paletto77

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Era il giorno del nostro matrimonio, Manuela aveva appena mandato via tutti, parenti, parrucchiera e truccatrice. Era finalmente da sola in casa e poteva dedicarsi alla rifinitura della sua preparazione. Voleva fare in fretta, l’autista la stava aspettando paziente sotto casa nell’automobile affittata per l’occasione.

Manuela era talmente assorta nel compito di rendersi bellissima che non si accorse del rumore della porta che veniva chiusa e il giro di chiavi che venne dato per non permettere a nessuno di entrare.

Quasi sobbalzò quando sentì la voce di un uomo arrivare dalla porta del bagno. Lo riconobbe al volo, senza nemmeno voltarsi, la sua voce era inconfondibile. Il suo ex fidanzato, quello che l’aveva mollata da un giorno all’altro con un messaggio sul telefono. Eccolo, era lì, sulla soglia della porta del bagno che la guardava con un sorriso scemo sulla faccia, quel sorriso che lei aveva amato alla follia e che anche adesso non la lasciava indifferente.

Manuela sbotta con un "e tu?" e lui rispose "sono venuto a farti visita". Lei lo guarda cercando di capire, ma già sa che lui è lì solo per un motivo allora gli dice "lascia perdere, hai perso l'occasione quando mi hai mollata da un giorno a un altro per stare con tua moglie quattro anni fa". Lui sorride sornione e non dice nulla, ma si avvicina a lei, sa che è arrabbiata, ma sa anche come fare a farla passare da arrabbiata a arrapata in un attimo. Lei sa che lui è pericoloso, ha paura di quello che può significare quella visita e delle capacità che ha quell’uomo di sconvolgerla e risvoltarle l’anima.

Lei allora esce dal bagno e si dirige in camera da letto in tutta fretta dicendogli “guarda Andrea, non è aria, ho un sacco di cose da fare e non ho tempo, puoi tornare da tua moglie”. Lui le risponde “ma la sposa DEVE farsi attendere in chiesa” e lei subito rispose piccata “per caso tua moglie ti ha fatto aspettare all’altare?” e lui non rispose, sapeva che aveva lei il coltello dalla parte del manico. Era stata la sua amante segreta per quasi 5 bellissimi anni, poi sua moglie scoprì l’adulterio e lo obbligò a lasciarla, ma lui non l’ha mai dimenticata, l’ha sempre desiderata, l’ha sempre immaginata mentre faceva l’amore con la moglie, insomma, non gli era ancora passata, del resto si erano amati follemente.

Lui la segue lentamente in camera e la osserva appoggiato sull’anta della porta. E’ bellissima, esattamente come se la ricordava. Il vestito da sposa la rende ancora più meravigliosa. Quante volte aveva sognato di aver sposato lei invece di sua moglie, se solo l’avesse conosciuta prima.

Lei è seduta mentre sta indossando le scarpe bianche abbinate al vestito e lo guarda “togliti dalla testa quello che stai pensando, io mi vado a sposare adesso. Vado a sposare l’uomo che amo”. Lui sentì una fitta al cuore nel sentire quelle parole, ma non glielo fece capire quanto gli facevano male.

Lui allora gioca sporco e le si avvicina lentamente. Quando si trova davanti a lei, ancora seduta, si abbassa la cerniera dei pantaloni e si blocca così, davanti a lei, a meno di trenta centimetri dal viso di Manuela.

Lei alza lo sguardo e vede la patta aperta, poi guarda lui con uno sguardo del tipo "ma sei fuori?" e con un sorriso gli dice "mi dispiace, chiedili a tu a moglie questi adesso".

Lui continua nella sua tattica e le dice "ti amo ancora e non ho mai smesso di amarti, lo so che ho sbagliato, ma sono state le circostanze a obbligarmi a fare quello che ho fatto. Sono qui oggi per fare di un'ultima volta l'amore con la mia topolina, quando ancora è una donna libera". Lei adorava essere chiamata topolina e lui lo sapeva.

Lei però replicò "puoi anche andartene".

Lui insistette "quindi non mi ami più? Se è così dimmelo e me ne andrò per sempre, sparirò dalla tua vita senza farne mai più ritorno". Lei sbuffò per sottolineare la melodrammaticità delle sue parole, ma non riesce a guardarlo negli occhi.

Lui sa che sta per cedere e continua “amore mio, non sai quante volte mi sono dato di coglione, stupido, smidollato per come ti ho persa”, lei però non reagiva. Lui allora giocò l’ultima carta “capisco che sei arrabbiata, ma so che anche tu mi ami ancora, adesso me ne vado” fece per chiudere la patta dei pantaloni quando lei gli fermò la mano. Senza guardarlo gli aprì la cintura e gli sbottonò i pantaloni. Manuela, fece una cosa che aveva fatto innumerevoli volte per lui, gli calò i pantaloni insieme ai boxer e il cazzo di lui sbalzò fuori come una molla. Lei osservò il pene lungo e corposo che lei aveva tanto amato e lo fissò per qualche secondo. Dopo un po’ gli disse sorridendo "era tanto che io e te non ci vedevamo" e gli diede un bel bacio.

Lui voleva cogliere l’attimo e le appoggia una mano sulla nuca, un gesto fatto davvero mille e più volte in quella stessa stanza dove si vedevano all’ora di pranzo quasi tutti i giorni mentre erano amanti. Lei, come per riflesso, aprì la bocca e vi accolse il pene di Andrea iniziando a succhiarlo con dolcezza e maestria.

Manuela si chiedeva se lui avesse ancora il problema di eiaculazione precoce, anche se non era poi un grosso difetto, perché comunque il suo cazzo rimaneva duro anche dopo e riusciva sempre a farlo venire due volte, anche se la seconda avrebbe richiesto molto tempo.

Bastarono un paio di minuti della lingua di Manuela che lui le riempì la bocca del suo sperma. Andrea le trattenne la testa, in modo che lei fosse obbligata a tenere lo sperma in bocca e ingoiare. Una volta svuotato le disse "se mi ami ancora vai all'altare con la bocca che sa di me, così quando lui ti bacerà sentirà l'odore del tuo vero uomo". Lei sbuffò, ma lui capì che la cosa la eccitava e insistette “amore mio, non è una proposta, lo devi fare, così saprò che mi ami ancora”. Lei aggrottò la fronte, non poteva credere che dicesse sul serio. Lui parve leggerle nel pensiero “sì, hai capito, la tua bocca deve sapere di me”.



Lui però non le diede tempo per rifletterci sopra, la prende di peso e la scaraventa sul letto, le tira via le mutandine candide e la mette a pecorina. Si chinò per leccarle per bene la fica già umida per lui, lei gemeva di piacere, e lui disse alla fica di Manuela “Dio quanto mi sei mancata” poi lui si alzò e la penetrò con forza, un unico colpo fino in fondo, con violenza, con ardore che a lei piacque da morire. Lui la stava scopando con ritmo serrato, poi schiaffeggiandole la natica destra le disse "ti mancava il mio cazzo, troietta?" e lei "siiiiii" e lui "Allora prendilo ancora lurida puttana". Manuela ama essere insultata mentre viene montata, la fa sentire sporca e femmina all’ennesima potenza. Lei venne svariate volte, lui le accarezzava il corpo con le sue mani abili, a volte le stringeva le mani di lei che ricambiava la stretta appassionata. Manuela stava godendo come non succedeva da tempo.

Infine venne anche lui. Le assestò tre o quattro colpi di cazzo forti e poderosi per completare lo svuotamento dei suoi coglioni direttamente nell’utero di quella che sarebbe diventata mia moglie.

Un po’ di sperma le colò dalla fica, le finì un po’ anche sul vestito, ma non aveva tempo e doveva risistemarsi per prepararsi per la cerimonia. Lei adesso si sentiva rilassata e tutto lo stress si era sciolto nel momento in cui il suo Andrea si era svuotato dentro di lei. Lui le disse “ti amo davvero ancora tanto” e lei gli sorrise mentre lo baciò teneramente.

Lui stava chiudendo i pantaloni quando le disse "Sono stato l'ultimo a scoparti come donna libera, domani voglio essere il primo a sverginarti come moglie".

Lei rimase interdetta e gli rispose "ma che dici?" e lui "stasera non ti concederai a tuo marito, se proprio insiste gli fai solo un bel pompino. Domani, all'ora di pranzo, verrai da me in magazzino ed io ti sverginerò da donna sposata". Lei rimase per un attimo senza parole, cercava di capire se stesse scherzando, ma la faccia di lui le fece capire che non era così, infatti lui disse ancora “topolina, lo sai che non sto scherzando, ti aspetto domani al magazzino, lo so che mi ami ancora e so che lo farai per me”, lei gli disse mentre lui usciva "non posso prometterti niente". Lui si chiuse la porta alle spalle sapendo che lo avrebbe fatto e se ne andò sorridendo.

Lei finì di prepararsi, andò in chiesa e ci sposammo. Al momento del bacio sentii un vago odore che non riuscii a comprendere, ma non ci pensai più di tanto, iniziavano i festeggiamenti!

Foto, pranzo, balli, amici, parenti… la sera a casa eravamo distrutti, ovviamente io volevo fare l’amore con mia moglie. Con addosso ancora il vestito da sposa la presi e la gettai sullo stesso letto dove lei si era fatta scopare diverse ore prima. LE sfilai le mutandine e lei mi disse "amore, credimi, sono distrutta, ti dispiace se aspettiamo domani?" con rammarico le dico "Ok, sono stanco pure io, adesso riposiamoci ".

Il giorno dopo lei si svegliò presto, si fece una doccia e per la testa le passò mille volte il dubbio se fare o non fare quello che Andrea le aveva ordinato. Se lo avesse fatto avrebbe tradito suo marito, a meno di 24 ore dal matrimonio, poi pensò che lo aveva già tradito un’ora prima dello stesso matrimonio. Pensò però che Andrea l’aveva fatta godere immensamente e al solo pensiero sentì che la sua amichetta che aveva tra le gambe en voleva ancora. Passò la mattinata così, tra mille dubbi se andare o non andare.

All’ora di pranzo Manuela si presentò nel magazzino di Alessio, lui ne era il proprietario insieme al suo socio e amico Fabio. Infatti il primo a vedere Manuela fu proprio il socio di lui e le disse "Hey ciao, non ci vedevamo da tanto" e si salutarono. Poi lui le disse "Andrea ti sta aspettando nel suo ufficio e congratulazioni per il matrimonio". Lei pensò “Fabio sa tutto, proprio tutto, del resto sono amici da tutta la vita, figurati se Andrea non glielo avrebbe detto”. Questa cosa la indignò per un attimo, si era vergognata di sé stessa ed aveva pensato di andarsene arrabbiata e piantare in asso quell'imbecille di Andrea, tornare da me e concedere a me la prima scopata da donna sposata. Poi però dall’altra parte del magazzino sentì la sua voce “hey topolina" e lei dimenticò tutto e si voltò verso di lui sorridendo.

Lui le si avvicinò e la strinse a sé baciandola. Lei ricambiò con passione e si fece accompagnare nell’ufficio dove avevano fatto molte volte l'amore mentre stavano insieme (un paio di volte la moglie di lui li aveva quasi beccati). Lui si sedette sulla sua poltrona girevole e la guardò in silenzio ostentando sicurezza e con un sorriso sornione le disse “sei qui” e lei si avvicinò a lui, si inginocchiò davanti alla sua sedia, gli apre i pantaloni, gli tira fuori l’uccello e inizia a succhiarglielo. Lui le poggia una mano sulla testa e si gode il pompino di mia moglie. Le chiese “spero che lui si sia accontentato di questo ieri sera” e lei gli sorrise dicendo “nemmeno questo gli ho fatto” e lui le disse “quanto ti amo” e lei per tutta risposta gli ingoiò tutto il cazzo e lui gemette di piacere. Come da consuetudine dopo pochi minuti lui le riempì la bocca del suo sperma. Lui allora si alzò, sgomberò la scrivania con un braccio facendo cadere tutto per terra. Lei si emozionò per quel gesto e lui la prese e la mise a pecorina sulla scrivania, con le tette schiacciate sul freddo legno trattato. LE puntò il cazzo sulle grandi labbra della fica di mia moglie e prima di penetrarla si fermò.

Lei si voltò verso di lui e gli chiese "che fai? Dai sbattimi!", era impaziente, ma lui le chiese "chi ami di più? me o tuo marito?" e lei "sei un bambino se mi fai una domanda del genere, cazzo scopami dai".

Lui però insistette "guarda che non te lo do più, rispondi" e lei "siete due cose completamente diverse, due mondi opposti, vi amo in modo diverso”, ma vedendo che lui non accennava a penetrarla lei gli disse cedendo alle sue richieste "amo di più te, non ho mai smesso di amarti nemmeno io, come posso aver smesso di amarti dopo che tu mi hai fatto provare un amore del genere? Ti penso spesso, anche quando faccio l’amore con Stefano". Lui sembrò infervorato dalla risposta ed iniziò a martellarle la fica a forza di colpi di cazzo. Le palle di Andrea sbattevano violentemente contro il clitoride di mai moglie. Vennero insieme, urlarono il loro orgasmo insieme. Lei si rivestì, lui si ricompose. Prima di andarsene lei gli diede un bacio e lui le disse mentre usciva “domani ti aspetto qui alla stessa ora”.

Lei non rispose, ma uscì dal suo ufficio sorridendo.
 

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