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Qualche mese fa abbiamo fatto ristrutturare la casa che mia moglie ha ereditato da sua zia. La casa ha richiesto un bel po’ di lavori, abbiamo quindi assunto una ditta locale che si occupa appunto di ristrutturazioni. La ditta è piccola, sono il titolare e un suo dipendente, entrambi sulla trentina.
Mia moglie Manuela dirigeva i lavori (lo fa come lavoro quotidiano), quindi andava tutti i giorni in collina (dove si trovava la casa) e discuteva con Simone, il titolare della ditta, dei lavori da fare e per controllare i progressi.
Ogni tanto ci andavo anche io, ma era solo per curiosare e vedere come i muratori stessero progredendo nei lavori, non osavo intromettermi nelle idee di mia moglie su come dovesse essere il risultato finale.
I lavori erano partiti quasi da due settimane e una sera a letto Manuela mi confessa “Oggi Marco, il dipendente di Simone, mi ha fischiato mentre passavo”, ho staccato gli occhi dal libro e l’ho guardata. Lei mi osservava divertita. Io le risposi “Beh, ha gli occhi anche lui!” e lei mi risponde “Ma ha 10 anni meno di me“. Io feci spallucce come a dire “e allora?” e lei “Ma un po’ di gelosia no?” ed io le risposi “amore, lo sai che non sono geloso. Senti che ti abbia mancato di rispetto? Ci devo parlare?” e lei mi disse “no, no amore, sono abituata, vado nei cantieri tutti i giorni. Figurati se mi arrabbio se mi fischiano. Un paio di volte mi hanno anche dato una pacca sul culo”.
Io allora chiusi il libro perché la conversazione era MOLTO più interessante. Le chiesi “E quando è successo l’ultima volta, di grazia?”. Lei fece il suo sguardo da cerbiatta che sapeva mi avrebbe fatto ingoiare qualsiasi birichinata e mi disse “Oggi”. Rimasi 5 secondi in silenzio fissandola, poi le dissi “Chi?” e lei “sempre Marco” sul viso ancora lo sguardo da cerbiatta. Io rimasi in silenzio mentre pensavo a Marco che le toccava il culo e l’erezione partì, il pensiero che qualcuno avesse toccato il culo di mia moglie avrebbe dovuto farmi incazzare, eppure me lo stavo rivivendo nella mente in mille modi diversi… e ognuno di questi mi eccitava.
Lei allora mi disse “Amore, tutto ok?” e io “sei abituata a farti toccare il culo?” poi cercai di sondare i suoi sentimenti “e non ti dà fastidio?” e lei “come ti ho detto ci sono abituata, sono muratori, la maggior parte di loro ha un testosterone impazzito e modi da cavernicolo”.
Io allora cercai di andare oltre “Vedo che non ti dispiace allora il trattamento” e lei “beh, mi conosci, sono donna e mi piacciono le attenzioni degli uomini e finché si limitano ai complimenti io li accetto volentieri. Se vanno oltre so come metterli in riga.”. Io annuii continuando a fissarla. Lei allungò la mano sinistra e mi strinse il cazzo in erezione poi mi guardò divertita e mi disse “lo sapevo, adesso me lo dai perché è da oggi pomeriggio che ne sento il bisogno”. La presi con forza a pecorina e lei godette come quando lo facevamo le prime volte. Mentre la scopavo le dissi “Pensa se fossi Marco adesso, che ti sta scopando sul cantiere” lei non rispose, ma dopo pochi secondi venne urlando. Io continuai a stantuffarla a dovere, le strinsi la gola senza farle male, ma per essere certo che arrivasse un po’ meno ossigeno al cervello e le dissi ancora “Sono Marco troia, prendi questo cazzo e godi di nuovo”. Pochi secondi e Manuela esplose di nuovo piacere, con un orgasmo potente e lungo. Io venni dentro di lei, non resistetti al piacere di quella visione e della fantasia che Marco fosse dentro di lei.
Il giorno dopo arrivai sul cantiere appena dopo il tramonto e mi appostai dietro una siepe cercando di capire cosa succedesse quando non ci sono. In casa c’erano Manuela che probabilmente era appena arrivata dall’ufficio e Marco. Non vedevo Simone da nessuna parte. Li stavo osservando. Marco stava rifacendo lo stucco fine a una parete in una delle stanze e Manuela dietro di lui a guardarlo mentre lavorava. Stavano parlando, ma non sentivo cosa dicessero. Osservavo il ragazzo, alto, robusto, anche un bel viso oserei dire. Arrivarono le 19 e Marco stava pulendo l’attrezzatura, non sembrava sarebbe successo niente quella sera. Mi allontanai e corsi a casa ad aspettare mia moglie, la quale arrivò non più tardi di 10 minuti dopo di me.
Il giorno dopo feci lo stesso… speravo di poter assistere a un’altra pacca sul culo di mia moglie, almeno avrei avuto ricordi vividi a cui ripensare mentre mi sarei segato da solo. Mi apposto di nuovo dietro la stessa siepe fuori dallo stesso finestrone. Fuori era già buio e dentro le luci erano accese. Ne approfitto per avvicinarmi un po’, il buio totale fuori mi avrebbe permesso di non essere visto.
Anche stasera Simone non c’era. Non vedevo nemmeno Manuela, ma a un certo punto la vedo entrare nella stanza. Parla con Marco e si scambiano opinioni, lui la contraddice, mi pare di capire che la resa del prodotto che lei vorrebbe usare non convince il ragazzo e quindi sta ribattendo. Lei gli dà dell’incompetente e lui se la prende a male e le dice che forse è meglio se lo lascia lavorare in pace. Lei controbatte e inizia una discussione animata. Lui allora smette di stuccare il muro e si avvicina a una bacinella con dell’acqua dentro, si lava le mani e le asciuga. Lei sta ancora parlando e lui le si mette davanti a pochi centimetri da lei e ride. Lei gli chiede che cosa ha da ridere, ma ride anche lei. Sembra ci sia attrazione, ma non succede altro che parole tra loro dette a pochi centimetri l’una dall’altro. I loro nasi sono a meno di dieci centimetri, lui ride e si avvicina, lei ride e non arretra. Lui allora le dice “Quindi io sarei incompetente?” e lei annuisce, ma sempre sorridendo, allora lui le dice “Tuo marito non ti sculaccia abbastanza” e lei gli risponde “quindi pensi di poterlo fare tu?”. Lui fu rapido, con un braccio fece cadere a terra tutto il contenuto del tavolino che i due muratori utilizzavano come appoggio per i materiali, prese mia moglie per un polso e la piegò in avanti in modo che il busto di mia moglie fosse appoggiato completamente sul tavolo e i suoi piedi toccassero terra e il suo bel culo rotondo e sodo fosse esposto. Lei iniziò a protestare, diceva “Ma che fai? Sei impazzito?”, ma lui fu ancora più rapido. Le mollò uno schiaffo sul culo. Io sgranai gli occhi e stavo per intervenire, ma un pensiero perverso mi trattenne. Lui le assestò due nuovi sculaccioni ben piazzati. Lei si lamentava e si dibatteva, ma lui la tratteneva salda sul tavolo tenendole entrambi i polsi dietro la schiena con una mano. Lui allora con la mano libera tirò l’elastico dei leggins di mia moglie e tirò giù con forza scoprendole le natiche appena arrossate. LE sue mutandine rosse spiccavano sul colorito roseo del culo di mia moglie. Lei rimase in silenzio, muoveva la testa nel tentativo di guardarlo, ma ci riusciva. Lui riprese a sculacciarla, prima su una natica, poi sull’altra con colpi ben assestati e sonori. Lei ogni tanto lanciava un “hai, mi fai male”, ma dopo pochi sculaccioni aveva smesso di dimenarsi. Lui allora le liberò le mani, ma lei non si mosse. Ancora due sculacciate e lei rimase in silenzio. Lui le disse “sono un incompetente allora?” lei annuii con forza. Lui allora disse “capisco”, le tirò giù anche le mutandine e iniziò ad accarezzarle la fica e le disse dopo un attimo “interessante, se sapevo che ti piaceva essere sculacciata lo avrei fatto prima”, lei rispose “non lo sapevo che mi piacesse”. Lui massaggiò bene la fica di mia moglie e lei chiudendo gli occhi mugolava di piacere. La mano di lui fu rapida e in un secondo passò dal massaggiare la fica di Manuela ad un altro sculaccione. Lei sobbalzò, ma le era chiaramente piaciuto.
Lui tornò a massaggiarle la fica e poi di nuovo uno sculaccione. In quel momento arrivò una macchina nel viottolo di casa. Io mi nascosi mentre vedevo dentro Manuela che si ricomponeva e Marco che ricominciava a lavorare. Entrò Simone dopo meno di un minuto. Io avevo parcheggiato la macchina lontano, quindi nessuno si accorse della mia presenza.
Dopo un paio d’ore tornò mia moglie e mi saltò al collo e mi disse “ho bisogno di cazzo”. Io ce lo avevo già duro, quindi la misi a pecorina sul divano, le tirai giù leggins e mutandine con una sola strattonata. Le natiche ancora rosse e la sua fica grondava di umori. Sicuramente nelle ultime due ore avrà pendsato a Marco e adesso reclamava il suo orgasmo. Stavo pensando che se non fosse arrivato Simone il cazzo lo avrebbe preso sicuramente da lui e non da me. Venne immediatamente, con tre colpi stava già urlando. La feci venire altre 4 volte (ovviamente appena tornato a casa mi ero segato pensando alla scena vista poco prima).
Il giorno dopo tornai di nuovo al cantiere, ma c’era Simone, e il rapporto fra i due era solo professionale, ma quello che cercavo avvenne solo tre giorni dopo (nel mezzo ci fu il week-end).
Era lunedì pomeriggio era già buio e attesi di vedere la macchina di Simone allontanarsi dal cantiere, quindi mi avviai a piedi verso la casa. Questa volta li trovai in cucina. Lei lo guardava e lui stava stendendo le piastrelle sul pavimento della stanza. Lei gli disse con tono scherzoso “Sei un incompetente”. Lui smise di lavorare e la guardò ridendo. Non disse nulla, si pulì le mani, la prese per un polso e la riportò allo stesso tavolino. Lei si fece gettare di nuovo china sul piano di legno e lui le tirò su la gonna del vestito mostrando una bellissima mutandina di pizzo.
Lui rise famelico e tirò giù le mutandine che caddero alle caviglie di mia moglie. Iniziò a sculacciare mia moglie e lei gemette piano, quasi con grazia. Lui la sculacciava ancora. Ogni tanto alternava con brevi massaggi e lui le disse “cazzo quanto sei bagnata” e lei “colpa tua”. Lei si inginocchiò e iniziò a leccare mia moglie aprendole bene le natiche arrossate con le mani. Lei gemette di piacere mentre la lingua di lui le esplorava fica e ano. Dopo circa cinque minuti lei le disse “sei un incompetente” e lui “vuoi buscarne ancora?” e lei disse “sì”. Lui allora si alzò e iniziò a picchiare forte sul culo di mia moglie facendoglielo diventare sempre più rosso. Lei godeva nel ricevere ogni singolo colpo.
Ad un certo punto lei gli disse “basta, inizia a fare male”, lui allontanò la mano e vidi il culo di mia moglie di un rosso davvero preoccupante. Lui le passò un dito su una natica e lei gli disse “fermo, adesso fa male se lo tocchi”. Lui allora iniziò a massaggiarle la fica e lei perse ogni controllo. Godeva forte mentre lui le esplorava l’interno della fica con due dita, poi lei gli disse chiaramente “mettici qualcosa di più lungo”. Lui si sbottonò i pantaloni, tirò fuori il suo cazzo e lo infilò dentro mia moglie. Li urla avrebbero potuto sentirsi a decine di metri, se solo non fosse stata una villetta con giardino intorno, i vicini avrebbero potuto preoccuparsi di questa donna che gridava forte il suo piacere.
Manuela venne più volte mentre chiedeva a lui “ancora… ancora…. ancora”. Lui venne dentro di lei, poi si ricomposero e prima di tornare a fare quello che facevano prima lui le chiese “Sono ancora un incompetente?” e lei ridendo gli rispose “Dipende da cosa stai facendo” e si allontanò entrando in un’altra stanza. Dopo un po’ lei rientrò nella stessa stanza dove si trovava Marco e lui le chiese “Hai messo apposta la gonna oggi? Come facevi a sapere che ti avrei presa quando Simone se ne fosse andato” e lei gli rispose “Sei proprio un uomo, non ti sei accorto che metto la gonna per venire qui già da qualche giorno” lui sorrise e tornò al suo lavoro. A me esplodeva il cazzo e mi segai sul posto, poi andai a casa per aspettare mia moglie.
Mia moglie Manuela dirigeva i lavori (lo fa come lavoro quotidiano), quindi andava tutti i giorni in collina (dove si trovava la casa) e discuteva con Simone, il titolare della ditta, dei lavori da fare e per controllare i progressi.
Ogni tanto ci andavo anche io, ma era solo per curiosare e vedere come i muratori stessero progredendo nei lavori, non osavo intromettermi nelle idee di mia moglie su come dovesse essere il risultato finale.
I lavori erano partiti quasi da due settimane e una sera a letto Manuela mi confessa “Oggi Marco, il dipendente di Simone, mi ha fischiato mentre passavo”, ho staccato gli occhi dal libro e l’ho guardata. Lei mi osservava divertita. Io le risposi “Beh, ha gli occhi anche lui!” e lei mi risponde “Ma ha 10 anni meno di me“. Io feci spallucce come a dire “e allora?” e lei “Ma un po’ di gelosia no?” ed io le risposi “amore, lo sai che non sono geloso. Senti che ti abbia mancato di rispetto? Ci devo parlare?” e lei mi disse “no, no amore, sono abituata, vado nei cantieri tutti i giorni. Figurati se mi arrabbio se mi fischiano. Un paio di volte mi hanno anche dato una pacca sul culo”.
Io allora chiusi il libro perché la conversazione era MOLTO più interessante. Le chiesi “E quando è successo l’ultima volta, di grazia?”. Lei fece il suo sguardo da cerbiatta che sapeva mi avrebbe fatto ingoiare qualsiasi birichinata e mi disse “Oggi”. Rimasi 5 secondi in silenzio fissandola, poi le dissi “Chi?” e lei “sempre Marco” sul viso ancora lo sguardo da cerbiatta. Io rimasi in silenzio mentre pensavo a Marco che le toccava il culo e l’erezione partì, il pensiero che qualcuno avesse toccato il culo di mia moglie avrebbe dovuto farmi incazzare, eppure me lo stavo rivivendo nella mente in mille modi diversi… e ognuno di questi mi eccitava.
Lei allora mi disse “Amore, tutto ok?” e io “sei abituata a farti toccare il culo?” poi cercai di sondare i suoi sentimenti “e non ti dà fastidio?” e lei “come ti ho detto ci sono abituata, sono muratori, la maggior parte di loro ha un testosterone impazzito e modi da cavernicolo”.
Io allora cercai di andare oltre “Vedo che non ti dispiace allora il trattamento” e lei “beh, mi conosci, sono donna e mi piacciono le attenzioni degli uomini e finché si limitano ai complimenti io li accetto volentieri. Se vanno oltre so come metterli in riga.”. Io annuii continuando a fissarla. Lei allungò la mano sinistra e mi strinse il cazzo in erezione poi mi guardò divertita e mi disse “lo sapevo, adesso me lo dai perché è da oggi pomeriggio che ne sento il bisogno”. La presi con forza a pecorina e lei godette come quando lo facevamo le prime volte. Mentre la scopavo le dissi “Pensa se fossi Marco adesso, che ti sta scopando sul cantiere” lei non rispose, ma dopo pochi secondi venne urlando. Io continuai a stantuffarla a dovere, le strinsi la gola senza farle male, ma per essere certo che arrivasse un po’ meno ossigeno al cervello e le dissi ancora “Sono Marco troia, prendi questo cazzo e godi di nuovo”. Pochi secondi e Manuela esplose di nuovo piacere, con un orgasmo potente e lungo. Io venni dentro di lei, non resistetti al piacere di quella visione e della fantasia che Marco fosse dentro di lei.
Il giorno dopo arrivai sul cantiere appena dopo il tramonto e mi appostai dietro una siepe cercando di capire cosa succedesse quando non ci sono. In casa c’erano Manuela che probabilmente era appena arrivata dall’ufficio e Marco. Non vedevo Simone da nessuna parte. Li stavo osservando. Marco stava rifacendo lo stucco fine a una parete in una delle stanze e Manuela dietro di lui a guardarlo mentre lavorava. Stavano parlando, ma non sentivo cosa dicessero. Osservavo il ragazzo, alto, robusto, anche un bel viso oserei dire. Arrivarono le 19 e Marco stava pulendo l’attrezzatura, non sembrava sarebbe successo niente quella sera. Mi allontanai e corsi a casa ad aspettare mia moglie, la quale arrivò non più tardi di 10 minuti dopo di me.
Il giorno dopo feci lo stesso… speravo di poter assistere a un’altra pacca sul culo di mia moglie, almeno avrei avuto ricordi vividi a cui ripensare mentre mi sarei segato da solo. Mi apposto di nuovo dietro la stessa siepe fuori dallo stesso finestrone. Fuori era già buio e dentro le luci erano accese. Ne approfitto per avvicinarmi un po’, il buio totale fuori mi avrebbe permesso di non essere visto.
Anche stasera Simone non c’era. Non vedevo nemmeno Manuela, ma a un certo punto la vedo entrare nella stanza. Parla con Marco e si scambiano opinioni, lui la contraddice, mi pare di capire che la resa del prodotto che lei vorrebbe usare non convince il ragazzo e quindi sta ribattendo. Lei gli dà dell’incompetente e lui se la prende a male e le dice che forse è meglio se lo lascia lavorare in pace. Lei controbatte e inizia una discussione animata. Lui allora smette di stuccare il muro e si avvicina a una bacinella con dell’acqua dentro, si lava le mani e le asciuga. Lei sta ancora parlando e lui le si mette davanti a pochi centimetri da lei e ride. Lei gli chiede che cosa ha da ridere, ma ride anche lei. Sembra ci sia attrazione, ma non succede altro che parole tra loro dette a pochi centimetri l’una dall’altro. I loro nasi sono a meno di dieci centimetri, lui ride e si avvicina, lei ride e non arretra. Lui allora le dice “Quindi io sarei incompetente?” e lei annuisce, ma sempre sorridendo, allora lui le dice “Tuo marito non ti sculaccia abbastanza” e lei gli risponde “quindi pensi di poterlo fare tu?”. Lui fu rapido, con un braccio fece cadere a terra tutto il contenuto del tavolino che i due muratori utilizzavano come appoggio per i materiali, prese mia moglie per un polso e la piegò in avanti in modo che il busto di mia moglie fosse appoggiato completamente sul tavolo e i suoi piedi toccassero terra e il suo bel culo rotondo e sodo fosse esposto. Lei iniziò a protestare, diceva “Ma che fai? Sei impazzito?”, ma lui fu ancora più rapido. Le mollò uno schiaffo sul culo. Io sgranai gli occhi e stavo per intervenire, ma un pensiero perverso mi trattenne. Lui le assestò due nuovi sculaccioni ben piazzati. Lei si lamentava e si dibatteva, ma lui la tratteneva salda sul tavolo tenendole entrambi i polsi dietro la schiena con una mano. Lui allora con la mano libera tirò l’elastico dei leggins di mia moglie e tirò giù con forza scoprendole le natiche appena arrossate. LE sue mutandine rosse spiccavano sul colorito roseo del culo di mia moglie. Lei rimase in silenzio, muoveva la testa nel tentativo di guardarlo, ma ci riusciva. Lui riprese a sculacciarla, prima su una natica, poi sull’altra con colpi ben assestati e sonori. Lei ogni tanto lanciava un “hai, mi fai male”, ma dopo pochi sculaccioni aveva smesso di dimenarsi. Lui allora le liberò le mani, ma lei non si mosse. Ancora due sculacciate e lei rimase in silenzio. Lui le disse “sono un incompetente allora?” lei annuii con forza. Lui allora disse “capisco”, le tirò giù anche le mutandine e iniziò ad accarezzarle la fica e le disse dopo un attimo “interessante, se sapevo che ti piaceva essere sculacciata lo avrei fatto prima”, lei rispose “non lo sapevo che mi piacesse”. Lui massaggiò bene la fica di mia moglie e lei chiudendo gli occhi mugolava di piacere. La mano di lui fu rapida e in un secondo passò dal massaggiare la fica di Manuela ad un altro sculaccione. Lei sobbalzò, ma le era chiaramente piaciuto.
Lui tornò a massaggiarle la fica e poi di nuovo uno sculaccione. In quel momento arrivò una macchina nel viottolo di casa. Io mi nascosi mentre vedevo dentro Manuela che si ricomponeva e Marco che ricominciava a lavorare. Entrò Simone dopo meno di un minuto. Io avevo parcheggiato la macchina lontano, quindi nessuno si accorse della mia presenza.
Dopo un paio d’ore tornò mia moglie e mi saltò al collo e mi disse “ho bisogno di cazzo”. Io ce lo avevo già duro, quindi la misi a pecorina sul divano, le tirai giù leggins e mutandine con una sola strattonata. Le natiche ancora rosse e la sua fica grondava di umori. Sicuramente nelle ultime due ore avrà pendsato a Marco e adesso reclamava il suo orgasmo. Stavo pensando che se non fosse arrivato Simone il cazzo lo avrebbe preso sicuramente da lui e non da me. Venne immediatamente, con tre colpi stava già urlando. La feci venire altre 4 volte (ovviamente appena tornato a casa mi ero segato pensando alla scena vista poco prima).
Il giorno dopo tornai di nuovo al cantiere, ma c’era Simone, e il rapporto fra i due era solo professionale, ma quello che cercavo avvenne solo tre giorni dopo (nel mezzo ci fu il week-end).
Era lunedì pomeriggio era già buio e attesi di vedere la macchina di Simone allontanarsi dal cantiere, quindi mi avviai a piedi verso la casa. Questa volta li trovai in cucina. Lei lo guardava e lui stava stendendo le piastrelle sul pavimento della stanza. Lei gli disse con tono scherzoso “Sei un incompetente”. Lui smise di lavorare e la guardò ridendo. Non disse nulla, si pulì le mani, la prese per un polso e la riportò allo stesso tavolino. Lei si fece gettare di nuovo china sul piano di legno e lui le tirò su la gonna del vestito mostrando una bellissima mutandina di pizzo.
Lui rise famelico e tirò giù le mutandine che caddero alle caviglie di mia moglie. Iniziò a sculacciare mia moglie e lei gemette piano, quasi con grazia. Lui la sculacciava ancora. Ogni tanto alternava con brevi massaggi e lui le disse “cazzo quanto sei bagnata” e lei “colpa tua”. Lei si inginocchiò e iniziò a leccare mia moglie aprendole bene le natiche arrossate con le mani. Lei gemette di piacere mentre la lingua di lui le esplorava fica e ano. Dopo circa cinque minuti lei le disse “sei un incompetente” e lui “vuoi buscarne ancora?” e lei disse “sì”. Lui allora si alzò e iniziò a picchiare forte sul culo di mia moglie facendoglielo diventare sempre più rosso. Lei godeva nel ricevere ogni singolo colpo.
Ad un certo punto lei gli disse “basta, inizia a fare male”, lui allontanò la mano e vidi il culo di mia moglie di un rosso davvero preoccupante. Lui le passò un dito su una natica e lei gli disse “fermo, adesso fa male se lo tocchi”. Lui allora iniziò a massaggiarle la fica e lei perse ogni controllo. Godeva forte mentre lui le esplorava l’interno della fica con due dita, poi lei gli disse chiaramente “mettici qualcosa di più lungo”. Lui si sbottonò i pantaloni, tirò fuori il suo cazzo e lo infilò dentro mia moglie. Li urla avrebbero potuto sentirsi a decine di metri, se solo non fosse stata una villetta con giardino intorno, i vicini avrebbero potuto preoccuparsi di questa donna che gridava forte il suo piacere.
Manuela venne più volte mentre chiedeva a lui “ancora… ancora…. ancora”. Lui venne dentro di lei, poi si ricomposero e prima di tornare a fare quello che facevano prima lui le chiese “Sono ancora un incompetente?” e lei ridendo gli rispose “Dipende da cosa stai facendo” e si allontanò entrando in un’altra stanza. Dopo un po’ lei rientrò nella stessa stanza dove si trovava Marco e lui le chiese “Hai messo apposta la gonna oggi? Come facevi a sapere che ti avrei presa quando Simone se ne fosse andato” e lei gli rispose “Sei proprio un uomo, non ti sei accorto che metto la gonna per venire qui già da qualche giorno” lui sorrise e tornò al suo lavoro. A me esplodeva il cazzo e mi segai sul posto, poi andai a casa per aspettare mia moglie.