Racconto di fantasia Un’inaspettata estate in barca (IV parte)

pollicino1

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Un’inaspettata estate in barca

12. Strano metodo di pagamento.

L’originale vacanza di quei sei viziosi stava per terminare, e don Vincenzo convocò nel suo ufficio lo skipper per liquidare le sue spettanze.
Gli sottopose un foglio da leggere e firmare, e un assegno già compilato ma senza cifra, come faceva di solito.
Questa volta, però, con sua grande sorpresa, Akil non degnò nemmeno di uno sguardo quell'assegno, e fissandolo negli occhi – cosa che non aveva mai fatto con il suo datore di lavoro –, gli disse senza tanti giri di parole:
- "La ringrazio, don Vincenzo della fiducia... Sono stato così bene con lei e con i suoi amici... Ma mi vedo costretto a rinunciare a tutto, fino all’ultimo centesimo...".
Il boss, sulle prime, non riuscì a capire quello strano comportamento del suo miglior uomo di fiducia... Poi, tutto si chiarì quando quel nero gigantesco avanzò la sua controproposta:
- "Voglio solo una cosa... La signorina Fabiana: tutta per me, per un'intera notte d’amore... Bocca, fica e culo! Si ricordi, che io ho visto cose che se dovessi raccontarle in giro... ".
Don Vincenzo rimase spiazzato, mai si sarebbe aspettato, da un suo sottoposto, di essere messo con le spalle al muro... Cercò di prendere tempo, poiché la ragazza era "proprietà" del collega, e intanto gli rispose:
- "Sei un bastardo... Neanche il suo padrone, don Carmine, l'ha mai avuta con il ricatto... Non so se riuscirò a fartela avere come indennizzo... Vai a lavorare, ci rivediamo stasera...".

Rimasto solo, l'uomo imprecò tutti i santi del paradiso, ma dovette ammettere che Fabiana era davvero un bocconcino prelibato che faceva gola e invidia a molti... Lui stesso aveva avuto modo di "provarla", e ne era rimasto veramente ammaliato.
Perciò, non poté fare altro che convocare il suo amico... Parlando a testa bassa, e sentendosi chiaramente a disagio, gli raccontò quello che era accaduto poco prima, e gli dichiarò:
- "Amico mio, tu sai quanto ci siamo combattuti e come ci siamo appacificati, e credimi non sarei mai voluto arrivare a chiederti ciò...".
Fece una pausa, carica di nervosismo, e poi:
- "Stamattina, quel figlio di puttana dello skipper, Akil, dopo tutto quello che ho fatto per lui, ha rifiutato il mio pagamento... E mi ha chiesto in saldo la tua Fabiana...".
Don Carmine temette di aver frainteso il senso di quelle parole, ma l'altro – sempre più imbarazzato – riprese:
- "Si, hai capito bene... Vuole scoparsela una notte intera, da solo!".
Il "padrone" della ragazzina si sentì come se fosse stato colpito da un fulmine in pieno petto. Sapeva bene che non era solo lui a poter decidere, e che Alice si sarebbe opposta con tutte le sue forze... Fabiana era per lei non solo la sua cameriera personale, ma molto di più, quasi una sorella più piccola da proteggere... Perciò, si grattò il capo e fu molto chiaro con il collega:
- "È proprio un gran casino! Fosse per me, ti direi subito di si, quella puledrina ha un gran bisogno di sfogarsi... Ma, come sai, bisogna chiederlo ad Alice, e temo che ci saranno grossi problemi... Comunque, ti prometto che farò di tutto il possibile per toglierti da questo pasticcio...".
Si strinsero la mano, e don Carmine scese sul ponte a parlare con la sua donna.
La mise al corrente dell’accaduto, e lei – saputo di quella follia – cominciò a urlare e strepitare:
- "Ma siete tutti e due fuori di testa?? Tu dovevi dirgli subito, chiaro e tondo, che non se ne parla proprio... Giocare con la Faby... Inventati quello che vuoi, ma lei non la tocca nessuno!".
A don Carmine ci volle tutta la sua capacità di persuasione per convincere Alice e strapparle un si, anche se poco convinto. Ma mise in chiaro:
- "Ok, ma l'ultima parola toccherà a Fabiana, e se lei dirà no sarà no!".
Nel frattempo, Fabiana, richiamata dalle urla della sua padrona, e corsa in suo aiuto, aveva assistito in disparte a tutta quella conversazione così vibrante. A un certo momento, decise di “immolarsi” per non essere di intralcio con il loro ospite, e saltando fuori dal nulla andò ad abbracciare l’amica e li interruppe:
- "Scusate... Se posso permettermi... Aly, non ti angosciare per me, so come tenere a bada un maschio... Solo... Non vorrei che tu restassi l'unica di noi tre a bocca asciutta... Se per te va bene, io ci sto... Potete dire a don Vincenzo che è fatta... Poverino, mi ha scopata così bene...".
Oltretutto, si preannunciava per lei una monta davvero" massiccia", e questa prospettiva la allettava parecchio...
Fabiana, ci aveva visto lungo: Alice infatti, era furiosa nel vedere sempre più ridursi le opportunità di avere la sua chance per scopare con Akil, ma alla fine non poté che acconsentire a quella che continuava a reputare un'ingiustizia.
Perciò, l'affare fu concluso, e l'ultima notte di navigazione – come d'altronde la prima – avrebbe visto il nero godere con un’altra "troia bianca”...

Fabiana, in trepidante attesa, aspettò che tutti gli ospiti dello yacht andassero a dormire, e poi si recò alla cabina dell'equipaggio...
Decise, per l'occasione, di stupire colui che avrebbe voluto fare di lei un sol boccone, e di presentarsi ad Akil in una maniera che lui non si sarebbe mai aspettata...
Bussò alla sua porta, ma non ebbe risposta... Bussò una seconda e poi una terza volta, e alla fine udì scattare la serratura.
E quando la porta si aprì, nella penombra della notte, grande fu la sorpresa dello skipper nel trovarsi di fronte quella ragazzina completamente nuda, senza nulla addosso, nemmeno un paio di ciabattine...
Dopo qualche istante, in cui i due stettero in piedi e immobili l'uno di fronte all'altra, il giovane si riprese da quell'emozionante apparizione, e premuroso la fece entrare nel suo alloggio, cercando di giustificarsi:
- "Mi scusi, signorina Fabiana, è che non me l'aspettavo cosi...".
- "Ah no, e come?", replicò la ragazza che fece di tutto per metterlo a disagio, "almeno così facciamo prima... Tanto è questo che hai chiesto a don Vincenzo!".
E in effetti, quello dei due che non riuscì a gestire la situazione era proprio Akil, dinanzi a quello schianto di femmina che gli si parava dinanzi con assoluta naturalezza.
Fabiana, piccolina di statura, stava ritta con le mani sui fianchi e lo scrutava con i suoi occhioni castano scuro, mentre lui fissò subito l'attenzione sulle sue cosce grandi da ragazza chubby. Nella notte, però, non passarono inosservate nemmeno le sue belle tette, non troppo grandi e con dei capezzoli sodi, e soprattutto quella meravigliosa fica guarnita di un pelo non troppo folto...

Visto che non si decideva a prendere l'iniziativa, Fabiana lo incitò:
- "Beh, non volevi scoparmi? Io muoio dalla voglia di assaggiare quella delizia che hai tra le gambe e che mi hanno detto ha fatto faville con Betty...".
Allora il nero parve scuotersi, e in batter d'occhi si spogliò, regalando alla ragazza la vista di un corpo da dio greco: i muscoli gonfi e le spalle forti, il petto teso come corde di violino e le braccia nere, la testa tondeggiante e le labbra rigonfie…
Aprì le labbra in un gran sorriso, e quando per un attimo i suoi denti bianchissimi fecero brillare tutto intorno a loro, Fabiana ebbe come una “rivelazione”, che la indusse a darsi da fare.
La ragazza, sentì immediatamente sulla sua pelle gli occhi di lui, penetranti.
Poi, Akil la prese in braccio e la depose delicatamente sul suo talamo di uomo single, cominciando ad accarezzarla palmo a palmo, mentre il suo membro cresceva a dismisura.
Allora la fanciulla si sollevò a sedere, si avvicinò di più a lui e gli leccò la pelle sui pettorali; la sua lingua gli salì sui capezzoli, li ciucciò come una lattante, e poi scese giù, senza fretta, a disegnare un itinerario lungo l’addome.
Quel maschio era veramente eccitato… Fabiana gli guardò per un attimo il cazzo che stava scoprendo piano piano il glande, gonfiando le palle come un mandingo, e mettendole a disposizione tutti quei prestanti 25 centimetri… Era davvero grosso!
Faby, gli mostrò la linguetta degna di un serpentello, e con essa iniziò a solleticargli la cappella, andando a “battere” ripetutamente sul frenulo, facendo vibrare tutto l’arnese.
Akil era pronto: perciò la giovane divaricò le mascelle e smaniosa se lo prese in bocca, fino alla gola, per quanto poteva, visto che fu impossibile farlo entrare tutto…
Faby già ansimava forte per l'eccitazione, ma non desistette dal succhiarlo e pomparlo, mentre lui le teneva tutte e due le mani sulla nuca, la guardò e le disse:
- “Sei una brava troia…”.
Passò più di un quarto d’ora, quando Akil le fece:
- “Attenta, che non vengo da molto, e sto quasi per sborrare…".
Ma lei continuò imperterrita, e l’uomo – dopo pochi secondi – iniziò a sborrare attirandole verso di se la testa sul cazzo.
Nel frattempo che la boccuccia di Fabiana si stava riempiendo di densa cremina bollente, il maschio – soddisfatto – le annunciò:
- "Ecco, bevi tutto, bevi".
Era veramente tanta quella sborra, e Fabiana non riuscì a deglutirla tutta, tanto che l’eccedenza le tracimò ai lati della bocca e perfino dalle narici.

Quello “spettacolo”, fu il preludio dell’attacco di Akil: la sdraiò nuovamente, giungendo su quei dolci promontori, e subito si avvicinò al capezzolo sinistro, lo titillò con la punta della lingua sentendolo crescere, rassodarsi come un sasso, lo succhiò senza farle sentire i denti, e lo fece roteare velocemente tra pollice e indice.
E se lui si fermava un attimo, quel capezzolo si ammorbidiva, come per pregarlo di tormentarlo e prendersi ancora cura di lui.
Faby sospirò, ed ebbe un sussulto, ma lui prontamente:
- “Non ti muovere, troia.... Lo vedi che punta dritto verso la mia bocca?".
Akil si fermò, come per “ascoltare” le sue emozioni, e poi si spostò ad afferrarle il capezzolo destro con gli incisivi, con un "accanimento erotico" incredibile lo strinse e cominciò a tirarlo piano, lo morse forte, e poi ancora più forte, e proprio in quegli attimi la ragazzina si dimenò e urlò dal dolore:
- "Ahi, stronzo, mi hai fatto male!", gli ringhiò in faccia...
Furono solo pochi istanti, ma le sembrarono un’eternità, finché Akil mollò la presa e la fitta principiò a spegnersi.
Ristorata da quell'oppressione, Fabiana reclinò la testa sul suo petto, e con la coda dell'occhio vide un rivolo di sangue lungo il seno.
Disperata, si mise a piangere:
- “Cazzo, me l’hai staccato!, mi fa maleeee... Mi fa male, aiutooooo...”.
Nel silenzio più assoluto che regnava a bordo, quel pianto rischiò di essere udito, soprattutto da Alice, che immediatamente sarebbe accorsa in sua difesa. Ma per fortuna, non accadde nulla, e Fabiana si ritrovò sola a maledire quando si era offerta come vittima sacrificale...

Sul letto, dolorante, la piccola lo sentì mentre lasciava le tette per arrivare in mezzo alle sue gambe, a controllare la micetta...
Li sotto, fece un bel lavoretto, le leccò la fica, e lei si bagnò tantissimo... Le succhiò e poi strizzò il clitoride – mentre lei mugolava come una cagnetta – e la masturbò in un modo tale che non aveva mai provato prima, e gli orgasmi si susseguirono all'impazzata...
A quel punto, il nero le allargò ancor di più le cosce, e senza che Faby ebbe il tempo di dire niente, il suo cazzo le sfondò la stretta fica con decisione...
Questa volta la ragazza urlò di puro piacere, e godette ad ogni colpo che quel maglio le infliggeva nella pancia con la sua grossa cappella, colpi tanto profondi che le sembrò le strappassero le ovaie.
La scopò nella posizione del missionario, a pecorina, in piedi, contro la porta tante di quelle volte che alla fine si sentì come una bambola di pezza, incapace di dire di no.
Poi, quando anche quel colosso nero stava per godere come un porco, Fabiana lo fermò mettendo una mano aperta sul suo ventre – come per allontanarlo, ma senza farlo uscire – e gli disse:
- "Per favore, non mi venire dentro, non sono protetta...".
Ma Akil scoppiò in una gran risata, e le rispose:
- "Comeee?? Il bello è proprio questo...".
E spingendo di nuovo tutta la sua verga dentro la fanciulla, la farcì di sborra.
La piccola era disperata: in meno di 24 ore in due l'avevano riempita a dovere, ed ora il rischio di essere inseminata era davvero grosso...

Mentre era presa da questi pensieri, il nero – con il membro che stava tornando ad una consistenza ottimale – la prese e la voltò, mettendola a pecora... Lì, Fabiana capì subito le sue intenzioni: era arrivato il momento di prenderlo nel culo! Il suo buchetto, nonostante l’opera di Alice con lo strapon, era ancora poco allenato, e lei – rimirando con panico il cazzo che la minacciava – ebbe un attimo di paura.
Ma lo skipper non se ne curò troppo, e con le mani le aprì le chiappe al massimo, quasi facendole male ma lasciando apparire davanti ai suoi occhi uno degli spettacoli più belli: il suo sfintere.
Iniziò a leccarlo, prima in senso orario e poi antiorario, con lei che gemette ed ebbe delle leggere contrazioni.
Alla vista di quella scena il maschio non resistette più e infilò tutta la lingua dentro il deliziosissimo ano di Fabiana, sentendo che aveva un buon sapore, era bello caldo ed elastico.
Cominciò a scoparlo con la lingua, prima adagio e poi con impeto sempre crescente, finché lei – rilassata e con il fiato corto – non lo incitò:
- "Oh si, cazzo, fottimelo! Fottimi fino in fondo!!".
Ormai era parecchio dilatato, e Akil decise di darle il piacere che attendeva sin da quando era entrata nel suo alloggio: inserì nel retto il suo pisellone di marmo e prese a spingere con forza e con violenza, ad un ritmo frenetico.
Fabiana ansimava, sbavava, e gli urlò:
- "Allora, ma sei un uomo? Sfondami l’intestino!".
Akil non resse oltre, era arrivato all'orgasmo, e ad un certo punto venne. Si sfilò dal suo corpo, lasciando quello sfintere in condizioni veramente pietose: slabbrato, dilatatissimo, e – nonostante la sua giovane età – con un principio di prolasso anale...
Anche lei era venuta.
Sudata, esausta ma estremamente felice!

13. Conclusione.

Fabiana aveva così pagato l'onorario di Akil, e come era arrivata da lui, nuda se ne tornò da Alice, grondante di sperma.
Aprì la porta della cabina, e... Sorpresa!, trovò la sua padrona ad attenderla.
Aveva vegliato tutta la notte, ed ora era lì ad accogliere quella che considerava una sua creatura.
Constatato lo stato pietoso in cui si trovava la piccola, la fece subito sedere. Poi l'abbracciò e le disse, piangendo:
- "Faby, non ho parole... Ho fatto una cosa mostruosa... Lasciarti andare da quello scimmione, tutta sola... E guarda come ti ha ridotto!!!".
Ma la ragazzina strinse forte l'altra, e guardandola con un'espressione serena rispose:
- "Tranquilla, Aly... È stata dura, fare tutto in una notte, ma cosa potevamo fare noi due? È stata una cosa più grande di noi!".
E crollando sul letto, con un profondo respiro di sollievo, chiuse gli occhi...
Allora Alice prese una bacinella con dell'acqua e un fazzolettino, gli si inginocchiò davanti, e si mise a ripulire il suo bel corpo da tutta quella sozzura. E più rimuoveva sborra, e più si faceva furente.
A un certo punto, giunta tra le grandi labbra di Fabiana, si accorse che più puliva e più quei grumi biancastri uscivano da quella povera patatina... Così, mettendo una mano sulla spalla della ragazzina, la scosse delicatamente e le disse:
- "Faby, mica ti sarai fatta venire dentro?".
A quelle parole, la cameriera sollevò le palpebre e una lacrima le rigò il viso; e muta, fece segno di sì con la testa...
Alice era fuori di se, e per sfogarsi prese la spugnetta e la scagliò contro il muro urlando:
- "Fottutissimo stronzo!!! Se ti piglio ti cavo gli occhi con le mie mani...".
Poi, dopo essersi un pò calmata, tornò dalla fanciulla e terminò il suo lavoro. Vide l'ano che faticava a richiudersi, e sospirò:
- "Pure lì ti ha oltraggiata, povera piccola".
La coprì pietosamente con un lenzuolo pulito, e anche lei crollò, sfiancata emotivamente, dal sonno.

L'indomani, lo skipper non era più al suo posto; Don Carmine, messo al corrente dell'accaduto aveva chiesto a don Vincenzo di prendere provvedimenti, e questi lo aveva sbarcato in pieno viaggio di avvicinamento a Genova.
Fabiana aveva impiegato parecchio tempo a riprendersi, tra incubi e fobie di natura sessuale, ma poi era tornata quella di sempre: una splendida ragazzina nel fiore degli anni, con un fisico mozzafiato... Solo, era salita a bordo (quasi) vergine e ne era discesa femmina fatta...

FINE.
 

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