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Capitolo 1: Bar Mario
Racconti Erotici
Il ripetente (Covid, politica, calcio e tanti culi rotti...) - Storia lunga
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<blockquote data-quote="patrulla" data-source="post: 20306444" data-attributes="member: 293014"><p><strong>Trentaquattresima parte - Gli zingari</strong> (non leggete se siete suscettibili)</p><p></p><p>Anche se nella nostra città durante la prima ondata i casi Covid non sono stati molti, la poca attenzione degli ospiti dell’hotel portò alla nascita di un focolaio tra i presenti. Chi prima e chi dopo tutti si scoprirono positivi, anche se fortunatamente con sintomi molto lievi: febbriciattola e un po’ di tosse e mal di testa.</p><p></p><p>Con ogni probabilità chi ha portato il Covid lì dentro aveva una bassa carica virale, ma quella esperienza cambiò la convinzione di Mario: non moriremo più tutti ma ci stanno fregando tutti, in entrambi i casi siamo spacciati e quindi meglio spassarsela ora.</p><p></p><p>Il problema è che passarono oltre un mese rinchiusi e isolati prima che tutti si negativizzassero. In quel periodo però seguirono il consiglio di Orso, che gli fece creare una società e che gli convinse di immettere liquidità a una azienda che voleva riconvertire la sua produzione in dispositivi sanitari: raddoppiarono l’investimento e poi vendettero bene le quote al momento giusto, ma soprattutto con un giro di scatole cinesi ripulirono un bel poò di soldi e si crearono una nuova posizione sociale.</p><p></p><p>Adrian gli disse che come fossero tutti negativi aveva pronte quattro sventole incredibili, che avrebbero preso 5mila a testa però senza anal. Soddisfatti dall’attivismo del ragazzo e insoddisfatti dagli scarsi risultati di Marta e gli altri reclutatori, gli affidarono le redini dei contatti comprese quelle persone in difficoltà con la banca di Orso.</p><p></p><p>Ci trovavamo quasi a Pasqua e da lì a breve sarebbero venute meno alcune restrizioni, con il ritorno alla circolazione anche se con molte restrizioni. Prima di allora però gli zingari non erano stati a guardare dal punto di vista sessuale.</p><p></p><p>Ora per diversi capitoli vi andrò a raccontare cosa combinarono Adrian, il cugino Igor e altri due zingari che già avevano preso parte ad alcune serate: Tomas (scuro di carnagione come Igor, piccolo ma iper palestrato con un cazzo non molto lungo ma largo) e Antony (più alto e carino, molto muscoloso ed ex pugile con un cazzo simile invece a quello di Adrian abbastanza lungo e di larghezza normale).</p><p></p><p>Risolsero i problemi del traffico di droga trasportando i panetti in alcuni furgoni di generi alimentari, così riuscivano a spostarsi anche travestiti da rider utilizzando una loro pizzeria che da anni era una copertura per riciclare un po’ di soldi.</p><p></p><p>I discorsi di Mario avevano influenzato anche loro, oltre alla voglia di scopare il più possibile che avevano e al sostanziale menefreghismo per ogni regola e rispetto delle persone: a differenza di molti altri parenti, i tanti soldi che avevano volevano spenderli e non solo in oro o altri oggetti preziosi.</p><p></p><p>Volevano solo divertirsi, sempre strafatti di coca e ubriachi oppure sotto effetto della G della quale ormai avevano l’esclusiva dei contatti di Leo. Oltre al traffico di droga, i soldi li facevano soprattutto con l’usura e se qualcuno non pagava… sapevano come convincerli.</p><p></p><p>Prima del contatto di Adrian con Mario, oltre all’esperienza del ragazzo con la mia ragazza e Giada i quattro si erano sfogati soprattutto con una vicina, che è stata letteralmente abusata anche se forse il termine è riduttivo.</p><p></p><p>A differenza del resto della famiglia che viveva in una sorta di fortino fuori città, i quattro vivevano in due appartamenti in un palazzone popolare da dove riuscivano a seguire meglio le loro attività illecite. Nel loro pianerottolo viveva una coppia sposata da qualche anno nonostante i due non fossero proprio giovanissimi: Gioele è sui 55 anni ha perso il lavoro alcuni mesi prima del Covid, piccolo e tarchiato con i capelli a spazzola, è un tipo molto sempliciotto che ha accettato di fare da “deposito” in casa sua per gli zingari per tirare su qualche soldo.</p><p></p><p>La moglie Viola, a conoscenza della cosa, ha 43 anni e fa la catechista oltre a dare ripetizioni a domicilio. Non molto bella o appariscente: di media statura e di corporatura magra, ha un sedere abbondante e zero seno, con i capelli a caschetto mori e ricci e gli occhiali che nascondono un naso irregolare.</p><p></p><p>Poco dopo l’inizio del Conidi quattro in preda ai fumi dell’alcool decisero di bussare alla coppia autoinvitandosi a cena. Imbarazzati i coniugi accettarono e non passò molto che i quattro iniziassero a fare apprezzamenti alla donna con tanto di palpate e pacche sul sedere.</p><p></p><p>Viola iniziò a protestare chiedendo ai quattro di andarsene. “Noi ora ce ne andiamo - fece Igor che è indubbiamente il capo del gruppo - ma tra mezzora ci riaffacciamo e se la vostra porta è aperta noi entriamo e ci divertiamo un po’ con la signora, se è chiusa ci ridate tutti i soldi che vi abbiamo dato con gli interessi altrimenti al caro Gioele iniziamo a spaccare un osso alla volta”.</p><p></p><p>Quando si riaffacciarono ancora più fatti e ubriachi, la porta era socchiusa e la donna come li vide entrare fece in lacrime “vi prego, non fateci del male siate gentili, vi scongiuro”. “Dov’è tuo marito?” fece Igor, “in camera perché?”, “vallo a chiamare che deve assistere”.</p><p></p><p>Viola da ragazza ha avuto una relazione con un uomo sposato più grande di lei, uno della parrocchia, che l’ha sverginata davanti e dietro non facendole mancare mai copiose sborrate in gola. Da allora però ebbe una forte crisi personale, iniziò il percorso per diventare suora poi capii che non era per lei. Incontrò Gioele sempre in chiesa e pensò che con quell’uomo buono e mite potesse mettere su famiglia.</p><p></p><p>Il sesso tra i due era pessimo, lui un vero disastro, con Viola che era strettissima come se fosse tornata vergine. Da quella sera divenne l’oggetto sessuale dei quattro che sfogarono su di lei tutta la loro foga sessuale.</p><p></p><p>La prima sera le risparmiarono il culo perché erano troppo fatti per avercelo duro in maniera decente. La misero a pecora sul divano chiedendo di sbocchinare il marito mentre a turno le scopavano la fica pelosa. Anche se i cazzi erano mezzi mosci lei gridava e pian piano divenne una maschera di sborra: in particolare Tomas quando veniva sembrava un cavallo.</p><p></p><p>Il volto di Viola era deturpato dallo sperma, dalle lacrime e dal mascara, con le chiappe tutte rosse per le sculacciate ricevute. “A domani” fece Igor quando se ne andarono. Già la sera dopo le fecero il culo tra le urla atroci della donna, con i quattro che quando non troppo sfiniti erano una autentica macchina del sesso: già avvezzi alle gang viste le festicciole, in quel periodo sperimentarono qualsiasi cosa con quella poveretta.</p><p></p><p>Senza voler minimamente togliere nulla all’orrore e al disprezzo per quella violenza, come spesso accade in questi casi Viola iniziò a essere molto partecipe godendo in maniera incredibile: arrivò a chiedere ai quattro di venirle dentro e metterla incinta gli zingari si rifiutarono.</p><p></p><p>Quando di colpo smisero di andare da loro, lei ci rimase male iniziando a disperarsi con il marito “ma secondo te ho fatto qualcosa di sbagliato? Non gli piaccio più? Sicuro è per quella cosa del piscio ma ho preso due cazzi in culo per loro e quello proprio no”.</p><p></p><p>La depravazione dei quattro non era affatto inferiore a quella di Mario e, quando il faccendiere strinse un patto con gli zingari con lo zampino di un altro porco di livello assoluto come Flavio, beh iniziò un autentico inferno nella provincia romana. CONTINUA…</p></blockquote><p></p>
[QUOTE="patrulla, post: 20306444, member: 293014"] [B]Trentaquattresima parte - Gli zingari[/B] (non leggete se siete suscettibili) Anche se nella nostra città durante la prima ondata i casi Covid non sono stati molti, la poca attenzione degli ospiti dell’hotel portò alla nascita di un focolaio tra i presenti. Chi prima e chi dopo tutti si scoprirono positivi, anche se fortunatamente con sintomi molto lievi: febbriciattola e un po’ di tosse e mal di testa. Con ogni probabilità chi ha portato il Covid lì dentro aveva una bassa carica virale, ma quella esperienza cambiò la convinzione di Mario: non moriremo più tutti ma ci stanno fregando tutti, in entrambi i casi siamo spacciati e quindi meglio spassarsela ora. Il problema è che passarono oltre un mese rinchiusi e isolati prima che tutti si negativizzassero. In quel periodo però seguirono il consiglio di Orso, che gli fece creare una società e che gli convinse di immettere liquidità a una azienda che voleva riconvertire la sua produzione in dispositivi sanitari: raddoppiarono l’investimento e poi vendettero bene le quote al momento giusto, ma soprattutto con un giro di scatole cinesi ripulirono un bel poò di soldi e si crearono una nuova posizione sociale. Adrian gli disse che come fossero tutti negativi aveva pronte quattro sventole incredibili, che avrebbero preso 5mila a testa però senza anal. Soddisfatti dall’attivismo del ragazzo e insoddisfatti dagli scarsi risultati di Marta e gli altri reclutatori, gli affidarono le redini dei contatti comprese quelle persone in difficoltà con la banca di Orso. Ci trovavamo quasi a Pasqua e da lì a breve sarebbero venute meno alcune restrizioni, con il ritorno alla circolazione anche se con molte restrizioni. Prima di allora però gli zingari non erano stati a guardare dal punto di vista sessuale. Ora per diversi capitoli vi andrò a raccontare cosa combinarono Adrian, il cugino Igor e altri due zingari che già avevano preso parte ad alcune serate: Tomas (scuro di carnagione come Igor, piccolo ma iper palestrato con un cazzo non molto lungo ma largo) e Antony (più alto e carino, molto muscoloso ed ex pugile con un cazzo simile invece a quello di Adrian abbastanza lungo e di larghezza normale). Risolsero i problemi del traffico di droga trasportando i panetti in alcuni furgoni di generi alimentari, così riuscivano a spostarsi anche travestiti da rider utilizzando una loro pizzeria che da anni era una copertura per riciclare un po’ di soldi. I discorsi di Mario avevano influenzato anche loro, oltre alla voglia di scopare il più possibile che avevano e al sostanziale menefreghismo per ogni regola e rispetto delle persone: a differenza di molti altri parenti, i tanti soldi che avevano volevano spenderli e non solo in oro o altri oggetti preziosi. Volevano solo divertirsi, sempre strafatti di coca e ubriachi oppure sotto effetto della G della quale ormai avevano l’esclusiva dei contatti di Leo. Oltre al traffico di droga, i soldi li facevano soprattutto con l’usura e se qualcuno non pagava… sapevano come convincerli. Prima del contatto di Adrian con Mario, oltre all’esperienza del ragazzo con la mia ragazza e Giada i quattro si erano sfogati soprattutto con una vicina, che è stata letteralmente abusata anche se forse il termine è riduttivo. A differenza del resto della famiglia che viveva in una sorta di fortino fuori città, i quattro vivevano in due appartamenti in un palazzone popolare da dove riuscivano a seguire meglio le loro attività illecite. Nel loro pianerottolo viveva una coppia sposata da qualche anno nonostante i due non fossero proprio giovanissimi: Gioele è sui 55 anni ha perso il lavoro alcuni mesi prima del Covid, piccolo e tarchiato con i capelli a spazzola, è un tipo molto sempliciotto che ha accettato di fare da “deposito” in casa sua per gli zingari per tirare su qualche soldo. La moglie Viola, a conoscenza della cosa, ha 43 anni e fa la catechista oltre a dare ripetizioni a domicilio. Non molto bella o appariscente: di media statura e di corporatura magra, ha un sedere abbondante e zero seno, con i capelli a caschetto mori e ricci e gli occhiali che nascondono un naso irregolare. Poco dopo l’inizio del Conidi quattro in preda ai fumi dell’alcool decisero di bussare alla coppia autoinvitandosi a cena. Imbarazzati i coniugi accettarono e non passò molto che i quattro iniziassero a fare apprezzamenti alla donna con tanto di palpate e pacche sul sedere. Viola iniziò a protestare chiedendo ai quattro di andarsene. “Noi ora ce ne andiamo - fece Igor che è indubbiamente il capo del gruppo - ma tra mezzora ci riaffacciamo e se la vostra porta è aperta noi entriamo e ci divertiamo un po’ con la signora, se è chiusa ci ridate tutti i soldi che vi abbiamo dato con gli interessi altrimenti al caro Gioele iniziamo a spaccare un osso alla volta”. Quando si riaffacciarono ancora più fatti e ubriachi, la porta era socchiusa e la donna come li vide entrare fece in lacrime “vi prego, non fateci del male siate gentili, vi scongiuro”. “Dov’è tuo marito?” fece Igor, “in camera perché?”, “vallo a chiamare che deve assistere”. Viola da ragazza ha avuto una relazione con un uomo sposato più grande di lei, uno della parrocchia, che l’ha sverginata davanti e dietro non facendole mancare mai copiose sborrate in gola. Da allora però ebbe una forte crisi personale, iniziò il percorso per diventare suora poi capii che non era per lei. Incontrò Gioele sempre in chiesa e pensò che con quell’uomo buono e mite potesse mettere su famiglia. Il sesso tra i due era pessimo, lui un vero disastro, con Viola che era strettissima come se fosse tornata vergine. Da quella sera divenne l’oggetto sessuale dei quattro che sfogarono su di lei tutta la loro foga sessuale. La prima sera le risparmiarono il culo perché erano troppo fatti per avercelo duro in maniera decente. La misero a pecora sul divano chiedendo di sbocchinare il marito mentre a turno le scopavano la fica pelosa. Anche se i cazzi erano mezzi mosci lei gridava e pian piano divenne una maschera di sborra: in particolare Tomas quando veniva sembrava un cavallo. Il volto di Viola era deturpato dallo sperma, dalle lacrime e dal mascara, con le chiappe tutte rosse per le sculacciate ricevute. “A domani” fece Igor quando se ne andarono. Già la sera dopo le fecero il culo tra le urla atroci della donna, con i quattro che quando non troppo sfiniti erano una autentica macchina del sesso: già avvezzi alle gang viste le festicciole, in quel periodo sperimentarono qualsiasi cosa con quella poveretta. Senza voler minimamente togliere nulla all’orrore e al disprezzo per quella violenza, come spesso accade in questi casi Viola iniziò a essere molto partecipe godendo in maniera incredibile: arrivò a chiedere ai quattro di venirle dentro e metterla incinta gli zingari si rifiutarono. Quando di colpo smisero di andare da loro, lei ci rimase male iniziando a disperarsi con il marito “ma secondo te ho fatto qualcosa di sbagliato? Non gli piaccio più? Sicuro è per quella cosa del piscio ma ho preso due cazzi in culo per loro e quello proprio no”. La depravazione dei quattro non era affatto inferiore a quella di Mario e, quando il faccendiere strinse un patto con gli zingari con lo zampino di un altro porco di livello assoluto come Flavio, beh iniziò un autentico inferno nella provincia romana. CONTINUA… [/QUOTE]
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