allora!" gli aveva detto lei.
P "Sì, dimmi quando vuoi fare."
S "Io sono a casa da sola, adesso. Potete venire anche ora."
P "Ne parlo con Greta e sento se si può fare."
 

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Paolo e Greta suonano il campanello.

Din Don!

Pochi istanti di attesa, un'attesa che per Greta sembra infinita, e Sonia apre la porta, sorridente "Venite, ragazzi, entrate pure!"
Paolo prende Greta per mano, entrano insieme.

Greta ha il cuore a mille.

Erano passati 4 giorni da quel magico ed epifanico sabato. Appena rientrata a casa, Greta aveva chiamato Paolo, si erano incontrati e lei gli era letteralmente saltata addosso, baciandolo e toccandolo in ogni punto disponibile. L'aveva spogliato con una foga che la rendeva irriconoscibile, e con altrettanta foga avevano scopato: il tutto mentre lei gli raccontava per filo e per segno ogni minimo dettaglio di quella giornata, di quella notte e perfino della mattina successiva. E più Greta raccontava, più Paolo si eccitava, e chiedeva: in quante avevano fatto topless in spiaggia, chi di loro ti ha vista nuda, com'erano al tatto le tette della altre, chi ti ha leccato la figa, ecc.
Ad ogni domanda, Greta rispondeva con quanti più particolari poteva, cercando di fare leva su quelli che riteneva i più succosi: forma e dimensione dei seni, naturalezza, sfrontatezza o esibizionismo nel mostrarli, la voglia da parte sua di prenderli per sè, l'eccitazione nel saperli a portata della sue mani.

Ad ogni orgasmi, interrompeva il racconto per godersi il cazzo di Paolo, riprendere fiato qualche minuto e poi iniziare una nuova scopata, ovviamente accompagnata da un nuovo episodio di quell'esperienza incredibile. "Come ti sei sentita alla fine di tutto?" le aveva chiesto ad un certo punto Paolo.
"Troia" aveva risposto lei senza indugiare "Come non mai".
"Mi dispiace" aveva replicato istintivamente Paolo, sapendo che per lei quell'appellativo aveva sempre avuto un'accezione estremamente negativa.
"Ti dispiace?" gli aveva chiesto ironica lei, che per rimarcare il concetto muoveva il bacino con maggiore intensità "Io l'ho adorato! Ieri notte, ma anche stamattina, avrei fatto qualunque cosa mi fosse passata per la testa, o mi avessero chiesto, senza limiti o ripensamenti. È stata una delle esperienze più intense che abbia mai vissuto, e non vedo l'ora che succeda di nuovo!"
P "Vuoi scopare nuovamente con le tue amiche?"
G "Sì, ovviamente, con alcune di loro non è successo nulla di che. Ma intendo dire che vorrei fare nuovamente qualcosa di così intenso."
P "Chiamo i miei amici?"
G "Tutti quanti? No, non pensavo a questo."
Paolo si era fermatao "Conosci Sonia? È stata la nostra insegnante al liceo, e gira voce che si diverta parecchio a fare queste cose" le aveva detto senza scendere nei dettagli.
G "Ma chi, la mamma di Giorgio?"
P "Esatto, lei."
G "E dici che ci starebbe?"
P "Beh, tentar non nuoce."
G "Sì, ma che figura ci faresti se ti dicesse di no?"
P "Non preoccuparti, me la sbrigo io."
G "Mmmh, non lo so... Mi sembra vecchia."
P "Esperta, casomai!" mentre glielo diceva, aveva dato una spinta più forte, come a rimarcare il concetto.
G "Dici?"
P "Certo! E comunque, non trovi sia una gran gnocca?"
G "Beh, sì... Mi sembra anche ben messa... Ma ho paura di fare figuracce."
P "Male che vada, la faccio io! Fidati di me."
G "Se facciamo figure di merda, te la faccio pagare!"
P "Affare fatto!" le aveva detto infine sapendo che ormai era fatta.

E il giorno dopo, come concordato con Greta, aveva chiamato Sonia.
"Sei riuscito a convincerla, allora!" gli aveva detto lei.
P "Sì, dimmi quando vuoi fare."
S "Io sono a casa da sola, adesso. Potete venire anche ora."
P "Ne parlo con Greta e sento se si può fare."
Che svolta inaspettata! E Che furbetto Paolo a voler chiamare tutti i suoi amici! ;P
 

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