Ad certo punto del pomeriggio, mi sento come soffocare, mi sveglio e trovo mia mamma che cinge le mani sul mio collo, come per strozzarmi, e intanto urla:
“cosa hai fatto disgraziato? Hai rovinato una bimba, ma non ti vergogni? È tua cugina, sei un delinquente”
Ed io con un filo di fiato dico “ siamo maggiorenni, è consenziente, e…”
Cerco di liberarmi ma non riesco, allora chiedo aiuto e dietro di lei vedo mia zia che imbraccia il fucile
“ lascialo a me gli sparo tra i coglioni, cosi si toglie di torno” e spara.
BOOM
Cazzo! mi sveglio di scatto.
Era un incubo pazzesco.
Tutte queste emozioni in un giorno solo, ci rimango davvero.
Non sarà che il mio inconscio mi sta dicendo qualcosa?
Mi sdraio nuovamente, per riprendere lucidità.
Allora cerco di analizzare le frasi che ci siamo detti poco fa.
Mi faccio domande e mi do le risposte, e ne esce una conversazione surreale tipo l’Armadillo di “Strappare lungo i bordi” di Zerocalcare,
ANTO: Mi ha detto che vuole essere chiavata per prima da me. E’ bello dai
ARMADILLO: Si, ma non ha detto solo da te, ha detto che tu sarai il primo, e qualcuno verrà dopo.
ANTO: Si ma il culo sarà affare mio
ARMADILLO: Per ora, poi dopo sicuramente sarà di Fabio
ANTO: Si ma ha detto che lo vuole dentro da me, non è poetico?
ARMADILLO: Veramente ha detto che se lo vuole far rompere il culo. Di poetico c’è poco, la parola giusta è EPICO.
ARMADILLO: Ma poi non eri te che eri eccitato a fargli fare tutte le porcate di questo mondo?
ANTO: Si ma con me e al massimo Fabio,
ARMADILLO: Fabio sarà come la stazione di Berlino, poi ci sarà Amsterdam, Copenaghen e Praga.
ANTO: Che vorresti dire…
ARMADILLO: Che sarà un Interrail di cazzi amico, e almeno 4 te li ha detti quando godeva.
ANTO: Io non mi ricordo niente
ARMADILLO: io invece, mentre godevi, ascolto e registro tutto. Davide, Alessio, il professore e
ANTO: Ma chi è il professore?
ARMADILLO: Che ne so io, forse Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue. Gli farà una bella visita.
ANTO: e il quarto chi era?
ARMADILLO: Il quarto è quello che mi inquieta di piu, il nome è tutto un programma. Ubani, che fa rima con “ ti trombo fino a domani”
Cazzo, a mente fredda ricordavo tutti i nomi e ricordavo anche tutte le frasi che aveva gridato.
Ma non ero io che dovevo comandare il gioco? E invece sembra essere lei che detta le regole.
Eh no cugina il regista sono io, e gli attori gli scelgo io.
Basta, devo fare una doccia, mi devo togliere tutti questi odori
Per un attimo riprendo coscienza di cosa fare.
Mi aspetta Fabio
Ma gli devo far pagare quello che ha fatto con Michela.
30 minuti e sono da lui. Suono il campanello
A: Scendi giu.
F: Vieni su te è meglio.
A: non mi frega niente, scendi ti ho detto.
F: Eccomi, allora come è andata?
A: E’ andata che sei un pezzo di merda, ecco come è andata
F: Ma dai, non mi sono trattenuto, era un abbraccio
A: SI come no, sembrava un assalto dell’indiani alle diligenze dei nordisti.
F: E’ una gran fichetta fratello
A: Ma continui? L’hai fatta quasi scappare, era immobilizzata. Ti ho detto di andarci piano, se avevi via libera che facevi? Facevi l’urlo di Tarzan?
Si mise a ridere a crepapelle, non resistetti e risi anche io.
F: Me la ricordavo un paio di anni fa, mi piaceva tantissimo, ma qui è cresciuta bene.
Comunque ero sempre incazzato con lui, è perciò non gli dissi niente su cosa aveva urlato Michela su di lui.
Non andai a fondo con i particolari, erano cose nostre, ma gli dissi dei nomi.
Al nome di Ubani, esplose:
F: Ubani? Ahahahaha, Ubani fa rima con ti aprirò il culo fino a domaniii ahahaha, fa rima con tutto il Congo viene qui domani ahahaha
A: Ma lo sai che sei proprio uno stronzo!
Lo dissi ridendo, anche perché se ripetevo quello che avevo pensato prima, ci si faceva notte.
F: Vieni su dai, che mi faccio perdonare.
Mi mise un braccio sulla spalla e montai le scale. Aprì la porta e venni accolto da Ekaterina. Sgranai gli occhi.
E: Ciao Antonio come stai?
Parlava un decente italiano, per essere stata in Italia un annetto complessivo
A: Ciao Ekaterina, che bello vederti, ma quando sei tornata?
E: proprio stamani con il piccolo Sasha
A: e come sta? E’ cresciuto immagino?
E: Si, sta bene. Vuoi rimanere stasera qui, mangiamo qualcosa insieme, mi racconti un po' di te
A: Ma sarai stanca del viaggio vorrai riposare
E: Mi sono riposata oggi, per favore rimani dai
Guardai Fabio per un attimo se per lui andava bene, lui fece cenno di sì sorridendo.
A: ok accetto volentieri
Ekaterina si era fatta ancora più bella, il suo seno era una taglia in più dello scorso anno pensai, il suo viso era da seghe a ripetizione, poi quando si voltò vidi quel culo a mandolino che era una favola.
Mentre lei si incamminò verso la cucina, Fabio mi fermò un attimo sussurrandomi:
F:Questa sera me la bombo, spero sia migliorata anche a letto. Gli farò come Ubani stasera ahahah.
A: Confermo, sei proprio uno stronzo.
Durante la cena parlammo molto, soprattutto io e lei, ero affascinato dall’accento russo e poi gli occhi ragazzi, che occhi, mi ci ero perso dentro.
Avevo domande su domande, e lei apprezzava molto il mio interesse su di lei. Era felice che qualcuno parlasse di altro invece di scopate e mangiate con Fabio
F: Avete finito voi due? Non si può sentire più questa Russia.
Lo disse con tono annoiato, mentre cambiava i canali in completo relax
A: Non lo stare a sentire Ekaterina è un imbecille
E: Hai sentito? E’ l’unico che mi chiama con il mio vero nome, è piacevole sentirlo e poi si interessa a me, vuol sapere tante cose sulla mia casa in Ucraina. Ma perché non ti ho incontrato prima di lui? Sei anche un bel ragazzo. Non ti manca niente.
Colpo al cuore. Non sapevo cosa rispondere, ero li come uno scemo che avevo la bocca aperta
F: stai attento fratello, se la tieni più aperta la bocca ti si frattura la mascella.
E: Lascialo stare, lo vedi, è l’opposto di te, ha un cuore.
e mi si avvicinò per darmi un bacio delicato sulla guancia.
Ma la famosa glacialità di queste donne dov’era in Ekaterina, forse il vissuto , le esperienze passate difficili l’avevano plasmata differentemente.
A: ma allora perché stai con lui?
E: Perché mi fa ridere ed è uno stronzo
A: appunto
F: Basta voi due, ma te Antonio non dovevi andare via?
A: sì ma…
F Saluta la tua EKATERINA vai.
La salutai abbastanza frettolosamente, poi stavo per uscire, ma Fabio mi fermò e mi parlo sottovoce
F: Dove vai, mi devo scusare con te. Vai in camera mia e entra nel bagno, goditi lo spettacolo a breve.
A: Ho capito bene? E poi cosa faccio, rimango rinchiuso tutta la notte nel bagno?
F: Scemo, ha un'altra porta sull’ingresso e te ne vai, muoviti, veloce
Pian piano mi diressi in bagno e accostai la porta per vedere.
Dopo un paio di minuti entro Ekaterina, e iniziò a spogliarsi.
Sulle tette avevo ragione, erano cresciute e stavano ritte, poi si buttò giù i pantaloni e aveva gli slip che gli aveva regalato Fabio, quest’inverno, si andò insieme a comprarli. Era uno spettacolo, uno dei culi più belli che avevo visto, poi partì anche lo slip, e vidi tutta quella folta peluria che ricopriva la fica.
Avevo già il cazzo in tiro. Si mise sotto le coperte e spense la luce, al quel punto stavo per andare, e invece comparve Fabio, completamente nudo, che riaccese le luci e per un attimo si voltò per controllare se io vedessi bene.
Scoprii le coperte subito.
F: Vieni qui bella, è da quattro mesi che non ci vediamo e vai a letto con le coperte?
La prese con violenza, la mise in ginocchio e lui in piedi sul letto
F: Saluta il mio amico qui in mezzo alle gambe
Prese la testa e incomincio a scoparsela in bocca, la poverina ogni tanto aveva i conati di vomito, cercava di respirare tra una pompata e l’altra, ma lui non gli dava tregua, il cazzo di Fabio era come il mio di lunghezza, ben fornito, ma era nettamente più largo, sembrava un palo di carne immenso. Non sapevo davvero come poteva resistere.
Il mascara che si era messa stava scivolando via insieme alle lacrime, formando un lungo fiume nero che solcava tutto il viso.
La russa non aveva tregua, appena lui si era stufato, gli disse:
F: Beccati questo missile nucleare, tanto voi russi ci siete abituati.
Stavo per farmi scoprire ma fermai la mia risata in tempo.
Ora lui prese la vasellina e con fare brusco inumidì per bene il buco del culo di Ekaterina, poi dopo essere entrato con colpi lenti, iniziò il martellamento.
Era una macchina, faceva delle facce da spavento, sembrava chucky de la bambola assassina.
Lei era pietrificata a pecora ma urlava tra un misto di dolore e godimento, parlava in russo, non capivo una mazza.
Lui invece la mazza l’aveva e la affondava con una violenza inaudita. Per un attimo pensai a cosa poteva provare Michela in quelle condizioni (per non parlare di Ubani) e venni all’istante.
Fabio lo fece dopo un minuto, dopo aver assestato due colpi di bacino violentissimi schizzando direttamente nel buco del culo.
Per un attimo mi sembrò di vedere Ekaterina guardare nella mia direzione, mi ritrassi un attimo ma poi lei si girò esausta con tutte la sborra che gli colava sulla fica. Fabio andò sul terrazzo a fumarsi una sigaretta e io mi asciugai con la carta igienica e me ne andai di soppiatto.
Pensai che Ekaterina non era vero che non era partecipe, era semplicemente resa offensiva dalla violenza smodata di quel bestione del mio amico. Non so quanto gli piacesse quel rapporto. Aveva goduto sicuro, ma era a senso unico.
Ritornai a casa conscio di aver passato una giornata memorabile.