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Ciao a tutti, questa volta vi parlo di una mia esperienza reale di un paio d'anni fa.
Vi parlo di Marco, il mio migliore amico da sempre. Lui è innamorato di me e non ha mai nascosto i suoi sentimenti. Io ho sempre apprezzato la sua sincerità e la nostra amicizia mi sta davvero a cuore, ma vi devo dire che in quel momento ero fidanzata e, tra l'altro, le cose andavano bene.
Marco è un ragazzo fantastico, lo amo come un fratello, ma romanticamente parlando? Non mi ha mai attratta abbastanza per desiderarlo davvero. Ci siamo trovati a parlare di nuovo in macchina mentre tornavo a casa dopo una serata fuori con amici comuni. Come al solito, prima di rientrare ci siamo fermati a chiacchierare un po'. Dopo qualche minuto, Marco ha iniziato col suo discorso su come mi ama, che non può vivere senza di me e che farebbe qualsiasi cosa per stare con me. Mi sono commossa dalla sua sincerità, lo ammetto.
Si è messo a piangere, e io, spinta da una tenerezza immensa, l'ho abbracciato forte. Dopo un po', ci siamo allontanati e lui ha ricominciato a singhiozzare, chiedendomi un piccolo favore: ha tirato fuori il pene e mi ha detto con voce tremante: "Vane, ti prego, accarezzalo dolcemente. Solo una piccola carezza, per favore."
Ero scioccata, non sapevo cosa dire o fare. Nonostante tutto l'amore che gli porgevo, la richiesta era così inaspettata. Ma guardandolo piangere così disperatamente, ho capito che doveva essere davvero importante per lui. Così, con il cuore pesante e un misto di compassione e disagio, ho acconsentito.
Non mi aveva mai attratta fisicamente, ma in quel momento lo stavo facendo per lui, per dimostrargli quanto gli volessi bene. Il pensiero che non avevo mai desiderato davvero Marco mi faceva sentire ancora più in colpa, ma ho cercato di mettere da parte i miei sentimenti e concentrarmi su di lui.
Ho avvicinato lentamente la mano verso il suo pene, guardandolo con attenzione. Non era di grosse dimensioni, anzi, direi che era piuttosto piccolo: corto e stretto, non scappellava neanche interamente. Tra me e me, pensavo che oltre a non piacermi lui, nemmeno aveva un bel cazzo!
Avvicinai la mia mano con esitazione, il cuore ancora in tumulto per l'emozione del momento. Cominciai ad accarezzarlo dolcemente, lentamente, senza mai staccare lo sguardo da quel piccolo membro. Marco mi ringraziò tra le lacrime, e io non sapevo cosa dire o fare. Non sapevo se continuare o meno, ma alla fine gli chiesi: "Va bene così? Basta?"
"Ancora un po' per favore," sussurrò lui con voce rotta dall'emozione. "Afferralo..."
Così feci. Lo afferrai delicatamente e iniziai a fare dei movimenti lenti su e giù. Era talmente piccolo che una volta afferrato spariva quasi nella mia mano, si vedeva a malapena la cappella ancora coperta. Dopo una decina di movimenti, Marco lanciò un gemito soffocato ed i fiotti di sperma saltarono fuori, forti e abbondanti. Piccolo ma potente pensai tra me e me con un sorriso ironico. Uno degli schizzi mi colpì la maglietta sporcandola, mentre il resto finì tutto sulle mie mani.
Marco si ricompose un attimo dopo e mi chiese scusa con aria iper imbarazzata. Prese delle salviette dal cruscotto e me le porse. Guardai lo sperma caldo sulla mia mano, ammettendo che la tentazione di assaggiarlo c'era stata. Ma preferii non farlo. Così ripulii il tutto con cura, cercando di far andar via la macchia sulla maglietta.
Cala un silenzio imbarazzante nell'auto, solo l'odore intenso e persistente di sperma a ricordarmi cosa era appena successo. Nonostante il mio tentativo di mantenere le distanze, sentivo il calore del suo corpo accanto al mio e mi eccitava. Gli dissi: "Beh...?" e lui rispose con voce debole: "Beh nulla, grazie Vane e scusami non avrei dovuto farlo."
Lo tranquillizzai dandogli un abbraccio forte e un bacio sulla guancia. "Ci vediamo domani?"
Ancora oggi mi chiedo che sapore avesse quello sperma.
Vi parlo di Marco, il mio migliore amico da sempre. Lui è innamorato di me e non ha mai nascosto i suoi sentimenti. Io ho sempre apprezzato la sua sincerità e la nostra amicizia mi sta davvero a cuore, ma vi devo dire che in quel momento ero fidanzata e, tra l'altro, le cose andavano bene.
Marco è un ragazzo fantastico, lo amo come un fratello, ma romanticamente parlando? Non mi ha mai attratta abbastanza per desiderarlo davvero. Ci siamo trovati a parlare di nuovo in macchina mentre tornavo a casa dopo una serata fuori con amici comuni. Come al solito, prima di rientrare ci siamo fermati a chiacchierare un po'. Dopo qualche minuto, Marco ha iniziato col suo discorso su come mi ama, che non può vivere senza di me e che farebbe qualsiasi cosa per stare con me. Mi sono commossa dalla sua sincerità, lo ammetto.
Si è messo a piangere, e io, spinta da una tenerezza immensa, l'ho abbracciato forte. Dopo un po', ci siamo allontanati e lui ha ricominciato a singhiozzare, chiedendomi un piccolo favore: ha tirato fuori il pene e mi ha detto con voce tremante: "Vane, ti prego, accarezzalo dolcemente. Solo una piccola carezza, per favore."
Ero scioccata, non sapevo cosa dire o fare. Nonostante tutto l'amore che gli porgevo, la richiesta era così inaspettata. Ma guardandolo piangere così disperatamente, ho capito che doveva essere davvero importante per lui. Così, con il cuore pesante e un misto di compassione e disagio, ho acconsentito.
Non mi aveva mai attratta fisicamente, ma in quel momento lo stavo facendo per lui, per dimostrargli quanto gli volessi bene. Il pensiero che non avevo mai desiderato davvero Marco mi faceva sentire ancora più in colpa, ma ho cercato di mettere da parte i miei sentimenti e concentrarmi su di lui.
Ho avvicinato lentamente la mano verso il suo pene, guardandolo con attenzione. Non era di grosse dimensioni, anzi, direi che era piuttosto piccolo: corto e stretto, non scappellava neanche interamente. Tra me e me, pensavo che oltre a non piacermi lui, nemmeno aveva un bel cazzo!
Avvicinai la mia mano con esitazione, il cuore ancora in tumulto per l'emozione del momento. Cominciai ad accarezzarlo dolcemente, lentamente, senza mai staccare lo sguardo da quel piccolo membro. Marco mi ringraziò tra le lacrime, e io non sapevo cosa dire o fare. Non sapevo se continuare o meno, ma alla fine gli chiesi: "Va bene così? Basta?"
"Ancora un po' per favore," sussurrò lui con voce rotta dall'emozione. "Afferralo..."
Così feci. Lo afferrai delicatamente e iniziai a fare dei movimenti lenti su e giù. Era talmente piccolo che una volta afferrato spariva quasi nella mia mano, si vedeva a malapena la cappella ancora coperta. Dopo una decina di movimenti, Marco lanciò un gemito soffocato ed i fiotti di sperma saltarono fuori, forti e abbondanti. Piccolo ma potente pensai tra me e me con un sorriso ironico. Uno degli schizzi mi colpì la maglietta sporcandola, mentre il resto finì tutto sulle mie mani.
Marco si ricompose un attimo dopo e mi chiese scusa con aria iper imbarazzata. Prese delle salviette dal cruscotto e me le porse. Guardai lo sperma caldo sulla mia mano, ammettendo che la tentazione di assaggiarlo c'era stata. Ma preferii non farlo. Così ripulii il tutto con cura, cercando di far andar via la macchia sulla maglietta.
Cala un silenzio imbarazzante nell'auto, solo l'odore intenso e persistente di sperma a ricordarmi cosa era appena successo. Nonostante il mio tentativo di mantenere le distanze, sentivo il calore del suo corpo accanto al mio e mi eccitava. Gli dissi: "Beh...?" e lui rispose con voce debole: "Beh nulla, grazie Vane e scusami non avrei dovuto farlo."
Lo tranquillizzai dandogli un abbraccio forte e un bacio sulla guancia. "Ci vediamo domani?"
Ancora oggi mi chiedo che sapore avesse quello sperma.