Esperienza reale Amante thai

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J

jaylag

Guest
Voglia, sempre voglia.
Sarò malato? Sarò un porco?

Sono sposato ma non scopo abbastanza.
Penso sempre a quello. Lavoro al PC. Mi piace chattare. Spesso guardo foto hot, porno non tanto, preferisco la realtà.

Sono iscritto a un sito di amici di penna. Ci sono tante orientali. Forse anche a causa del fuso orario.

Scrivo a tutte. Spammo. Qualcuna risponderà.
Voglio sentire la voce però. Potrebbe essere eccitante. Parlare a voce con una sconosciuta.

Tra le altre. Risponde S. (S.u.k.a.n.y.a.).
Ragazza molto magra. Bassa. Piatta. Single. Occhi a mandorla. Capelli lisci. Da Bangkok.
Sul profilo ha delle foto. Sorride. Colori accesi. Sulla quarantina. Sembra più giovane.

Le faccio molti complimenti. Sembra stare al gioco. Ma non voglio esagerare. Ci scriviamo volentieri. Poi mi dice una cosa.

Siamo a fine novembre. E il mese successivo ha in programma un viaggio in Italia con i suoi colleghi di lavoro. Per Natale.
Il boss paga il viaggio a tutti. Niente male: ma in Italia dove?

A Milano. Non è lontano.
S, ci possiamo vedere?

Lei non sa.
E' combattuta.
Vedermi da sola? non si fida. Ma vorrebbe.

Ma andrai in giro sempre coi tuoi colleghi?
In realtà - mi dice - loro andranno a Bologna, un giorno ma io voglio vedere Trieste. Ci andrò da sola.

Wow.
Ma Trieste è troppo lontano per me.
Senti ma Verona? Ti ci porto io, le dico. Se vuoi.

Le chiedo delle sue esperienze.
Sa che sono sposato.
Le parlo di baci, di sesso, di passione. Cose a lei sconosciute per lo più.

Il suo ex era un imbranato. Non so come trattino le donne là. Di sicuro non ci mettono passione. Mi dice che non le piacciono gli uomini del suo paese.
Non è vergine. Ma quando l'ha fatto non le è piaciuto. Saranno passati 8 anni, dice.

Mi manda qualche foto. Quanto vorrei vederla nuda. Indossa sempre sneakers e shorts o minigonne. Mi manda una foto con delle calze a rete. Mi accende.

Le dico apertamente che la vorrei portare a letto.
E' lusingata. Ma non sa...
Insisto su Verona. Mi faccio un programma nella mia testa. Prendo una stanza lì, facciamo l'amore e poi ti porto a pranzo, e vediamo il centro.
Non vuole, si vergogna.

Poi mi dice.
Il 3 gennaio, il giorno prima di partire: posso sganciarmi dai miei colleghi.
Prendi il treno, le dico. Verona è perfetta. Alla fermata prima, salgo io. Ci andiamo insieme.
Ok, ma niente stanza, dice lei. Stiamo all'aperto.
Farà freddo, ma ok.

Arriva il giorno della partenza. Seguo il suo aereo in arrivo con l'Applicazione della compagnia di volo. Siamo in costante contatto tramite social network col cellulare.

La thai è in Italia.
Mi manda qualche foto.
Passa il Natale.
Va a Trieste da sola.
Capodanno.
Per il 3 gennaio mi sono preso un giorno di Ferie. Ma a casa ho detto che sarei andato al lavoro.
Me ne vergogno a scriverlo. Ma lo rifarei.

La notte del 2. Dormo. O forse no. Continuo a pensare all'incontro che avverrà molto presto.
 
Voglia, sempre voglia.
Sarò malato? Sarò un porco?

Sono sposato ma non scopo abbastanza.
Penso sempre a quello. Lavoro al PC. Mi piace chattare. Spesso guardo foto hot, porno non tanto, preferisco la realtà.

Sono iscritto a un sito di amici di penna. Ci sono tante orientali. Forse anche a causa del fuso orario.

Scrivo a tutte. Spammo. Qualcuna risponderà.
Voglio sentire la voce però. Potrebbe essere eccitante. Parlare a voce con una sconosciuta.

Tra le altre. Risponde S. (S.u.k.a.n.y.a.).
Ragazza molto magra. Bassa. Piatta. Single. Occhi a mandorla. Capelli lisci. Da Bangkok.
Sul profilo ha delle foto. Sorride. Colori accesi. Sulla quarantina. Sembra più giovane.

Le faccio molti complimenti. Sembra stare al gioco. Ma non voglio esagerare. Ci scriviamo volentieri. Poi mi dice una cosa.

Siamo a fine novembre. E il mese successivo ha in programma un viaggio in Italia con i suoi colleghi di lavoro. Per Natale.
Il boss paga il viaggio a tutti. Niente male: ma in Italia dove?

A Milano. Non è lontano.
S, ci possiamo vedere?

Lei non sa.
E' combattuta.
Vedermi da sola? non si fida. Ma vorrebbe.

Ma andrai in giro sempre coi tuoi colleghi?
In realtà - mi dice - loro andranno a Bologna, un giorno ma io voglio vedere Trieste. Ci andrò da sola.

Wow.
Ma Trieste è troppo lontano per me.
Senti ma Verona? Ti ci porto io, le dico. Se vuoi.

Le chiedo delle sue esperienze.
Sa che sono sposato.
Le parlo di baci, di sesso, di passione. Cose a lei sconosciute per lo più.

Il suo ex era un imbranato. Non so come trattino le donne là. Di sicuro non ci mettono passione. Mi dice che non le piacciono gli uomini del suo paese.
Non è vergine. Ma quando l'ha fatto non le è piaciuto. Saranno passati 8 anni, dice.

Mi manda qualche foto. Quanto vorrei vederla nuda. Indossa sempre sneakers e shorts o minigonne. Mi manda una foto con delle calze a rete. Mi accende.

Le dico apertamente che la vorrei portare a letto.
E' lusingata. Ma non sa...
Insisto su Verona. Mi faccio un programma nella mia testa. Prendo una stanza lì, facciamo l'amore e poi ti porto a pranzo, e vediamo il centro.
Non vuole, si vergogna.

Poi mi dice.
Il 3 gennaio, il giorno prima di partire: posso sganciarmi dai miei colleghi.
Prendi il treno, le dico. Verona è perfetta. Alla fermata prima, salgo io. Ci andiamo insieme.
Ok, ma niente stanza, dice lei. Stiamo all'aperto.
Farà freddo, ma ok.

Arriva il giorno della partenza. Seguo il suo aereo in arrivo con l'Applicazione della compagnia di volo. Siamo in costante contatto tramite social network col cellulare.

La thai è in Italia.
Mi manda qualche foto.
Passa il Natale.
Va a Trieste da sola.
Capodanno.
Per il 3 gennaio mi sono preso un giorno di Ferie. Ma a casa ho detto che sarei andato al lavoro.
Me ne vergogno a scriverlo. Ma lo rifarei.

La notte del 2. Dormo. O forse no. Continuo a pensare all'incontro che avverrà molto presto.
Molto bello, ben scritto, gradevole a leggersi, con le giuste spaziature tra paragrafi.
Insomma, non vedo l'ora di leggere il seguito.
 
Grazie per il feedback :-) Allora continuo!

CAPITOLO 2 - L'INCONTRO

Mattina fredda, si gela, ho i guanti e la sciarpa. Sono in stazione, è tutto grigio, c'è un po' di nebbia.
Il treno arriva.

Lei è sul treno, ci stiamo scrivendo. Una delle carrozze centrali. Ho visto tante foto sue, ma ho sempre paura di non riconoscerla.

Salgo. Inizio a camminare lungo il corridoio. Guardo a destra, e a sinistra. Cammino per un paio di vagoni.
Poi la vedo.

Una figura minuta, seduta sul sedile, l'espressione un po' timorosa, ma non ho dubbi.
Indossa un copricapo nero con le orecchie da gatto, mi aveva mandato la foto prima della partenza.
E sotto i suoi occhi a mandorla.

Le dico "Ciao" in italiano e anche lei risponde con "Ciao".

Le prendo subito le mani. Le mie sono ghiacciate. Me le scalda. Mi siedo vicino. Ridiamo. Un po' imbarazzati.
Le do un bacio a stampo sulle labbra?
Non ricordo.

Ma sono un po' agitato.

Arriviamo a Verona e faccio subito i biglietti per il ritorno.

Camminiamo. Fa freddo ma il tempo è bello.

La porto in centro.
Parliamo molto mentre passeggiamo. Comunichiamo in inglese, ma spesso abbiamo difficoltà nella pronuncia delle parole. A volte uso il traduttore di google sul telefono.
Comunque ci divertiamo molto.

Le faccio molte avances. La bacio. Stavolta sì, sicuramente ricordo bene: la bacio.

Ogni tanto mi fermo per baciarla. La tiro vicino a me con decisione.
Basta sfiorarla per farla gemere.
Geme.
Uso la lingua.
Le insegno come si limona.

La sua bocca è morbida.
Le tocco il sedere.

Cerchiamo un ristorante. Mi piace farle assaggiare qualcosa di tipico delle nostre parti.
Ci sediamo al tavolo, aspettiamo un po', c'è gente, mangiamo. Mi fa una foto. Chatta con qualcuno. Poi va in bagno.
Quando esce io sono lì che l'aspetto.

Sembra non riconoscermi. Ha l'espressione un po' stralunata.

Poi me lo dirà. Che le sembrava impossibile. Che le sembravo bellissimo. Che un ragazzo così alto e attraente la stesse aspettando, proprio lei, fuori dal bagno.

Io non sono alto, ma probabilmente in Thailandia mi difenderei.

Camminiamo.

I baci continuano. Ad ogni via la faccio gemere.
Scherziamo sul fatto che si bagna e che la costringo a cambiare le mutandine se non la smetto.

Ma non sembra molto convinta... non vuole che smetta.

Torniamo in stazione.
La giornata è volata.

L'accompagno a Milano. Farò tardi per rientrare a casa, ma mi inventerò una scusa.

Sul treno rimaniamo quasi da soli nel vagone.

Le metto una mano sotto la maglia. Voglio toccarle il seno... quel poco che ha.

Lei trasale. Si ritrae. Geme. Ma le piace. La bacio. Lo faccio di nuovo. Sento il capezzolo con le dita. Lo stringo. La bacio. Si bagna. Cazzo.

Poi ci salutiamo. L'indomani riparte e torna a Bangkok.

Spoiler: Ci siamo rivisti.

Poi vi racconto.
 
Grazie per il feedback :) Allora continuo!

CAPITOLO 2 - L'INCONTRO

Mattina fredda, si gela, ho i guanti e la sciarpa. Sono in stazione, è tutto grigio, c'è un po' di nebbia.
Il treno arriva.

Lei è sul treno, ci stiamo scrivendo. Una delle carrozze centrali. Ho visto tante foto sue, ma ho sempre paura di non riconoscerla.

Salgo. Inizio a camminare lungo il corridoio. Guardo a destra, e a sinistra. Cammino per un paio di vagoni.
Poi la vedo.

Una figura minuta, seduta sul sedile, l'espressione un po' timorosa, ma non ho dubbi.
Indossa un copricapo nero con le orecchie da gatto, mi aveva mandato la foto prima della partenza.
E sotto i suoi occhi a mandorla.

Le dico "Ciao" in italiano e anche lei risponde con "Ciao".

Le prendo subito le mani. Le mie sono ghiacciate. Me le scalda. Mi siedo vicino. Ridiamo. Un po' imbarazzati.
Le do un bacio a stampo sulle labbra?
Non ricordo.

Ma sono un po' agitato.

Arriviamo a Verona e faccio subito i biglietti per il ritorno.

Camminiamo. Fa freddo ma il tempo è bello.

La porto in centro.
Parliamo molto mentre passeggiamo. Comunichiamo in inglese, ma spesso abbiamo difficoltà nella pronuncia delle parole. A volte uso il traduttore di google sul telefono.
Comunque ci divertiamo molto.

Le faccio molte avances. La bacio. Stavolta sì, sicuramente ricordo bene: la bacio.

Ogni tanto mi fermo per baciarla. La tiro vicino a me con decisione.
Basta sfiorarla per farla gemere.
Geme.
Uso la lingua.
Le insegno come si limona.

La sua bocca è morbida.
Le tocco il sedere.

Cerchiamo un ristorante. Mi piace farle assaggiare qualcosa di tipico delle nostre parti.
Ci sediamo al tavolo, aspettiamo un po', c'è gente, mangiamo. Mi fa una foto. Chatta con qualcuno. Poi va in bagno.
Quando esce io sono lì che l'aspetto.

Sembra non riconoscermi. Ha l'espressione un po' stralunata.

Poi me lo dirà. Che le sembrava impossibile. Che le sembravo bellissimo. Che un ragazzo così alto e attraente la stesse aspettando, proprio lei, fuori dal bagno.

Io non sono alto, ma probabilmente in Thailandia mi difenderei.

Camminiamo.

I baci continuano. Ad ogni via la faccio gemere.
Scherziamo sul fatto che si bagna e che la costringo a cambiare le mutandine se non la smetto.

Ma non sembra molto convinta... non vuole che smetta.

Torniamo in stazione.
La giornata è volata.

L'accompagno a Milano. Farò tardi per rientrare a casa, ma mi inventerò una scusa.

Sul treno rimaniamo quasi da soli nel vagone.

Le metto una mano sotto la maglia. Voglio toccarle il seno... quel poco che ha.

Lei trasale. Si ritrae. Geme. Ma le piace. La bacio. Lo faccio di nuovo. Sento il capezzolo con le dita. Lo stringo. La bacio. Si bagna. Cazzo.

Poi ci salutiamo. L'indomani riparte e torna a Bangkok.

Spoiler: Ci siamo rivisti.

Poi vi racconto.
Bella storia, ricordo quando la mostravi e ricordo, a mio parere una bella ragazza. Anch’io amo l’oriente, le Donne orientali e le thai in particolare. Bello leggere storie come questa. Complimenti
 
Bella storia, ricordo quando la mostravi e ricordo, a mio parere una bella ragazza. Anch’io amo l’oriente, le Donne orientali e le thai in particolare. Bello leggere storie come questa. Complimenti
sì l'ho mostrata e ogni tanto ancora nella chat metto qualche foto sua...
Ora conoscerai tutti i dettagli della storia allora se continuerai a leggere ;-)
[automerge]1648728832[/automerge]
bellissimo racconto e poi adoro le frasi sintetiche e concise. Bravo!
Sì sto provando questo stile. Non volevo scrivere dei papponi. Mi concentro su quello che provavo e che mi ricordo e lo scrivo senza giri di parole.
 
CAPITOLO 3 - VIRTUALE

Avevo solo toccato, senza vedere.
Dovevo vedere. Vedere!
Il suo corpo nudo: capezzoli, piedi, sedere, fica.

Ora, a distanza. Ci sentiamo tutti i giorni. Sempre online mentre lavoro e lei, mentre lavora.

Piano piano. Si sbottona.
Arrivano le prime foto del tipo vedo/non vedo.
Poi il sedere.

Mi manda dei video. Mentre fa pipì.

Siamo intimi.

Facciamo sesso virtuale.
Parliamo sempre di quello.

Quante sborrate per lei. Immaginando... un nuovo incontro.

E me lo dice.
Prendo i biglietti e vengo in Italia una settimana. Da sola.

Programmiamo. Ma una settimana di ferie non me la posso prendere. Mi prendo due giorni, e poi una serie di permessi. Mezze giornate.
Logicamente a casa non dico nulla.

Le do il nome dell'albergo che si trova vicino al mio ufficio. Prenota lì.

Quando lavorerò potrà stare con me in ufficio. Lavoro da solo, non ho colleghi.

Sembra tutto perfetto. Ma io ho dubbi. Ho paura di essere scoperto. Girare per la città con lei, con la probabilità (non altissima, ma reale), di incontrare qualcuno che conosco. Oppure di essere scoperto per qualche capello, per il profumo, non so.

Provo a farla desistere.

Un giorno le dico che mia moglie mi ha scoperto mentre chattavo con lei.
Ma lei è più forte. Prima si agita, poi si calma e mi chiede cos'abbia scoperto.
Io non vado fino in fondo. Da una parte, la voglio. Dall'altra, mi sentirei sollevato se disdicesse tutto.

Così ricuciamo.
Ormai... il Rubicone è bell'e che guadato.

Ormai parliamo sempre dell'incontro.

Ci facciamo un programma. Dove mi porti? Mi vieni a prendere all'aeroporto?

Lunedì ho preso ferie, lo posso passare a Milano. La vado a prendere, ci facciamo un giro. La porto in albergo.
Martedì ancora ferie, andiamo un po' in giro per la città.
Mercoledì lavoro, al mattino, e ho il pomeriggio libero.
Giovedì il contrario. Mattino libero e pomeriggio lavoro.
Venerdì, ancora mezza giornata. Ma c'è la serata di gala: le ho promesso di portarla a cena fuori. A casa dirò che ho una cena con ex-colleghi.
Sabato riparte.

Il tutto si svolgerà nei primi giorni di Aprile.
Pioverà?

Vedremo.
 
Nota: il tutto si è svolto ad Aprile 2019
CAPITOLO 4 - NUOVO INCONTRO

L'aereo è in orario. Io pure. Viaggio verso l'aeroporto. Il parcheggio è quasi deserto, entro al terminal. La vedo.
Non ricordo se la bacio, ma sicuramente, sì, l'ho fatto.
Me lo dirà poi lei, non ricordo nemmeno, ma mi tocca il sedere.

Usciamo, le porto la valigia.

Sale in macchina. Dalla parte sbagliata. Guidi tu? le dico. Dalle sue parti la guida è all'inglese.

La giornata è bella. Sole, non caldissimo, un po' ventoso. L'autostrada scorre veloce, lei è un po' impressionata dai tir che sorpassiamo in modo ravvicinato.

Le tocco le gambe. Ci sorridiamo.

A Verona era stata piuttosto pudica. Non voleva che la toccassi troppo intimamente. Non si era scoperta.

Stavolta sarebbe stato molto diverso... a conferma di ciò
mi dice
sono bagnata, me la vuoi toccare?

Non credevo alle mie orecchie
Posso toccarla? chiedo conferma di aver capito bene......

Mi fa infilare la mano nelle sue mutandine.
Umidità.......
Le vorrei strappare di dosso tutti i vestiti.
Ma devo pazientare
Ho una settimana intera da passare con lei....

Prima di arrivare all'albergo mi fermo a Iseo. Passeggiamo sul lungolago.
Non c'è nessuno. La stagione turistica è ancora lontana. La gelateria è aperta.

Passeggiamo. Ci sediamo su una panchina. Le mie mani...... non fanno altro che toccarla in mezzo alle gambe.
Lei geme ogni volta e si bagna sempre di più.

Camminiamo verso il centro. Ad ogni vicolo la prendo, la sbatto contro il muro e le infilo la lingua in bocca.

Le piace. Geme. Si bagna.

Torniamo in macchina.
Arriviamo all'albergo...
Chiedo se posso entrare con lei. Mi fanno salire. Vogliono la carta d'identità però. Mi registrano, senza sovrapprezzo.

Io e lei, in stanza da soli. Dopo aver fantasticato su quel momento per mesi....

La spoglio, la bacio, la lecco.
Lei si stende sul letto.
Faccio io.
Ho i preservativi, naturalmente.

Le azioni sono confuse, poco lucide, non faccio tutto quello che vorrei fare e non mi soffermo sui particolari.
Anche i ricordi sono un po' confusi.

Ricordo bene però il momento in cui l'ho penetrata.
Le ho fatto male. Come se fosse vergine.
L'ho scopata. Gliel'ho allargata. Lei geme e urla. Non so se viene. Ma io sì.

Mi lavo. Lei dolorante. Ma felice. Stanca. Anche per il viaggio.

Io mi faccio la doccia. Lei si addormenta.
 
Nota: il tutto si è svolto ad Aprile 2019
CAPITOLO 4 - NUOVO INCONTRO

L'aereo è in orario. Io pure. Viaggio verso l'aeroporto. Il parcheggio è quasi deserto, entro al terminal. La vedo.
Non ricordo se la bacio, ma sicuramente, sì, l'ho fatto.
Me lo dirà poi lei, non ricordo nemmeno, ma mi tocca il sedere.

Usciamo, le porto la valigia.

Sale in macchina. Dalla parte sbagliata. Guidi tu? le dico. Dalle sue parti la guida è all'inglese.

La giornata è bella. Sole, non caldissimo, un po' ventoso. L'autostrada scorre veloce, lei è un po' impressionata dai tir che sorpassiamo in modo ravvicinato.

Le tocco le gambe. Ci sorridiamo.

A Verona era stata piuttosto pudica. Non voleva che la toccassi troppo intimamente. Non si era scoperta.

Stavolta sarebbe stato molto diverso... a conferma di ciò
mi dice
sono bagnata, me la vuoi toccare?

Non credevo alle mie orecchie
Posso toccarla? chiedo conferma di aver capito bene......

Mi fa infilare la mano nelle sue mutandine.
Umidità.......
Le vorrei strappare di dosso tutti i vestiti.
Ma devo pazientare
Ho una settimana intera da passare con lei....

Prima di arrivare all'albergo mi fermo a Iseo. Passeggiamo sul lungolago.
Non c'è nessuno. La stagione turistica è ancora lontana. La gelateria è aperta.

Passeggiamo. Ci sediamo su una panchina. Le mie mani...... non fanno altro che toccarla in mezzo alle gambe.
Lei geme ogni volta e si bagna sempre di più.

Camminiamo verso il centro. Ad ogni vicolo la prendo, la sbatto contro il muro e le infilo la lingua in bocca.

Le piace. Geme. Si bagna.

Torniamo in macchina.
Arriviamo all'albergo...
Chiedo se posso entrare con lei. Mi fanno salire. Vogliono la carta d'identità però. Mi registrano, senza sovrapprezzo.

Io e lei, in stanza da soli. Dopo aver fantasticato su quel momento per mesi....

La spoglio, la bacio, la lecco.
Lei si stende sul letto.
Faccio io.
Ho i preservativi, naturalmente.

Le azioni sono confuse, poco lucide, non faccio tutto quello che vorrei fare e non mi soffermo sui particolari.
Anche i ricordi sono un po' confusi.

Ricordo bene però il momento in cui l'ho penetrata.
Le ho fatto male. Come se fosse vergine.
L'ho scopata. Gliel'ho allargata. Lei geme e urla. Non so se viene. Ma io sì.

Mi lavo. Lei dolorante. Ma felice. Stanca. Anche per il viaggio.

Io mi faccio la doccia. Lei si addormenta.
Bellissimo racconto. Ancora complimenti. La ricordo bene, anche con indosso i tuoi regali. È bello riprendere storie belle già ascoltate. Grazie
 
CAPITOLO 5 - TOP SECRET

Sera. Esco dalla sua camera per tornare a casa. Come nulla fosse successo.
Non penso. Agisco come da routine. Oggi sono stato al lavoro... come al solito.
Nulla traspare. Bacio mia moglie. La desidero come al solito.

L'indomani. Ufficialmente sono di nuovo "in ferie". Ore 8:50, busso alla porta della sua camera d'albergo.
Mi apre. Noi due. Soli, di nuovo.

Prendo il suo cell. Lo appoggio alla testiera del letto. Faccio partire la registrazione.

Lei è vestita da schoolgirl. Vestitino bianco con gonnellina blu a pieghe. Io nudo.
Me lo succhia. Geme. Le prendo la testa, la spingo mentre lo prende in bocca.

Le sfilo il vestito. Ora è nuda anche lei. Il suo corpo, minuto. Senza forme. Lei, leggera, maneggevole, disponibile, vogliosa.
Sembra di scoparmi una 18enne alla prima esperienza. Con la fica ancora sanguinante, dal giorno prima. Ma ne vuole ancora. Vagina thailandese, pisello italiano.

Lei sa che sono sposato. Nonostante ciò, si è fatta un volo da sola da Bangkok a qui per scopare con me.

Le succhio i capezzoli. Sono due chiodi, duri. Scuri. Gode, geme, urla. Non crede a ciò che le sta accadendo.... La sollevo.

Le strofino la punta sulle labbra bagnate della sua vagina. Indosso il preservativo.

La faccio sdraiare. Osservo l'inquadratura, si vedono solo i suoi piedi e il mio sedere che la stantuffa.

E urla, ad ogni colpo, a voce sempre più alta. E urla, e urla, forse ha un orgasmo?
Non riesco a distinguere.

Mi sa che siamo sudati. Mi fermo. Vorrei durare ancora un po', ma sono al limite.

Riprendo. Stantuffo. Trapano. Martello pneumatico... vagina in fiamme. Sudati. Urla. Orgasmo. Piacere... esplosione. Sperma.

Godiamo

Stacco tutto.

Siamo solo al secondo giorno.
 
Ecco, immaginavo che il tuo cazzo latino avesse dimensioni differenti rispetto ad uno thai.
Bellissimo che l'hai nuovamente deflorata... chissa' per lei, sentirsi sverginata la seconda volta.
Non posso immaginare se ti concede il culetto...!!!
 
CAPITOLO 5 - TOP SECRET

Sera. Esco dalla sua camera per tornare a casa. Come nulla fosse successo.
Non penso. Agisco come da routine. Oggi sono stato al lavoro... come al solito.
Nulla traspare. Bacio mia moglie. La desidero come al solito.

L'indomani. Ufficialmente sono di nuovo "in ferie". Ore 8:50, busso alla porta della sua camera d'albergo.
Mi apre. Noi due. Soli, di nuovo.

Prendo il suo cell. Lo appoggio alla testiera del letto. Faccio partire la registrazione.

Lei è vestita da schoolgirl. Vestitino bianco con gonnellina blu a pieghe. Io nudo.
Me lo succhia. Geme. Le prendo la testa, la spingo mentre lo prende in bocca.

Le sfilo il vestito. Ora è nuda anche lei. Il suo corpo, minuto. Senza forme. Lei, leggera, maneggevole, disponibile, vogliosa.
Sembra di scoparmi una 18enne alla prima esperienza. Con la fica ancora sanguinante, dal giorno prima. Ma ne vuole ancora. Vagina thailandese, pisello italiano.

Lei sa che sono sposato. Nonostante ciò, si è fatta un volo da sola da Bangkok a qui per scopare con me.

Le succhio i capezzoli. Sono due chiodi, duri. Scuri. Gode, geme, urla. Non crede a ciò che le sta accadendo.... La sollevo.

Le strofino la punta sulle labbra bagnate della sua vagina. Indosso il preservativo.

La faccio sdraiare. Osservo l'inquadratura, si vedono solo i suoi piedi e il mio sedere che la stantuffa.

E urla, ad ogni colpo, a voce sempre più alta. E urla, e urla, forse ha un orgasmo?
Non riesco a distinguere.

Mi sa che siamo sudati. Mi fermo. Vorrei durare ancora un po', ma sono al limite.

Riprendo. Stantuffo. Trapano. Martello pneumatico... vagina in fiamme. Sudati. Urla. Orgasmo. Piacere... esplosione. Sperma.

Godiamo

Stacco tutto.

Siamo solo al secondo giorno.
Sempre meglio questo racconto appassionante. Lei deve essere comunque una forza ....
 
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